HALLOWEEN GOTHIC FEST 2010 - AUTUNNONERO DOLCEACQUA (IM), 30-31 OTTOBRE

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HALLOWEEN GOTHIC FEST 2010 - AUTUNNONERO DOLCEACQUA (IM), 30-31 OTTOBRE
AUTUNNONERO
                       HALLOWEEN GOTHIC FEST 2010
                                  DOLCEACQUA (IM), 30-31 OTTOBRE

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HALLOWEEN GOTHIC FEST 2010 - AUTUNNONERO DOLCEACQUA (IM), 30-31 OTTOBRE
IL LUOGO: DOLCEACQUA (IM)

Dolceacqua è un borgo medievale della Val Nervia, distribuito lungo il torrente omonimo. La parte più antica, dominata
dal castello dei Doria e chiamata “Terra”, è posta ai piedi del monte Rebuffao; la parte più moderna, il “Borgo”, si allunga
sulla riva opposta, ai lati della strada che risale la valle.
La sua posizione territoriale rende Dolceacqua un’ottima via d'accesso per raggiungere i vicini centri della Riviera dei Fiori e della
Costa Azzurra e delle zone collinari, caratterizzate da paesi e borghi di origine medioevale, sorti sul corso di torrenti e vallate.

                                              PERCHÉ “DOLCEACQUA”?
Il significato popolare del nome del paese, “acqua dolce”, è di antica origine e deriva dal latino “villa dulciaca”, fondo
rustico di età romana ottenuto dal nome personale “Dulcius” (dolce ), trasformato in seguito in “Dusàiga”, attuale nome
dialettale, e nella forma “Dulcisacqua”, denominazione ufficiale nei primi documenti del XXII – XIV secolo.

                                              LA NASCITA DELLA CITTÀ
Il primo documento che cita Dolceacqua risale al 1151; infatti fu proprio nel XII secolo che i conti di Ventimiglia fecero
costruire il primo nucleo del castello alla sommità dello sperone roccioso che domina strategicamente la biforcazione
della valle verso Rocchetta Nervina e la val Roia da un lato e la media e alta val Nervia dall'altro lato

                                            I QUARTIERI “TÉRA” E “BORGO”
Nel corso dei secoli seguenti, ai piedi del castello venne sviluppandosi l'abitato della “Terra” (“Téra” nel dialetto locale ),
seguendo le linee di livello ai gironi concentrici attorno alla rocca e collegati fra loro da ripide rampe.
Nella metà del Quattrocento la crescita dell'abitato portò alla crescita del nuovo quartiere del “Borgo”, al di là del torrente
Nervia; i due nuclei vennero collegati da un elegante ponte a schiena d'asino, a un solo arco di 33 metri di luce.
Il quartiere Terra, esaurito lo spazio disponibile per la sua espansione, crebbe in altezza mediante la sopraelevazione
delle case, che raggiunsero anche i sei piani; oggi conserva intatta la sua atmosfera medievale e presenta angoli di
grande suggestione, in cui il tempo sembra essersi fermato.

                                                    IL CASTELLO DEI DORIA
Il castello, presenza spettrale e inquietante, protezione e fortezza, domina con le sue severe torri quadrangolari buona parte
della valle. I secoli ne hanno visto le successive distruzioni e ricostruzioni, nel vorticoso succedersi delle vicende del casato dei
Doria. Guelfi e Ghibellini, Doria e Grimaldi, Francesi e Spagnoli. Le pietre che vediamo oggi hanno resistito a decine di assedi
e saccheggi, hanno visto periodi di prosperità e di decadenza ma non hanno resistito all’abbandono degli uomini.

                                                       IL FOLKLORE
Dolceacqua è anche fedele custode di curiose tradizioni, prima fra tutte la Festa della Michetta, un dolce tipico locale,
che si svolge il 16 agosto a ricordo della fine dell’infame jus primae noctis preteso dal tiranno Imperiale Doria nei
confronti delle giovani spose e cancellato insieme ad altri soprusi nel 1364 da una sollevazione popolare. Da allora il
semplice dolce, una specie di brioche dalla forma caratteristica, viene chiesto dai giovani alle ragazze, che lo
distribuiscono in segno di simpatia nel corso di un’allegra scorribanda musicale fra i carrugi del paese.
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IL TEMA: IL REGNO DELL’ADE

Il tema della Autunnonero Halloween Gothic Fest 2010, ispirato al mondo oltremondano della mitologia greco-romana, è stato scelto
in quanto aderente, con la sua selva di creature mostruose e miti affascinanti, al tema generale del Festival Autunnonero
“Metamorphosis. Miti, Ibridi e Mostri”. Ma vi è anche una ragione più istintiva ed emozionale, che non potrà non essere colta da
chiunque visiterà Dolceacqua in occasione della Halloween Gothic Fest. La struttura a “pigna” del suo centro storico, la “Téra”, il suo
sviluppo a gironi concentrici con dedali di stretti “carrugi”, l’altezza vertiginosa e opprimente delle sue case-torri e l’affascinante ponte
“del diavolo” che unisce le due parti della città rendono la visita a Dolceacqua un vero tuffo in un mondo “infero” e fuori dal tempo.

                                                      IL REGNO DELL’ADE
Ade identifica il regno degli Inferi greco e romano. In realtà, è solo una trasposizione del nome del dio: si voleva
identificare il regno col suo stesso re.
Il regno dei morti greco/latino era, al contrario di quello ebraico e cristiano, un vero e proprio luogo fisico, al quale si poteva
persino accedere in terra da alcuni luoghi impervi, difficilmente raggiungibili o comunque segreti e inaccessibili ai mortali.

                                                      I TRE SETTORI DELL’ADE
In Omero non c'è ancora una distinzione tra i buoni e i malvagi. Salvo eccezioni, tutte le anime subiscono la stessa sorte: non appena
muoiono, raggiungono l'Ade, dove vivranno per sempre sotto forma di ombre incorporee, che hanno le sembianze dei loro corpi.
Successivamente, è stato suddiviso l'Ade in tre settori, in base alle azioni commesse in vita: la prateria degli Asfodeli,
dove si riunivano le anime degli ignavi e di coloro che in vita non si erano macchiati di colpe gravi, ma nemmeno erano
stati buoni e virtuosi; il Tartaro, destinato agli empi che nella vita si erano macchiati di colpe verso gli Dei o verso i propri
simili; i Campi Elisi, riservati ai giusti, ai virtuosi, ai saggi e agli eroi.

                                              I TRE GIUDICI INFERNALI
Minosse, Radamanto ed Eaco sono i giudici infernali, che stanno su un incrocio di tre strade: da qui loro giudicano le
anime e le indirizzano verso una delle tre aree. La leggenda narra che Eaco, anche custode delle chiavi, si dovesse
occupare delle anime di provenienza europea, Radamanto di quelle di provenienza asiatica e Minosse i casi più difficili.

                                                  IL VIAGGIO DELLE ANIME
Il viaggio delle anime comincia con Atropo (una delle Parche) che decide di tagliare il filo della vita di un uomo. Ermes prende
in consegna le anime dei morti e le trasporta alle porte dell'Ade o le consegna a Caronte. Questi le traghetta al di là del fiume
Acheronte, al prezzo di un obolo. Oltrepassato il fiume, i morti percorrono un lungo viale, fino ad una grandissima porta. Lì c'è
un terribile guardiano che veglia rabbioso contro i vivi che tentano di entrare e contro i morti che cercano di uscire: Cerbero,
cane mostruoso fornito di tre teste, sempre vigile e pronto a scagliarsi contro i trasgressori delle leggi divine.
Varcata la soglia, le anime attraversano la prateria degli Asfodeli, ovvero la valle di ciò che non è stato ridotto in cenere.
Oltre la prateria si trova l'Erebo, il palazzo di Ade e Persefone, cinto da possenti mura sulle quali stanno le Furie. Ai lati
della reggia sorgono due cipressi bianchi da cui sgorgano due fontane: quella dell’Oblio e quella della Memoria. Le
acque della prima cancellano il ricordo della vita passata, quelle della seconda rinnovano la memoria delle cose amate.

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GLI INCONTRI: IL FEMMINILE CHE INQUIETA

A partire dalle ore 16,30 del 30 e del 31 ottobre, la sala di vetro del Castello dei Doria ospiterà una serie di incontri sul
tema del femminile tenebroso, dalla figura classica di Ecate, Regina degli spettri e patrona delle streghe, alle moderne
interpretazioni di letteratura e cinema.

                                                        ECATE TRIVIA
La lussureggiante, minacciosa mitologia euroasiatica sui mostri-femmina rimanda – si dice in genere – alla crisi del culto
della Grande Dea neolitica, e alla demonizzazione dei suoi aspetti imbarazzanti da parte delle emergenti culture
patriarcali. Ma il Femminile che inquieta, associato simbolicamente alla Notte e agli Inferi, mantiene nel mondo classico
dignità divina anzitutto in riferimento a una figura piuttosto misteriosa e forse di origine straniera, Ecate: e la sua fama di
Regina degli spettri e patrona delle streghe si perpetuerà nell'immaginario europeo fino all'età moderna. Senza
cancellare peraltro le diverse proiezioni, più o meno mostruose, alla base del suo stesso mito: Gorgoni ed Empuse,
Lamie e Scille continueranno a frequentare il nostro mondo simbolico, fino alla postmoderna cultura di genere.

Le immagini di Ecate, in particolare quelle di età tardoantica che l’associano a un orizzonte articolatissimo di pratiche
magiche, presentano una dimensione triplice in cui la Dea rivela la latitudine del suo dominio. La forma triadica, presente
in infiniti gruppi divini e soprattutto di Dee (le Grazie, ma anche Gorgoni, Graie, Parche, Erinni, ecc.), nel caso di Ecate
precipita in una sola figura. A volte la sua triplicità richiama tre fasi di un ciclo del Femminile (ragazza, adulta/madre e
vecchia) che è anche misura lunare; a volte l’immagine con tre corpi o tre teste – di donna, o invece di animali diversi
come cane, serpente e cavallo – allude al potere su passaggi diversi della realtà fisica e metafisica, tanto che le sue
statue venivano collocate ai trivi a protezione dei viandanti. Via via che Ecate si specializza come Signora della
stregoneria la sua figura diviene più inquietante: nei fatti, un Femminile triplicemente declinato continuerà a interpellare
l’immaginario occidentale sia negli aspetti istituzionalizzati (si pensi al culto medioevale delle Tre Marie), sia in quelli più
conturbanti (le tre streghe del Macbeth accompagnate – guarda caso – dalla stessa Ecate, le tre vampire del Castello
Dracula). E quando lo scrittore inglese Thomas de Quincey, nell’opera Suspiria De Profundis (1845), chiama in scena in
forma onirica tre misteriose figure femminili, le “Nostre Signore del Dolore” – Mater Lacrimarum, Mater Suspiriorum,
Mater Tenebrarum – si colloca nell’ambito di questa tradizione. Senza immaginare, certo, che a distanza di un secolo e
mezzo i suoi tre spettri troveranno celebrazione nel trittico di una nuova arte espressiva, il cinema, a efficace proiezione
dei nostri incubi contemporanei.

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TEATRO: LUCI, OMBRE E FUOCO

                                   LA COMPAGNIA ATMO – PICCOLO NUOVO TEATRO
La compagnia Atmo, nata quasi trent’anni fa sotto la direzione artistica del regista Graziano Lazzari, cresce e presenta
una nuova realtà, frutto della sua consolidata esperienza nel campo dello spettacolo teatrale: il Piccolo Nuovo Teatro.
Questo settore di attività è gestito da professionisti cresciuti all'interno della compagnia, con l'obiettivo di mantenere e
accrescere quell'autorevolezza e professionalità acquisita dai fondatori della Compagnia Teatrale Atmo.
Il Piccolo Nuovo Teatro, con la sua compagnia stabile di otto persone, continua la ricerca dell’Atmo, quel lavoro
artigianale di livello in cui trampoli, maschere ed effetti pirotecnici sono gli strumenti base degli spettacoli, basati su un
linguaggio teatrale di grande impatto visivo. Continua a mettere in scena le produzioni Atmo, con la stessa dedizione e
cura dei particolari.
La compagnia Piccolo Nuovo Teatro è destinata a portare avanti una filosofia e una tradizione ormai consolidata, ma nel
contempo è proiettata in un futuro fatto di progettualità e di continua ricerca, rispettando la propria indole, le sue
esigenze artistiche e la tradizione da cui proviene.
La formazione teatrale dei componenti del Piccolo Nuovo Teatro si basa su molteplici esperienze in diverse forme di
spettacolo che hanno arricchito ancor più la loro professionalità.

                                                     ATMO: LA DIAVOLATA
Sabato 30 ottobre la compagna Atmo – Piccolo Nuovo Teatro metterà in scena la “Diavolata”, una parata di diavoli e
fuochi dal forte impatto visivo. Un evento di teatro itinerante dal ritmo incalzante, dove attori su trampoli si muovono in
maniera serrata, arrivando all’improvviso. Le piazze e i carrugi di Dolceacqua cambieranno atmosfera ed una torma di
diavoli riverserà per le vie fumi di luce ed effetti pirici, mossi dal ritmo incessante di percussioni.

                          ASSOCIAZIONE CULTURALE IANNÀTAMPÉ: LE CENERI DI EFESTO
L'Associazione Culturale IannàTampé è composta da una compagnia di artisti di strada, la cui ricerca e crescita
professionale ha portato alla realizzazione di spettacoli originali fondati sul connubio tra teatro, musica e giocoleria con il
fuoco. Il loro spettacolo, “Le Ceneri di Efesto” è stato studiato ad hoc per Autunnonero e illuminerà la sera del 31 ottobre
al Castello dei Doria con la rievocazione di miti, riti oscuri e combattimenti tra eroi.

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I CONCERTI: EPICA E KLIMT1918

Le notti della Autunnonero Halloween Gothic Fest saranno all’insegna dei grandi concerti. Due band il 30 ottobre e due il
31 infiammeranno Piazza Padre Giovanni Mauro a partire dalle 22,30. E se i gruppi spalla devono ancora essere
annunciati, confermate sono invece le esibizioni delle band headliner: Klimt1918 il 30 ed Epica il 31.

                                                           EPICA
Epica è una band symphonic metal olandese, nata nel 2002 dall'incontro tra il chitarrista Mark Jansen (ex After Forever)
e la cantante Helena Michaelsen, ai quali si sono aggiunti Jeroen Simons (Cassiopeia) alla batteria, Coen Jansen alle
tastiere, Ad Sluijter alla chitarra e Yves Huts (Axamenta) al basso.
Lo stile degli Epica prevede cori maestosi, orchestrazioni da colonna sonora, chitarre potenti, melodie epiche ed un
intersecarsi fra la voce death di Mark Jansen e la soave voce di Simone Simons. Le loro canzoni sono spesso arricchite
da melodie arabe e medio-orientali, e da canti tibetani.
Dopo l'uscita della prima demo “Cry for the Moon”, Helena Michaelsen esce dalla band e viene sostituita da Simone Simons.
Nel marzo 2003 Mark decide di cambiare il nome originario della band, “Sahara Dust”, in “Epica”, in onore dell'album dei
Kamelot, e nel giugno dello stesso anno viene rilasciato il loro primo album: “The Phantom Agony”.
Nell’aprile 2005 esce “Consign to Oblivion”, il secondo disco, ispirato ai Maya. “Consign To Oblivion” è un cd più "easy-
listening" e presenta delle sfumature power. Nel cd è presente un duetto con Roy Khan, cantante dei Kamelot.
Il 28 agosto 2007, (7 settembre per l'Europa), esce il disco “The Divine Conspiracy”, che segnala una svolta nello stile
della band. Il sound degli Epica si evolve assorbendo influenze estreme ed eliminando del tutto quelle gotiche.
Il cd “Design Your Universe” è uscito il 16 ottobre 2009 ed in esso continua il mini-concept A New Age Downs; nel cd è
presente anche un duetto con Tony Kakko, cantante dei Sonata Arctica.
È l’album più "guitar oriented" e riceve moltissimi consensi. Viene considerato da molti il migliore degli Epica.
Il gruppo ha vinto ai Metal Symphonique Award ben tre premi: Miglior album (Design Your Universe), miglior band e
miglior performance live; ma questa è solo una delle molte acclamazioni della critica; secondo Mindview, Design Your
Universe è il miglior album in assoluto del 2009, mentre secondo Lords Of Metal è il secondo.

                                                         KLIMT1918
Il nome della band si riferisce ovviamente a Gustav Klimt e al suo anno di morte, il 1918 appunto, che vede anche la fine
della Prima Guerra Mondiale. Il gruppo si è formato nel 1999 per idea dei fratelli Marco e Paolo Soellner, dopo lo
scioglimento degli Another Day, il loro precedente gruppo Death Metal. La riscoperta da parte di Marco dell'amore per
gruppi come The Cure, Bauhaus e Joy Division porta nuove influenze nella band.
Il primo full-lenght, “Undressed Momento”, esce nel 2003 e rappresenta un'evoluzione nel sound che diventa più
melodico e emozionale, perdendo parte del sound metal.
Il secondo disco, “Dopoguerra”, pubblicato nel 2005, presenta un sound più personale, riceve pareri positivi da stampa e
critica ed è seguito da un tour europeo, il primo per la band.
Il seguito di “Dopoguerra”, dal titolo Just In Case We'll Meet Again (sottotitolo "Soundtrack For The Cassette
Generation"), è stato pubblicato il 20 giugno 2008 in Germania e il 23 e 24 giugno nel resto del mondo e negli USA.

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