Iannone (Fd'I), De Luca pensa alle dirette social invece che ai cittadini
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Iannone (Fd’I), De Luca pensa alle dirette social invece che ai cittadini “Per De Luca e’ piu’ importante la sua diretta Facebook che dare risposte a coloro che non hanno certezze. E’ cosi’ che oggi e’ scappato in altro luogo per evitare a Salerno ristoratori, baristi, conduttori di piscine e palestre, commercianti e partite Iva che manifestavano perche’ senza aiuti e senza certezze a cui va la nostra solidarieta’ per la civilta’ con la quale fanno sentire la propria voce”. Lo ha dichiarato il senatore Antonio Iannone, Commissario Regionale di Fratelli d’Italia in Campania: “Mentre scappa dalle proprie responsabilita’ l’indice Rt della Campania giunge ad 1,65, il piu’ alto in assoluto delle Regioni italiane. De Luca non e’ capace di una strategia che tenga sotto controllo il rischio sanitario, che aiuti le categorie colpite dalle chiusure, che vaccini la popolazione in modo celere. Dopo un anno di pandemia la Campania e’ prima per rischio sanitario e sociale ed ultima per efficienza di soluzioni organizzative e risposte economiche. De Luca ha truffato tutti alle elezioni ma ora il re e’ nudo”. La morte del Commissario Casale, la figlia denuncia ritardi del 118 Barbara Casale, adorata figlia di Carmine, il Commissario della Stradale della Polizia di Stato, morto prematuramente
per un malore, racconta a Le Cronache quei drammatici momenti. Lo fa con grande forza d’animo ma anche per denunciare come sia potuto succedere. Un ritardo dei soccorsi che se giunti in tempo avrebbero salvato la vita a Carmine. Una testimonianza che finirà in Procura per il doveroso esposto che la famiglia presenterà nelle prossime ore. “La mattina di domenica 28 febbraio, alle ore 10:39 mio padre, Carmine Casale, ha un malore. Mi guarda, poi si porta le mani al petto inginocchiandosi. Gli chiedo “Papà, chiamo l’ambulanza?”, lui non mi risponde, restando in quella posizione mentre io recupero il telefono e subito digito il numero 118. Ore 10:40, 58 secondi di attesa interminabili ad ascoltare una voce registrata. Mio fratello fa lo stesso, restando in attesa per 2 minuti e 4 secondi. Mio padre si stende a terra, mi guarda, io lo chiamo ma lui ha il viso sofferente e con gli occhi mi chiede aiuto. Ore 10:42 ricompongo il numero e di nuovo resto in attesa per 27 secondi, mentre secondo dopo secondo aumenta in me la consapevolezza che non riceverò risposta, riaggancio e chiamo il 112 dicendo che mio padre ha un infarto in corso, mi passano il 118, mentre mio nipote di 8 anni mi chiede cosa deve fare e gli dico di chiamare il 118. Lui chiama alle ore 10:43 e resta in attesa per 1 minuto e 49 secondi senza ricevere risposta. Mio padre respira, gli metto un cuscino sotto alla testa, i suoi occhi ancora mi seguono. Non ho riscontrato nulla di particolare, né aumento di sudorazione, né altro. Soltanto mi guarda e non risponde, col viso chiaramente sofferente e gli occhi che gridano aiuto. Penso che non ci sarebbe stato bisogno di una figlia in grado capire suo padre soltanto guardandolo, perché quella richiesta di aiuto in quei suoi occhi imploranti sarebbe riuscito a leggerla anche un’analfabeta tanto era chiara. Ore 10:45, ancora chiamo il 118, 57 secondi, e altri 26 secondi alle 10:46. Sono nel panico più totale, mia mamma non lascia un attimo mio padre, che respira ancora. Mentre io, disperata, alle 10:47 chiamo il 113, 2 minuti e 26 secondi durante i quali mi danno indicazioni per effettuare il massaggio cardiaco che io non so fare, tuttavia ci provo, provando anche
la respirazione bocca a bocca. Nel mentre arriva un amico di mio fratello che sa farlo e prende il mio posto. 10:53, dell’ambulanza ancora nessuna traccia, richiamo il 118 e il 113 ancora alle 10:57, alle 10:58, alle 10:59. E di nuovo il 112 alle 11:00. Tra una chiamata e l’altra poggio la testa sul petto di mio padre, il cuore batte e lui respira, anche se sempre più a fatica e il suo volto appariva sempre più sofferente. Sempre alle 11:00 mio fratello chiama ancora il 118 e resta in attesa 4 minuti e 34 secondi mentre si trova giù in strada ad attendere l’arrivo dei soccorsi, per velocizzare i tempi e indicargli la scala. Alle 11:01 chiamo il centralino della sezione della Stradale della Polizia di Stato, dove mio padre presta servizio, per chiedere aiuto a loro. Alle 11:04 chiamo la sorella di mio padre mentre sono fuori dal balcone in attesa di veder l’ambulanza giungere. Torno da mio padre, che ha il respiro sempre più flebile. Passano un paio di minuti, che tuttavia a noi appaiono infiniti, e arrivano i soccorsi: un’ambulanza cardiologica proveniente da Vietri sul Mare, distante 5 km da qui, sfornita di medico e questo nonostante avessi fatto presente che mio padre stava avendo un infarto. Alle ore 11:21 arriva la seconda ambulanza, la dottoressa chiede una mascherina più grande perché quella che gli hanno messo non gli copre nemmeno il naso, sembra una misura per bambini, ma gli infermieri ne sono sprovvisti. Mi rendo conto della drammaticità della situazione, sentendomi impotente chiedo se mio padre si salverà. Non ricevo risposta. La dottoressa chiede di fare un’iniezione di adrenalina “senza nemmeno diluirla, dieci minuti e ce ne andiamo”. Capisco allora che hanno iniettato l’adrenalina a mio padre quando era già morto. Io, per terra affianco a mio padre, dico, rivolgendomi alla dottoressa, “sono arrivati tardi i soccorsi”, lei mi guarda di sbieco per poi distogliere lo sguardo e, di nuovo, senza degnarsi di replicare. Continuano il massaggio cardiaco per altri 5 minuti e alle 11:32 se ne vanno, lasciandolo a terra così. L’ipotetica causa della morte l’ho appresa in un secondo momento mentre rilasciavo sommarie informazioni a un
poliziotto ed è arresto cardiaco. Mia sorella vive a 20 km, è stata avvisata da mio fratello alle 10:47, è arrivata qui alle 11:07, subito dopo l’arrivo della prima ambulanza, quella sprovvista di medico. Se per fare 20 km ci vogliono 20 minuti, perché per farne 5 ce ne vogliono 24? E soprattutto, Salerno, che si suole definire “Città Europea”, necessita che l’ambulanza arrivi da un paesino di nemmeno ottomila anime? Qualcuno ha prospettato l’ipotesi che il ritardo sia stato dovuto al traffico, in merito mi preme sottolineare che domenica 28 febbraio la Campania era zona arancione e che, soprattutto, di domenica, essendo gli uffici e la maggior parte di negozi e centri commerciali chiusi, non può esservi il traffico che c’è di solito durante la settimana e che, in ogni caso, le ambulanze, sono provviste di sirene così come la Polizia, che infatti, è giunta qui nel giro di 4 minuti. Possibile mai che in Italia la sicurezza sia più “pronta” del soccorso? Malgrado io abbia iniziato a chiamare alle 10:40, il soccorso è stato attivato soltanto alle 10:51 e l’ambulanza è partita da Vietri sul Mare alle 10:59, per giungere qui intorno alle 11:05, (minuto in più e non in meno!) La seconda ambulanza, quella fornita di medico, è venuta solo per constatare il decesso, ma per quello non avevamo più bisogno del medico!”. Visconti: “Francese? Mi chiedo perchè continuare a farsi del male” di Erika Noschese Rilancio della zona industriale grazie alla Zes, realizzazione del Polo del Freddo, attuazione del masterplan, progetto di riqualificazione del centro urbano e
delle periferie. Sono alcuni dei punti del programma elettorale di Antonio Visconti, candidato sindaco a Battipaglia per la coalizione di centrosinistra. Visconti si è presentato ufficialmente alla cittadinanza lo scorso 5 marzo, presso la Sala Mirto dell’Hotel Commercio, dopo il tavolo politico-programmatico locale del centro-sinistra. L’aspirante primo cittadino potrà contare sul sostegno di Pd, Italia Viva, Psi, Campania Libera, Noi Campani, Udc, Centro Democratico, Liberali e Solidali, Lav – Lavoro Ambiente Vivibilità e Più Europa. In caso di vittoria, il suo ruolo non sarebbe incompatibile con la carica di presidente dell’Asi ma Visconti ha già annunciato di essere pronto a dimettersi per lavorare 24 ore al giorno per la città e per i cittadini battipagliesi. Intanto, nella mattinata di ieri, Visconti ha presenziato all’assemblea aperta convocata dalle rappresentanze sindacali per discutere la vertenza dell’Azienda Maccaferri di Manifatture Italia di Bellizzi. “A Sud non si deve chiudere, il futuro è degli operai, della gente che lavora, di chi costruisce il Paese”, ha dichiarato il presidente del Consorzio Asi. Presidente, candidato sindaco a Battipaglia, espressione della coalizione del centrosinistra e, nei giorni scorsi, ha ottenuto il sostegno anche dei Democratici e Progressisti… “Sì, sono candidato sindaco della coalizione di centrosinistra a Battipaglia. Una grande prova di unità e di compattezza di tutta l’area di centrosinistra; una grande assunzione di responsabilità per un impegno politico e amministrativo sulla città Battipaglia, la seconda città della provincia di Salerno per numero di abitanti ma probabilmente la prima area della provincia di Salerno per rilevanza economica. Per Battipaglia è arrivato il momento di avere una classe dirigente all’altezza del ruolo che le spetta”. Ci sono una serie di problematiche che accompagnano la città di Battipaglia, da dove bisognerebbe ripartire post voto? “Battipaglia è un corpo martoriato ma sicuramente occorre intervenire su due livello: immediato, restituendo pulizia, decoro, ordine e vivibilità alla città, attualmente alla stregua di una periferia urbana; ha perso le caratteristiche
di un centro vitale. A livello strategico, completamente per più Europa, con un investimento importante a candidare la città ad essere testa di ponte dell’alta velocità; rilancio della zona industriale, grazie alla possibilità offerta dalla Zes che vede Battipaglia come un’area in posizione di vantaggio, con delle aliquote fiscali dimezzate rispetto agli altri luoghi; realizzazione del polo del freddo nell’area industriale e in particolare sulle zone dell’interporto; attuazione del masterplan e un grande progetto di riqualificazione del centro urbano e delle periferie per dare un’identità, dopo la dignità”. Amministrazione Francese, secondo lei promossa o bocciata? “I risultati dell’amministrazione Francese sono sotto gli occhi di tutti: una città assente sui tavoli istituzionali, emarginata, che ha perso la funzione di città capofila della Piana del Sele e motore economico della provincia; una città che perde cinque milioni di euro di finanziamenti alla fine del mandato quando l’amministrazione dovrebbe essere al massimo della sua capacità organizzativa e amministrativa. Per cui, nessun giudizio sulle persone ma i fatti francamente sono eloquenti”. Causa pandemia, il governo ha disposto il rinvio delle comunali che si terranno tra il 15 settembre e il 15 ottobre. Cosa ne pensa di questa scelta? “Io sono favorevole nella misura in cui è un intervento che serve per tutelare la salute delle persone. Probabilmente, siamo nella terza ondata della pandemia per cui chi pensa di fare tattica o strategia su questo termine è una persona irresponsabili perché in questo momento c’è da pensare alla salute dei cittadini e le elezioni favorirebbero incontri e diffusione del virus. Prima la salute dei cittadini e nel frattempo continueremo a lavorare come stiamo facendo, indipendentemente dalla data delle elezioni”. La coalizione di centrosinistra è compatta attorno al suo nome ma nei giorni scorsi il segretario provinciale del Psi Silvano Del Duca ha chiesto un confronto sul programma dopo i risultati del sondaggio pre elettorale che la danno al quarto posto nell’indice di preferenza… “Io credo che la richiesta sia solo di stimolo. C’è da dire che sul sondaggio analizza un
campione in un periodo di tempo precedente alla mia candidatura: io ho ufficializzato il 5 marzo, il sondaggio si riferisce ad un campione analizzato prima di quella data. Inoltre, il dato è incoraggiante perché prima di essere candidato il mio era un nome che già girava; successivamente, il sondaggio parte dal quesito su chi è la persona politica più popolare: è evidente che chi è in camp da anni, chi ha fatto il vicesindaco, chi si è già candidato in passato è più popolare rispetto a chi, come me, si candida per la prima volta. I cittadini avranno due scelte: una candidatura nuova di persone con competenza, esperienza e che guardi ai prossimi 20 anni oppure scegliere una delle proposte politiche che inevitabilmente guarda ai precedenti 20 anni perché sono presenti tutti i sindaci, dal cambio della legge elettorale. O il nuovo, ed è solo la nostra proposta, o il ritorno a delle esperienze che risalgono agli anni ‘90”. In questi mesi, i cittadini battipagliesi hanno portato avanti una battaglia per impedire l’impianto di compostaggio… “Il problema è già superato: l’impianto di compostaggio non si farà all’interno dello Stir, questo è l’unica certezza che abbiamo. Lo stir ha avuto, in questi anni, una gestione che ha ristrutturato un impianto che funzionava male per via della precedente gestione, quella prima rispetto a Petrosino. È una struttura che lavorava poco e male. Per quanto riguarda, in generale, la problematica dei rifiuti è evidente che Battipaglia ha dato tanto, in termini di sacrificio e sopportazione; noi dobbiamo rilanciare il territorio di Battipaglia per quella che è la sua vocazione naturale: un polo agroindustriale e su questa logica, l’impianto di rifiuti non trova spazio in città o quanto meno devo esserci nella misura in cui sono utili alla nostra comunità, al nostro fabbisogno e alle nostre esigenze. Tutto il resto dovrà vedere un’attività di vigilanza importante per far sì che non ci sia nessun disagio dalla presenza di questi impianti in città anzi se ne possono avere soltanto benefici perché, in effetti, è necessario avere un’impiantistica che sia efficiente”. Perché i cittadini dovrebbe scegliere la discontinuità, votando per lei?
“Battipaglia è una città in crisi profonda, uguale a sé stessa da almeno 30 anni; sono stati persi mille posti di lavoro nel giro di pochi anni; è una città sporca, senza servizi e che ha visto un generale arretramento di tutti gli indici di vivibilità, dagli asili ai parchi giochi, passando per le strutture. La domanda è: perché continuare a farsi del male e riproporre delle soluzioni e alternative che non hanno creato alcun beneficio alla città, per cui occorre che si apra una nuova pagina, stagione fatta di competenza, amore per la città, una nuova generazione politica che guardi ai prossimi 20 anni”. Covid, De Luca: giornata di dolore “È una giornata di grande dolore per tutti quanti noi, per tutti quelli che hanno seguito in questo anno le vicende del Covid. C’e’ stato quasi quotidianamente un incontro con la sofferenza, con la solitudine, con l’angoscia delle persone. Sono situazioni e immagini indimenticabili che domandano a ognuno di noi una grande consapevolezza della drammaticita’ dei problemi”. Cosi’ il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “Esprimiamo il nostro cordoglio alle famiglie delle vittime – continua – nel cui ricordo ribadiamo l’impegno a mettere in campo tutte le misure e le iniziative necessarie per porre termine a questo calvario ed evitare altre sofferenze e altri lutti”.
Tedesco: ‘Amo Salerno ma no a strumentalizzazioni col mio nome’ “Ho dato la mia disponibilità all’ascolto perché amo Salerno ma non voglio che si strumentalizzi il mio nome sull’altare di interessi personali o ancora peggio lo si utilizza per barattare un consigliere piuttosto che un assessorato. Sono orgoglioso di rappresentare la mia città se ci sono le condizioni per fare la politica come la intendo io”. A dirlo l’avvocato salernitano Michele Tedesco il nome sul quale, per le prossime elezioni comunali del settembre 2021, la grande coalizione (dal centro destra all’area moderata e riformista dell’attuale consiglio comunale di Salerno) intenderebbe puntare per provare a vincere ed a conquistare Palazzo di Città. Professionista noto e stimato, Tedesco, in una intervista televisiva, ha ribadito con forza il suo pensiero sull’argomento e su una sua ipotetica candidatura ma ha messo dei punti fermi ben precisi: “Sono orgoglioso nell’essere stato contattato ma se capisco che dopo l’orgoglio cominciano le strumentalizzazioni a me questi giochetti non piacciono. Rispetto tutto e tutti ma rispetto prima la mia dignità” Tedesco ripete più volte la parola ‘orgoglio’ e professa l’amore per la sua Salerno. Comincia spiegando come è venuto fuori il suo nome negli ultimi giorni: “Sono orgoglioso di essere stato chiamato da amici sia a destra che a sinistra. Non ho mai fatto politica perché mi sono dedicato sempre alla professione ma ho sempre amato la mia città e ho sempre pensato di poter dare qualcosa alla mia Salerno in mille modi. Quando questi amici mi hanno chiamato ho subito detto che non
volevo identificarmi né con il centrosinistra né con il centrodestra. Il mio percorso sarebbe da esterno, da civico. Questa sollecitazione mi è stata rappresentata dagli amici di ‘Oltre’ e poi sono stato contattato da elementi del centrodestra per sondare la mia disponibilità. Capisco che ci sono logiche di partito ma mi sono trovato, negli ultimi giorni sui giornali con persone che si schieravano contro o a favore su una candidatura che non c’è mai stata. C’è stata soltanto la disponibilità verso questa città e verso quella parte chi mi aveva individuato come persona terza in grado di essere da garante sia a destra che a sinistra Ho dato la disponibilità all’ascolto per poter dare una mano alla mia città. Ho detto no al centrodestra quando mi ha chiesto di candidarmi in maniera unita così come ho detto di no al centrosinistra Se ti rendi conti che nel momento in cui si arriva a una sintesi c’è chi si ritrae a sinistra perché ritiene di fare altra scelta politica o qualcun altro a destra vuole utilizzare il mio nome per ottenere qualcosa dal punti di vista dei consiglieri o degli equilibri rischi di essere strumentalizzato. Ed io non voglio. Io a questo non ci sto. Rispetto i partiti ma rispetto la professione e l’autorevolezza che gli altri mi hanno riconosciuto in questa candidatura che mi inorgoglisce ma non voglio che venga strumentalizzato questo entusiasmo per un interesse personale e di parte”. Non è un problema di liste. Io non ho mai voluto fare politica e questa non è la mia politica nella misura in cui non posso pensare che il bene di Salerno deve essere messo dietro rispetto alla necessità di trovare candidati per una lista in cui non ci sono candidati, o per un finanziamento o una carica. Questo significa per chi lo pratica che state pensando
a voi stessi e non a Salerno. Non ci sto alla politica per la politica sono per la politica finalizzata a fare il bene della città”. Sasà Varese scomparso a 71 anni di Gino Liguori Salvatore Varese, per i tanti amici ed estimatori Sasà, ha concluso il suo viaggio terreno. Troppo presto per la bravura professionale, la stima, la simpatia, l’affetto che ha saputo donare e per il quale era ricambiato da tutti coloro che lo conoscevano. Aveva 71 anni Sasà. E di questi tempi corre pure la necessità di dire che non è morto di Covid. Salerno perde così un altro figlio che ha dato tanto nel campo dell’arredamento e ristrutturazione d’interni. Un valore che, una volta tanto, la città gli ha riconosciuto già in vita, con tanti lavori e riconoscimenti tributatigli da varie istituzioni cittadine. Arredatore di gran gusto, fu apprezzato dai Della Valle, che lo conobbero attraverso una segnalazione dell’attuale sindaco di Benevento Clemente Mastella, all’epoca Deputato in Parlamento. Salvatore non deluse, e dopo la villa dell’ex parlamentare democristiano, curò da par suo anche la dimora dei maestri della calzoleria marchigiani. Ma già in precedenza Sasà Varese aveva arredato con successo importanti abitazioni,
come quella della attrice Elsa Martinelli. Ciò che tutti riconoscevano a Sasà era “il gusto per le cose”, un amore ed un “occhio” per il bello, per l’armonia della composizione, unita alla praticità d’uso a seconda delle esigenze del cliente, tutte qualità che han fatto sì che il suo lavoro andasse oltre la piccola e amata Salerno, lavorando non solo per noti industriali cittadini ma anche del Nord, clienti affezionati che ad oggi lo ricordano come artista del suo campo e persona squisita. Figlio di Vitale Varese, Salvatore era per ovvi motivi familiari, frequentatore assiduo dello storico bar a pochi metri da quello che oggi è il Teatro Pasolini, all’epoca cinema-teatro Diana; un locale che aveva raccolto intorno a sé la Salerno bene, il mondo industriale e giornalistico. Il Bar Varese con annessa Sala era il punto di ritrovo di politici e intellettuali, di chi allora dirigeva le pagine dei quotidiani locali come Nicola Fruscione, Lino Schiavone, Mario Perrotta, Franco De Ippolitis. E al Varese non potevano mancare Nino Petrone, Angelo Scelzo, Enzo Casciello, il sottoscritto. Salvatore era colui che molto spesso animava le serate e intratteneva con cordialità e simpatia i convenuti. La sorella Anna Maria, proprio al Varese conobbe Silvano Scarnicci, e lo sposò. Scarnicci che Petrone battezzò “la tigre del Quarticciolo” fu il protagonista della scalata alla serie B con Tom Rosati. Michele Martino gli affidò il lavoro della sua nuova parruccheria e Salvatore ne fece un salotto di eccezionale eleganza. E tanti altri lavori suoi, piccoli e grandi sono letteralmente disseminati per la città. Chi apprezzò le qualità e il lavoro di Sasà fu l’allora presidente della Camera di Commercio, Antonio Pastore, che volle anche omaggiarlo di un attestato ricordo.
Sasà lascia un ricordo indelebile fra i tanti che gli vollero bene. Ai funerali che si sono svolti nella Chiesa del Sacro Cuore hanno partecipato oltre ai familiari pochi amici causa restrizioni per emergenza Covid. Alla sorella Giovanna, ai fratelli Enzo e Franco, va il nostro più caloroso abbraccio. Ciao Sasà. I pochi salernitani rimasti, non ti dimenticheranno. Vigile urbano muore dopo Pfizer, aveva altre patologie I carabinieri della compagnia di Sapri hanno effettuato i primi accertamenti in seguito alla morte di Michele Quintiero, vigile urbano di Vibonati deceduto ieri sera a seguito di un malore. L’allarme e’ scattato intorno alle 20.30; un’ora e mezza prima il 62enne era stato presso l’ospedale di Sapri dove gli era stata iniettata una dose di Pfizer, vaccino anti- Covid. I militari, agli ordini del capitano Matteo Calcagnile, hanno ascoltato il medico che ha somministrato il siero, il responsabile del servizio vaccini ma anche il medico curante del vigile urbano. Gli uomini dell’Arma, inoltre, hanno acquisito l’elenco dei pazienti a cui e’ stato somministrato lo stesso lotto del vaccino: si tratta di una novantina di persone, tra cui diversi over 80 che hanno ricevuto la dose di richiamo. Da quanto si apprende nessun paziente ha manifestato disturbi. La Procura di Lagonegro, in ogni caso, ha disposto il sequestro della salma del pubblico ufficiale e nelle prossime ore incarichera’ il medico legale che dovra’ effettuare l’autopsia. Il direttore sanitario dell’ospedale di
Sapri, Rocco Calabrese, nella tarda serata di ieri, aveva spiegato che “non e’ dimostrabile una relazione causale con la somministrazione del vaccino” e che il paziente “era affetto da patologie pregresse di natura metabolica e cardiocircolatoria”. L’Amministrazione comunale di Vibonati e il sindaco Franco Brusco hanno affidato ai social il proprio cordoglio. “In momenti come questi e’ davvero difficile esprimere con parole il grande vuoto che Michele Quintiero ha lasciato in ognuno di noi”, si legge sulla pagina ufficiale dell’Ente. “Michele non era solo un vigile urbano, ligio al suo dovere, ma era soprattutto un amico, una persona semplice, disponibile su cui si poteva sempre contare. Il suo sorriso contagioso e la sua umanita’ mancheranno a tutti noi e alla comunita’ intera. Questa Amministrazione proclamera’ il lutto cittadino il giorno delle esequie, per esprimere il cordoglio per la scomparsa del caro Michele, come segno di vicinanza dell’intera comunita’ vibonatese a tutti i familiari”. Covid: morto Vanacore, vice- allenatore della Cavese Antonio Vanacore, vice -allenatore della Cavese (club di serie C, girone C) che aveva contratto il Covid-19 e’ morto ai 45 anni nell’ospedale di Frattamaggiore (Napoli). Ex calciatore, allenatore in seconda di Salvatore Campilongo, era tornato a Cava de’ Tirreni (SALERNO) a dicembre dopo l’esperienza dello scorso anno. Da calciatore aveva disputato piu’ di 150 partite tra serie C e serie B, ritirandosi nel 2013. “La Cavese 1919 comunica con immenso dolore la scomparsa del vice allenatore Antonio Vanacore”, ha scritto il club di Cava dei Tirreni SALERNO), che in un messaggio alla famiglia lo definisce “uomo e professionista insostituibile”. Vanacore
aveva contratto il virus a meta’ febbraio: inizialmente si era curato a casa poi, quando i livelli di saturazione si erano fatti preoccupanti, era stato trasferito in ospedale. Il Covid, nelle scorse settimane ha colpito in modo importante la Cavese: con 25 positivi (17 calciatori, 4 dirigenti e 4 componenti dello staff tecnico) la societa’ e’ stata costretta a rinviare due partite di campionato. Adesso che il gruppo e’ quasi completamente negativizzato, e’ arrivata la notizia della morte dell’allenatore in seconda. Asl Salerno: non recarsi ai centri vaccinali a seguito della sospensione di Astrazeneca A seguito della sospensione del vaccino Astrazeneca su tutto il territorio nazionale, l’Asl SALERNO comunica di aver “sospeso le vaccinazione con tale prodotto”. In una nota, la Asl di SALERNO fa sapere che “sono pertanto rinviate le vaccinazioni già programmate per il personale appartenente alle categorie per le quali è prevista la vaccinazione a vettore virale (Astrazeneca), e si invita a non recarsi presso il centro vaccinale di riferimento, in attesa di nuove comunicazioni. L’Asl SALERNO comunicherà ai cittadini la ripresa delle attività, appena vi saranno le condizioni”.
L’On. Piero De Luca(Pd) a sostegno dei Comuni e degli Enti locali La recrudescenza dell’emergenza epidemiologica del primo trimestre 2021, il piano vaccinale in corso e le numerose scadenze contabili che si sono accumulate in questo periodo, a fronte di un quadro economico-finanziario in continuo mutamento, stanno determinando una situazione di notevole criticità che allarma i Comuni, soprattutto quelli del Mezzogiorno già alle prese con storiche fragilità. Nella sede di ANCI Campania il Presidente dell’Associazione e Sindaco di Caserta, avv. Carlo Marino, ha incontrato oggi il deputato del Pd on. Piero De Luca e il Presidente della Provincia di Avellino, e sindaco di Avella, Domenico Biancardi, Presidente Upi Campania. T utti e tre hanno manifestato forte e comune preoccupazione per l’imminente scadenza dell’approvazione dei bilancio di previsione dei Comuni 2021-2023, attualmente fissata al 31 marzo 2021. Una data che, se mantenuta, renderebbe impossibile per molti enti locali pervenire a una formulazione corretta delle previsioni concernenti le entrate tributarie e patrimoniali. Una situazione che, senza l’intervento concertante del Ministero dell’Interno e del Ministero dell’Economia come già chiesto da Anci Campania in una precedente nota dell’8 marzo 2021, si scaricherebbe immediatamente sui servizi ai cittadini rendendo ancora più acuta la condizione delle comunità amministrate. “Continuiamo a ritenere quanto mai opportuno un intervento di indirizzo circa i ristori per famiglie e operatori commerciali e le previsioni di entrata per i Comuni. Siamo al fianco di Comuni ed Enti locali- ha dichiarato l’on. Piero De Luca- è assolutamente indispensabile il differimento al 30 giugno del
termine di approvazione dei bilanci di previsione 2021 sia in considerazione delle grandi criticità organizzative legate all’ emergenza sanitaria in corso, sia alle novità legislative entrate in vigore quest’ anno che comportano delle oggettive difficoltà per i comuni nella corretta programmazione delle entrate patrimoniali” L’impegno è ora di trasferire nelle sedi opportune – Parlamento, Consiglio Nazionale Anci e Upi Nazionale – i punti salienti di una richiesta che potrebbe consentire ai responsabili finanziari degli enti locali di controllare la tenuta degli equilibri contabili e a molti Comuni di scongiurare l’inevitabile default.
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