Il realismo della sorveglianza e le politiche dell'immaginazione: non c'è alternativa? - HOPE

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Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188

Il realismo della sorveglianza e le politiche dell’immaginazione:
non c’è alternativa?
Lina Dencik, Università di Cardiff, School of Journalism, Media and Culture and Data Justice Lab,
dencikl@cardiff.ac.uk
Translated by Philip Di Salvo
From the English paper: Dencik, L. (2018). Surveillance realism and the politics of imagination: Is
there no alternative? Krisis. Journal for Contemporary Philosophy, 1. Disponibile da https://krisis.eu/
surveillance-realism-and-the-politics-of-imagination-is-there-no-alternative/

Abstract
This article engages with the interplay between data-driven surveillance and contemporary social imaginar-
ies, using research based on the aftermath of the Snowden leaks. Drawing on Mark Fisher’s use of the
term “realism” in relation to capitalist realism, I advance the argument here that public debate and response
to the Snowden leaks indicate a similar ‘‘pervasive atmosphere” that comes to regulate thought and action,
in which the active normalization of surveillance infrastructures limits the possibilities of even imagining
alternatives – a condition I describe as “surveillance realism”. In so doing, the article posits a way to reveal
the contingency and construction of our current digital environment, advancing a critique suitable for an
emancipatory politics.

Keywords
surveillance realism; social imaginary; Edward Snowden; datafication; data justice

Abstract (italiano)
Questo articolo indaga i punti di contatto tra la sorveglianza digitale e gli immaginari sociali contemporanei,
basandosi sui risultati di ricerche svolte sulle conseguenze del caso Snowden. Facendo riferimento all’uso di
Mark Fisher del termine «realismo» nella sua accezione di «realismo capitalista», sostengo qui che il dibatti-
to pubblico sorto attorno alle rivelazioni di Snowden indichi una simile «atmosfera pervasiva» in grado di indi-
rizzare il pensiero e l’azione e dove la normalizzazione attiva delle infrastrutture di sorveglianza limita persino
le possibilità di immaginazione di alternative, una condizione che definisco «realismo della sorveglianza».
In questo senso, l’articolo propone una possibilità di rivelazione della contingenza e della costruzione del
nostro ambiente digitale contemporaneo, proponendo una critica funzionale a una politica di emancipazione.

Parole chiave
realismo della sorveglianza; immaginari sociali; Snowden; datafication; data justice

Note
Invited paper for the Thematic Section on ECREA 2018 devoted to the 7th European Communication Confe­
rence of the European Communication and Research Association (ECREA), held in Lugano from October
31st to November 3rd, 2018.

                                https://doi.org/10.24434/j.scoms.2019.02.003
                                © 2019, the authors. This work is licensed under the “Creative Commons Attribution –
                                NonCommercial – NoDerivatives 4.0 International” license (CC BY-NC-ND 4.0).
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1     Introduzione                                   ticolare e mettere in essere delle alternati-
                                                     ve. Quindi, l’immaginazione può sia aprire
«Qualcuno una volta ha detto che è più               che chiudere una possibile direzione di
facile immaginare la fine del mondo che              critica (Bottici e Challand, 2011).
la fine del capitalismo» scriveva Frederic                Il capitalismo, e il suo immaginario
Jameson in una riflessione divenuta cele-            politico-economico nel contesto della mo-
bre e dedicata ai parametri soffocanti della         dernità (Adams et al., 2015), è strettamente
vita culturale nelle società del tardo-ca-           connesso alle forme contemporanee della
pitalismo. Facendovi direttamente rife-              sorveglianza. Oggi, il capitalismo avanza
rimento, Mark Fisher, nel suo omonimo                grazie a una logica di accumulazione ba-
libro uscito nel 2009 [e tradotto in italiano        sata sulla capacità di monitorare e trac-
da NERO Editions nel 2018, ndt1], ha pro-            ciare differenti forme di attività sociali, al
posto il concetto di «realismo capitalista»          fine di prevedere e modificare il comporta-
come un modo di articolare la peculiare              mento umano e ottenere ricavi e controllo
persistenza di un sistema che aveva dimo-            sul mercato. Questo ordine informativo è
strato di essere pieno di falle, molto ingiu-        stato definito da Shoshana Zuboff già nel
sto e iniquo nelle sue ricompense (Fisher,           2015 come «capitalismo della sorveglian-
2009). Sulla scia della crisi finanziaria, Fi-       za», un modello che, nell’ottica dell’autri-
sher descriveva la condizione contempo-              ce, viene promosso grazie ai “big data” ed è
ranea del realismo capitalista come una              sostenuto da un’economia digitale basata
«atmosfera pervasiva» in grado di regola-            sulla raccolta di dati su vasta scala e sulla
mentare il pensiero e le azioni, di limitare         loro analisi. Turow et al. (2015) sostengono
le possibilità e persino la stessa immagi-           che questo ordine costituisca ora quello
nazione di alternative: «[è] la sensazione           che si può definire come un «immaginario
diffusa che non solo il capitalismo sia l’u-         del 21 esimo secolo», in cui è possibile os-
nico sistema politico ed economico oggi              servare come la normalizzazione discorsi-
percorribile, ma che sia impossibile anche           va e istituzionale delle infrastrutture della
solo immaginare un’alternativa coerente»             sorveglianza pervada sempre più aspetti
(Fis­her 2018, 26). Descrivendo il capitali-         della vita quotidiana. Nonostante siano
smo in questi termini, l’ambizione di Fi-            state sollevate varie preoccupazioni sulla
sher era quella di sottolinearne la natura           possibilità che queste infrastrutture pos-
contingente e distruggerne l’apparenza di            sano essere ingiuste, Turow sostiene che la
ordine «naturale» ineluttabile.                      raccolta costante e onnipresente dei dati
     Il dominio e la resilienza del capita-          sia diventata un «senso comune», o un set
lismo contemporaneo sono un tema di                  di pratiche a cui le persone si sarebbero
ampio dibattito per quanto riguarda le               ampiamente rassegnate.
politiche dell’immaginazione e, collegato                 In questo articolo punto a interagire
a questo aspetto, al campo degli immagi-             con la relazione che intercorre tra la sor-
nari sociali e politici (Adams et al., 2015).        veglianza basata sui dati e gli immaginari
Con riferimento all’immaginazione e agli             sociali contemporanei, appoggiandomi
immaginari, quello che ci viene chiesto è            ai risultati delle ricerche condotte sulle
considerare il modo in cui razionalizziamo           conseguenze del caso Snowden – scop-
la società, per come essa viene istituita di         piato nel giugno del 2013 – che ha rive-
pratiche sociali mentre queste emergono,             lato dettagli senza precedenti sui pro-
si formano e si riproducono. E, allo stesso          grammi di sorveglianza contemporanei.
modo, come la società ne è anche forza               Facendo affidamento all’uso del termine
istituente. Pertanto, un interesse per le po-        «realismo» di Fisher in relazione al «reali-
litiche dell’immaginazione è tanto rivolto           smo capitalista», sosterrò che il dibattito
verso il modo in cui le istituzioni e le pra-        pubblico sorto dopo il caso Snowden e le
tiche sociali vengono legittimate e portate          risposte che esso ha favorito abbiano in
avanti, quanto alle stesse possibilità di ar-        realtà fatto emergere una simile «atmosfe-
1 Fisher, M. (2018). Realismo capitalista. Ro­ma:    ra pervasiva» figlia di una forma simile di
  NERO Editions.                                     realismo. Questa atmosfera è in grado sia
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di indirizzare il pensiero e l’azione che di                più come riproduttiva o imitativa (Adams
normalizzare l’operato delle infrastrutture                 et al., 2015). Nella sua opera fondamenta-
di sorveglianza fino a limitare le possibilità              le sull’istituto immaginario della società,
di immaginazione di possibili alternative.                  Cornelius Castoriadis (1987) si sofferma
Questa condizione è per me il «realismo                     sulle forme di significato collettive, istitu-
della sorveglianza». Allo stesso tempo,                     ite e istituenti, e sulla dimensione sociale
utilizzerò il concetto per sottolineare al-                 della condizione umana. Per Castoriadis,
cune opportunità e alcune sfide connes-                     l’immaginazione è quindi connessa più a
se all’articolazione e all’attuazione di una                un immaginario sociale che diventa cen-
possibile resistenza, come quelle che sono                  trale per l’esistenza di una società, nel
emerse in forma di “data activism” (Milan                   senso che l’immaginario sociale istituente
e van der Velden, 2016). Mentre la ricerca                  è sempre allo stesso tempo istituito. Anti-
si è incentrata per lo più sul Regno Unito                  cipando sia il concetto di ideologia che di
e il caso Snowden, mi rifarò qui a dibatti-                 utopia per come sono presentati nell’o-
ti più ampi e a studi che hanno illustrato                  pera di Ricoeur (Bottici e Challand, 2011;
alcuni sviluppi cruciali. Analizzando le                    Adams et al., 2015), Castoriadis presenta
attività e le risposte pubbliche in questo                  una visione dell’immaginazione radicale
senso, il punto è, di nuovo in continuità                   in senso duplice: senza di essa non può
con Fisher, «rivelare che ciò che ci viene                  esserci una realtà e, allo stesso tempo,
presentato come necessario e inevitabile                    l’immaginazione può sempre mettere in
altro non è che una contingenza» in un                      discussione i suoi oggetti, rivelando possi-
modo che consenta di avanzare una poli-                     bili alternative.
tica di emancipazione che di conseguenza                          Nell’avanzare un concetto di imma-
dimostri «che quanto abbiano finora repu-                   ginario sociale, «realtà» e «soggetto» si
tato impossibile è, al contrario, a portata di              in­trecciano. Come affermato da Taylor
mano» (Fisher, 2018, p. 51).                                (2004, p. 2), l’immaginario sociale non è
     Inizierò delineando il ruolo dell’im-                  un set di idee ma, al contrario, è ciò che
maginazione nel sostenere e nello sfida-                    rende possibile le pratiche di una società,
re gli ordini sociali prima di cominciare a                 dando loro senso. Per Taylor, questo punto
discutere gli immaginari contemporanei                      è centrale per la comprensione della na-
della sorveglianza e della dataficazione,                   tura della modernità e per la concezione
fornendo esempi provenienti dagli svilup-                   dell’ordine morale della società che lo ac-
pi di questa fase post-Snowden. Sulla base                  compagna. Taylor descrive questa relazio-
di questo, sosterrò che il realismo della                   ne come una forma di embeddedness in cui
sorveglianza è utile per comprendere le                     certe auto-comprensioni sono incluse in
politiche dell’immaginazione in relazione                   determinate pratiche che sono promosse
alla raccolta costante di dati e concluderò                 dalla loro diffusione e che contribuiscono
prendendo in considerazione come sia                        anche a dar loro forma e a essere ricono-
possibile mettere in atto una forma di re-                  sciute. Si tratta, per come sostiene lo stes-
sistenza.                                                   so Taylor, di «una questione di identità – i
                                                            limiti contestuali all’immaginazione del
                                                            sé – e di un immaginario sociale, i modi in
2    Le politiche dell’immaginazione                        cui siamo in grado di pensare o immagi-
                                                            nare tutta la società» (2004, p. 63). Il focus
Le prime formalizzazioni del concetto,                      è quindi sul modo in cui le persone «im-
come quelle articolate da Aristotele o più                  maginano» gli spazi sociali attorno a loro
tardi dalla tradizione kantiana, inquadra-                  e che sono condivisi con ampi gruppi di
vano l’immaginazione in relazione alle                      persone se non l’intera società, portandoli
capacità individuali. Solo con l’emergere                   a una comprensione pubblica che rende
degli immaginari sociali come un cam-                       possibile pratiche comuni e un senso am-
po specifico si è iniziato a enfatizzare gli                piamente condiviso di legittimazione.
aspetti sociali dell’immaginazione e a trat-                      In questo senso, concentrarsi sull’im-
tarla come autenticamente creativa e non                    maginazione in questa forma collettiva
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aiuta a comprendere come i sistemi ven-           maginari sociali, è comunque interessato
gano legittimati e cosa viene percepito           a quella che lui definisce come «atmosfera
come possibile. Mentre i concetti di imma-        pervasiva», articolata nella circolazione di
ginazione e immaginario sono stati usati          prodotti culturali ed evidente nell’ambito
in vari modi (inclusa la vasta discussione        del lavoro e dell’educazione, in cui il capi-
sugli immaginari socio-tecnici nell’am-           talismo ha «colonizzato i sogni», abbassan-
bito dei science and technology studies),         do le nostre aspettative fino a trasformar-
io mi focalizzerò sulle modalità con cui le       le nell’accettazione che, come sosteneva
persone attribuiscono senso alle istituzio-       Margaret Thatcher durante lo sciopero dei
ni e alle pratiche sociali. Pertanto, faccio      minatori, in una delle sue citazioni dive-
affidamento al settore degli immaginari           nute più note: «non c’è alternativa». Come
sociali per come è stato definito da Adams        sostiene sempre Fisher, il «realismo» qui è
et al. (2015, p. 19) e per come illustra «i       analogo alla prospettiva deflazionaria del
modi in cui le configurazioni culturali di        depresso che crede che ogni stato positivo
significato configurano creativamente             o di speranza sia un’illusione pericolosa.
l’incontro umano e la formazione (come            Questo punto è ancora più vicino ad alcu-
articolazione e «fare») con il mondo, da          ni dibattiti recenti sulla resilienza del capi-
un lato, e, dall’altro, i modi in cui questi      talismo neoliberista e la relativa mancanza
modi articolano la loro centralità per l’e-       di capacità di immaginazione politica per
mergere, la formazione e la riproduzione          l’articolazione di alternative. Quello che è
delle istituzioni e delle pratiche sociali del    accaduto è stata una chiusura nell’imma-
cambiamento e della continuità socia-             ginario economico che ha preso la forma
le». In particolare, faccio affidamento qui       della depoliticizzazione, intesa come la
alla nozione di immaginazione radicale,           negazione attiva della necessità di una di-
per come espressa da Castoriadis, ovvero          scussione pubblica e politica dei fini e dei
come lo studio di cosa limita la nostra im-       mezzi dell’economia di mercato (Adams
maginazione e lo studio di cosa, invece, la       et al., 2015; Straume e Humphrey, 2010).
espande. Allo stesso modo, la definizione         Questo è anche connesso alle nozioni
di Ricoeur dell’immaginazione riprodut-           foucaultiane di normalizzazione come il
tiva come punto centrale dell’ideologia e         modo in cui le norme di condotta vengo-
dell’utopia situa l’immaginazione ideolo-         no stabilite e rafforzate tramite le pratiche
gica come ciò che riproduce l’immagine            discorsive sostenute dalle sanzioni istitu-
che una società ha di se stessa, mentre           zionali (Foucault, 1977). Ad ogni modo, la
l’immaginazione utopica produce invece            prospettiva di Fisher sul «realismo» pone
immagini alternative per la società in gra-       più esplicitamente attenzione alla margi-
do di mettere in discussione quelle ideolo-       nalizzazione attiva delle alternative e alla
giche (Ricoeur, 1986). Questo può arrivare        limitazione di ogni resistenza. Pertanto, il
a servire una politica di emancipazione           focus si sposta sulla costruzione di cosa sia
tramite l’approccio di legittimizzazione          considerabile come possibile. Nel pensa-
delle pratiche riconosciute e delle artico-       re a come le persone diano senso alla so-
lazioni culturali che le accompagnano,            cietà, e comprendendo l’uso di Fisher del
che sono costruite socialmente. Il modo in        termine «realismo» per articolare la chiu-
cui immaginiamo i nostri dintorni sociali         sura relativa delle articolazioni culturali
non è per forza necessario o inevitabile.         del mondo come parte di una negazione
Le politiche di emancipazione servono a           attiva di un dibattito politico, guarderò ora
rivelare le relazioni di potere che sosten-       alla sorveglianza basata sui dati tramite la
gono ogni ordine percepito come naturale          sua stessa lente.
e sono uno strumento per nutrire simul-
taneamente delle immaginazioni alterna-
tive.
     Per quanto Mark Fisher, nella sua de-
scrizione del realismo capitalista, non fac-
cia riferimento esplicito al campo degli im-
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3    La cultura della sorveglianza                          «curriculum nascosto», che si riferiva alle
     e il dataismo                                          norme sociali e alle regole nell’educazio-
                                                            ne che sono state accettate con la ripeti-
Nell’analizzare i cambiamenti dell’am-                      zione e i valori impliciti messi in campo
biente di consumo nel ventunesimo seco-                     nelle scuole che connettono i giovani alle
lo, Turow et al. (2015) hanno combinato la                  strutture di potere nella società e che de-
nozione di Taylor di immaginario sociale                    finiscono per loro le relazioni. Questo può
con il concetto di Gramsci di egemonia,                     essere esteso all’educazione che le perso-
al fine di articolare la connessione della                  ne ricevono tramite i media e la cultura in
sorveglianza basata sui dati con la vendi-                  riferimento a tutte le istituzioni (Gerbner,
ta al dettaglio. Per Gramsci, l’egemonia è                  1972), compreso, come suggerisce Turow,
un modo di comprendere come il pote-                        lo spazio del commercio. Esiste una pre-
re venga esercitato senza, o in aggiunta,                   valenza di sistemi di simboli che designa-
alla coercizione. Il concetto si basa su un                 no, per esempio, il significato di cosa sia
«equilibrio di compromesso» raggiunto                       l’abbigliamento di moda, la felicità all’a-
dalle concessioni che i gruppi subordinati                  ria aperta o la ricchezza, codici che chi fa
ottengono dallo stato borghese, che è poi                   shopping dà per scontati. Secondo Turow,
mantenuto tramite il coordinamento con-                     ci troviamo ora «alla cuspide di un’era del
creto degli interessi da parte della società                commercio che sta aggiungendo una rou-
civile. La società civile, o la sfera pubblica              tine di attività di sorveglianza completa-
dove le idee e le credenze prendono for-                    mente nuova e che sta portando con sé
ma, viene a riprodurre l’egemonia tramite                   anche la lezione sottotraccia secondo la
gli «intellettuali organici» nei media, nelle               quale sia comune, per chi fa acquisti, ac-
università e le istituzioni religiose che poi               cettare la profilazione individuale e il con-
danno spazio a valori sociali e alla legitti-               cludere affari come parte del processo di
mizzazione di un «senso comune» (Gram-                      acquistare cose» (2017, p. 18).
sci, 1971; Wood, 2015). Mentre il concetto                       Se il focus di Turow è particolarmen-
di egemonia enfatizza in che modo il sen-                   te incentrato sulla sorveglianza basata sui
so comune si istituzionalizzi come parte di                 dati negli spazi commerciali, la sua analisi
certi meccanismi sociali e relazioni di po-                 della normalizzazione delle infrastrutture
tere, l’immaginario sociale di Taylor, inve-                di sorveglianza nella vita quotidiana ha
ce, cattura le sfumature della vita quotidia-               un’eco che va oltre a questa dimensione
na e le sue pratiche. Combinando questi                     e che è pertinente in relazione al dibattito
approcci, Turow et al. (2015) sostengono                    post-Snowden in modo più ampio. Quan-
che, nel corso del tempo, i consumatori                     do i documenti fatti trapelare dal whist-
abbiano istituzionalizzato l’accettazione                   leblower vennero pubblicati la prima volta
di un ambiente di commercio al dettaglio                    nel giugno del 2013, essi confermarono –
che da un approccio basato sulle lenti de-                  pur generando stupore – la comprensione
mografiche ampie è passato al monitorag-                    prevalente delle pratiche di sorveglianza. I
gio diretto sugli individui che cedono flus-                documenti dettagliavano infatti la conti-
si di dati, spesso in tempo reale. Le società               nuazione dello sviluppo di quella che era
tecnologiche e di consulenza assistono i                    stata prima descritta come «società della
commercianti nel ridare forma agli acqui-                   sorveglianza» (Rule, 1973; Lyon, 1994), ma
renti, ai negozi e agli affari, in modo che i               che rappresentava anche una congiuntura
clienti diventino istituzionalizzati in quel-               specifica di come la sorveglianza veniva
li che Turow et al. intendono come valori                   concettualizzata e discussa. Le concezioni
dati per scontati, abitudini e aspettative                  classiche, come quella del «Panopticon» di
di un mercato sempre più guidato dai dati                   Foucault o del «Grande fratello» di Orwell,
e discriminatorio. Nel suo libro successi-                  facevano fatica a dare conto degli svilup-
vo sul tema, Turow (2017) si rifà alla sua                  pi tecnologici e delle incarnazioni più re-
definizione di raccolta dati come «senso                    centi delle pratiche di sorveglianza (Brow-
comune» facendo riferimento alla nozio-                     ne, 2015). Inoltre, concetti come quelli di
ne di Jackson, risalente invece al 1968, di                 «stato di sorveglianza» e «società della
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sorveglianza» non sono più efficaci per                  Nel dare enfasi ai soggetti come par-
descrivere le forme contemporanee che             tecipanti attivi nella sorveglianza, Lyon
la sorveglianza assume. Come è stato reso         guarda a una dinamica di potere più com-
esplicito con le rivelazioni di Snowden, lo       plessa di quelle incluse nelle discussioni
stato non è più l’unico, e forse nemmeno          precedenti sul tema, che si erano con-
il principale, arbitro della sorveglianza. Al     centrate principalmente sui modi in cui
contrario, ci dobbiamo confrontare con            la sorveglianza potesse essere esercitata
ciò che Harcourt (2015, p. 66) descrive           dall’esterno, da un attore sull’altro. Occor-
come una nuova «oligarchia» costituita da         re però considerare come diverse «menta-
un «amalgama composto dall’intelligence,          lità e pratiche di sorveglianza» diventino
dalle entità commerciali, dalla Silicon Val-      manifeste (Lyon 2017, 828). Questo fa rife-
ley, dagli interessi militari, dai social me-     rimento alla partecipazione attiva da parte
dia, dalla Inner Beltway di Washington DC,        dei cittadini al modo in cui i dati vengono
dalle multinazionali, dal centro di Manhat-       generati, un elemento che fa parte delle
tan e da Wall Street». Questa «oligarchia» è      interazioni umane con gli ambienti digita-
il prodotto, in parte, di interessi condivisi     li. I dati sono raccolti sulla base di elementi
per la sicurezza (dallo spionaggio azienda-       che potrebbero essere descritti come atti-
le straniero, all’hacking, per esempio) dal       vità «volontarie» di «ordinari cittadini» che
governo, dalle aziende tecnologiche e in          «decidono» di condividere i loro dati. Op-
congiunzione con la crescita nel neoliberi-       pure, come sostiene Harcourt (2015, 19),
smo e i conseguenti trend di deregulation,        non tanto per una scelta, quanto più per
outsourcing e privatizzazione.                    una «sensazione di necessità». Le infra-
     Per David Lyon, la natura contempo-          strutture digitali ci spingono a partecipare
ranea della sorveglianza non può più esse-        all’estrazione dei dati non solo per la loro
re compresa esclusivamente in termini di          onnipresenza ma anche per via della «sor-
«società della sorveglianza», un concetto         veglianza seducente» che marca le loro
originariamente concepito per indicare «i         manifestazioni tecnologiche (Troullinou,
modi in cui la sorveglianza si stava rove-        2016). Le tecnologie che finiscono per fa-
sciando al di fuori dei suoi contenitori pre-     cilitare la sorveglianza, sostiene Hartcourt
cedenti, come i dipartimenti governativi,         (2015), «sono proprio quelle che noi bra-
le agenzie di policing e i luoghi di lavoro,      miamo». Hartcourt si è spinto fino a so-
per andare a toccare diversi aspetti della        stenere che oggi staremmo vivendo in una
vita di ogni giorno» (2017, p. 826). Quello       società di esposizione ed esibizione, una
che manca a queste considerazioni sono            “expository society” che prende la struttu-
i ruoli attivi giocati dai soggetti della sor-    ra architettonica di un padiglione di spec-
veglianza e una maggiore attenzione ai            chi in cui siamo non solo visti ma in cui
modi in cui i cittadini, i consumatori e i        «giochiamo ed esploriamo, scattiamo sel-
dipendenti fanno esperienza e sono coin-          fie e foto agli altri» (Hartcourt 2015, p. 107).
volti direttamente nella sorveglianza. Lyon              Interi gruppi sociali sono integrati
suggerisce, invece, in linea con l’analisi di     dentro sistemi di tracciamento e monito-
Turow, che occorra comprendere la sorve-          raggio, che avviene in modo continuo e
glianza all’interno delle pratiche quotidia-      in tempo reale. Andrejevic (2017) ha de-
ne e nel tessuto della cultura della società.     scritto questo paradigma come il passag-
Avanzando il concetto di «cultura della           gio dai modi panottici di sorveglianza alla
sorveglianza», Lyon cerca quindi di sotto-        «sorveglianza ambientale», la sostituzione
lineare come la sorveglianza stia diventan-       della sorveglianza selettiva e disciplinare
do parte di una way of life: «dall’essere un      con un monitoraggio perpetuo e costan-
aspetto istituzionale della modernità o un        te. Il potere, in una società di questo tipo,
modo favorito dalla tecnologia di discipli-       secondo Hartcourt (2015), circola con una
na e controllo, essa viene ora internaliz-        nuova forma di razionalità, guidata dai
zata e fa parte delle riflessioni quotidiane      processi algoritmici basati su una logica
sulla realtà e sul repertorio delle pratiche      da doppelgänger digitale in cerca del no-
quotidiane» (Lyon 2017, p. 825).                  stro doppio in forma di dati. Questo av-
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viene quando la raccolta continua di dati                   4     Il realismo della sorveglianza
estratti dalle tracce digitali che ci lasciamo                    post-Snowden
alle spalle quando interagiamo con gli am-
bienti digitali viene utilizzata per identifi-              Le rivelazioni di Edward Snowden sono
care, classificare, analizzare, archiviare o,               una componente importante per illustrare
altrimenti, «controllare l’accesso ai beni e                ulteriormente la natura di questo paradig-
ai servizi che definiscono la vita nella so-                ma della dataficazione. Avendo lavorato
cietà capitalistica moderna» (Gandy 1993,                   come contractor per la National Security
p. 15). Come Van Dijck (2014, p. 198) ha in-                Agency (NSA), Edward Snowden aveva
dicato, «i metadati sembrano essere diven-                  ottenuto accesso privilegiato alle informa-
tati una moneta di scambio regolare per i                   zioni relative ai programmi di sorveglian-
cittadini che vogliono pagare per i loro                    za segreti gestiti dalla National Security
servizi di comunicazione e la sicurezza, un                 Agency (NSA) e dal British Government
trade-off che si è annidato nella comfort                   Communications Headquarters (GCHQ),
zone di molte persone». Stiamo assistendo                   tra gli altri. Nel 2013, Snowden aveva con-
alla graduale normalizzazione di questa                     segnato queste informazioni ad alcune
dataficazione come un nuovo paradigma                       organizzazioni mediatiche di primo piano
nelle scienze e nella società». Questa nor-                 e, a partire da giugno 2013, testate giorna-
malizzazione è guidata da un’ideologia                      listiche come The Guardian, The Washin-
che Van Dijck chiama «dataismo». Dal suo                    gton Post, Der Spiegel e The New York Times
punto di vista, il dataismo è basato sulla                  hanno iniziato a pubblicare articoli detta-
credenza diffusa che la quantificazione sia                 gliati rivelando la portata senza precedenti
obiettiva e sul potenziale tracciamento di                  con cui le nostre attività e i nostri compor-
ogni tipo di comportamento e di socialità                   tamenti negli ambienti digitali siano trac-
tramite le tecnologie mediatiche online. Il                 ciati, monitorati, analizzati e archiviati. Se
dataismo, però, coinvolge anche la fiducia                  i leak si concentravano principalmente
negli agenti (istituzionali) che raccolgono,                sulla sorveglianza da parte di agenzie sta-
interpretano e condividono i (meta)dati                     tali, essi sottolineavano anche l’esistenza
dai social media, dalle piattaforme inter-                  di quella «oligarchia» fatta di attori pubbli-
net e altre tecnologie di comunicazione                     ci e commerciali per come la descriveva-
(Van Dijck 2014, p. 198).                                   mo in precedenza.
     Nell’illustrare il dataismo come una                         Per quanto le proteste si siano dif-
componente ideologica del paradigma                         fuse nell’immediato, in particolare negli
della dataficazione, Van Dijck sottolinea                   Usa con la campagna “Stop Watching Us”,
come questo paradigma sia portato avanti                    e in Germania con l’iniziativa “Freedom
sulla base di assunti che sono fortemente                   Not Fear”, l’impatto del caso Snowden sul
contestati. Non solo vi è un assunto per il                 grande pubblico è stato limitato, come
quale i dati (obiettivi) fluirebbero attraver-              confermato dalle interpretazioni domi-
so canali tecnologici neutri, ma anche un                   nanti di quanto è accaduto (Cable, 2015).
altro per il quale vi sarebbe una «relazio-                 Spesso questo ha spinto per una narrativa
ne auto-evidente tra i dati e le persone e                  secondo la quale le persone non sarebbe-
che si possano quindi interpretare i dati                   ro interessate a questi temi o sentirebbero
aggregati per prevedere il comportamento                    che le pratiche di sorveglianza siano am-
individuale» (2014, p. 199). Questi assunti                 piamente giustificabili nello scambio tra
sono poi ulteriormente instillati nella so-                 sicurezza e privacy (Mols e Janssen, 2017).
cietà con i tentativi di regolamentazione                   Questa analisi però è troppo semplicistica
governativa che mirano ad assicurare la                     e nega le complessità dell’ambiente digi-
fiducia dei cittadini nelle infrastrutture                  tale contemporaneo. In questa sezione mi
(private), limitando gli eccessi e i danni, e               concentrerò su queste argomentazioni,
mantenendo l’integrità del sistema.                         focalizzandomi in particolare sulle con-
                                                            seguenze immediate del caso Snowden.
                                                            Proporrò il concetto di «realismo della
                                                            sorveglianza» come un modo di articolare
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il contesto in cui ci troviamo e per com-               Come hanno illustrato Wahl-Jorgen-
prendere il dibattito pubblico e le risposte       sen e Bennet (2017), il dibattito mediati-
alle rivelazioni di Snowden. Uso questo            co sulla sorveglianza e la raccolta dei dati
concetto per descrivere l’accettazione e la        sorto dopo Snowden si è caratterizzato in
rassegnazione nei confronti della raccolta         un discorso pubblico incetrato sulla sicu-
massiccia di dati nella vita sociale e l’attiva    rezza che ha situato la sorveglianza prin-
marginalizzazione delle alternative, nono-         cipalmente nel contesto del terrorismo.
stante il diffuso disagio e le preoccupazio-       Questo è avvenuto nonostante i giornali-
ni nei confronti di queste infrastrutture e        sti siano spesso per primi molto critici nei
sistemi.                                           confronti delle pratiche di sorveglianza,
     La giustificazione e la normalizzazio-        riconoscendone non solo la progressiva
ne della sorveglianza basata sui dati è stata      normalizzazione, ma anche le crescenti
attivamente promossa nel dibattito pub-            preoccupazioni sulla limitata consape-
blico. Quando le rivelazioni di Snowden            volezza pubblica a riguardo della porta-
hanno fatto la loro comparsa per la prima          ta reale della raccolta dei dati, compresa
volta si è vista una veloce convergenza tra        la critica al contributo dei media stessi
media, governo e servizi di sicurezza attor-       nel giustificare tutto questo (Hintz et al.,
no a un discorso di minaccia e (in)sicurez-        2018). Ad ogni modo, come fanno notare
za. Nel Regno Unito, la critica di Snowden         Wahl-Jorgensen e Bennet (2017), la sorve-
come whistleblower e del Guardian come             glianza digitale è stata giustificata discor-
giornale responsabile della pubblicazione          sivamente dagli articoli sul caso Snowden
dei documenti è stata prevalente presso            tramite l’affidamento, fatto dai giornalisti,
tutti i partiti politici e le agenzie statali      a fonti ufficiali che sostenevano come la
hanno risposto con forza per cercare di            sorveglianza andasse aumentata o come
fermare la pubblicazione delle informa-            essa fosse accettabile e necessaria. Questa
zioni. Questo ha trovato forma simbolica           è stata, in assoluto, l’opinione espressa più
in un evento chiave: quando i dipendenti           spesso nella copertura mediatica. Le fonti
del Guardian sono stati costretti a distrug-       che hanno espresso questo punto di vista
gere gli hard disk e i file di Snowden sotto       hanno suggerito come la sorveglianza sia
l’occhio del GCHQ, in un tentativo vacuo           cruciale per la sicurezza nazionale e come
di evitare l’uscita di ulteriori articoli. A       il suo rafforzamento alla luce delle minac-
mesi di distanza dalla prima pubblica-             ce del terrorismo fosse particolarmente
zione, il Direttore del Security Service, o        importante. Come fanno notare Wahl-Jor-
MI52, fece una rara dichiarazione pub-             gensen e Bennet, «la prominenza delle opi-
blica accusando il giornale di «favorire           nioni che giustificano la sorveglianza nel
i terroristi» (Whitehead, 2013). Questo            nome della sicurezza nazionale nei media
argomento è stato replicato nel dibattito          mainstream non è casuale. Al contrario,
mediatico mainstream dalla maggioranza             ci sono prove che suggeriscono come, nel
dei giornali, che hanno sostenuto l’idea           contesto britannico, una legittimizzazio-
che la pubblicazione dei file di Snowden           ne di lungo periodo degli interventi statali
avesse compromesso il lavoro dei servizi           tramite il riferimento alle preoccupazioni
di intelligence (Wahl-Jorgensen e Bennet,          per la sicurezza dello stato» (2017, p. 10).
2017). Il Direttore dell’Independent, Chris        Come scrivono i ricercatori, questa è l’i-
Blackhurst, firmò addirittura un editoria-         dea secondo la quale la sicurezza nazio-
le spiegando che lui e il suo giornale non         nale costituirebbe una carta da giocare per
avrebbero mai diffuso quei documenti, ag-          mettere all’angolo qualsiasi altra opinione.
giungendo che «se il MI5 fa sapere che non         Questa narrativa è stata anche sostenuta a
sarebbe nell’interesse pubblico, chi sono          intermittenza con dichiarazioni da parte
io per non crederci?» (Blackhurst, 2013).          delle agenzie di intelligence che sostene-
2 Il Security Service, noto anche come MI5 o
                                                   vano come la sorveglianza giocasse un
  Military Intelligence, Section 5, è l’agenzia    ruolo attivo nel tenere sotto controllo gli
  sicurezza interna e il controspionaggio del      attacchi terroristici (Bakir, 2015).
  Regno Unito, ndt.
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      In questo contesto, un’altra logica                   2016) ma non agiscono necessariamen-
molto diffusa è diventata manifesta, quel-                  te in accordo con queste preoccupazioni.
la per la quale la sorveglianza di massa sa-                Nello spiegare il «paradosso della privacy»,
rebbe un problema per chi ha «qualcosa                      ad esempio, Hargittai e Marwick (2016) en-
da nascondere», come terroristi o crimi-                    fatizzano il pragmatismo come una com-
nali. Come suggeriscono ancora Wahl-Jor-                    ponente centrale. Questo è il paradosso
gensen e Bennet (2017), la narrativa «nien-                 che emerge da una preoccupazione per la
te da temere» offre una «articolazione di                   privacy nel contesto digitale che non è ma-
senso comune dell’idea che essere sotto                     nifestata però nel comportamento online.
costante sorveglianza non sia solo un as-                   Concentrandosi sui più giovani, i due ri-
sunto della vita nelle società contempo-                    cercatori hanno notato quanto sia diffusa
ranee ma anche qualcosa di interamente                      la «fatica della privacy» e quanto le per-
accettabile, data la costante minaccia ter-                 sone in questa fascia di età siano confuse
roristica». Nonostante i leak di Snowden                    sul reale funzionamento dei sistemi basati
siano stati un evento mediatico globale in                  sulla raccolta dei dati. Questo elemento
cui la copertura mediatica si è differenzia-                porta, di norma, all’accettazione norma-
ta nei diversi contesti sociali, storici e po-              lizzata della raccolta delle loro informa-
litici in nome di interessi nazionali e geo-                zioni personali come risposta pragmatica
politici (Kurnelius et al., 2017; Hintz et al.,             nella negoziazione con le infrastrutture di-
2018), il pretesto «niente da nascondere,                   gitali. Inoltre, la ricerca ha mostrato come
niente da temere» è stato predominante a                    nonostante la crescente consapevolezza
varie latitudini (Lyon, 2015; Mils e Janssen,               della sorveglianza e nonostante un disa-
2017). Sebbene i blog e i media alternativi                 gio crescente per le implicazioni di questi
abbiano fornito uno spazio per argomen-                     sistemi, le persone sentono di non avere il
tazioni più critiche che hanno sottolineato                 potere necessario a fronteggiare la natu-
la mancanza di trasparenza delle agenzie                    ra della raccolta dei dati (Dencik e Cable,
di intelligence e le violazioni della privacy,              2017). Invece, le persone tendono a nego-
«il dibattito pubblico mediatico sulla que-                 ziare la loro posizione e vulnerabilità come
stione ha, nel lungo periodo, contribuito                   parte di una pratica quotidiana entro cui
a rendere queste preoccupazioni meno                        riconoscono solo dei parametri limitati
visibili e più marginalizzate» (Hintz et al.,               di intervento, modificando ad esempio
2018, p. 77).                                               i setting della privacy sui social media o
      La ricerca sulle attitudini pubbliche                 evitando di condividere certi contenuti
nel post-Snowden sottolinea come, per                       o non effettuando alcune ricerche online
quanto molte persone siano preoccupate                      (Marthews e Tucker, 2015; Penney, 2016;
dalle questioni sollevate, la giustificazione               Hampton et al., 2014).
della sorveglianza sia spesso ampiamen-                          In altre parole, l’ubiquità delle infra-
te interiorizzata (Dencik e Cable, 2017),                   strutture di sorveglianza e la loro inclusio-
assieme alla fiducia nei confronti delle                    ne negli aspetti ordinari della partecipa-
istituzioni che raccolgono i dati, come                     zione sociale, politica e culturale, rendono
osservato da Van Dijck (2014). Questo                       difficile pensare che possano essere messe
non per sostenere che le persone siano o                    in discussione. Adeguarsi a questa «realtà»
disinteressate a ciò che avviene negli am-                  in modo pragmatico è un principio chiave
bienti digitali, ma che le loro opinioni e le               di quello che Draper e Turow (2017) defi-
loro pratiche vengano continuamente ne-                     niscono come «sociologia della rassegna-
goziate sulla base di come i sistemi basati                 zione digitale». Per loro, questa sociologia
sui dati vengano integrati nella società. Di                suggerisce come questi sviluppi non siano
fatto, numerosi studi hanno mostrato che                    naturali o inevitabili, o che le persone sia-
le persone percepiscono una «mancanza                       no meramente agenti passivi del processo.
di controllo» sui modi in cui le loro infor-                In aggiunta alla natura del dibattito pub-
mazioni sono raccolte (Eurobarometer,                       blico che abbiamo descritto prima, insi-
2015) e sono «sconcertati e spaventati» nei                 stono sui modi in cui la rassegnazione alla
riguardi dell’uso dei loro dati (Gompertz,                  raccolta massiva dei dati sia costruita at-
182                                    Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188

tivamente attraverso varie pratiche, come        Alcune controversie sulla definizione stes-
l’oscurità degli accordi in termini di pri-      sa di sorveglianza, le infrastrutture per la
vacy tra utenti e piattaforme, o semplice-       sicurezza e la necessità della crittografia, o
mente il fatto che diversi servizi non sono      sulla natura degli scambi tra Sato e aziende
disponibili senza la raccolta dei dati. Que-     in materia di raccolta dati, sono certamen-
ste impostazioni di default sono radicate        te circolate (Hintz e Brown, 2017). Però, la
negli standard generali e nel design delle       consolidazione politica attorno alla giu-
stesse infrastrutture e sono portate avanti      stificazione della raccolta di dati su larga
nelle operazioni di data mining. Allo stes-      scala ha marginalizzato le possibilità di
so tempo, le persone continuano a naviga-        una opposizione fondamentale. In modo
re, a negoziare costi e benefici, a modifica-    certamente atipico, i gruppi per i diritti
re le impostazioni dove possibile, ma con        digitali e le libertà civili sono stati invitati
la consapevolezza che un controllo reale         a sedersi al tavolo delle consultazioni ed è
sull’ambiente sia limitato. La «cultura del-     stato concesso loro di partecipare ai pro-
la sorveglianza» prevalente e i suoi estre-      cessi di policy, ma la loro partecipazione è
mi, come suggerisce Lyon (2017), dimo-           presto diventata limitata ed è stato conces-
strano come questa rassegnazione illustri        so loro solo di fornire il proprio expertise e
anche lo sforzo crescente per immaginare         di vincere qualche battaglia su degli aspet-
delle alternative. In linea con il «realismo»    ti specifici delle policy di sorveglianza a
di Fisher, le aspettative sono state ridotte     spese di ogni possibile rivisitazione delle
e la sorveglianza basata sui dati, insieme       pratiche di sorveglianza e della raccolta
alle violazioni percepite in relazione ai        massiccia di dati. In quello che si può rite-
diritti civili, diventa un piccolo prezzo da     nere un «equilibrio di compromesso», det-
pagare per essere protetti dal terrorismo, o     to ancora in termini gramsciani, che vie-
per avere la possibilità di partecipare nella    ne a stabilizzare la sorveglianza come un
società tramite i mezzi digitali. Questo rea-    «senso comune», Hintz e Brown osservano
lismo della sorveglianza è un realismo che       come il riconoscimento dei gruppi attivisti
parla a un’immaginazione ostacolata dove         e le organizzazioni di advocacy come attori
la dataficazione e la sorveglianza sono vi-      legittimati ha «consentito alla società civi-
ste come le uniche risposte alle storture        le di partecipare al processo di policy, ma
della società.                                   ha anche esposto al rischio di normalizza-
     Per quanto i leak di Snowden abbiano        re la sorveglianza perché l’opposizione è
offerto delle opportunità di riflessione e       stata sostituita con la collaborazione e ha
delle sostanziali riforme sulla raccolta dei     esposto le divergenze nell’agenda della so-
dati, si è evitata ogni possibile discussio-     cietà civile» (2017, p. 794).
ne effettiva sulla possibilità di apportare           Questi sviluppi parlano a un contesto
modifiche sostanziali alle infrastrutture        in cui le rivelazioni di Snowden, e le loro
digitali. Sebbene siano state introdotte         conseguenze, pur avendo creato consape-
nuove legislazioni in Brasile, con il Marco      volezza e disagio nei confronti delle infra-
Civil Act, e cambiamenti al Freedom Act          strutture digitali, illustrano anche la perse-
negli Usa nella regolamentazione dei po-         veranza della cultura della sorveglianza e
teri di sorveglianza, non è stata messa in       del “dataism». Quando Fisher ha descritto
discussione la sorveglianza o l’economia         il realismo capitalista, scriveva così della
digitale che sostiene la cultura della sorve-    crisi scoppiata nel 2008: «le speculazioni
glianza. Molti Paesi hanno poi esteso i loro     che vedevano il capitalismo sull’orlo del
poteri in questo senso e hanno ampliato          collasso si sono rivelate infondate; fu anzi
le possibilità di raccolta dei dati, come è      subito chiaro che, anziché essere un se-
avvenuto nel Regno Unito con l’approva-          gnale dell’imminente fine del capitalismo,
zione dell’Investigatory Powers Act (Hintz       il salvataggio delle banche serviva a riba-
e Dencik, 2016). Il dibattito politico sulla     dire nella maniera più manifesta possibile
sorveglianza ha ristretto quello sulle policy    l’assunto fondamentale del realismo capi-
entro dei parametri molto limitati e il tut-     talista: non c’è alternativa» (2018, p. 147).
to è servito a rafforzare i poteri egemonici.    Nel medesimo spirito, le conseguenze del
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caso Snowden, in termini di policy e di                     sione limitata a critiche di ambito mora-
tecnologia (basti pensare alla proliferazio-                le, Fisher scriveva: «la povertà, la fame, le
ne dell’intelligenza artificiale, dell’Internet             guerre, possono essere presentati come
of Things, delle “smart” city e delle “smart”               aspetti inevitabili della realtà, mentre il
home) hanno favorito altre occasioni e                      desiderio di eliminare tanta sofferenza po-
modalità di raccolta e condivisione dei                     trebbe essere facilmente derubricato a in-
dati e hanno dimostrato che le rivelazioni                  genuo utopismo (2018, pp. 50–51). Il reali-
di Snowden non abbiano marcato la fine                      smo capitalista, pertanto, secondo Fisher,
della sorveglianza. L’Investigatory Powers                  può solo essere minacciato se si dimostra
Act era, per usare di nuove le parole di                    quanto sia «inconsistente e indifendibile:
Fisher, una conferma dell’assunto fonda-                    insomma, ribadire che di ‘realista’ il capi-
mentale del realismo della sorveglianza:                    talismo non ha nulla» (ibidem).
non c’è alternativa.                                             Nella sua analisi dei movimenti am-
                                                            bientalisti in questa fase tarda del capitali-
                                                            smo, Naomi Klein (2015) ha proposto una
5    Oltre il realismo della sorveglianza?                  critica simile. Per quanto ci sia una mag-
                                                            giore consapevolezza nei confronti del
Che potere ha, quindi, l’immaginazione                      cambiamento climatico e una revisione
in uno stato di realismo della sorveglian-                  normativa sostanziale nei dibattiti mediati
za? Ha il potenziale sia dell’oppressione                   e politici sulla crisi ambientale (Castells,
che dell’emancipazione; può limitare o                      2009), si è anche assistito al una volontà
espandere quello che riteniamo possibile.                   più costante di coinvolgimentodelle rispo-
Come Castioradis, Ricoeur e Taylor hanno                    ste pubbliche e di resistenza. Una questio-
spiegato in modo chiaro, la preoccupazio-                   ne chiave è stata la mercificazione delle
ne per le dimensioni creative e collettive                  preoccupazioni ambientali come l’idea
dell’immaginazione come immaginario                         per la quale sarebbe possibile «comprare
sociale è anche una preoccupazione nei                      green» tramite il consumo più consape-
confronti dei modi in cui l’ordine istitu-                  vole dal punto di vista ambientale. Que-
ito della società viene problematicizzato                   sto ha, allo stesso tempo, attribuito status
in cerca del «possibile» da opporre a ciò                   socio-economico all’ambientalismo come
che viene «dato» (Adams et al., 2015). Ogni                 stile di vita consumistico ispirazionale,
ordine sociale stabilito include sempre la                  contribuendo a individualizzare la rispo-
resistenza, e la scia del caso Snowden ha                   sta al problema. Come se la responsabilità
anche incluso nuove sfide al realismo del-                  della resistenza ambientale fosse da attri-
la sorveglianza. Ad ogni modo, la natura                    buirsi al consumatore individuale (Scott,
della resistenza in un ordine istituito è                   2010). Klein (2015) sottolinea anche i li-
anche in parte generata e costruita dalle                   miti dell’impegnarsi per l’ambiente come
circostanze di quella società. Nel suo libro                fosse una questione di coscienza morale,
Fisher descriveva i movimenti anti-capita-                  o dell’inquadrarla come un’opportunità
listi come un «burlesco rumore di fondo»                    di van­ taggio competitivo nell’economia
per il realismo capitalista (2017, p. 46), il               di mer­cato, invece che porla in modo più
cui obiettivo reale non era sostituire il ca-               diret­to come una questione di giustizia
pitalismo ma mitigarne i suoi eccessi peg-                  economica. «Un altro altro tipo di movi-
giori. Per quanto Fisher sia stato criticato                mento per il clima», scrive Klein, «avrebbe
per il suo cedimento alla «malinconia di                    cercato di sfidare l’ideologia estremista
sinistra» (Hoffman, 2016), un aspetto in-                   che stava bloccando gran parte delle ini-
teressante è certamente la sua preoccu-                     ziative più ragionevoli, unendosi con altri
pazione per il rifiuto dell’organizzazione                  settori per mostrare come il potere senza
politica nelle formulazioni di resistenza a                 vincoli delle imprese costituisse una grave
quel tempo, e una svolta in direzione delle                 minaccia all’abitabilità del pianeta» (Klein
critiche morali del capitalismo che pote-                   2015, pp. 34–35).
vano solo rafforzare il realismo capitalista.                    Nel pensare alla resistenza alla sor-
Nel discutere i problemi di una discus-                     veglianza nella fase post-Snowden que-
184                                       Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188

ste preoccupazioni possono dare forma               veglianza (Dencik et al., 2016). In parte, il
a una critica utile. Per quanto ci sia stata        rischio è che il ricorso a risposte tecnologi-
una crescente consapevolezza del proble-            che spinga eccessivamente in direzione di
ma, insieme a degli sviluppi importanti,            comprensioni individuali della resistenza
nell’attivismo che ha cercato di mettere in         in cui starebbe agli individui il compito
discussione i trend dominanti della data-           di cambiare il loro comportamento. Que-
ficazione (Milan e van der Velden, 2016),           sto significa che mettere in discussione la
la resistenza nella scia del caso Snowden           raccolta dati diventerebbe un atto indivi-
è anche proseguita attraverso strade par-           duale basato sulle competenze percepite
ticolari. Tra queste, si è vista la ricerca tec-    e la capacità di impegnarsi nelle pratiche
nologica per la protezione contro la sorve-         digitali di difesa della privacy, come l’uso
glianza (quello che Milan e van der Velden          di software di crittografia, di browser ano-
chiamano data attivismo «reattivo») e il            nimizzanti e il cambiamento dei settaggi
lobbying in relazione alle policy di privacy        di sicurezza. Fare lobbying per la riforma
e di protezione dei dati (Dencik e Hintz,           delle policy e impegnarsi nell’attivismo,
2017). Le discussioni atte a fornire infra-         nel frattempo, è spesso legato a singoli
strutture di comunicazione sicure sono              saperi tecnici o specializzati che potrebbe
proliferate dopo le rivelazioni di Snow-            relegare il dibattito a pochi esperti ricono-
den con «numerose iniziative per i diritti          sciuti (Hintz e Brown, 2017).
digitali e la libertà di Internet che hanno              Inoltre, la resistenza alla sorveglianza
proposto nuovi metodi di comunicazione              nel post-Snowden si è spesso concentra-
per gli attivisti (e i cittadini) con l’uso del-    ta sul cercare di mitigare i danni eccessivi
la crittografia» (Aouragh et al., 2015, 213).       della dataficazione e non sul mettere in di-
La crescita dell’uso di strumenti per la di-        scussione i suoi sviluppi su un piano più
fesa della privacy come Signal indica una           fondamentale. Gürses et al. (2016) hanno
crescente consapevolezza nei confronti              sottolineato come questo abbia portato a
delle pratiche di sorveglianza. In parallelo        campagne per i diritti digitali incentrate
a questo, i gruppi per i diritti civili e digi-     sulla sorveglianza «targetizzata» vista co­
tali, come Open Rights Group, Big Brother           me un’alternativa benigna alla sorveglian-
Watch, Article 19 e Liberty nel Regno Uni-          za di massa. Come hanno scritto Gürses
to, hanno pubblicato regolarmente le loro           et al. questo porta all’instaurazione di al-
prese di posizione su questi temi, organiz-         cuni frame de-politicizzati che non sono
zando dibattiti pubblici e facendo azione           in grado di tenere in considerazione i modi
di lobbying nei confronti dei legislatori in        in cui la sorveglianza è stata storicamen-
particolare in occasione del varo dell’In-          te centrale per il controllo di specifiche
vestigatory Powers Act. Questo è stato ac-          comunità o come un modo di limitare e
compagnato da operazioni di attivismo e             sopprimere il dissenso. Oltre a ciò, que-
legali con cui questi gruppi hanno portato          sto genere di frame serve a fortificare il
i governi in tribunale per specifiche policy        compromesso tra privacy e sicurezza che
e hanno fatto sforzi collettivi per cambiare        sostiene la narrativa del realismo della sor-
gli standard tecnici e i protocolli di speci-       veglianza per la quale la raccolta dei dati
fiche istituzioni e organi, come la Inter-          sia una parte necessaria e inevitabile della
net Corporation for Assigned Names and              società contemporanea. Per quanto que-
Numbers (ICANN) (Dencik et al,. 2016).              ste risposte siano costruite attorno a ciò
      Questi sforzi sono stati certamen-            che è percepito come possibile, quello che
te significativi per creare un ambiente             manca in questi tentativi è una forma di
di contestazione entro cui mettere in di-           resistenza che sottolinei in modo esplici-
scussione la raccolta dati su larga scala e         to come la dataficazione e la sorveglianza
respingere alcune pratiche di sorveglian-           digitale siano connesse agli interessi eco-
za. Detto questo, la resistenza ha anche            nomici dominanti e alle agende politiche
faticato a mettere in discussione l’imma-           delle società del capitalismo avanzato.
ginario sociale più ampio e a fornire una           Questi processi non sono né accidentali
minaccia sostanziale al realismo della sor-         né inevitabili ma servono a una particolare
Dencik / Studies in Communication Sciences 19.2 (2019), pp. 173–188                                    185

forma di organizzazione sociale. In questo                  nomiche, sociali, culturali, ecologiche e
contesto, identificare le violazioni con-                   tecnologiche nell’articolare sia i problemi
tro la privacy dei singoli come centro del                  che le soluzioni (si veda Hintz et al., 2018).
problema fa poco per rivelare le strutture                  Puntare il dito verso il realismo della sor-
di potere che danno forma alle infrastrut-                  veglianza, in questo contesto, invita a una
ture digitali. E la protezione della privacy                maggiore politicizzazione del modo in cui
per via tecnologica individuale fa poco per                 costruire l’immaginazione utopica (e qui
cambiarle.                                                  faccio riferimento anche al lavoro sulle
     Invece, un’analisi della sorveglian-                   «vere utopie» di Olin Wright, 2010). Come
za come «realismo» invita a una critica                     nota Fisher, «non esiste niente che sia in-
più sistemica della dataficazione in cui                    natamente politico: la politicizzazione ri-
la resistenza è intimamente connessa a                      chiede un agente politico che trasformi il
questioni sociali e di giustizia economi-                   dato-per-scontato in una messa-in-palio»
ca, qualcosa che è stato definito come                      (2018, p. 149). Il realismo della sorveglian-
movimento per la “data justice” (Dencik                     za identifica la raccolta dati contempora-
et al., 2016). Nello spingere un framework                  nea (spesso indesiderabile) nella forma di
di questo tipo, lo scopo sarebbe quello di                  una contingenza che è stata attivamente
situare la sorveglianza nel contesto degli                  costruita come qualcosa di inevitabile e
interessi che guidano questi processi, e le                 che può, di conseguenza, essere messo in
organizzazioni sociali ed economiche che                    discussione e ricostruito.
li rendono possibili. Ad esempio, questo ri-
chiederebbe di occuparsi anche dei modi
in cui la raccolta dei dati e la loro analisi               6     Conclusioni
racchiudano forme di discriminazione ed
esclusione che sono istituzionalizzate e                    Riferendomi alla nozione di «realismo ca-
storicizzate e che limitano le opportunità e                pitalista» di Mark Fisher come a un modo
la partecipazione di alcune comunità nella                  per comprendere la condizione sociale
società (Gangadharan et al., 2015; Euban-                   contemporanea in relazione alla sorve-
ks, 2018). Allo stesso modo, le asimmetrie                  glianza e al paradigma della dataficazione,
di potere tra chi raccoglie e analizza i dati               questo articolo propone un modo di in-
e coloro i quali sono oggetto della raccol-                 terpretare la contingenza e la costruzione
ta sono una caratteristica intrinseca della                 del nostro ambiente digitale corrente. La
dataficazione (Citron e Pasquale, 2014) e                   necessità percepita e l’inevitabilità della
sono viste come un’espressione delle cre-                   raccolta di dati su larga scala sono sta-
scenti concentrazioni di potere in poche                    te avanzate in parte con un equilibrio di
mani e in relazione ad ampi trend di priva-                 compromesso, per usare la terminologia
tizzazione e deregulation. Oppure, la na-                   di Gramsci, dove la normalizzazione di
tura aziendale e centralizzata dei sistemi                  una cultura della sorveglianza ha stabi-
di raccolta dei dati deve essere compresa                   lizzato la natura delle sue infrastrutture
in relazione all’organizzazione dell’econo-                 digitali di oggi come un «senso comune».
mia digitale e dei rapporti di lavoro e di go-              Questo ha portato a un immaginario so-
vernance che li sostengono (Scholz, 2017).                  ciale di rassegnazione alla raccolta dati,
In questo senso, le questioni economiche                    nonostante i sentimenti prevalenti di disa-
e di giustizia sociale vengono prima di                     gio e di consapevolezza dei suoi effetti di-
qualsiasi analisi e dello sviluppo di infra-                scriminatori e oppressivi. Nel contesto del
strutture per i dati e il loro posizionamen-                realismo della sorveglianza, le ingiustizie
to nella società.                                           e le fallacie del sistema diventano però un
     Per quanto questo non sia lo spazio                    piccolo prezzo da pagare per contrastare
per occuparsene in modo esteso, la resi-                    l’inefficienza, le minacce e il terrore.
stenza, attraverso queste lenti, potrebbe                        I leak di Snowden sono stati un gran-
includere una collaborazione dinamica                       de momento per l’avanzamento del reali-
tra diversi gruppi e movimenti della so-                    smo della sorveglianza. Le inchieste han-
cietà civile che combini dimensioni eco-                    no fornito dettagli senza precedenti sugli
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