IL NORD AFRICA: FATTORI D'INSTABILITÀ E RUOLO DEL TERRORISMO - Panorama Internazionale - Ministero della Difesa
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Panorama Internazionale IL NORD AFRICA: FATTORI D’INSTABILITÀ E RUOLO DEL TERRORISMO IDA PIAMPIANI E FRANCO DEL FAVERO 30 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 1/2012
Il Nord Africa fra tentativi di riforme e problemi strutturali li eventi della cosiddetta “Primavera Araba” G hanno riportato l’attenzione della Comunità Internazionale sul bacino del Mediterraneo in generale e sull’Africa Settentrionale in particolare. Nello specifico, l’attenzione degli analisti è con- centrata principalmente sulle possibili relazioni esistenti fra i tre principali fattori “storici” d’instabilità della regione: l’integralismo religioso, il terrorismo1 e, non ultima, la crescente esigenza di riforme strutturali in campo politico, sociale ed economico. Prima di analizzare l’aspetto relativo alle aspettative di riforme democratiche che, in quanto disattese, sono state considerate come il motivo principale alla base delle “rivoluzioni” che hanno letteralmente “spazzato via” regimi ultradecennali, che sembravano destinati a perdurare seguendo una successione dinastica, è necessario soffermare l’attenzione su alcuni dei problemi strutturali – incidenti sulle condizioni elementari di vita della popolazione – che affliggono i Paesi della Regione e che, di fronte all’inazione della maggioranza dei governi, rendono le richieste di riforme in campo politico ed economico ancora più pressanti. La popolazione con le sue dinamiche, come vedremo, rappresenta, o meglio dovrebbe rappre- sentare, il fulcro attorno al quale ruota l’intero si- stema economico e sociale regionale. Sotto l’aspetto delle condizioni fondamentali di vita dei cittadini, ovvero della human security2, la Regione presenta però numerosi fattori di rischio legati prevalente- mente, anche se non esclusivamente, ai forti squilibri di natura ambientale. La human security, nella formulazione adottata dalle Nazioni Unite, è considerata la “retroguardia”, ovvero la condizione di base, dello sviluppo. In altri termini, quindi, non 1 Il riferimento diretto è al ruolo della leadership egiziana all’interno di Al Qaeda ed alla successione di Osama Bin Laden, anche se non può essere trascurato il ruolo del network jihadista operante in Nord Africa negli attacchi terroristici di Madrid del 2004 e di Londra del- l’anno successivo. 2 Le Nazioni Unite definiscono la human security come la situazione in cui “gli esseri umani sono liberi da minacce intense, estensive, prolungate e generalizzate alla loro vita ed alla loro libertà”. PANORAMA INTERNAZIONALE 31
ci può essere sviluppo senza che vengano soddisfatte centri urbani della Regione – attualmente già ben le condizioni minimali di human security. D’altro oltre il livello di attenzione – sia destinata a canto, una “sicurezza” senza prospettive di sviluppo diventare critica nel breve-medio periodo, con le è una situazione fragile, transitoria, destinata, inevitabili e prevedibili conseguenze sotto il profilo prima o poi, ad entrare in crisi. della sicurezza e della stabilità regionale. Un pro- Nel 2009 lo United Nation Development Programme blema direttamente connesso a quello dell’incre- (UNDP), attraverso l’Ufficio Regionale per i Paesi mento demografico e della concentrazione pro- Arabi, ha pubblicato la quinta edizione dello Arab gressiva della popolazione nei centri urbani è Human Development Report. Nella sua prima edi- quello della scarsità di risorse idriche. Soltanto il zione, del 2002, il Report aveva individuato tre 43% degli oltre 270 miliardi di metri cubi d’acqua deficit strutturali dei Paesi del mondo arabo (tra i consumati annualmente nella Regione proviene quali l’Algeria, l’Egitto, la Libia, la Mauritania, il infatti da sorgenti localizzate all’interno della Re- Marocco e la Tunisia) in termini di partecipazione gione stessa. Il restante 57% proviene da sorgenti politica e libertà civili, emancipazione femminile che si trovano in Paesi vicini o confinanti (quali, e ruolo della donna nella società, ricerca scientifica ad esempio, il Sudan per l’Egitto) con i quali e sviluppo tecnologico. In base all’analisi degli in- vengono più o meno regolarmente stipulati degli dicatori utilizzati dagli autori del Report tre deficit accordi internazionali per lo sfruttamento in risultavano presenti, seppure con modalità diverse, comune delle risorse idriche. in tutti i Paesi presi in esame. Di fronte a questi problemi ed alle minacce ad Il Report del 2009, confermando sostanzialmente essi associate i governi non sembrano essere stati la situazione del 2002 per quanto attiene ai tre in grado sinora di adottare efficaci strategie. Il deficit, ha inoltre individuato ben sette “dimensioni” Report 2009 evidenzia come esista infatti un della minaccia alla human security. In estrema marcato gap tra le esigenze/aspettative della po- sintesi si tratta di problemi associati alla crescente polazione e le misure effettivamente poste in ed incontrollata pressione demografica, al sovra- essere dai governi, anche se la distanza tra attese sfruttamento delle terre coltivabili, all’impoverimento e realtà non è poi la stessa in tutti i Paesi oggetto delle risorse idriche ed alla progressiva desertifi- di studio3. Pertanto, di fronte all’inerzia dei governi cazione. Pur non volendo sottovalutare nessuno nel cercare soluzioni efficaci per i numerosi dei problemi messi in evidenza dal Report, l’aspetto problemi della Regione, il rischio principale che il che si ritiene opportuno approfondire per le con- Report individua è quello rappresentato dalla “po- seguenze che, già a partire dal breve periodo, po- larizzazione”/“estremizzazione” delle posizioni esi- trebbe avere sulla sicurezza regionale ed interna- stenti tra le diverse componenti del tessuto politico zionale è quello relativo alla pressione demografica. e sociale dei Paesi arabi. Il 60% della popolazione dei Paesi oggetto di Questa polarizzazione, in un contesto sinora ca- studio, infatti, è composta da giovani di età ratterizzato da una certa assenza di risposte da inferiore ai 25 anni. La maggioranza di questa parte dei governi nei confronti delle richieste di giovane popolazione vive attualmente nelle città riforme da parte della popolazione, è, sempre se- (il 55%), a differenza di quanto avveniva negli condo il Report, la condizione “ottimale” da cui anni ’70 quando soltanto il 38% viveva in aree potrebbero prendere avvio ed alimentarsi tensioni urbane. Le proiezioni riferite al 2020 stimano la interne, disordini e conflitti armati anche su vasta percentuale della popolazione concentrata nelle scala. Per quanto attiene all’aspetto delle riforme città superiore al 60%. Il Report evidenzia inoltre istituzionali cui si accennava in precedenza, come la situazione igienico-sanitaria dei principali l’Algeria e il Marocco sono stati i Paesi nei quali 3 Arab Human Development Report 2009, pag.76 32 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 1/2012
prima degli altri4 hanno preso avvio dei tentativi tendeva a confondere obiettivi religiosi e scopi di di riforme in senso democratico e, forse proprio natura politica, attualmente esiste una marcata per questo motivo, sono stati toccati marginalmente distinzione, almeno dal punto di vista formale, in dagli avvenimenti della “Primavera Araba”. In par- termini di programmi7. Di conseguenza il nesso ticolare, per quanto riguarda l’Algeria5, un recente movimento di opposizione-radicalismo religioso- studio elaborato da Ann Wyman e Icaro Rebolledo terrorismo che aveva giustificato azioni anche per la rivista Astenia ha posto in evidenza come estremamente repressive da parte dei governi in una forma seppur embrionale di pluralismo de- carica nei confronti di tali movimenti, al momento mocratico, anche se nel quadro di una situazione attuale, sembra essere molto meno forte che in economica niente affatto favorevole, sia stata passato. sufficiente ad evitare il verificarsi di situazioni as- L’evoluzione in senso meno radicale – almeno dal similabili a quelle di Tunisia ed Egitto. I tentativi punto di vista formale – di alcuni tra i principali di riforme democratiche – siano stati portati o movimenti politici d’ispirazione religiosa consente meno a termine – se, come si è visto nel caso del- quindi di spostare l’attenzione su quello che po- l’Algeria, sembrano essere stati sufficienti a tenere trebbe, ammesso che già non lo sia, principale a fuori dai confini nazionali i movimenti di protesta fattore d’instabilità regionale. Nel citato studio della “Primavera Araba”, hanno invece rappresentato Wyman-Rebolledo per Aspenia, tra le “questioni- in passato l’occasione per la nascita e l’affermazione chiave” da valutare nei Paesi MENA (Middle East di gruppi fondamentalisti di ispirazione religiosa. – North Africa)8 emerge nettamente quello legato In Egitto, ad esempio, il movimento della “Fratellanza all’elevata disoccupazione giovanile, in alcuni Musulmana”, mai integrato nel sistema politico Paesi addirittura superiore al 40%. nazionale, si è affermato negli anni ‘70 durante il Il dato del PIL pro-capite, che spesso in passato è periodo delle riforme in campo politico ed economico stato utilizzato come un dato inconfutabile per (la cosiddetta infitah) del presidente Sadat. In comprendere i motivi di certi squilibri regionali, Algeria, analogamente, il “Fronte Islamico di Sal- non è chiaramente in grado di spiegare, ad vezza” (FIS), prima ammesso a partecipare alle esempio, la ragione per cui siano sorti dei movimenti competizioni elettorali e successivamente dichiarato insurrezionali sia in Tunisia dove il PIL è di 3.500 fuori legge, si è consolidato durante la fase della dollari, sia in Libia dove il PIL è triplo rispetto al liberalizzazione in campo politico ed economico dato tunisino. Un dato di gran lunga più utile promossa dal governo agli inizi degli anni ‘906. Gli quindi, anche alla luce dei fatti, per cercare di esempi di Egitto ed Algeria, Paesi nei quali i leggere gli avvenimenti della “Primavera Araba” gruppo radicali di ispirazione religiosa si sono af- è, come si è già detto in precedenza, quello della fermati proprio in fasi di apertura democratica, disoccupazione giovanile, dato legato direttamente impongono quindi un approfondimento su quella all’aspetto anagrafico di cui si è già diffusamente che è la vera natura dei movimenti politici di ispi- parlato. L’età media nei Paesi oggetto d’analisi è, razione religiosa presenti nei maggiori Paesi dalla infatti, di circa 26 anni, con punte di 22,6 anni in sponda Sud del Mediterraneo. Cercando limitare Giordania e di 27 in Iran. Il dato riferito alla di- l’analisi ai caratteri principali, è possibile affermare soccupazione giovanile è pari a circa il 30%, con che, mentre nel recente passato, la maggior parte una percentuale superiore al 45% in Algeria. La dei movimenti d’opposizione ai regimi al potere crisi che, dal 2008, ha investito tutte i principali 4 International Crisis Group (ICG), Islamism in North Africa I: the Legacies of History, “Middle East and North Africa Briefing”, Bruxelles, 2004, pag. 1. 5 L’alta disoccupazione giovanile (oltre il 45%), ad esempio, colloca l’Algeria (con il Marocco) agli ultimi posti della relativa classifica dei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente. 6 CG, op. cit., pag. 1. 7 ICG, op. cit., pag. 2. 8 Nello specifico: Algeria, Bahrein, Arabia Saudita, Giordania, Libia, Marocco, Iran e Yemen. PANORAMA INTERNAZIONALE 33
In apertura: l'acqua è̈ una risorsa importante per i paesi del nord Africa - UN Photo - A Rozberg Sopra: l'accesso alle risorse idriche rappresenta un grosso problema per le popolazioni africane. UN Photo - Kibae Park mercati mondiali non ha chiaramente risparmiato alimentarsi, andando ad accrescere le fila di coloro anche le economie emergenti dei Paesi dell’Africa che si riconoscono nel fondamentalismo e nel ra- settentrionale, le quali risultano però molto più dicalismo. Sono stati proprio questi ultimi due vulnerabili di altre alle oscillazioni dei prezzi ali- elementi ad essersi fortemente sviluppati, in questa mentari9. In questa situazione, la crescente offerta vasta Regione vicinissima all’Europa, già partire di lavoro, soprattutto giovanile e non qualificata, degli inizi degli anni Ottanta. All’epoca il focus dei ha avuto come unica ed inevitabile conseguenza combattenti per la jihad, per i “veri credenti”, il crollo dei salari, questi ultimi già colpiti dalla seppure posto a centinaia di chilometri di distanza, crescente inflazione. Questi dati da soli appaiono era l’Afghanistan. Risale, infatti, a quel decennio quindi più che sufficienti a spiegare l’inerzia da l’occupazione del Paese da parte dell’Unione So- parte dei governi dei principali Paesi nordafricani vietica. Tale evento risvegliava non solo il giusto nell’azione di contrasto all’immigrazione clandestina orgoglio delle popolazioni locali che volevano sol- verso l’Italia e gli altri Paesi dell’Unione Europea. levarsi contro le forze d’occupazione, ma anche un sentimento profondamente distorto che, ancora Le origini della jihad in Nord Africa oggi, si nutre di odio nei confronti degli Stati non e i legami tra i gruppi terroristici solo a nord del Mediterraneo, ma occidentali in genere, dove la qualità della vita era ed è migliore. Il terrorismo di stampo jihadista non nasce nel Questa “situazione-simbolo” dell’Afghanistan oc- Nord Africa, ma qui trova linfa vitale ormai da cupato (com’è, di fatto, anche quella del conflit- diversi anni. La “Primavera Araba” potrebbe, a toisraelo-palestinese), aveva permesso la comparsa nostro giudizio, rappresentare una sorta di velo e l’affermazione di alcuni leader religiosi che cer- tale da confondere quelle che, da tempo, sono le cavano nell’Islam delle origini la giustificazione dinamiche socio-economiche che contraddistin- delle forme di lotta più cruda e senza regole, quali guono quest’area e che rappresentando una sorta il terrorismo, interpretata dai propri fautori come di humus grazie al quale lo scontento potrebbe autentica e lecita forma di jihad contro i “non 9 In Algeria, ad esempio, i generi alimentari rappresentano il 43% del paniere dei prezzi. 34 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 1/2012
credenti”10. Il contesto trasformava quindi gli oc- nienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente – di cui cidentali in “infedeli”, i governi arabi vicini a si era parlato in precedenza, mettendole in relazione questi ultimi come “deboli” o “non musulmani”, i con il problema della crescente disoccupazione terroristi in mujaheddin (guerrieri santi), i “veri giovanile – quindi esistono da anni, ma si sono musulmani” come coloro in grado di battersi per- particolarmente intensificate a partire dall’inizio sonalmente oppure, nel caso in cui non potessero del 2011, in concomitanza dei forti sconvolgimenti farlo direttamente, attraverso la zakat (l’offerta tuttora in atto nella Regione. Tale situazione sta per la “causa”) devoluta alla jihad. Lontano dal portando migliaia di persone a riversarsi sulle punto di vista geografico, ma ideologicamente coste italiane, ma molte di esse, come già in prossimo all’Afghanistan che lottava contro l’oc- passato, utilizzano l’Italia come luogo di transito cupazione sovietica, il Nord Africa diventa, a verso gli Stati del centro e nord Europa12. partire dai primissimi anni ‘80, un bacino recluta- Tra gli innumerevoli disperati in cerca di una vita mento per giovani che non avevano timore di migliore, esistono, inevitabilmente, anche coloro mettere a repentaglio la propria vita per la jihad. legati, o quanto meno, “sensibili” al richiamo di Al Terminata quindi nel 1989 l’occupazione dell’Af- Qaeda e a quello della shari’a (Legge di Dio), ghanistan da parte dell’Armata Rossa, i mujaheddin intesa però secondo interpretazioni soggettive ed provenienti dal Nord Africa devono cercare altri estremiste di stampo radicale che nulla hanno a luoghi dove, a colpi di Kalashnikov, difendere che vedere con il Corano e la Sunna (di quest’ultima l’Islam autentico da minacce vere o presunte. raccolta degli hadith di Maometto ne esistono La jihad diventa quindi globale ben prima dell’11 varie versioni, come quella sunnita, o sciita). Dal settembre 200111. La mappa dei conflitti a cui punto di vista della militanza religiosa con obiettivi prendono parte i combattenti originari del Nord politici, ciò che si verifica nel Nord Africa, a Africa diventati veterani in Afghanistan si allarga partire dagli anni Ottanta, è una progressiva radi- comprendendo la Cecenia, i Balcani, i Territori calizzazione − in Tunisia e in Marocco con un an- palestinesi, gli Stati Uniti e l’Europa occidentale. damento più altalenante − alimentata, tra gli Questo accade mentre, negli stessi anni, il Nord, altri fattori endogeni, dai conflitti in corso nei due ma anche molti Stati del’Africa centrale e meri- epicentri per antonomasia, vale a dire l’Afghanistan dionale sono retti da regimi dittatoriali legati “a e la Palestina. doppio filo” con industrie occidentali secondo Per quanto attiene alla radicalizzazione dei movi- modalità pseudo-coloniali, retaggio di un passato menti d’ispirazione religiosa, due nazioni partico- “che non passa” e che raramente ha portato larmente importanti e cruciali sono l’Egitto e qualche vantaggio al continente in cerca di l’Algeria. La Libia, invece, prima che il regime di sviluppo. In questo contesto, molti maghrebini, Gheddafi entrasse in crisi, si presentava all’Europa ma anche coloro che vivevano nel Mashreq, deci- e al mondo come una sorta di “diga” (la cui dono di mettere le loro povere cose in una borsa, efficacia era ed è difficilmente valutabile) contro in un sacco e, nei casi più fortunati, in una valigia la jihad e l’incontrollato flusso migratorio. Ciò che per emigrare in Europa, soprattutto in Francia, è comunque certo è che Gheddafi ha per decenni Gran Bretagna e Belgio. In questi Paesi, infatti, le dovuto fronteggiare, come oppositore al proprio comunità islamiche sono oggi particolarmente potere, il Libyan Islamic Fighting Group (LIFG), numerose e ben strutturate. Le migrazioni prove- formato, come quasi tutti i movimenti terroristici 10 Guolo, Renzo, Il Partito di Dio. L’Islam radicale contro l’Occidente, Guerini e Associati, Milano, 2004, pag. 28. 11 Per una descrizione del fenomeno nel periodo antecedente all’attacco al World Trade Center vedasi: Tosini, Domenico, Terrorismo e antiterrorismo nel XXI secolo, Laterza, Roma-Bari, 2007. 12 Cfr. Centro Militare di Studi Strategici, Ricerca 2010, “Flussi migratori nel Mediterraneo: per una strategia internazionale di integrazione e difesa, con particolare riguardo per la situazione italiana”, CASD, Roma, 2010. PANORAMA INTERNAZIONALE 35
della Regione, da ex combattenti per la causa af- incrinare i rapporti, finora ottimi, tra i due Stati. ghana e rientrati in patria nei primi anni Novanta. L’Egitto, perciò, risulta quindi essere il vero ago Il LIFG, legato alla ben più articolata organizzazione della bilancia in grado di modificare gli equilibri terroristica di Al Qaeda nel Maghreb Islamico non solo del Nord Africa, ma dell’intero Medio (AQMI), in questi ultimi mesi, secondo alcune Oriente, avendo la possibilità di scatenare una re- fonti, si sarebbe unito ai ribelli per contribuire a crudescenza del terrorismo nell’area, oppure di rovesciare il potere del rais. ostacolarla. È l’Egitto, però, a rivestire il ruolo di maggiore ri- In questo scenario non si può non considerare levanza, dal punto di vista del radicalismo religioso, l’Algeria che, in passato come oggi, è uno dei rispetto alle nazioni limitrofe. Qui, nel 1928, luoghi dove il terrorismo di matrice salafita è più nasceva la Fratellanza Musulmana che aveva radicato. Ricordiamo che quest’ultimo è, attual- come obiettivi l’opposizione all’occidentalizzazione, mente, il più potente ed organizzato non solo nel il recupero dei principi dell’Islam e lo sfruttamento Nord Africa, ma anche in tutto il Medio Oriente da parte del popolo arabo del Canale di Suez13. (in particolare a Gaza). Il terrorismo di radice Pur non avendo un’origine fondamentalista, con salafita è diventato parte integrante di Al Qaeda il trascorrere dei decenni, la Fratellanza ha visto attraverso l’organizzazione denominata Al Qaeda alcune proprie frange avvicinarsi al gruppo Al nel Maghreb Islamico (AQMI), nota anche come Jihad (attivo dai tardi anni ‘70 e, attualmente, Gruppo Salafita per la predicazione e il combatti- elencato dalle Nazioni Unite tra le entità appar- mento (GSPC). L’AQMI è attualmente guidata dal tenenti o associate ad Al Qaeda). giovane ingegnere algerino Abdelmalek Droukdel Sembrerebbe, inoltre, che alle elezioni politiche in che avrebbe come mentore il medico egiziano Al- Egitto, previste il prossimo autunno, la Fratellanza Zawahiri, nuovo “Numero Uno” di Al Qaeda. Non entri in una coalizione guidata da Amr Moussa, meno rilevante è stato il rapporto tra Droukdel e ex ministro degli Esteri sotto il governo di Mubarak Al-Zarquawi di cui, probabilmente, è il successore. e potente Segretario della Lega Araba. Mentre L’AQMI sembrerebbe nato per volontà dello stesso alcuni media locali vedono in lui il possibile Bin Laden quando, a causa del forte indebolimento vincitore, il Parlamento Europeo solleva le proprie del GIA (Gruppo Islamico Armato), la jihad nel perplessità in quanto l’autorità governativa egiziana Nord Africa sembrava perdere vigore. A sua volta, provvisoria, il Supreme Council of Armed Forces il GIA, come il Libyan Islamic Fighting Group, era (SCAF), rifiuta la presenza di osservatori occidentali, nato dal rientro dei guerriglieri algerini nel loro per verificare la correttezza delle operazioni di Paese, dopo aver combattuto in Afghanistan voto, durante la sessione elettorale. Secondo contro le truppe sovietiche. Alcuni dei reduci sa- alcuni analisti, questo sarebbe un chiaro segnale rebbero poi passati dal GIA, che non ha comunque per agevolare la Fratellanza nell’ascesa al potere. cessato di esistere, all’ AQMI. Intanto, dopo gli avvenimenti di Piazza Tahrir, i Legato all’AQMI, tramite la rete di Al Qaeda, è confini tra Egitto e Israele non sono più controllati anche il Gruppo Combattente Islamico Marocchino come prima, permettendo il movimento quasi in- (GCIM). Si tratta una cellula costantemente attiva, disturbato di armi verso Hamas (costola della nata, sempre come gli altri gruppi, dall’esperienza Fratellanza) nella Striscia di Gaza e di centinaia di afghana degli anni Ottanta. Al GCIM sono stati migranti clandestini egiziani. In tempi recenti si è fatti risalire gli attentati di Madrid dell’11 marzo rilevato inoltre che, proprio nelle zone del Sinai e del 2004, mentre quelli di Casablanca sarebbero a ridosso dei confini con Israele, Al Qaeda sta at- stati effettuati da gruppi salatiti minori ad esso tuando una nuova azione di disturbo mirata a far collegati. Si tratta degli attacchi avvenuti nel 13 Guolo, op. cit., pag.18. 36 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 1/2012
Il ristorante Argana sulla piazza Jamaâ El Fna di Marrakech - 2004 2003 e nel 2007 (anno in cui esiste una concomi- stesso network jihadista. La rete dei gruppi com- tanza con gli attentati in Algeria ad opera battente per la jihad in Nord Africa sembra essere dell’AQMI). In Marocco, inoltre, esistono radicati stata particolarmente scossa non solo dagli avve- e complessi rapporti con l’Arabia Saudita da dove nimenti dalla “Primavera Araba”, ma anche del- è stata “esportata” la cultura wahabita, partico- l’uccisione di Osama Bin Laden, avvenuta a maggio larmente ortodossa e rigida riguardo i precetti di quest’anno nel proprio rifugio nella North West dell’Islam. Tale tendenza verso l’ortodossia si rivela Frontier Province in Pakistan. importante soprattutto nella gestione del potere Analisti di tutto il mondo hanno tentato di dare finanziario di istituti di credito che seguono le di- un’interpretazione plausibile a quelle che possono sposizioni della zakat, contribuendo nella sostanza, essere le ricadute su tutta l’organizzazione di Al insieme ad altri sistemi, a rimpinguare le casse Qaeda dell’uccisione dello “Sceicco del Terrore”. del terrore. Sempre legato all’AQMI, ma con scarse Una tendenza diffusa, soprattutto nei paesi an- capacità organizzative, è il Jama’a Combattante glosassoni, è quella di evidenziare una sorta di di- Tunisienne (JCT) che si trova, appunto, in Tunisia. sgregazione del potere che non deve intendersi Il JCT, secondo autorevoli fonti d’intelligence sem- come un suo annullamento, bensì come una di- brerebbe in grado di agire solo a supporto di ope- stribuzione dello stesso in senso più orizzontale razioni organizzate da cellule più grandi. che verticale. Per quanto riguarda la capacità di portare a Da una serie di documenti rinvenuti durante termine azioni terroristiche fuori dai confini diverse indagini in Europa durante i primi anni nazionali, Il il JCT (ma anche il GCIM) sembrerebbe 2000, la struttura di Al Qaeda che si poteva avere una buona conoscenza della realtà belga e ricavare era di tipo fortemente gerarchico, prati- di quella italiana in particolare, conoscenza che camente piramidale e regolata da norme ferree potrebbe essere “messa a disposizione” di gruppi che prevedevano anche l’addestramento militare. militarmente più organizzati appartenenti allo Lo sviluppo “orizzontale” darebbe una nuova PANORAMA INTERNAZIONALE 37
dovrebbe indurre il Vecchio Continente a prendere atto che, in un probabile e non remoto futuro, Al Qaeda potrebbe annidarsi ed emergere a pochi chilometri dalle proprie coste. L’Europa, perciò, dovrebbe dimostrare una maggiore attenzione e partecipare più attivamente al lungo processo di transizione a cui si sta avviando il Nord Africa, mettendo le basi effettive per un nuovo sistema sicurezza nell’intera area mediterranea. L’AQMI, con il suo giovane capo Abdelmalek Drukdel, risulterebbe essere, per il momento, la maggiore organizzazione jihadista di stampo Addestramento di Unità malesi per attività antiterroristiche salafita in grado di poter reperire fondi, pianificare forma al fenomeno Al Qaeda. Qui si prospetta e organizzare attentati non solo in Africa, ma l’ipotesi del franchising, inteso da alcuni studiosi anche in Occidente ed in Europa in particolare. proprio come un allargamento delle maglie della Ottimi e trasversali sono, infatti, i legami familiari rete, i cui nodi (ovvero le cellule) si trovano ad e d’interessi che l’AQMI possiede sulla sponda avere maggiore libertà d’azione. Sud del Mediterraneo; anche se non possono Altri ancora sostengono invece che il franchising essere trascurate le relazioni esistenti con le sia solo legato al web, dove “schegge impazzite” cellule “in sonno” presenti anche nel centro-nord si riconoscono nell’assurdità del terrorismo jihadista, Europa. emulandone le modalità d’azione e condividendone gli obiettivi, senza però un coordinamento unitario. Possibili sviluppi futuri dello jihadismo Negli Stati Uniti, dopo la scomparsa di Bin Laden, nel Nord Africa e il ruolo dell’Europa sta prendendo piede anche un’altra teoria chevede Al Qaeda scomposta secondo cinque livelli di im- Per comprendere lo jihadismo in Nord Africa non portanza a cui corrisponderebbero altrettante ca- si può prescindere da una valutazione socioculturale pacità decisionali: quello di vertice a cui appar- e storica dell’area. Come si è visto precedentemente, terrebbero i nomi di spicco, come quello di Al-Za- quest’area è da sempre profondamente condizionata wahiri, e presente soprattutto in Pakistan e Af- dagli eventi del conflitto israelo-palestinese, ma ghanistan; a seguire il livello occupato dai gruppi anche da quanto accadde in Afghanistan durante affiliati che ricevono armi, denaro e formazione l’occupazione sovietica, e da quanto sta avvenendo da Al Qaeda, come l’AQMI; in sott’ordine il livello in quel Paese. dei gruppi alleati che non sono membri formali di Queste due “situazioni simbolo”, per i terroristi, Al Qaeda, ma che ci collaborano quando gli costituiscono l’alibi per giustificare i loro attacchi interessi di entrambe le parti convergono (come nei confronti dell’Occidente, visto da loro come Al Shabaab che opera in Somalia); c’è poi il livello invadente e ingerente nei confronti del mondo delle piccole reti dove solo alcuni elementi sono arabo. Europa e Stati Uniti sono, sempre secondo direttamente collegati ad Al Qaeda e che solitamente i nuovi mujaheddin, l’origine dei soprusi a cui essi inglobano combattenti che hanno avuto esperienza stessi cercano di contrapporsi in nome di una nei Balcani, in Cecenia, in Afghanistan e in Iraq; libera e, in alcuni casi, capovolta interpretazione infine, il livello più lontano da quello di vertice, dell’Islam. A tale proposito, esempi sono: gli dove troviamo persone che condividono l’odio di attacchi suicidi meritevoli di gioie eterne nell’aldilà; Al Qaeda per l’occidente. Tale ipotesi, se confermata, le continue fatwa o incitamenti al disprezzo del- 38 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 1/2012
l’Occidente corrotto, contrapponendolo ai principi locali di autodeterminarsi, di rimpossessarsi del e alla condotta di Maometto; l’orgoglio diffuso da loro destino costruendo governi che più si attaglino parte delle famiglie dei martiri di averli nel loro alle reali necessità dei rispettivi Paesi. Tali operazioni, albero genealogico e il rispetto nei loro riguardi però, non avvengono repentinamente, ma sono da parte della comunità che ne avvalorano i gesti frutto di lunghi processi che portano a nuovi nell’ottica dei “martiri contro gli infedeli”; il denaro equilibri attraverso varie stagioni. Queste fasi devoluto dalle organizzazioni terroristiche ai delicate che contraddistingueranno il Nord Africa parenti degli attentatori perché si sono sacrificati nei prossimi anni richiederanno da parte dell’Europa per un bene più alto; infine l’opposizione al diverso una presenza effettiva “di sostegno” a un’evoluzione come un recupero dei valori originari dell’Islam che deve trovare il proprio sviluppo naturale, ten- che possono condurre a migliori condizioni di vita tando di non interferire direttamente. Qui sono in non solo sotto l’aspetto religioso, ma anche eco- gioco la stabilità e la sicurezza del Mediterraneo, nomico e sociale. Queste sono solo alcune delle la fiducia ed il consenso del Nord Africa verso il irragionevoli motivazioni che aiutano lo jihadismo Vecchio Continente e l’Occidente in generale. sopravvivere. Niente sarebbe più efficace contro gli alibi dello Quali sono i motivi per cui quest’ultimo riesce ad jihadismo di un’Europa che sappia essere presente attecchire e a trovare continuamente linfa vitale senza condizionare, aiutare senza prevaricare − in Nord Africa? Le cause principali sono la povertà, prediligendo strumenti di soft power e di sostegno che rischia di acuirsi a causa della costante sociale − collaborando altresì al mantenimento crescita demografica e dell’aumento del costo della sicurezza, di un’Europa più attenta rispetto delle derrate alimentari, l’analfabetismo e l’ignoranza, al passato alle dinamiche oltreconfine. Il soft il vuoto di controllo istituzionale e delle forze di power richiede l’applicazione di nuove soluzioni Polizia locali, soprattutto nelle numerose aree che si adattino alle circostanze in cambiamento impervie ed isolate dove, spesso, trovano rifugio i proprio come l’acqua, secondo un famoso aforisma terroristi. In questo contesto si collocano gli av- di Sun Tzu: “La natura dell’acqua è abbandonare venimenti della “Primavera Araba” che, di fatto, l’alto e raccogliersi in basso […]. La terra determina portano il Nord Africa a un bivio: la scelta tra so- il corso dell’acqua, il nemico determina la vittoria” luzioni governative più democratiche (anche se e, quindi, l’importanza di adattarsi ad esso e di gli eventi in Afghanistan e Palestina possono mo- conoscerlo. dificarne gli esisti), compatibilmente con i luoghi Se il terrorismo, perciò, è stato definito come un e le tradizioni, oppure tra quelle radicali. Assolu- “camaleonte”, l’Occidente non può pensare di tamente determinanti saranno le elezioni in Egitto contrastarlo attraverso soluzioni rigide oppure i cui esiti potrebbero fare da traino a scelte omologabili ai vari Stati. Aiutare la transizione in politiche similari nei Paesi limitrofi. La Libia, infine, Nord Africa per scongiurare il rischio di derive ra- avrà un ruolo importante, ricordando che tra i dicali, potrebbe implicare l’uso, anche se in maniera ribelli si sarebbe mossa anche l’organizzazione diversa e “a geometria variabile”, di tutti gli terroristica autoctona legata ad Al Qaeda, non strumenti del potere nazionale14, irrobustendo ad escludendo l’ipotesi di un futuro governo post- esempio l’intelligence e diminuendo il peso delle Gheddafi, tra cui potrebbero esserci anche rap- armi, perchè il gioco della sicurezza in queste presentanti di tale organizzazione. Ciò che sta aree sarà sempre più una partita che l’Occidente emergendo, come si è visto all’inizio di questa dovrà giocare con la mente e il cuore, per le breve analisi, è una ferma volontà delle popolazioni menti ed i cuori. 14 L’acronimo anglosassone DIME-FIL indica il complesso degli strumenti del potere nazionale: diplomatici, informativi, militari, economici, finanziari, etc. PANORAMA INTERNAZIONALE 39
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