RASSEGNA STAMPA TV/RADIO - WEB - Caffè Italiano
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INDICE WEB - Blog Luciano Pignataro - Pizza a Firenze: il (nuovo) caffè Italiano con Guglielmo Vuolo e suo figlio di Luciano Pignataro - Lungarno Firenze - Il Caffè Italiano Si Fa In Quattro E Riapre di Raffaella Galamini - Il Forchettiere - Firenze, C’è Fermento: Tre Novità (Gunè, Gan E Habitat) Più Un Gradito Ritorno, Caffè Italiano di Marco Gemelli - Toscana & Chianti Magazine - Caffè Italiano “Goloso”Luogo D’incontro di Gianni Mercatali - Gambero Rosso - Caffè Italiano A Firenze. Un Nuovo Progetto Di Ristorazione Firmato Umberto Montano di Leonardo Romanelli - Firenze Made In Tuscany - Caffè Italiano: Caffetteria O Ristorante, Bar O Pizzeria. Lo Storico Locale Fiorentino Riapre E Si Fa In Quattro di Redazione - Vinix - Firenze, La Storia In Un Caffè di Luciana Squadrilli - Newsletter Identità Golose - Le Novità Di Guglielmo Vuolo A Napoli E A Firenze di Luciana Squadrilli - Foodmoodmag - Firenze, La Condivisione Gourmet Abita Al Nuovo Caffè Italiano di Claudia Rumi - Marco Bechi Blog - Il Caffè Italiano A Firenze Cambia Faccia Si Fa In Quattro E Riapre di Marco Bechi - Identità Golose - Vuolo Spicca Il Volo di Luciana Squadrilli - Curious Appetite - Florence In August- Your Essential Where To Eat & Drink Guide di Coral Sisk - Io Amo Firenze - Il Nuovo Caffé Italiano di Elena Farinelli - La Repubblia Sapori - Vini, Pizza, Carni E Convivialità: Benvenuti Da Caffè Italiano di Lara De Luna - Italia A Tavola - Il Caffè Italiano E Le Sue Quattro Anime di Annamaria Tossani RADIO/TV - RTV38 - IL MEGLIO DELLA TAVOLA DI PASQUA SOCIAL - FACEBOOK – POST di Francesca Barberini - GEORGETTE JUPE - GIRL IN FLORENCE Instagram: 71,6 K di followers - IG Stories - CHIARA BRANDI – FORCHETTINAGIRAMONDO Instagram: 2.5 K di followers - IG Stories - ELENA FARINELLI - IO AMO FIRENZE Instagram: 40 K followers - IG Stories e un post (2.774 visualizzazioni e 783 like) - CORAL SISK - CURIOUS APPETITE Instagram: 8 K di followers - IG Stories e un post (163 like) - PAOLA MONTICELLI - COSMOPABLITA - IG Stories e un post FB - MARCO BECHI –IG Stories e un post su IG e la ricondivisione dell'articolo scritto per il suo blog (http://www.marcobechi.it/consigli-e-dintorni/il-caffe-italiano-a-firenze-cambia- faccia-e-si-fa-in-quattro/?fbclid=IwAR0s00MiP9s1KCK4l-oUdPI1o2JghiGqx6SyOndsFNE- 2GZC8s35iE-LAs4) su FB
STAMPA - LA NAZIONE - Pasqua, Il Dilemma Dell'agnello di Rossella Conte - IL SOLE 24 ORE - Firenze Green E Gourmet Per Gli Amanti Della Movida di Sara Magro - ULISSE - Caffè Italiano Si Fa In Quattro di Andrea Brambilla - ITALO - Caffè Italiano Si Fa In Quattro di Andrea Brambilla - FOOD&BEVERAGE - Caffè Italiano Si Fa In Quattro di Barbara Amati - Le Guide dell'Espresso - Caffè Italiano
RASSEGNA WEB Pizza a Firenze: il (nuovo) caffè Italiano con Guglielmo Vuolo e suo figlio 11/4/2019 1 di redazione 11/04/2019 https://www.lucianopignataro.it/a/pizza-a-firenze-il-caffe-italiano-con-guglielmo-vuolo-e-suo- figlio/165273/ .2 MILA Caffè Italiano riapre: nel trecentesco Palazzo Salviati il patron Umberto Montano ha pensato ad un locale dalle varie sfaccettature (cucina toscana, carne di gran qualità e griglia, cucina siciliana by Arà; pizzeria) che sarà aperto tutti i giorni da mezzogiorno a mezzanotte; la pizza è nelle mani di Guglielmo Vuolo – che farà da supervisore – e di suo figlio Enrico Vuolo che sarà stabile a Firenze. Guglielmo Vuolo – Firenze caffe’ italiano di Sabino Berardino
Vuolo pizza – Firenze caffe’ italiano Come avevo già raccontato: Guglielmo ritorna a Firenze, c’era stato da bambino nel 1966, al seguito di suo papà Enrico che avviò la pizzeria di uno storico locale del centro città, il Nuti in borgo San Lorenzo (tra il Duomo e la chiesa di San Lorenzo appunto) ed era stato poi mio ospite, in una delle serate cultural- degustative che ho organizzato quando mi pungeva vaghezza (vogliamo far qualche nome? Facciamoli, in ordine sparso: Franco Pepe, Ciro Salvo, Francesco Martucci, Giuseppe Pignalosa – e mi fermo qui che l’elenco è piuttosto lungo) di importare a Firenze un grande artigiano della pizza. Un menù asciutto, quello della pizzeria di Caffè Italiano, con alcuni dei classici di Guglielmo: il locale è, ovviamente in rodaggio, come anche il forno – Guglielmo ha voluto espressamente uno Stefano Ferrara – ma le pizze (marinara, margherita, margherita bianca) sono già di ottimo livello. Enrico Vuolo Firenze Quindi, in (molto) breve: ottime notizie per i pizzalovers fiorentini (ma anche per i tanti che a Firenze ci vengono per turismo o per lavoro)! Nel cuore della città, a due passi da Santa Croce, c’è un’altro valido indirizzo da mandar a mente e, soprattutto, nessuno abbia più a dire che non ama la pizza marinara (non ci credete? Leggete qui, qui e qui) che con Guglielmo Vuolo siamo ai massimi livelli per quanto riguarda la più semplice, quindi la più difficile, delle pizze napoletane di tradizione.
IL CAFFÈ ITALIANO SI FA IN QUATTRO E RIAPRE Di Raffaella Galamini 12/04/2019 https://www.lungarnofirenze.it/2019/04/il-caffe-italiano-si-fa-in-quattro-e-riapre/ Il Caffè Italiano sposa la formula del Mercato Centrale e schiera in campo una nuova squadra. Lo storico locale si fa in quattro e si presenta rinnovato nella proposta (caffetteria, ristorante, bar e pizzeria). Sotto lo stesso tetto infatti troviamo Gionata d’Alessi che porta a Firenze i sapori della costa toscana con un menu di carne; Sandro Soltani, esperto di vini ed enotecaro con una carta di 106 etichette al calice; Guglielmo Vuolo per la prima volta a Firenze con la sua pizza napoletana contemporanea e Carmelo Pannocchietti, anima di Arà è SUD, con le sue specialità mediterranee. I PIATTI Da Caffè Italiano si potranno trovare i piatti della cucina toscana con un occhio di riguardo sul fronte delle carni: da quelle a lunga maturazione (dry aged) a quelle senza alcuna frollatura di Marco Martini di Boves; la pizza napoletana della tradizione con prodotti e materie prime d’eccellenza. A completare l’offerta la cucina siciliana, decisamente orientata sui piatti di pesce. Ampia la cantina con un focus sulla Toscana e il Piemonte e tante bollicine. La formula per certi versi ricorda quella del Mercato Centrale: uno spazio abitato da più maestri artigiani del gusto, ognuno con le sue specialità, per una proposta ampia e articolata.
QUATTRO FUORICLASSE AL TIMONE Ad orchestrare e dirigere la trasformazione di Caffè Italiano Umberto Montano, ideatore e fondatore proprio del Mercato Centrale, che ha affidato a quattro fuoriclasse del gusto lo spazio in via Isola delle Stinche, a lato del Teatro Verdi. Gionata d’Alessi è un apprezzato chef e il suo ristorante “Io cucino” a Bibbona è l’espressione della sua cucina creativa nel segno della tradizione; Sandro Soltani viene dall’esperienza del Caffè di Sant’Ambrogio e dalla collaborazione con Montano al Mercato Centrale; Guglielmo Vuolo è uno dei maestri della pizza contemporanea con i suoi impasti e la sua carta dei pomodori che gli sono valsi i tre spicchi del Gambero Rosso. A Firenze, con il figlio Enrico, raccoglie il testimone del mitico Enzino, figura amata ed apprezzata della Pizzeria del Caffè Italiano. Infine il Maestro di Cucina Carmelo Pannocchietti con le sue specialità siciliane e i suoi dolci imperdibili. Aria nuova anche negli interni dello storico locale: a firmare il restyling lo studio di architettura fiorentino Q-BIC di Luca Baldini (architetto) e Marco Baldini (designer). Caffè Italiano è aperto tutti i giorni da mezzogiorno a mezzanotte.
Firenze, c’è fermento: tre novità (Gunè, Gan e Habitat) più un gradito ritorno, Caffè Italiano Di Marco Gemelli 16/04/2019 https://www.ilforchettiere.it/nuove-aperture-caffe- italiano/?fbclid=IwAR2G8V7jyab_BbyHrrZczGsxB22bSeDft-kRM9VuXEvK5LbETQ8hoFmZ7hc Quattro interessanti novità nel panorama gastronomico fiorentino: riapre il Caffè Italiano, mentre debuttano la cucina lucana di Gunè in San Frediano, i “plateau” di mare di Gan in lungarno Ferrucci e il cocktail bar Habitat in San Lorenzo Tre novità e un gradito ritorno: a pochi giorni dall’apertura di Godi Fiorenza in via Cavour (qui) e l’annuncio del ritorno di don Antonio Starita (qui) la Firenze gastronomica conta almeno altre quattro novità. Riapre il Caffè Italiano di Umberto Montano in via Isola delle Stinche, e debuttano in città la cucina lucano-toscana di Gunè in San Frediano, i “plateau” di mare di Gan in lungarno Ferrucci e il cocktail bar Habitat che raddoppia la sede di Montecatini. Eccoli:
Bar, pizzeria, ristorante ecc…: ritorna il Caffè Italiano e si fa in quattro Lo storico locale di via Isola delle Stinche riapre superando il concetto di caffetteria, ristorante, bar o pizzeria e si propone più semplicemente come luogo di incontro e del gusto a tutto tondo. Una cucina semplice, l’autentica pizza napoletana e una fornita cantina: la nuova immagine del Caffè Italiano riflette – nelle intenzioni del suo deus ex machina, Umberto Montano – valori come cura, manualità, ricerca creativa e soprattutto semplicità e accessibilità. Per il nuovo corso, Caffè Italiano ha generato un progetto di condivisione con 4 maestri artigiani del gusto: Gionata d’Alessi da Bolgheri porta in città i sapori della costa toscana ed insieme ad un’articolata attività rivolta alla carne; l’enotecaro Sandro Soltani del caffè Sant’Ambrogio (da due anni a fianco di Umberto al Mercato Centrale) che cura le 106 etichette disponibili al calice, inclusi grandi vini d’Italia e d’oltralpe; Guglielmo Vuolo da Napoli, che (forte dei 3 spicchi del Gambero Rosso) sbarca a Firenze per raccontare la pizza napoletana contemporanea con una “carta dei pomodori”; il veterano Carmelo Pannocchietti, cuoco siciliano che già dal 2016 ha dato vita a Arà è SUD, ristorante di specialità siciliane.
Caffè Italiano “goloso” luogo d’incontro Attualizzato con un nuovo stile non dimostra i suoi 20 anni Di Gianni Mercatali 16/04/2019 https://www.toscanaechiantimagazine.com/it/caffe-italiano-golosoluogo-dincontro/ Sì, mi ricordo quando nel 1998 aprì a Firenze nello storico Palazzo Salviati il Caffè Italiano. In quel periodo stavo lavorando alla grande mostra di Botero a Piazza della Signoria e talvolta, nei momenti di pausa, ci piaceva scoprire con il Maestro colombiano le ottime e caratteristiche proposte della cucina. Da quel periodo sono stati 20 anni di successi ma, si sa, a una certa età si deve cambiare stile ed è quello che ha fatto Umberto Montano in modo saggio e opportuno incaricando lo studio di architettura fiorentino Q-BIC di attualizzare il Caffè Italiano senza stravolgerne le caratteristiche originali, ma privilegiando l’atmosfera con una nuova illuminazione e il comfort a tavola. “Ho voluto un modello che supera il concetto di Caffetteria o Ristorante, Bar o Pizzeria – dice Umberto Montano, anima di questo mondo e ormai noto a molti come l’ideatore e fondatore di Mercato Centrale – e si propone più semplicemente come luogo d’incontro e del gusto a tutto tondo. Una cucina semplice e preziosa, l’autentica pizza napoletana e i mille vini della cantina con cui temprare l’amicizia o l’amore.” In questo nuovo percorso ad affiancarlo ci sono 4 grandi maestri e artigiani
del gusto e della ristorazione: Gionata d’Alessi che da Bolgheri porta in città i sapori della costa toscana insieme ad una articolatissima attività rivolta alla carne, uno dei perni della cucina del nuovo Caffè Italiano. Guglielmo Vuolo che, da Napoli, raccogliendo il testimone del suo indimenticabile conterraneo ‘Enzino La Pizza’ sbarca per la prima volta a Firenze per raccontare i molti volti della pizza napoletana contemporanea. Carmelo Pannocchietti, cuoco siciliano che già dal 2016 ha dato vita a Arà è SUD, ristorante di specialità siciliane che completa la nuova e gustosa proposta del Caffè Italiano. Sandro Soltani, da due anni a fianco di Umberto nella grande esperienza di Mercato Centrale Firenze, ma da sempre esperto selezionatore di vini ed enotecaro. Grazie a lui la carta dei vini potrà contare su 106 etichette disponibili al calice includendo anche i grandi vini d’Italia e d’Oltralpe. La cucina è caratterizzata dalla griglia con le sue carni e dai piatti della tradizione toscana. L’anima siciliana si contraddistingue invece per il pesce fresco nelle sue varie proposte. Anche la pizza di Guglielmo Vuolo, premiata dai 3 spicchi del Gambero Rosso, è un’eccellenza nell’affollato panorama pizzaiolo fiorentino. È una pizza della tradizione con preziose concessioni alla ricerca sui prodotti.
Caffè Italiano a Firenze. Un nuovo progetto di ristorazione firmato Umberto Montano di Leonardo Romanelli 17/04/2019 https://www.gamberorosso.it/notizie/caffe-italiano-a-firenze-un-nuovo-progetto-di-ristorazione-firmato- umberto-montano/ CON LA PIZZA DI GUGLIELMO VUOLO, ALLA SUA PRIMA ESPERIENZA IN CITTÀ, LA CUCINA SICILIANA DI ARÀ, LA CUCINA DI GIONATA D'ALESSI E SANDRO SOLTANI IN SALA. È IL TEAM RIUNITO DA UMBERTO MONTANO A FIRENZE, PER RILANCIARE IL CAFFÈ ITALIANO. Una nuova formazione per il Caffè Italiano Il Caffè Italiano riapre a Firenze, a più di vent’anni dalla prima apertura, grazie a un attento lavoro di ristrutturazione che ha riguardato non solo la parte di arredamento, ma soprattutto la sezione operativa, affidata a una compagine lavorativa nuova di zecca. Deus ex machina di tutta l’operazione è Umberto Montano, il fondatore della struttura, nonché promotore di aggregazioni virtuose in campo enogastronomico: non a caso è lui l’”inventore” del Mercato Centrale di Firenze, che con lo stesso brand ha aperto da poco i battenti anche a Torino, dopo aver già aperto Roma. A condividere questa esperienza lavorativa ha chiamato Gionata D’Alessi, il cuoco della provincia di Livorno che dovrà supervisionare la cucina:
titolare di “Io Cucino” a Bibbona, qui si occuperà soprattutto della carne, protagonista della griglia a carbone. Per il vino il responsabile del settore è Sandro Soltani, titolare di uno dei luoghi più interessanti ed attrattivi in ambito vinicolo a Firenze, il “Caffè Santambrogio”, e fresco di una nuova apertura nei locali affidati alla Fondazione Fabbrica Europa vicino al Parco delle Cascine; pltre a questo, fa già parte della “scuderia Montano,” occupandosi delle enoteche del Mercato Centrale di Firenze e de I Gigli a Campi Bisenzio. I protagonisti. La pizza di Guglielmo Vuolo, la Sicilia di Arà Arriva da Napoli, per la pizza, Guglielmo Vuolo, che ha già aperto in altre città ma si trova per la prima volta a nella città gigliata, posto a lui caro poiché il padre ci era venuto a lavorare negli anni Cinquanta per l’apertura di una delle prime pizzerie fiorentine, il “Nuti”. Per quanto riguarda la parte storica del locale, da più di un anno è presente Carmelo Pannocchietti, uno dei titolari di Arà è Sud, avamposto di cucina siciliana in terra di Toscana. Tutti loro sono coordinati da Federico Mennetto, l’anima organizzativa che permette la simbiosi di soggetti così diversi e creativi. Come cambia lo spazio La ristrutturazione è stata affidata allo studio di architettura fiorentino Q-BIC, che è fondato nel 2005 da Luca Baldini (architetto) e Marco Baldini (designer), già autori di locali di tendenza come La Menagère a Firenze o il Mercato Centrale di Roma: “Per Caffè Italiano lo stile è molto simile all’originale: artigianale e autentico con una speciale attenzione alle luci e al comfort nel rispetto di uno dei palazzi storici più belli della città”. Non a caso si tratta dello storico Palazzo Salviati, che ha visto la luce nel XIV secolo dalla famiglia da Cintoia, per poi passare nel 1434 alla famiglia di Roberto di Marco Salviati e successivamente alla famiglia Bentivoglio: oggi è dichiarato “Patrimonio Artistico Nazionale”. Il fautore di tale iniziativa, Umberto Montano, la pensa così: “Non è da soli, ma insieme, attraverso nuovi modi di costruire sinergie che oggi, nella ristorazione italiana, si possono generare grandi progetti. Sono onorato di presentare 4 dei miei amici, le mie star, i quattro autorevoli professionisti che mossi da una comune passione e dal mutuo rispetto saranno i protagonisti del nuovo corso di Caffè Italiano.”
Caffè Italiano Caffetteria o ristorante, bar o pizzeria. Lo storico locale fiorentino riapre e si fa in quattro Di redazione 23/04/2019 http://www.firenzemadeintuscany.com/it/food-and-wine/articles/il-caffe-italiano/ Il locale nato nello storico Palazzo Salviati, costruito nel 1300 dalla famiglia da Cintoia riapre e diventa crocevia di percorsi di gusto e sintesi delle migliori eccellenze artigianali rievocando l’identità più popolare del caffè storico di certe periferie cittadine o ai colorati caffè di provincia a conduzione familiare. Supera il concetto circoscritto di Caffetteria o Ristorante, Bar o Pizzeria e si ripropone più semplicemente come luogo di incontro e di piacere. Un luogo di libertà, dove poter godere dello stare insieme assaporando la qualità semplice che, nella cucina italiana, è affidata in buona parte al saper fare dei maestri artigiani del gusto. La nuova immagine del Caffè Italiano riflette i valori del locale: la cura, la manualità, la ricerca creativa e soprattutto la semplicità e l’accessibilità. L’anima di questo “piccolo mondo” è Umberto Montano, ormai noto a molti come l’ideatore e fondatore del Mercato Centrale. Umberto è un uomo della ristorazione, originario di Stigliano, un piccolo paese in provincia di Matera ma fiorentino di adozione. Sposato con Yurina che col suo sorriso suadente e rara tenacia segue dalle retrovie il nuovo corso di Caffè Italiano ha un figlio, Domenico che è invece impegnato sul progetto Mercato Centrale come Direttore Generale. Umberto è un imprenditore appassionato che ha fatto della ricerca di nuovi format per la valorizzazione della cucina italiana la propria missione e che da sempre propone nei suoi ristoranti la qualità senza compromessi, il legame tra cibo arte e cultura, tanta ricerca e una invidiabile fame di narrazione.
Per affrontare questo nuovo corso, Caffè Italiano ha generato un esclusivo progetto di condivisione con 4 grandi Maestri Artigiani del gusto: Gionata d’Alessi che da Bolgheri porta in città i sapori della costa toscana ed insieme ad una articolatissima attività rivolta alla carne, uno dei perni della cucina del nuovo Caffè Italiano; Sandro Soltani, da due anni a fianco di Umberto nella grande esperienza di Mercato Centrale Firenze, ma da sempre, esperto selezionatore di vini ed enotecaro. Guglielmo Vuolo che, da Napoli, raccogliendo il testimone del suo indimenticabile conterraneo ‘Enzino La Pizza’ sbarca per la prima volta a Firenze per raccontare i molti volti della pizza napoletana contemporanea. Carmelo Pannocchietti, cuoco siciliano che già dal 2016 ha dato vita a Arà è SUD, ristorante di specialità siciliane che completa ‘col botto’ come si suol dire a Firenze la nuova e gustosa famiglia del Caffè Italiano. Gionata d’Alessi interpreta la cucina di Caffè Italiano con piatti della tradizione toscana insieme a creazioni più personali, senza mai perdere di vista la concretezza: ingredienti freschi e di prima qualità a comporre piatti che richiamano le sue origini. Al Caffè Italiano, l’enoteca è affidata a chi del vino ha fatto la propria passione: Sandro Soltani del caffè Sant’Ambrogio. Mescita o bottiglia, per Sandro il vino ha tanto da raccontare. Nasce così una carta variegata, ricca di vini toscani, italiani e internazionali, magari da abbinare a piatti tipici, a pizza o pesce, che ne esaltano gusti e profumi. La pizzeria di Caffè Italiano, è stata affidata ad uno straordinario portavoce della pizza tipica napoletana, Guglielmo Vuolo che a Firenze affiderà il forno al figlio Enrico. Magistrale interprete dei classici della tradizione e padrone di ogni tecnica di impasto, Enrico e Guglielmo portano in città un pezzo di cultura napoletana interpretato al meglio. A Firenze i Vuolo presentano un “best of” della sua produzione più classica e più creativa: non mancano le pizze con le varietà di pomodoro campano, più e meno rare, della sua carta dei pomodori ed alcuni cavalli di battaglia che gli valgono i Tre spicchi del Gambero Rosso insieme al gradimento della stampa nazionale e internazionale. Tel + 39 055289080 info@caffeitaliano.it www.caffeitaliano.it
Firenze, la storia in un caffè di Luciana Squadrilli 14/05/2019 https://www.vinix.com/myDocDetail.php?ID=9228#.XNqEWDkQl2c.facebook Nessuno potrebbe mai sospettarlo passeggiando distrattamente per la strada – e chissà quanti alzano gli occhi a leggere la targa commemorativa – ma al civico 21 di via Cavour a Firenze, dove oggi ci sono un bar e un negozio di penne, ebbe sede il Caffè Michelangiolo: qui, a metà dell’Ottocento, tra una tazza di caffè e un bicchiere di vermouth (immaginiamo), si incontravano intellettuali ed artisti. Tra di essi, in particolare, un gruppo di pittori anticonformisti che vennero poi definiti Macchiaioli, con nomi come Giovanni Fattori e Adriano Cicioni. Poco più in là, nel Palazzo del Pegaso che oggi ospita alcuni uffici della regione Toscana, sorgeva il “Circolo di conversazione dei risorti” e l’omonimo Caffè Risorti, luogo d’incontro della borghesia cittadina protagonista del Risorgimento. Come accadeva a Venezia, Torino, Roma, Napoli, anche a Firenze nell’Ottocento fiorirono i caffè come luoghi d’incontro privilegiato dei borghesi che, a differenza dei nobili, non avevano a disposizione grandi salotti privati e – potendo contare finalmente su mezzi di trasporto come le macchine e i bus e sull’illuminazione urbana – si riunivano in spazi pubblici per discutere di politica e letteratura ma anche giocare a scacchi o bere un caffè o un bicchiere, provando spesso per la prima volta i nuovi prodotti alcolici
che arrivavano dall’estero. Nuovi luoghi di socializzazione e progresso, attirano anche gli stranieri che già all’epoca a Firenze sono numerosi. Un fenomeno nato soprattutto dalla breve ma importante tappa storica che vide Firenze Capitale d’Italia per sei anni, dal 3 febbraio 1865 al 30 giugno 1871. Dai 19 caffè presenti in città prima della proclamazione a capitale, nel giro di pochi anni si passa a ben 170. Da sempre vivo centro culturale e artistico, la città diventò anche fulcro politico del neonato Paese. Un fermento che non si esaurì con lo spostamento della Capitale a Roma, dopo i fatti di Porta Pia, e di cui ancora oggi resta vivo il ricordo anche e soprattutto nei caffè storici, molti dei quali portano ancora nelle insegne la testimonianza di una società cosmopolita fatta anche di numerosi espatriati: dagli svizzeri e i nord europei, arrivati per lavorare nel giro delle banche creato dalla famiglia De’ Medici o attratti dalla libertà di stampa, che portarono in città anche la loro tradizione dolciaria e di panificazione, agli inglesi stregati da Firenze durante il Grand Tour. Nacquero così alcuni dei caffè più belli della città, dal Caffè Elvetico in piazza Duomo al Rivoire(nato come cioccolateria) fino al famoso e affascinante Gilli: aperto nel 1733 da una famiglia svizzera al civico 104 di via dei Calzaiuoli – dove oggi c’è il negozio d’intimo Victoria’s Secrets, ma sono ancora visibili i decori esterni – come dolceria, con l’insegna “La Bottega dei Pani Dolci”, si trasferì poi in un’altra sede di fronte a piazza della Repubblica e infine in quella attuale, all’angolo della piazza dove affacciano anche l’altrettanto raffinato Caffè Paszkowski (che, nato nel 1846 come Caffè Centrale, nel 1904 divenne una birreria gestita dalla famiglia polacca Paszkowski e ospitò intellettuali e giornalisti di riviste come La Voce) e l’ormai decaduto – per le difficoltà economiche e i vari cambi di proprietà – Giubbe Rosse: birreria tedesca fondata nel 1896 dai fratelli Reininghaus, prese il nome più facilmente pronunciabile dal colore delle giacche dei camerieri, e le sue sale videro gli albori del Futurismo. Poi c’era Il Bottegone, affacciato su piazza del Duomo, che già dal 1926 fu ceduto alla Motta e oggi ha perso molto del fascino di un tempo. Il Bottegone era l’unico caffè che già agli inizi dell’Ottocento aveva il permesso di restare aperto fino a tardi, alle due di notte, per accogliere gli spettatori del vicino teatro Niccolini, il più antico di Firenze, per un bicchiere del dopoteatro. E, proprio lì dietro, il Caffè Niccolini che era rinomato per il vermouth. Resiste ancora, conservando il fascino e l'eleganza degli inizi del Novecento, Scudieri: aperto nel 1939 come confetteria dove già sorgeva un altro caffè,si trova in un sontuoso palazzo che in origine era più centrale, quasi accanto al battistero, e fu poi interamente spostato per allargare la piazza secondo la nuova urbanistica. Insomma, i caffè fiorentini hanno avuto un ruolo determinante nella vita sociale e política della città, e non solo. Ad essi è dedicato uno dei bei tour “alternativi” della città organizzati dall’associazione Ricomincio da Firenze, a cui ho preso parte durante la Florence Cocktail Week, la manifestazione che celebra la grande cultura fiorentina del bere miscelato. Per l'occasione, la brava Daniela Carboni ci ha guidato attraverso un percorso tra i caffè ancora in attività e quelli ormai scomparsi, con un occhio di riguardo ai luoghi della miscelazione cittadina. Le tappe si concentrano nel centro della città, soprattutto tra via Cavour, piazza della Repubblica e via Tornabuoni, il “salotto buono” della Firenze risorgimentale dove si trovavano i locali più raffinati come il Gran Caffè Doney, frequentato tra gli altri da Carducci e Verga e dove Zeffirelli girò alcune scene del film Un tè con Mussolini. Sono tante dicevamo, le insegne storiche del capoluogo fiorentino che hanno chiuso i battenti, spesso sostituite da negozi anonimi, ristoranti o boutique di lusso, come nel caso del Caffè Giacosa tra via Tornabuoni e via della Spada: fondato nel 1815 dall’evoluzione di una bottega che vendeva vino e alcolici, il caffè è passato alla storia soprattutto per la nascita del Negroni. Era qui, infatti, che Camillo Negroni – eclettico e capriccioso nobile-cowboy di ritorno dagli Stati Uniti – veniva a prendere la sua (notevole) dose quotidiana del drink creato per lui dal barman Folco Scarselli sulla falsariga dell’Americano, servito on the rocks e in bicchierini da shottino (che arrivavano anche a 50 al giorno, secondo le leggenda) e sostituendo la soda con il gin e la scorza di limone con l’arancio. Acquistato dallo stilista Roberto Cavalli e tenuto in vita fino al 2017, oggi l’antico caffè ospita la boutique di Armani. E poi c’era il Gambrinus, il caffè dell’omonimo cinema tanto amato dai fiorentini, che dal 2011 ospita invece l’Hard Rock Cafè.
Per fortuna, però, qualcosa rimane e ancora oggi è possibile andare a bere un caffè o un Negroni fatto come si deve in qualche locale storico, come il già citato Gilli o il Caffè Italiano, in via Isola delle Stinche, pur’esso a pochi passi da un teatro importante come il Verdi. Dagli anni ’80, dopo anni di declino, è stato rilevato da Umberto Montano – il ristoratore e imprenditore lucano che ha creato anche il format del Mercato Centrale – e trasformato in un ristorante, da poco rinnovato dopo una lunga chiusura, che unisce la fascinosa atmosfera d’antan delle diverse sale a una proposta gastronomica molto interessante e volutamente “libera”, spaziando dalla pizza – quella, veracemente napoletana, di Guglielmo Vuolo – alla carne cruda e cotta fino al caffè. In alternativa, ci sono i tantissimi cocktail bar e hotel dove lavorano bartender esperti e creativi che stanno rendendo nuovamente Firenze una vera capitale italiana: quella del bere miscelato.
LE NOVITÀ DI GUGLIELMO VUOLO A NAPOLI E A FIRENZE Di Luciana Squadrilli 17/05/2019 http://www.farinapetra.it/Todaypost/?permalink=le-novità-di-guglielmo-vuolo-a-napoli-e-a- firenze&bn=Today Riconosciuto tra i grandi maestri della pizza napoletana, ma al tempo stesso grande innovatore e sperimentatore sempre pronto a cimentarsi con nuove sfide e proposte originali e attente alle esigenze del mondo contemporaneo.Dalla carta de pomodori alla pizza all’acqua di mare, per limitare l’uso di sale nell’impasto, fino alle “pizze della salute” messe a punto già nel 2016 in collaborazione con un esperto in Bioterapia Nutrizionale. Negli ultimi tempi Guglielmo Vuolo ha messo sul fuoco (è il caso di dire) parecchie novità. Dopo aver portato la sua pizza a Verona all’interno del format Assaporito di Marco Dolci – una vetrina di bontà campane in terra veneta – il pizzaiolo è infatti da poco tornato a Napoli, sul lungomare più famoso d’Italia, con il nuovo progetto 4A Pizzeria, dal civico di via Mergellina dove prima c’era lo storico ristorante Don Salvatore. Aperto in società con Stefano Ferrara, maestro artigiano che costruisce forni artigianali napoletani in tutto il mondo, il locale riassume il lavoro degli ultimi anni aggiungendo ancora nuovi tasselli: dalla carta dei vini senza solfiti che si affianca alle sezioni dedicate alle vigne metropolitane e ai vini tradizionali di Napoli agli abbinamenti pensati ad hoc per lo champagne Laurent Perrier. Ma soprattutto le...
FIRENZE - LA CONDIVISIONE GOURMET ABITA AL NUOVO CAFFÈ ITALIANO 4 MAESTRI DEL GUSTO INSIEME PER STUPIRE A TAVOLA di Claudia Rumi 25/05/2019 http://www.foodmoodmag.it/read/firenze-la-condivisione-gourmet-abita-al-nuovo-caffe-italiano Via dell’Isola delle Stinche, a pochi passi da piazza Santa Croce e dal vivacissimo Teatro Verdi, in un angolo della vecchia Firenze, si trova il Caffè Italiano, locale storico della città del Giglio che da pochissimo si è riproposto con una veste tutta nuova e un concept decisamente interessante. Non solo caffetteria, infatti, ma molto di più… un luogo del gusto misto ad eleganza con quattro anime diverse e assolutamente complementari. Sì perché questa oasi del buon cibo, del buon bere e soprattutto della condivisione sana e intelligente è al contempo Caffetteria, Ristorante, Bar e Pizzeria. Un unico grande cuore dove 4 importanti Maestri Artigiani della ristorazione ogni giorno dirigono ai fornelli e dietro il bancone 4 "film" apparentemente
diversi, in realtà perfettamente armonici (1 -2 -3). Così ecco che la pizzadel maître Guglielmo Vuolo e di suo figlio Enrico (4), racconta le origini napoletane di questo piatto della memoria ma con un occhio alla contemporaneità. Fil rouge delle varie prelibatezze da forno, il pomodoro, illustrato in una vera e propria carta dedicata proprio perché "chi sceglie di gustare le nostre pizze deve leggere l'origine del pomodoro, come viene coltivato etc" - ci racconta il giovane Enrico. Assaggiando le varie pizze, tra una Cosacca con pomodoro San Marzano, pecorino e basilico o un Assoluto di Marinara, non si può non cadere vittime "felici" della Lazzarella con ricotta di Vaccino, provola di Agerola, fiori di zucca (5). Una suprema bontà. Ma sopratutto leggera e digeribile come anche le altre proposte, tutte accomunate da un impasto delicato e con pochissimo lievito. Dalla pizza alla cucina toscana, sempre sotto lo stesso tetto di più... allo stesso tavolo, si può optare per il prelibato piccione in due cotture o per i ravioli di guancia brasata con crema di carote e cipolle. Piatto must, certamente il più richiesto, il tris di fegato, una sorta di evoluzione gastronomica dove il classico di pollo, quello di coniglio e il foie gras francese, invitano a un "volo" prelibato e goloso dalla Toscana ai cugini d'Oltralpe. Tutte le suggestioni portano la firma dello chef Gionata d’Alessi che dichiara: "Voglio portare la mia personale idea di cucina, semplice e radicata al territorio Toscano e Bibbonese da cui provengo, all’interno di un contesto poliedrico come quello di Firenze. Sono curioso di vedere le reazioni dei clienti alla nostra proposta”. Certamente bene, anche perché la sua è una cucina raffinata, pulita e rispettosa del principio del less is more. E Bacco? Sandro Soltani esperto selezionatore di vini e sommelier orchestra la nutrita carta dei vini con 106 etichette disponibili al calice, compresi grandi nomi anche francesi. Ma non è ancora finita... la Sicilia con ARA’ è SUD (6) è l'altra protagonista a tavola del Caffè Italiano grazie al savoir faire del Maestro Carmelo Pannocchietti artefice di preparazioni a base di pesce fresco made in Sicily che rielabora con tratti personali e innovativi. Accompagnate da immancabili nettari sempre dell'isola più grande del Mediterraneo. Ma quale talento si cela dietro a questo microcosmo gourmet dove la pluralità diventa un unica grande maestria? Umberto Montano, imprenditore "con la stoffa" già ideatore e fondatore del Mercato Centrale. Sempre alla ricerca di format innovativi per la valorizzazione della cucina italiana, ha fatto della sperimentazione, del coraggio, della difesa della qualità senza compromessi la propria missione. E ci è riuscito ancora una volta con una formula molto speciale dove semplicità, cibo, libertà e cultura si fondono tra loro creando sogni non solo per il palato (7). La nostra opinione? Un progetto così brillante ed essenziale mancava nel panorama della ristorazione fiorentina. Andateci e non ne resterete delusi. Aperto tutti i giorni da mezzogiorno a mezzanotte. Chiuso solo alcuni giorni a Natale.
Vuolo spicca il volo Dopo Verona, il maestro della pizza è tornato a Napoli, sul lungomare, e ha aperto anche al Caffè Italiano di Firenze Di Luciana Squadrilli 02-07-2019 https://www.identitagolose.it/sito/it/209/23675/mondo-pizza/vuolo-spicca-il- volo.html?p=0&fbclid=IwAR0oXiG9FNlW8bafdbWHTi9SMyIzqB1WsehU2vPSwCNUfvVwadZ33LAYUGQ Guglielmo Vuolo, classe 1960, è figlio di Enrico, decano della pizza verace napoletana Riconosciuto tra i grandi maestri della pizza napoletana, ma al tempo stesso grande innovatore e sperimentatore sempre pronto a cimentarsi con nuove sfide e proposte originali e attente alle esigenze del mondo contemporaneo – dalla carta dei pomodori alla pizza all’acqua di mare, per limitare l’uso di sale nell’impasto, fino alle “pizze della salute” messe a punto già nel 2016 in collaborazione con un esperto in Bioterapia Nutrizionale –, negli ultimi tempi Guglielmo Vuolo ha messo sul fuoco (è il caso di dire) parecchie novità. Dopo aver portato la sua pizza a Verona all’interno del format Assaporito di Marco Dolci – una vetrina di bontà campane in terra veneta – il pizzaiolo è da poco tornato a Napoli, sul lungomare più famoso d’Italia, con il nuovo progetto 4A Pizzeria, dal civico di via Mergellina dove prima c’era lo storico ristorante Don Salvatore. Aperto in società con Stefano Ferrara, maestro artigiano che costruisce forni artigianali napoletani in tutto il mondo, il locale riassume il lavoro degli ultimi anni aggiungendo ancora nuovi tasselli: dalla carta dei vini senza solfiti che si affianca alle sezioni dedicate alle vigne metropolitane e ai vini tradizionali di Napoli agli abbinamenti pensati ad hoc per lo champagne Laurent Perrier. Ma soprattutto le nuove pizze come
la 4A (con pomodorino ciliegino arrostito, pomodorino di Pachino semi-dry, olive nere infornate, zeste d’arancia bio e olio extravergine) o la pizza fritta Zi’ Enrico, con ricotta, pancetta di maiale affumicata, zeste di limone bio, pepe nero ed extravergine. La Quattro formaggi di Vuolo Guglielmo con il figlio Enrico, stesso nome del nonno Dal 16 aprile 2019, poi, Vuolo – insieme al figlio Enrico, quinta generazione della famiglia di pizzaioli – è sbarcato anche a Firenze, all’interno del rinnovato Caffè Italiano, storico locale vicino Santa Croce rilevato da Umberto Montano negli anni Ottanta. Il fascino d’antan delle diverse sale accoglie ora uno spazio moderno e informale che – a eccezione della sala dedicata ad Arà è SUD, ristorante siciliano di Carmelo Pannocchietti – unisce sotto lo stesso tetto proposte di caffetteria, ristorante, bar e pizzeria creando dei percorsi di gusto da intrecciare liberamente grazie alla maestria di chi è chiamato a interpretare le varie anime del locale: Gionata D’Alessi per la carne (che ha un ruolo da protagonista, tra bistecche super frollate e l’incredibile carne cruda della macelleria Martini di Boves), Sandro Soltani per i vini e, appunto, i Vuolo per la pizza. Enrico e Guglielmo portano così nel capoluogo fiorentino un pezzo di cultura e di sapore napoletano. «Caffè italiano rappresenta per me l'opportunità di presentare la nostra pizza all'universo multiforme e qualificato del capoluogo toscano, splendida città alla quale sono affezionato» racconta Guglielmo. Proprio a Firenze, infatti, lavorò per diverso tempo da giovanissimo suo padre, Enrico Vuolo, decano della pizza verace napoletana. Nel menu delle pizze del Caffè Italiano – appena un po’ più croccanti del solito, realizzate con un
blend di farine Petra, per portare in città la “napoletanità” autentica andando però incontro alle preferenze dei fiorentini – ci sono pizze classiche e alcuni di cavalli di battaglia di Vuolo: dall’Assoluto di Marinara ai Quattro Pomodori, fino alla squisita Lazzarella con ricotta vaccina, provola di Agerola, fiori di zucca, sale e pepe. La pizza Lazzarella di Firenze: ricotta vaccina, provola di Agerola, fiori di zucca, sale e pepe
FLORENCE IN AUGUST- YOUR ESSENTIAL WHERE TO EAT & DRINK GUIDE Di Coral Sisk 14/07/2019 https://thecuriousappetite.com/2019/07/14/restaurants-in-florence-august/ All things summer tomatoes at Osteria de’ Pazzi- open all August You’ve probably read about it: Italy shuts down for the month of August. Well, not entirely. Over the last 12 years, I’ve seen this shift of cities being less of ghost towns. My first visit to Italy was 2005 in Florence during August- can’t remember noticing this apocalyptic country closure. But in 2007 I was studying in Perugia for the summer and I definitely witnessed the city empty gradually through July until August arrived and all there was left were the tumbleweeds and overheated classrooms (and professors). The last years, I’ve noticed a shift of closures becoming less month-long to 10-14 days, or less. This post is my handpicked guide to restaurants in Florence open in August- all month long. Bear in mind Ferragosto, the 15th of August/Assumption day, mostly everything in town will be closed similar to the Christmas effect. The listings I’ve handpicked are restaurants who confirmed being open all month, some even the 15th. Some will be closed or will decide last-minute to close for the 15th so better to call ahead when you make a reservation or if you plan on stopping by. I also encourage you to sign up for one of my
culinary food tours in Florence if you’re in town for August, where we will hit up the best spots open during the month. I’d suggest either the Food Lover’s, Dinner Crawl or Aperitivo Tour as the best bets. In the center of Florence in August, you could probably never tell the city shuts down. The major sites will be open, lines still long and corporate/big brand shops open along the major boulevards like Via dei Calzaiuoli. The places who shut their doors are really the restaurants, many bakeries and independently owned shops not smack dab in the historical center and major squares. I’m not an expert on economics/labor/statistics but this cultural norm is changing and cities like Florence are less of a ghost town in August and locals are taking fewer vacation days in August, leaving a considerable amount of locales open for business. My picks reflect personal tastes while considering logistics. I’ve left out all the obvious suspects like every single hotel restaurant and cafe’ in the center or some trash wanna-be west coast style bistro who thinks it’s okay to serve brown avocado but they have “al fresco” seating. Tips: Keep in mind these listings will be open in August but will still honor their normal closing days. In Florence, Sundays and Mondays are the most common closing days- be sure to book in advance or have your concierge call and ensure they are open. Eateries in Florence have communication issues online and change their mind as soon as the sea breeze blows. More resources: My list is based on places open nearly every single day in August so loads of places I like may not have made it here. My friend Georgette of Girl in Florence also has a guide to her picks to where to eat in August which notes closure days of some additional quality eateries plus links to other writers around Italy with their city’s round-ups like in Rome. I will try to note when a place is open also on Assumption Day/Ferragosto, aka August 15th. And those food tours in Florence still run, including the progressive dinner crawl so book a spot if you’re in town! Let’s get down to it: Restaurants and Where to Eat in Florence during August.
For a pizza pie… Caffe Italiano- A fixture on the Florentine pizza wall of fame (get it?! 10 points if you get this amazing pun) Caffe Italiano near Santa Croce has revamped its menu to offer (in addition to their pizza mainstays) Tuscan dishes (steak/pasta fagioli) and Sicilian treats (arancini/cannoli) thanks to Ara’ Ristorante next door Address: Via Isola delle Stinche, 11R, 50122 Firenze FI, Italy Phone: +39 055 289080
Il Nuovo Caffè Italiano di Elena Farinelli 19/07/2019 https://www.ioamofirenze.it/il-nuovo-caffe-italiano/ Un mesetto fa sono stata invitata a un pranzo stampa al Caffè Italiano per conoscere le sue nuove 4 anime e le modifiche agli arredi. Lo storico locale in via Isole delle Stinche ha visto una piccola rivoluzione, ma sempre nella logica di proporre eccellenze gastronomiche grazie alla selezione di materie prime di qualità e “artigiani” del gusto.
Il nome rievoca l’identità del caffè storico di paese, spesso a conduzione familiare. E la suddivisione degli spazi consente di viverlo in tutte le sue dimensioni. L’anima del Caffé Italiano è Umberto Montano, che dalla provincia di Matera si è trasferito tanti anni fa a Firenze. Molti legano il suo nome al Mercato Centrale; io lo conosco da anni, sia per il Caffè Italiano che per altre esperienze culinarie lanciate a Firenze. So che oltre a essere un brillante imprenditore, è un amante delle cose belle e buone. Molto carina la linea di piatti e accessori, con scritte che invitano alla convivialità (e a essere instagrammati). Ecco le 4 identità del Caffé Italiano, affidate ad altrettante persone: LA CUCINA – La griglia e le carni con Gionata d’Alessi, che propone piatti della tradizione toscana insieme a creazioni più personali.
Da Bolgheri a Firenze ha studiato una grande selezioni di carni, per gli amanti della bistecca, e non solo. I VINI – L’enoteca è affidata a chi del vino ha fatto la propria passione: Sandro Soltani del caffè Sant’Ambrogio e da 2 anni già al Mercato Centrale. Grazie a lui una carta dei vini con 106 (!) etichette disponibili al calice, ricca di vini toscani, italiani e internazionali. LA PIZZA – La pizzeria di Caffè Italiano, è stata affidata a Guglielmo Vuolo. Da Napoli, che raccoglie il testimone del suo indimenticabile conterraneo ‘Enzino’ e sbarca per la prima volta a Firenze. In realtà la famiglia Vuolo era già arrivata a Firenze negli anni ’70, con il padre Enrico, uno dei primi a far provare in città la pizza verace napoletana. Pizze classiche, accanto a proposte creative, con una selezione di varietà di pomodoro campano, più e meno rare, per una vera e propria carta del pomodoro! ARA’ è SUD – l’anima siciliana di Caffè Italiano. Già presente da più di un anno all’interno del progetto, vede il Maestro di Cucina Carmelo Pannocchietti protagonista di preparazioni profumatissime e gentili. Cosa si mangia? pesce fresco, arancini, caponata e altre bontà siciliane. Un plauso speciale a Federico Menetto che ci ha accolti con calore, raccontandoci questo posto, in un percorso alla scoperta del gusto. Caffé Italiano Via Isola delle Stinche, 11R, 50122 Firenze FI Tel 055 – 289080
Vini, pizza, carni e convivialità: benvenuti da Caffè Italiano Di Lara de Luna 01/08/2019 https://www.repubblica.it/sapori/2019/08/01/news/firenze_recensione_ristorante_caffe_italiano- 232526240/?fbclid=IwAR1psmjr77Tmv-Yxt9fj29Sx8-7_mAJcML-gD-cSjJWUoP3Zmij5VcrT4vs Parti da piazza della Signoria, fai tre o quattro svolte nel dedalo di stradine storiche che Firenze riesce a mantenere come poche altre città e segui i tuoi piedi - o il navigatore - fino alla piazza con il teatro cittadino, quello storico, il Teatro Verdi che per la città ha significato moltissimo. Qui a poco più di due passi, c'è Caffè Italiano: ristorante, vineria, pizzeria d'autore. Con un angolo di ristorante di fine dining. Un locale poliedrico, fatto di stanze una all'interno dell'altra così come è fatto di identità gastronomiche che si confrontano e integrano a vicenda. Il vini, la cucina, l'angolo gourmet della gastronomia, e poi la pizza, il tutto deve lasciar pensare non a delle prime donne in combattimento tra di loro, ma a quattro dame che insieme, intrecciandosi senza mai darsi troppo fastidio o contrapporsi - i menu sono ben distinti tra di loro nelle competenze, e pure gli spazi - creano un'identità poliedrica. Il lato enoteca è affidato a Sandro Soltani del Caffè Sant’Ambrogio, che ha approntato una cantina che sciacqua sicuramente i panni in Arno, ma con uno spazio importante per il Piemonte e i vini d'Oltralpe; la pizza è quella di Guglielmo Vuolo, il maestro
piazzaiolo partenopeo che aveva già toccato Verona con una delle sue aperture; l'anima gourmet è quella di Ara è Sud, dove pesce fresco, pane preparato giornalmente e una rinomata selezione di oli extra vergine d’oliva da tutto il Paese la fanno da padroni. A concludere il tutto, a fare da collante, il ristorante vero e proprio. Tanto legno negli arredi, servizio solo lievemente informale e in realtà caloroso e professionale allo stesso tempo. In pieno stile fiorentino, la specialità di questo luogo è la carne (ma non solo, ovviamente), a cui si aggiunge un'interpretazione della fiorentinità a tavola sobria, elegante, appena rivisitata il giusto per essere contemporanea. Lo chef, Gionata d'Alessi, viene da Bibbona e prova a portare la sua cucina "radicata nel territorio bibbonese, classica" in un contesto contemporaneo e creativo come quello di Firenze. Riuscendoci, grazie ai vini, grazie alle materie prime di grande spessore. Per quanto riguarda le carni si può scegliere tra quelle senza alcuna frollatura di Marco Martini di Boves e quelle a lunga maturazione, a cui si aggiungono salumi, formaggi e primi molto interessanti. Se si vuole aprire il pasto in un modo interessante, nulla è megio del Carpaccio e tartare della macelleria Martini; un morso scioglievole, carni trattate in maniera più che perfetta; per gli amanti dei latticini, invece, non possono mancare i Formaggi di fossa, selezione di Renato Brancaleoni. I prezzi alla carta - e vale per tutto il menu - sono di fascia media, come si conviene a un bistrot contemporaneo di questo tipo. Per rimanere nel cuore di Firenze, tra i primi vale la pena di ordinare le Chitarrine al piccione (cos'altro, in fondo?) - ben amalgamate con il sugo, sono una delle due proposte in carta con questa materia prima. Funzionano - e i Tortelli di pappa al pomodoro - un inno di moderna, ma nemmeno tanto, toscanità. La pappa al pomodoro vale quasi il viaggio -. Sulla pasta c'è un lavoro di ricerca molto interessante, tanto che su cinque proposte ben 3 sono di pasta secca di provenienza eccellente, frutto di una ricerca capillare "per quanto riguarda i formati, i pastifici, il tutto per provare a cercare la combinazione perfetta con i nostri condimenti". Tra costata, costata irlalndese, Fiorentina (ça va sans dire), diaframma, picanha e asado, la griglia è ricca, e viene gestita in maniera più che egregia. Ma la proposta di carne dello chef d'Alessio non è finita qui. Si possono ordinare (e vale la pena farlo): il piccione in due cotture, la guanciola di Cinta senese brasata e il Galletto grigliato e affumicato. Carni bianche, a differenza di quello a cui ci ha abituati questa citta, è vero,
però ancora più interessanti proprio per questo. Le cotture sono tutte giuste e in questi piatti la cucina porta a un nuovo step la sua idea di attualizzazione della cucina (di carne) toscana. Mentre da Ara è sud, si esplorano le possibilità del pesce fresco, qui si gioca con la carne, senza voli pindarici eccessivi in quanto ad abbinamenti, ma con la voglia di rendere omaggio alla materia prima. Less is more, a quanto pare il detto colpisce ancora una volta. I dolci sono cinque: i più tradizionali sono i Cantucci da accompagnare a uno dei vini dolci della carta - la sommelier saprà consigliarvi bene - e lo Zuccotto. Interessante, tra le interpretazioni migliori della città per tipo di fascia di locale. Va però ordinato un po' prima, in quanto la preparazione viene ultimata al momento, così si risparmieranno attese.
Il Caffè italiano e le sue quattro anime di Anna Maria Tossani 10/08/2019 https://www.italiaatavola.net/locali/ristoranti-e-pizzerie/2019/8/10/caffe-italiano-sue-quattro- anime/62049/ A Firenze in via Isola delle Stinche ha riaperto un locale già molto amato dai fiorentini e che oggi rappresenta uno dei luoghi più cool della città. Un arredamento semplice ma di gran gusto, per non prevaricare sulla bellezza delle antiche memorie del palazzo del 1300 che lo ospita. Una grande cucina a vista con una enorme griglia di nuova concezione. Una cantina che devi scoprire attraverso la piccola porta che ti fa intravedere etichette fra le più prestigiose, conservate con amore e non con ostentazione. I quadri de Il Caffè Italiano La pizzeria, con il forno a legna, regno di Guglielmo Vuolo e di suo figlio Enrico, che da Napoli arrivano a Firenze per raccontare una storia vera, di pizza d'amore oltre che d'autore. Un'enoteca affidata ad un esperto selezionatore di vini. Un ristorante siciliano di alto livello. Il Caffè dalle quattro anime... Luogo eterno nella sua autentica accezione di accoglienza, chiacchiere, gusto, verità e voglia di stare insieme per condividere emozioni sincere: questo è il messaggio di Umberto Montano, che insieme a Federico Menetto, è l'anima di questo mondo.
Annamaria Tossani e Guglielmo Vuolo Possiamo parlare di pizza classica con selezione di pomodori curata da Guglielmo Vuolo o improvvisazioni del momento come quella con ricotta e fiori di zucca. Oltre al gusto rimane impresso il suo sorridere bonariamente "sull'uscio", con un atteggiamento sornione di attesa di chi ha ben presente il senso del tempo che fugge e che va fermato anche con la gioia di gustare una pizza fumante come una volta. La cucina ha quella vitalità ed energia che i nostri tempi richiedono e che il cuoco Gionata D'Alessi interpreta omaggiando i classici della tradizione toscana proponendoli in modo nuovo, come una sfida fra passato, presente e futuro. Ecco che nascono piatti unici come i Fegatini in tre versioni, i Tortelli alla pappa al pomodoro o il Piccione al tegame in due versioni. Gionata D'Alessi Poi le carni... Selezionate e frollate in un frigorifero in bella vista e di varia provenienza; tagli particolari come la picanha o il diaframma. Su tutte spicca la carne senza frollatura di Marco Martini di Boves destinata al carpaccio o alla tartare. Ho visto bistecche di 3 kg arrivare nel piatto di ghisa coperte con la cloche e far girare la testa a tutti i clienti.
Carni, selezionate, frollate e ben in vista Al Caffè Italiano bere bene è scontato visto che l'enoteca è affidata a Sandro Soltani. Vini anche di annate importanti da poter gustare a calice a qualsiasi ora del giorno. Attraverso un percorso di sala in sala si arriva ad Arà è Sud, il regno di Carmelo Pagnocchetti. Altra atmosfera in un ristorante più classico e formale con l'esplosione dei sapori della cucina siciliana. Carmelo interpreta il pesce fresco in modo da valorizzarne il vero sapore e cura personalmente una selezione di prodotti di nicchia, che presenta con orgoglio (consiglio, per iniziare, un assaggio del Prosciutto nero di Nebrodi e per finire i cannoli preparati secondo l'estro del momento). Dopo una visita al Caffè Italiano, per citare una delle frasi dei quadri appesi alle pareti: Oggi mi sento frizzante! Per informazioni: www.caffeitaliano.it
Firenze: pranzo al Caffè Italiano Di Roberta Capanni 10/10/2019 https://gustarviaggiando.com/2019/10/10/firenze-pranzo-al-caffe-italiano/ Nel cuore della città, in via Isola delle Stinche, c’è il Caffè Italiano. Atmosfera in bilico tra il passato più antico, quello più vicino e il presente. Personale sorridente e un menù intrigante anche nella proposta pizza. La pizza in un locale come Caffè Italiano non te l’aspetti. Invece è uno dei fiori all’occhiello. Impasto ben lievitato, leggero, farine come d’obbligo oggi, macinate a pietra e controllate, formaggi di qualità. Ma la cosa più intrigante è la carta del pomodoro. Dal classico san Marzano al pomodorino di Corbara in una teoria di varietà una più invitante dell’altra. Ristorante Caffè Italiano Firenze Dove mangiare a Firenze Il progetto di Umberto Montano, patron di tante iniziative di successo, vede in questa nuova ripartenza del Caffè Italiano un altro progetto fatto di “unione di talenti”. Se alle pizze c’è Guglielmo Vuolo pizzaiolo di fama, a supervisionare la cucina da Bibbona c’è Gionata D’Alessi. Cantina affidata a Sandro Soltani,. Insomma tutti volti noti nel panorama dei locali di successo a Firenze e non solo. L’atmosfera è confortevole, le luci ben studiate. Un incontro di stili non facile partendo dall’assunto che il locale si trova nello storico Palazzo Salviati. In una delle vie più antiche si Firenze al limitare di quello che era un carcere trecentesco Il Caffè Italiano non è solo un ristorante ma anche un viaggio nella storia. Per arrivarci
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