ROBERTO BIANCHETTO BUCCIA - La Rsi e i tedeschi nel Biellese

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ROBERTO BIANCHETTO BUCCIA

La Rsi e i tedeschi nel Biellese*

  L’8 settembre 1943 fu per tutti una data          I tedeschi giunsero nel Vercellese con la
importante. Ognuno, dal suo punto di vi-         divisione “Leibstandarte-Ss-Adolf-Hitler”
sta, si trovò di fronte ad un bivio. Ovvia-      (nota per i tremendi eccidi di Boves, Mei-
mente anche coloro che erano stati fascisti,     na e per la deportazione degli ebrei di Bor-
obbligati dalla situazione, dovettero pren-      go San Dalmazzo) il 10 settembre. Proveni-
dere una decisione che avrebbe drastica-         vano da Reggio Emilia e nei pressi di Vo-
mente determinato il loro avvenire1. Come        ghera si divisero in due gruppi: una mino-
sappiamo, coloro che aderirono furono una        ranza delle forze militari si diresse a sud del
minoranza (e ciò, come vedremo, si verifi-       Po, mentre il grosso del gruppo verso Ver-
cò anche nel Biellese), ma sufficiente per       celli, da dove continuò in direzione di To-
poter far nascere il nuovo stato fascista.       rino. Prima di arrivare a Biella i tedeschi
                                                 iniziarono a presidiare i punti più impor-
L’arrivo dei tedeschi                            tanti del capoluogo di provincia, che entro
                                                 l’11 settembre fu completamente sotto il lo-
   A differenza di altre zone del Nord Italia    ro controllo e che il 14 venne inserito tra
che furono immediatamente occupate, “tra         le città “disarmate”. Il primo provvedimen-
l’annunzio dell’armistizio e il 21 settembre     to della divisione tedesca fu di istituire an-
Biella e il Biellese furono quasi del tutto      che a Vercelli centri di raccolta per prigio-
liberi non solo dagli occupanti tedeschi, ma     nieri, composti nella maggior parte dei casi
da qualsiasi controllo di autorità militari”2.   da ex militari del dissolto esercito regio3.

  *
     L’articolo è tratto dalla tesi di laurea Momenti e figure del passaggio dall’armistizio
alla nascita della Resistenza nel Biellese, Università degli Studi di Torino, Facoltà di
Scienze politiche, Corso di laurea in Scienze politiche, a. a. 2000-2001, relatore prof.
Giovanni Carpinelli.
   1
      La data dell’8 settembre è simbolica, visto che la nascita ufficiale della Rsi è datata
23 settembre 1943, ma che già il 15 settembre venivano diffusi i primi comunicati radio
in cui si diceva che Mussolini aveva ripreso la direzione del fascismo in Italia. Di conse-
guenza è chiaro che la scelta fascista è avvenuta successivamente all’8 settembre.
   2
     ANELLO POMA - GIANNI PERONA, La Resistenza nel Biellese, Parma, Guanda, 1972, p. 51.
   3
     Cfr. ALBERTO LOVATTO, Deportazione, memoria, comunità. Vercellesi, biellesi e valsesiani
nei lager nazisti, Milano, Franco Angeli; Borgosesia, Isrsc Bi-Vc, 1998, pp. 93-94.

l’impegno                                                                                    41
Roberto Bianchetto Buccia

Ci vollero altri dieci giorni per occupare        dio militare’. Alla fine il maggiore Moser
l’intera provincia4.                              assicurò che una diretta occupazione di
   Da una preziosa ricostruzione degli even-      Biella da parte dei tedeschi non sarebbe av-
-ti5 che si svolsero in quei giorni, sappiamo     venuta se tutto si fosse mantenuto nella
che il 14 settembre arrivò a Biella una de-       tranquillità”6.
legazione dell’unità corazzata tedesca di            Aprendo una parentesi, è interessante
stanza a Ghemme, con a capo il maggiore           notare come nei primi giorni dopo l’armi-
Moser. L’impressione tra i cittadini fu forte;    stizio e per necessità da parte tedesca di
temevano che la città sarebbe stata presi-        controllare il più rapidamente possibile il
diata. L’intenzione del comandante tedesco        territorio, anche a Biella vennero utilizza-
fu quella di riunire alla caserma dei cara-       ti per lo scopo i carabinieri - insediati capil-
binieri il commissario prefettizio comm.          larmente nel Paese - in ragione del fatto che
Maggia, il segretario comunale avv. Pigna-        le forze armate della Rsi nacquero solo in
ris, il commissario di Ps Marrocco e il capi-     un secondo momento. Da qui la necessità
tano dei carabinieri Francesco Crimi. “Fu         di doversi adeguare ad utilizzare forze con
un colloquio breve, stringato, privo di pre-      connotati meno politici e ideologici, che
amboli quello che l’ufficiale tedesco ebbe        in qualche caso si mostrarono strettamen-
con le nostre autorità. ‘Noi non intendiamo       te legate alla corona. Proprio per questi
interferire nella vita civile della regione, a    motivi infatti, contro i carabinieri “non
patto però che voi sappiate mantenere l’or-       tarderà a esplodere la furia tedesca, che [vi-
dine e la tranquillità’. ‘Ciò significa’ - dis-   de] in essi forze potenzialmente ostili, in
se il commissario prefettizio Maggia - ‘che       grado di colpire le retrovie della Wehrma-
Biella non sarà occupata dai tedeschi?’. Il       cht”7 e che nel mese di maggio del ’44 si
maggiore Moser evase la risposta. ‘L’orga-        tradusse nella deportazione verso la Germa-
nizzazione alimentare viene affidata all’au-      nia di diecimila carabinieri8.
torità civile come prima. Quanto agli am-            A dimostrazione di quanto detto, anche
massi, niente deve essere innovato. Il Co-        dai notiziari della Gnr vercellese si capi-
mando germanico prende in consegna sol-           sce che gli elementi provenienti dalla Mi-
tanto i magazzini militari al fine di garan-      lizia non si fidavano dei carabinieri, nei
tirne l’integrità’. ‘E per quanto riguarda        quali notavano un atteggiamento decisa-
l’ordine pubblico?’ - disse il capitano dei       mente antifascista e sottolineavano in vari
carabinieri. Moser lo fissò: ‘La tutela del-      rapporti che, durante assalti di ribelli alle
l’ordine pubblico è affidata personalmen-         caserme, i carabinieri non avevano reagito,
te al comandante della compagnia dei ca-          come ad esempio si può leggere nel noti-
rabinieri di Biella. Da questo momento lei        ziario del 30 dicembre ’43: “Trivero. Il 18
assume la veste di comandante del presi-          corrente un centinaio di ribelli ha assalito

     4
     PIERO AMBROSIO, L’occupazione nazifascista del Biellese (settembre 1943 - aprile 1945),
in PIERO AMBROSIO - GLADYS MOTTA (a cura di), Sui muri del Biellese. Settembre 1943 - aprile
1945. Catalogo della mostra, Borgosesia, Isrsc Vc, 1989, p. 25.
   5
     Quel drammatico mese di settembre, in “Eco di Biella”, 19 settembre 1955.
   6
     Ibidem.
   7
     LUIGI GANAPINI, La repubblica delle camicie nere, Milano, Garzanti, 1999, p. 38.
   8
     Idem, p. 39.

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La Rsi e i tedeschi nel Biellese

la caserma dei carabinieri e li ha disarmati.      narchiche”10. Prova ne è che lo “spirito di
I carabinieri non hanno reagito”9.                 rivalsa, i risentimenti verso il tradimento
                                                   di troppi camerati, si mescolavano con le
Il riassetto dell’ordine fascista                  ‘ritrovate’ origini sociali e autenticamente
                                                   ‘rivoluzionarie’ del fascismo. Qualcuno in-
   In seguito alla notizia che Mussolini era       fatti rispolverò le vecchie e demagogiche
stato liberato e aveva “nuovamente rias-           parole d’ordine del passato, rivolgendole
sunto la suprema direzione del fascismo in         criticamente contro i gerarchi ‘traditori e
Italia”, data da “il Biellese” del 17 settem-      affaristi’ che avevano condotto il partito al-
bre e dal discorso che il duce tenne alla ra-      la degenerazione e a ‘prostituirsi’ al capi-
dio il 18 settembre, iniziarono anche a Biel-      talismo. [Si rivolgono nuovamente al so-
la i primi incontri per la riorganizzazione        cialismo che] tende alla stessa meta [del fa-
del Partito fascista, che ebbero luogo “tra        scismo]: trasformare l’attuale società bor-
il 18 e il 20 settembre. I primi biellesi ad       ghese, ora completamente sotto il dominio
aderirvi e a ritessere le fila del partito furo-   dell’oro, in una società nella quale il lavo-
no Camillo Buratti, Rodolfo Debernardi,            ro tenga il primo posto nella gerarchia dei
Umberto Savio, Franco Boggio, Antonio              valori umani”11. Il loro proposito in que-
Giraudi, Bruno Costantini, Alessandro Cro-         sto senso era molto forte, tanto che pensa-
vella, Erminio Milano, Pierino Mosca, Aldo         rono “di proporre a segretario del partito
Coda, Stefano Breda, Enotrio Allacevich,           un uomo che fosse in qualche modo lega-
Giusto Gioeli, Luigi Martinenghi, Ettore           to al movimento operaio; [giunsero addirit-
Pistono, Peraldo ed altri. [Ma alla] ‘storica’     tura] ad immaginare possibile un segreta-
riunione ricostitutiva del partito [di cui non     rio in Aldo Fiorina (comunista) e in Erne-
conosciamo la data esatta, che] avvenne in         sto Carpano (socialista). [...] La confusione
casa dell’avv. Franco Boggio, [i presenti fu-      [era] davvero giunta al colmo e tali proget-
rono] soltanto alcuni fedelissimi: Boggio,         ti, ovviamente, dovettero essere abbando-
Buratti, Debernardi, Pistono, Franchini,           nati”12.
Savio e qualche altro. [...] L’atmosfera ecci-        Alla fine la scelta del segretario cadde
tata che si creò fu quella tipica delle ‘que-      comunque su Umberto Savio, il più fervido
stioni morali’. In quel cruciale momento           sostenitore di queste tesi volte ad un ritorno
della vita politica della città lo stato d’ani-    alle origini, che le mantenne sino alla Libe-
mo dei fascisti repubblicani non era solo          razione13.
roso dal risentimento, ma anche animato               Appena dopo la metà di settembre comin-
dalla volontà di riportare il partito alle sue     ciarono ad essere impartite alla popolazio-
origini antiborghesi, anticlericali e antimo-      ne le direttive per il riassetto dell’ordine

   9
     P. AMBROSIO, I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce,
Borgosesia, Isr Vc, 1980.
  10
     Testimonianza manoscritta di Bruno Pozzato. È una ricostruzione che l’autore fa degli
eventi che si svolsero a Biella per la ricostituzione del Partito fascista raccontatigli da
Rodolfo Debernardi alla fine della guerra.
  11
     Ibidem.
  12
     Ibidem.
  13
     Ibidem.

a. XXII, n. s., n. 2, dicembre 2002                                                           43
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fascista. Il 18 settembre il prefetto Enrico      sistenziali nel Biellese. Da quella data in
Avalle, nominato il 6 settembre e giunto a        poi o ci si consegnava ai nazifascisti o, per
Vercelli l’11, tramite un manifesto della         scampare alla pena di morte, ci si univa alle
provincia invitava alla calma e a conside-        nascenti forze partigiane.
rare l’estrema delicatezza e gravità dell’ora.       A dimostrazione di quanto detto sopra e
Inoltre proibiva, pena la fucilazione, le riu-    a rinvigorire il presentimento che il peggio
nioni di qualsiasi genere e la circolazione       dovesse ancora arrivare, si verificò l’ucci-
in gruppi di più di tre persone. Le armi do-      sione del primo biellese per mano dei na-
vevano essere consegnate entro le ore 18          zifascisti. Il 19 settembre si tenne a Chia-
del 20 settembre al più vicino comando            vazza il funerale del “capitano degli alpi-
germanico14.                                      ni Guido Giusiana, torinese spostatosi nella
   Il nuovo comandante del presidio mili-         nostra città, [...] fucilato ad Alessandria dai
tare di Biella, il capitano Crimi (che come       tedeschi, unitamente a numerosi altri uffi-
si è visto era stato nominato dal maggiore        ciali, per essersi rifiutato di tradire la Patria
Moser il 14 settembre), il 19 settembre fece      con il nuovo giuramento ‘di fedeltà al duce
appendere sui muri cittadini un importan-         e al führer’ che cercavano di imporgli. Un
te manifesto: “In nome del maggiore dott.         funerale agghiacciante, con prete restìo,
Moser, comandante della zona di Biella.           per paura, a celebrare, con la partecipazio-
Tutti i militari italiani (ufficiali, sottuffi-   ne dei pochi parenti e di pochissime perso-
ciali e truppa) che il giorno 8 settembre         ne di Chiavazza, [...] costernate dalla tre-
1943 si trovavano alle armi, anche se in li-      menda realtà che quella prima vittima biel-
cenza di qualsiasi specie, scaduta o da sca-      lese dei nazifascisti rappresentava”16.
dere, ed appartenenti a qualsiasi reparto            Per il costituirsi del comando militare
tuttora esistente o disciolto, entro i due        fascista della provincia dobbiamo aspetta-
giorni successivi alla data della presente or-    re il 20 settembre, in seguito ad incontri tra
dinanza, dovranno presentarsi, preferibil-        autorità germaniche e civili locali, attraver-
mente in uniforme, a questo comando del           so le quali si poté mettere in funzione il di-
Presidio o alla stazione dei Carabinieri più      stretto militare, inizialmente solo per le
vicina. [...] Coloro che non si presenteran-      pratiche amministrative17.
no entro il predetto termine saranno consi-          Il 21 settembre, rinnegando con i fatti ciò
derati disertori e denunciati al tribunale        che il maggiore Moser aveva promesso il
germanico di Ghemme che, stando alla leg-         14 durante la riunione già menzionata, le
ge marziale, infligge la pena di morte”15.        forze tedesche entrarono a Biella. Il 15 ot-
L’importanza del manifesto (oltre ad essere       tobre presero possesso dell’Hotel Principe,
molto interessante poiché precede il ban-         dove stabilirono il comando militare della
do Graziani) è dovuta al fatto che esso pone      città (e dove il 2 maggio 1945 verrà firma-
le premesse per la creazione delle forze re-      to dalle forze nazifasciste il trattato di resa,

   14
      Le disposizioni germaniche ed italiane. Proclama, in “La Sesia”, 21 settembre 1943.
Cfr. anche P. AMBROSIO - G. MOTTA (a cura di), op. cit.
   15
      Quel drammatico mese di settembre, art. cit.
   16
      Cfr. FEDERICO BORA, Quella estate a Biella. I 45 giorni del 1943, in “l’impegno”, a. III,
n. 3, settembre 1983.
   17
      P. AMBROSIO, I notiziari della Gnr, cit., p. 3.

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La Rsi e i tedeschi nel Biellese

che sancì la fine della Resistenza armata       te. I vecchi gerarchi si erano quasi del tut-
in Piemonte18). Nello stesso giorno il com-     to eclissati; qualcuno anzi era già diventa-
missario prefettizio di Biella, Maggia, fece    to fervente antifascista [...] Poiché [dopo il
affiggere un avviso per comunicarlo ai cit-     25 luglio] gli opportunisti e quanti aveva-
tadini, minacciando che, se fossero stati       no senso pratico avevano abbandonato de-
compiuti atti ostili contro l’Autorità germa-   finitivamente il fascismo, non rimasero che
nica, ne avrebbe pagato il prezzo l’intera      i mascalzoni e i sognatori”23. È la ripetizio-
popolazione19.                                  ne a livello locale di quello che accadde
   Sull’arrivo dei tedeschi a Biella vi sono    su scala nazionale. La maggior parte di co-
poche testimonianze. In un rapporto del 22      loro che avevano contribuito a far crescere
settembre 1943 di Remo Scappini al centro       il fascismo, che lo avevano appoggiato du-
comunista di Milano è scritto: “Qui i tede-     rante i suoi lunghi anni di dominio e che
schi sono arrivati soltanto il giorno ventuno   numerosi gli avevano permesso di vivere
c.m. e attualmente sono in pochi; il conte-     così a lungo, in quel momento di incertezze
gno della popolazione è a loro ostile”20. Un    preferirono ritirare il loro sostegno al nuovo
altro documento conferma la situazione:         stato fascista e, da perfetti opportunisti, at-
“Nessuno sembrò prestare attenzione a quel-     tendere gli eventi.
la vera e propria occupazione militare del-        Mario Uboldi venne nominato commis-
la città. [...] Fu un’accoglienza veramente     sario federale reggente il 30 settembre; il
gelida, come se quei militari fossero dei ne-   giorno seguente informò immediatamente
mici”21.                                        la popolazione, tramite l’affissione di un
   Il comando delle forze armate tedesche       manifesto, che la Federazione fascista re-
di Biella non fece attendere molto prima        pubblicana era stata riattivata24.
di adottare rigide disposizioni: il 29 set-        Il 25 ottobre venne la volta della nomi-
tembre, con “l’ordinanza n. 3”, il coman-       na a capo della provincia del gerarca fasci-
dante Richter intimava a chiunque di non        sta Michele Morsero, personaggio poi di-
tentare alcun atto di sabotaggio e di conse-    ventato localmente famoso per la sua in-
gnare le armi in possesso, pena la morte22.     transigenza e durezza.
   Per quanto riguarda invece la ricostitu-        Il suo primo atto fu quello di riunire la
zione della Federazione provinciale e l’in-     stampa per “insegnare” quali erano i com-
dividuazione di qualcuno che volesse di-        piti che doveva assolvere: “Il dovere della
rigerla, il problema fu molto complesso e       stampa: essere in linea sempre e con la
risultò molto simile anche per i fasci loca-    massima energia affinché si rinforzi sem-
li. “Non si trovava nessuna persona di un       pre più nella popolazione la certezza che
certo prestigio che accettasse di farne par-    con la volontà e la fede al nostro Paese è

  18
     A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 426.
  19
     P. AMBROSIO, L’occupazione nazifascista del Biellese, cit., p. 26.
  20
     A. POMA - G. PERONA, op. cit., nota p. 51.
  21
     Testimonianza citata di Bruno Pozzato.
  22
     P. AMBROSIO, I notiziari della Gnr, cit., p. 3.
  23
     ROSALDO ORDANO, Cronache vercellesi 1910-1970. La vita politica, Vercelli, La Sesia,
1972, p. 153.
  24
     P. AMBROSIO, L’occupazione nazifascista del Biellese, cit., p. 28.

a. XXII, n. s., n. 2, dicembre 2002                                                         45
Roberto Bianchetto Buccia

sempre aperta la strada che porta alla ricos-     rino Mosca, Aldo Coda - Sindaci effettivi:
truzione e all’onore”25.                          prof. Stefano Breda, dott. Enotrio Allace-
   La seconda iniziativa fu quella di rico-       vich, rag. Giusto Gioeli - Sindaci supplen-
struire le gerarchie fasciste e di conseguen-     ti: rag. Luigi Martinenghi”27.
za i fasci locali. Dopo il susseguirsi di nu-        Il neo segretario politico di Biella, Anto-
merosi incontri, Morsero aprì le iscrizioni       nio Giraudi, nel suo primo proclama ai cit-
al Partito fascista repubblicano, ma fu co-       tadini scrisse: “Ai biellesi rendo noto che
stretto più volte a smentire con i fatti l’im-    sono lontani da me ogni sia pur minima
prorogabilità dei termini per le iscrizioni;      idea di violenza, ogni desiderio di rappre-
infatti per il numero tutt’altro che cospicuo     saglia”28. I fatti, come vedremo in seguito,
di adesioni, dovette inevitabilmente posti-       lo smentirono.
cipare più volte le date per l’adesione al           Per quanto sin qui detto ed in particolare
partito. Il 4 novembre (a quasi due mesi dal-     per le difficoltà incontrate a “reclutare” mi-
l’armistizio!) riuscì finalmente a nominare       litanti, suona propagandistico il fatto che
il commissario del fascio femminile di Biel-      il 4 novembre furono aperti nel Biellese
la: la professoressa Silvia Zappi e, seguen-      molti fasci e precisamente quelli di: Ca-
do le decisioni prese dai fascisti biellesi du-   vaglià, Lessona, Mosso Santa Maria, Pon-
rante la riunione di cui si è parlato in pre-     zone, Pray, Trivero, Valle Mosso, Vigliano,
cedenza, incaricò quale commissario del           Andorno, Candelo, Coggiola, Cossato, Cre-
fascio della città l’avvocato Umberto Sa-         vacuore, Curino, Gaglianico, Masserano,
vio. Entrambe gli incarichi “[avevano] ca-        Mezzana, Mongrando, Mottalciata, Muz-
rattere provvisorio e cioè [erano validi solo]    zano, Netro, Occhieppo Inferiore, Pettinen-
sino alla prossima convocazione delle as-         go, Pollone, Quittengo, Rosazza, Salusso-
semblee per la nomina [definitiva] delle          la, Strona, Valdengo, Valle San Nicolao,
gerarchie, nomine che, come [era] stato più       Viverone e Zumaglia29. Senza azzardare ec-
volte ribadito, [erano] elettive”26. Esse av-     cessivamente, viene spontaneo pensare che
vennero solamente il 9 gennaio del ’44 (a         l’apertura di queste sedi fu più formale che
ben quattro mesi di distanza dall’8 settem-       non reale.
bre): “[...] in assemblea generale per l’ele-        Il nuovo commissario prefettizio di Biel-
zione del Segretario Politico, del Diretto-       la fu Baldassarre Trabucco, nominato il 6
rio e del Collegio sindacale [...] Il risultato   novembre. Appellandosi all’amor di Patria
dello scrutinio è stato il seguente: Se-          e ad un presunto interesse comune (sic!), si
gretario Politico: Antonio Giraudi - Mem-         rivolse ai cittadini con queste parole: “Biel-
bri del Direttorio: prof. Bruno Costantini,       lesi [...] di fronte alla necessità della comu-
Alessandro Crovella, Erminio Milano, Pie-         ne salvezza, taccia ogni risentimento per-

     25
      Direttive alla stampa locale, in “La Provincia Lavoratrice”, 28 ottobre 1943.
     26
      Il Commissario del Fascio, in “il Biellese”, 5 novembre 1943.
   27
      La prima Assemblea del Fascio Repubblicano di Biella, in “Il Lavoro Biellese”, 12
gennaio 1944. Secondo quanto si può riscontrare dal citato documento di Bruno Pozzato,
la mancata nomina elettiva di Umberto Savio a segretario definitivo del fascio di Biella
va letta come un defenestramento.
   28
      Il proclama del nuovo Segretario Politico, ivi.
   29
      I fasci della provincia, in “La Provincia Lavoratrice”, 4 novembre 1943.

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La Rsi e i tedeschi nel Biellese

sonale; le eventuali disparità di idee non        sciste, che già da ottobre avevano iniziato
degenerino in odio di parte; ogni critica sia     la preparazione in vista di tale obiettivo.
aperta e leale e si proponga soltanto un fine
costruttivo nell’interesse comune! L’attivi-      La ricostruzione dell’apparato militare
tà di ognuno sia regolata da una disciplina
interiore ed ispirata a profondo sentimen-           Il 1 ottobre il Comando della 28a legione
to di carità di Patria. [...] Mia e vostra gui-   della Milizia fece pubblicare su “La Sesia”
da siano: Patria, Concordia, Lavoro”30.           che ogni legionario doveva obbedire al
   Anche Savio, con un articolo su “Il Lavo-      bando di presentazione affisso nei vari co-
ro biellese” del 25 novembre 1943 fece un         muni della provincia: chi non lo avesse
appello ai biellesi. Il tono, completamente       fatto sarebbe andato incontro a severe
diverso rispetto a quello di Trabucco, mol-       pene. Il Comando fu poi costretto a proro-
to meno politico, è da comprendere se pren-       gare il termine al 5 ottobre. L’11 ottobre a
diamo atto del ruolo totalmente diverso dei       tutti i militari dell’ex esercito regio venne
due personaggi. La somiglianza più visi-          ordinato di presentarsi al comando tedesco
bile è nell’uso (molto mussoliniano) del-         di Vercelli, dove sarebbe stata rilasciata ad
l’esclamazione: “Biellesi! Aprite gli occhi!      ognuno un’attestazione senza la quale sa-
La monarchia, ormai disprezzata dallo stes-       rebbero stati puniti. Il primo bando di chia-
so nemico, non può essere più il nostro go-       mata alle armi (bando Graziani) per i gio-
verno. Mentre i nostri padri avevano ragio-       vani del 1923, del 1924 in congedo prov-
ne di essere monarchici, ora che la monar-        visorio e del 1925 della leva di terra, ven-
chia ha tradito il popolo, il nostro dovere è     ne affisso il 4 novembre31.
di aderire a un governo repubblicano. Biel-          L’insuccesso fu duplice poiché non solo
lesi! Aprite gli occhi! Noi uomini di buon        non si presentò la maggior parte dei giova-
senso, siamo sempre stati ligi ai supremi do-     ni delle leve chiamate dai bandi, ma pure
veri, senza distinzioni di classi. [...] Il no-   gli ex appartenenti alla Milizia fascista,
stro dovere è quello di non stancarci di          anche dopo ripetuti richiami, non dimo-
combattere a fianco dei tedeschi per la sal-      strarono affatto l’auspicato “senso del do-
vezza dell’Italia e dell’Europa. Biellesi!        vere”. Questi ultimi vennero giudicati fuori
Ascoltate il mio fraterno consiglio con a-        legge, mentre nei confronti dei “disertori”
nimo forte e fiducioso. Accorrete ad iscri-       Morsero decise di attuare la tattica delle
vervi al Partito repubblicano fascista. Il fa-    rappresaglie contro le famiglie: arresti,
scismo è l’avvenire del popolo”. Ma, co-          chiusure di esercizi, revoche di licenze di
me vedremo tra poco, i biellesi (e più in ge-     commercio sono solo alcune delle azioni
nerale i cittadini della provincia) forse at-     perpetrate ai danni dei famigliari di coloro
tribuivano al dovere un senso diverso da          che, in gran parte, formeranno poi le trup-
quello che auspicava Umberto Savio. La ri-        pe partigiane. Tra i tanti documenti che
costruzione dell’esercito infatti non andò        potrebbero dimostrare quanto detto ecco-
secondo i piani previsti dalle autorità fa-       ne due.

  30
     Manifesto “Biellesi!”, riprodotto in P. AMBROSIO - G. MOTTA, op. cit.
  31
     P. AMBROSIO, L’occupazione nazifascista del Biellese, cit., pp. 28-29, 32. Le date dei
bandi Graziani furono in successione: 4 novembre ’43, 4 febbraio, 7 aprile, 5 maggio, 15
e 22 giugno e 15 luglio ’44.

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Roberto Bianchetto Buccia

   Il primo è un telegramma dello stesso           fatti [...] Oggi ha avuto termine l’affluenza
Morsero al podestà di Cossato il cui con-          delle reclute della classe 1925. Sul totale
tenuto è il seguente: “ribadisco azione e-         di 1.801 precettate se ne sono presentate
nergica contro genitori ovvero parenti gio-        112”34, cioè solamente il 6,2 per cento.
vani che ancora non si sono presentati, non           Il vero reclutamento in quel periodo av-
si presentano. Disponete anche qualche             veniva in montagna, dove le prime forma-
arresto scegliendo persone più note ovvero         zioni partigiane iniziavano a crescere di
peggiore precedenti. Comunicate presen-            numero. Uno dei motivi fu verosimilmen-
te anche carabinieri perché vi si attenga-         te proprio la politica adottata da Morsero,
no. Evitate obbligarmi agire contro pode-          il quale, con il suo atteggiamento di estre-
stà che per malintesa magnanimità posso-           ma crudeltà, animò l’odio verso la Rsi35.
no essere accusati anche involontaria de-              Il numero esiguo delle forze armate re-
plorevole debolezza”32.                            pubblicane e la loro disorganizzazione
   Il secondo è una lettera, del podestà di        provocò grossi problemi anche nel quanti-
Cossato Giovanni Dino Gallo, di nomina             ficare il numero approssimativo di parti-
in qualità di gestore della trattoria Mino Fe-     giani presenti nelle vallate (secondo la par-
lice, al sig. Vittorio Cimma. Per conoscen-        te nemica molto più numerosi di quanto
za fu inviata anche al proprietario della trat-    invece non fossero) che da qualche tempo
toria, il sig. Mino Felice. La parte centrale      avevano aumentato le azioni di sabotaggio
della lettera dice: “Vi confermo nell’inca-        e l’attacco alle caserme militari. Vista l’in-
rico di gestore provvisorio della trattoria di     controllabilità della situazione, più volte
Mino Felice la cui licenza d’esercizio è sta-      il capo della provincia chiese rinforzi ai
ta ritirata per disposizione del Capo della        vertici della repubblica. Dopo ripetute ri-
Provincia per la mancata presentazione alle        chieste di intervento, venne inviato nella
armi del fratello Mino Renato. L’incarico          zona il 63° battaglione “Tagliamento” agli
suddetto si intende conferito in via prov-         ordini del tenente Merico Zuccari; il suo
visoria salvo revoca da parte dell’autorità        territorio di azione, oltre a quello della Val-
competente”33. Fortunatamente queste in-           sesia e della Valsessera, sarebbe stato anche
discriminate e indegne azioni non otten-           quello del Biellese.
nero i risultati sperati.                             Il battaglione raggiunse il capoluogo di
    Per sottolineare di che portata fu la scon-    provincia il 19 dicembre. Iniziò allora il
fitta subita dal fascismo locale si può ripor-     triste periodo delle rappresaglie. “Zuccari
tare qui di seguito una lettera del colonnel-      emanò subito bandi per l’adozione di ‘mi-
lo Raoul Rivalta, comandante militare della        sure di rigore’ in tutta la zona in cui [in quel
provincia, al Comando militare regionale:          periodo] si erano sviluppati scioperi e in
“Le previsioni ottimistiche che era logico         cui più minacciosa era la presenza partigia-
fare nei confronti [... della leva] della clas-    na. Iniziò la stagione delle fucilazioni, del-
se 1924 in conseguenza delle misure adot-          le minacce di incendiare i paesi i cui abi-
tate [...] sono state annullate dalla realtà dei   tanti avessero osato sparare contro i militi.

     32
        Archivio storico comunale di Cossato.
     33
        Ibidem.
     34
        P. AMBROSIO, L’occupazione nazifascista del Biellese, cit., p. 33.
     35
        ID, I notiziari della Gnr, cit., p. 6.

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La Rsi e i tedeschi nel Biellese

Sono noti gli episodi di Borgosesia, di Cre-     torio e creato quelle premesse che hanno
vacuore, di Cossato, di Biella, di Tollegno,     permesso alla Rsi di poter nascere e orga-
dove anche inermi cittadini e alcuni gio-        nizzarsi. La riorganizzazione fascista in
vanissimi (uno quattordicenne e due quin-        questa zona però non fu così semplice. La
dicenni) vennero fucilati perché bisogna-        difficoltà nel reclutare personaggi disposti
va dare un esempio”36.                           a schierarsi da subito nelle file della Rsi fu
  Queste atroci azioni probabilmente era-        grande. Pochi erano propensi ad esporsi e
no dettate dalla “sensazione di panico, u-       a rischiare, lo si capisce dal tempo impiega-
nito alla volontà disperata di reagire, di im-   to per dare un impianto stabile all’organiz-
porsi, sopra tutto e sopra tutti”37 che si de-   zazione.
notano dai vari documenti che intercorro-           Si ricorderà che, come abbiamo già sot-
no tra gli organismi dell’apparato fascista      tolineato, solo quattro mesi dopo l’armisti-
e tedesco.                                       zio, il Biellese riuscì ad avere un proprio
  Purtroppo quel periodo non fu contras-         fascio diretto da personalità con cariche
segnato solo dalle rappresaglie fasciste, ma     definitive e non provvisorie. Ma se nel
anche da quelle dei tedeschi che “non pa-        ventennio fascista l’appoggio della popo-
ghi delle fucilazioni effettuate avanz[a-        lazione biellese al regime fu in linea (più o
rono] richieste di centinaia di ostaggi per      meno) con quello a livello nazionale, si
cercare di dominare col terrore. L’intendi-      può desumere che, vista la bassa adesione
mento nazifascista [era] quello di spezzare,     alla Rsi, vi fu un cospicuo numero di at-
con le rappresaglie e la violenza gratuita, i    tendisti. È essenziale ricordare infatti che,
legami tra ‘i vari gruppi di ribelli e la mas-   in seguito agli avvenimenti dell’8 settem-
sa operaia’, di creare rancore verso i parti-    bre, non tutti si trovarono nella condizio-
giani”38. Sappiamo che non ci riuscirono.        ne di dover scegliere, o forse è più corretto
                                                 dire che molti cercarono di evitare la scelta.
Conclusione                                         Vi era una terza possibilità tra lo schie-
                                                 rarsi con le forze dell’Asse o con gli Alleati:
  Come in molte altre realtà italiane di quel    non prendere alcuna decisione chiara e
periodo, si nota immediatamente che anche        questo fu il comportamento di molti tra
nel Biellese solo la presenza dei tedeschi       quei biellesi che, quando il regime era an-
ha reso possibile da parte della nascente Rsi    cora in auge, lo appoggiarono e lo sosten-
un controllo sul territorio. Prima del loro      nero. Era meglio aspettare, attendere nuovi
intervento infatti il Biellese era quasi com-    eventi, schierarsi solo a seconda delle cir-
pletamente libero da ogni controllo mili-        costanze favorevoli o meno; i cosiddetti at-
tare. Sono i tedeschi che, come quasi dap-       tendisti, opportunisti, facenti parte di quel-
pertutto nell’Italia centro-settentrionale,      la che Claudio Pavone ha definito “zona gri-
hanno assicurato una forte presa sul terri-      gia”39.

  36
     ID, Dicembre 1943: iniziano le azioni contro i “ribelli”, in “l’impegno”, a. III, n. 4,
dicembre 1983.
  37
     Ibidem.
  38
     Ibidem.
  39
     Cfr. CLAUDIO PAVONE, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza,
Torino, Bollati Boringhieri, 1998.

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Roberto Bianchetto Buccia

   La stessa sorte toccò alla ricostruzione       la scelta fascista non fu solo di stampo pret-
dell’esercito, forse la parte più visibile,       tamente politico e ideologico (questo a li-
rappresentativa e simbolica della repubbli-       vello nazionale però; infatti sembra che il
ca. Le forze militari furono anche i più evi-     Biellese sia stata una zona in cui questo ti-
denti antagonisti delle forze partigiane e        po di scelta non si confermò). Ci fu anche
non esclusivamente per il semplice fatto          chi, possedendo un maggiore senso dello
che combatterono contro di loro (anzi que-        Stato e della comunità, si preoccupò “per
sta fu solo la conseguenza), ma perché era-       la salvaguardia dell’ordine costituito”41 e
no i veri portatori dell’ideologia di destra,     che, per adesione etica, scelse di impegnarsi
fascista e mussoliniana, diametralmente op-       a favore dei “compiti legati alla vita delle
posta a quella liberale e democratica di cui      comunità, resi urgenti e cruciali dalla con-
i partigiani e le forze alleate erano i simbo-    giuntura bellica”42.
li e i difensori. Ma reclutare elementi simi-        Nel Biellese invece pare che, dal numero
li nel Biellese fu un’ardua impresa: pochi        modesto di adesioni (per lo meno iniziali),
furono quelli che si arruolarono. Anche le        si possa carpire che la scelta di intrapren-
minacce e la violenza perpetrata alle fami-       dere questa strada fu dettata soprattutto
glie e alla società in generale non portarono     dall’appartenenza ideologica, dall’attacca-
nessun significativo risultato, se non quel-      mento alla speranza di un ritorno ideale dei
lo di ingrossare le file partigiane. Ed ecco      vecchi valori fascisti, dalla volontà di rico-
che di nuovo si fa sempre più importante          struire un Paese basato sui vecchi presup-
l’azione tedesca, la sola che in quel momen-      posti dell’ideologia fascista. Sentirono cioè
to riesca ad usufruire di un esercito e di un     il bisogno di un ritorno emotivo alle origi-
apparato militare efficiente.                     ni e alla “purezza” dei tempi passati. In al-
   In termini generali i motivi che portarono     tre parole quelli che scelsero di sostenere
alcuni italiani ad abbracciare il regime ri-      la Rsi dovevano necessariamente essere
costituito su basi alquanto precarie furono       motivati da forte passione politica e da una
molteplici, soggettivi, ognuno legato alle        salda fede verso il fascismo. Tale scelta ha
esperienze personali. Questa era una conse-       quindi un marcato carattere ideologico. È
guenza soprattutto del fatto che la stessa        fuor di dubbio che gran parte di tutto ciò è
immagine e concezione del fascismo dopo           una conseguenza dei numerosi anni passa-
il 25 luglio era cambiata, non era più la stes-   ti ad ascoltare, e quindi assorbire, la pro-
sa di prima: “Noi lo chiamiamo ancora fa-         paganda populista e demagogica del regi-
scismo perché è la parola a cui siamo abi-        me. Ma nel Biellese coloro che appoggia-
tuati [...] ma esso non ha più nulla a che        rono per primi la Rsi non facevano parte di
vedere con tutto quello che è stato [...] non     quella generazione nata già in epoca fasci-
significa più una cosa precisa e univoca,         sta, cioè quella che visse sempre sotto i
si tratta per ciascuno di noi di una cosa di-     simboli del regime, che ne subì la propa-
versa, un’idea personale. Ognuno è rimasto        ganda, che imparò a condividere i miti che
per un motivo suo”40. Sappiamo anche che          il fascismo imponeva alla società, le utopi-

     40
        CARLO MAZZANTINI, A cercar la bella morte, Venezia, Marsilio, 1999, p. 39.
     41
        L. GANAPINI, op. cit., p. 255.
     42
        Idem, p. 254.

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La Rsi e i tedeschi nel Biellese

stiche mire imperialistiche, le manie di      più che i ragazzi alla Mazzantini, a sostene-
grandezza e di potenza, lo sfrenato nazio-    re la Repubblica sociale nell’area biellese
nalismo (e le innumerevoli bugie). Fu in-     furono alcuni tra coloro che si possono
vece la generazione precedente, quella che    identificare come i primi fascisti, quelli che
quando il fascismo prese il potere era già    vollero mantenere la fede negli ideali mus-
adulta e che probabilmente lo aiutò in pri-   soliniani delle origini.
ma persona ad insediarsi nel Paese. Quindi

a. XXII, n. s., n. 2, dicembre 2002                                                      51
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