Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020 - II Domenica
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IN ASCOLTO Per leggere IN PREGHIERA Per meditare Adorazione eucaristica IN ESERCIZIO Per pregare In ascolto di noi… Dal segno ai segni di Carità Il testimone famiglie e fidanzati Azione di carità Genitori - Last but no least
In ascolto… di Dio Lezionario: Is 40,1-5.9-11 Sal 84 2Pt 3,8-14 + Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,1-8) Raddrizzate le vie del Signore. Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Per leggere … cosa dice l’evangelista Il Vangelo di Marco si apre con il titolo del v. 1 seguito da tre scene: - l’annuncio di Giovanni Battista (1, 2-8), - il battesimo di Gesù (1, 9-11) - le tentazioni nel deserto dopo le quali c’è il ristabilimento dell’armonia originaria della creazione (1, 12-13). Si tratta del prologo di tutto il racconto nel quale si rintraccia il suo Attraverso i gesti e le parole programma narrativo scandito dalle tre tappe della vita di Gesù. Gesù risponde al bisogno di Nella prima parte del vangelo, che culmina con la professione di Pietro salvezza che alberga nel che riconosce Gesù come il Cristo, si sviluppa il tema dell’annuncio della cuore di ogni uomo. presenza del Regno di Dio. Attraverso i gesti e le parole Gesù risponde al bisogno di salvezza che alberga nel cuore di ogni uomo. La seconda parte del racconto evangelico è caratterizzata dalla preparazione del battesimo di “sangue” che si compirà quando Gesù, nella sua nudità disarmante, vivrà la passione fino alla sua morte e sepoltura. Infine, la terza parte riguarda il “primo giorno della settimana” che inaugura la nuova creazione in cui il Risorto, il nuovo Adamo rivestito di una veste bianca, annuncia la risurrezione.
Per leggere … cosa dice l’evangelista Nel titolo che l’evangelista dà al suo racconto vi è contenuto il cuore della fede che noi professiamo. Vangelo è il lieto messaggio che Gesù di Nazaret è il Cristo, il Figlio che Dio ha risuscitato e nel quale ogni uomo può essere salvato. Prendendo in prestito dal libro della Genesi la prima parola, «Principio», Marco non vuole solo precisare che lì inizia il racconto ma vuole dire che tutto ha inizio con il Vangelo. Vangelo, prima ancora che racconto dei fatti È Gesù stesso, del passato, è Gesù stesso, la bella notizia. la bella notizia. La sua storia annuncia ancora oggi il lieto messaggio che Dio è più forte del male e della morte. Il termine principio pone il racconto evangelico tra il passato e il futuro in un rapporto di novità e continuità.
Per leggere … cosa dice l’evangelista La vicenda di Gesù che culmina Gesù è subito presentato come il Cristo, il Figlio di Dio, con gli eventi della Pasqua è il titoli che rimandano alle promesse dei profeti, ma paradigma della vita del Marco recisa che l’inizio umile e strada facendo, discepolo che lo segue sulla via come un seme che diventa albero, si manifesterà nella della salvezza. sua potenza. Essa, tuttavia, non replica quella dei dominatori di questo mondo, ma è la forza dell’amore che è propria di Dio. La storia di Gesù si pone in continuità ai due grandi esodi della storia d’Israele, quello dall’Egitto (Es 23,20s) e quello dall’esilio (Is 40,3). La vicenda di Gesù che culmina con gli eventi della Pasqua è il paradigma della vita del discepolo che lo segue sulla via della salvezza. Essa, passando attraverso il “battesimo di sangue”, giunge alla vita. Questa è appunto la «via del Signore» preparata da Dio, annunciata dai profeti, attuata da Gesù.
Per leggere … cosa dice l’evangelista Nella letteratura greco latina il termine «Evangelo» indicava l’evento della nascita dell’erede al trono o la vittoria del re in battaglia. Dunque, è una «bella notizia» portata dal messaggero e fatta conoscere a tutti. Per l’evangelista il Vangelo non è solo la parola di Gesù, ma tutta la sua vita che culmina nella passione morte e risurrezione. Il Vangelo è il racconto che rende viva la parola e la persona di Gesù Cristo. «Cristo» e «Figlio di Dio», sono due apposizioni che specificano l’identità di Gesù che aiutano il lettore ad avere nei confronti del racconto evangelico un approccio di fede. «Evangelo» l’evento Sono infatti due titoli che scandiscono l’intero arco narrativo. della nascita dell’erede al trono o la vittoria del re in battaglia.
Per leggere … cosa dice l’evangelista L’iniziale ministero in Galilea sarà contrassegnato dal progressivo riconoscimento di Gesù come il Messia (8, 29). Segue poi il suo viaggio verso Gerusalemme e il ministero nella Città santa che culmina con il riconoscimento del centurione come «Figlio di Dio» (15,39). Siamo dunque difronte al programma del racconto e della vicenda di Gesù che, attraverso la sua umiltà fino alla sofferenza e alla morte, mostra che Egli è il Cristo e il Figlio di Dio promesso da Dio mediante i profeti. Gesù non muore per un ideale ma per noi. Proprio il servizio per l’uomo, quale offerta Il vangelo non sarebbe bella notizia se si della propria vita, lo manifesta come Figlio fermasse alla morte di Gesù, ma lo diventa di Dio. Il vangelo non sarebbe bella notizia con la risurrezione nella quale si manifesta se si fermasse alla morte di Gesù, ma lo la vera potenza del Figlio di Dio. diventa con la risurrezione nella quale si manifesta la vera potenza del Figlio di Dio. Si tratta della potenza dell’amore che ci libera dal peccato e ci dona la grazia di diventare anche noi Figli di Dio, con la stessa forza di amare.
Per leggere … cosa dice l’evangelista Chi legge il vangelo impara Dopo il titolo, Marco introduce il racconto con un prologo a leggere la storia di Gesù composto di tre scene: e la sua dall’ottica di Dio la prima presenta Giovanni Battista (1, 2-8), che invia suo figlio per redimerci. la seconda Gesù (1, 9-15) e la terza i discepoli (1, 16-20). Il vangelo di Marco non si apre, come per Luca e Matteo con la “preistoria di Gesù”, ma con un riferimento all’Antico Testamento che risulta essere la cucitura di tre brani biblici: Esodo 23,20, Malachia 3,23 e Isaia 40,3. In questo modo Marco vuole dire che la storia di Gesù, che è la storia della nostra salvezza, è stata preparata da Dio da sempre. Le Scritture annunciano la promessa di Dio che si realizza in Gesù, crocifisso e risorto. Chi legge il vangelo impara a leggere la storia di Gesù e la sua dall’ottica di Dio che invia suo figlio per redimerci. Il Vangelo proclama che la salvezza non è più solo una speranza ma è una realtà che diventa nostra se seguiamo Cristo Gesù. E’ dunque Dio stesso che prepara la via, quella attraverso la quale noi possiamo diventare Figli di Dio. I tre riferimenti dell’Antico Testamento che abbiamo citato prima ci permettono di identificare Giovanni il Battista, il suo ruolo nei confronti di Gesù e la sua missione. Il Battista è il profeta Elia atteso, colui che opera non nei centri di potere ma nel deserto, non parla di sacrifici ma di conversione.
Per leggere … cosa dice l’evangelista Quello del Battista non è un rito di purificazione come veniva praticato anche in altri ambiti. Ciò che caratterizza il battesimo d’acqua di Giovanni è la conversione, cioè la scelta di un cambiamento radicale della propria vita. Tale scelta era resa ufficiale con la confessione dei propri peccati. Raccontare la propria miseria significa fare spazio alla misericordia di Dio che ci purifica e ci perdona. Giovanni Battista annuncia l’imminente venuta del «più forte», di colui che battezzando nello Spirito Santo immergerà nella vita stessa di Dio quanti si accostano a lui. Giovanni preparando la via al Signore ne anticipa la parola e l’azione. Infatti, il Precursore con la sua vita povera e sobria, con il suo battesimo e il suo martirio, profetizza il vangelo, ovvero che Gesù con la sua umiltà, con il suo “Battesimo di sangue” vince la lotta con il nemico e ci offre la corona della vita. Raccontare la propria miseria significa fare spazio alla misericordia di Dio che ci purifica e ci perdona
Per meditare … cosa Dio dice alla mia vita L’attesa è viva quando coincide con il desiderio, non di avere qualcosa, ma di essere o diventare liberi. Tale anelito rende l’attesa dinamica, attiva e non passiva e rinunciataria. La libertà desiderata è la speranza di rinascere, di ricominciare dopo aver sperimentato sulla propria pelle una qualche forma di morte e aver preso consapevolezza di non potercela fare da soli. Dio intercetta il bisogno di riscatto e, attraverso i profeti che annunciano il vangelo, fa giungere la consolazione. Mediante i suoi messaggeri il Signore ci chiama e attende una nostra risposta. L’attesa è viva quando coincide Il battesimo nell’acqua segna un nuovo inizio che con il desiderio, non di avere qualcosa, mette in moto la conversione, cioè il ma di essere o diventare liberi. cambiamento interiore. Il Battista è il consolatore di cui parla Isaia perché annuncia la venuta di Gesù, Cristo figlio di Dio. Egli non raccoglie semplicemente la speranza di libertà ma ci propone di seguirlo sulla via della croce per realizzarla risorgendo insieme con Lui.
Per meditare … cosa Dio dice alla mia vita Credere in Lui significa rispondere al suo appello a seguirlo. Con Gesù facciamo un bagno di umiltà immergendoci nelle acque della Giovanni Miseria umana per toccare il fondo. È lì che, come Gesù, ci riconosciamo è il modello del fratelli bisognosi tutti di redenzione e ci poniamo nei confronti degli discepolo altri come servi e accompagnatori. umile e fedele Giovanni è il modello del discepolo umile e fedele che compie tutti i servigi al suo maestro, anche i più umili. Tuttavia, il Battista davanti a Gesù si considera ancora più indegno di un utile servo, molto più piccolo di un semplice discepolo. Egli si pone all’ultimo posto prefigurando in maniera inconsapevole che Gesù, attraverso il «battesimo di sangue» sceglierà quell’ultimo posto per offrire ad ogni uomo la possibilità di rinascere. Dalle acque del Giordano si usciva confermati nella decisione di cambiare vita, dal «battesimo dello Spirito» si viene fuori trasformati. Con Gesù il deserto, luogo di morte e solitudine, della diffidenza e della rabbia, delle mormorazioni e dei tradimenti, delle paure e delle ribellioni diventa grembo fecondo e spazio della rinascita, della riconciliazione e dell’alleanza, della vita e dell’intimità, scuola di sapienza e mensa fraterna.
Per meditare … cosa Dio dice alla mia vita Giovanni Battista è come Mosè che nel deserto ha accolto e guidato Israele alla libertà. In Egitto prima, e nei quarant’anni nel deserto dopo, il popolo eletto tante volte aveva toccato il fondo della miseria ma, confessando i propri peccati, aveva sempre incontrato la misericordia di Dio. Egli in ogni momento ne ha avuto compassione e si è preso cura di Israele conducendolo fino al fiume Giordano, spartiacque tra il vecchio e il nuovo, tra la morte e la vita, la schiavitù o la libertà. Il sacramento della riconciliazione, chiamato anche secondo battesimo, ci riporta idealmente al fiume Giordano e lì, sulla soglia, decidere da che parte stare, se seguire Gesù per lasciarci trasformare in terra promessa o tornare indietro e rimanere nel nostro deserto di solitudine. L’inizio del vangelo di Marco ci invita a considerarci sulla soglia e a decidere se prendere la mano di Dio e camminare con Lui o chiudergli la porta del cuore e rimanere nel deserto in compagnia delle nostre attese destinate a non diventare mai realtà.
Per pregare … Tu disceso tra noi, Signore, perfezione e bontà infinita quello che dico a Dio altro e oltre l’umano Signore, ecco Giovanni, profeta di strada, entri in relazione con noi nelle periferie dello scarto vivi la nostra natura non degno di slacciare i sandali riempi i vuoti del cuore di te, uomo, per sempre con noi. accendi il fuoco della speranza. Da Gerusalemme ci inviti, Signore, Noi, tua Sposa bisognosa d’amore, a scendere nel deserto rialziamo la testa dove l’acqua della vita scorre ormai lontani dai molti peccati. silenziosa e lenta mentre la voce del tuo profeta Gridano i profeti oggi, Signore, grida di un esodo nuovo lungo le strade percorse per un lavacro di conversione. nei deserti di questi giorni nelle ansie e attese dense di speranza Lungo le rive della rinascita, Gesù, e ci destano a vita nuova anche tu confuso tra la gente incontro a te, fonte di vita, ascolti la voce luce verso la Patria del cielo. di una novella creazione che annuncia il venire di Dio nel mistero svelato e desta cuori sopiti.
In ascolto … di noi - genitori e fidanzati Per la riflessione Il brano evangelico invita a concentrarci sulla esperienza del rinnovamento, della rinascita insiti in ogni Inizio. Certo, a volte la novità è attesa con gioia e trepidazione, altre volte con timore e angoscia, sentimenti contrastanti che testimoniano, esprimono la nostra ambivalenza verso il nuovo che si annuncia. Anche al mattino sono presenti tali sentimenti, nutriti anche da silenziose domande su noi stessi e sulla nostra capacità di poter affrontare quanto ci riserva il nuovo che avanza.
In ascolto … di noi - genitori e fidanzati La bella poesia, così come il brano biblico che seguono possono supportare la fiducia: Salmo 139, 1-6/13-16 Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto Il più bello dei mari SIGNORE, tu mi hai esaminato e mi conosci. nel seno di mia madre. Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, Io ti celebrerò, Il più bello dei mari tu comprendi da lontano il mio pensiero. perché sono stato fatto è quello che non navigammo. Tu mi scruti quando cammino in modo stupendo. Il più bello dei nostri figli e quando riposo, Meravigliose sono le tue opere, non è ancora cresciuto. e conosci a fondo tutte le mie vie. e l’anima mia lo sa molto bene. I più belli dei nostri giorni Poiché la parola Le mie ossa non ti erano nascoste, non li abbiamo ancora vissuti non è ancora sulla mia lingua, quando fui formato in segreto e quello che vorrei dirti di più bello che tu, SIGNORE, già la conosci appieno. e intessuto non te l’ho ancora detto. Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle, nelle profondità della terra. (N. Hikmet in Poesie d’amore, e poni la tua mano su di me. I tuoi occhi videro la massa ed. Mondadori ) La conoscenza che hai di me è meravigliosa, informe del mio corpo troppo alta perché io possa arrivarci. e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.
In ascolto … di noi - genitori e fidanzati Attività L’amore maturo rende migliori, perché, lo sguardo dell’amato, sa mettere in luce le qualità di cui ciascuno e ricco e le fa affiorare. Guardatevi vicendevolmente per riscoprire i pregi dell’altro, anche quando l’abitudine ve li cela. Potete con semplicità farvi il dono di riconoscervi. Quali doti scorgete nel vostro/a compagno/a di vita? Vi impegnate perché emergano sempre più arricchendo la nostra coppia? Come?
In Ascolto di noi… (genitori) Bambini e genitori: Le promesse mancate del troppo amore Il genitore, per troppo amore, può cadere in queste trappole: - Iper-proteggere: "dimmi cosa ti manca e te lo procuro io, "faccio tutto per te perché ti amo" ma anche perché "so forse che da solo non ce la faresti..." dentro il miele, il veleno. Una squalifica sottile si insinua nel mio messaggio d'amore. Ogni successo ottenuto dal figlio è un successo del genitore, come ogni insuccesso del figlio è vissuto come un fallimento del genitore. - Essere eccessivamente democratico: siamo amici, alla pari, non ci devono essere conflitti tra noi", si deve salvaguardare a tutti i costi la pace in famiglia…Come conseguenza può succedere che i figli diventino a poco a poco "piccoli tiranni" e i genitori loro " sudditi". - Essere volto al più totale sacrificio: la vita è una catena di doveri e di sacrifici. Il piacere più grande per il genitore è il piacere che provano i figli. La conseguenza di tale totalizzante "altruismo", che dà senza che venga richiesto, "è la reazione di un altrettanto totalizzante" egoismo del figlio" che usufruisce dei benefici derivante dai sacrifici del genitore. "Mi devi restituire un giorno tutti i sacrifici che sto facendo ora per te: si crea l'attesa che i figli un giorno dovranno ricompensare per tutto ciò che stanno facendo per loro. Ma questa aspettativa viene solitamente delusa, generando nel genitore sensazioni di rancore, di rabbia e di subire ingratitudine. Come diventare un genitore efficace, come aiutare il figlio a percorrere le tante strade che lo porteranno a costruirsi autostima e autoefficacia? Non cercare di cambiare te stesso o tuo figlio è la relazione che deve cambiare!
In ascolto … di noi – genitori TENTATIVI DI DIALOGO Spesso ti rivolgi a tuo figlio utilizzando parole ed espressioni che ti fanno ottenere l’effetto contrario di quello “sperato”. Lo so, è molto frustrante, ma stai sereno: c’è una soluzione. Perché accade? Ti dimentichi che i figli hanno un loro modo, personale ed adeguato alla loro fase di crescita, di capire ed interpretare quanto viene detto loro. Anche se i tuoi propositi sono buoni, i termini che utilizzi appartengono al mondo emotivo e cognitivo degli adulti, che spesso i bambini non comprendono. Il linguaggio degli adulti è molto diverso da quello dei bimbi e tu puoi facilmente imparare queste differenze per praticarle e allenare una nuova comunicazione.
In ascolto … di noi – genitori La frase che spesso ripeti è: “Ma in che lingua parlo? Perchè non capisci quello che dico?”. Effettivamente è così: i bambini hanno il loro linguaggio inteso non come insieme di segni e simboli (uguali ai nostri) ma come insieme di codici che permette di decifrare ciò che viene richiesto loro. Oltre alla terminologia che utilizziamo, quello che può fare la differenza nella giusta comunicazione è la capacità di trasmettere il messaggio nel momento giusto, con i toni e con i tempi consoni al loro piccolo fantastico mondo. Questi sono elementi importanti ed imprescindibili da considerare. Più parli in un momento di serenità, con calma e con il viso rilassato, in modo semplice e diretto, e più tuo figlio ti comprenderà: non c’è vita senza comunicazione. Il linguaggio è uno strumento vitale per tutti gli esseri umani. Più i bimbi sono piccoli più dovrai utilizzare un linguaggio concreto, semplice, pratico, fatto di ‘immagini’ che loro possono capire e comprendere immediatamente. Oltre a questo primo elemento da considerare, un altro molto importante per comprendere la loro “riluttanza” all’ascolto è la “scala dei bisogni”.
In ascolto … di noi – genitori Come comportarti se tuo figlio è capriccioso? Ecco un esempio di vita pratica. Tuo figlio rientra a casa da scuola: «Com’è andata oggi? Cos’hai fatto? Tutto ok con i compagni? E le insegnanti?» Il più delle volte la reazione si concretizza in uno sbiascicato: «Sì sì...tutto bene!» che in realtà nasconde quasi 6 ore di vita, di emozioni, di relazioni, di tuo figlio. Possibile che ci sia solo un «Sì, si...tutto bene!»? La tua frustrazione nel sentirti escluso dalla sua vita fa poi il resto: «Ma possibile che non mi racconti mai nulla, non fai nulla? Con te non si può parlare!» Purtroppo queste frasi vengono quasi sempre urlate o comunque pronunciate con toni per nulla amichevoli e accoglienti. E così addio dialogo efficace. Addio comunicazione. Quando un bambino rientra in casa, prima di lanciarti in interrogatori e domande, prova a chiederti: «Che cosa prova? Come si sente in questo momento?» Accoglilo con un abbraccio e un bacio, digli che è bello rivederlo, e per favorire il dialogo inizia a parlare di te e di qualcosa che ti è capitato durante la giornata. Sentendo la tua disponibilità si aprirà da solo. Raccontarsi per primi, significa aprirsi per essere da esempio al dialogo. Quindi non ‘chiedere’ un dialogo ma realizzalo per farti imitare.
In ascolto … di noi – genitori Allenati costantemente verso una comunicazione positiva. Genitori e figli devono abituarsi a parlare in positivo se vogliono una qualità di vita migliore e risultati eccellenti in ogni area della vita. Questo significa di scegliere di: 1-parlare più di ciò che si vuole piuttosto che di ciò che si vuole evitare 2-parlare più di soluzioni piuttosto che di problemi 3-parlare più di possibilità piuttosto che di limiti 4-parlare più di capacità piuttosto che di difetti 5-parlare più di amore piuttosto che di paure. Questa scelta crea una atmosfera emotiva molto positiva e proattiva da cui i figli traggono grande energia e sviluppano per imitazione un comportamento e un atteggiamento efficace, fondamentale per tutta la vita. Ogni bambino nasce con infinite potenzialità che si sviluppano e diventano abitudini solo se allenate con costanza. Altrimenti si perdono sotto i divieti, i limiti, i rimproveri. E diventano limiti non più risorse.
In ascolto … di noi – genitori Pillole di saggezza strategica: - agisci piuttosto che spiegare - ascolta piuttosto che parlare - accogli i sentimenti di dolore e di rabbia piuttosto che ridurli o minimizzarli - collega le regole che dai ai valori in cui credi - diminuisci il numero delle regole e falle rispettare - non compensare le tue ferite con le loro risorse - non annullare le diversità, ma incentivale - dai a lui la responsabilità e il coraggio di scegliere. - utilizza la fantasia per capire meglio la realtà e non per scappare da essa. - ammetti e riconosci apertamente i tuoi sbagli.
Annuncio: Dio Padre annuncia e promette la venuta del Signore, suo Figlio, e quella di un messaggero che lo precede per aprirgli la strada perché raggiunga il cuore di ciascun uomo. Giovanni Battista annuncia, conferma e inizia a compiere la promessa di Dio: «Viene colui che è più forte di me, IN PREGHIERA vi battezzerà in Spirito Santo. Il Vangelo è consolazione di Dio. Gesù è il promesso, l’atteso e Si consiglia di scrivere in un punto al tempo stesso è colui che realizza la promessa di Dio. visibile della casa, a esempio tra Dio ci viene incontro sulla via nel deserto, luogo in cui non si le calamite del frigorifero: la può stazionare, ma bisogna sempre camminare. È il luogo della Parola della II Domenica di conversione intesa come progressione e non regressione, Avvento: EVANGELO trasformazione e nuova creazione. Nel deserto Dio s’inoltra nella nostra storia perché noi possiamo inoltrarci nella sua Si pongano come segno per vita. Inoltrare è altro nome di battezzare. Il battista ci aiuta ad questo momento di preghiera entrare in noi stessi e confessare i peccati per liberarci delle due vasetti contenenti zavorre. Gesù ci guida nel confessare la nostra fede facendoci dell’olio e del vino, il primo immergere nell’amore di Dio, c’inserisce nella comunione della segno di consolazione, il secondo Trinità, ci fa entrare nella vita guidata dallo Spirito Santo e non di speranza. dalle passioni della carne.
Parole chiave: Nel nome del Padre, del Figlio «Inizio/origine/sorgente/c e dello Spirito Santo. uore», «Vangelo di Gesù»; «Battesimo con La mamma: Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro acqua/battesimo in Spirito Dio – Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua Santo», «Voce che grida nel tribolazione è compiuta. Alza la tua voce con forza, deserto», «Conversione, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non perdono dei peccati, temere; annuncia alle città di Giuda: Ecco il vostro Dio! confessando i peccati» Il papà: Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni L’atteggiamento richiesto è come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua l’ascolto della voce di Dio che promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è promette; bisogna seguire la magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma voce nel «deserto» dove che tutti abbiano modo di pentirsi. inoltrarci per scoprire l’origine di ogni cosa, il cuore della vita, Un figlio: Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come la sorgente dell’amore. sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio Convertirsi significa progredire messaggero: egli preparerà la tua via. verso l’oltre e incontro all’altro.
La mamma unge con olio e vino la fronte e le mani di ciascun membro della famiglia, così come qualcuno lo farà per lei. Precede il gesto con queste parole: La gioia del Vangelo e la consolazione dell’attesa di Cristo ci sono care in questo momento così duro e triste per l’intera famiglia umana. Siamo Il papà tribolati da ogni parte, ma non schiacciati, l’olio O Dio, Padre di ogni consolazione, con cui vi ungo ci ricorda che siamo stati che agli uomini pellegrini nel battezzati ma che di esso non possiamo farne a tempo hai promesso terra e cieli meno per dare sapore al nostro cibo. Il vino nuovi, parla oggi al cuore del tuo rallegra e da’ gioia. Ci ricorda che sulla Mensa popolo, perché in purezza di fede e diventa Sangue di Cristo e che non può mancare santità di vita possa camminare per completare la mensa della famiglia. L’olio verso il giorno in cui manifesterai della consolazione e il vino della speranza per pienamente la gloria del tuo nome. camminare con coraggio! Per Cristo nostro Signore. Amen.
Schema di Adorazione eucaristica Preghiamo Gesù Eucaristia Preghiamo con la Parola di Dio + Dal Vangelo secondo Marco Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo.
Preghiamo con la Parola del Papa Ecco l’opera dello Spirito nella Chiesa: ricordare Gesù. Gesù stesso lo ha detto: Lui vi insegnerà e vi ricorderà. La missione è ricordare Gesù, ma non come un esercizio mnemonico. I cristiani, camminando sui sentieri della missione, ricordano Gesù mentre lo rendono nuovamente presente; e da Lui, dal suo Spirito, ricevono la “spinta” per andare, per annunciare, per servire. Nella preghiera il cristiano si immerge nel mistero di Dio, che ama ogni uomo, quel Dio che desidera che il Vangelo sia predicato a tutti. Dio è Dio per tutti, e in Gesù ogni muro di separazione è definitivamente crollato: come dice san Paolo, Lui è la nostra pace, cioè «colui che di due ha fatto una cosa sola». Gesù ha fatto l’unità. Dio dona amore, Dio chiede amore. È questa la radice mistica di tutta la vita credente. Lo Spirito anima ogni cosa. E ogni cristiano che non ha paura di dedicare tempo alla preghiera può fare proprie le parole dell’apostolo Paolo: «Questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me». Solo nel silenzio dell’adorazione si sperimenta tutta la verità di queste parole. Dobbiamo riprendere il senso dell’adorazione. Adorare, adorare Dio, adorare Gesù, adorare lo Spirito. Il Padre, il Figlio e lo Spirito: adorare. In silenzio. La preghiera dell’adorazione è la preghiera che ci fa riconoscere Dio come inizio e fine di tutta la storia. E questa preghiera è il fuoco vivo dello Spirito che dà forza alla testimonianza e alla missione (Catechesi sulla preghiera-udienza 26 novembre 2020).
Preghiamo con la parola del nostro Arcivescovo Carissimi, anche quest’anno ci prepariamo a celebrare il “tempo di Avvento” per vivere l’attesa della venuta di Gesù. L’attesa è particolarmente diversa a causa di questo lungo e prolungato tempo di incertezza, di paura, di morte che la pandemia sta seminando nel mondo intero. E’ l’attesa di chi sa che senza Dio, nonostante si rimanga immuni o si guarisca, l’esistenza perde senso, i rapporti umani si spezzano, le distinzioni si accentuano, il bene comune lascia il posto a forme di egoismo e personalismi che escludono gli altri. Questo tempo di Avvento giunge in un momento in cui: tutti possiamo respirare l’ossigeno di un nuovo messaggio intriso di purezza e novità che elimina ogni fatica: Dio con noi; tutti possiamo ritrovare il gusto del sapore della vita, spesso disprezzata, non accolta, spezzata, denigrata, sfruttata e usata come merce di scambio; tutti possiamo sentire il calore divino che ci offre la consapevolezza di poter tendere la mano senza paura di essere contagiati o di essere untori; tutti possiamo sentire la forza della vita che rinvigorisce un corpo guarito, carne che si fa carne nella carne dell’umanità (…).
In questo tempo di Avvento siamo sollecitati, come credenti, a riscoprire la bellezza della preghiera, a meditare la Parola di Dio, a fare gesti di solidarietà. “Prendi il largo e gettate le vostre reti” (Lc 5,4), è l’invito che ancora una volta Gesù fa ad ognuno di noi (stanchi, delusi, paurosi, arrabbiati, carichi di dolore) per tornare a godere dell’abbondanza di valori che ci hanno forgiati e formati. Con questa speranza, che diventa certezza, mi faccio vostro compagno di viaggio ed entro nel Presepe di tutte le vostre case per condividere ogni attimo, ogni gioia, ogni dolore, mentre innalzo le mani al cielo e, con la l’aiuto di Maria, Vergine e Madre e di S. Giuseppe, invoco su tutti voi la benedizione di Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo. ✠ Don Pino Il mondo è in stato di parto: laddove tutti vedono sempre le solite cose, c'è chi ha occhi così buoni da intravedere cose tutte nuove. Dentro questo mondo, c'è tutto un altro mondo, un mondo in corso d'opera: che s'accorga che la speranza è sempre incinta; dal vecchio partorisce il nuovo, prende il nuovo e lo fa risplendere. Senti che forza se ne sta nascosta in questo preludio: «Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio». Quasi fosse un punto e a capo: il passato è passato, ora è tempo di voltar pagina (don Marco Pozza).
In esercizio Per il dialogo di coppia: sfogliando l’album dei ricordi del giorno del Segno: Candela del Battesimo Ricordare il nostro Cero acceso battesimo dei componenti della famiglia La famiglia si riunisce intorno ad un cero (suoni, colori, sensazioni). Battesimo ci aiuta a acceso segno di preghiera e condivisione Qual è nel nostro rapporto di coppia il dimenticare l’uomo vecchio per tutto il periodo di Avvento e di Natale. ----------------------------------------------------------------------------------- luogo di ascolto che ci permette un per far rinascere l’uomo “La chiamata alla conversione “cammino” per un incontro vero tra noi? nuovo, ricreato in Gesù, vera […] la nostra adesione al Quale quello spazio di amore in cui Luce del mondo, che Signore non può ridursi ad uno guardarci negli occhi e superare le illumina i nostri passi sforzo personale, deve invece incomprensioni, i silenzi, le ferite per guidandoci a perseverare esprimersi in un’apertura risalire alla Sorgente dell’Amore sulla strada della fede. fiduciosa del cuore e della misericordioso del Padre? Nel momento di preghiera la mente per accogliere la Buona Troviamo un momento per chiederci candela del Battesimo viene Notizia di Gesù, il Vangelo, che perdono in famiglia per le offese che ci passata da un componente cambia il mondo e i cuori! siamo procurati. Siamo chiamati, pertanto, a della famiglia all’altro a fidarci della Parola di Cristo, ad Per i ragazzi: quale può essere il simboleggiare l’impegno ad aprirci alla misericordia del “deserto” da creare in questo periodo di alimentare la fiamma della Padre e lasciarci trasformare Avvento, in cui fare spazio alla vita nella grazia battesimale. dalla grazia dello Spirito nostra famiglia? La sera si potranno rivedere Santo.” (Papa Francesco, Esercizio: mettere ordine in casa i video del giorno del Angelus 26/01/2020) (ritrovare l’essenziale, riscoprendo uno Battesimo. stile di sobrietà)
Dal Segno ai segni di Carità Premessa La Caritas Diocesana proporrà per le quattro domeniche di Avvento, un percorso di animazione alla carità inteso come cammino di riflessione, conoscenza e azione teso a preparare la comunità al 50° Anniversario di Caritas Italiana che si celebrerà il prossimo anno, precisamente, il 2 luglio 2021 essendo, Caritas Italiana, stata istituita da Paolo VI il 2 luglio 1971.
Nel 1951 Nervo istituisce la Scuola superiore di servizio TESTIMONE: Mons. Giovanni Nervo sociale di Padova e la dirige fino al 1970. Nel 1964 (Primo presidente e direttore di Caritas Italiana) promuove la Fondazione “Emanuela Zancan”, un centro Mons. Giovanni Nervo nasce a Casalpusterlengo studi, ricerca, formazione e sperimentazione sui temi (Lodi) il 13 dicembre 1918. della sanità, del welfare e dell’educazione, della quale è La sua storia inizia su un treno: quello che nel 1919 prima presidente (fino al 1996) e poi presidente porta un bambino appena nato dal Lodigiano, dove la onorario. Nel 1971, su incarico della Conferenza famiglia era sfollata a causa della guerra, a Solagna, episcopale italiana, costituisce Caritas Italiana, frutto città d’origine dei genitori. Don Giovanni amava del Concilio Vaticano II e incarnazione della scelta ricordare quella nascita “da profugo”. Viene ordinato preferenziale della Chiesa per i poveri, che dirige in sacerdote nel 1941. Nel 1945, un altro treno compare qualità di presidente e poi vicepresidente fino al 1986. nella vita di don Giovani: è quello che stavolta porta il giovane don Nervo a Padova. Sulle montagne ha Sotto la sua presidenza, l’organismo pastorale della Cei incontrato partigiani e giovani sfuggiti si dota di uno statuto e si comincia ad organizzare a all’arruolamento, facendo la spola per portare ordini e livello nazionale e diocesano. Tra gli avvenimenti informazioni. È rischioso, lui lo sa, ma intanto ha vissuta in prima linea, l’emergenza seguita al terremoto trasformato il collegio vescovile Barbarigo – dove in Friuli (1976), in Campania e Basilicata (1980) e, sul risiede e insegna – in una piano internazionale, l’impegno per i profughi stamperia clandestina e un vietnamiti a fine anni ’70. Nel 1996 riceve la laurea ad centro della Resistenza a Padova. honorem in Economia dall’Università di Udine e nel Dal 1943 al 1945 l’esperienza 2003 in Scienze dell’educazione dall’Università di della Resistenza è pregnante Padova. nella sua vita.
Nervo è autore di numerosi articoli e pubblicazioni sui temi delle politiche sociali, della carità e del volontariato. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo “Non lo riconobbero. Il Vangelo in un mondo che cambia” (EDB, 2003) e “Ha un futuro il volontariato?” (EDB, 2007). Le Edizioni Messaggero di Padova, dal 2008, stanno pubblicando una selezione dei suoi interventi di carattere più educativo a Una figura affascinante e incarnazione vera del partire dai temi della pace, giustizia, solidarietà e Vangelo. Tiziano Vecchiato, presidente della povertà. Fondazione Zancan, così scrive di lui: «Ha rischiato la vita per aiutare i giovani ad amare la liberta durante la guerra. Ha gestito tanta ricchezza per aiutare i poveri, senza tenere niente per sé . Ha resistito alle tentazioni del potere e del prestigio. Ha dialogato con i potenti senza diventare come loro. Ha proposto agli amici di diventare amici di tutti per costruire un mondo piu giusto. È stato umiliato mentre difendeva gli umili. Ha preferito la ricchezza dei poveri: per lui era la cosa più bella e preziosa».
OPERA SEGNO DELLA CARITAS DIOCESANA: SISTEMA DI ACCOGLIENZA RACCOLTA ECCEDENZE ALIMENTARI Dispensa Cibus Viale Carlo Levi, 2 Caritas Diocesana e Ass. Cittadini Solidali Per info: Caritas Diocesana tel. 0835/330060
AZIONE DI CARITA’ Per attuare la funzione educativa nell’ottica della “pedagogia dei fatti”, ovvero, partire dai problemi e dalle sofferenze delle persone per aiutare tutta la comunità a costruire risposte di solidarietà nella dimensione della partecipazione e della corresponsabilità e per tradurre la risposta al bisogno in un’esperienza di educazione, la Caritas Diocesana, in collaborazione con altre realtà del territorio, in primis l’Ass. Cittadini Solidali, ha realizzato un progetto di recupero delle eccedenze alimentari. L’obiettivo del progetto è quello di “convertire” (secondo l’etimologia della parola, “rivolgere, dirigere, cambiare”), la comunità a nuovi stili di vita e far passare il messaggio che il cibo non si butta. Non si butta perché è un problema etico, economico, sociale e ambientale. AZIONE DI CARITA’: . Promuovere il progetto di raccolta delle eccedenze presso gli esercizi commerciali di propria conoscenza e invitarli a contattare la Caritas per entrare nella rete.
last but not least per partecipare al gioco clicca sull’icona e digita il codice 06429434 E i giovani cosa pensano? Scoprilo cliccando sull’icona
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