IL PICCOLO PRINCIPE PROGETTUALITA' ANNO SCOLASTICO 2013/2014 - "Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi" - Antoine de ...
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SCUOLA DELL’INFANZIA “CASA DEL BAMBINO” ABBADIA LARIANA PROGETTUALITA’ ANNO SCOLASTICO 2013/2014 IL PICCOLO PRINCIPE “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi” – Antoine de Saint- Exupéry
La progettualità di quest’anno ha come sfondo integratore la storia del “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry. L’argomento sarà introdotto dall’aviatore Antoine che arriverà nella nostra scuola in cerca di quel ragazzino che ha conosciuto nel deserto del Sahara, quando con il suo aereo era finito lì a causa di un guasto. La conoscenza del Piccolo Principe avverrà attraverso il riassunto molto semplice del libro omonimo che l’aviatore ci consegnerà. Questo racconto darà molti stimoli per lavorare con i bambini in tutti i campi d’esperienza. Il Piccolo Principe sarà l’elemento che ci permetterà un confronto tra lui e i nostri bambini, dalla realtà in cui vivono all’importanza di alcuni valori etici come l’amicizia, il rispetto, l’accoglienza, l’accudimento. La progettualità valorizzerà le capacità di ciascuno, indipendentemente dall’età, dalle abilità e dal risultato; l’atteggiamento dell’adulto sarà accogliente, osservativo, di stimolo, di supporto e gratificante. Le attività didattiche seguiranno sempre un primo approccio motorio e manipolativo, tutto questo per portare il bambino a un’interiorizzazione del vissuto; solo in seguito si procederà con una rielaborazione e rappresentazione grafica (…“l’esperienza diretta, il gioco, il procedere per tentativi ed errori permettono al bambino di approfondire e sistematizzare gli apprendimenti “…), e con l’espressione della creatività come libera comunicazione di pensieri e di emozioni (i bambini hanno una visione interiore e soggettiva delle cose: essi le “addomesticano”). I valori, esplicitati in questo libro, arricchiranno la proposta religiosa che, oltre alla tradizionale recita natalizia, periodicamente affiancherà le attività curriculari e quotidianamente insegnerà un atteggiamento di buona convivenza (…”non si vede bene che con il cuore”…) Il Piccolo Principe appare vicino all’intuizione cristiana del mondo; la tematica dell’essenziale invisibile, colto dal cuore, e non dalla ragione, richiama da vicino quella cristiana dell’interiorità dell’uomo.
Con questa storia ci piacerebbe coinvolgere anche le famiglie per sottolineare la bellezza e l’importanza dell’unicità dell’individuo e del suo animo (“…l’essenziale è invisibile agli occhi…”), in modo che l’inclusione di ognuno sia reale. Anche quest’anno, partendo da marzo, una volta alla settimana, verrà proposto ai bambini grandi e mezzani il laboratorio del gioco teatrale che terminerà con una recita a fine maggio. La storia del Piccolo Principe costituirà lo spunto per proporre ai bambini divertenti attività basate sul movimento e sulle posture del corpo. Si prevedono uscite sul territorio e una gita scolastica riservata ai bambini grandi e mezzani. Per facilitare la comprensione della progettualità che porteremo avanti, nel corso dell’anno, di seguito c’è il riassunto della storia: Il Piccolo Principe era un ragazzino vestito da principe; indossava un grande mantello, dei larghi pantaloni infilati dentro a degli stivali; i suoi capelli avevano il colore dell’oro, era molto curioso, poneva sempre delle domande e rideva in modo semplice. Prima di arrivare sul nostro pianeta viveva da solo, nella regione degli asteroidi, sull’asteroide B612! Il suo pianeta era molto piccolo, poco più grande di lui, tant’è vero che bastava si spostasse di pochi passi per poter ammirare il tramonto più volte al giorno: un giorno lo vide addirittura per quarantatré volte (“per molto tempo tu non avevi avuto per distrazione che la dolcezza dei tramonti”) . Sul suo asteroide c’erano tre vulcani, due attivi e uno spento, e una rosa fiore che di solito non cresceva lì, ma il cui seme era stato trasportato dal vento, così che aveva potuto crescere e mostrarsi nella sua
bellezza, con tanti petali colorati dal profumo gradevole. Il piccolo principe aveva molto cura del suo pianeta: ogni giorno, dopo essersi lavato, lo puliva (“è una questione di disciplina”): spazzava i camini dei vulcani; estirpava gli arbusti dei baobab, altrimenti sarebbero diventati troppo grandi e le loro radici avrebbero distrutto l’asteroide; ogni mattina, dopo aver fatto colazione, innaffiava con acqua fresca e molta cura la rosa; le parlava e l’ascoltava e per proteggerla dal freddo della notte la copriva con una campana di vetro, perché lei aveva orrore delle correnti d’aria. Quando arrivò il giorno della partenza lasciò tutto in ordine e tristemente salutò la rosa dopo averla innaffiata. La rosa, che a volte era stata presuntuosa, perché voleva che il bambino si prendesse cura esclusivamente di lei, prese l’occasione dei saluti per scusarsi e gli disse che gli voleva tanto bene e che era contenta che lui facesse quel viaggio. Facendosi trasportare da uccelli selvatici migratori atterrò nel deserto; il suo desiderio era trovare un amico e casualmente in quel posto così arido incontrò Antoine, un aviatore che stava cercando di riparare il suo aereo guasto. Il Piccolo Principe gli chiese di disegnargli una pecora, ma Antoine, che non ero mai stato abile a disegnare, dopo tre tentativi mal riusciti, gli disegnò una cassetta e gli disse che la pecora era dentro. Il bambino era molto soddisfatto per questa soluzione, ma poi lo tempestò di domande chiedendogli se la pecora, una volta portata sull’asteroide, avrebbe mangiato la rosa; alla risposta affermativa si mise a piangere, perché il fiore era in pericolo, ed era diventato bianco di collera, perché gli aveva detto frettolosamente che le spine della rosa erano inutili; dispiaciuto di vederlo piangere lo cullò e lo tranquillizzò, dicendogli che per salvare il fiore avrebbe disegnato una museruola per la pecora e una corazza per la rosa.
Il Piccolo Principe gli raccontò che quando arrivò sulla Terra, circa un anno prima di incontrarlo, la prima cosa che vide fu un serpente che gli disse: “Colui che tocco lo restituisco alla terra da dove è venuto”; poi incontrò una volpe che gli diventò amica, perché lui la seppe addomesticare, come lei gli aveva suggerito: con pazienza e poco alla volta gli si doveva avvicinare, e doveva andare a trovarla sempre alla stessa ora, così che lei lo aspettasse al momento giusto con trepidazione e gioia. L’aviatore lui gli disse che i suoi ricordi erano molto belli, ma che non aveva ancora finito di aggiustare l’aereo e aveva anche tanta sete e insieme andarono a cercare l’acqua; trovarono un pozzo e bevvero (“quest’acqua era ben altra cosa che un alimento, era nata dalla marcia sotto le stelle, dal canto della carrucola, dallo sforzo delle braccia; faceva bene al cuore come un dono”). Poi il Piccolo Principe gli disse che a giorni sarebbe stato l’anniversario del suo arrivo sulla Terra e che d’accordo con il serpente, che chi tocca restituisce alla terra da dov’è venuto, sarebbe ripartito per il suo asteroide; con grande dispiacere lo lasciò andare. “Sono già sei anni che il mio amico se n’è andato con la sua pecora e io cerco di descriverlo per non dimenticarlo. È triste dimenticare un amico. Mi studierò di fare ritratti somigliantissimi.”
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