Il progetto nella Città Fragile - Henrietta Demma Stefano Di Zazzo Scenari di riappropriazione per l'ex Piazza d'Armi di Milano - IRIS Politecnico ...

Pagina creata da Gabriel Capuano
 
CONTINUA A LEGGERE
Henrietta Demma
                  Stefano Di Zazzo

    Il progetto nella Città Fragile
Scenari di riappropriazione per l’ex Piazza d’Armi di Milano

               Postfazione di Andrea Di Franco
L’ARCHITETTURA NECESSARIA

L’Architettura Necessaria è una collana diretta da Andrea Di Franco, che traduce all’ester-
no del mondo accademico gli studi e le ricerche degli architetti del Politecnico di Milano.
Il suo obiettivo è quello di raccogliere quei lavori che affrontano temi concreti, urgenti e
necessari nell’orizzonte della crisi dell’attuale, multiforme “paesaggio umano”.

La redazione di questo libro è frutto di un lavoro di ricerca sviluppato a partire dalla tesi
di laurea magistrale “Il progetto nella Città Fragile. Scenari di riappropriazione per abitare
l’informale: Piazza d’Armi e l’Ovest milanese” di Henrietta Demma e Stefano Di Zazzo.

L’edizione è stata curata dagli autori e successivamente è entrata a far parte della collana
l’Architettura Necessaria di cui coglie il senso.

Si ringraziano l’Associazione Le Giardiniere, Bianca Bottero, Vincenzo Ferri, Diego
Profili, Alberto Secchi e gli ortisti di Piazza d’Armi per il prezioso contributo, e Francesca
Cognetti e Andrea Di Franco per il tempo dedicato e l’inestimabile supporto.

ISBN 978-88-916-4657-6

© Copyright 2021 Maggioli S.p.A.
È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, anche ad uso
interno e didattico, non autorizzata.

Maggioli Editore è un marchio di Maggioli S.p.A.
Azienda con sistema qualità certificato ISO 9001:2015
47822 Santarcangelo di Romagna (RN) Via del Carpino, 8
Tel. 0541/628111 • Fax 0541/622595

www.maggiolieditore.it
e-mail: clienti.editore@maggioli.it

Diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento,
totale o parziale, con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi.
Il catalogo completo è disponibile su www.maggiolieditore.it area università.

Finito di stampare nel mese di Marzo 2021 nello stabilimento Maggioli S.p.A.
Santarcangelo di Romagna (RN)
Indice

Introduzione                                                      9

Il progetto nella Città Fragile

Parte I
Manifesto della Città Fragile

   1. La Città Fragile                                           21

         1.1 La città frammentata                                22
         1.2 La città in attesa                                  28
         1.3 La città informale                                  31

   2. Fragilità come condizione del contemporaneo                35

         2.1 Città dell’incertezza                               35
         2.2 Città della complessità                             37
         2.3 Città delle disuguaglianze                          40
         2.4 Povertà urbane e bidonvillizzazione                 44
         2.5 Antropocentrismo e perdita di biodiversità          54

   3. Categorie della Città Fragile                              57

         3.1 Il Terzo Paesaggio                                  57
         3.2 Le Rovine                                           61
         3.3 L’Informale                                         64

            Diritto alla terra: la casa costruita in una notte   64
            Riappropriazione, occupazione, autocostruzione       67
            L’orto informale                                     73
4                                                        Indice

    4. L’antifragile                                        77

           Categorie fragili e antifragili                  78

    5. Abitare la Città Fragile                             81

Parte II
Teorie del progetto fragile

    1. Crisi del progetto: verso un progetto anarchico      87

    2. Il progetto fragile                                  97

           Debole e diffuso                                 98
           Partecipato e radicato                           99
           Temporaneo e di supporto                        103
           Incerto, aperto                                 108
           Modesto, etico, vernacolare                      111

    3. Il ruolo dell’architetto oggi                        115

           Il ruolo sociale: attivatore di politiche        116
           Interprete del territorio                       120

    4. Pratiche di progetto virtuose                       123

           Lacaton & Vassal                                 131
           Studio Secchi Viganò                            134
           Urban-Think Tank                                 137
           Studio Albori                                   140
           Raumlabor                                       142
           Assemble                                        145
           Orizzontale                                     147
Il progetto nella Città Fragile                                5

Parte III
Una sperimentazione progettuale: Piazza d’Armi e l’Ovest
milanese

    1. L’ovest milanese interpretato come territorio fragile 153

         1.1 Letture della Città Fragile                     155

             1.1.1 La città frammentata                      156
             1.1.2 La città in attesa                        156
             1.1.3 La città informale                        157

         1.2 Categorie della Città Fragile                   158

             1.2.1 Le Rovine                                 159
             1.2.2 Il Terzo Paesaggio                        161
             1.2.3 L’Informale                               162

    2. Piazza d’Armi come contesto fragile                   165

         2.1 Storia di Piazza d’Armi                         168
         2.2 La biodiversità di Piazza d’Armi                 177
         2.3 Un’esperienza diretta dell’esistente            180

    3. Le voci di Piazza d’Armi                              193

           Le Giardiniere                                    194
           Diego Profili                                    200
           Vincenzo Ferri                                   204
           Bianca Bottero                                   207
           Alberto Secchi                                   208
           Gli ortisti                                        211

    4. Abitare la Città Fragile: la costruzione di un        215
    immaginario
6                                                     Indice

    5. Progettare per fasi e sperimentazioni            221

         5.1 Tempi del progetto                         222
         5.2 Nodo di progetto: la Città Informale       234

    6. Verso sentieri possibili                         255

Postfazione                                             263
Opera Aperta.
Temi per il progetto come processo di modificazione
di Andrea Di Franco

Fonti iconografiche                                     277

Indice dei nomi                                         279

Bibliografia                                            283

Sitografia                                              292
Postfazione

                   Opera Aperta.
Temi per il progetto come processo di modificazione
                di Andrea Di Franco
Il progetto nella Città Fragile                                               265

    Processo

    Questo lavoro emerge da una ricerca composta su diversi
fronti e che mette in relazione diversi strumenti e metodologie
di analisi e progetto dello spazio urbano, accomunati e con-
dotti a sinergia dall’intento di praticare il progetto urbano di
modificazione in ambiti fragili e marginali.
Questa disposizione della ricerca mette in tensione – e in pra-
tica –, come carattere imprescindibile, l’idea di progetto ar-
chitettonico in quanto processo, e tenta di comporre la natura
di questo percorso attraverso le sue differenti dimensioni e i
suoi molteplici caratteri. Anzitutto, la dimensione più evidente
dell’ambito processuale, quella del tempo: necessario registro
ma anche inevitabile ostacolo, per via della sua comprensione
di fenomeni endemicamente mutevoli (e spesso contraddittori)
proprio per la loro appartenenza al piano diacronico, ovveros-
sia ad un piano attraversato da tempi differenti che compon-
gono e disfano possibilità e prassi. Poi, la dimensione dello
spazio: la struttura dell’ordine geometrico viene attraversata
anch’essa dalla necessità di scomporre e ricomporre, a secon-
da delle circostanze molteplici e mutevoli che inevitabilmente
costituiscono il processo, gli ordini spaziali, le gerarchie, le mi-
sure, le disposizioni reciproche; un ordine plurale la cui figura
possa dialogare, attraverso la propria geometria variabile, con
la molteplicità delle domande e corrispondere ad esse con la
mutevolezza delle possibili risposte, espresse dagli endemici,
molteplici punti di vista.1

1
  La dimensione processuale appare necessaria per poter inquadrare, senza
distorcenti riduzionismi, la complessa realtà del progetto contemporaneo, in
una lettura che chiama in causa, nella ricerca delle ragioni delle modificazioni
passate e future, spazio, tempo, esperienza, sistema delle relazioni: «Forse quel-
la attuale potrebbe essere considerata l’epoca dello spazio. Viviamo nell’epoca
della giustapposizione, nell’epoca del vicino e del lontano, del fianco a fianco e
del disperso. Viviamo in un momento in cui il mondo si sperimenta, credo, più
come grande percorso che si sviluppa nel tempo, come un reticolo che incrocia dei
punti e che intreccia la sua matassa». FOUCAULT Michel, Spazi altri. I principi
dellíeterotopia, in Lotus International n. 48-49, Electa, Milano, 1985.
266                                                                      Postfazione

Infine, la dimensione disciplinare che lega teoria, prassi e so-
cietà. La disciplina della modificazione dello spazio, in quanto
pratica teorica, cioè attività che punta a forme concrete attra-
verso la regolazione teorica delle tecniche, delle procedure e
dei linguaggi, si trova a dover incorporare, nei propri mecca-
nismi e tra i propri strumenti di previsione e regolazione, la
dimensione relazionale, esprimibile e operabile esclusivamen-
te sul piano del processo. Il processo relazionale, l’apertura
‘strutturale’2 agli attori che intervengono nella composizione
del progetto, sostanzia la natura di pratica sociale della nostra
disciplina.
In quanto pratica sociale, le procedure del fare architettonico
non possono fare a meno di misurarsi e codificarsi in relazione
alla nebulosa dei fenomeni sociali. Tra i fenomeni da conside-
rare nell’intreccio che mette in forma la struttura del progetto,
oltre ai suoi effetti concreti, cioè le realizzazioni architettoni-
che, si raccolgono «l’insieme (di tutte le narrazioni), di tutti i
conflitti e le negoziazioni sociali e tecniche che sono stati necessa-
ri per la sua costruzione»3: cioè a dire la struttura delle relazioni
che lo sottende.

Lo stesso impianto metodologico del lavoro che qui è presenta-
to fa riferimento ad un processo articolato, condiviso con altri

2
  Faccio riferimento al termine ‘struttura’ per evocare gli studi relativi alla strut-
tura della comunicazione che si sono sviluppati dagli anni ’30 del Novecento a
partire dall’opera di Ferdinand de Saussure, poi declinati nel caleidoscopio de
cosiddetto ‘post-strutturalismo’ da autori quali C. Lévi-Strauss, R. Barthes, J.
Lacan, U. Eco e altri. Senza entrare nel merito di un argomento troppo ampio
rispetto a questo contributo, mi interessa comunque dichiarare la ricerca della
natura del progetto in quanto dinamica legata, nelle cause e negli effetti, alle
articolate forme d’ordine che sostengono la narrazione dialogica di ‘signifi-
canti’ e corrispettivi assetti formalizzati. «L’assunto è che l’uomo sperimenti il
mondo – con tutti i sensi ed in tutti i sensi – come una matrice multidimensionale
d’informazione e che, in ultima analisi, tutte le forme di comportamento biolo-
gico e socioeconomico sono in primo luogo forme e processi di comunicazione».
WILDEN Anthony, Comunicazione, Enciclopedia Einaudi, III, Torino, 1978.
3
  ARMANDO Alessandro, DURBIANO Giovanni, Teoria del progetto archi-
tettonico, Dai disegni agli effetti, Carocci, Roma, 2019.
Il progetto nella Città Fragile                                              267

‘autori’, soggetti e discipline che, parimenti alla progettazione
architettonica, si interrogano sul ruolo sociale, sugli strumen-
ti di comunicazione, sulle finalità della tecnica delle rispettive
attività.
La precisazione del ruolo e dell’efficacia sociale della disciplina
del progetto dello spazio conduce alla necessità dell’amplia-
mento del campo. La composizione di reti più ampie entro il
corpo delle teorie e delle metodologie del progetto, si trova già
negli sviluppi favoriti dalla fase di una nostra ‘contemporanea
modernità’ ancora di riferimento, sostanziata dalle riflessioni
di autori che hanno dialogato dentro o intorno al progetto
culturale che ha attraversato gli ultimi quarant’anni del secolo
scorso.4 Casabella esprime già questa tensione alla compren-
sione e codificazione della nuova complessità e, seppure fram-
mentato, delinea una nuova continuità attraverso i tre momenti
di Rogers, Maldonado e Gregotti, se non altro per lo sforzo di
rendere corale il discorso intorno al progetto e condurre al ta-
volo, oltre a quelli dell’urbanistica nelle sue varie declinazioni,
anche i contributi italiani della filosofia che declina nella con-
temporaneità i tanti caratteri del ‘post-strutturalismo’ di autori
quali Enzo Paci, Gianni Vattimo, Franco Rella, Salvatore Veca,
Massimo Cacciari, Giorgio Agamben.
Tale articolazione delle dinamiche, dei referenti, delle tecniche
e delle competenze determina la ricerca di un dispositivo me-
todologico evidentemente ‘corale’, in grado di riconoscere e
adattarsi alle condizioni di possibilità, che legge i meccanismi
di quella che Lévi-Strauss già definiva operazione di ‘bricola-
ge’.5

4
  In realtà è sempre la stessa ‘rivoluzionaria’ concezione di ‘progetto moderno’,
quella che acquisisce la dimensione del tempo come materia strutturale della
costruzione dello spazio, che Tafuri legge già nell’opera di ‘montaggio’ che
Leon Battista Alberti fa al Tempio Malatestiano a Rimini (TAFURI Manfre-
do, Teorie e storia dell’architettura, Einaudi, Torino, 1970) e che si sostanzia
programmaticamente (e figurativamente) nelle simultaneità, nei collage, nelle
scomposizioni e ricomposizioni che fanno le avanguardie storiche dai primis-
simi anni del Novecento.
5
  LÉVI-STRAUSS Claude, Il pensiero selvaggio, Il Saggiatore, Milano, 2010.
268                                                        Postfazione

Se il progetto è individuato quale ambito in cui si misura la
responsabilità sociale dell’architettura, la nuova responsabilità
dell’architetto è quella di comprendersi parte di un sistema che
trascende autore e disciplina e di agire, tecnicamente e social-
mente, per attivare e realizzare il processo corale di modifica-
zione, fisica o normativa che sia.

      Modificazione

    La rimessa in discussione della nozione di progetto per
l’architettura, che lo stesso progetto moderno opera, è ancora
volta a comprendere il rapporto sempre nuovo tra ordine e di-
sordine, vale a dire tra unità e complessità dentro il quale muo-
ve ogni necessità di modificazione. Ciò articola la dimensione
relativa, aperta alle possibilità e non impositiva del progetto di
architettura, e rende necessario recuperare alcune sostanziali
ragioni cui la pratica disciplinare fa riferimento: la ragione della
storia come prima condizione di alterità da cui svolgere una
riflessione sul presente; la ragione critica come strumento di
calcolo della corretta distanza da ogni elemento in gioco e che
solo così può determinare il valore morfologico dei principi
insediativi, dei suoli, delle relazioni tra i materiali dell’architet-
tura; la ragione tecnica implicita nel rappresentare e nel fare,
intesa come strumento di ricerca del valore dell’appropriatezza
al tempo e al luogo; la ragione multidisciplinare, su cui costruire
una relazione necessaria sulle reciproche differenti specificità.
Su questo piano composito si potrebbe assicurare un’auto-
nomia del fare per la nostra pratica artistica senza perdere la
reazione dialettica con quel mondo dell’eteronomia costituito
dalla realtà degli oggetti naturali, dei soggetti sociali, delle pos-
sibilità tecniche.
Modificare presuppone il rispetto di una visione, che pur muo-
vendo nei confronti dello stato delle cose, guarda spesso ad un
lungo rinnovamento di senso, e apre ad un’azione spostata su
una possibilità altra, diversa, quasi sempre incognita. Il modi-
Il progetto nella Città Fragile                                  269

ficare è una prassi che si misura strutturalmente con l’idea di
durata, ma proprio la coscienza della paternità storica e speci-
fica è ciò che non consente il ricorso innocente alla memoria o
alla definizione di una dimensione temporale certa e definita.
Anche lo spazio del tempo viene inserito nella struttura rela-
tiva e relazionale del progetto di modificazione, ed ogni caso
chiama una specifica idea di memoria, di tempo, di durata. La
memoria, com’è noto, non offre modelli ma stabilisce delle di-
vergenze che si possono leggere con attenzione nelle differenze
necessarie alla modificazione specifica di un contesto e secon-
do un ordine dotato di senso.
Davanti ad una visione del possibile misurata su di una scala
temporale e spaziale amplificata, il progetto di architettura può
affermare un principio: il progetto, che non vuole rinunciare
alla dimensione sintetica e morfologica, deve proporre un pro-
getto aperto, cioè un progetto di progetti: sia dal punto di vista
dell’esito formale, sia dal punto di vista dei diversi orizzonti
temporali dei vari ambiti di trasformazione toccati, sia dal pun-
to di vista degli stessi autori che affrontano il lavoro di ricerca.
Intendere il progetto come opera aperta significa praticare un
processo di scomposizione della realtà e ricomposizione in un
tempo successivo, e rendere lo stesso progettista un campo di
possibilità: cioè a dire acquisire i temi cardine della modifica-
zione quali esito di una interlocuzione politica e poetica.

    Opera Aperta

    Questa programmatica molteplicità dei punti di vista viene
assunta come occasione per orientare verso un obiettivo comu-
ne la ricerca di progetto che, in quanto progetto di uno spazio
comune, sia, necessariamente, al contempo rivolto al corpo
fisico e sociale. Ciò significa che questo lavoro, più che formu-
lare una risposta in merito ad una definizione di forma della
metropoli contemporanea, pone la domanda sul ruolo dell’ar-
chitettura della e nella metropoli contemporanea. Come la for-
ma del progetto può controllare il processo di trasformazione
270                                                                  Postfazione

davanti a orizzonti di questa complessità? Che metamorfosi
deve subire il processo progettuale davanti al sostanziale falli-
mento disciplinare di ogni forma di controllo delle dinamiche
che, alla scala metropolitana e territoriale, investono il piano
del reale?
La ricerca metodologica coerente con questo doppio problema
– futuro della città e del territorio e futuro del loro progetto
di architettura –, a partire dai dati specifici messi in campo e
dalla pluralità dei riferimenti e degli attori convenuti, conduce
a tentare di sperimentare e definire un metodo che potrebbe
essere definito come ‘opera aperta’.6
In altre parole, il progetto architettonico, che non intende in
quanto tale rinunciare alla propria essenza formale, prova a
configurarsi come strumento aperto: cioè in grado di definire
una struttura che possa sistematizzare diverse possibilità, sia
dal punto di vista dell’esito figurativo, sia dal punto di vista dei
diversi orizzonti temporali dei diversi ambiti di trasformazione
toccati, sia dal punto di vista degli stessi autori che affrontano
il lavoro di ricerca.
Immaginare il progetto di architettura come opera aperta non
significa lasciarne astratto o generico l’esito, trasferendo l’o-
pera di progettazione in un campo pianificatorio che non gli
appartiene. Piuttosto significa assumere e formalizzare come
propria base un criterio molteplice nella descrizione e cono-
scenza della realtà, attraverso l’attivazione di diversi sguardi
e interpretazioni collaboranti di cui si ricerca una logica rela-
zionale.

6
  «Di qui la funzione di un’arte aperta quale metafora epistemologica: in un
mondo in cui la discontinuità dei fenomeni ha messo in crisi la possibilità di
una immagine unitaria e definitiva, essa suggerisce un modo di vedere ciò in
cui si vive, e vedendolo accettarlo, integrarlo alla propria sensibilità. Un’opera
aperta affronta appieno il compito di darci una immagine della discontinuità:
non la racconta, la è. Mediando l’astratta categoria della metodologia scientifica
e la viva materia della nostra sensibilità, essa appare quasi una sorta di schema
trascendentale che ci permette di capire nuovi aspetti del mondo». ECO Umberto,
Opera Aperta, Forma e indeterminazione nelle poetiche contemporanee,
Bompiani, Milano, 1962.
Il progetto nella Città Fragile                                       271

Alla base dell’idea di apertura del progetto sta ciò che Edgar
Morin definisce il ruolo del pensiero complesso; l’intreccio at-
tuale delle quantità e delle qualità in gioco non possono che
portare ad un campo di ricerca sistemico. «Un modo di pensare
capace di interconnettere e di solidarizzare delle conoscenze se-
parate è capace di prolungarsi in un’etica di interconnessione e
di solidarietà tra umani. Un pensiero capace di non rinchiudersi
nel locale e nel particolare, ma capace di concepire gli insiemi,
sarebbe adatto a favorire il senso della responsabilità e il senso
della cittadinanza. La riforma del pensiero avrebbe dunque con-
seguenze esistenziali, etiche e civiche»7.
I frammenti che popolano gli insiemi possono attivare, se ri-
conosciuti e agiti nell’ottica del sistema, una possibilità di in-
tegrazione tra persone, cose e idee; a patto che la nostra re-
sponsabilità si traduca operativamente nella apertura dei propri
steccati, nell’autoeducazione all’ascolto, nella responsabilità di
intendere il progetto come un passaggio di consegne a chi prati-
ca il futuro quale tempo proprio.
Dare un contributo oggi al pensiero sul progetto di architettu-
ra nella metropoli contemporanea significa insomma definire
un percorso di tipo strategico che determini una risposta for-
te ed univoca dal punto di vista del diagramma ‘strutturale’ e
allo stesso tempo che sia molteplice dal punto di vista delle
esemplificazioni e delle possibili ricadute architettoniche. In
altre parole, significa che un buon esito strategico del nostro
specifico approccio potrebbe essere un principio che apre a
diverse possibilità attuative, corrispondenti alle occasioni che
via via si realizzeranno.

    Da autore a mediatore

    Se per ‘opera aperta’ si intende un progetto-processo che sia
in grado di offrire il proprio esito quale registro permanente

7
 MORIN Edgar, La testa ben fatta, Riforma dellíinsegnamento e riforma del
pensiero, Raffaello Cortina Editore, 2000.
272                                                              Postfazione

per i progetti che si verificheranno nei tempi e per mano di
attori, a vario titolo, successivi, un passaggio di questa ricerca
metodologica è quello della articolazione della figura dell’au-
tore stesso. Lo sguardo multiplo adottato, attraverso la scom-
posizione del piano fenomenico della realtà, si declinerebbe
in una serie di temi, orientati a relativi diagrammi specifici da
porre reciprocamente in relazione; intesi dunque come occa-
sioni critiche: occasioni di confronto, condivisione, opposi-
zione. Ciò significa che la composizione di più sguardi, tra di
loro dialettici, dovrebbe essere programmaticamente acquisita
entro la forma metodologica di questo approccio. Questa cen-
tralità della figura di un autore che agisca da mediatore appare
opportuna rispetto ad un tempo e ad un luogo in cui la com-
plessità e l’incertezza delle condizioni sono evidente materiale
di progetto, anzi ne sono la cifra sostanziale che deve voltarsi
da impedimento a risorsa.
Ma se l’autore architetto rinuncia ad offrire una risposta sin-
tetica in termini di figura stabilizzata, non può declinare la
propria responsabilità a definire un piano su cui possano se-
dimentare, via via lungo il farsi e disfarsi del processo, forme
‘poetiche’ sintetiche. È un piano che traduce il senso del ‘prin-
cipio insediativo’ gregottiano in uno schema diagrammatico,
cioè un campo di possibilità, entro cui produrre e sperimentare
episodi specifici, parziali: sequenze del percorso di progetto
che punteggiano il processo di modificazione8.
Ma come potrebbe determinarsi e figurarsi sinteticamente que-
sto progetto composito, inteso come opera aperta, o ‘progetto
di progetti’, base per successive azioni di indagine, descrizione,
interpretazione e sintesi modificativa?
I temi di riferimento sono condotti a schemi diagrammatici di
progetto; veri e propri diagrammi che, coinvolti nel processo
di relazione della realtà, vengono tentativamente concretizza-
ti sul piano della città. Questi provano a tradurre la struttura
terminologica e narrativa entro una concreta – e materica –

8
    GREGOTTI Vittorio, Modificazione, in Casabella n. 498-499, 1984.
Il progetto nella Città Fragile                                    273

grammatica architettonica. Questi diagrammi costituiti di ma-
teria concreta, concetti spaziali disseminati nei flussi tempo-
rali che attraversano il piano della città, non sono certamente
intesi come risposta sintetica unica e neanche come risposte
alternative tra loro: essi si dispongono nella forma delle possi-
bili domande. Questi schemi cercano cioè la propria efficacia
nella loro funzione di prefigurazione di una domanda. Il ruolo
di questa metodologia potrebbe essere, rispetto alle condizioni
date, orientare ipotesi che conducano gli attori presenti e fu-
turi a collaborare al progetto e a immaginare delle risposte di
sintesi.
In che senso si possono realizzare domande attraverso le for-
me? Forse lasciandone aperto l’esito e offrendo con evidenza
un principio, un percorso attraverso le ragioni che ne sostan-
ziano il campo di possibilità. Ancora ci viene in aiuto l’espe-
rienza rivoluzionaria della grande modernità, quella modernità
permanente che relativizza il valore della realtà, a partire da sé
stessa. Ce lo insegnano da Las Meniñas di Velázquez a quelle
di Picasso, dalle figure aperte di Klee – linee che determinano
un processo – alle serie cezanniane del Mont Saint-Victoire,
alle pulsazioni di Rothko, sino allo Shift di Serra e ai Wrapping
di Christo. È l’espressione del principio – su cui si innestano
sia concrete che immaginate possibilità figurative – che attiva
possibili risposte, che lo stesso fruitore dell’opera è sollecitato
a comporre. Va forse sottolineato il lavoro di ricerca di Céz-
anne, e la sua celebre attitudine verso una ricerca pittorica non
rappresentativa ma effettuale della sostanza e della strutturalità
dei fenomeni percettivi e immaginativi. Da qui il contributo di
Maurice Merleau-Ponty «Il dubbio di Cézanne»; egli conclude
il saggio con queste parole: «Il pittore ha solo potuto costruire
un’immagine. Bisogna attendere che quest’immagine si animi
per gli altri. Allora l’opera d’arte avrà unito le vie separate, e non
esisterà più semplicemente in una di loro come un sogno tenace
o un delirio persistente, o nello spazio come una tela colorata,
ma abiterà indivisa in parecchi spiriti, presumibilmente in ogni
274                                                        Postfazione

spirito possibile, come un’acquisizione per sempre»9.
L’autore è il mediatore tra realtà, immaginazione, possibilità,
forma. In ambito più propriamente architettonico mi viene in
mente il piano per Monte Carasso di Snozzi che conduce il
Piano Regolatore ad opera architettonica aperta determinata
dalla struttura dei sedimi storici e pochissimi altri elementi; o
il piano per le Città d’Olanda, sempre di Snozzi; i potenti dia-
grammi dell’Università della Calabria di Gregotti o il suo piano
insediativo per Cefalù; oppure, in tempi più recenti, penso a
tutte quelle esperienze che consolidano possibilità formali at-
traverso un lungo processo di sedimentazione di segni di varia
natura, come il progetto per il Tempelhof di Berlino dei Rau-
mlabor.
È evidente, dunque, come il primo elemento critico, anzi au-
to-critico, con cui il metodo di progetto adottato si confronta
sono gli autori stessi, i progettisti, mutevoli mediatori a secon-
da delle occasioni relazionali, che tuttavia conducono il pro-
prio specifico sguardo tematico.
Gli autori sono il reagente che legge la crisi, compresa la pro-
pria, e innesca la scelta.
I temi che esplora il progetto di architettura sono dunque dei
capitoli di riferimento che sottendono questioni aperte per
qualificare una strategia di progetto del fenomeno urbano con-
temporaneo.
Il dispositivo di connessione a rete verso cui si tende rivela un
principio d’ordine verso l’interno del settore considerato che è,
allo stesso tempo, rivolto metodologicamente verso il quadro
complessivo, disponibile ad accogliere i progetti che le dina-
miche urbane e territoriali esprimeranno nel tempo. Il criterio
proposto è condotto su frammenti di un discorso a più voci
che lo descrive, lo apre alle diverse interpretazioni e lo precisa
grazie alla relazione mutevole tra chi racconta e chi ascolta.
Il processo di ricerca così immaginato, e composto in modo
esemplificativo, intende imbrigliare questa interlocuzione col-

9
 MERLEAU-PONTY Maurice, Il dubbio di Cézanne, in Senso e non senso, Il
Saggiatore, Milano, 1962.
Il progetto nella Città Fragile                                 275

lettiva attraverso un piano sul quale sia possibile scrivere i de-
sideri, i temi e le criticità espressi dagli abitanti della città e
dagli attori del suo progetto: in breve, un piano sul quale sia
possibile esprimere una possibile grammatica architettonica
della condivisione.
Fonti iconografiche

Pag. 158, al centro: GAGLIARDI Alice, Scuderia de Montel, www.
esplorazionedicitta.it/project/scuderia-de-montel/

Pag. 159: PIVA Filippo, Una Milano a emissioni zero, il bando di Reinventing
Cities, 2018, www.wired.it/lifestyle/design/2018/01/25/reinventing-cities-
milano-bando/

Pag. 160, in alto: SANTUCCI Gianni, Milano, a 14 anni devastano per
gioco l’antico ippodromo del trotto, 2017, www.milano.corriere.it/notizie/
cronaca/17_ottobre_08/milano-14-anni-devastano-gioco-l-antico-ippodromo-
trotto-114464de-ac63-11e7-b229-0974b7f57cc3.shtml

Pag. 162: “Il manuale del buon occupante”, in San Siro Stories, Magazine,
Scuola di Giornalismo Università Cattolica, n. 19, aprile 2015, p. 21.

Pag. 163, in alto a destra: MARIN Alessandro, Terra e Lievito, ex Piazza
d’Armi di Milano, Ri-Formare Milano, Film documentario, 2016, www.
workingtitlefilmfestival.it/wtff-ferrovieri/rassegna/terra-e-lievito/

Pag. 174, 175, in alto: www.giorgiouberti.com/storia-baggio/storia-della-
piazza-darmi-prima-delle-armi-cascine-fontanili-e-prati-prima-parte/

Pag. 174, 175, in basso: Civiche Raccolte d’Arte “Bertarelli”, Castello
Sforzesco, Milano, docplayer.it/2734476-Lo-spazio-urbano-della-piazza-d-
armi-di-milano-relazione-storica.html

Pag. 176, in alto: Istituto Geografico Militare, Firenze, docplayer.it/2734476-
Lo-spazio-urbano-della-piazza-d-armi-di-milano-relazione-storica.html

Pag. 176, in basso: geoportale.comune.milano.it

Tutte le altre fotografie, le mappe, i fotomontaggi e i disegni sono materiali
inediti realizzati dagli autori.
Indice dei nomi

Agamben, Giorgio 267                       Cacciari, Massimo 267
Alberti, Leon Battista 267                 Caffo, Leonardo 9-10, 25, 30-31, 54-56,
Albori, Studio 140-141                         60, 110, 117, 180, 193, 215
Ambrosioni, Annamaria 169                  Calabrò, Sara 170
Archigram 124-126                          Castel, Robert 53
Archizoom 87, 98                           Castiglioni, Maria 199
Argan, Giulio Carlo 104                    Castoriadis, Cornelius 11, 87
Aristotele 37                              Cézanne, Paul 273-274
Armando, Alessandro 266                    Christo 273
Assemble 145-146                           Cignini, Paolo 147
Atkinson, Anthony Barnes 50                Cittadini per Piazza d’Armi 173, 196-
Aureli, Pier Vittorio 11, 87-88, 258            197, 200-202, 222, 225
                                           Clarici, Giovanni Battista 174
Bacchelli, Valeria 199                     Clément, Gilles 55, 57-59, 60, 79-80, 161,
Banham, Reyner 108-109                          166, 194
Barker, Paul 108-109                       Cognetti, Francesca 12, 14, 36, 39, 100,
Barthes, Roland 266                             106, 117, 119, 180, 120-121
Baudelaire, Charles 121                    Constant Anton Nieuwenhuys 124-
Bauman, Zygmunt 32-33                           126, 255
Bayat, Asef 48                             Correa, Charles 115
Belluschi, Pietro 94                       Costa, Francesco 11-12, 25, 162
Bertagna, Alberto 10, 15, 35, 43, 256      Crooke, Pat 70
Bertelli, Guya Grazia 78
Betsky, Aaron 146                          Daniel, Guarniero 72, 112
Biraghi, Marco 88-92, 118                  Debord, Guy 126
Bishop, Peter 36, 68, 99, 107, 110         De Carlo, Giancarlo 38-39, 87, 102, 110,
Bonisoli, Alberto 203                          115-116, 124, 126, 128
Bonomi, Aldo 21                            Deleuze, Gilles 46
Borella, Giacomo 92                        de Saussure, Ferdinand 266
Borromeo, Carlo 169                        De Sica, Vittorio 65
Bottero, Bianca 207                        Di Franco, Andrea 264
Bouchain, Patrick 58                       Donzelot, Jacques 51
Braghieri, Gianni 141                      Dostoevskij, Fëdor 199
Branzi, Andrea 35, 37-38, 61-62, 70, 91,   Durbiano, Giovanni 266
    98-99, 109, 119, 255
Brenna, Giovanni 174                       Eco, Umberto 193, 270
Brillembourg, Alfredo 10, 137-139          Edgerley, Fran 145
Buchanan, Colin Douglas 71                 Engels, Friedrich 47
                                           Evi, Eleonora 173
280                                                                     Indice dei nomi

Farris, Amanzio 128                          Klee, Paul 273
Fathy, Hassan 71, 115                        Klumpner, Hubert 138
Fava, Federica 97, 104-105, 108
Fava, Ferdinando 36, 39                      Lacan, Jacques 266
Ferlenga, Alberto 22                         Lacaton, Anne 131-133
Ferrari, Marco 126, 255                      Lacaton & Vassal 131-133
Ferraro, Giovanni 121-122, 181               La Cecla, Franco 208
Ferri, Vincenzo 178, 200, 204, 206,          Landau, Royston 124-125
      222, 225                               La Pietra, Ugo 26-27, 64, 71-72, 106, 119-
Fichter, Robert 65                                121, 124, 129, 256
Fitter, Richard Sidney Richmond 59           La Varra, Giovanni 68
Foerster-Baldenius, Benjamin 144             Le Corbusier 153
Forlanini, Enrico 170, 213                   Lefebvre, Henri 139
Foucault, Michel 265                         Legambiente 196
Friedman, Yona 124                           Leveratto, Jacopo 40, 126, 129, 143
Fusaro, Diego 47                             Lévi-Strauss, Claude 266-267
                                             Lipu 198, 200
Gallino, Luciano 46                          London, Jack 44
Gambino, Daniela 222                         Lo Ricco, Gabriella 90
Gandin, Michele 65                           Lynch, Kevin 23-24, 28-32, 59, 62, 82, 108
Garner, Ray 74
Geddes, Patrick 121-122, 181                 Maldonado, Tomás 267
Le Giardiniere 168, 172-173, 179, 192-199,   Marin, Alessandro 213
    202, 204, 206, 222, 225                  Marini, Sara 38-39, 87, 102, 110, 116, 128
Giacometti, Alberto 207                      Massey, Doreen 36
Gilbert, Elizabeth 61                        McGuirk, Justin 139
Goffredo da Bussero 169                      McNamara, Robert 45
Gorz, André 52                               Meazza, Giuseppe 156, 207
Gregotti, Vittorio 112, 267, 272, 274        Mele, Elia 179
Guattari, Félix 46                           Menon, Krishna 124, 130
                                             Merleau-Ponty, Maurice 273-274
Habraken, N. John 71, 115                    Micheli, Silvia 90
Hall, Peter 108-109                          Morin, Edgar 271
Hänninen, Giovanni 257                       Mussolini, Benito 61
Henderson, Nigel 73                          Muzzonigro, Azzurra 9-10, 25, 30, 54-
Hertzberger, Herman 128                           56, 110, 117, 180, 193, 215
Hidalgo, Anne 198
                                             Nicolini, Renato 103-104
Ibelings, Hans 88                            Nobile, Umberto 170, 213
Italia Nostra 196, 224-225                   Nulli, Andrea 140-141
Izenour, Steven 153-154
                                             Omero 78
Jeanton, Gabriel 66                          Orizzontale 147-149
                                             Ottaviano Augusto 61
Karpat, Kemal 66
Khanna, Parag 10
Il progetto nella Città Fragile                                                        281

Paba, Giancarlo 40-42, 100-101, 103,           Soja, Edward 44
     117, 181                                  Stagni, Linda 138
Paci, Enzo 267
Pagani, Gabriele 169                           Tafuri, Manfredo 87, 267
Pagano, Giuseppe 72, 112-113                   Taleb, Nassim Nicholas 77
Palestra, Ambrogio 169                         Tortora, Giuseppe 61
Perrone, Camilla 40-42, 100-101, 103,          Touraine, Alain 51
     117, 181                                  Tozzi, Pierluigi 169
Petrillo, Agostino 45-53                       Turner, John F. C. 65, 70, 115
Picasso, Pablo 273
Pisapia, Giuliano 172                          Uberti, Giorgio 168
Ponti, Gio 95, 117-118                         Ulisse, Alberto 29, 68-69
Popper, Karl, 139                              Urban-Think Tank 137-138
Price, Cedric 108-109, 123-125
Profili, Diego 173, 200, 203, 225              Vassal, Jean-Philippe 131-133
Protasoni, Sara 77-78                          Vattimo, Gianni 267
                                               Veca, Salvatore 267
Rampazzo, Luca 162                             Velázquez, Diego 273
Raumlabor 142-144                              Venezia, Francesco 63
Recalcati, Massimo 69                          Venturi, Lionello 111
Rella, Franco 267                              Venturi, Robert 37, 153-154
Retake Milano 192, 225                         Vickers, Geoffrey 116
Righter, Rosemary 66, 70                       Viganò, Paola 109, 125, 134-135, 153-154,
Roberts, Robert 44                                  166, 215, 221, 230
Rogers, Ernesto Nathan 267                     Viganò, Vittoriano 160
Rossi, Aldo 22, 87-88, 104, 113, 141           Vigotti, Gualberto 169
Rothko, Mark 273
Rudofsky, Bernard 72, 93-94, 111-112, 162      Ward, Colin 25, 64-67, 69-72, 74, 92-94,
Russi, Nicola 104, 106, 116, 118, 120, 133,         115-116, 211
     135-136, 139, 143-146                     Whitehead, Alfred North 30
                                               Williams, Lesley 36, 68, 99, 107, 110
Sabatino, Michelangelo 113                     Wilden, Anthony 266
Sandercock, Leonie 101                         Wilsher, Peter 66, 70
Sassen, Saskia 41                              Wilson, William Julius 51
Schwägerl, Christian 56                        Wood, Denis 28
Scott Brown, Denise 153-154                    Woods, Lebbeus 124
Scruton, Roger 66
Secchi, Alberto 208, 210                       Zabalbeascoa Anatxu 132
Secchi, Bernardo 10, 23, 25-26, 40, 43-        Zedda, Roberto 143
    44, 134-135, 258
Secchi-Viganò 134-135
Segal, Walter 115
Sennett, Richard 37, 74-75, 97, 111-112, 121
Serra, Richard 273
Simmel, George 61
Snozzi, Luigi 274
Bibliografia

ATKINSON Anthony Barnes, Poverty in Europe, Blackwell, London,
     1998.
AURELI Pier Vittorio, Il progetto dell’autonomia: Politica e architettura
     dentro e contro il capitalismo, Quodlibet, Macerata, 2016.
BANHAM Reyner, BARKER Paul, HALL Peter, PRICE Cedric,
    Non-Plan: an experiment in freedom, New Society, 1969.
BAUMAN Zygmunt, Modernità liquida, Editori Laterza, Roma, 2002.
BAUMAN Zygmunt, Vite di scarto, Editori Laterza, Roma, 2008.
BAYAT Asef, From “Dangerous Classes” to “Quiet Rebels”. Politics
     of the Urban Subaltern in the Global South, International
     Sociology, 2000.
BERTAGNA Alberto, Il controllo dell’indeterminato. Potemkin
     villages e altri nonluoghi, Quodlibet, Macerata, 2010.
BERTELLI Guya Grazia (a cura di), Paesaggi Fragili, Aracne, Roma,
     2018.
BIRAGHI Marco, L’architetto come intellettuale, Piccola Biblioteca
     Einaudi, Torino, 2019.
BIRAGHI Marco, Storia dell’architettura contemporanea II : 1945-
     2008, Piccola biblioteca Einaudi, Torino, 2008
BISHOP Peter, WILLIAMS Lesley, The temporary city, New York:
     Routledge, Londra, 2012.
BONOMI Aldo (a cura di), Mettere in mostra la città fragile,
    Communitas, Milano, 2009.
BRANZI Andrea, Modernità debole e diffusa: Il mondo del progetto
     all’inizio del XXI secolo, Skira, Milano, 2006.
BRILLEMBOURG Alfredo, KLUMPNER Hubert, Torre David,
     Informal Community, Area n. 128, 2013.
284                                                          Bibliografia

CAFFO Leonardo, Fragile umanità. Il postumano contemporaneo,
     Einaudi editore, Torino, 2017.
CAFFO Leonardo, MUZZONIGRO Azzurra, Costruire futuri.
     Migrazioni, città, immaginazioni, Bompiani, Milano, 2018.
CASTORIADIS Cornelius, The Retreat from Autonomy:
     Postmodernism as Generalized Conformism, in Id., World in
     Fragments, Stanford University Press, Stanford, 1997.
CLÉMENT Gilles, Il giardino in movimento: Da la vallée al giardino
    planetario, Quodlibet, Macerata, 2011.
CLÉMENT Gilles, Manifesto del Terzo paesaggio, Quodlibet,
    Macerata, 2005.
CREMASCHI Marco (a cura di), Tracce di quartieri, Il legame sociale
    nelle città che cambia, FrancoAngeli, Milano, 2008.
COGNETTI Francesca, Arte, cultura, creatività nella costruzione
    della città pubblica, Critica della razionalità urbanistica, Alinea
    Editrice, 2005.
COGNETTI Francesca, Un’idea di arte, un’idea di progetto. Pratiche
    artistiche, partecipazione sociale e ruolo dell’artista, Territorio,
    2010
COGNETTI Francesca, “Praticare l’interazione in una prospettiva
    progettuale”, in CANCELLIERI A., SCANDURRA G. (a
    cura di), Tracce urbane. Alla ricerca della città, FrancoAngeli,
    Milano, 2012.
COGNETTI Francesca, PADOVANI Liliana, Perché (ancora) i
    quartieri pubblici. Un laboratorio di politiche per la casa,
    FrancoAngeli, Milano, 2018.
COGNETTI Francesca, FAVA Ferdinando, La città interdisciplinare.
    Per itinerari non tracciati tra saperi urbani, Tracce Urbane n.
    6, 2019.
DE CARLO Giancarlo, MARINI Sara (a cura di), L’architettura della
     partecipazione, Quodlibet, Macerata, 2013.
DE CERTEAU Michel, L’invenzione del quotidiano, Edizioni Lavoro,
     Roma, 2001.
DE MASI Domenico, Partecipazione e progetto, in GUCCIONE
Il progetto nella Città Fragile                                      285

         Margherita, VITTORINI Alessandra (a cura di), Giancarlo De
         Carlo. Le ragioni dell’architettura, Electa-Darc, Milano, 2005.
DONZELOT Jacques, La nouvelle question urbaine, Esprit, Parigi,
    2002.
FARRIS Amanzio, Situare l’azione. Uomo, spazio, auspici di
      architetture, Alinea Editrice, Firenze, 2012.
FAVA Federica, Estate romana: tempi e pratiche della città effimera,
      Quodlibet Studio, Macerata, 2017.
FERRARO Giovanni, Rieducazione alla speranza. Patrick Geddes
     planner in India, Jaca Book, 1998.
FIORAVANTI Matteo (a cura di), La città e l’altra città: Racconti
     ed esperienze in-disciplinate nella pianificazione anti-fragile,
     Palazzo Bonaretti Editore, Novellara, 2013.
FRAMPTON Kenneth, Storia dell’architettura moderna, Zanichelli,
     Bologna, 1982.
GANDIN Michele, Il tetto di Vittorio De Sica, Cappelli Editore, 1956.
GILBERT Elizabeth, Mangia prega ama, Rizzoli, Milano, 2007.
GORZ André, Le metamorfosi del lavoro. Critica della ragione
    economica, Bollati Boringhieri, Milano, 1992.
GRAF Franz, TEDESCHI Letizia (a cura di), L’Istituto Marchiondi
     Spagliardi di Vittoriano Viganò, Mendrisio Academy Press,
     Accademia di Architettura Università della Svizzera Italiana,
     Mendrisio, 2009.
GREGOTTI Vittorio, Orientamenti nuovi nell’architettura italiana,
    Electa, Milano, 1969.
HERTZBERGER Herman, Lessons for students in Architecture,
     Publishers, Rotterdam, 1991.
HUGHES Jonathan, SADLER Simon (a cura di), Non-plan: Essays on
    freedom participation and change in modern architecture and
    urbanism, Architectural Press, Oxford, 2000.
IBELINGS Hans, Supermodernism: Architecture in the Age of
      Globalization, NAI Publishers, 1998.
INFUSSI Francesco, Dal recinto al territorio: Milano, esplorazioni
286                                                        Bibliografia

       nella città pubblica, Bruno Mondadori, Milano, 2011.
Italia Nostra Onlus, DAStU, Scuola Agraria del Parco di Monza,
        DEMM, La città degli orti, 2018.
JEANTON Gabriel, Les maisons construites en une nuit, Revue de
     folklore français vol. 10 n. 2, 1939.
LANDAU Royston, Philosophy of enabling: The work of Cedric Price,
    AA Files n. 8, 1985.
LA PIETRA Ugo, Abitare la città: Ricerche, interventi, progetti nello
      spazio urbano dal 1960 al 2000, Allemandi & C., Torino, 2011.
LA VARRA Giovanni, Post-It City. L’ultimo spazio pubblico della città
     contemporanea, Territorio n. 56, 2011.
LEVERATTO Jacopo, Pubblico e personale. Spazi urbani a misura
     d’uomo, Tesi di Dottorato, Politecnico di Milano, 2015.
LYNCH Kevin, Deperire: rifiuti e spreco nella vita di uomini e città,
     Cuen, Napoli, 1992.
MASSEY Doreen, For Space, Sage Publications, Londra, 2005.
MCGUIRK Justin, Radical cities. Across Latin America in Search of a
    New Architecture, Verso, New York, 2014.
Multiplicity.lab (a cura di), Milano: Cronache dell’abitare, Bruno
       Mondadori, Milano, 2007.
NERI Raffaella (a cura di), Milano: Caserme e aree militari, Maggioli,
      Santarcangelo di Romagna, 2014.
OSWALT Philipp, OVERMEYER Klaus, MISSELWITZ Philipp,
    Urban catalyst: The power of temporary use, DOM, Berlino,
    2013.
PABA Giancarlo, PERRONE Camilla, Cittadinanza attiva: Il
     coinvolgimento degli abitanti nella costruzione della città,
     Alinea, Firenze, 2002.
PAGANO Giuseppe, DANIEL Guarniero, Architettura Rurale
    Italiana, Quaderni della Triennale Ulrico Hoepli Editore,
    Milano, 1936.
PETRILLO Agostino, Città in Rivolta. Los Angeles, Buenos Aires,
     Genova, Ombrecorte, Verona, 2004.
Il progetto nella Città Fragile                                      287

PETRILLO Agostino, Villaggi, città, megalopoli, Carrocci editore,
     Roma, 2013.
PONTI Gio, Amate l’architettura: L’architettura è un cristallo, Rizzoli,
     Milano, 2008.
ROBERTS Robert, The Classical Slum, Penguins, Harmondsworth-
     London, 1972.
ROSSI Aldo, Frammenti, in FERLENGA Alberto                 (a cura di),
      Architetture 1959 - 1987, Electa, Milano, 1987.
RUDOFSKY Bernard, Architettura senza architetti: una breve
    introduzione all’architettura non-blasonata, Editoriale
    Scientifica, Napoli, 1977.
RUSSI Nicola, Background. Il progetto del vuoto, Quodlibet Studio,
      Macerata, 2019.
SABATINO Michelangelo, Orgoglio della modestia: architettura
     moderna italiana e tradizione vernacolare, Angeli, Milano,
     2013.
SASSEN Saskia, Una sociologia della globalizzazione, Einaudi, Torino,
     2008.
SECCHI Bernardo, Progetto di suolo, Casabella n. 520, 1986.
SECCHI Bernardo, La periferia, Casabella n. 583, 1991.
SECCHI Bernardo, La città del ventesimo secolo, Laterza, Roma-Bari,
     2005.
SECCHI Bernardo, La città dei ricchi e la città dei poveri, Laterza,
     Bari-Roma, 2013.
SENNETT Richard, Costruire e abitare. Etica per la città, Feltrinelli,
     Milano, 2018.
TALEB Nassim Nicholas, Antifragile: Prosperare nel disordine, il
     Saggiatore, Milano, 2013.
TOESCHI Luisa (a cura di), Un boscoincittà: Analisi di un’esperienza
     di forestazione urbana a Milano, FrancoAngeli, Italia Nostra,
     Milano, 1984.
TORTORA Giuseppe, Semantica delle rovine, Manifestolibri, Roma,
     2006.
288                                                          Bibliografia

TOURAINE Alain, Face à l’exclusion, Esprit, 2011.
TURNER John F., FICHTER Robert (a cura di), Freedom to build,
     Macmillan, 1972; tr. It. Idem, Libertà di costruire, il Saggiatore,
     1979.
ULISSE Alberto, Common spaces: Urban design experience, LIStlab,
      Trento, 2018.
UN-Habitat, The Challenge of Slums. Global report on human
     settlements, Earthscan Publications, Londra, 2003.
Urban Governance and Urban Poverty: Lessons from a Study of Ten
      Cities in the South, The School of Public Policy, University of
      Birmingham, 2001.
VATTIMO Gianni, ROVATTI Pier Aldo (a cura di), Il pensiero
     debole, Feltrinelli, Milano, 1983.
VENEZIA Francesco, Che cosa è l’architettura. Lezioni, conferenze,
     un intervento, Mondadori Electa, Milano, 2013.
VENTURI Lionello, Per la nuova architettura, Casabella, Gennaio,
    1933.
VENTURI Robert, SCOTT BROWN Denise, IZENOUR Steven,
    Learning from Las Vegas, Cambridge, MIT Press 1972 (trad
    it.: Imparando da Las Vegas, Cluva Editrice, Venezia,
    1985).
VIGANÒ Paola, I territori dell’urbanistica: Il progetto come produttore
     di conoscenza, Officina, Roma, 2010.
WARD Colin, Architettura del dissenso: forme e pratiche alternative
    dello spazio urbano, Elèuthera, Milano, 2016.
WILSON William Julius, The Ghetto Underclass. Social Science
     Perspectives, Sage, Newbury Park, 1993.
ZABALBEASCOA Anatxu, Bigger, better and still affordable, Domus
     1034, 2019
ZEDDA Roberto, Tempi della città. Metodi per l’analisi urbana:
    principi e pratiche dell’urbanistica temporale, FrancoAngeli
    Editore, Milano, 2009.
Bibliografia storica Piazza d’Armi

AMBROSIONI Annamaria, Le pergamene della canonica di
    Sant’Ambrogio nel XII secolo, Vita e Pensiero, Milano, 1974.
Archivio Diocesano Milano, Sez. X, Vol. 8, fil. 12 e 14.
Archivio e Biblioteca dell’Istituto Geografico Militare, «Carta
       Topografica d’Italia», Foglio 45, Firenze, 1936-1937.
Archivio Storico Civico Milano, Ms. (1346) «Statuti delle acque e delle
       strade del contado di Milano. Le compartizione delle strade e
       fagie a le comune de li burghi: lochi: cassine: e case de religiosi
       del contado de Milano».
CALABRÒ Sara (a cura di), La passione dell’invenzione, Telesma,
     Milano, 2004.
Ministero dell’aeronautica, Rivista Aeronautica vol. 55, 1979.
PAGANI Gabriele, Milano e i suoi borghi, Edlin, Milano, 2009.
PALESTRA Ambrogio, Strade romane nella Lombardia Ambrosiana,
     Nuove Edizioni Duomo, Milano, 1984.
RIA M., ROGNONI R., 1928 Enrico Forlanini, l’Officina “Leonardo
      da Vinci” e Umberto Nobile, Il diciotto, quaderno n. 3, 1998.
TOZZI Pierluigi, Pavia e le vie delle Gallie, Guardamagna, 1998.
VIGOTTI Gualberto, La diocesi di Milano alla fine del Secolo XIII.
     Chiese cittadine e pievi forensi nel “Liber Sanctorum” di
     Goffredo da Bussero, Edizioni di storia e letteratura, Roma,
     1974.
Sitografia

BETSKY Aaron, “Assemble and the Culture of Craft”, Architect
     Magazine, 22 dicembre 2015, www.architectmagazine.com/
     design/culture/assemble-and-the-culture-of-craft_o
BOTTERO Bianca, “A Milano, a San Siro”, www.arcipelagomilano.
     org/archives/52918
BOTTERO Bianca, “Dopo la ‘moltitudine del benessere’”, www.
     arcipelagomilano.org/archives/55820
BRILLEMBOURG Alfredo, Open webVILLARD 21. From Social
     Housing to Social Habitat, webinar, 8 maggio 2020, www.
     youtube.com/watch?v=2ruyY8NSkjE
CIGNINI Paolo, “Orizzontale: gli architetti che rigenerano lo spazio
     pubblico e creano comunità”, 2020, www.italiachecambia.org
COSTA Francesco, “3. I margini”, Milano, Europa, podcast, www.
     pianop.it/2019/03/14/milano-europa/
FERRARI Marco, New Babylon – L’utopia nomade di Constant, 2015,
     www.artwort.com/2015/06/23/architettura/new-babylon-
     lutopia-nomade-di-constant/
FUSARO Diego, Globalizzazione e sradicamento, l’economia ci
     toglie tutto, 2017, www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/01/
     globalizzazione-e-sradicamento-leconomia-ci-toglie-
     tutto/3424084/
HÄNNINEN Giovanni, cittàinattesa, www.hanninen.it/portfolio_
    page/cittainattesa/
MARIN Alessandro, Terra e Lievito, ex Piazza d’Armi di Milano,
     Ri-Formare Milano, Film documentario, 2016, www.
     workingtitlefilmfestival.it
MELE Elia, L’avifauna di Piazza d’Armi, www.legiardinieremilano.it/
     greenweek-settembre-2018/
292                                                           Sitografia

NICOLINI Renato, “In viaggio con..” Renato Nicolini,
     intervista a Chronicalibri, 2012, www.youtube.com/
     watch?v=sEard3ZD6PM
NULLI Andrea, “Osservare, riflettere, bighellonare: tre progetti
     dello    Studio    Albori”,    2011,   www.domusweb.it/it/
     architettura/2011/03/19/osservare-riflettere-bighellonare-tre-
     progetti-dello-studio-albori.html
RAMPAZZO Luca, Tra ratti e scarichi intasati, l’Odissea delle case
     popolari di via Fleming, www.milanopost.info/2019/10/12/
     tra-ratti-e-scarichi-intasati-lodissea-delle-case-popolari-di-via-
     fleming/
SECCHI Alberto, “Nuove architetture e parsimonia urbana”, www.
     arcipelagomilano.org/archives/43667
STAGNI Linda, “In Sudafrica con U-TT”, 2016, www.gizmoweb.
     org/2016/04/in-sudafrica-con-u-tt/
UBERTI Giorgio, Lo spazio urbano della Piazza d’Armi di Milano:
     relazione storica, www.legiardinieremilano.it/la-piazza-d-
     armi/
VIGANÒ     Paola, Urbs   in             Horto,    www.youtube.com/
     watch?v=k5_9LR7jv8Q

albori.it
artwort.com/2015/06/23/architettura/new-babylon-lutopia-nomade-
       di-constant/
askanews.it/milano-petizione-su-piazza-darmi-in-discussione-a-
       europarlamento
assemblestudio.co.uk
citedelarchitecture.fr/fr/video/studio-09-bernardo-secchi-e-paola-
        vigano
comune.milano.it
cultweek.com/vigano/
enricatancioni.com/le-scuderie-de-montel-ecco-il-gioiello-liberty-
        abbandonato-al- degrado
Il progetto nella Città Fragile                                     293

fondoambiente.it/piazza-d-armi-di-baggio
geoportale.comune.milano.it
glistatigenerali.com/piazza-darmi-se-un-vincolo-toglie-credibilita-al-
         paese-e- blocca-nuovo-parco
giorgiouberti.com/storia-della-piazza-darmi-prima-delle-armi-
       cascine-fontanili- e-prati-prima-parte
ilfoglio.it/quelli-che-bloccano-milano-il-m5s-i-nimby-il-mibac-e-
         piazza-darmi
ilgiorno.it/piazza-d-armi
ilgiorno.it/baraccopoli-piazza-armi
ilgiorno.it/milano/cronaca/san-siro-cascina-case-nuove-1.1384385
independent.co.uk/news/obituaries/cedric-price-36932.html
legiardinieremilano.it
masterx.iulm.it/la-gloria-distrutta-dellippodromo-del-trotto-di-san-
       siro
milanoallnews.it/speciale-municipi-marco-bestetti-municipio-7
milanocittastato.it/featured/terme-scuderie-de-montel/
milano.corriere.it/milano-vincolo-ministero-anche-piazza-d-armi-ira-
       comune-bloccano-rilancio-zona
milano.corriere.it/san-siro-l-immobiliare-clandestina-case-popolari-
       occupate
milano.corriere.it/scuderie-de-montelun-gioiello-liberty-
       abbandonato-degrado
milanoincontemporanea.com/la-piazza-darmi-di-milano-diventa-un-
       luogo-del- cuore
milano.repubblica.it/milano_ippodromoricerca.repubblica.it/non-
       toccate-piazza- darmi-e-da-tutelare
milanopost.info/piazza-darmi-e-lincapacita-di-gestire-la-citta
milanopost.info/san-siro-come-calcutta-la-baraccopoli-di-milano-e-
       il-risultato-del-buonismo
294                                                         Sitografia

milanotoday.it/piazza-darmi-degrado
milanotoday.it/piazza-armi
milanotoday.it/morelli-denuncia-baraccopoli-milano
milanox.eu/milano-greenweek-grattacieli-in-piazza-darmi
mi-lorenteggio.com/news/12914
offtopiclab.org/lex-piazza-darmi-nel-contesto-dello-smantellamento-
        del- patrimonio-pubblico
orizzontale.org
raumlabor.net
raumlabor.net/floating-university-berlin-an-offshore-campus-for-
      cities-in-transformation/
salviamoilpaesaggio.it/milano-piazza-darmi-la-richiesta-di-un-
       grande-parco-urbano-raggiunge-le-istituzioni-europee
shareradio.it/difendiamo-la-piazza-darmi- dalledificazione-selvaggia
teknoring.com/news/progettazione/anne-lacaton-bisogna-fare-
       molto-con-poco-intelligenza-e-sensibilita/
telecolor.net/scuderie-de-montel-tra-degrado-e-speranze
thesubmarine.it/ancora-non-si-sa-cosa-fare-dellippodromo-del-trotto
trottobenecomune.noblogs.org/il-trotto-di-milano-e-il-suo-storico-
        quartiere-ippico-di-san-siro/
voloire.org/le-voloire/la-caserma-s-barbara/
Bibliografia Postfazione

ARMANDO Alessandro, DURBIANO Giovanni, Teoria del progetto
    architettonico, Dai disegni agli effetti, Carocci, Roma, 2019.
ECO Umberto, Opera Aperta, Forma e indeterminazione nelle poetiche
     contemporanee, Bompiani, Milano, 1962.
FOUCAULT Michel, Spazi altri. I principi dell’eterotopia, in Lotus
    International n. 48-49, Electa, Milano, 1985.
GREGOTTI Vittorio, Modificazione, in Casabella n. 498-499, 1984.
LÉVI-STRAUSS Claude, Il pensiero selvaggio, Il Saggiatore, Milano,
      2010.
MERLEAU-PONTY Maurice, Il dubbio di Cézanne, in Senso e non
     senso, Il Saggiatore, Milano, 1962.
MORIN Edgar, La testa ben fatta, Riforma dell’insegnamento e riforma
     del pensiero, Raffaello Cortina Editore, 2000.
TAFURI Manfredo, Teorie e storia dell’architettura, Einaudi, Torino,
     1970.
WILDEN Anthony, Comunicazione, Enciclopedia Einaudi, III,
     Torino, 1978.
Puoi anche leggere