Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020 - II Domenica

Pagina creata da Eleonora Furlan
 
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Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020 - II Domenica
Il Signore viene
in mezzo a noi …
andiamogli incontro!
              Sussidio Avvento – Natale 2020
              - II Domenica
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020 - II Domenica
IN ASCOLTO
Per leggere            IN PREGHIERA
Per meditare           Adorazione eucaristica
                       IN ESERCIZIO
Per pregare
In ascolto di noi…     Dal segno ai segni di Carità
                       Il testimone
famiglie e fidanzati
                       Azione di carità
         Genitori      - Last but no least
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020 - II Domenica
In ascolto… di Dio
Lezionario: Is 40,1-5.9-11 Sal 84 2Pt 3,8-14
+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,1-8)
Raddrizzate le vie del Signore.
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il
perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano
battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava
cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non
sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli
vi battezzerà in Spirito Santo».
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020 - II Domenica
Per leggere …
  cosa dice l’evangelista
  Il Vangelo di Marco si apre con il titolo del v. 1 seguito da tre scene:
   - l’annuncio di Giovanni Battista (1, 2-8),
  - il battesimo di Gesù (1, 9-11)
  - le tentazioni nel deserto
  dopo le quali c’è il ristabilimento dell’armonia originaria della creazione (1, 12-13).
                                     Si tratta del prologo di tutto il racconto nel quale si rintraccia il suo
Attraverso i gesti e le parole       programma narrativo scandito dalle tre tappe della vita di Gesù.
Gesù risponde al bisogno di          Nella prima parte del vangelo, che culmina con la professione di Pietro
salvezza che alberga nel
                                     che riconosce Gesù come il Cristo, si sviluppa il tema dell’annuncio della
cuore di ogni uomo.
                                     presenza del Regno di Dio. Attraverso i gesti e le parole Gesù risponde al
  bisogno di salvezza che alberga nel cuore di ogni uomo.
  La seconda parte del racconto evangelico è caratterizzata dalla preparazione del battesimo di “sangue”
  che si compirà quando Gesù, nella sua nudità disarmante, vivrà la passione fino alla sua morte e
  sepoltura. Infine, la terza parte riguarda il “primo giorno della settimana” che inaugura la nuova
  creazione in cui il Risorto, il nuovo Adamo rivestito di una veste bianca, annuncia la risurrezione.
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020 - II Domenica
Per leggere … cosa dice l’evangelista
Nel titolo che l’evangelista dà al suo racconto vi è contenuto il cuore della fede
che noi professiamo. Vangelo è il lieto messaggio che Gesù di Nazaret è il Cristo, il
Figlio che Dio ha risuscitato e nel quale ogni uomo può essere salvato. Prendendo in
prestito dal libro della Genesi la prima parola, «Principio», Marco non vuole solo
precisare che lì inizia il racconto ma vuole dire che tutto ha inizio con il Vangelo.
Vangelo, prima ancora che racconto dei fatti
                                                          È Gesù stesso,
del passato, è Gesù stesso, la bella notizia.
                                                         la bella notizia.
La sua storia annuncia ancora oggi il lieto
messaggio che Dio è più forte del male e della morte.
Il termine principio pone il racconto evangelico tra il passato e il futuro in un
rapporto di novità e continuità.
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020 - II Domenica
Per leggere … cosa dice l’evangelista
                                                           La vicenda di Gesù che culmina
Gesù è subito presentato come il Cristo, il Figlio di Dio, con gli eventi della Pasqua è il
titoli che rimandano alle promesse dei profeti, ma             paradigma della vita del
Marco recisa che l’inizio umile e strada facendo,          discepolo che lo segue sulla via
come un seme che diventa albero, si manifesterà nella               della salvezza.
sua potenza. Essa, tuttavia, non replica quella dei
dominatori di questo mondo, ma è la forza dell’amore che è propria di Dio.
La storia di Gesù si pone in continuità ai due grandi esodi della storia d’Israele,
quello dall’Egitto (Es 23,20s) e quello dall’esilio (Is 40,3).
La vicenda di Gesù che culmina con gli eventi della Pasqua è il paradigma della
vita del discepolo che lo segue sulla via della salvezza.
Essa, passando attraverso il “battesimo di sangue”, giunge alla vita.
Questa è appunto la «via del Signore» preparata da Dio, annunciata dai profeti,
attuata da Gesù.
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Per leggere … cosa dice l’evangelista
Nella letteratura greco latina il termine «Evangelo» indicava l’evento della nascita
dell’erede al trono o la vittoria del re in battaglia. Dunque, è una «bella notizia»
portata dal messaggero e fatta conoscere a tutti. Per l’evangelista il Vangelo non è
solo la parola di Gesù, ma tutta la sua vita che culmina nella passione morte e
risurrezione. Il Vangelo è il racconto che rende viva la parola e la persona di Gesù
Cristo.
«Cristo» e «Figlio di Dio», sono due apposizioni che specificano l’identità di
Gesù che aiutano il lettore ad avere nei confronti del racconto evangelico un
approccio di fede.
                                                                   «Evangelo» l’evento
Sono infatti due titoli che scandiscono l’intero arco narrativo.        della nascita
                                                                   dell’erede al trono o
                                                                    la vittoria del re in
                                                                          battaglia.
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020 - II Domenica
Per leggere … cosa dice l’evangelista
L’iniziale ministero in Galilea sarà contrassegnato dal progressivo riconoscimento di
Gesù come il Messia (8, 29). Segue poi il suo viaggio verso Gerusalemme e il ministero
nella Città santa che culmina con il riconoscimento del centurione come «Figlio di Dio»
(15,39). Siamo dunque difronte al programma del racconto e della vicenda di Gesù
che, attraverso la sua umiltà fino alla sofferenza e alla morte, mostra che Egli è il
Cristo e il Figlio di Dio promesso da Dio mediante i profeti. Gesù non muore per un
ideale ma per noi.
Proprio il servizio per l’uomo, quale offerta    Il vangelo non sarebbe bella notizia se si
della propria vita, lo manifesta come Figlio     fermasse alla morte di Gesù, ma lo diventa
di Dio. Il vangelo non sarebbe bella notizia     con la risurrezione nella quale si manifesta
se si fermasse alla morte di Gesù, ma lo         la vera potenza del Figlio di Dio.
diventa con la risurrezione nella quale si
manifesta la vera potenza del Figlio di Dio. Si tratta della potenza dell’amore che ci
libera dal peccato e ci dona la grazia di diventare anche noi Figli di Dio, con la stessa
forza di amare.
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020 - II Domenica
Per leggere … cosa dice l’evangelista
Chi legge il vangelo impara                 Dopo il titolo, Marco introduce il racconto con un prologo
a leggere la storia di Gesù                 composto di tre scene:
e la sua dall’ottica di Dio                 la prima presenta Giovanni Battista (1, 2-8),
che invia suo figlio per redimerci.         la seconda Gesù (1, 9-15)
                                            e la terza i discepoli (1, 16-20).
 Il vangelo di Marco non si apre, come per Luca e Matteo con la “preistoria di Gesù”, ma con un riferimento
 all’Antico Testamento che risulta essere la cucitura di tre brani biblici: Esodo 23,20, Malachia 3,23 e Isaia
 40,3. In questo modo Marco vuole dire che la storia di Gesù, che è la storia della nostra salvezza, è stata
 preparata da Dio da sempre. Le Scritture annunciano la promessa di Dio che si realizza in Gesù, crocifisso
 e risorto. Chi legge il vangelo impara a leggere la storia di Gesù e la sua dall’ottica di Dio che invia suo figlio
 per redimerci. Il Vangelo proclama che la salvezza non è più solo una speranza ma è una realtà che diventa
 nostra se seguiamo Cristo Gesù. E’ dunque Dio stesso che prepara la via, quella attraverso la quale noi
 possiamo diventare Figli di Dio. I tre riferimenti dell’Antico Testamento che abbiamo citato prima ci
 permettono di identificare Giovanni il Battista, il suo ruolo nei confronti di Gesù e la sua missione. Il Battista
 è il profeta Elia atteso, colui che opera non nei centri di potere ma nel deserto, non parla di sacrifici ma di
 conversione.
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020 - II Domenica
Per leggere … cosa dice l’evangelista

Quello del Battista non è un rito di purificazione come veniva praticato anche in altri ambiti. Ciò che
caratterizza il battesimo d’acqua di Giovanni è la conversione, cioè la scelta di un cambiamento radicale
della propria vita. Tale scelta era resa ufficiale con la confessione dei propri peccati. Raccontare la
propria miseria significa fare spazio alla misericordia di Dio che ci purifica e ci perdona. Giovanni
Battista annuncia l’imminente venuta del «più forte», di colui che battezzando nello Spirito Santo
immergerà nella vita stessa di Dio quanti si accostano a lui.

Giovanni preparando la via al Signore ne anticipa la parola e l’azione. Infatti, il Precursore con la sua vita
povera e sobria, con il suo battesimo e il suo martirio, profetizza il vangelo, ovvero che Gesù con la sua
umiltà, con il suo “Battesimo di sangue” vince la lotta con il nemico e ci offre la corona della vita.

                              Raccontare la propria miseria significa
                               fare spazio alla misericordia di Dio
                                   che ci purifica e ci perdona
Per meditare …
  cosa Dio dice alla mia vita
 L’attesa è viva quando coincide con il desiderio, non di avere qualcosa, ma di essere o diventare
 liberi. Tale anelito rende l’attesa dinamica, attiva e non passiva e rinunciataria. La libertà
 desiderata è la speranza di rinascere, di ricominciare dopo aver sperimentato sulla propria pelle
 una qualche forma di morte e aver preso consapevolezza di non potercela fare da soli. Dio
 intercetta il bisogno di riscatto e, attraverso i profeti che annunciano il vangelo, fa giungere la
 consolazione. Mediante i suoi messaggeri il Signore ci chiama e attende una nostra risposta.
L’attesa è viva quando coincide                    Il battesimo nell’acqua segna un nuovo inizio che
con il desiderio, non di avere qualcosa,           mette in moto la conversione, cioè il
ma di essere o diventare liberi.                   cambiamento interiore.
                                                   Il Battista è il consolatore di cui parla Isaia
 perché annuncia la venuta di Gesù, Cristo figlio di Dio. Egli non raccoglie semplicemente la
 speranza di libertà ma ci propone di seguirlo sulla via della croce per realizzarla risorgendo
 insieme con Lui.
Per meditare … cosa Dio dice alla mia vita
Credere in Lui significa rispondere al suo appello a seguirlo.
Con Gesù facciamo un bagno di umiltà immergendoci nelle acque della                   Giovanni
Miseria umana per toccare il fondo. È lì che, come Gesù, ci riconosciamo              è il modello del
fratelli bisognosi tutti di redenzione e ci poniamo nei confronti degli               discepolo
altri come servi e accompagnatori.                                                    umile e fedele
Giovanni è il modello del discepolo umile e fedele che compie tutti i servigi
al suo maestro, anche i più umili. Tuttavia, il Battista davanti a Gesù si considera ancora più
indegno di un utile servo, molto più piccolo di un semplice discepolo. Egli si pone all’ultimo posto
prefigurando in maniera inconsapevole che Gesù, attraverso il «battesimo di sangue» sceglierà
quell’ultimo posto per offrire ad ogni uomo la possibilità di rinascere. Dalle acque del Giordano si
usciva confermati nella decisione di cambiare vita, dal «battesimo dello Spirito» si viene fuori
trasformati. Con Gesù il deserto, luogo di morte e solitudine, della diffidenza e della rabbia, delle
mormorazioni e dei tradimenti, delle paure e delle ribellioni diventa grembo fecondo e spazio
della rinascita, della riconciliazione e dell’alleanza, della vita e dell’intimità, scuola di sapienza e
mensa fraterna.
Per meditare … cosa Dio dice alla mia vita

Giovanni Battista è come Mosè che nel deserto ha accolto e guidato Israele alla libertà. In
Egitto prima, e nei quarant’anni nel deserto dopo, il popolo eletto tante volte aveva toccato il
fondo della miseria ma, confessando i propri peccati, aveva sempre incontrato la
misericordia di Dio. Egli in ogni momento ne ha avuto compassione e si è preso cura di
Israele conducendolo fino al fiume Giordano, spartiacque tra il vecchio e il nuovo, tra la
morte e la vita, la schiavitù o la libertà. Il sacramento della riconciliazione, chiamato anche
secondo battesimo, ci riporta idealmente al fiume Giordano e lì, sulla soglia, decidere da che
parte stare, se seguire Gesù per lasciarci trasformare in terra promessa o tornare indietro e
rimanere nel nostro deserto di solitudine.

               L’inizio del vangelo di Marco ci invita a considerarci sulla soglia
  e a decidere se prendere la mano di Dio e camminare con Lui o chiudergli la porta del cuore e
   rimanere nel deserto in compagnia delle nostre attese destinate a non diventare mai realtà.
Per pregare …                                                  Tu disceso tra noi, Signore,
                                                                                    perfezione e bontà infinita
                     quello che dico a Dio                                          altro e oltre l’umano
                                       Signore, ecco Giovanni, profeta di strada,   entri in relazione con noi
                                       nelle periferie dello scarto                 vivi la nostra natura
                                       non degno di slacciare i sandali             riempi i vuoti del cuore
                                       di te, uomo, per sempre con noi.             accendi il fuoco della speranza.
Da Gerusalemme ci inviti, Signore,
                                       Noi, tua Sposa bisognosa d’amore,
a scendere nel deserto
                                       rialziamo la testa
dove l’acqua della vita scorre
                                       ormai lontani dai molti peccati.
silenziosa e lenta
mentre la voce del tuo profeta
                                       Gridano i profeti oggi, Signore,
grida di un esodo nuovo
                                       lungo le strade percorse
per un lavacro di conversione.
                                       nei deserti di questi giorni
                                       nelle ansie e attese dense di speranza
Lungo le rive della rinascita, Gesù,
                                       e ci destano a vita nuova
anche tu confuso tra la gente
                                       incontro a te, fonte di vita,
ascolti la voce
                                       luce verso la Patria del cielo.
di una novella creazione
che annuncia il venire di Dio
nel mistero svelato
e desta cuori sopiti.
In ascolto … di noi - genitori e fidanzati

Per la riflessione
Il brano evangelico invita a concentrarci sulla esperienza del rinnovamento, della
rinascita insiti in ogni Inizio. Certo, a volte la novità è attesa con gioia e
trepidazione, altre volte con timore e angoscia, sentimenti contrastanti che
testimoniano, esprimono la nostra ambivalenza verso il nuovo che si annuncia.
Anche al mattino sono presenti tali sentimenti, nutriti anche da silenziose domande
su noi stessi e sulla nostra capacità di poter affrontare quanto ci riserva il nuovo che
avanza.
In ascolto … di noi - genitori e fidanzati
La bella poesia, così come il brano biblico che seguono possono supportare la fiducia:

                                         Salmo 139, 1-6/13-16                               Sei tu che hai formato le mie reni,
                                                                                            che mi hai intessuto
Il più bello dei mari
                                         SIGNORE, tu mi hai esaminato e mi conosci.         nel seno di mia madre.
                                         Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo,           Io ti celebrerò,
Il più bello dei mari                    tu comprendi da lontano il mio pensiero.           perché sono stato fatto
è quello che non navigammo.              Tu mi scruti quando cammino                        in modo stupendo.
Il più bello dei nostri figli            e quando riposo,                                   Meravigliose sono le tue opere,
non è ancora cresciuto.                  e conosci a fondo tutte le mie vie.                e l’anima mia lo sa molto bene.
I più belli dei nostri giorni            Poiché la parola                                   Le mie ossa non ti erano nascoste,
non li abbiamo ancora vissuti            non è ancora sulla mia lingua,                     quando fui formato in segreto
e quello che vorrei dirti di più bello   che tu, SIGNORE, già la conosci appieno.           e intessuto
non te l’ho ancora detto.                Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle,   nelle profondità della terra.
       (N. Hikmet in Poesie d’amore,     e poni la tua mano su di me.                       I tuoi occhi videro la massa
                      ed. Mondadori )    La conoscenza che hai di me è meravigliosa,        informe del mio corpo
                                         troppo alta perché io possa arrivarci.             e nel tuo libro erano tutti scritti
                                                                                            i giorni che mi eran destinati,
                                                                                            quando nessuno d’essi
                                                                                            era sorto ancora.
In ascolto … di noi - genitori e fidanzati

                    Attività
                    L’amore maturo rende migliori, perché, lo
                    sguardo dell’amato, sa mettere in luce le
                    qualità di cui ciascuno e ricco e le fa
                    affiorare. Guardatevi vicendevolmente per
                    riscoprire i pregi dell’altro, anche quando
                    l’abitudine ve li cela. Potete con semplicità
                    farvi il dono di riconoscervi. Quali doti
                    scorgete nel vostro/a compagno/a di vita?
                    Vi impegnate perché emergano sempre più
                    arricchendo la nostra coppia? Come?
In Ascolto di noi… (genitori)

Bambini e genitori: Le promesse mancate del troppo amore
Il genitore, per troppo amore, può cadere in queste trappole:
 - Iper-proteggere: "dimmi cosa ti manca e te lo procuro io, "faccio tutto per te perché ti amo" ma anche
perché "so forse che da solo non ce la faresti..." dentro il miele, il veleno. Una squalifica sottile si insinua nel
mio messaggio d'amore. Ogni successo ottenuto dal figlio è un successo del genitore, come ogni insuccesso
del figlio è vissuto come un fallimento del genitore.
 - Essere eccessivamente democratico: siamo amici, alla pari, non ci devono essere conflitti tra noi", si deve
salvaguardare a tutti i costi la pace in famiglia…Come conseguenza può succedere che i figli diventino a
poco a poco "piccoli tiranni" e i genitori loro " sudditi".
 - Essere volto al più totale sacrificio: la vita è una catena di doveri e di sacrifici. Il piacere più grande per il
genitore è il piacere che provano i figli. La conseguenza di tale totalizzante "altruismo", che dà senza che
venga richiesto, "è la reazione di un altrettanto totalizzante" egoismo del figlio" che usufruisce dei benefici
derivante dai sacrifici del genitore. "Mi devi restituire un giorno tutti i sacrifici che sto facendo ora per te: si
crea l'attesa che i figli un giorno dovranno ricompensare per tutto ciò che stanno facendo per loro. Ma
questa aspettativa viene solitamente delusa, generando nel genitore sensazioni di rancore, di rabbia e di
subire ingratitudine.
Come diventare un genitore efficace, come aiutare il figlio a percorrere le tante strade che lo porteranno a
costruirsi autostima e autoefficacia?
Non cercare di cambiare te stesso o tuo figlio è la relazione che deve cambiare!
In ascolto … di noi – genitori
TENTATIVI DI DIALOGO
Spesso ti rivolgi a tuo figlio utilizzando parole ed espressioni che ti
fanno ottenere l’effetto contrario di quello “sperato”. Lo so, è molto
frustrante, ma stai sereno: c’è una soluzione.
Perché accade?
Ti dimentichi che i figli hanno un loro modo, personale ed adeguato
alla loro fase di crescita, di capire ed interpretare quanto viene detto
loro. Anche se i tuoi propositi sono buoni, i termini che utilizzi
appartengono al mondo emotivo e cognitivo degli adulti, che spesso i
bambini non comprendono. Il linguaggio degli adulti è molto diverso
da quello dei bimbi e tu puoi facilmente imparare queste differenze per
praticarle e allenare una nuova comunicazione.
In ascolto … di noi – genitori
La frase che spesso ripeti è:
“Ma in che lingua parlo? Perchè non capisci quello che dico?”. Effettivamente è così: i
bambini hanno il loro linguaggio inteso non come insieme di segni e simboli (uguali ai
nostri) ma come insieme di codici che permette di decifrare ciò che viene richiesto loro.
Oltre alla terminologia che utilizziamo, quello che può fare la differenza nella giusta
comunicazione è la capacità di trasmettere il messaggio nel momento giusto, con i toni e
con i tempi consoni al loro piccolo fantastico mondo. Questi sono elementi importanti
ed imprescindibili da considerare.
Più parli in un momento di serenità, con calma e con il viso rilassato, in modo semplice e
diretto, e più tuo figlio ti comprenderà: non c’è vita senza comunicazione.
Il linguaggio è uno strumento vitale per tutti gli esseri umani. Più i bimbi sono piccoli
più dovrai utilizzare un linguaggio concreto, semplice, pratico, fatto di ‘immagini’ che
loro possono capire e comprendere immediatamente. Oltre a questo primo elemento da
considerare, un altro molto importante per comprendere la loro “riluttanza” all’ascolto è
la “scala dei bisogni”.
In ascolto … di noi – genitori
Come comportarti se tuo figlio è capriccioso?
Ecco un esempio di vita pratica.
Tuo figlio rientra a casa da scuola: «Com’è andata oggi? Cos’hai fatto? Tutto ok con i
compagni? E le insegnanti?»
Il più delle volte la reazione si concretizza in uno sbiascicato: «Sì sì...tutto bene!» che in
realtà nasconde quasi 6 ore di vita, di emozioni, di relazioni, di tuo figlio.
Possibile che ci sia solo un «Sì, si...tutto bene!»?
La tua frustrazione nel sentirti escluso dalla sua vita fa poi il resto: «Ma possibile che non
mi racconti mai nulla, non fai nulla? Con te non si può parlare!»
Purtroppo queste frasi vengono quasi sempre urlate o comunque pronunciate con toni
per nulla amichevoli e accoglienti. E così addio dialogo efficace. Addio comunicazione.
Quando un bambino rientra in casa, prima di lanciarti in interrogatori e domande, prova
a chiederti: «Che cosa prova? Come si sente in questo momento?» Accoglilo con un
abbraccio e un bacio, digli che è bello rivederlo, e per favorire il dialogo inizia a parlare di
te e di qualcosa che ti è capitato durante la giornata. Sentendo la tua disponibilità si
aprirà da solo. Raccontarsi per primi, significa aprirsi per essere da esempio al dialogo.
Quindi non ‘chiedere’ un dialogo ma realizzalo per farti imitare.
In ascolto … di noi – genitori

Allenati costantemente verso una comunicazione positiva.
Genitori e figli devono abituarsi a parlare in positivo se vogliono una qualità di vita
migliore e risultati eccellenti in ogni area della vita.
Questo significa di scegliere di:
1-parlare più di ciò che si vuole piuttosto che di ciò che si vuole evitare
2-parlare più di soluzioni piuttosto che di problemi
3-parlare più di possibilità piuttosto che di limiti
4-parlare più di capacità piuttosto che di difetti
5-parlare più di amore piuttosto che di paure.
Questa scelta crea una atmosfera emotiva molto positiva e proattiva da cui i figli
traggono grande energia e sviluppano per imitazione un comportamento e un
atteggiamento efficace, fondamentale per tutta la vita.
Ogni bambino nasce con infinite potenzialità che si sviluppano e diventano abitudini
solo se allenate con costanza. Altrimenti si perdono sotto i divieti, i limiti, i rimproveri. E
diventano limiti non più risorse.
In ascolto … di noi – genitori

Pillole di saggezza strategica:
- agisci piuttosto che spiegare
- ascolta piuttosto che parlare
- accogli i sentimenti di dolore e di rabbia piuttosto che ridurli o minimizzarli
- collega le regole che dai ai valori in cui credi
- diminuisci il numero delle regole e falle rispettare
- non compensare le tue ferite con le loro risorse
- non annullare le diversità, ma incentivale
- dai a lui la responsabilità e il coraggio di scegliere.
- utilizza la fantasia per capire meglio la realtà e non per scappare da essa.
- ammetti e riconosci apertamente i tuoi sbagli.
Annuncio: Dio Padre annuncia e promette la venuta del
                                       Signore, suo Figlio, e quella di un messaggero che lo precede
                                       per aprirgli la strada perché raggiunga il cuore di ciascun
                                       uomo. Giovanni Battista annuncia, conferma e inizia a
                                       compiere la promessa di Dio: «Viene colui che è più forte di me,
         IN PREGHIERA                  vi battezzerà in Spirito Santo.
                                       Il Vangelo è consolazione di Dio. Gesù è il promesso, l’atteso e
Si consiglia di scrivere in un punto   al tempo stesso è colui che realizza la promessa di Dio.
visibile della casa, a esempio tra     Dio ci viene incontro sulla via nel deserto, luogo in cui non si
le calamite del frigorifero: la        può stazionare, ma bisogna sempre camminare. È il luogo della
Parola della II Domenica di            conversione intesa come progressione e non regressione,
Avvento: EVANGELO                      trasformazione e nuova creazione. Nel deserto Dio s’inoltra
                                       nella nostra storia perché noi possiamo inoltrarci nella sua
Si pongano come segno per              vita. Inoltrare è altro nome di battezzare. Il battista ci aiuta ad
questo momento di preghiera            entrare in noi stessi e confessare i peccati per liberarci delle
due      vasetti     contenenti        zavorre. Gesù ci guida nel confessare la nostra fede facendoci
dell’olio e del vino, il primo         immergere nell’amore di Dio, c’inserisce nella comunione della
segno di consolazione, il secondo      Trinità, ci fa entrare nella vita guidata dallo Spirito Santo e non
di speranza.                           dalle passioni della carne.
Parole               chiave:
Nel nome del Padre, del Figlio
                                                                      «Inizio/origine/sorgente/c
e dello Spirito Santo.
                                                                      uore», «Vangelo di Gesù»;
                                                                      «Battesimo               con
La mamma: Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro
                                                                      acqua/battesimo in Spirito
Dio – Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua
                                                                      Santo», «Voce che grida nel
tribolazione è compiuta. Alza la tua voce con forza,
                                                                      deserto»,     «Conversione,
tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non
                                                                      perdono      dei    peccati,
temere; annuncia alle città di Giuda: Ecco il vostro Dio!
                                                                      confessando i peccati»
Il papà: Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi:
davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni     L’atteggiamento richiesto è
come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua      l’ascolto della voce di Dio che
promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è         promette; bisogna seguire la
magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma          voce nel «deserto» dove
che tutti abbiano modo di pentirsi.                                  inoltrarci per scoprire l’origine
                                                                     di ogni cosa, il cuore della vita,
Un figlio: Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come   la sorgente dell’amore.
sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio    Convertirsi significa progredire
messaggero: egli preparerà la tua via.                               verso l’oltre e incontro all’altro.
La mamma unge con olio e vino la fronte e le mani
di ciascun membro della famiglia, così come
qualcuno lo farà per lei. Precede il gesto con queste
parole:
La gioia del Vangelo e la consolazione dell’attesa
di Cristo ci sono care in questo momento così
duro e triste per l’intera famiglia umana. Siamo        Il papà
tribolati da ogni parte, ma non schiacciati, l’olio     O Dio, Padre di ogni consolazione,
con cui vi ungo ci ricorda che siamo stati              che agli uomini pellegrini nel
battezzati ma che di esso non possiamo farne a          tempo hai promesso terra e cieli
meno per dare sapore al nostro cibo. Il vino            nuovi, parla oggi al cuore del tuo
rallegra e da’ gioia. Ci ricorda che sulla Mensa        popolo, perché in purezza di fede e
diventa Sangue di Cristo e che non può mancare          santità di vita possa camminare
per completare la mensa della famiglia. L’olio          verso il giorno in cui manifesterai
della consolazione e il vino della speranza per         pienamente la gloria del tuo nome.
camminare con coraggio!                                 Per Cristo nostro Signore. Amen.
Schema di Adorazione eucaristica

                               Preghiamo Gesù Eucaristia

Preghiamo con la Parola di Dio
+ Dal Vangelo secondo Marco
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco,
dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida
nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che
battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei
peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di
Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro
peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai
fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui
che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io
vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo.
Preghiamo con la Parola del Papa
Ecco l’opera dello Spirito nella Chiesa: ricordare Gesù. Gesù stesso lo ha detto: Lui vi
insegnerà e vi ricorderà. La missione è ricordare Gesù, ma non come un esercizio
mnemonico. I cristiani, camminando sui sentieri della missione, ricordano Gesù
mentre lo rendono nuovamente presente; e da Lui, dal suo Spirito, ricevono la “spinta” per
andare, per annunciare, per servire. Nella preghiera il cristiano si immerge nel mistero di Dio,
che ama ogni uomo, quel Dio che desidera che il Vangelo sia predicato a tutti. Dio è Dio per tutti,
e in Gesù ogni muro di separazione è definitivamente crollato: come dice san Paolo, Lui è la
nostra pace, cioè «colui che di due ha fatto una cosa sola». Gesù ha fatto l’unità. Dio dona amore,
Dio chiede amore. È questa la radice mistica di tutta la vita credente. Lo Spirito anima ogni cosa.
E ogni cristiano che non ha paura di dedicare tempo alla preghiera può fare proprie le parole
dell’apostolo Paolo: «Questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi
ha amato e ha consegnato se stesso per me». Solo nel silenzio dell’adorazione si sperimenta
tutta la verità di queste parole. Dobbiamo riprendere il senso dell’adorazione. Adorare, adorare
Dio, adorare Gesù, adorare lo Spirito. Il Padre, il Figlio e lo Spirito:
adorare. In silenzio. La preghiera dell’adorazione è la preghiera che ci fa
riconoscere Dio come inizio e fine di tutta la storia. E questa preghiera
è il fuoco vivo dello Spirito che dà forza alla testimonianza e alla missione
 (Catechesi sulla preghiera-udienza 26 novembre 2020).
Preghiamo con la parola del nostro Arcivescovo
Carissimi, anche quest’anno ci prepariamo a celebrare il “tempo di Avvento” per vivere l’attesa
della venuta di Gesù. L’attesa è particolarmente diversa a causa di questo lungo e prolungato
tempo di incertezza, di paura, di morte che la pandemia sta seminando nel mondo intero. E’
l’attesa di chi sa che senza Dio, nonostante si rimanga immuni o si guarisca, l’esistenza perde
senso, i rapporti umani si spezzano, le distinzioni si accentuano, il bene comune lascia il posto a
forme di egoismo e personalismi che escludono gli altri. Questo tempo di Avvento giunge in un
momento in cui: tutti possiamo respirare l’ossigeno di un nuovo messaggio intriso di purezza
e novità che elimina ogni fatica: Dio con noi; tutti possiamo ritrovare il gusto del sapore della
vita, spesso disprezzata, non accolta, spezzata, denigrata, sfruttata e usata come merce di
scambio; tutti possiamo sentire il calore divino che ci offre la consapevolezza di poter tendere
la mano senza paura di essere contagiati o di essere untori; tutti possiamo sentire la forza
della vita che rinvigorisce un corpo guarito, carne che si fa carne nella carne dell’umanità (…).
In questo tempo di Avvento siamo sollecitati, come credenti, a riscoprire la
bellezza della preghiera, a meditare la Parola di Dio, a fare gesti di solidarietà.
“Prendi il largo e gettate le vostre reti” (Lc 5,4), è l’invito che ancora una volta
Gesù fa ad ognuno di noi (stanchi, delusi, paurosi, arrabbiati, carichi di dolore)
per tornare a godere dell’abbondanza di valori che ci hanno forgiati e formati.
Con questa speranza, che diventa certezza, mi faccio vostro compagno di viaggio ed entro nel
Presepe di tutte le vostre case per condividere ogni attimo, ogni gioia, ogni dolore, mentre
innalzo le mani al cielo e, con la l’aiuto di Maria, Vergine e Madre e di S. Giuseppe, invoco su
tutti voi la benedizione di Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo.
                                                                                  ✠ Don Pino

Il mondo è in stato di parto: laddove tutti vedono sempre le solite cose, c'è chi ha
occhi così buoni da intravedere cose tutte nuove. Dentro questo mondo, c'è tutto
un altro mondo, un mondo in corso d'opera: che s'accorga che la speranza è
sempre incinta; dal vecchio partorisce il nuovo, prende il nuovo e lo fa risplendere.
Senti che forza se ne sta nascosta in questo preludio: «Inizio del Vangelo di Gesù,
Cristo, Figlio di Dio». Quasi fosse un punto e a capo: il passato è passato, ora è
tempo di voltar pagina (don Marco Pozza).
In esercizio                                                                          Per il dialogo di coppia: sfogliando
                                                                                      l’album dei ricordi del giorno del
                                                                                                                                    Segno: Candela del Battesimo
                                                                                                                                      Ricordare       il      nostro
Cero acceso                                                                           battesimo dei componenti della famiglia
La famiglia si riunisce intorno ad un cero                                            (suoni, colori, sensazioni).                    Battesimo ci aiuta a
acceso segno di preghiera e condivisione                                              Qual è nel nostro rapporto di coppia il         dimenticare l’uomo vecchio
per tutto il periodo di Avvento e di Natale.
-----------------------------------------------------------------------------------   luogo di ascolto che ci permette un             per far rinascere l’uomo
“La chiamata alla conversione                                                         “cammino” per un incontro vero tra noi?         nuovo, ricreato in Gesù, vera
[…] la nostra adesione al                                                             Quale quello spazio di amore in cui             Luce del mondo, che
Signore non può ridursi ad uno                                                        guardarci negli occhi e superare le             illumina i nostri passi
sforzo personale, deve invece                                                         incomprensioni, i silenzi, le ferite per        guidandoci a perseverare
esprimersi in un’apertura                                                             risalire    alla    Sorgente  dell’Amore        sulla strada della fede.
fiduciosa del cuore e della                                                           misericordioso del Padre?                       Nel momento di preghiera la
mente per accogliere la Buona                                                         Troviamo un momento per chiederci               candela del Battesimo viene
Notizia di Gesù, il Vangelo, che                                                      perdono in famiglia per le offese che ci
                                                                                                                                      passata da un componente
cambia il mondo e i cuori!                                                            siamo procurati.
Siamo chiamati, pertanto, a                                                                                                           della famiglia all’altro a
fidarci della Parola di Cristo, ad                                                    Per i ragazzi: quale può essere il              simboleggiare l’impegno ad
aprirci alla misericordia del                                                         “deserto” da creare in questo periodo di        alimentare la fiamma della
Padre e lasciarci trasformare                                                         Avvento, in cui fare spazio alla vita nella     grazia battesimale.
dalla grazia dello Spirito                                                            nostra famiglia?                                La sera si potranno rivedere
Santo.”     (Papa     Francesco,                                                      Esercizio: mettere ordine in casa               i video del giorno del
Angelus 26/01/2020)                                                                   (ritrovare l’essenziale, riscoprendo uno        Battesimo.
                                                                                      stile di sobrietà)
Dal Segno ai segni di Carità
Premessa
La Caritas Diocesana proporrà per le quattro domeniche di
Avvento, un percorso di animazione alla carità inteso come
cammino di riflessione, conoscenza e azione teso a preparare la
comunità al 50° Anniversario di Caritas Italiana che si celebrerà
il prossimo anno, precisamente, il 2 luglio 2021 essendo, Caritas
Italiana, stata istituita da Paolo VI il 2 luglio 1971.
Nel 1951 Nervo istituisce la Scuola superiore di servizio
TESTIMONE: Mons. Giovanni Nervo                             sociale di Padova e la dirige fino al 1970. Nel 1964
(Primo presidente e direttore di Caritas Italiana)
                                                            promuove la Fondazione “Emanuela Zancan”, un centro
Mons. Giovanni Nervo nasce a Casalpusterlengo
                                                            studi, ricerca, formazione e sperimentazione sui temi
(Lodi) il 13 dicembre 1918.
                                                            della sanità, del welfare e dell’educazione, della quale è
La sua storia inizia su un treno: quello che nel 1919
                                                            prima presidente (fino al 1996) e poi presidente
porta un bambino appena nato dal Lodigiano, dove la
                                                            onorario. Nel 1971, su incarico della Conferenza
famiglia era sfollata a causa della guerra, a Solagna,
                                                            episcopale italiana, costituisce Caritas Italiana, frutto
città d’origine dei genitori. Don Giovanni amava
                                                            del Concilio Vaticano II e incarnazione della scelta
ricordare quella nascita “da profugo”. Viene ordinato
                                                            preferenziale della Chiesa per i poveri, che dirige in
sacerdote nel 1941. Nel 1945, un altro treno compare
                                                            qualità di presidente e poi vicepresidente fino al 1986.
nella vita di don Giovani: è quello che stavolta porta il
giovane don Nervo a Padova. Sulle montagne ha
                                                            Sotto la sua presidenza, l’organismo pastorale della Cei
incontrato      partigiani    e      giovani     sfuggiti
                                                            si dota di uno statuto e si comincia ad organizzare a
all’arruolamento, facendo la spola per portare ordini e
                                                            livello nazionale e diocesano. Tra gli avvenimenti
informazioni. È rischioso, lui lo sa, ma intanto ha
                                                            vissuta in prima linea, l’emergenza seguita al terremoto
trasformato il collegio vescovile Barbarigo – dove
                                                            in Friuli (1976), in Campania e Basilicata (1980) e, sul
risiede e insegna – in una
                                                            piano internazionale, l’impegno per i profughi
stamperia clandestina e un
                                                            vietnamiti a fine anni ’70. Nel 1996 riceve la laurea ad
centro della Resistenza a Padova.
                                                            honorem in Economia dall’Università di Udine e nel
Dal 1943 al 1945 l’esperienza
                                                            2003 in Scienze dell’educazione dall’Università di
della Resistenza è pregnante
                                                            Padova.
nella sua vita.
Nervo è autore di numerosi articoli e
pubblicazioni sui temi delle politiche sociali, della
carità e del volontariato.
Tra i suoi libri più recenti ricordiamo “Non lo
riconobbero. Il Vangelo in un mondo che cambia”
(EDB, 2003) e “Ha un futuro il volontariato?”
(EDB, 2007). Le Edizioni Messaggero di Padova,
dal 2008, stanno pubblicando una selezione dei
suoi interventi di carattere più educativo a            Una figura affascinante e incarnazione vera del
partire dai temi della pace, giustizia, solidarietà e   Vangelo. Tiziano Vecchiato, presidente della
povertà.                                                Fondazione Zancan, così scrive di lui: «Ha
                                                        rischiato la vita per aiutare i giovani ad amare la
                                                        liberta durante la guerra. Ha gestito tanta
                                                        ricchezza per aiutare i poveri, senza tenere niente
                                                        per sé . Ha resistito alle tentazioni del potere e del
                                                        prestigio. Ha dialogato con i potenti senza
                                                        diventare come loro. Ha proposto agli amici di
                                                        diventare amici di tutti per costruire un mondo
                                                        piu giusto. È stato umiliato mentre difendeva gli
                                                        umili. Ha preferito la ricchezza dei poveri: per lui
                                                        era la cosa più bella e preziosa».
OPERA SEGNO DELLA CARITAS DIOCESANA:
SISTEMA DI ACCOGLIENZA

               RACCOLTA ECCEDENZE ALIMENTARI
               Dispensa Cibus
               Viale Carlo Levi, 2
               Caritas Diocesana e Ass. Cittadini Solidali
               Per info: Caritas Diocesana tel. 0835/330060
AZIONE DI CARITA’

  Per attuare la funzione educativa nell’ottica della “pedagogia dei fatti”, ovvero,
  partire dai problemi e dalle sofferenze delle persone per aiutare tutta la comunità
  a costruire risposte di solidarietà nella dimensione della partecipazione e della
  corresponsabilità e per tradurre la risposta al bisogno in un’esperienza di
  educazione, la Caritas Diocesana, in collaborazione con altre realtà del territorio,
  in primis l’Ass. Cittadini Solidali, ha realizzato un progetto di recupero delle
  eccedenze alimentari. L’obiettivo del progetto è quello di “convertire” (secondo
  l’etimologia della parola, “rivolgere, dirigere, cambiare”), la comunità a nuovi stili
  di vita e far passare il messaggio che il cibo non si butta. Non si butta perché è un
  problema etico, economico, sociale e ambientale.

                           AZIONE DI CARITA’:
  .                        Promuovere il progetto di raccolta delle eccedenze presso
                           gli esercizi commerciali di propria conoscenza e invitarli a
                           contattare la Caritas per entrare nella rete.
last but not least
                     per partecipare al gioco
                     clicca sull’icona e digita il
                     codice 06429434

E i giovani cosa
pensano?
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