IL TAGLIO DEI METALLI - Didattica

Pagina creata da Nicolò Coppola
 
CONTINUA A LEGGERE
IL TAGLIO DEI METALLI - Didattica
IL TAGLIO DEI METALLI
I processi nei quali lo scopo di mutare la forma o le dimensioni di un materiale è ottenuto asportando
del materiale con un utensile, vengono classificati come taglio dei metalli o lavorazioni ad
asportazione di truciolo. L'analisi dei fenomeni fisici e meccanici connessi con il processo di taglio
riveste particolare interesse perché ad essi sono legati parametri di notevole importanza, come la
potenza in gioco, la durata dell'utensile e la finitura superficiale del lavorato.
MECCANICA DELLA FORMAZIONE DEL TRUCIOLO
L'utensile più semplice da considerare è il cuneo, detto anche utensile elementare monotagliente:

                                                      Φ

                                                 Φ
IL TAGLIO DEI METALLI - Didattica
Lo schema della lavorazione riportato in figura prende il nome di taglio libero ortogonale: libero
perché il truciolo è vincolato al materiale solo secondo un lato; ortogonale perché la direzione del
tagliente è perpendicolare alla direzione della velocità di taglio. Tutto ciò permette di trattare il
problema in forma bidimensionale e saranno fatte le seguenti assunzioni:
• l'utensile è perfettamente affilato (se il filo è usurato vi sarebbero degli arrotondamenti e
l'applicazione della forza genererebbe una coppia) e non esiste contatto lungo il piano dorsale;
• larghezza del tagliente > larghezza del pezzo (è una semplificazione per poter non occuparci dei
fenomeni di bordo);
• il materiale del truciolo non presenta deformazione nella direzione perpendicolare al piano del
disegno: la larghezza del truciolo rimane uguale alla larghezza iniziale del pezzo;
• la velocità di taglio è costante;
• lo spessore asportato si mantiene costante;
• volume costante;
• materiale con proprietà isotrope.
L'osservazione sperimentale del processo e alcune semplici misurazioni hanno rilevato che:
• durante la formazione del truciolo si verifica un notevole sviluppo di calore di gran lunga superiore
a quello stimato per attriti;
• lo spessore del truciolo è normalmente superiore allo spessore asportato;
• la durezza del truciolo è superiore a quella del metallo base a dimostrazione dell'avvenuto
incrudimento del materiale;
• la superficie lavorata non è liscia, ma rugosa e la rugosità dipende dai parametri di processo.
IL TAGLIO DEI METALLI - Didattica
Le considerazioni che precedono portano ad un'unica conclusione: l'utensile non provoca un
semplice distacco del materiale (vecchia ipotesi di frattura continua), ma causa un'intensa
deformazione permanente; la rottura avviene con scorrimento dei piani cristallini.
Studiare il fenomeno di deformazione plastica a così elevate velocità di deformazione, è molto
difficile e lo è ancor di più scrivere equazioni che descrivano il comportamento del materiale in
quelle condizioni di deformazione. Si sono messe appunto tecniche che prevedono l'osservazione
al microscopio ottico ed elettronico della morfologia del truciolo dove si nota una zona molto
ristretta che separa nettamente il materiale indeformato da quello deformato e si individuano
chiaramente una serie di linee tra loro parallele, che rappresentano le direzioni lungo le quali
avviene lo scorrimento del materiale.
IL TAGLIO DEI METALLI - Didattica
Principi fondamentali del processo di taglio
Lavorazione per deformazione plastica nel
quale un utensile, dotato di moto relativo
rispetto a un pezzo, ne asporta uno strato
superficiale, detto soprametallo,
trasformandolo in truciolo e generando una
superficie con elevata precisione.

                                               Esempio di taglio ortogonale
IL TAGLIO DEI METALLI - Didattica
Meccanica di formazione del truciolo: il taglio ortogonale

Taglio ortogonale: la formazione del
truciolo è regolato da fenomeni
bidimensionali: nessuna deformazione nel
senso della larghezza del taglio (taglio non
vincolato).

    Lavorazione di piallatura
IL TAGLIO DEI METALLI - Didattica
Meccanica di formazione del truciolo: il taglio ortogonale

Fattore di ricalcamento del truciolo c:
       s
  c
      s1
  slL  s1l1 L1
  Essendo l  l1 ,
       s L
  c  1
      s1 L
Angolo di scorrimento :

     s   OAsen          sen
c                   
     s1 OA cos    cos    
        c cos 
tg            (Relaz trigonome triche)
      1  csen
  0  c  tg
IL TAGLIO DEI METALLI - Didattica
s    OAsen          sen
c                    
     s1 OA cos     cos    
cos      cos  cos   sensen
       sen                sen
c               
     cos     cos  cos   sensen
                   sensen 
c  cos  cos                 sen
                     cos     
             sensen  sen
c   cos                        ccos   tan sen   tan 
               cos        cos 
tan  (1  csen )  c cos 
             c cos 
tan  
          (1  csen )
IL TAGLIO DEI METALLI - Didattica
Modello di formazione del truciolo per scorrimento (Pijspanen)
Pijspanen nel 1937 immaginò il materiale come costituito da una serie di lamelle di spessore finito:
l'avanzamento dell'utensile sospinge ciascun elemento in avanti, obbligandolo scorrere
sull'elemento successivo.

                                          Φ

  La forza che l'utensile applica sul truciolo deve essere quindi in grado di generare sul piano CA,
  detto piano di scorrimento e formante un angolo Φ con la direzione di moto, una tensione
  tangenziale necessaria e sufficiente per provocare lo scorrimento relativo tra e due lamelle del
  materiale a contatto. Il modello di Pijspanen si basa sulla semplificazione ad un piano di
  scorrimento, quando in realtà vi sono molteplici piani di scorrimento che concorrono a formare
  una zona di scorrimento. Ma, poiché l'estensione di tale zona tende a zero per i valori delle
  velocità di taglio comunemente impiegati, il modello di Pijspanen non commette un grave errore
  nell'approssimare il fenomeno reale.
IL TAGLIO DEI METALLI - Didattica
La deformazione plastica può essere calcolata valutando lo scorrimento γs che il materiale subisce
 attraversando il piano di scorrimento:

       s AH  HC
s       
       x   BH                                                                                     Φ-γ
AH  AB  cos                                                                                 Φ
BH  AB  sen                                                                                 Φ
                                                         Φ
HC  BH  tan(   )
       AB  cos  BH  tan(   )
s              
       AB  sen        BH

 s  cot an( )  tan(   )
minimizzando, per il Principio del Lavoro Minimo, ottengo in assenza di attrito il valore dell'angolo di
scorrimento:

                                       quando γ=0 si ottiene φ=45° ed infatti i piani in cui si innesca
                                       la deformazione plastica sono quelli a 45°. Pijspanen ha così
                                       demolito la precedente teoria della frattura continua.
IL TAGLIO DEI METALLI - Didattica
d s      1        1
                        0
d      sen  cos (   )
            2    2

sen 2  cos 2 (   )  0
sen   cos(   ) sen   cos(   )  0
sen   cos(   )  0
sen   sen(90     )  0
  90    
  45   / 2
Modello di formazione del truciolo per scorrimento (Pijspanen)

      s    sen
 c     
      s1 cos    
           c cos 
 tg              ;   0  c  tg
         1  csen

        s
 s        cot   tg    
        x

  s                 
       0    45 
                     2
   0    45; c  1   s min

 La deformazione s aumenta con la riduzione dell’angolo di spoglia superiore  e, di
 conseguenza, aumentano le forze necessarie a provocare tale deformazione:
Tuttavia il meccanismo non è statico e bisogna parlare della CINEMATICA DEL TAGLIO:

                                                                    ◦ vs velocità di scorrimento,
                      Φ                                             velocità relativa truciolo-pezzo sul
                                                                    piano di scorrimento;
                                                                    ◦ vt velocità di taglio, velocità
                                                                    relativa utensile-pezzo;
                              Φ                                     ◦ vf velocità di flusso, velocità
                                                                    relativa truciolo-utensile

è possibile valutare la velocità di deformazione tangenziale in questo modo:

                                     Vs può essere determinata mediante semplici considerazioni
                                     trigonometriche:
tenendo conto del principio di invariabilità del volume e assumendo nulla la deformazione laterale del
truciolo:                                                                Attraverso questi calcoli si
applicando il teorema dei seni al triangolo delle velocità:              ottengono        velocità     di
                                                                         deformazione prossime a quelle
                                                                         di esplosione (~ 105 s−1 ).
Per quanto concerne la DINAMICA DEL TAGLIO, si può ricorrere ad un modello semplice: taglio
ortogonale, formazione di truciolo continuo per scorrimento, assenza di attrito nel contatto fianco
utensile-superficie in lavorazione, strisciamento del truciolo sul petto dell’utensile con attrito costante
Se si considera il truciolo come un corpo
libero, esso, istante per istante, dovrà
essere i equilibrio sotto l'azione di due
forze applicate rispettivamente, nella zona
di contatto con il materiale e con l'utensile
( R, R' ) e, per rispettare le condizioni di
equilibrio R=R' . Il punto di applicazione
delle due forze risulta molto prossimo al
punto C e quindi si considerano applicate
in C. La forza scambiata tra utensile e
pezzo può essere scomposta lungo
direzioni di interesse tecnologico:
• N F componente normale e tangenziale
(o d'attrito) rispetto al petto dell'utensile;
• Ns Fs componente normale e tangenziale rispetto al piano di scorrimento;
• Ft Fn forza principale di taglio (diretta secondo vt) e forza normale.
N e F permettono la determinazione delle condizioni di attrito sulla superficie di contatto tra il truciolo e
l'utensile; Ns e Fs sono importanti per la determinazione dello stato di sollecitazione cui il materiale è
sottoposto nella zona di scorrimento; Ft permette la valutazione della potenza assorbita nel taglio e nel
contempo, essendo Ft e Fn determinabili sperimentalmente, permette la verifica dell'efficacia del modello.
MODELLO DI MERCHANT
La scomposizione della risultante R , trasportata sullo spigolo tagliente, risulta evidente utilizzando
la rappresentazione proposta nel 1945 da Merchant:
Si disegna R (diametro della circonferenza),
la si scompone in Fn e Ft, si disegna la
circonferenza e nel cerchio si rappresentano
F e N.                                                                    Φ
 Fs  R cos(     )
 N s  Rsen(     )
                                                                ρ
                                                                     R
 Ft  R cos(    )
  Fn  Rsen (    )                                           ρ
 F  Rsen
 N  R cos 
 Si avrà deformazione plastica del truciolo e quindi taglio, allorché sul piano di scorrimento si
 raggiunge un assegnato valore di tensione tangenziale detta tensione dinamica di scorrimento τs;
 conseguentemente si avrà:
                     A0        dove As è l'area del piano di scorrimento e A0 è l'area della sezione di
  Fs  As  s   s          truciolo prima del taglio.
                      sen
dove As=AC x L è l'area del piano di
   scorrimento e A0=h0 x l è l'area della                                       Φ
   sezione di truciolo prima del taglio.
   Utilizzando questa equazione
   Fs  R cos(     )
                                                                    Ft  R cos(    )
                                    e sostituendo all’ equazioni
                                                                    Fn  Rsen (    )
                                                         Il problema è che l'angolo Φ può essere
                                                         valutato solo effettuando          una prova
                                                         sperimentale preliminare e misurando il fattore
                                                         di ricalcamento. Gli studiosi che si sono
  Si ottiene
                                                         occupati di questo problema hanno però
                                                         proposto di assumere l'ipotesi che il piano di
                                                         scorrimento si disponga in modo tale da
                                                         rendere massimo il valore di τs su esso agente.
Dovrà quindi essere verificata la condizione:
   Fn                                                       Quindi Merchant dà un ruolo importante
                                                            all'attrito rispetto al modello di Pijspanen.
La verifica sperimentale di questa relazione portò però a constatare che la somma dei tre angoli
differisce dal valore di 90° e questa teoria si allontana dalla realtà quanto più la sollecitazione aumenta
sul piano di scorrimento. Il fatto è che c'è una componente normale dalla quale in genere dipendono le
condizioni di plasticizzazione e che fin qui non è stata considerata.
dFn cos  cos        sensen     
                                                0
 d                sen cos      
                         2   2

cos  cos        sensen       0
cos          0
2      90
Merchant formulò allora il SECONDO MODELLO:

 la tensione tangenziale necessaria per provocare lo
 scorrimento non è una quantità costante, ma è funzione della
 tensione normale che agisce sul piano di scorrimento
 medesimo, secondo la relazione:
 s =(s )0+Kss in cui (s )0 è il valore di s per ss=0 ed è
 una costante dipendente dal materiale; k è una costante di
 proporzionalità dipendente dal materiale; ss è la tensione
 normale agente sul piano di scorrimento pari a N s / As .

 La condizione si traduce adesso nell'imporre che il piano di scorrimento si disponga in modo che
 sia massima e uguale (s )0 la differenza s -Kss .Svolgendo la derivata, ottengo:

                                                          che è la RELAZIONE DI MERCHANT.

Poiché ρ-γ=C-2Φ, le espressioni di Ft e Fn diventano:

Tuttavia φ, τs e C dipendono fortemente dalla velocità di taglio e queste espressioni forniscono una una
stima valida delle due componenti della forza di taglio solo nel range di Vt di più frequente impiego
industriale.
Anche se in genere la relazione di Merchant è di difficile applicazione in pratica, l'aspetto davvero
importante è il fatto che posso scomporre R anche secondo gli assi x e y così da poter misurare con
semplici celle di carico queste due forze e poter partire da esse per calcolare tutte le altre in base alle
relazioni fornite da Merchant. La misura delle forze Ft e Fn permette inoltre di calcolare l'angolo di
attrito ρ: posso infatti scomporre dette forze lungo le direzioni del petto dell'utensile e della normale ad
esso (direzioni lungo le quali agiscono F e N), ottenendo:

               1
        2

In conclusione, il modello del piano di scorrimento,
utilizzando le relazioni fin qui presentate, può essere
utilizzato sia in modo diretto sia in modo inverso:
1. l'approccio diretto consente di calcolare Ft e Fn, pur
con approssimazione, utilizzando dati, come C, τs, ρ,
funzione del materiale da lavorare e delle condizioni
di lavoro;
2. l'approccio inverso permette, partendo da valori di
Ft , Fn e R misurati sperimentalmente, di calcolare
tutte le grandezze che intervengono nel processo di
taglio: γs, τs, ρ, Φ e C.
METODO DEL Ks
Attraverso il cerchio di Merchant posso calcolare Ft, in particolare il valore Ft/A (A è la sezione del
truciolo) è un valore che non risente delle variabili delle prove sperimentali e si chiamerà Ks.

                                           Relazione di Kronemberg (per acciai)

     KS pressione di taglio                            KS0 pressione specifica di taglio (per A=1 mm2)
     n costante dipendente dal materiale               Rm resistenza a trazione

POTENZE DI LAVORAZIONE
• potenza di taglio: Wt=Ft⋅vt ;
• potenza di avanzamento: Wa=Fava
• potenza di repulsione: Wr=Fr⋅vr dovuta alla reazione del materiale alla sollecitazione, è caratteristica
della macchina.
Fa determina l'inflessione dell'utensile (Fa =20-30% Ft), Fr determina l'inflessione del pezzo e quindi le
tolleranze di lavorazione (Fr =15-25% Ft).
VARIABILI DI PROCESSO NELLA FORMAZIONE DEL TRUCIOLO
Le variabili indipendenti sono le variabili tecnologiche fissate a priori che condizionano l'intero
processo di formazione del truciolo:
• ANGOLO DI SPOGLIA FRONTALE (γ): questo angolo ha una notevole influenza sul processo
di formazione del truciolo sia direttamente, in quanto determina la direzione del flusso del materiale,
sia indirettamente, in quanto influenza il valore dell'angolo di scorrimento: dalla relazione di Ernst e
Merchant siede infatti che aumentando l'angolo γ si ottiene un aumento dell'angolo φ pari alla metà
dell'aumento subito dall'angolo di spoglia. All'aumentare di γ, lo scorrimento diminuisce mentre il
fattore di ricalcamento aumenta: il materiale subisce un minor aumento di spessore e una minore
deformazione plastica attraversando il piano di scorrimento e quindi si lascerà asportare più
facilmente. Ciò spiega come l'angolo di spoglia superiore,che mediamente assume valori compresi
tra -6°e +6° nelle lavorazioni di acciaio e ghise, possa raggiungere valori di 30° nei materiali duttili
(Al, Cu), e ancora, come quest'angolo assuma generalmente valori più elevati in operazioni di
finitura che non in operazioni di sgrossatura;infatti formandosi meglio il truciolo, migliora la finitura
superficiale del pezzo.
• SPESSORE DEL TRUCIOLO PRIMA DEL TAGLIO (h0): l'effetto dello spessore h0 sul
processo di taglio deve essere studiato separatamente, considerando i due casi di presenza e di
assenza del tagliente di riporto. Il TAGLIENTE DI RIPORTO consiste in una porzione di materiale
lavorato che aderisce al tagliente dell'utensile. Esso non è stabile, si forma e successivamente si
distrugge,saldandosi in parte al pezzo lavorato e in parte al truciolo:
È stato verificato che la massima propensione al tagliente di riporto nel caso di acciai si ottiene per una
temperatura nella zona di lavoro di 300°C. Allorché la temperatura raggiunge i 600°C, il tagliente di
riporto scompare. Da un punto di vista operativo,la presenza del tagliente di riporto comporta una
variazione di γ e dunque un cambiamento de piano di scorrimento. Inoltre quando il deposito ha superato
un certo spessore, si stacca e l'utensile urta con conseguente possibile rottura, modifica della rugosità
superficiale... nei centri di lavoro si hanno problemi nell'elettronica di controllo la quale non avverte più
forze e velocità costanti. Tornando allo spessore h0: in presenza di tdr, l'aumento dello spessore del truciolo
si traduce in un aumento dell'energia di deformazione per unità di larghezza del truciolo e di conseguenza
in un aumento della temperatura nella zona di lavoro; quindi l'aumento dello spessore del truciolo si
traduce in una riduzione delle dimensioni del tdr. Nel caso di assenza di tdr, l'aumento di h0 determina un
aumento dell'energia di deformazione e della temperatura, ma non è accompagnato da un corrispondente
aumento della lunghezza di contatto truciolo-utensile; di conseguenza si avrà un aumento della pressione
di contatto. Secondo molti, quest'ultima circostanza determina una riduzione di ρ ed un aumento di φ: in
assenza di tdr, trucioli più spessi risulteranno meno deformati.
LARGHEZZA DI TAGLIO: non influenza la formazione del truciolo rimanendo inalterato il lavoro di
deformazione per unità di larghezza.
VELOCITÀ DI TAGLIO (vt): è la grandezza che ha la max influenza sul processo di taglio. Interviene
sia direttamente modificando l'inclinazione del piano di scorrimento, sia indirettamente variando la
temperatura di taglio.
Oltre il punto C l'effetto dell'aumento della
velocità non è più spiegabile con l'effetto
dell'aumento della temperatura sul tagliente di
riporto, ma è opportuno rifarsi ad un modello
più complesso, in cui la zona di deformazione
plastica viene delimitata da 2 piani, di traccia
CL e CM: all'interno di questa zona, i piani
compresi tra CL e CM hanno lunghezza diversa
e quindi diversa sarà la tensione tangenziale che
su di essi agisce; su CL si avrà il minimo valore
di τs capace di dare inizio alla deformazione
plastica, pari alla tensione dinamica di
scorrimento del materiale non incrudito; su CM
che è la traccia di minima lunghezza, il valore
della tensione sarà max; oltre CM i piani
saranno caratterizzati da una minore tensione
tangenziale e pertanto non saranno più sede di
deformazione.
Se la velocità di deformazione è sufficientemente bassa (2,4 m/min), un grano passa regolarmente e
gradualmente attraverso i vari stadi di sollecitazione e quindi di deformazione da CL a CM. Tale
meccanismo si altera profondamente all'aumentare della velocità di deformazione. Esiste un intervallo
di tempo finito tra l'istante in cui sul volume elementare viene applicata l'azione deformante e l'istante in
cui esso inizia a deformarsi: il grano inizia a deformarsi con ritardo, in corrispondenza ad un nuovo
piano caratterizzato da un angolo φ>φ0, mentre il ritardo sarà minore all'uscita dalla zona di
deformazione. Progressivamente dunque il piano CL si avvicinerà a quello CM. Si avrà allora una
riduzione della zona di deformazione che sarà sempre più assimilabile ad un piano con φ≈φ0. Al
progredire della velocità si avrà allora una riduzione della zona di deformazione plastica e dell'entità
della stessa, così come si rileva dal diagramma sopra. L'effetto principale della velocità di taglio è
pertanto la profonda modificazione della forma della zona di scorrimento.

.
Un ulteriore effetto della velocità di taglio è quella di modificare il coefficiente di attrito trucioloutensile;
infatti alle velocità di taglio in cui non è più presente il tagliente di riporto, circa i 2/3 della zona di
contatto truciolo-utensile sono occupati da materiale ad elevata T e quidi fortemente deformabile. Infine la
vt influenza fortemente il valore di τs il cui valore aumenta all'aumentare della velocità di deformazione e
diminuisce all'aumentare della T. Le considerazioni precedenti hanno conseguenze immediate sulle forze e
sulla potenza di taglio: in assenza del tagliente di riporto, la forza di taglio decresce al crescere della
velocità con una legge di tipo esponenziale. D'altra parte, la potenza di taglio continuerà a crescere in
quanto la diminuzione di Ft non compensa l'aumento di vt. Ciò spiega perché le moderne macchine utensili
dispongano di potenze di gran lunga superiori a quelle delle macchine di vecchia generazione.
MATERIALE LAVORATO : si ha un effetto diretto, dal momento che al diminuire della deformabilità
del materiale aumenta la costante C della relazione di Merchant, circostanza che aumenta l'angolo di
scorrimento; e un effetto indiretto, poiché al crescere della durezza del materiale aumenta il lavoro di
deformazione e quindi la T di taglio. Per questa ragione l'angolo di attrito truciolo-utensile si riduce e
anche questo determina un aumento dell'angolo di scorrimento.
MATERIALE DELL'UTENSILE: è strettamente correlato all'angolo di attrito. La variazione del
coefficiente di attrito è legato alla diversa attitudine del materiale dell'utensile a creare delle
microsaldature con il truciolo durante il processo. La diversa attitudine è poco evidente alle basse
velocità dove un film di ossidi riesce a stabilirsi tra truciolo e petto dell'utensile con effetto lubrificante.
Diventa marcata alle alte velocità in cui la T è più elevata e favorisce i fenomeni di adesione e diffusione.
Ne consegue la grande importanza che hanno i rivestimenti nei moderni inserti taglienti.
LUBROREFRIGERAZIONE: influenza il calore sviluppato, la vita dell'utensile, la finitura
superficiale, la potenza di taglio.
Fenomeni di usura dell’utensile
Indipendentemente dal materiale da cui è costituito, l’utensile non mantiene la
geometria iniziale per un tempo infinito ma a causa delle sollecitazioni meccaniche,
termiche e chimiche che subisce durante al lavorazione, presenta inevitabilmente
fenomeni di usura.

   I meccanismi principali di usura sono i seguenti:
     • Usura per abrasione                 Presenza di particelle di elevata
                                           durezza (carburi , nitruri, ossidi)
     • Usura per diffusione                Passaggio di atomi tra materiale ed
                                           utensile
     • Usura per ossidazione               Ossidi di W e Co
     • Usura per adesione                  Formazione del tagliente di riporto
     • Usura per def. plastica             Compressione e scorrimento
     • Usura per fatica                    Ripetute variazioni di forze e
                                           temperature
I meccanismi appena illustrati si combinano tra di loro e danno vita ai
fenomeni di usura seguenti:

                                               Usura sul fianco e sul petto
                                               dell’utensile
Criteri di usura per la determinazione della durata

Facendo riferimento ad un utensile da tornio
l’usura si manifesta nel modo seguente:
• Sul petto con la formazione del CRATERE
• Sul fianco con la formazione del LABBRO
DI USURA
Per dare una rappresentazione quantitativa di
queste due grandezze è necessario rilevare
almeno 3 grandezze:
• VB: Larghezza del labbro di usura
• KT: Profondità del cratere
• KM: Distanza del punto di massima
profondità del cratere dal tagliente
Sono riportati gli andamenti della larghezza VB del labbro di usura in
funzione del tempo. In scala logaritmica l’andamento e rettilineo.

                                               Curva sperimentale dalla
                                               VB     per   un     utensile
                                               sgrossatore con palcchetta
                                               ISO-P25; Materiale lavorato
                                               NiCr-Mo4PbTF
La profondità del cratere KT varia in modo approssimativamente lineare con il
tempo di taglio. In un diagramma logaritmico le rette VB risultano sempre più
inclinate rispetto alle curve rappresentanti KT

La grandezza KM risulta indipendente dal tempo. Essa dipende esclusivamente
dalla velocità di taglio e dall’avanzamento
I valori di VB e KT dipendono dalla velocità di taglio:

• alle basse velocità (v < 10 m/min) l’usura interessa prevalentemente il petto dell’utensile; il
tagliente di riporto vede la sua dimensione aumentare e la geometria del taglio migliora ( il
tagliente di riporto si comporta come un utensile con angolo di spoglia superiore maggiore
dell’utensile vero e proprio)
• per 10 < v < 20 m/min le condizioni di usura sul petto migliorano e l’usura sul fianco
raggiunge il valore massimo
• per 20 < v < 30 m/min si ha un minimo per KT, mentre il valore minimo di VB si ha per v
= 45 m/min
Al fine di stabilire in maniera oggettiva la durata di un utensile è necessario
stabilire dei criteri di usura. Possono essere fissati dei criteri di usura utilizzando
dei parametri:
• Tolleranza dimensionale
• Rugosità del pezzo in lavorazione (si fissano dei limiti ammissibili)
• Massimo grado di usura ammissibile sul fianco dell’utensile (VB). Le norme
ISO fissano tale valore a 0.3 mm
• Massimo grado di usura ammissibile sul petto dell’utensile: rapporto KT/KM
In genere:                            KT
                                          0.1
                                      KM

Al di sopra di tali valori si hanno distacchi di materiale dall’utensile.
Per determinare la durata dell’utensile viene impiegato quello
predominante relativamente alla lavorazione che si sta effettuando: criteri
sul VB o sul KT/KM

                                         Curve di durata dell’utensile in
                                         funzione della velocità di taglio.
                                         Materiali e geometrie fissati.
La relazione di Taylor – determinazione sperimentale

E’ possibile determinare sperimentalmente la relazione esistente tra la durata
dell’utensile e la velocità di taglio, considerando fissi tutti gli altri parametri
(Relazione di Taylor). Si effettuano delle prove di durata a T diverse e a fissate
velocità.

                             La retta graficata è l’espressione della relazione:
                                                  vT n = V1
                             Dove:
                                       • v velocità di taglio (m/min)
                                       • T durata del tagliente dell’utensile (min)
                                       • n Coefficiente di durata dell’utensile
                                       • V1velocità di taglio che consente una
                                       durata dell’utensile pari ad un minuto
La relazione generalizzata di Taylor

La relazione generalizzata di Taylor lega la velocità di taglio con la durata
dell’utensile, tenendo presente anche l’influenza dell’avanzamento a e della
profondità di passata p:
Dove                            vT n a m p r  V1*

         • v velocità di taglio (m/min)
         • T durata del tagliente dell’utensile (min)
         • n,m,r costanti dipendenti dai materiali
         • a avanzamento (mm/giro)
         • p profondità di passata (mm)
         • V1velocità specifica di taglio che consente una durata dell’utensile
         pari ad un minuto per ampr=1
La relazione generalizzata di Taylor – determinazione sperimentale
                                 vT n a m p r  V1*
Considerando fissati tutti i parametri di taglio non presenti all’interno della
relazione di Taylor, si effettuano delle lavorazioni del materiale fissando di volta
in volta delle coppie diverse di a e p facendo variare la velocità di taglio. Da
ciascuna di tali prove si ottiene una durata dell’utensile T in minuti. I risultati
vengono quindi riportati su di un grafico doppio logaritmico:

                            Dall’inclinazione di tali curve rispetto all’orizzontale
                            è possibile determinare il valore della costante n.
                            Infatti :
                                                tan    1
                                                              n

                            I valori V1I,V1II, ecc consentono di costruire i
                            diagrammi log a – log V1 e log p – log V1 utili ai fini
                            della determinazione delle costanti m ed r.
tan    1       tan    1
                m                   r
Tale metodologia non è industrialmente
utilizzabile per l’elevato numero di prove
necessarie.

    Valori della costante V1*
Parametri di taglio disponibili in cataloghi commerciali
I parametri di taglio disponibili sono forniti dalle case produttrici in maniera
diversa dal Taylor:
                                                Fissata una lavorazione
                                               • sono consigliati diversi materiali
                                               per l’utensile in funzione del
                                               materiale da lavorare
                                               • per diversi valori dell’avanzamento
                                               sono consigliate diverse velocità di
                                               taglio che consentono una durata
                                               tipicamente di 7 o 15 min.
                                               • vengono forniti infine dei fattori
                                               correttivi che consentono di calcolare
                                               la velocità di taglio per ottenere una
                                               durata dell’utensile diversa da quella
                                               specificata
Ottimizzazione dei processi di lavorazione per asportazione di truciolo

Al fine di realizzare un ottimo tecnico-economico è necessario stabilire dei criteri
di ottimizzazione:
• Minimo costo della lavorazione
• Massima produzione
In generale tali criteri sono i più largamente impiegati tuttavia possono verificarsi
casi particolari nei quali possono prevalere altri criteri (massimo impiego del
personale, rispondere a particolari richieste di mercato)
Bisogna tuttavia in tali criteri tener conto delle condizioni limite cioè:
• Potenza utile disponibile al mandrino
• Valori max dei parametri macchina (num. Di giri, avanzamento,…)
• Entità della forza di taglio
• Vibrazioni
Quello che si vuole ottenere è una espressione analitica del costo di lavorazione.Tale
espressione dovrà contenere tutti i parametri fondamentali di taglio.Per semplicità di
trattazione si procederà ad ottimizzare un’operazione di tornitura.
Detto Ct il costo totale di lavorazione di un elemento si potrà scrivere:

                      Ct = Cptp+ Cptl+ Cptu/PT+Cut/ PT
Dove :
• Cp (euro/min) costo unitario del posto di lavoro (costo unitario della macchina,
ammortamenti, materiali di consumo, retribuzioni dell’operatore,manutenzione).
• tp tempi passivi (sostituzione dei pezzi in lavorazione e moti di appostamento)
• tl tempo effettivo di lavorazione
• tu tempo di arresto della macchina per la sostituzione dell’utensile
• PTnumero di pezzi lavorati nell’intervallo T di durata del tagliente
• costo dell’utensile relativo alla durata T del tagliente
Nel caso di tornitura:                tl = L/ag
• L lunghezza del pezzo da lavorare (mm)
• g numero di giri del pezzo in lavorazione (giri/min)
• a avanzamento (mm/giro)
                D 1
 v  g  2     
                2 1000

      1000  v
 g                     con v velocità di taglio (m/min)
        D
                          DL                                                 vT n  V1
quindi           tl                      Ricordando la relazione di Taylor
                        av  1000
        DLT n                                    PT 
                                                         T
 tl                            inoltre                  tl
        aV1  1000

 Sostituendo nella relazione generale si avrà:
DLT n                  DLT n 1            DLT n 1
             Ct  C p t p  C p                 C p tu                 Cut
                                  aV1  1000              aV1  1000           aV1  1000

                                                                                            dCt
Tale espressione ha un minimo per un valore T che annulla la derivata
                                                                                            dT

      1       C 
Te    1 tu  ut                   Durata economica
      n      C p 

Tale grandezza risulta indipendente dall’avanzamento e dalla profondità di passata.
Dalla legge di Taylor discende direttamente la velocità ottimale:

       V           In tal caso la velocità ottimale risulta dipendente dall’avanzamento e
   ve  1
       Ten         dalla profondità di passata tramite la grandezza V1
Ottimizzazione: criterio di massima produzione
                                                         t
Il tempo totale di produzione tt è       tt  t p  tl  u
                                                        PT
Sostituendo le grandezze così come fatto in precedenza si ottiene

                                       DLT n             DLT n1
                          tt  t p                 tu
                                       aV1 1000          aV1 1000

                                                    1 
Derivando e azzerando la derivata             T p    1tu
                                                    n 

                                                  V
Attraverso la relazione di Taylor             vp  1
                                                  T pn
Minimo costo della lavorazione           Massima produzione

                                 Dal confronto tra le due relazioni è
                                 possibile desumere che la velocità vp
                                 corrispondente al massimo ritmo di
                                 produzione è sempre maggiore alla
                                 ve corrispondente alla massima
                                 economia.     La    zona     campita
                                 rappresenta    le    situazioni    di
                                 compromesso fra le due appena
                                 citate.
Ottimizzazione di un’operazione di tornitura tenendo conto di a e p
 In tale circostanza si deve tener conto delle relazione di Taylor generalizzata dalla quale
 è possibile ricavare il valore della profondità di passata

                     vT n a m p r  V1*                                                        V1*
                                                                                          a 1 n r
                                                                                            v mT m p m

                           Ct = Cptp+ Cptl+ Cptu/PT+Cut/ PT

                           DLv 1T p                                       DLv 1T p                                      DLv 1T p
                                 1       n               r                        1         n               r                     1       n               r
                                     m       m               m                        m         m               m                     m       m               m

      Ct  C p t p  C p                         1
                                                                  C p tu                           1
                                                                                                                     Cut                         1

                            1000  V1*                                   1000  V1*                                  1000  V1* 
                                                     m                                                  m                                             m

                                                                                                                                  

                             dCt                                             m      Cut                                         V1*
Considerando costante            0                                    Te    1 tu                                        ae  1 n r
p e v e ponendo              dT                                             n       C p                                     v mTe m p m
Se si fanno variare simultaneamente a e v per trovare il minimo si devono annullare le
due derivate parziali fatte rispetto a v e ad a. Tale condizione in realtà non si verifica
pertanto tale minimo non esiste.

                                            Nel grafico è riportato l’andamento del
                                            costo totale in funzione della velocità di
                                            taglio. Si può osservare che al fine di
                                            minimizzare i costi conviene sempre
                                            scegliere     l’avanzamento      massimo
                                            compatibile con le condizioni limite e la
                                            velocità che lo minimizza. Un discorso
                                            analogo può essere fatto per la profondità
                                            di passata p
Esercizio N°1

I risultati di prove di usura su di un utensile di pezzo in acciaio superrapido HSS, in
condizioni prefissate di avanzamento e profondità di passata, sono sintetizzati dai
seguenti valori:
                                   v30  198 m/min
                                   v60  180 m/min

Calcolare i parametri delle legge di Taylor.

L’espressione della legge di Taylor è:
                                         vT n  v1
Da cui, sostituendo:
                                         v30 30 n  v1
                                         v60 60 n  v1

Si tratta di un sistema non lineare.
L’espressione della legge di Taylor è:
                                         vT n  v1
Da cui, sostituendo:
                                         v30 30 n  v1
                                         v60 60 n  v1

Si tratta di un sistema non lineare.

Risolvendo il sistema si ottiene:
             n            n
    v30  30  198  1 
                   1  n  0.1375
    v60  60  180  2 
    v1  198  300.137  v1  315.5

Per cui, la risultante legge di Taylor è:

                                       vT 0.137  316
Esercizio N°2
Prove di usura di un utensile in carburi cementati hanno portato alla definizione della
seguente legge di Taylor generalizzata:

                                   va0.39 p 0.19T 0.23  130

Un inserto è stato adoperato per una lavorazione di tornitura, che ha avuto una durata di
12.5 min, con i seguenti parametri di taglio:

                        v  112 m/min; a  0.2 mm/giro; p  2 mm

Calcolare la vita del tagliente.
Volendo, inoltre, impiegare lo stesso tagliente per la tornitura di una barra dello stesso
materiale nelle seguenti condizioni:
                        v  85 m/min; a  0.3 mm/giro; p  1.5 mm
Calcolare il tempo di impiego del tagliente, prima di procedere alla sua sostituzione
Esercizio N°2
Dalla legge di Taylor relativa all’inserto, noti i parametri di taglio, si calcola facilmente
la vita utile del tagliente:
                                                1                                               1
                        130                  0.23
                                                                130                          0.23
                  T   0.39 0.19                                  0.19 
                                                                                                       16.5 min
                                                         112  0.2  2 
                                                                   0.39
                        va p 
La vita residua del tagliente sarà:
                                           T  16.5 12.5  4 min
Al variare dei parametri di taglio, mantenendo costanti le altre condizioni, è valida la
seguente uguaglianza:
                                                                    vII aII
                                        0.39        0.19    0.23               0.39         0.19     0.23
                               vI a I          pI      TI                             pII      TII

Per cui la vita residua del tagliente nelle nuove condizioni di taglio sarà pari a:
                                           1                                                                 1
                  va   0.39
                           p
                                0.19
                                         0.23             112  0.2            0.39
                                                                                              2           
                                                                                                       0.19 0.23

          TII   I I 0.39 I 0.19                 TI                                                   4  8.5 min
                  vII aII pII                             85   0.3                      1.5         
Esercizio N°3
L’equazione generalizzata per la durata dell’utensile in una operazione di tornitura
longitudinale è:
                                   va0.75 p 0.3T 0.1  v1
Per la stessa coppia materiale in lavorazione e materiale dell’utensile ed a parità delle
altre condizioni è noto che, in una lavorazione con:
                             a  0.25 mm/giro; p  3.8 mm

La vita dell’utensile è espressa dall’equazione semplificata:

                                       vT 0.1  37
Calcolare la velocità di taglio da impiegare per avere una durata del tagliente di 30 min,
se:
                             a  0.125 mm/giro; p  5 mm
Esercizio N°3
La costante dell’equazione generalizzata che esprime la vita dell’utensile è:
                                  
                     v1  vT 0.1 a 0.75 p 0.3  37  0.250.75  3.80.3  19.53
                       *

Noto v1*, si può calcolare la velocità di taglio nelle condizioni desiderate:
                               *
                           v                 19.53
                   v  0.75 10.3 0.1                      40.8 m/min
                                       0.125  5  30
                                            0.75 0.3  0.1
                      a p T
Puoi anche leggere