Il pozzo di San Tiziano - Brescia - CittadiniPrima

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Apriti anche tu al mondo con gli occhi della mente

Brescia
il pozzo di San Tiziano
Pietre che guariscono

Ebbene sì sono bresciano ma non un santo.
Qui il nome San Tiziano é riferito ad una fontana la cui acqua freschissima era
considerata , a Brescia, sommamente curativa.

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San Tiziano vescovo di Brescia

         Nell’elenco dei vescovi di Brescia occupa il 15° posto
         tra Vigilio e Paolo II, il suo episcopato si pone alla fine
         del secolo V, nulla si sa di lui oltre il nome.

         Fu sepolto nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano,
         forse fatta costruire proprio da lui, in seguito fu
         annesso un monastero, l’intero complesso fu demolito
         dal vescovo Berardo Maggi nel 1302 per dare spazio
         al Palazzo Broletto, attualmente in Piazza del Duomo.

         Le reliquie del vescovo Tiziano vennero deposte dal
         vescovo Paolo Zane nel 1505 in un arca marmorea
         eretta sull’altare nella cappella di sinistra.
         Successivamente, dopo vari spostamenti, alla fine
         dell’800 il sarcofago fu posto a fontana in un angolo di
         piazzetta Tito Speri, ove è attualmente.

         San Tiziano vescovo si festeggiava il 3 marzo ma dal
         1962 la sua festa liturgica è stata conglobata al 20
         aprile insieme a tutti i santi bresciani, in un'unica
         celebrazione.

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Breve storia del pozzo di San Tiziano

La fontana nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano é uno degli oltre 40 in
Lombardia e dei 5 nel bresciano ( insieme a Bovegno, Brescia, Cevo,
Montichiari e Zone ) luoghi di fonti, pietre, grotte e reliquie della medicina
popolare miracolosa.

Come afferma l'antropologo culturale Massimo Centini la religiosità popolare è
caratterizzata dalla consapevolezza che esiste la necessità di trovare un
mezzo “pratico” permettersi in contatto con Dio; in essa è evidente la ricerca di
dare un corpo alle speranze collettive trovando una forma di spiritualità basata
su un linguaggio comune ritualizzato.

Ecco allora che dalla profonda Italia millenaria sono censiti ben 423 luoghii, fra
cui ad esempio:
•       REUMATISMI - Santuario di Santa Maria di Zena a Pianoro (Bo) ogni anno l' 8
settembre (natività di Maria) si radunano milioni di formiche: quelle che muoiono vengono
raccolte e usate per curare i reumatismi
•       LONGEVITA' - gli abitanti di Campodimele (Latina) sono straordinariamente longevi: si
dice che il loro segreto stia nell' acqua della Fonte Faggetina, che sgorga nella piazza del paese
•       MALESSERI - da una colonna dell' abbazia cistercense di Santa Maria di Lucedio a
Trino (Vercelli) trasuda un liquido detto «pianto» che si racconta guarisca dalle malattie chi vi si
appoggia
•       EMICRANIA - Chiesa di San Venanzio a Camerino (Macerata) si conserva una pietra
con l' impronta delle ginocchia del santo: si dice che abbia poteri terapeutici, in particolare per l'
emicrania
•       OCCHI - Santuario di San Patrizio a Vertova (Bergamo) sgorga una fonte considerata
efficace contro i disturbi visivi: i fedeli si bagnano le mani, poi toccano gli occhi della statua del
santo e infine i propri
•       VISTA - Statua di Santa Lucia raffigurata mentre regge gli occhi che perse durante il
martirio.
Ma ritorniamo al nostro pozzo di San Tiziano.

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Siamo a Brescia tra il V e il VI secolo e il nostro vescovo di Brescia Tiziano
somministrava ai suoi fedeli la miracolosa acqua di un non meglio identificato
pozzo che era in grado di dare figli alle donne sterili, far tornare a camminare gli
infermi e curare i malati di idropisia.

Tiziano fu Vescovo saggio nell'insegnamento della dottrina; generoso
nell'esercizio della carità verso i poveri e i bisognosi; zelante nel compiere i
doveri del suo stato; umile nel portamento personale; esemplare nella sua
condotta agli occhi del popolo e del clero; assiduo nella preghiera; energico
nella sua azione di reggitore della Chiesa bresciana. E fu anch'egli, come tutti i
pastori delle comunità cristiane del tempo, attivo costruttore e restauratore di
chiese, in città e nelle campagne. Tiziano, che mori a Brescia verso il 526 e
venne sepolto nella cattedrale, dove ancora si trovano le sue reliquie.

Un'altra pregevole presenza della Piazza, oltre agli splendidi alberi che
circondano il monumento al patriota, è senz'altro la Fontana di San Tiziano,
realizzata riutilizzando l'arca funeraria del Vescovo bresciano San Tiziano, del
XII secolo; la copertura in marmo è sostenuta da due capitelli corinzi del XV
secolo. Rimaneggiata nel 1885, reca affrescato lo stemma araldico della città.

Tiziano non era nato a Brescia ma forse in terra germanica. Trasferito a Brescia
al seguito della famiglia qui cresce e diventa adulto e le sue abilità politiche lo
portano sino al rango di prefetto della città, regnante l'imperatore Teodorico. In
seguito e afuror di popolo le stesse doti lo fecero nominare vescovo della città.
Non ci volle molto tempo affinche fra i bresciani cominciassero a circolare e
adiffondrsi voci incontrollate intorno ai suoi miracoli e guarigioni di ammalati con
un'acqua che nessuno sapeva dove andasse a prendere.

Nel 526 Tiziano morì e i bresciani pregarono a lungo in attesa di ricevere un

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segno che li conducesse al pozzo miracoloso del Vescovo Tiziano. Ma poiché il
Signore Iddio agisce secondo logiche imperscrutabili a lui solo note nessun
bresciani riuscì a ritrovare il pozzo con l'acqua che guariva tanto che passato il
tempo la memoria del vescovo Tiziano si affievolì alquanto nelle menti dei
bresciani, nostri avi.

Ma ecco che a distanza di un millennio fra i bresciani la memoria del pozzo
miracoloso prepotentemente si risvegliò: ad accendere il fuoco sacro infatti in
un giorno del 1490 fu la badessa del Monastero dei Santi Cosma e Damiano,
benedettine osservanti (sec. IX – 1797)      http://bit.ly/santi-cosma-damiano

Le origini del monastero dei Santi Cosma e Damiano di Brescia sono ignote, al
pari del suo fondatore. L'origine del monastero dovrebbe risalire alla prima metà
del IX e ai vescovi Tiziano o Onorio. Pochissime notizie sul cenobio si hanno
fino al XII secolo: il patrimonio del monastero si concentrava in Brescia città, nei
dintorni, sulla riviera del Garda, nella Bassa e in Franciacorta e la comunità era
composta da un consistente numero di monache.

Nel 1270 al monastero fu aggregato il cenobio di San Vigilio di Masserata di
Padernello, risalente all'inizio del XII secolo. Nel 1298 Bonifacio VIII autorizzò il
trasferimento delle monache di San Cosma e Damiano ad una nuova sede nei
"Campibassi", in visione della demolizione del convento per la costruzione del
nuovo Palazzo del Comune. Nel 1343 al monastero fu aggregato il cenobio di
San Pietro di Fiumicello. Nel XV secolo le benedettine di San Cosma vissero un
periodi di crisi, cattiva condotta, mancato rispetto della regola e dell'osservanza:
la situazione fu sanata dalla badessa Scolastica Avanza nel 1460.

Nel 1495 la badessa Caterina Martinengo rinunciò alla carica e ottenne il
passaggio del monastero nella congregazione di Santa Giustina di Padova,
sotto il controllo dell'abate del monastero di San Faustino. Il monastero
conobbe quindi una nuova prosperità. Nel 1507 gli fu aggregato il monastero di
San Pietro in Calino. Nel 1545 furono approvati dei lavori di ampliamento delle
strutture monastiche per poter accogliere nuove monache. Il primo ottobre 1797

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le monache di San Cosma vennero fatte uscire dal cenobio e condotte nel
monastero di Santa Giulia in vista della soppressione del loro cenobio,
decretata il 24 ottobre dello stesso anno dal Governo provvisorio (Civita, profili
"Monastero dei Santi Cosma e Damiano (sec. X - 1495)" e "Monastero dei Santi
Cosma e Damiano (1495 - 1797)", risorse Internet verificate il 16/02/2006).

Si diceva dunque che la badessa confidò al vescovo Paolo Zane di aver visto in
sogno il nostro San Tiziano che le indicava il luogo esatto in cui si trovava il suo
sepolcro: l'antica chiesa dei Santi Damiano e Cosma.

Le ricerche del vescovo Zane portarono alla scoperta dell'urna in pietra che
ospitava i resti del Santo. SI traslò dunque le reliquie del vescovo Tiziano in una
nuova basilica dedicata ai Santi Cosma e Damiano, la precedente fu infatti
distrutta per fare spazio all'ampliamento del Broletto di piazza del Duomo. La
nuova chiesa fu invece costruita al posto dell'antico convento di Sant'Agostino
del quale, ancora oggi, resta lo spettacolare campanile duecentesco.

La costruzione dell'altare che avrebbe ospitato le spoglie ritrovate del vescovo
Tiziano portò alla luce un pozzo da cui sgorgava acqua purissima. Ci racconterà
poi nel settecento Francesco Roncali Perolino nella sua opera De aquis
brixianis: l'urna approntata per ospitare i resti del vescovo Tiziano era stata
momentaneamente posta su un piano di legno, improvvisamente da questo
piano di legno cominciò a stillare un copioso rivolo di acqua fresca e purissima.
Bastò il racconto per far sì che molti malati si recarono in chiesa e bevuta
l'acqua se ne uscirono guariti dai loro malanni. Alle monache che curavano
quella chiesa, per arrestare l'assedio dei sempre più numerosi pellegrini non
restò altro che far costruire un pozzo in laterizio al fine di rendere più agevole la
distribuzione dell'acqua agli ammalati.

Ma il miracoloso pozzo esercitò la sua potenza immaginifica sui bresciani anche
in occasione di un altro evento e più precisamente durante una terribile siccità

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che assediò la città per un lungo periodo: l'acqua del pozzo divenne ancor più
abbondante in quel periodo tanto che fu necessario aprire una seconda porta di
accesso alla chiesa per smaltire le lunghissime code dei fedeli.

la fontana di piazzetta Tito Speri a Brescia http://bit.ly/pozzo-san-tiziano

Il pozzo di San Tiziano in piazzetta Tito Speri
a Brescia

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