Il realismo della sorveglianza e le politiche dell'immaginazione: non c'è alternativa? - HOPE
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Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188 Il realismo della sorveglianza e le politiche dell’immaginazione: non c’è alternativa? Lina Dencik, Università di Cardiff, School of Journalism, Media and Culture and Data Justice Lab, dencikl@cardiff.ac.uk Translated by Philip Di Salvo From the English paper: Dencik, L. (2018). Surveillance realism and the politics of imagination: Is there no alternative? Krisis. Journal for Contemporary Philosophy, 1. Disponibile da https://krisis.eu/ surveillance-realism-and-the-politics-of-imagination-is-there-no-alternative/ Abstract This article engages with the interplay between data-driven surveillance and contemporary social imaginar- ies, using research based on the aftermath of the Snowden leaks. Drawing on Mark Fisher’s use of the term “realism” in relation to capitalist realism, I advance the argument here that public debate and response to the Snowden leaks indicate a similar ‘‘pervasive atmosphere” that comes to regulate thought and action, in which the active normalization of surveillance infrastructures limits the possibilities of even imagining alternatives – a condition I describe as “surveillance realism”. In so doing, the article posits a way to reveal the contingency and construction of our current digital environment, advancing a critique suitable for an emancipatory politics. Keywords surveillance realism; social imaginary; Edward Snowden; datafication; data justice Abstract (italiano) Questo articolo indaga i punti di contatto tra la sorveglianza digitale e gli immaginari sociali contemporanei, basandosi sui risultati di ricerche svolte sulle conseguenze del caso Snowden. Facendo riferimento all’uso di Mark Fisher del termine «realismo» nella sua accezione di «realismo capitalista», sostengo qui che il dibatti- to pubblico sorto attorno alle rivelazioni di Snowden indichi una simile «atmosfera pervasiva» in grado di indi- rizzare il pensiero e l’azione e dove la normalizzazione attiva delle infrastrutture di sorveglianza limita persino le possibilità di immaginazione di alternative, una condizione che definisco «realismo della sorveglianza». In questo senso, l’articolo propone una possibilità di rivelazione della contingenza e della costruzione del nostro ambiente digitale contemporaneo, proponendo una critica funzionale a una politica di emancipazione. Parole chiave realismo della sorveglianza; immaginari sociali; Snowden; datafication; data justice Note Invited paper for the Thematic Section on ECREA 2018 devoted to the 7th European Communication Confe rence of the European Communication and Research Association (ECREA), held in Lugano from October 31st to November 3rd, 2018. https://doi.org/10.24434/j.scoms.2019.02.003 © 2019, the authors. This work is licensed under the “Creative Commons Attribution – NonCommercial – NoDerivatives 4.0 International” license (CC BY-NC-ND 4.0).
174 Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188 1 Introduzione ticolare e mettere in essere delle alternati- ve. Quindi, l’immaginazione può sia aprire «Qualcuno una volta ha detto che è più che chiudere una possibile direzione di facile immaginare la fine del mondo che critica (Bottici e Challand, 2011). la fine del capitalismo» scriveva Frederic Il capitalismo, e il suo immaginario Jameson in una riflessione divenuta cele- politico-economico nel contesto della mo- bre e dedicata ai parametri soffocanti della dernità (Adams et al., 2015), è strettamente vita culturale nelle società del tardo-ca- connesso alle forme contemporanee della pitalismo. Facendovi direttamente rife- sorveglianza. Oggi, il capitalismo avanza rimento, Mark Fisher, nel suo omonimo grazie a una logica di accumulazione ba- libro uscito nel 2009 [e tradotto in italiano sata sulla capacità di monitorare e trac- da NERO Editions nel 2018, ndt1], ha pro- ciare differenti forme di attività sociali, al posto il concetto di «realismo capitalista» fine di prevedere e modificare il comporta- come un modo di articolare la peculiare mento umano e ottenere ricavi e controllo persistenza di un sistema che aveva dimo- sul mercato. Questo ordine informativo è strato di essere pieno di falle, molto ingiu- stato definito da Shoshana Zuboff già nel sto e iniquo nelle sue ricompense (Fisher, 2015 come «capitalismo della sorveglian- 2009). Sulla scia della crisi finanziaria, Fi- za», un modello che, nell’ottica dell’autri- sher descriveva la condizione contempo- ce, viene promosso grazie ai “big data” ed è ranea del realismo capitalista come una sostenuto da un’economia digitale basata «atmosfera pervasiva» in grado di regola- sulla raccolta di dati su vasta scala e sulla mentare il pensiero e le azioni, di limitare loro analisi. Turow et al. (2015) sostengono le possibilità e persino la stessa immagi- che questo ordine costituisca ora quello nazione di alternative: «[è] la sensazione che si può definire come un «immaginario diffusa che non solo il capitalismo sia l’u- del 21 esimo secolo», in cui è possibile os- nico sistema politico ed economico oggi servare come la normalizzazione discorsi- percorribile, ma che sia impossibile anche va e istituzionale delle infrastrutture della solo immaginare un’alternativa coerente» sorveglianza pervada sempre più aspetti (Fisher 2018, 26). Descrivendo il capitali- della vita quotidiana. Nonostante siano smo in questi termini, l’ambizione di Fi- state sollevate varie preoccupazioni sulla sher era quella di sottolinearne la natura possibilità che queste infrastrutture pos- contingente e distruggerne l’apparenza di sano essere ingiuste, Turow sostiene che la ordine «naturale» ineluttabile. raccolta costante e onnipresente dei dati Il dominio e la resilienza del capita- sia diventata un «senso comune», o un set lismo contemporaneo sono un tema di di pratiche a cui le persone si sarebbero ampio dibattito per quanto riguarda le ampiamente rassegnate. politiche dell’immaginazione e, collegato In questo articolo punto a interagire a questo aspetto, al campo degli immagi- con la relazione che intercorre tra la sor- nari sociali e politici (Adams et al., 2015). veglianza basata sui dati e gli immaginari Con riferimento all’immaginazione e agli sociali contemporanei, appoggiandomi immaginari, quello che ci viene chiesto è ai risultati delle ricerche condotte sulle considerare il modo in cui razionalizziamo conseguenze del caso Snowden – scop- la società, per come essa viene istituita di piato nel giugno del 2013 – che ha rive- pratiche sociali mentre queste emergono, lato dettagli senza precedenti sui pro- si formano e si riproducono. E, allo stesso grammi di sorveglianza contemporanei. modo, come la società ne è anche forza Facendo affidamento all’uso del termine istituente. Pertanto, un interesse per le po- «realismo» di Fisher in relazione al «reali- litiche dell’immaginazione è tanto rivolto smo capitalista», sosterrò che il dibattito verso il modo in cui le istituzioni e le pra- pubblico sorto dopo il caso Snowden e le tiche sociali vengono legittimate e portate risposte che esso ha favorito abbiano in avanti, quanto alle stesse possibilità di ar- realtà fatto emergere una simile «atmosfe- 1 Fisher, M. (2018). Realismo capitalista. Roma: ra pervasiva» figlia di una forma simile di NERO Editions. realismo. Questa atmosfera è in grado sia
Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188 175 di indirizzare il pensiero e l’azione che di più come riproduttiva o imitativa (Adams normalizzare l’operato delle infrastrutture et al., 2015). Nella sua opera fondamenta- di sorveglianza fino a limitare le possibilità le sull’istituto immaginario della società, di immaginazione di possibili alternative. Cornelius Castoriadis (1987) si sofferma Questa condizione è per me il «realismo sulle forme di significato collettive, istitu- della sorveglianza». Allo stesso tempo, ite e istituenti, e sulla dimensione sociale utilizzerò il concetto per sottolineare al- della condizione umana. Per Castoriadis, cune opportunità e alcune sfide connes- l’immaginazione è quindi connessa più a se all’articolazione e all’attuazione di una un immaginario sociale che diventa cen- possibile resistenza, come quelle che sono trale per l’esistenza di una società, nel emerse in forma di “data activism” (Milan senso che l’immaginario sociale istituente e van der Velden, 2016). Mentre la ricerca è sempre allo stesso tempo istituito. Anti- si è incentrata per lo più sul Regno Unito cipando sia il concetto di ideologia che di e il caso Snowden, mi rifarò qui a dibatti- utopia per come sono presentati nell’o- ti più ampi e a studi che hanno illustrato pera di Ricoeur (Bottici e Challand, 2011; alcuni sviluppi cruciali. Analizzando le Adams et al., 2015), Castoriadis presenta attività e le risposte pubbliche in questo una visione dell’immaginazione radicale senso, il punto è, di nuovo in continuità in senso duplice: senza di essa non può con Fisher, «rivelare che ciò che ci viene esserci una realtà e, allo stesso tempo, presentato come necessario e inevitabile l’immaginazione può sempre mettere in altro non è che una contingenza» in un discussione i suoi oggetti, rivelando possi- modo che consenta di avanzare una poli- bili alternative. tica di emancipazione che di conseguenza Nell’avanzare un concetto di imma- dimostri «che quanto abbiano finora repu- ginario sociale, «realtà» e «soggetto» si tato impossibile è, al contrario, a portata di intrecciano. Come affermato da Taylor mano» (Fisher, 2018, p. 51). (2004, p. 2), l’immaginario sociale non è Inizierò delineando il ruolo dell’im- un set di idee ma, al contrario, è ciò che maginazione nel sostenere e nello sfida- rende possibile le pratiche di una società, re gli ordini sociali prima di cominciare a dando loro senso. Per Taylor, questo punto discutere gli immaginari contemporanei è centrale per la comprensione della na- della sorveglianza e della dataficazione, tura della modernità e per la concezione fornendo esempi provenienti dagli svilup- dell’ordine morale della società che lo ac- pi di questa fase post-Snowden. Sulla base compagna. Taylor descrive questa relazio- di questo, sosterrò che il realismo della ne come una forma di embeddedness in cui sorveglianza è utile per comprendere le certe auto-comprensioni sono incluse in politiche dell’immaginazione in relazione determinate pratiche che sono promosse alla raccolta costante di dati e concluderò dalla loro diffusione e che contribuiscono prendendo in considerazione come sia anche a dar loro forma e a essere ricono- possibile mettere in atto una forma di re- sciute. Si tratta, per come sostiene lo stes- sistenza. so Taylor, di «una questione di identità – i limiti contestuali all’immaginazione del sé – e di un immaginario sociale, i modi in 2 Le politiche dell’immaginazione cui siamo in grado di pensare o immagi- nare tutta la società» (2004, p. 63). Il focus Le prime formalizzazioni del concetto, è quindi sul modo in cui le persone «im- come quelle articolate da Aristotele o più maginano» gli spazi sociali attorno a loro tardi dalla tradizione kantiana, inquadra- e che sono condivisi con ampi gruppi di vano l’immaginazione in relazione alle persone se non l’intera società, portandoli capacità individuali. Solo con l’emergere a una comprensione pubblica che rende degli immaginari sociali come un cam- possibile pratiche comuni e un senso am- po specifico si è iniziato a enfatizzare gli piamente condiviso di legittimazione. aspetti sociali dell’immaginazione e a trat- In questo senso, concentrarsi sull’im- tarla come autenticamente creativa e non maginazione in questa forma collettiva
176 Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188 aiuta a comprendere come i sistemi ven- maginari sociali, è comunque interessato gano legittimati e cosa viene percepito a quella che lui definisce come «atmosfera come possibile. Mentre i concetti di imma- pervasiva», articolata nella circolazione di ginazione e immaginario sono stati usati prodotti culturali ed evidente nell’ambito in vari modi (inclusa la vasta discussione del lavoro e dell’educazione, in cui il capi- sugli immaginari socio-tecnici nell’am- talismo ha «colonizzato i sogni», abbassan- bito dei science and technology studies), do le nostre aspettative fino a trasformar- io mi focalizzerò sulle modalità con cui le le nell’accettazione che, come sosteneva persone attribuiscono senso alle istituzio- Margaret Thatcher durante lo sciopero dei ni e alle pratiche sociali. Pertanto, faccio minatori, in una delle sue citazioni dive- affidamento al settore degli immaginari nute più note: «non c’è alternativa». Come sociali per come è stato definito da Adams sostiene sempre Fisher, il «realismo» qui è et al. (2015, p. 19) e per come illustra «i analogo alla prospettiva deflazionaria del modi in cui le configurazioni culturali di depresso che crede che ogni stato positivo significato configurano creativamente o di speranza sia un’illusione pericolosa. l’incontro umano e la formazione (come Questo punto è ancora più vicino ad alcu- articolazione e «fare») con il mondo, da ni dibattiti recenti sulla resilienza del capi- un lato, e, dall’altro, i modi in cui questi talismo neoliberista e la relativa mancanza modi articolano la loro centralità per l’e- di capacità di immaginazione politica per mergere, la formazione e la riproduzione l’articolazione di alternative. Quello che è delle istituzioni e delle pratiche sociali del accaduto è stata una chiusura nell’imma- cambiamento e della continuità socia- ginario economico che ha preso la forma le». In particolare, faccio affidamento qui della depoliticizzazione, intesa come la alla nozione di immaginazione radicale, negazione attiva della necessità di una di- per come espressa da Castoriadis, ovvero scussione pubblica e politica dei fini e dei come lo studio di cosa limita la nostra im- mezzi dell’economia di mercato (Adams maginazione e lo studio di cosa, invece, la et al., 2015; Straume e Humphrey, 2010). espande. Allo stesso modo, la definizione Questo è anche connesso alle nozioni di Ricoeur dell’immaginazione riprodut- foucaultiane di normalizzazione come il tiva come punto centrale dell’ideologia e modo in cui le norme di condotta vengo- dell’utopia situa l’immaginazione ideolo- no stabilite e rafforzate tramite le pratiche gica come ciò che riproduce l’immagine discorsive sostenute dalle sanzioni istitu- che una società ha di se stessa, mentre zionali (Foucault, 1977). Ad ogni modo, la l’immaginazione utopica produce invece prospettiva di Fisher sul «realismo» pone immagini alternative per la società in gra- più esplicitamente attenzione alla margi- do di mettere in discussione quelle ideolo- nalizzazione attiva delle alternative e alla giche (Ricoeur, 1986). Questo può arrivare limitazione di ogni resistenza. Pertanto, il a servire una politica di emancipazione focus si sposta sulla costruzione di cosa sia tramite l’approccio di legittimizzazione considerabile come possibile. Nel pensa- delle pratiche riconosciute e delle artico- re a come le persone diano senso alla so- lazioni culturali che le accompagnano, cietà, e comprendendo l’uso di Fisher del che sono costruite socialmente. Il modo in termine «realismo» per articolare la chiu- cui immaginiamo i nostri dintorni sociali sura relativa delle articolazioni culturali non è per forza necessario o inevitabile. del mondo come parte di una negazione Le politiche di emancipazione servono a attiva di un dibattito politico, guarderò ora rivelare le relazioni di potere che sosten- alla sorveglianza basata sui dati tramite la gono ogni ordine percepito come naturale sua stessa lente. e sono uno strumento per nutrire simul- taneamente delle immaginazioni alterna- tive. Per quanto Mark Fisher, nella sua de- scrizione del realismo capitalista, non fac- cia riferimento esplicito al campo degli im-
Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188 177 3 La cultura della sorveglianza «curriculum nascosto», che si riferiva alle e il dataismo norme sociali e alle regole nell’educazio- ne che sono state accettate con la ripeti- Nell’analizzare i cambiamenti dell’am- zione e i valori impliciti messi in campo biente di consumo nel ventunesimo seco- nelle scuole che connettono i giovani alle lo, Turow et al. (2015) hanno combinato la strutture di potere nella società e che de- nozione di Taylor di immaginario sociale finiscono per loro le relazioni. Questo può con il concetto di Gramsci di egemonia, essere esteso all’educazione che le perso- al fine di articolare la connessione della ne ricevono tramite i media e la cultura in sorveglianza basata sui dati con la vendi- riferimento a tutte le istituzioni (Gerbner, ta al dettaglio. Per Gramsci, l’egemonia è 1972), compreso, come suggerisce Turow, un modo di comprendere come il pote- lo spazio del commercio. Esiste una pre- re venga esercitato senza, o in aggiunta, valenza di sistemi di simboli che designa- alla coercizione. Il concetto si basa su un no, per esempio, il significato di cosa sia «equilibrio di compromesso» raggiunto l’abbigliamento di moda, la felicità all’a- dalle concessioni che i gruppi subordinati ria aperta o la ricchezza, codici che chi fa ottengono dallo stato borghese, che è poi shopping dà per scontati. Secondo Turow, mantenuto tramite il coordinamento con- ci troviamo ora «alla cuspide di un’era del creto degli interessi da parte della società commercio che sta aggiungendo una rou- civile. La società civile, o la sfera pubblica tine di attività di sorveglianza completa- dove le idee e le credenze prendono for- mente nuova e che sta portando con sé ma, viene a riprodurre l’egemonia tramite anche la lezione sottotraccia secondo la gli «intellettuali organici» nei media, nelle quale sia comune, per chi fa acquisti, ac- università e le istituzioni religiose che poi cettare la profilazione individuale e il con- danno spazio a valori sociali e alla legitti- cludere affari come parte del processo di mizzazione di un «senso comune» (Gram- acquistare cose» (2017, p. 18). sci, 1971; Wood, 2015). Mentre il concetto Se il focus di Turow è particolarmen- di egemonia enfatizza in che modo il sen- te incentrato sulla sorveglianza basata sui so comune si istituzionalizzi come parte di dati negli spazi commerciali, la sua analisi certi meccanismi sociali e relazioni di po- della normalizzazione delle infrastrutture tere, l’immaginario sociale di Taylor, inve- di sorveglianza nella vita quotidiana ha ce, cattura le sfumature della vita quotidia- un’eco che va oltre a questa dimensione na e le sue pratiche. Combinando questi e che è pertinente in relazione al dibattito approcci, Turow et al. (2015) sostengono post-Snowden in modo più ampio. Quan- che, nel corso del tempo, i consumatori do i documenti fatti trapelare dal whist- abbiano istituzionalizzato l’accettazione leblower vennero pubblicati la prima volta di un ambiente di commercio al dettaglio nel giugno del 2013, essi confermarono – che da un approccio basato sulle lenti de- pur generando stupore – la comprensione mografiche ampie è passato al monitorag- prevalente delle pratiche di sorveglianza. I gio diretto sugli individui che cedono flus- documenti dettagliavano infatti la conti- si di dati, spesso in tempo reale. Le società nuazione dello sviluppo di quella che era tecnologiche e di consulenza assistono i stata prima descritta come «società della commercianti nel ridare forma agli acqui- sorveglianza» (Rule, 1973; Lyon, 1994), ma renti, ai negozi e agli affari, in modo che i che rappresentava anche una congiuntura clienti diventino istituzionalizzati in quel- specifica di come la sorveglianza veniva li che Turow et al. intendono come valori concettualizzata e discussa. Le concezioni dati per scontati, abitudini e aspettative classiche, come quella del «Panopticon» di di un mercato sempre più guidato dai dati Foucault o del «Grande fratello» di Orwell, e discriminatorio. Nel suo libro successi- facevano fatica a dare conto degli svilup- vo sul tema, Turow (2017) si rifà alla sua pi tecnologici e delle incarnazioni più re- definizione di raccolta dati come «senso centi delle pratiche di sorveglianza (Brow- comune» facendo riferimento alla nozio- ne, 2015). Inoltre, concetti come quelli di ne di Jackson, risalente invece al 1968, di «stato di sorveglianza» e «società della
178 Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188 sorveglianza» non sono più efficaci per Nel dare enfasi ai soggetti come par- descrivere le forme contemporanee che tecipanti attivi nella sorveglianza, Lyon la sorveglianza assume. Come è stato reso guarda a una dinamica di potere più com- esplicito con le rivelazioni di Snowden, lo plessa di quelle incluse nelle discussioni stato non è più l’unico, e forse nemmeno precedenti sul tema, che si erano con- il principale, arbitro della sorveglianza. Al centrate principalmente sui modi in cui contrario, ci dobbiamo confrontare con la sorveglianza potesse essere esercitata ciò che Harcourt (2015, p. 66) descrive dall’esterno, da un attore sull’altro. Occor- come una nuova «oligarchia» costituita da re però considerare come diverse «menta- un «amalgama composto dall’intelligence, lità e pratiche di sorveglianza» diventino dalle entità commerciali, dalla Silicon Val- manifeste (Lyon 2017, 828). Questo fa rife- ley, dagli interessi militari, dai social me- rimento alla partecipazione attiva da parte dia, dalla Inner Beltway di Washington DC, dei cittadini al modo in cui i dati vengono dalle multinazionali, dal centro di Manhat- generati, un elemento che fa parte delle tan e da Wall Street». Questa «oligarchia» è interazioni umane con gli ambienti digita- il prodotto, in parte, di interessi condivisi li. I dati sono raccolti sulla base di elementi per la sicurezza (dallo spionaggio azienda- che potrebbero essere descritti come atti- le straniero, all’hacking, per esempio) dal vità «volontarie» di «ordinari cittadini» che governo, dalle aziende tecnologiche e in «decidono» di condividere i loro dati. Op- congiunzione con la crescita nel neoliberi- pure, come sostiene Harcourt (2015, 19), smo e i conseguenti trend di deregulation, non tanto per una scelta, quanto più per outsourcing e privatizzazione. una «sensazione di necessità». Le infra- Per David Lyon, la natura contempo- strutture digitali ci spingono a partecipare ranea della sorveglianza non può più esse- all’estrazione dei dati non solo per la loro re compresa esclusivamente in termini di onnipresenza ma anche per via della «sor- «società della sorveglianza», un concetto veglianza seducente» che marca le loro originariamente concepito per indicare «i manifestazioni tecnologiche (Troullinou, modi in cui la sorveglianza si stava rove- 2016). Le tecnologie che finiscono per fa- sciando al di fuori dei suoi contenitori pre- cilitare la sorveglianza, sostiene Hartcourt cedenti, come i dipartimenti governativi, (2015), «sono proprio quelle che noi bra- le agenzie di policing e i luoghi di lavoro, miamo». Hartcourt si è spinto fino a so- per andare a toccare diversi aspetti della stenere che oggi staremmo vivendo in una vita di ogni giorno» (2017, p. 826). Quello società di esposizione ed esibizione, una che manca a queste considerazioni sono “expository society” che prende la struttu- i ruoli attivi giocati dai soggetti della sor- ra architettonica di un padiglione di spec- veglianza e una maggiore attenzione ai chi in cui siamo non solo visti ma in cui modi in cui i cittadini, i consumatori e i «giochiamo ed esploriamo, scattiamo sel- dipendenti fanno esperienza e sono coin- fie e foto agli altri» (Hartcourt 2015, p. 107). volti direttamente nella sorveglianza. Lyon Interi gruppi sociali sono integrati suggerisce, invece, in linea con l’analisi di dentro sistemi di tracciamento e monito- Turow, che occorra comprendere la sorve- raggio, che avviene in modo continuo e glianza all’interno delle pratiche quotidia- in tempo reale. Andrejevic (2017) ha de- ne e nel tessuto della cultura della società. scritto questo paradigma come il passag- Avanzando il concetto di «cultura della gio dai modi panottici di sorveglianza alla sorveglianza», Lyon cerca quindi di sotto- «sorveglianza ambientale», la sostituzione lineare come la sorveglianza stia diventan- della sorveglianza selettiva e disciplinare do parte di una way of life: «dall’essere un con un monitoraggio perpetuo e costan- aspetto istituzionale della modernità o un te. Il potere, in una società di questo tipo, modo favorito dalla tecnologia di discipli- secondo Hartcourt (2015), circola con una na e controllo, essa viene ora internaliz- nuova forma di razionalità, guidata dai zata e fa parte delle riflessioni quotidiane processi algoritmici basati su una logica sulla realtà e sul repertorio delle pratiche da doppelgänger digitale in cerca del no- quotidiane» (Lyon 2017, p. 825). stro doppio in forma di dati. Questo av-
Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188 179 viene quando la raccolta continua di dati 4 Il realismo della sorveglianza estratti dalle tracce digitali che ci lasciamo post-Snowden alle spalle quando interagiamo con gli am- bienti digitali viene utilizzata per identifi- Le rivelazioni di Edward Snowden sono care, classificare, analizzare, archiviare o, una componente importante per illustrare altrimenti, «controllare l’accesso ai beni e ulteriormente la natura di questo paradig- ai servizi che definiscono la vita nella so- ma della dataficazione. Avendo lavorato cietà capitalistica moderna» (Gandy 1993, come contractor per la National Security p. 15). Come Van Dijck (2014, p. 198) ha in- Agency (NSA), Edward Snowden aveva dicato, «i metadati sembrano essere diven- ottenuto accesso privilegiato alle informa- tati una moneta di scambio regolare per i zioni relative ai programmi di sorveglian- cittadini che vogliono pagare per i loro za segreti gestiti dalla National Security servizi di comunicazione e la sicurezza, un Agency (NSA) e dal British Government trade-off che si è annidato nella comfort Communications Headquarters (GCHQ), zone di molte persone». Stiamo assistendo tra gli altri. Nel 2013, Snowden aveva con- alla graduale normalizzazione di questa segnato queste informazioni ad alcune dataficazione come un nuovo paradigma organizzazioni mediatiche di primo piano nelle scienze e nella società». Questa nor- e, a partire da giugno 2013, testate giorna- malizzazione è guidata da un’ideologia listiche come The Guardian, The Washin- che Van Dijck chiama «dataismo». Dal suo gton Post, Der Spiegel e The New York Times punto di vista, il dataismo è basato sulla hanno iniziato a pubblicare articoli detta- credenza diffusa che la quantificazione sia gliati rivelando la portata senza precedenti obiettiva e sul potenziale tracciamento di con cui le nostre attività e i nostri compor- ogni tipo di comportamento e di socialità tamenti negli ambienti digitali siano trac- tramite le tecnologie mediatiche online. Il ciati, monitorati, analizzati e archiviati. Se dataismo, però, coinvolge anche la fiducia i leak si concentravano principalmente negli agenti (istituzionali) che raccolgono, sulla sorveglianza da parte di agenzie sta- interpretano e condividono i (meta)dati tali, essi sottolineavano anche l’esistenza dai social media, dalle piattaforme inter- di quella «oligarchia» fatta di attori pubbli- net e altre tecnologie di comunicazione ci e commerciali per come la descriveva- (Van Dijck 2014, p. 198). mo in precedenza. Nell’illustrare il dataismo come una Per quanto le proteste si siano dif- componente ideologica del paradigma fuse nell’immediato, in particolare negli della dataficazione, Van Dijck sottolinea Usa con la campagna “Stop Watching Us”, come questo paradigma sia portato avanti e in Germania con l’iniziativa “Freedom sulla base di assunti che sono fortemente Not Fear”, l’impatto del caso Snowden sul contestati. Non solo vi è un assunto per il grande pubblico è stato limitato, come quale i dati (obiettivi) fluirebbero attraver- confermato dalle interpretazioni domi- so canali tecnologici neutri, ma anche un nanti di quanto è accaduto (Cable, 2015). altro per il quale vi sarebbe una «relazio- Spesso questo ha spinto per una narrativa ne auto-evidente tra i dati e le persone e secondo la quale le persone non sarebbe- che si possano quindi interpretare i dati ro interessate a questi temi o sentirebbero aggregati per prevedere il comportamento che le pratiche di sorveglianza siano am- individuale» (2014, p. 199). Questi assunti piamente giustificabili nello scambio tra sono poi ulteriormente instillati nella so- sicurezza e privacy (Mols e Janssen, 2017). cietà con i tentativi di regolamentazione Questa analisi però è troppo semplicistica governativa che mirano ad assicurare la e nega le complessità dell’ambiente digi- fiducia dei cittadini nelle infrastrutture tale contemporaneo. In questa sezione mi (private), limitando gli eccessi e i danni, e concentrerò su queste argomentazioni, mantenendo l’integrità del sistema. focalizzandomi in particolare sulle con- seguenze immediate del caso Snowden. Proporrò il concetto di «realismo della sorveglianza» come un modo di articolare
180 Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188 il contesto in cui ci troviamo e per com- Come hanno illustrato Wahl-Jorgen- prendere il dibattito pubblico e le risposte sen e Bennet (2017), il dibattito mediati- alle rivelazioni di Snowden. Uso questo co sulla sorveglianza e la raccolta dei dati concetto per descrivere l’accettazione e la sorto dopo Snowden si è caratterizzato in rassegnazione nei confronti della raccolta un discorso pubblico incetrato sulla sicu- massiccia di dati nella vita sociale e l’attiva rezza che ha situato la sorveglianza prin- marginalizzazione delle alternative, nono- cipalmente nel contesto del terrorismo. stante il diffuso disagio e le preoccupazio- Questo è avvenuto nonostante i giornali- ni nei confronti di queste infrastrutture e sti siano spesso per primi molto critici nei sistemi. confronti delle pratiche di sorveglianza, La giustificazione e la normalizzazio- riconoscendone non solo la progressiva ne della sorveglianza basata sui dati è stata normalizzazione, ma anche le crescenti attivamente promossa nel dibattito pub- preoccupazioni sulla limitata consape- blico. Quando le rivelazioni di Snowden volezza pubblica a riguardo della porta- hanno fatto la loro comparsa per la prima ta reale della raccolta dei dati, compresa volta si è vista una veloce convergenza tra la critica al contributo dei media stessi media, governo e servizi di sicurezza attor- nel giustificare tutto questo (Hintz et al., no a un discorso di minaccia e (in)sicurez- 2018). Ad ogni modo, come fanno notare za. Nel Regno Unito, la critica di Snowden Wahl-Jorgensen e Bennet (2017), la sorve- come whistleblower e del Guardian come glianza digitale è stata giustificata discor- giornale responsabile della pubblicazione sivamente dagli articoli sul caso Snowden dei documenti è stata prevalente presso tramite l’affidamento, fatto dai giornalisti, tutti i partiti politici e le agenzie statali a fonti ufficiali che sostenevano come la hanno risposto con forza per cercare di sorveglianza andasse aumentata o come fermare la pubblicazione delle informa- essa fosse accettabile e necessaria. Questa zioni. Questo ha trovato forma simbolica è stata, in assoluto, l’opinione espressa più in un evento chiave: quando i dipendenti spesso nella copertura mediatica. Le fonti del Guardian sono stati costretti a distrug- che hanno espresso questo punto di vista gere gli hard disk e i file di Snowden sotto hanno suggerito come la sorveglianza sia l’occhio del GCHQ, in un tentativo vacuo cruciale per la sicurezza nazionale e come di evitare l’uscita di ulteriori articoli. A il suo rafforzamento alla luce delle minac- mesi di distanza dalla prima pubblica- ce del terrorismo fosse particolarmente zione, il Direttore del Security Service, o importante. Come fanno notare Wahl-Jor- MI52, fece una rara dichiarazione pub- gensen e Bennet, «la prominenza delle opi- blica accusando il giornale di «favorire nioni che giustificano la sorveglianza nel i terroristi» (Whitehead, 2013). Questo nome della sicurezza nazionale nei media argomento è stato replicato nel dibattito mainstream non è casuale. Al contrario, mediatico mainstream dalla maggioranza ci sono prove che suggeriscono come, nel dei giornali, che hanno sostenuto l’idea contesto britannico, una legittimizzazio- che la pubblicazione dei file di Snowden ne di lungo periodo degli interventi statali avesse compromesso il lavoro dei servizi tramite il riferimento alle preoccupazioni di intelligence (Wahl-Jorgensen e Bennet, per la sicurezza dello stato» (2017, p. 10). 2017). Il Direttore dell’Independent, Chris Come scrivono i ricercatori, questa è l’i- Blackhurst, firmò addirittura un editoria- dea secondo la quale la sicurezza nazio- le spiegando che lui e il suo giornale non nale costituirebbe una carta da giocare per avrebbero mai diffuso quei documenti, ag- mettere all’angolo qualsiasi altra opinione. giungendo che «se il MI5 fa sapere che non Questa narrativa è stata anche sostenuta a sarebbe nell’interesse pubblico, chi sono intermittenza con dichiarazioni da parte io per non crederci?» (Blackhurst, 2013). delle agenzie di intelligence che sostene- 2 Il Security Service, noto anche come MI5 o vano come la sorveglianza giocasse un Military Intelligence, Section 5, è l’agenzia ruolo attivo nel tenere sotto controllo gli sicurezza interna e il controspionaggio del attacchi terroristici (Bakir, 2015). Regno Unito, ndt.
Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188 181 In questo contesto, un’altra logica 2016) ma non agiscono necessariamen- molto diffusa è diventata manifesta, quel- te in accordo con queste preoccupazioni. la per la quale la sorveglianza di massa sa- Nello spiegare il «paradosso della privacy», rebbe un problema per chi ha «qualcosa ad esempio, Hargittai e Marwick (2016) en- da nascondere», come terroristi o crimi- fatizzano il pragmatismo come una com- nali. Come suggeriscono ancora Wahl-Jor- ponente centrale. Questo è il paradosso gensen e Bennet (2017), la narrativa «nien- che emerge da una preoccupazione per la te da temere» offre una «articolazione di privacy nel contesto digitale che non è ma- senso comune dell’idea che essere sotto nifestata però nel comportamento online. costante sorveglianza non sia solo un as- Concentrandosi sui più giovani, i due ri- sunto della vita nelle società contempo- cercatori hanno notato quanto sia diffusa ranee ma anche qualcosa di interamente la «fatica della privacy» e quanto le per- accettabile, data la costante minaccia ter- sone in questa fascia di età siano confuse roristica». Nonostante i leak di Snowden sul reale funzionamento dei sistemi basati siano stati un evento mediatico globale in sulla raccolta dei dati. Questo elemento cui la copertura mediatica si è differenzia- porta, di norma, all’accettazione norma- ta nei diversi contesti sociali, storici e po- lizzata della raccolta delle loro informa- litici in nome di interessi nazionali e geo- zioni personali come risposta pragmatica politici (Kurnelius et al., 2017; Hintz et al., nella negoziazione con le infrastrutture di- 2018), il pretesto «niente da nascondere, gitali. Inoltre, la ricerca ha mostrato come niente da temere» è stato predominante a nonostante la crescente consapevolezza varie latitudini (Lyon, 2015; Mils e Janssen, della sorveglianza e nonostante un disa- 2017). Sebbene i blog e i media alternativi gio crescente per le implicazioni di questi abbiano fornito uno spazio per argomen- sistemi, le persone sentono di non avere il tazioni più critiche che hanno sottolineato potere necessario a fronteggiare la natu- la mancanza di trasparenza delle agenzie ra della raccolta dei dati (Dencik e Cable, di intelligence e le violazioni della privacy, 2017). Invece, le persone tendono a nego- «il dibattito pubblico mediatico sulla que- ziare la loro posizione e vulnerabilità come stione ha, nel lungo periodo, contribuito parte di una pratica quotidiana entro cui a rendere queste preoccupazioni meno riconoscono solo dei parametri limitati visibili e più marginalizzate» (Hintz et al., di intervento, modificando ad esempio 2018, p. 77). i setting della privacy sui social media o La ricerca sulle attitudini pubbliche evitando di condividere certi contenuti nel post-Snowden sottolinea come, per o non effettuando alcune ricerche online quanto molte persone siano preoccupate (Marthews e Tucker, 2015; Penney, 2016; dalle questioni sollevate, la giustificazione Hampton et al., 2014). della sorveglianza sia spesso ampiamen- In altre parole, l’ubiquità delle infra- te interiorizzata (Dencik e Cable, 2017), strutture di sorveglianza e la loro inclusio- assieme alla fiducia nei confronti delle ne negli aspetti ordinari della partecipa- istituzioni che raccolgono i dati, come zione sociale, politica e culturale, rendono osservato da Van Dijck (2014). Questo difficile pensare che possano essere messe non per sostenere che le persone siano o in discussione. Adeguarsi a questa «realtà» disinteressate a ciò che avviene negli am- in modo pragmatico è un principio chiave bienti digitali, ma che le loro opinioni e le di quello che Draper e Turow (2017) defi- loro pratiche vengano continuamente ne- niscono come «sociologia della rassegna- goziate sulla base di come i sistemi basati zione digitale». Per loro, questa sociologia sui dati vengano integrati nella società. Di suggerisce come questi sviluppi non siano fatto, numerosi studi hanno mostrato che naturali o inevitabili, o che le persone sia- le persone percepiscono una «mancanza no meramente agenti passivi del processo. di controllo» sui modi in cui le loro infor- In aggiunta alla natura del dibattito pub- mazioni sono raccolte (Eurobarometer, blico che abbiamo descritto prima, insi- 2015) e sono «sconcertati e spaventati» nei stono sui modi in cui la rassegnazione alla riguardi dell’uso dei loro dati (Gompertz, raccolta massiva dei dati sia costruita at-
182 Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188 tivamente attraverso varie pratiche, come Alcune controversie sulla definizione stes- l’oscurità degli accordi in termini di pri- sa di sorveglianza, le infrastrutture per la vacy tra utenti e piattaforme, o semplice- sicurezza e la necessità della crittografia, o mente il fatto che diversi servizi non sono sulla natura degli scambi tra Sato e aziende disponibili senza la raccolta dei dati. Que- in materia di raccolta dati, sono certamen- ste impostazioni di default sono radicate te circolate (Hintz e Brown, 2017). Però, la negli standard generali e nel design delle consolidazione politica attorno alla giu- stesse infrastrutture e sono portate avanti stificazione della raccolta di dati su larga nelle operazioni di data mining. Allo stes- scala ha marginalizzato le possibilità di so tempo, le persone continuano a naviga- una opposizione fondamentale. In modo re, a negoziare costi e benefici, a modifica- certamente atipico, i gruppi per i diritti re le impostazioni dove possibile, ma con digitali e le libertà civili sono stati invitati la consapevolezza che un controllo reale a sedersi al tavolo delle consultazioni ed è sull’ambiente sia limitato. La «cultura del- stato concesso loro di partecipare ai pro- la sorveglianza» prevalente e i suoi estre- cessi di policy, ma la loro partecipazione è mi, come suggerisce Lyon (2017), dimo- presto diventata limitata ed è stato conces- strano come questa rassegnazione illustri so loro solo di fornire il proprio expertise e anche lo sforzo crescente per immaginare di vincere qualche battaglia su degli aspet- delle alternative. In linea con il «realismo» ti specifici delle policy di sorveglianza a di Fisher, le aspettative sono state ridotte spese di ogni possibile rivisitazione delle e la sorveglianza basata sui dati, insieme pratiche di sorveglianza e della raccolta alle violazioni percepite in relazione ai massiccia di dati. In quello che si può rite- diritti civili, diventa un piccolo prezzo da nere un «equilibrio di compromesso», det- pagare per essere protetti dal terrorismo, o to ancora in termini gramsciani, che vie- per avere la possibilità di partecipare nella ne a stabilizzare la sorveglianza come un società tramite i mezzi digitali. Questo rea- «senso comune», Hintz e Brown osservano lismo della sorveglianza è un realismo che come il riconoscimento dei gruppi attivisti parla a un’immaginazione ostacolata dove e le organizzazioni di advocacy come attori la dataficazione e la sorveglianza sono vi- legittimati ha «consentito alla società civi- ste come le uniche risposte alle storture le di partecipare al processo di policy, ma della società. ha anche esposto al rischio di normalizza- Per quanto i leak di Snowden abbiano re la sorveglianza perché l’opposizione è offerto delle opportunità di riflessione e stata sostituita con la collaborazione e ha delle sostanziali riforme sulla raccolta dei esposto le divergenze nell’agenda della so- dati, si è evitata ogni possibile discussio- cietà civile» (2017, p. 794). ne effettiva sulla possibilità di apportare Questi sviluppi parlano a un contesto modifiche sostanziali alle infrastrutture in cui le rivelazioni di Snowden, e le loro digitali. Sebbene siano state introdotte conseguenze, pur avendo creato consape- nuove legislazioni in Brasile, con il Marco volezza e disagio nei confronti delle infra- Civil Act, e cambiamenti al Freedom Act strutture digitali, illustrano anche la perse- negli Usa nella regolamentazione dei po- veranza della cultura della sorveglianza e teri di sorveglianza, non è stata messa in del “dataism». Quando Fisher ha descritto discussione la sorveglianza o l’economia il realismo capitalista, scriveva così della digitale che sostiene la cultura della sorve- crisi scoppiata nel 2008: «le speculazioni glianza. Molti Paesi hanno poi esteso i loro che vedevano il capitalismo sull’orlo del poteri in questo senso e hanno ampliato collasso si sono rivelate infondate; fu anzi le possibilità di raccolta dei dati, come è subito chiaro che, anziché essere un se- avvenuto nel Regno Unito con l’approva- gnale dell’imminente fine del capitalismo, zione dell’Investigatory Powers Act (Hintz il salvataggio delle banche serviva a riba- e Dencik, 2016). Il dibattito politico sulla dire nella maniera più manifesta possibile sorveglianza ha ristretto quello sulle policy l’assunto fondamentale del realismo capi- entro dei parametri molto limitati e il tut- talista: non c’è alternativa» (2018, p. 147). to è servito a rafforzare i poteri egemonici. Nel medesimo spirito, le conseguenze del
Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188 183 caso Snowden, in termini di policy e di sione limitata a critiche di ambito mora- tecnologia (basti pensare alla proliferazio- le, Fisher scriveva: «la povertà, la fame, le ne dell’intelligenza artificiale, dell’Internet guerre, possono essere presentati come of Things, delle “smart” city e delle “smart” aspetti inevitabili della realtà, mentre il home) hanno favorito altre occasioni e desiderio di eliminare tanta sofferenza po- modalità di raccolta e condivisione dei trebbe essere facilmente derubricato a in- dati e hanno dimostrato che le rivelazioni genuo utopismo (2018, pp. 50–51). Il reali- di Snowden non abbiano marcato la fine smo capitalista, pertanto, secondo Fisher, della sorveglianza. L’Investigatory Powers può solo essere minacciato se si dimostra Act era, per usare di nuove le parole di quanto sia «inconsistente e indifendibile: Fisher, una conferma dell’assunto fonda- insomma, ribadire che di ‘realista’ il capi- mentale del realismo della sorveglianza: talismo non ha nulla» (ibidem). non c’è alternativa. Nella sua analisi dei movimenti am- bientalisti in questa fase tarda del capitali- smo, Naomi Klein (2015) ha proposto una 5 Oltre il realismo della sorveglianza? critica simile. Per quanto ci sia una mag- giore consapevolezza nei confronti del Che potere ha, quindi, l’immaginazione cambiamento climatico e una revisione in uno stato di realismo della sorveglian- normativa sostanziale nei dibattiti mediati za? Ha il potenziale sia dell’oppressione e politici sulla crisi ambientale (Castells, che dell’emancipazione; può limitare o 2009), si è anche assistito al una volontà espandere quello che riteniamo possibile. più costante di coinvolgimentodelle rispo- Come Castioradis, Ricoeur e Taylor hanno ste pubbliche e di resistenza. Una questio- spiegato in modo chiaro, la preoccupazio- ne chiave è stata la mercificazione delle ne per le dimensioni creative e collettive preoccupazioni ambientali come l’idea dell’immaginazione come immaginario per la quale sarebbe possibile «comprare sociale è anche una preoccupazione nei green» tramite il consumo più consape- confronti dei modi in cui l’ordine istitu- vole dal punto di vista ambientale. Que- ito della società viene problematicizzato sto ha, allo stesso tempo, attribuito status in cerca del «possibile» da opporre a ciò socio-economico all’ambientalismo come che viene «dato» (Adams et al., 2015). Ogni stile di vita consumistico ispirazionale, ordine sociale stabilito include sempre la contribuendo a individualizzare la rispo- resistenza, e la scia del caso Snowden ha sta al problema. Come se la responsabilità anche incluso nuove sfide al realismo del- della resistenza ambientale fosse da attri- la sorveglianza. Ad ogni modo, la natura buirsi al consumatore individuale (Scott, della resistenza in un ordine istituito è 2010). Klein (2015) sottolinea anche i li- anche in parte generata e costruita dalle miti dell’impegnarsi per l’ambiente come circostanze di quella società. Nel suo libro fosse una questione di coscienza morale, Fisher descriveva i movimenti anti-capita- o dell’inquadrarla come un’opportunità listi come un «burlesco rumore di fondo» di van taggio competitivo nell’economia per il realismo capitalista (2017, p. 46), il di mercato, invece che porla in modo più cui obiettivo reale non era sostituire il ca- diretto come una questione di giustizia pitalismo ma mitigarne i suoi eccessi peg- economica. «Un altro altro tipo di movi- giori. Per quanto Fisher sia stato criticato mento per il clima», scrive Klein, «avrebbe per il suo cedimento alla «malinconia di cercato di sfidare l’ideologia estremista sinistra» (Hoffman, 2016), un aspetto in- che stava bloccando gran parte delle ini- teressante è certamente la sua preoccu- ziative più ragionevoli, unendosi con altri pazione per il rifiuto dell’organizzazione settori per mostrare come il potere senza politica nelle formulazioni di resistenza a vincoli delle imprese costituisse una grave quel tempo, e una svolta in direzione delle minaccia all’abitabilità del pianeta» (Klein critiche morali del capitalismo che pote- 2015, pp. 34–35). vano solo rafforzare il realismo capitalista. Nel pensare alla resistenza alla sor- Nel discutere i problemi di una discus- veglianza nella fase post-Snowden que-
184 Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188 ste preoccupazioni possono dare forma veglianza (Dencik et al., 2016). In parte, il a una critica utile. Per quanto ci sia stata rischio è che il ricorso a risposte tecnologi- una crescente consapevolezza del proble- che spinga eccessivamente in direzione di ma, insieme a degli sviluppi importanti, comprensioni individuali della resistenza nell’attivismo che ha cercato di mettere in in cui starebbe agli individui il compito discussione i trend dominanti della data- di cambiare il loro comportamento. Que- ficazione (Milan e van der Velden, 2016), sto significa che mettere in discussione la la resistenza nella scia del caso Snowden raccolta dati diventerebbe un atto indivi- è anche proseguita attraverso strade par- duale basato sulle competenze percepite ticolari. Tra queste, si è vista la ricerca tec- e la capacità di impegnarsi nelle pratiche nologica per la protezione contro la sorve- digitali di difesa della privacy, come l’uso glianza (quello che Milan e van der Velden di software di crittografia, di browser ano- chiamano data attivismo «reattivo») e il nimizzanti e il cambiamento dei settaggi lobbying in relazione alle policy di privacy di sicurezza. Fare lobbying per la riforma e di protezione dei dati (Dencik e Hintz, delle policy e impegnarsi nell’attivismo, 2017). Le discussioni atte a fornire infra- nel frattempo, è spesso legato a singoli strutture di comunicazione sicure sono saperi tecnici o specializzati che potrebbe proliferate dopo le rivelazioni di Snow- relegare il dibattito a pochi esperti ricono- den con «numerose iniziative per i diritti sciuti (Hintz e Brown, 2017). digitali e la libertà di Internet che hanno Inoltre, la resistenza alla sorveglianza proposto nuovi metodi di comunicazione nel post-Snowden si è spesso concentra- per gli attivisti (e i cittadini) con l’uso del- ta sul cercare di mitigare i danni eccessivi la crittografia» (Aouragh et al., 2015, 213). della dataficazione e non sul mettere in di- La crescita dell’uso di strumenti per la di- scussione i suoi sviluppi su un piano più fesa della privacy come Signal indica una fondamentale. Gürses et al. (2016) hanno crescente consapevolezza nei confronti sottolineato come questo abbia portato a delle pratiche di sorveglianza. In parallelo campagne per i diritti digitali incentrate a questo, i gruppi per i diritti civili e digi- sulla sorveglianza «targetizzata» vista co tali, come Open Rights Group, Big Brother me un’alternativa benigna alla sorveglian- Watch, Article 19 e Liberty nel Regno Uni- za di massa. Come hanno scritto Gürses to, hanno pubblicato regolarmente le loro et al. questo porta all’instaurazione di al- prese di posizione su questi temi, organiz- cuni frame de-politicizzati che non sono zando dibattiti pubblici e facendo azione in grado di tenere in considerazione i modi di lobbying nei confronti dei legislatori in in cui la sorveglianza è stata storicamen- particolare in occasione del varo dell’In- te centrale per il controllo di specifiche vestigatory Powers Act. Questo è stato ac- comunità o come un modo di limitare e compagnato da operazioni di attivismo e sopprimere il dissenso. Oltre a ciò, que- legali con cui questi gruppi hanno portato sto genere di frame serve a fortificare il i governi in tribunale per specifiche policy compromesso tra privacy e sicurezza che e hanno fatto sforzi collettivi per cambiare sostiene la narrativa del realismo della sor- gli standard tecnici e i protocolli di speci- veglianza per la quale la raccolta dei dati fiche istituzioni e organi, come la Inter- sia una parte necessaria e inevitabile della net Corporation for Assigned Names and società contemporanea. Per quanto que- Numbers (ICANN) (Dencik et al,. 2016). ste risposte siano costruite attorno a ciò Questi sforzi sono stati certamen- che è percepito come possibile, quello che te significativi per creare un ambiente manca in questi tentativi è una forma di di contestazione entro cui mettere in di- resistenza che sottolinei in modo esplici- scussione la raccolta dati su larga scala e to come la dataficazione e la sorveglianza respingere alcune pratiche di sorveglian- digitale siano connesse agli interessi eco- za. Detto questo, la resistenza ha anche nomici dominanti e alle agende politiche faticato a mettere in discussione l’imma- delle società del capitalismo avanzato. ginario sociale più ampio e a fornire una Questi processi non sono né accidentali minaccia sostanziale al realismo della sor- né inevitabili ma servono a una particolare
Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188 185 forma di organizzazione sociale. In questo nomiche, sociali, culturali, ecologiche e contesto, identificare le violazioni con- tecnologiche nell’articolare sia i problemi tro la privacy dei singoli come centro del che le soluzioni (si veda Hintz et al., 2018). problema fa poco per rivelare le strutture Puntare il dito verso il realismo della sor- di potere che danno forma alle infrastrut- veglianza, in questo contesto, invita a una ture digitali. E la protezione della privacy maggiore politicizzazione del modo in cui per via tecnologica individuale fa poco per costruire l’immaginazione utopica (e qui cambiarle. faccio riferimento anche al lavoro sulle Invece, un’analisi della sorveglian- «vere utopie» di Olin Wright, 2010). Come za come «realismo» invita a una critica nota Fisher, «non esiste niente che sia in- più sistemica della dataficazione in cui natamente politico: la politicizzazione ri- la resistenza è intimamente connessa a chiede un agente politico che trasformi il questioni sociali e di giustizia economi- dato-per-scontato in una messa-in-palio» ca, qualcosa che è stato definito come (2018, p. 149). Il realismo della sorveglian- movimento per la “data justice” (Dencik za identifica la raccolta dati contempora- et al., 2016). Nello spingere un framework nea (spesso indesiderabile) nella forma di di questo tipo, lo scopo sarebbe quello di una contingenza che è stata attivamente situare la sorveglianza nel contesto degli costruita come qualcosa di inevitabile e interessi che guidano questi processi, e le che può, di conseguenza, essere messo in organizzazioni sociali ed economiche che discussione e ricostruito. li rendono possibili. Ad esempio, questo ri- chiederebbe di occuparsi anche dei modi in cui la raccolta dei dati e la loro analisi 6 Conclusioni racchiudano forme di discriminazione ed esclusione che sono istituzionalizzate e Riferendomi alla nozione di «realismo ca- storicizzate e che limitano le opportunità e pitalista» di Mark Fisher come a un modo la partecipazione di alcune comunità nella per comprendere la condizione sociale società (Gangadharan et al., 2015; Euban- contemporanea in relazione alla sorve- ks, 2018). Allo stesso modo, le asimmetrie glianza e al paradigma della dataficazione, di potere tra chi raccoglie e analizza i dati questo articolo propone un modo di in- e coloro i quali sono oggetto della raccol- terpretare la contingenza e la costruzione ta sono una caratteristica intrinseca della del nostro ambiente digitale corrente. La dataficazione (Citron e Pasquale, 2014) e necessità percepita e l’inevitabilità della sono viste come un’espressione delle cre- raccolta di dati su larga scala sono sta- scenti concentrazioni di potere in poche te avanzate in parte con un equilibrio di mani e in relazione ad ampi trend di priva- compromesso, per usare la terminologia tizzazione e deregulation. Oppure, la na- di Gramsci, dove la normalizzazione di tura aziendale e centralizzata dei sistemi una cultura della sorveglianza ha stabi- di raccolta dei dati deve essere compresa lizzato la natura delle sue infrastrutture in relazione all’organizzazione dell’econo- digitali di oggi come un «senso comune». mia digitale e dei rapporti di lavoro e di go- Questo ha portato a un immaginario so- vernance che li sostengono (Scholz, 2017). ciale di rassegnazione alla raccolta dati, In questo senso, le questioni economiche nonostante i sentimenti prevalenti di disa- e di giustizia sociale vengono prima di gio e di consapevolezza dei suoi effetti di- qualsiasi analisi e dello sviluppo di infra- scriminatori e oppressivi. Nel contesto del strutture per i dati e il loro posizionamen- realismo della sorveglianza, le ingiustizie to nella società. e le fallacie del sistema diventano però un Per quanto questo non sia lo spazio piccolo prezzo da pagare per contrastare per occuparsene in modo esteso, la resi- l’inefficienza, le minacce e il terrore. stenza, attraverso queste lenti, potrebbe I leak di Snowden sono stati un gran- includere una collaborazione dinamica de momento per l’avanzamento del reali- tra diversi gruppi e movimenti della so- smo della sorveglianza. Le inchieste han- cietà civile che combini dimensioni eco- no fornito dettagli senza precedenti sugli
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