GLI UNI PER GLI ALTRI I SERVIZI PER ANZIANI - una nuova idea di welfare una nuova idea di città un sistema integrato a favore della domiciliarità ...
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GLI UNI PER GLI ALTRI una nuova idea di welfare una nuova idea di città I SERVIZI PER ANZIANI un sistema integrato a favore della domiciliarità 6 giugno 2017
1. Gli anziani della città e la fragilità anagrafica anno 2016 2. La fragilità sociale ed i servizi di supporto domiciliare anno 2016 3. Il pensiero progettuale di “Brescia Città del Noi” a sostegno della domiciliarità
Anziani Attivi – Anziani - Grandi Anziani Fasce Femmine Maschi Totale Percentuale ANZIANI età sul totale ATTIVI: 65-69 6.330 5.113 11.443 23,46 Anziani Persone nella 70-74 6.047 4.635 10.682 21,90 Attivi prima fase dell’età 45,36% anziana con 75-79 6.093 4.408 10.501 21,53 risorse da 80-84 4.804 2.912 7.716 15,82 Anziani investire a favore della 37,35% famiglia e 85-89 3.654 1.674 5.328 10,92 della 90-94 1.875 587 2.462 5,05 Grandi comunità, 95-99 455 111 566 1,16 Anziani portatori di 100 25 1 26 0,05 17,29% interessi, 101 e 51 6 57 0,11 motivazioni, impegno oltre sociale TOTALE 29.334 19.447 48.781 100%
Anziani che vivono soli nelle Zone della città Zona della città > 65 DI CUI > 75 DI CUI > 85 CENTRO 3472 2190 971 EST 1805 1079 361 NORD 3807 2583 1053 OVEST 3261 2250 916 SUD 3383 2205 871 Totale complessivo 15728 10307 4172 LA ZONA NORD HA IL PIÙ ALTO NUMERO DI ANZIANI SOLI IN TUTTE E TRE LE FASCE DI ETÀ EVIDENZIATE LA ZONA EST È QUELLA CON IL MINOR NUMERO DI ANZIANI E CON UN’INCIDENZA ESIGUA DI ULTRA 85 ANNI
LA PERCENTUALE DI ANZIANI SOLI NELLE FASCE DI ETÀ 75-79 ED 80-84 OSCILLA TRA IL 20% ED IL 21%. SIGNIFICATIVA L’INCIDENZA DELLA CLASSE 85-89 ANNI CHE RAPPRESENTA IL 18%
Grandi anziani > 85 anni suddivisi per sesso in valore assoluto IN CITTÀ CI SONO CIRCA 8.500 GRANDI ANZIANI POTENZIALMENTE FRAGILI, LA MAGGIOR PARTE DONNE
Anziani oltre 85 anni che vivono soli nelle zone di Brescia La maggior presenza di grandi anziani soli, sia uomini che donne, è nella zona Nord. Nella Est vive il minor numero di > 85 soli
Oltre 35.000 famiglie in città vivono con un anziano. La gran parte delle famiglie risiede alla Nord, seguita dalla Sud. Centro ed Ovest si equiparano. La Est conta la metà di nuclei familiari con anziani rispetto alla Nord.
Tipologia delle famiglie con almeno un anziano in percentuale In prevalenza si tratta di famiglie di una sola persona costituite da donne sole (34%), ma è molto significativa la presenza di coppie di anziani (quasi 30%), a cui seguono gli uomini soli (11%).
L’indice di vecchiaia rileva quanti >65 anni ci sono in rapporto ai giovani 0-14 anni. Nel 2016 abbiano 187 anziani ogni 100 giovani. Questo indice nel 2003 era 170,9, nel 2010 era 174,8 e nel 2015 185,3.
INDICE DI VECCHIAIA NEI QUARTIERI ANNO 2016 ZONA QUARTIERE > 65 < 14 INDICE EST SANPOLINO 353 588 60,03 CENTRO CENTRO STORICO NORD 1211 1086 111,51 OVEST FIUMICELLO 1384 976 141,80 SUD FOLZANO 366 258 141,86 OVEST PRIMO MAGGIO 630 431 146,17 SUD CHIESANUOVA 1535 1042 147,31 SUD FORNACI 599 396 151,26 SUD DON BOSCO 1396 906 154,08 SUD PORTA CREMONA 2884 1842 156,57 CENTRO PORTA MILANO 1450 900 161,11 EST S. POLO CASE 1210 747 161,98 SUD LAMARMORA 2128 1262 168,62 OVEST VILLAGGIO VIOLINO 768 451 170,29 EST BUFFALORA-BETTOLE 518 301 172,09 CENTRO PORTA VENEZIA 2576 1496 172,19 CENTRO CENTRO STORICO SUD 1424 776 183,51 OVEST CHIUSURE 2670 1386 192,64 CENTRO BRESCIA ANTICA 1543 800 192,88 EST S. POLO CIMABUE 1612 827 194,92 NORD S. EUSTACCHIO 2131 1086 196,22 EST S. EUFEMIA 871 421 206,89 NORD S. ROCCHINO 1695 818 207,21 NORD S. BARTOLOMEO 1329 640 207,66 EST CAIONVICO 612 280 218,57 OVEST VILLAGGIO BADIA 918 410 223,90 NORD BORGO TRENTO 1975 874 225,97 CENTRO CROCIFISSA DI ROSA 1359 596 228,02 SUD VILLAGGIO SERENO 1796 775 231,74 OVEST URAGO MELLA 3152 1251 251,96 EST S. POLO PARCO 1865 723 257,95 NORD MOMPIANO 2393 862 277,61 NORD VILLAGGIO PREALPINO 1374 482 285,06 NORD CASAZZA 1015 314 323,25 TOTALE 48742 26003 187,45
Gli anziani nei prossimi 20-30 anni I FIGLI DEL BABY BOOM, CHE OGGI HANNO TRA I 50 E I 60 ANNI, INCREMENTERANNO NEI PROSSIMI DECENNI LA FASCIA DEGLI ANZIANI E DEI GRANDI ANZIANI.
2. Anziani, fragilità sociale e servizi domiciliari La fragilità è un fattore complesso, che va ben oltre l’età ed abbraccia solitudine, assenza di familiari, problemi di salute e di autonomia e gestione della vita quotidiana. Supporti domiciliari, offerti dai servizi pubblici, dal privato sociale e dal volontariato locale, possono aiutare l’anziano a contrastare queste difficoltà. Paula Modersohn “Anziana donna contadina” 1905
La FRAGILITÀ: una dimensione complessa
La DOMICILIARITÀ: un concetto esteso La domiciliarità non coincide con “stare a casa” e non si esaurisce con l'intervento domiciliare. Si definisce la domiciliarità un “contesto dotato di senso” per la persona. Per trovare un senso, un significato, la persona deve “Stare a casa bene” Svolgere al meglio le funzioni quotidiane persona pulita, curata nell’abbigliamento, alimentata adeguatamente, vivere in un ambiente ordinato Restare in relazione con i familiari che si sentono supportati dai servizi Mantenere un collegamento con la comunità di appartenenza luogo delle relazioni
1.428 sono gli anziani che hanno beneficiato di servizi di sostegno alla domiciliarità, pari a circa il 3% della popolazione anziana della città.
Il servizio più richiesto è il SAD (servizio assistenza domiciliare) Significativa la domanda di telesoccorso, Pasto, Centro Diurno e trasporto
La maggior parte degli anziani in carico al servizio sociale usufruisce di un solo servizio (circa 75%). Il 17,5% ne utilizza due. Marginale la percentuale di chi ha tre o più servizi.
Chi chiede un solo servizio necessita di assistenza domiciliare nella misura del 26% circa, seguita da telesoccorso - pasti e centro diurno in ugual misura - e trasporti.
3. Servizi innovativi per anziani: un sistema integrato a sostegno della domiciliarità Ottorino Garosio – Pittore della Valsabbia 1904-1980
Partiamo da una riflessione sulle criticità Aumento della popolazione anziana e riduzione dell'ampiezza della rete familiare; Incremento delle persone anziane sole e delle coppie sole; Ampliamento delle richieste di servizi socio assistenziali e presenza di liste di attesa per l'accesso; Conoscenza da parte del servizio pubblico solo del 3% degli anziani; Disomogeneità della distribuzione dei servizi nelle diverse zone della città, con presenza di aree scoperte; Necessità di raccordi tra i soggetti che seguono lo stesso utente e mancanza di circolarità di comunicazioni.
Esponiamo le strategie e l’impianto di sistema I problemi sociali non possono essere affrontati con la mera moltiplicazione dei servizi formali; Non è più possibile operare da soli, non si può prescindere dall'azione congiunta dei diversi soggetti della città L’obiettivo è creare un sistema di relazioni solido tra i soggetti, promuovere un territorio attivo che lavori insieme sui problemi sociali, per integrare l’offerta pubblica con quella del territorio COSTRUIRE UN SISTEMA INTEGRATO DI SERVIZI SOCIALI, CHE CONNETTA TUTTI I SERVIZI RIVOLTI ALL’ANZIANO IN UNA LOGICA TERRITORIALE
Cosa significa costruire un sistema integrato di servizi a sostegno della domiciliarità: compariamo il vecchio e il nuovo modello
Servizio assistenza Sistema integrato di sostegno alla domiciliare attuale domiciliarità Centratura sull’ Centratura sulla costruzione di un «erogazione» progetto di protezione Si considera la sola Si considera tutta la filiera dei servizi assistenza domiciliare di sostegno alla domiciliarità, compresi (aiuto per la cura e igiene servizi quali, il telesoccorso, i trasporti, della persona, della casa, ecc. disbrigo pratiche, accompagnamenti) Logica dei «servizi No sommatoria di prestazioni, ma incrementali» combinazione di servizi sulla base di un Eventuale sommatoria di progetto di protezione complessivo. interventi aggiuntivi (pasto, Definizione di “pacchetti di protezione” telesoccorso) in caso di minima, base, media, medio alta, alta. perdita di autonomie
Servizio assistenza Sistema integrato di sostegno alla domiciliare attuale domiciliarità Gara d’appalto Individuazione di soggetti qualificati: Un solo fornitore processo di selezione di soggetti che selezionato erogano servizi sulla base di requisiti tramite gara tecnico- professionali ed organizzativi di qualità (il Comune è garante della qualità) Vincitore unico per tutta Pluralità di soggetti qualificati e la città possibilità di scelta per le famiglie tra fornitori diversi Gestione omogenea per Organizzazione e gestione per “zone”, tutta la città valorizzando la specificità di ogni contesto territoriale. Ogni gestore ha un ufficio nella zona in cui presta l’attività
Servizio assistenza Sistema integrato di sostegno alla domiciliare attuale domiciliarità Interventi rivolti Interventi orientati sia al cittadino sia alla prevalentemente al comunità: potenziare gli interventi di cittadino con problemi prevenzione e promozione e intervenire sulla (fragilità espressa) e fragilità potenziale per ritardare la sostegno teso a cronicità (soggiorni, spazi di aggregazione) gestire la cronicità Si conoscono solo i Si attivano forme di “epidemiologia del cittadini seguiti dai bisogno sociale”, che consentano di servizi (persone che intercettare gli anziani a rischio prima che chiedono aiuto) subentri l’emergenza (es. >85 anni soli). Si attivano soprattutto Si promuovono le capacità del contesto le capacità e risorse (gruppi, volontari singoli, associazioni), della persona e della perché sviluppare la comunità corrisponde a famiglia che presta sviluppare benessere (contrastare la povertà assistenza relazionale, di salute e di competenze)
Servizio assistenza Sistema integrato di sostegno alla domiciliare attuale domiciliarità Molteplici interlocutori per Un unico interlocutore per la persona e la la persona, a seconda dei famiglia rispetto ai servizi che utilizza: l’ente servizi che utilizza (es. coop. erogatore è il punto di riferimento per il cittadino per SAD, Croce Bianca per sotto il profilo della gestione del servizio telesoccorso) L’attore principale Molti attori ingaggiati e coordinati per la dell’assistenza è l’ente domiciliarità: Il beneficiario e la sua famiglia, pubblico vicinato, rete amicale, associazionismo, Soggetti erogatori, MMMG, Servizi pubblici istituzionali La responsabilità prioritaria La responsabilità è diffusa: del cittadino, che è dell’ente pubblico diventa il perno del sistema (possibilità di scelta), della famiglia, della comunità, del servizio sociale rispetto al progetto del Soggetto erogatore per gli interventi.
SAD attuale Sistema integrato di sostegno alla domiciliarità La persona si La persona si configura come un «cittadino» che, con configura come l’accompagnamento ed il supporto costante del servizio «utente», che sociale: beneficia di un o Partecipa nella definizione del suo bisogno e servizio strutturato nell’elaborazione del progetto di sostegno; o Sceglie; il fornitore; Criticità: o Contratta con gli enti erogatori; • Sovraccarico per o Può rivolgersi direttamente all’ente erogatore della propria il servizio sociale zona se è in grado di pagare l’intero costo, senza effettuare il territoriale passaggio dal servizio sociale; • Tempi più lunghi o Può richiedere all’ente erogatore prestazioni aggiuntive per attivare (es. sgombero locali, piccole manutenzioni) l’intervento o Può esprimere un giudizio di gradimento sul servizio. • Rischio di frammentazione e discontinuità L’utente paga al Il cittadino paga all’ente erogatore e il Comune integra la Comune quota mancante direttamente all’ente la propria quota erogatore.
GLI ATTORI DELLA DOMICILIARITÀ • Il beneficiario e la sua famiglia: protagonisti attivi • Rete parentale allargata • Vicinato, rete amicale • Mondo dell’associazionismo e del volontariato (terzo settore) • Soggetti erogatori • Medici di Medicina Generale e Farmacisti • Servizi pubblici istituzionali: Comune, ATS, ASST • LA RETE SI ATTIVA E SI COORDINA
I DESTINATARI E I 5 LIVELLI DI PROTEZIONE Base Lieve Media Medio-alta Alta anziani anziani anziani anziani anziani non autosufficienti, autosufficienti, parzialmente parzialmente autosufficienti soli o in soli o con rete autosufficienti, autosufficienti o con grave famiglia con familiare soli o con in condizioni di limitazione delle adeguate fragile, a rete familiare non autonomie con capacità rischio di fragile, con autosufficienza problematiche cognitive e emarginazione, lievi difficoltà temporanea, socio-sanitarie, relazionali solitudine, con nella gestione soli o con rete in famiglia o con difficoltà a della familiare fragile. badante. gestire quotidianità (es. persone in Valutazione autonomamente (es. rischio convalescenza integrata (MMG alcuni aspetti caduta, post ricovero, – ASST). della vita depressione, debilitazione quotidiana. difficoltà per influenza, cognitive lievi). fratture, ecc.)
I 5 LIVELLI DI PROTEZIONE: GLI INTERVENTI Base Lieve Media Medio-alta Alta Attività di Prestazioni legate Prestazione a Prestazioni a Prestazioni ad alta monitoraggio a ridurre maggiore maggiore integrazione di preventivo tramite l’isolamento con integrazione di integrazione di interventi con accessi domiciliari interventi di interventi con interventi con accessi giornalieri o colloqui telefonici. compagnia a accessi accessi e integrazione Interventi di domicilio, colloquio plurisettimanali giornalieri a socio sanitaria. trasporto e telefonico, o anche di tutela della Prestazioni ad alta accompagnamento facilitando la addestramento del persona e integrazione di e telesoccorso. persona alla caregiver (chi sostegno della interventi con frequenza di attività presta l'assistenza) famiglia o in sostituzione della promosse sul sostituzione famiglia. territorio. della famiglia.
LA FILIERA DEI SERVIZI ATTIVABILI • L’ente erogatore dovrà ricomporre la filiera di funzioni/servizi di: • monitoraggio del benessere • prossimità (borsa della spesa; farmaci al domicilio, compagnia) • badantato (compagnia, sostituzione del care giver principale, ecc..) • formazione e informazione alla persona e alla famiglia • educazione alimentare • ludico ricreativi e di socializzazione • adattamento dell’ambiente di vita • cura dell’igiene personale di stretta natura assistenziale • cura dell’igiene ambientale • accompagnamento • custodia sociale • tutela della persona sola a distanza (telesoccorso) • trasporti sociali
ALTRE FUNZIONI DELL’ENTE EROGATORE Dare evidenza di servizi quali: • semi residenziali sociali (centri diurni). • residenziali sociali (alloggi sociali). Attivare servizi sperimentali: • Promuovere forme di co housing: attivare progetti sperimentali di convivenza negli alloggi sovradimensionati . • Custode sociale di condominio: sperimentare un servizio collettivo volto a supportare il singolo e attivare dinamiche relazionali di auto mutuo aiuto. Fornire prestazioni aggiuntive: • Sgombero locali, Riparazione impianti ad uso domestico, Pulizia ordinaria e straordinaria, Podologo, Parrucchiere/barbiere.
FUNZIONI DELL’ENTE EROGATORE RESPONSABILE DELLA ATTIVA GLI INTERVENTI ATTIVA LA RETE PRESA IN CARICO DEL PREVISTI NEL PAI FORMALE PROGETTO DI (PROGETTO ASSISTENZA INDIVIDUALIZZATO) ED INFORMALE L’ente erogatore si fa carico del percorso individuale di assistenza della persona, sulla base del progetto, divenendo responsabile della continuità del percorso stesso. L’ente erogatore garantisce la regia degli interventi: organizza l’erogazione delle prestazioni ed ha la responsabilità di quanto mette in gioco.
FUNZIONI DEL SERVIZIO SOCIALE SOSTEGNO VERIFICA LA VALUTAZIONE COSTRUZIONE CAPACITA’ DI CONGRUITA’ DEL BISOGNO DEL PROGETTO SCELTA DEL DEL PROGETTO CITTADINO L’assistente sociale è il professionista che approfondisce la condizione di bisogno e costruisce il progetto, non attua direttamente il progetto ma accompagna il cittadino nella scelta (fornisce gli strumenti, spiega il senso al cittadino e lo aiuta ad essere responsabile) L’assistente sociale mantiene la regia del progetto e del processo.
FONDAMENTI DEL PENSIERO PROGETTUALE - Porre al centro dell’azione il cittadino e la sua famiglia rispetto alle capacità di tenuta e necessità di sostegno; - Costruire un sistema di welfare rivolto alla popolazione anziana nel suo complesso, per ampliare la platea dei cittadini raggiunti dai servizi; - Superare gli interventi per tipologia prestazionale e favorire un sistema basato sull’accesso unificato alle risorse; - Ricomporre la rete dei servizi in una logica di continuità assistenziale; - Responsabilizzare tutti i soggetti coinvolti nel processo di assistenza.
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