On the Safe Side - Uiltrasporti

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On the Safe Side - Uiltrasporti
On the Safe Side
  Il magazine sulla Sicurezza Volo senza compromessi

         The
Technical Safety Board              Year IV - October-December 2019
 SAFETY MAGAZINE

   •Persona informata dei fatti

                                       • Le batterie al litio

   •La fiducia...è una cosa seria

                                      •ATQP L'occasione perduta?

   •Fatigue Safety Action Group
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                                                             Persona informata dei fatti

                                                          Ovvero: Avviso di Garanzia.
                                                          "Per giudicare le decisioni di esseri umani occorrono
                                                          esseri umani". Così il cpt "Sully" Sullenberger replicò
                                                          alla commissione di inchiesta dopo che gli venne
                                                          contestata la decisione di ammarare nell'Hudson il 15
                                                          gennaio 2009, con un Airbus A320 appena decollato
                                                          dall'aeroporto La Guardia(NY) colpito da un impatto
                                                          (birdstrike) con uno stormo di oche canadesi. L’impatto
                                                          provocò la totale perdita di spinta ad entrambi i motori.
                                                          Una decisione presa utilizzando le conoscenze
Direttore Editoriale
                                                          assimilate in anni di volo e addestramento ma anche
         Marco Terranova                                  utilizzando...l'istinto. Le prove al simulatore di volo
Comitato di Redazione                                     dimostravano altre possibilità meno rischiose di un
         Ivan Viglietti, Filippo Savini, Luca Ballarini   ammaraggio, mai provato prima su questo velivolo, ma
                                                          partivano da un presupposto sbagliato: che
                                                          l'equipaggio fosse stato "avvisato" prima. Ovvero la
         Pubblicazione in corso di registrazione
                                                          differenza tra una decisione analitica presa con tempo
               presso il Tribunale di Roma                a disposizione ed una euristica, ovvero d'istinto. In un
                                                          precedente numero di "On the safe side" abbiamo
                                                          citato recenti studi che asseriscono che oltre il 90%
                                                          delle nostre decisioni sono istintive, seppure basate su
                   "On the safe side"
                                                          conoscenze specifiche ed addestramento consolidato:
     Rivista trimestrale, anno IV, n.6 Ott-Dic 2019       il cosiddetto Recognition Prime Decision Making o
    Editore: Uiltrasporti Viale del Policlinico n. 131    RPRM. In effetti il primo ad affermare qualcosa del
                       00161 Roma                         genere fu un certo Kahneman (premio Nobel per
                                                          l'economia nel 2002). La sua teoria dei due sistemi
                                                          decisionali, sperimentata sui pompieri durante migliaia
                                                          di interventi nelle più improvvisate situazioni, asseriva
   "For Everyone Concerned With Safety Of Flight"         che una adeguata preparazione, ed un clima sereno
                                                          aggiungiamo noi, consente alla persona coinvolta in
                                                          una situazione imprevista di decidere in modo analitico
                                                          e non istintivo anche in mancanza di tempo.
                                                          Il recente caso di "all engine failures" occorso ad un
                                                          A321di Ural dopo il decollo da Mosca, conclusosi
                                                          senza conseguenze gravi per i passeggeri e per
                                                          l'equipaggio, seppure con il danneggiamento grave del
                                                          velivolo, è un altro esempio virtuoso in tal senso.
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Ma cosa dire delle conseguenze penali e disciplinari in questi casi od in quelli meno
fortunati? "An atmosphere of trust in which people are encouraged and even
rewarded, for providing essential safety related information, but in which they are
also clear about where the line must be drawn between acceptable and
unacceptable behaviour." (J.Reason) -Just Culture-
Questo potrebbe essere il punto di partenza per discriminare se i comportamenti e quindi
le decisioni che stanno alla loro origine, sia istintive che ragionate, siano condannabili
oppure no. Se non fosse che la "line" descritta da Reason non sia in realtà una "grey
area" in molte organizzazioni ed in molti ordinamenti giuridici. In sostanza questa
immunità, che consentirebbe il riporto di eventi che altrimenti resterebbero occulti, può
essere resa credibile solo in presenza di un clima sereno e con la garanzia che, in casi di
accertamenti da parte delle autorità giuridiche ed aeronautiche, non vengano comminate
sanzioni o pene per chi li ha commessi, dolo escluso.
In Italia qualsiasi evento che ricada nella casistica di Accident o Serious Incident e quindi
abbia come conseguenze decessi, feriti o anche solo danni, prevede l'apertura di un
procedimento giuridico nella maggior parte dei casi contemplato da articoli del codice
penale.
Il giudice è obbligato a procedere in presenza di una semplice ipotesi di reato ed in
presenza di decessi potrà applicare l'art.589 C.P. (Omicidio Colposo) con pene detentive
da sei mesi a cinque anni. In caso di lesioni applicherà l'art.590 C.P. che prevede pene
fino a tre mesi di detenzione. Ovviamente laddove, avvalendosi di periti esperti e di
testimoni, oltre che di prove documentali, ravvisi anche solo ipotesi di negligenza o di
imperizia. Qui sta il punto. Come viene discriminata la differenza tra un errore, una
negligenza od una imperizia (escludendo ovviamente il dolo)? Tale discriminazione è
esclusiva competenza del giudice e sappiamo da innumerevoli casi di cronaca quanto
tale potere discriminatorio sia soggettivo. Infatti, seppure Reason parli di " line between
acceptable and unacceptable behaviour", i giudici decidono sulla base della situazione e
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condizione del soggetto coinvolto, in questo caso il PNT/PNC, in relazione alla sua
consapevolezza dei fatti e delle prevedibili conseguenze delle decisioni prese.
Ciò che in termini legali si chiama "mens rea". In pratica la presenza di responsabilità
dolosa e la sua entità sono determinate dalle conseguenze e dalla previsione che i
soggetti potevano fare al momento dell'evento, utilizzando tutte le risorse in loro
possesso: esperienza, addestramento, buonsenso, buona fede.
Appare evidente quanto siamo esposti in prima persona nel nostro lavoro, fatto di
decisioni spesso prese con pochissimo tempo, analitiche o euristiche che siano.
La responsabilità nel quotidiano, in condizioni di stress fisico e psicologico, ci
espone a rischi che sappiamo di dover correre.
Il TSB di UILT sta seguendo diversi casi in molte compagnie che meritano
approfondimenti sul clima e sulla fiducia in cui operano gli equipaggi...

In questo numero troverete alcuni spunti di riflessione.

                                                                La Redazione
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La fiducia?
                           E' una cosa seria
La fiducia è effettivamente una cosa seria: difficile da conquistare, facile da perdere e impossibile
da riconquistare quando è stata tradita. Tutti ne abbiamo bisogno: la pretendiamo e la elargiamo
a seconda delle necessità...

La fiducia è il principio su cui basiamo molta parte della nostra esistenza condizionando
e costruendo relazioni, rapporti, situazioni più o meno stabili, che vanno dagli affari alla
vita privata, al lavoro, alla nostra interiorità. Tutto parte e si sviluppa da un atto di fiducia
iniziale più o meno forte.
Ma cos’è la fiducia? Come la si costruisce? Che ruolo occupa nelle nostre scelte?
E soprattutto perché quando la perdiamo produce effetti negativi sulla nostra vita,
sul nostro umore e sulle nostre scelte?
Chi la concede e chi la riceve è come se facessero un patto. In questo patto fissano i
termini e le aspettative di ognuno. Questa linea sottile che unisce i due protagonisti non è
un semplice scambio o baratto. È qualcosa di molto più profondo, perché mette in gioco i
sentimenti. È una comprensione reciproca, si gioca nel presente, ma avrà attendibilità
solo nel futuro: tutti sappiamo promettere nell’immediato, ma pochi sanno mantenere le
promesse fatte. E solo quando la fiducia viene meno siamo in grado di percepire
l’importanza che aveva per noi quella relazione.
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Si è legati da intenti comuni, ma interviene sempre la necessità di avere delle garanzie.
Per questa ragione, se si tratta di una relazione di lavoro, si fissano i termini in un
contratto comprensibile e condiviso da entrambe le parti, se invece è un'amicizia si
parla delle motivazioni che l’hanno fatta nascere e la mantengono viva, oppure se è un
rapporto stabile si cerca il vincolo del matrimonio (civile o religioso) ecc. Sono tutte
situazioni in cui l’apporto della fiducia diventa qualificante e significante per rendere
durevole il vincolo.

 Anche il programma di supporto psicologico di piloti, A/V e ATC controllers si basa sulla fiducia.

Il problema nasce quando cambiano le situazioni che abbiamo pensato
potessero essere eterne. In un'amicizia, come nel lavoro o in un matrimonio possono
subentrare aspettative diverse e nuove. In questo caso la fiducia concessa
anticamente va rivalutata, o meglio, rinegoziata.

Ma come si fa a rinegoziare la fiducia?

Con il dialogo.
Entrambi gli attori si accorgono delle nuove necessità dettate dall’altro o da nuovi fattori
esterni e quindi stabiliscono la possibilità di fissare nuovi obiettivi comuni. Ma quando
questo non è possibile viene meno sia il patto che la fiducia da parte di chi la aveva
concessa. L’aspettativa iniziale è tradita e, di conseguenza anche ciò che si è costruito
insieme, sia esso professionale, personale o di altra natura, viene sminuito e svilito.

La propensione a fidarsi di più o di meno delle persone è un fattore soggettivo che
dipende molto dall’autostima. È evidente che più una persona ha subito torti o
tradimenti, maggiore sarà la sua personale propensione a non avere e concedere
fiducia. Ne consegue che chi ha una scarsa autostima farà più fatica ad instaurare
rapporti di fiducia con gli altri: perché la paura di subire “l’ennesima fregatura” sarà
sempre dietro l’angolo.
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In molti casi ci si accorge che persone, anche apparentemente determinate nell’ambito
del lavoro, stabiliscono relazioni di fiducia che a priori, secondo loro, verranno tradite; e
come sempre, quando vogliamo che qualcosa accada poi finisce che succede
veramente.

Cosa fare e come
creare rapporti di
fiducia stabili?

Costruendo sempre
rapporti sinceri e
aperti con la
consapevolezza
che non siamo tutti
uguali e quindi gli
altri potrebbero
approfittarne.
Sviluppando un
forte senso di
attenzione,
aspettandosi eventi
positivi, ma non escludendo anche quelli negativi, senza però che quest’ultimi possano
influenzarli.
Pensando sempre che senza gli altri non si può vivere e quindi è necessario stabilire
delle relazioni basate sulla fiducia.
Se il nostro grado di sfiducia è molto alto a causa di precedenti esperienze negative, va
considerato che le cose possono anche cambiare. Chiediamoci quindi se, per esempio,
non siamo noi a pretendere troppo dagli altri.
Cercando sempre di vedere gli aspetti positivi e gli insegnamenti anche minimi che ogni
situazione ci può suggerire.
Evitando polemiche sterili in tutte le situazioni, non portano a niente e fomentano
solo l’astio e i rancori.
Dare sempre una seconda possibilità se non altro perché potremmo un giorno essere
nella stessa situazione: nessuno è perfetto e tutti siamo perfettibili.

E se tutto questo non funziona?
Ci sentiamo di fornire due possibili suggerimenti:
   •   Lasciamo perdere perché dare una pistola in mano a chi ci ha già sparato più
          volte significa voler male a noi stessi e a volte è semplicemente necessario
          prendere atto che “doveva andare così”;
   •   Ci mettiamo seduti vis a vis e parliamo, parliamo, parliamo.
Per qualcuno funzionerà la prima, per qualcun altro la seconda. La sfera di cristallo
ahimé, a nessuno di noi è stata donata.
C. Furlan- Risorse Umane. Fondatrice e Presidente "Be With Us" ONLUS
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Fatigue Safety Action Group
 I rappresentanti del PNT e PNC entrano nel FaSAG

                                                                 Dalla Convenzione di Chicago del
                                                                 1944, è stato riconosciuto che
                                                                 l'affaticamento dei piloti o più in
                                                                 generale del personale di volo (a
                                                                 causa di lunghe ore di servizio,
                                                                 opportunità di riposo/sonno
                                                                 insufficienti, ecc.) può rappresentare
                                                                 un rischio per la sicurezza delle
                                                                 o p e ra z i o n i a e re e . G l i e s p e r t i
                                                                 ritengono che la fatica contribuisca al
                                                                 15-20% degli incidenti mortali nel
                                                                 trasporto aereo causati da errori
                                                                 umani. Questo rischio per la sicurezza
                                                                 d eve e s s e re ge st i to m e d i a nte
                                                                 l'applicazione uniforme di limiti di
                                                                 tempo di volo, gestione efficace del
                                                                 rischio di affaticamento e un controllo
                                                                 efficace da parte delle autorità
                                                                 aeronautiche nazionali e dell'Agenzia
                                                                europea per la sicurezza aerea (EASA).
  I limiti di tempo di volo (FTL) ,vale a dire le regole che regolano la durata di volo, servizio e riposo
  del personale navigante, sono il quadro di base che ogni operatore aereo deve rispettare. Esse
  sono divise in "Regole di attuazione" (IR), e le cosiddette regole di "legge soft", come le
  specifiche di certificazione (CS), i mezzi accettabili di Conformità (AMC) e materiale di
  orientamento (GM).
   Dall'ottobre 2014, le compagnie aeree europee dovrebbero disporre di un sistema di gestione
  della sicurezza (SMS) e gestione del rischio di affaticamento (FRM) perfettamente efficaci. In
  pratica, ciò significa che le compagnie aeree non possono più programmare un servizio di volo
  semplicemente attenendosi ai limiti prescrittivi dell'EASA FTL, ma effettuano in aggiunta una
  valutazione del rischio di fatica per il proprio operativo. Pertanto, la semplice conformità alle
  norme FTL dell'EASA non è più sufficiente per gestire i rischi di affaticamento dell'equipaggio.
  Qualsiasi SMS che omette di mitigare l'affaticamento dell'equipaggio non è conforme alle
  relative norme EASA (Reg. "Air Ops" dell'AESA 965/2012 ORO.GEN.200). Inoltre, dal febbraio
  2016, gli operatori devono disporre di un sistema FRM (fatigue resource management) completo
  e maturo, come descritto in AMC1 ORO.FTL.120, al fine di beneficiare di determinate disposizioni
  delle norme FTL dell'EASA, nonché per eventuali deviazioni o deroga al presente regolamento.
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Qualsiasi operatore che intenda istituire un sistema FRM e / o gestire in modo proattivo la
fatica dell'equipaggio nella gestione del rischio di affaticamento (FRM) dovrebbe istituire un
gruppo di azione per la sicurezza della fatica (FSAG).
L'FSAG è responsabile del coordinamento di tutte le attività di gestione del rischio di
affaticamento di un determinato operatore e comprende rappresentanti di tutte le pertinenti
categorie aziendali e del personale in rappresentanza delle categorie piloti ed assistenti di volo.

 Come spiegato nel documento di riferimento ICAO 9966, 2011/2012, nelle ORO / AMC FTL- 120,
 un elemento chiave di un FSAG è il coinvolgimento dei rappresentanti dell'equipaggio di volo. Le
 dimensioni e la composizione di FSAG varieranno a seconda degli operatori, ma dovrebbe
 essere appropriato alle dimensioni e alla complessità delle operazioni coperte dal sistema FRMS
 e il livello del loro rischio di affaticamento. Nei piccoli operatori, un singolo individuo può
 rappresentare più di un gruppo di" stakeholder", ad esempio il capopilota . Le compagnie aeree
 più grandi avranno dipartimenti specializzati che interagiscono con l'FSAG. Quali siano i compiti
 del personale facente parte della strutture FSAG sono riportati di seguito:
 • visualizzare lo sviluppo del FRMS (fatigue resource management system);
 • assistere nell'implementazione di FRMS;
 • visualizza il funzionamento continuo dei processi FRM;
 • contribuire in modo adeguato all'assicurazione di sicurezza dei processi FRMS;
 • mantenere la documentazione FRMS;
 • essere responsabile della formazione e promozione FRMS in corso.
 Come contenuto nel verbale di accordo intercorso tra la società Alitalia Sai in A.S. e Alitalia
 Cityliner in A.S. e le associazioni sindacali/professionali , in data del 15 luglio 2019, ai lavori,
 quando calendarizzati e/o necessari, del FaSAG congiunto (Alitalia e Cityliner), parteciperà un
 rappresentante tecnico per ciascuna categoria (PNT e PNC) .
Alla base del lavoro del personale coinvolto c'è l'elaborazione ed analisi dei dati riguardanti i vari
aspetti, settori e situazioni che riguardano la gestione della fatica operazionale. Se i rappresentanti
del personale navigante non dispongono di informazioni documentate ricevute , anche al di fuori
dei fatigue report forms, difficilmente potranno tentare di migliorare la situazione. Resta inteso
che esiste una certa riluttanza a dichiararsi inadatti al "dovere "a causa della fatica per una serie di
ragioni. La storia gioca un ruolo significativo in questo, ma con l'affaticamento che diventa una
questione molto più urgente, dati i lunghi tempi di servizio, combinati con i tempi di riposo ridotti,
la mancanza di ferie, gli alberghi poco adatti al riposo, ecc.. è fondamentale ricevere dati
documentati e strutturati attraverso il processo di segnalazione dell'affaticamento.È importante
che gli equipaggi siano consapevoli del fatto che l'invio di una segnalazione sulla fatica NON
significa che debbano essere sospesi dal servizio.
Agli attuali ausilii comunicativi quali l' Operational Fatigue report form, ASR volontarie, informative
al settore, alle associazioni/rappresentanze di categoria, si aggiunge, a partire dal mese di agosto
2019, la possibilità di inviare osservazioni e rilievi anche all'indirizzo e-mail
Comitato.rappresentanti.fasag@gmail.com.
Le info acquisite compongono un data base riservato ed accessibile ai soli rappresentanti dei piloti
ed assistenti di volo che operano all'interno dell'FSAG di Compagnia come organi consultivi .
Naturalmente, gli equipaggi possono comunque compilare l'apposito form "unfit to fly"
rimanendo a disposizione dell'azienda per delucidazioni in merito.
A volte gli equipaggi però preferiscono "aprire malattia" piuttosto che riferire alla Compagnia di
essere stanchi a causa dell'attività di volo. Di conseguenza, i problemi reali sono mascherati e il
personale dell'FaSAG non è in grado di tracciare o rettificare la causa. Nuovamente si vuol
sottolineare che cosa voglia dire la parola affaticamento :
"Uno stato fisiologico di ridotta capacità mentale o fisica derivante da perdita del sonno o
prolungata veglia e /attività fisica che può compromettere la prontezza di un membro
dell'equipaggio e la capacità di guidare insicurezza un aeromobile o svolgere compiti relativi alla
sicurezza."
La fatica NON È UNA CONDIZIONE MEDICA e non è trattata in questo modo da ICAO ed EASA. È
                                                        semplicemente il risultato della perdita del
                                                        sonno o della veglia prolungata e / o
                                                        dell'attività fisica.

                                                      Vi terremo costantemente aggiornati
                                                      s u l l ' att i v i tà d e l Fa SAG a c u i , co m e
                                                      rappresentanze aziendali, partecipano tutti i
                                                      delegati tecnici di piloti ed A/V.
Le batterie al litio
 Incidenti in aumento ma...che business!

 Il tema del trasporto delle batterie a ioni di litio, ricaricabili ed a metalli di litio non ricaricabili,
 è estremamente controverso e nonì ha tuttora una definizione chiara. Lo testimoniano i
 continui aggiornamenti alla regolamentazione, il più recente datato aprile 2016 di IATA e del
 gennaio 2016 di ICAO, a cui le compagnie che accettano il trasporto (consentito su aeromobili
 passeggeri in limitate quantità -5kg- e in presenza della apparecchiatura associata) si adeguano
                                                                       con ovvie difficoltà. È recente il
                                                                       caso di un nostro equipaggio di
                                                                       medio raggio che per puro caso
                                                                       ha riscontrato, nel trasporto di
                                                                       semplice merce ed in assenza
                                                                       di NOTOC (consentito dalle
                                                                       attuali regole), la presenza di
                                                                       un contenitore di centinaia di
                                                                       batterie "lithium ion" da
                                                                       imbarcare e catalogate come
                                                                       singoli pacchi per evitare le
                                                                       stringenti recenti limitazioni al
                                                                       trasporto. La fortuita
                                                                       esecuzione del giro esterno in
                                                                       coincidenza con il caricamento
                                                                       della merce ha evitato la
                                                                       esposizione ad una minaccia
                                                                       altrimenti sconosciuta
                                                                       all'equipaggio. Sebbene le
                                                                       attuali norme ne consentano il
                                                                       trasporto è un dato
                                                                       inconfutabile che si tratti di
Il sito dell'incidente UPS6 che trasportava batterie non dichiarate    materiale sensibile e ad alto
                                                                     rischio, specialmente se non
 conosciuto, vista la rapidità del fenomeno distruttivo. Per questo molte compagnie ne hanno
 comunque proibito il trasporto se non in cabina ed al seguito dei passeggeri dove il controllo da
 parte degli assistenti di volo costituisce, se ben addestrati alla gestione di un evento differente
 dalla classica combustione, una difesa oggettiva. Ma perché le batterie al litio sono così
 pericolose, specialmente in volo, dal momento che il nostro uso quotidiano, dal cellulare
 all'IPAD, dalla torcia alla sigaretta elettronica, dall'orologio all'avvitatore ne sono parte
 essenziale?
Perché sono costituite da due elettrodi separati da un elettrolito realizzato con una soluzione di
sali di litio e solventi organici. Quando la batteria è caricata, gli ioni di litio passano dall'elettrolito
ad un anodo di carbonio. Quando la batteria si scarica il processo si inverte, creando un flusso
                                                      bilanciato di elettroni nel circuito
                                                      dell'apparecchio da alimentare. Se avviene un
                                                      piccolo danno il sottile strato di separazione tra
                                                      gli elementi descritti non impedisce il corto-
                                                      circuito ed il successivo aumento della
                                                      temperatura con generazione di fiamma
                                                      chiamato "thermal runaway". Per generare
                                                      questo danno è sufficiente un urto od una
                                                      temperatura di circa 60 Celsius che possono
                                                      avviare un processo di combustione di oltre 600
                                                      C con estrema propensione alla esplosione. La
                                                      singolarità è che il fenomeno si autoalimenta
                                                      perché contiene tutti e tre gli elementi che
                                                      occorrono alla generazione della fiamma.
                                                      Risultano inutili gli estintori ad Halon ed anche i
                                                      più recenti ad Argon, installati su molti aerei
                                                      cargo di nuova generazione.
                                                      Il più drammatico caso del rischio di trasporto di
                                                      lithium battery è stato l'incidente del cargo UPS
                                                      del 2010 che ha causato la morte di entrambi i
                                                      componenti del crew dopo che fumo e fiamme
                                                      si erano sprigionati dal cargo. La verifica in sede
                                                      di inchiesta accertò la presenza di numerose
                                                      batterie al litio nella stiva, non dichiarate. Si
                                                      legga l'inserto con il resoconto dell'inchiesta. Le
                                                      frequenti e dibattute riunioni delle autorità
                                                      preposte alla regolamentazione del trasporto di
questo materiale indubbiamente pericoloso sono la testimonianza delle pressioni commerciali a
cui il mondo aeronautico è sempre più sottoposto.
Ogni anno sono prodotte nel mondo oltre sei miliardi di batterie per un flusso di denaro di circa 6
miliardi di dollari. Ecco il perché delle eccezioni all'auspicato divieto di trasporto (limited quantity)
per aeromobili passeggeri o il recente blando limite del 30% di carica delle batterie trasportate
come cargo Dangerous Good pur di evitare il divieto assoluto di trasporto anche sui cargo. Altro
rischio da non sottovalutare è quello del trasporto via posta. Infatti sono moltissime le aziende di
ecommerce che spediscono come posta, per ovvii motivi di risparmio e per aggirare le
restrizioni,batterie che possono subire urti o maneggi non accurati e che potrebbero determinare
inneschi accidentali su voli postali i cui piloti sono assolutamente ignari degli oggetti trasportati
illegalmente. I casi di incidenti gravi o mancati incidenti sono molti di più di quelli che
immaginiamo e la informazione sull'argomento non è adeguata alla severità del rischio.

 In alto: Un esempio di check list introdotta da alcuni operatori a seguito
 dei numerosi incidenti occorsi ad aeromobili passeggeri. L'addestramento
 è una componente fondamentale della corretta prevenzione di simili
Un pallet di batterie al litio prese fuoco qualche anno fa dopo essere stato sbarcato da un volo
passeggeri da Tokyo a Los Angeles. Era caduto dal forklift, e dopo aver generato fumo ha preso
fuoco trasferendo le fiamme, per generazione di calore, ad altri pallets adiacenti sul piazzale.
I pompieri impiegarono oltre mezz'ora per spegnere l'incendio usando tonnellate di acqua.
Agosto 2004, Memphis (Tenn.): alcune batterie prototipo per auto elettrica, durante il
caricamento a bordo di un aereo cargo, generarono fumo che per fortuna causò immediatamente
la interruzione delle operazioni, salvando persone e cose.
Febbraio 2006, Filadelfia: un DC8 cargo in avvicinamento riportò fumo in cabina. Dopo
l'atterraggio e l'evacuazione l'aereo venne completamente distrutto. Trasportava "solo"
apparecchiature elettriche, ma con numerose batterie, esattamente come consentito ancora oggi
anche a bordo dei voli passeggeri di molte compagnie....

Le regole ci sono e vanno conosciute ma non sono sempre sufficienti, così come i controlli delle
autorità e delle stesse compagnie aeree che, come spesso accade, sono l'ultima barriera alla
catena di eventi che potrebbe portare fino all'incidente molto grave oppure all'ennesimo
"colpo di fortuna" che in ambito di prevenzione non può e non deve essere nemmeno
contemplato.

I Piloti e gli Assistenti di Volo devono conoscere la gravità del rischio, devono avere strumenti
idonei in termini di procedure ed essere bene addestrati a gestire le emergenze. Ma devono
anche anche essere CONSAPEVOLI che le regole e le procedure non sempre sono sufficienti e
spesso arrivano DOPO gli eventi catastrofici e solo per pressione mediatica in forma reattiva a
qualcosa di molto grave.
On the Safe Side
ATQP:Addestramento Alternativo
                   Un'occasione perduta?

Supponiamo che una Compagnia abbia lavorato per rinnovare, migliorare e struiurare
il proprio sistema di addestramento secondo i più accreditaj ed innovajvi modelli
impiegaj da diversi anni in Compagnie dove il "training" è obiekvo prefissato da sani
deiami di protezione dagli incidenj. Parliamo di ATQP (AlternaNve Training and
QualificaNon Programme).
Supponiamo che questo lavoro di creazione del suo elemento fondamentale, lo
"Evidence Based Training", ujlizzi una tassonomia basata sulle moderne metodologie
di Core Competences e di applicazione dell'ormai universalmente considerato come il
più avanzato modello Human Factor: il TEM.
Ma supponiamo anche che piloj interessaj a questa innovazione, tra l'altro realizzata
con cosj contenuj, siano coinvolj da vicissitudini contraiuali ed organizzajve
penalizzanj: simulatori in assistenza senza compenso, programmazione cadenzata dai
deiami EBT saltata per mancanza di personale navigante. In aggiunta a questo la
mancanza del personale desdnato alla analisi delle EVIDENZE ADDESTRATIVE emerse
                                                       nel corso delle sessioni di
                                                       addestramento e controllo è
                                                       l'ennesimo elemento che
                                                       danneggia fortemente tufo il
                                                       processo.

                                                      Insomma una buona
                                                      occasione che rischia di essere
                                                      compromessa da chi dovrebbe
                                                      dare invece la giusta rilevanza
                                                      ad un addestramento che è
                                                      alla base della prevenzione
                                                      incidenj.
Ma cosa fanno le grandi Compagnie per gestire questo prezioso strumento addestrativo
finalizzato alla sicurezza del volo? Un esempio è quello di Air France dopo l'incidente del volo
AF 447 del giugno 2009.
Un articolo tratto dalla rivista "Civil aviation Training":

Tragedy can provide a turning point. For Air France, the June 2009 crash of AF447 prompted
self-examination, followed by determination. Rick Adams visited the airline’s Paris training
centre to learn about their new philosophy and direction.
Nearly six years on, the lessons of AF447 are still being learned. The Atlantic accident stunned
not only Air France but Airbus and the entire aviation industry as well. It raised perplexing and
in some cases still not fully resolved questions about aircraft stall characteristics, over-
ocean flightpaths, over-reliance on automation, pilot fatigue, and crew training.
Industry-wide, the findings from the investigation accelerated intense debate, expert working
groups, and regulatory changes on flight
data recorder recoverability, flight time and
duty limitations, upset prevention and
recovery techniques and training, as well as
other issues. Closer to the epicentre of the
tragedy, the fate of the Airbus A330 led to
transformational changes at the Air France
training centre near Paris’ Charles de Gaulle
Airport, AF447’s intended destination.
“After AF447, we believed we had to change
many things,” said Jérôme Breuzet, Air
France head of training and an A340 Captain
who is transitioning to the A330. “AF447 was
a terrible accident, and at the first beginning
we didn’t understand how it could happen. So we looked at other airlines, how they did
training.”
“Before AF447 we were quite self-confident regarding training,” Breuzet explained. “We were
not really involved in the international committees. After this accident we did a lot of
benchmarks. Before AF447 we had many ideas of projects but we didn’t have the ability to
develop them (due to regulatory constraints). This event made us change a lot of things in the
last four years, and we were changing everything for the pilots.”
The overhaul of Air France’s pilot training coalesced around the Alternative Training
Qualification Programme (ATQP), a voluntary approach to recurrent training adopted by
the European Aviation Safety Agency (EASA) in 2006, currently encapsulated in the AMC1
ORO.FC.A.245 regulation subpart on air operations published in April 2012. ATQP is also
referred to by EU-OPS 1.978.

ATQP is an airline self-managed “beyond the basics” alternative to the traditional, prescribed
heavy regulatory oversight “one size fits all” approach which has characterized pilot training for
decades and which is still the norm in parts of the world. It parallels the Advanced Qualification
Program (AQP), which the Federal Aviation Administration (FAA) began enabling for airlines
in the United States in the early 1990s and is now applied by a large majority of American Part
121 and many Part 135 operators. AQP has also gained some traction in Canada, Latin
America, and Japan.
Available as an option for recurrent training only in Europe, airlines which have implemented
ATQP include British Airways, easyJet, flybe, Swiss International, Thomas Cook, Thomson
Airways, and Virgin Atlantic. Lufthansa, their subsidiary Germanwings, Alitalia, Air France’s
Transavia, and other EU carriers are also pursuing their versions of the ATQP scheme.
British Airways ATQP flight manager Keith Dyce lists “less unrealistic testing, more relevant
training,” training proficiency and safety improvement, and “saving money from fewer line
checks” as benefits to airlines.
Led by flight training senior vice-president Mark Mahoney, formerly of Thomas Cook, Emirates
instituted a Gulf Civil Aviation Authority-approved ATQP programme in 2011 which is
recognized as one of the industry’s touchstones.

                                                                Air France’s Breuzet said one key
                                                                 difference between the previous
                                                                 prescriptive training regimen and
                                                                 their new ATQP is that “you are
                                                                 able to define your own
                                                                 programme to meet your own
                                                                 needs.” However, with that
                                                                 relative freedom comes a
                                                                 significant shift in responsibility.
                                                                 “Before ATQP the operator was
                                                                 not really responsible for the
                                                                 content. If you had an
                                                                 accident, you just had to prove
                                                                 that you were approved and
                                                                 that your simulator sessions
                                                                 were approved. If they were
                                                                 corresponding to regulation,
                                                                you didn’t have any problems.”
“Now with ATQP, you are responsible. If you have an accident you have to explain why you
have decided to add certain exercises, why you withdrew some training exercises, why you
didn’t train on a risk that could be analysed before the accident. So it’s a major change for the
responsibility of the training programme.
”The other radical re-vector is that ATQP is a competency-based training (CBT) and evidence-
based training (EBT) approach. “Competency-based training is really different,” Breuzet
commented, “because you now have more non-technical skills than technical skills evaluated.
That means you may say to a captain, ‘Poor leadership, poor communication,’ and that’s not
easy to hear. The pilot has to understand what the problem is to work on it, and it can take
many months before you see improvement in his attitude.”
Air France pilot training now integrates the core competencies defined by the International
Civil Aviation Organization (ICAO), such as situation awareness, problem-solving, teamwork,
and so forth, into the instructor’s evaluations of pilots during both simulator sessions and
operational line flying checks. “This was something we didn’t really do before. Crew
performance was not evaluated regarding soft skills,” said Breuzet.
Pilots and instructors initially had some difficulty grasping the change. Some viewed it as “a
new idea coming from the States” and thought not much would change. “After a few months,
seeing their grading sheets, they noticed it was not really the same.”
“It takes time to change the ways of an instructor or doing checking. It changes the way of
looking at the crew. For some of them, they come to an understanding in two weeks. For
others it may take two or three years to feel at ease with this concept.”
It took Air France more than two years to lay the foundation for their ATQP programme,
beginning in 2010, and they drew on the considerable experience of British Airways and
Emirates, as well as Swiss.
Representatives of the French civil aviation authority, Direction Générale de l’Aviation
Civile (DGAC), were also part of the working group from the beginning of the process.
“You have to work from the first day with your authorities,” Breuzet emphasised. “It was
completely new. They didn’t know anything about ATQP, we didn’t know anything, and
we learned together. If you are working alone and after two years you go to your
authority and give them the paperwork and say, ‘I need your approval,’ they can’t
approve anything because they don’t understand what you are talking about.”
The Air France ATQP working group analysed available data, including information from an
IATA (International Air Transport Association) Operational Safety Audit (IOSA) designed to
minimise threat and error
management risks.
“You have to define a
process, collecting many,
many data. Flight data
monitoring. Quality
d e p a r t m e n t . Tr a i n i n g
department grading
sheets. Pilot feedback
from the line. You collect
all this data, and you must
be very efficient if you
want to define your
training programme
based on your own
needs,” Breuzet said. And
despite considerable data
to be sifted through, there
were also gaps in their
knowledge. For example:
“We had no data coming
from the training sessions.
We didn’t know what was happening in the simulator. We had the failure rate at the end of the
session but that’s all we had.”
“So we understood we needed to collect more data coming from the training session.
We had to work on the safety management system (SMS) issues and work on the
syllabus.”
The most noticeable syllabus adjustment is in the four-a-year simulator sessions (two
every six months). Instead of a sim checking session each six months, there is now only
one such check a year. The other three sim sessions are now focused on training.
“Instructors are very happy to do more training and less checking.”
And, as part of the competency-based training approach, an instructor can require a pilot to
go through another, remedial sim session to work on significant weaknesses detected during a
non-checking simulator scenario (including soft skills). It’s kind of like a check, in that a pilot
can be “failed,” but it’s not technically a check. The remedial session won’t necessarily be a
repeat of the unsatisfactory scenario; instructors are asked to look for the root cause of the
weakness, and may use a different exercise to help draw it out.
“It was difficult for an instructor, in the previous training approach, to be ‘free.’ If, at the end of
a session, the instructor would never fly with the student, he can’t let him go [back to
operational flying]. They should only go back when the instructor is confident,” Breuzet
said. “We had to change also this point of view, but I think the instructors prefer this situation.
From the pilot perspective it is something different that they come for training and they may
fail.”
Air France synthetic flight instructors have a menu of scenarios to choose from. Even if a pilot
knows the list, “for every crew the scenario is different; you don’t know what the instructor is
going to choose.” Pilots also don’t know in advance what effect the first situation will have on
the second situation the instructor selects for the two and a half hour session. “You can’t
really prepare for it.”
In a fundamental renversement in philosophy, Air France also threw out its
customised manuel d’utilisation de l’avion, replacing it with the aircraft manufacturers’
respective flight crew operating manuals (FCOM). Like many legacy carriers, the airline’s
documentation dated to the era when OEMs provided little guidance. Operating a mixed fleet,
Air France sought to make procedures “as common as possible.” In theory, a pilot could fly
older generation Boeing 747-200s for a period of time, then switch to flying new-gen Airbus
A320s with relatively little deviation.
Breuzet noted it can take considerable staff to produce your own airline-
specific documentation. “Today we are flying with the FCOM produced by the manufacturer.”
When Air France made that change, “pilots had to learn new procedures, flying the same
aircraft but differently. ‘I’ve been flying A320s for eight years and you tell me I have to do it
differently tomorrow?’”

The Air France ATQP programme was implemented for A320 pilots in 2013, followed by pilots
of long-haul aircraft (A330, A340, A380, B747, B777) the past year. So it’s a little early to
gauge the long-term results of the changeover.
Breuzet said they have noticed improvement in the leadership competency for First Officers,
but it’s difficult to ascribe the improvement solely to ATQP. Two years ago Air France
also changed from a pilot non-flying (PNF) to a pilot monitoring (PM) concept during
operations, getting the non-flying pilot more involved in flight management.
Every three months, a special committee of about 15 people, including representatives
from flight training, safety, quality, and the DGAC, reviews current data and determines
whether to make further changes in the Air France program.
                                                                     “Many, many things have
                                                                      changed, and some
                                                                      pilots have asked, ‘When
                                                                      do we stop changing?’
                                                                      We tell them we can’t
                                                                      stop changing,” Breuzet
                                                                      said. “It’s true that it’s
                                                                      easier not to change
                                                                      anything. But if you want
                                                                      to improve your safety
                                                                      level, you don’t have any
                                                                      other opportunity than
                                                                      AT Q P f o r r e c u r r e n t
                                                                      training.”
Safety is our first priority
                                            and we can look for it in
                   FLIGHT SAFETY MAGAZINE
On the Safe Side
                                              everyday business…

                                                                                                                                                                                TION
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                                                                 mail to: UILTstaff@uiltpiloti.eu
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