FONDAZIONE DELLA COMUNITÀ BRESCIANA - Fondazione della Comunità ...
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consiglio di amministrazione organi sociali * Streparava Pier Luigi * Cittadini Pia Ambrosi Giuseppe * Balduzzi Elena Bertoldi Giuliana * Bonetti Michele Bonometti Marco Caldana Piergiuseppe Presidente Vicepresidente Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Ceni Claudio Consigliere * Corli Silvano Consigliere Funazzi Maurizio Consigliere Ghetti Massimo Consigliere Gnutti Ciocca Magda Consigliere Guizzi Pierangelo Consigliere * Marniga Alberta Consigliere Meini Dario Consigliere Meroni Luigi Matteo Consigliere * Mistretta Mario Consigliere * Moretti Luigi Consigliere Negrini Valeria Consigliere Panzera Carlo Consigliere Pasini Giuseppe Consigliere Taccolini Mario Consigliere Teodori Claudio Consigliere * Torchiani Sandro Consigliere Valtorta Silvio Consigliere Visenzi Hendrika Consigliere * Consiglieri Membri del Comitato Esecutivo collegio dei revisori Rizzardi Giovanni Presidente Baiguera Maurizio Revisore Bonardi Walter Revisore Lazzari Luca Revisore supplente Tocchella Gianpietro Revisore supplente segretario generale Ferrari Giacomo 2
Cari amici della Fondazione della Comunità Bresciana, sì amici perché tali noi vi consideriamo perché tutto quello che troverete in questo rapporto è frutto della vostra vicinanza e della vostra attenzione alle nostre iniziative. Quello appena trascorso è stato un anno molto intenso sia per le iniziative interne che esterne alla Fondazione. A seguito di una serie di incontri a cui hanno partecipato, con grande interesse i Consiglieri, è stata stilata ed approvata la CARTA DEI VALORI, documento di ispirazione ideale della Fondazione; da essa abbiamo derivato le Linee di mandato che ci porteranno alla conclusione degli impegni di questo Consiglio di Amministrazione. La Consulta dei Donatori si è aperta alla partecipazione di tutti i Fondi presenti nella Fondazione, si è pure ricostituita la Consulta per la comprensione dei bisogni del territorio che ha iniziato ad operare. A fine 2016 abbiamo avuto l’approvazione del nuovo Statuto, iter lungo e laborioso ma così è la nostra burocrazia. Seguendo l’iniziativa lanciata da Fondazione Cariplo stiamo promuovendo sul nostro territorio la compagine del lasciti testamentari. Infine ci piace ricordare ancora una volta che la generosità dei bresciani, che hanno risposto con entusiasmo e concretezza alla raccolta per il recente terremoto promossa dalla Fondazione, dal Giornale di Brescia, dalla Associazione degli Industriali, dalla UBI Banca e da una serie di entità private, ha raggiunto 1.700.000 €, importo che si è deciso di utilizzare per una parte consistente alla realizzazione di una scuola a Gualdo. Questa iniziativa ha messo ancora una volta in risalto i problemi burocratici che il nostro paese ha, problemi che nemmeno un evento grave come il terremoto ha semplificato. Questa non è che una sintesi della operatività della Fondazione della Comunità Bresciana, troverete più dettagli nel Rapporto. Tutto ciò che è stato possibile per la collaborazione del segretario e dello Staff della Fondazione che ha operato con molta efficacia anche nel contesto di una irrisolta situazione inerente il sistema informatico. Un ringraziamento voglio indirizzarlo anche alla Vice PresidentE , a tutto il Consiglio ed al Collegio dei revisori. Da parte nostra vogliamo continuare, col l’aiuto di tutti Voi ed essere protagonisti della sussidiarietà mantenendo fede al motto “AIUTA LA COMUNITA’ A CRESCERE”. Pier Luigi Streparava 3
relazione morale La Relazione Morale è stata redatta nel rispetto delle disposizioni di legge e della norma statutaria (art. 16 comma 5) che prevede l’obbligo di presentare il Bilancio, unitamente all’elenco dei contributi erogati, mediante comunicazione pubblica alla collettività bresciana. 4
relazione morale Con la pubblicazione del quindicesimo Rapporto Annuale la Fondazione della Comunità Bresciana illustra i fatti sa- lienti dell’attività svolta nel 2016. I dati e le informazioni rappresentate trovano riscontro nei documenti contabili, riportati secondo le norme civilisti- che, nella sezione del Rapporto dedicata al Bilancio Contabile di Esercizio. La Relazione Morale qui presentata, informa anche sui fatti di rilievo maturati dalla chiusura dell’Esercizio (31/12/2016) alla data di approvazione del Bilancio. In specifico capitolo, dedicato alla sintesi statistica dell’attività di raccolta a patrimonio e dell’attività erogativa, i grafici, i diagrammi, gli elenchi e le illustrazioni di dettaglio su quanto svolto nel corso dell’anno 2016. Brescia, 27 aprile 2017 5
LA MANIFESTAZIONE DI PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO ANNUALE 2015 In occasione della presentazione del rapporto Annuale 2015, svoltasi il 29 giugno 2016 presso la Sala Conferenze UBI BANCA Corrado Faissola, è stato nostro ospite il prof. Giorgio Vittadini, esperto in Statistica e profondo conosci- tore delle tematiche del welfare, anche in qualità di Presidente della Fondazione Sussidiarietà. Nel corso della relazione, dal titolo “La costruzione del bene comune. Quale alleanza tra Istituzioni, cittadini e corpi intermedi” l’illustre professore ha avuto modo di approfondire il ruolo che le Istituzioni possono giocare nell’attivare proficue relazioni ed operare per facilitare la capacità di espressioni di cittadini e corpi intermedi nell’organizzare le risposte ai bisogni che la società complessa che stiamo vivendo esprime in forme articolate e differenziate. Il contributo del prof. Vittadini, partendo dalla descrizione dell’attuale situazione di difficoltà del welfare universalistico, messo in crisi da una ridotta mobilità sociale, Gli interventi dall’invecchiamento della popolazione e dalla condizione di precarietà che carat- terizza la situazione dei giovani e che vede il loro contributo marginale nella creazio- ne del reddito, ha indicato nel modello realizzato dalle fondazioni di Comunità – e nel caso specifico dalla Fondazione della Comunità Bresciana - una modalità virtuo- sa che attiva partnership, alleanze e collaborazioni per rispondere al meglio alle esi- genze del territorio e di chi ha bisogno, creando politiche di welfare e ottimizzando al massimo le risorse a disposizione. Al circolo vizioso, che amplifica le diseguaglianze e genera sempre maggiori neces- sità, bisogna rispondere con un nuovo modello di welfare. Primo criterio imprescindi- bile su cui – secondo il professore – si dovrebbe fondare un buon welfare sussidiario è il pluralismo dell’offerta, con una distinzione tra erogatori e programmatori e la pre- senza non soltanto di enti o istituzioni pubbliche ma di un mercato che comprenda anche l’offerta di privati. Ciò creerebbe una naturale maggior libertà di scelta, ma PIER LUIGI STREPARAVA è necessario tener conto anche del bisogno informativo ed educativo degli utenti “C’è un clandestino in attesa di cittadi- e dell’urgenza di formare nuovi strumenti fiscali come detrazioni, doti e voucher che nanza che si aggira da sempre nel nostro favoriscano la sussidiarietà e che non diano origine ad ulteriori ostacoli per la costru- Paese. È il mondo del terzo Settore, una zione del bene comune. realtà diffusa e radicata, tanto che anche Il ruolo che il Parlamento Europeo riconosce alla diversità dell’economia sociale in tempo di crisi ha continuato a crescere come fattore di arricchimento e stabilità – ha ricordato Vittadini – incoraggia forme e a coinvolgere sempre più dipendenti e di sviluppo più equo e solido, con il contributo di realtà – quali in particolare quelle del volontari, ma che è costretto ad arrabat- tarsi in una giungla di ostacoli. Ma qui terzo settore – che possiedono nel proprio Dna le capacità di massimizzare le risorse. a Brescia il clandestino non è più tale.” Fondamentale, poi, l’inaugurazione di una nuova stagione di collaborazione sinergi- ca tra Stato e privati: «È importante che lo Stato si allei con quelle realtà che già met- tono in pratica buone regole» ha spiegato, ribadendo che il metodo migliore non sia quello di un welfare che distribuisce denaro a pioggia, bensì di un sistema mirato a finanziare ben strutturate politiche di welfare sussidiario. Il Presidente ricorda a sua volta quanto si dice a proposito del terzo settore: “C’è un clandestino in attesa di cittadinanza che si aggira da sempre nel nostro Paese. È il mon- do del terzo Settore, una realtà diffusa e radicata, tanto che anche in tempo di crisi ha continuato a crescere e a coinvolgere sempre più dipendenti e volontari, ma che è costretto ad arrabattarsi in una giungla di ostacoli”. Ma – ricorda sempre Strepara- va – qui a Brescia il clandestino non è più tale come vedete dai numeri e dalle iniziati- ve a sostegno delle organizzazioni che si occupano in modo proattivo di produrre ed GIORGIO VITTADINI offrire beni e servizi di utilità generale, contribuendo efficacemente alla crescita del “Le Fondazioni di Comunità rappresenta- bene comune. no una modalità virtuosa che – attivando Vittadini – a sostegno di ciò – ha sottoileato la lungimiranza di Fondazione Cariplo partnership, alleanze e collaborazioni – ri- spondono alle esigenze del territorio a mag- che sul finire degli anni ’90 ha avviato il progetto delle Fondazioni di Comunità, con gior ragione oggi che il welfare tradiziona- le quali ha inteso promuovere la diffusione ed il radicamnto della cultura del dono le evidenzia segni di cedimento.” nei territori di Lombardia. 6
A seguire è intervenuto il dott. Carlo CARLO MANGO Mango, direttore Area Scientifica e Tec- nologica di Fondazione Cariplo che ha “Cariplo Factory trasformerà un obsoleto stabilimento illustrato il nuovo programma intersetto- industriale – ex Ansaldo – in cuore pulsante di tecnologia, innovazione, cultura e creatività”. riale Cariplo factory, prefigurando – tra le altre ipotesi – la possibilità di avviare an- che a Brescia alcune iniziative dell’articolato programma. Nell’illustrare le finalità dell’intervento il dottor Mango ha chiarito che Cariplo factory sarà un laboratorio dove cir- coleranno idee innovative e dove i giovani potranno realizzare le proprie aspirazioni. Sarà un punto di riferimento per la realizzazione di progetti in partnership di open innovation, corporate social responsibility (CSR) e valorizzazione dei giovani talenti che si caratterizzerà per qualità e originalità delle iniziative. In Cariplo Factory i giovani avranno la possibilità di formarsi per le professioni che il mondo del lavoro chiederà domani, stimolando processi di innovazione tra grandi corporations, start up e altri soggetti innovatori coinvolgendo le istituzioni e attirando capitali. Cariplo Factory – ha continuato il dottor Mango – creerà così a Milano un ecosistema dinamico, orientato all’innova- zione, che troverà il suo innesco «nell’incontro e nella contaminazione di saperi» tra imprese tradizionali (PMI e grandi aziende), imprese hi-tech, sociali, culturali, incubatori e acceleratori, università e centri di ricerca, scuole ed enti di for- mazione, FabLabs e ambienti di educazione informale, investitori (Business Angels e Venture Capitals), professionals, avvalendosi di un team qualificato, composto da senior leader dall’elevata professionalità e da un gruppo coeso di giovani motivati con competenze multidisciplinari. L’iniziativa sarà realizzata nell’area ex Ansaldo di Milano, che tra- sformerà un obsoleto stabilimento industriale in cuore pulsante di tecnologia, innovazione, cultura e creatività. La complessa attività di raccolta ed erogazione che caratterizza l’operatività della Fondazione anche quest’anno è stata documentata attraverso due interventi espressione della Comunità Bresciana. L’Avv. Bartolomeo Rampinelli Rota, portavoce della Consulta dei Donatori della Fondazione, ha sottolineato l’ap- porto dei rappresentanti degli oltre 60 fondi alla realizzazione degli scopi sociali, con un impegno concreto, estre- mamente variegato, di persone fisiche, famiglie, imprenditori, associazioni, ulteriori fondazioni, enti pubblici, che si riuniscono e coordinano per intensificare e rendere più efficienti gli interventi filantropici a favore della comunità. La Consulta vanta una crescita costante di nuovi aderenti: nell’ultima annuali- tà ben 6 nuovi fondi si sono aggiunti ad un nutrito gruppo di donatori consolidati. Attraverso l’adozione di un nuovo regolamento il Consiglio di amministrazione – ha concluso Rampinelli – ha inteso favorire maggiori opportunità di collaborazione e condivisione progettuale. La Dott.ssa Marisa Bonomi, in rappresentanza dell’Associazione Monsignor Marcoli e di tutti gli enti che hanno beneficiato di un contributo erogato dalla Fondazione Comunità Bresciana, ha brevemente illustrato il progetto da loro realizzato “ Visite domiciliari in famiglie italiane e straniere con figli disabili”. Il progetto ha la finali- tà di sostenere le famiglie, nel percorso dell’iter diagnostico e riabilitativo oltre ad accompagnare i genitori nei contatti con gli operatori sanitari in un cammino gra- duale di apprendimento delle prassi di cura. Il progetto vuole altresì offrire alle mamme straniere l’opportunità di uscire dalla loro solitudine accedendo a spazi di confronto e dialogo pensati per loro e per i bambini non ancora scolarizzati. Tutti questi interventi sono effettuati da operatori specializzati ed appositamente formati affrontare nel miglior modo possibile le diverse situazioni di queste com- plesse famiglie. Il progetto è stato sostenuto dal Fondo per il sostegno dell’infanzia Vincenzo ed Itala Visenzi e direttamente da Fondazione Comunità Bresciana tramite i bandi di competenza. Dopo l’ampio spazio dedicato alla rappresentazione della Manifestazione dello scorso anno, riprendiamo la Relazione Morale dando evidenza agli aspetti istitu- zionali. 7
GLI ORGANI AMMINISTRATIVI – LE LINEE DI MANDATO - IL NUOVO STATUTO Nel corso del 2016 non si sono stati registrati avvicendamenti tra i componenti dell’organo amministrativo ed esecutivo. Nella pagina (2) del presente Rapporto Annuale la composizione dell’Organo Amministrativo in carica al 31/12/2016. La compagine amministrativa – oltre a dedicarsi alla ordinaria gestione – ha portato a termine il cambiamento dei regolamenti delle due Consulte, ha definito le linee di mandato ed ha proceduto – anche su impulso di Fondazio- ne Cariplo - a variare lo Statuto. Attraverso un percorso di condivisione e confronto tra gli amministratori, facendo tesoro dei circa quindici anni di consolidata esperienza, sono stati messi a fuoco i valori che ispirano l’azione della Fondazione e raccolti poi nel do- cumento Carta dei Valori. Carta dei valori Introduzione La Fondazione della Comunità Bresciana Onlus - costituita nel dicembre 2001 ed operativa fin dai primi mesi del 2002 - interviene nei diversi ambiti in cui la sua Comunità di riferimento esprime delle necessità, dei bisogni ed in qualche caso degli auspici. La Fondazione della Comunità Bresciana in questi anni ha sviluppato, quello che al momento della Sua costi- tuzione non erano altro che speranze, ovvero la specifica vocazione di essere da un lato capace di cogliere i bisogni e dall’altro quello di trovare, soprattutto nella comunità, le risorse umane, relazionali ed economiche in grado di dare risposte a tali bisogni. Si è caratterizzata quindi come soggetto catalizzatore orientato alla creazione di sinergie, teso a favorire un lavoro di rete sul territorio di riferimento. La Fondazione declina fin dalla sua origine le proprie azioni nel motto: “AIUTA LA COMUNITÀ A CRESCERE”. Questa sua dichiarata volontà trova oggi una nuova e migliore esplicitazione dovuta, senza dubbio, agli anni di esperienza negli ambiti di impegno definiti statutariamente, anni durante i quali è maturata la sua esperien- za e la sua reputazione. La Fondazione è sede di convergenza di competenze e di esperienze, ma anche di sperimentazione; oltre a svolgere il suo tipico ruolo di sostenitore è un soggetto filantropico innovatore e promotore di nuove vie. A quindici anni dalla costituzione e a fronte delle acquisite operatività la Fondazione ha sentito la necessità di richiamare, esplicitare e rifocalizzare i valori su cui ha basato e tuttora basa la propria attività filantropica. Ruolo La Fondazione è chiamata sempre di più ad un ruolo sussidiario rispetto ai bisogni del proprio territorio di riferi- mento. In modo chiaro il Consiglio di Amministrazione ha ribadito che la sussidiarietà è e rimane uno dei valori sui quali la Fondazione pone le sue fondamenta, ma questo ruolo non è e non sarà mai sostitutivo del ruolo, degli obblighi e doveri degli Enti Pubblici. Il complesso dei bisogni derivanti dalle trasformazioni sociali saranno sempre nella piena attenzione della Fondazione che, da istituzione privata ed indipendente, dovrà stimolare e promuovere dialogo, confronto e compartecipazione tra tutti i soggetti della comunità al fine di favorire, per quanto di sua competenza, lo sviluppo di azioni e modelli efficienti ed efficaci. La Fondazione, grazie all’intangibilità e alla stabilità del suo patrimonio economico, è strutturata per garantire nel tempo la sostenibilità e la continuità delle azioni a favore della comunità. Assume quindi un ruolo di ponte tra le risorse contemporanee ed i bisogni di domani. La Fondazione – i Valori • Il Dono • La Trasparenza • La Fiducia • La Condivisione 8
Il territorio bresciano, vasto e morfologicamente molto diverso, nel tempo, ha sviluppato con successo iniziati- ve imprenditoriali in diversi ambiti produttivi, valorizzando la forte componente sociale alla base della crescita economica. Il senso di appartenenza alla comunità ha guidato le prime azioni filantropiche che poi hanno acquisito una propria struttura ed autonomia fino allo sviluppo più completo arrivato a delineare l’attuale Ter- zo Settore bresciano e nazionale. In questo quadro si innesta la nascita, il radicamento e la crescita della Fondazione della Comunità Bresciana che è uno strumento verso il quale tutte le persone, con grandi o anche molto piccole disponibilità economi- che, possono veder realizzato il loro desiderio di donare contribuendo alla corale formazione del patrimonio o sostenendo una specifica iniziativa tramite una raccolta corrente. La Fondazione opera con trasparenza dando conto alla comunità del proprio agire e favorisce il dono in ogni sua forma, cercando di promuovere una fiducia collettiva, incentivando un circolo virtuoso per il quale si mi- gliora se si aiuta a migliorare. La Fondazione opera perseguendo il bene comune preferibilmente costruendo reti, interfacciandosi con tutti coloro che vogliono dialogare per migliorare le condizioni sociali e culturali della propria Comunità. La condivisione nel perseguimento dei propri obiettivi è una caratteristica intrinseca e irrinunciabile della Fon- dazione sia internamente, nei processi decisionali, sia verso l’esterno con le proprie azioni. La Fondazione – gli Scopi • Accesso alle opportunità e riduzione delle disuguaglianze Individuare e affrontare le cause dei problemi sociali, culturali ed economici è un passaggio su cui la Fonda- zione si impegna perché le disuguaglianze nell’accesso alle opportunità sono in realtà più causa che conse- guenza della povertà economica, morale e culturale. • Coesione Sociale e Sviluppo della Comunità Valorizzare le relazioni, promuovere l’inclusione e lo sviluppo di una solidarietà territoriale è il significato che la Fondazione ritiene essere più pertinente e più vicino al suo concetto di società coesa dove devono trovare spazio informazioni, studi, progetti e azioni tese a contrastare gli effetti negativi dei complessi mutamenti sociali che in ogni epoca sono presenti. La Fondazione ha tra i propri obiettivi incentivare lo Sviluppo della Comunità, inteso non tanto come la natura- le tensione alla crescita, propria di qualunque organizzazione, ma in quanto puntuale attenzione alla qualità di questa crescita, non dimenticando che è la sintesi delle differenze che crea sviluppo e coesione non le differenze in quanto tali. • Crescita Culturale La Fondazione statutariamente si è data il compito di contribuire a migliorare la qualità della vita delle perso- ne che vivono ed operano nel suo territorio di riferimento. Perciò promuove azioni che da un lato riducono il disagio e dall’altro perseguono l’agio. In ogni caso l’elemento imprescindibile deve risultare essere l’approccio culturale inteso quale riflessione sull’a- gire unito all’acquisizione di conoscenze e competenze specifiche relative all’oggetto di intervento. • Valorizzazione del Capitale: – I Giovani – Il Patrimonio Territoriale Per poter esplicare la propria missione statutaria la Fondazione conta in particolar modo sulle risorse derivanti dal proprio patrimonio inteso nelle sue diverse accezioni: economico, umano e relazionale e territoriale (cul- turale, artistico, ambientale…). Per questo, insieme all’impegno per l’incremento delle disponibilità materiali, la Fondazione intende prendersi cura delle giovani generazioni, delle loro esigenze di crescita e di protagonismo, accompagnandole ad una partecipazione attiva alla vita sociale nella comunità di riferimento. 9
L’impegno per la tutela e la valorizzazione delle risorse culturali, ambientali e artistiche, oltre a consentire di preservare per le future generazioni un habitat accogliente e godibile, permette di consegnare loro il testimo- ne che documenta il cammino dell’uomo nella nostra comunità. Per non vanificare il proprio agire e non tradire il proprio mandato la Fondazione oltre che a garantire un ponte di risorse economiche tra generazioni deve incentivare le nuove generazioni ad essere quel ponte di risorse umane competenti, professionalmente preparate, solidali e motivate che potrà operare per la crescita della Comunità Bresciana e per la tutela e la valorizzazione del proprio patrimonio territoriale. A seguire – nel rispetto dell’art.2 del regolamento operativo di funzionamento della Fondazione della Comunità Bre- sciana - sono state definite le linee di mandato, indicazioni operative che impegneranno il Consiglio nel raggiungi- mento degli obiettivi identificati, approvate nella riunione del 9 novembre 2016: Patrimonio Il Patrimonio è elemento costitutivo essenziale della Fondazione ed è anche fonte di credibilità nei confronti della Comunità. Garantisce la sostenibilità nel tempo delle attività della Fondazione: · Creando le condizioni per una politica erogativa diretta e stabile della Fondazione (liberalità e progetti propri) · Consentendo il sostentamento della struttura organizzativa e delle attività di servizio ai Donatori (costi di gestione) Consistenza e obiettivi di crescita Il Patrimonio al 15.4.2016: · Patrimonio generale € 10.540.594,71 · Patrimonio sui 62 fondi specifici € 9.167.354,53 Preso atto che la consistenza patrimoniale generale dal 2007 ad oggi ha rallentato la sua crescita pressoché invariata e la speculare crescita dei fondi specifici ha avuto un notevole incremento sia nel numero dei fondi sia nella loro consistenza (+66%) si ritiene utile fissare degli obiettivi minimi di crescita diversificati. Obiettivi: · patrimonio generale: 1% di crescita annua (3% nel triennio); · patrimonio fondi specifici: € 1.000.000,00 nel triennio Sembra inoltre prudente prevedere una allocazione di una quota percentuale della rendita patrimoniale a protezione del valore del patrimonio generale · incremento a tutela del patrimonio generale 10% rendita annua Il lavoro comune di questi tre anni dovrà portare a raggiungere nel 2018 la consistenza patrimoniale comples- siva di circa € 21.000.000,00. Strategia La strategia da adottare per la crescita patrimoniale si ritiene possa essere diversificata tra l’incremento del patrimonio generale e l’incremento dei fondi specifici, peraltro ciò è solo un’indicazione di massima perché per entrambe le linee patrimoniali si possono utilizzare in modo complementare i diversi strumenti, le risorse e le competenze Patrimonio generale: · Politica dei lasciti testamentari · Campagna pubblica di raccolta a patrimonio o mista Fondi specifici · Definizione di un target annuale di comunicazione «tecnica» / partnership (es. Notai, Commercialisti, Avvo- cati, Private Banking, Terzo Settore non Onlus) 10
· Coinvolgimento attivo della Consulta dei Donatori · Patrimonio relazionale Consiglieri / ex Consiglieri · Progetto «Dopo di noi» / Lasciti Testamentari «memoriali» · Effetto «leva» da intendersi soprattutto come possibilità della FCB di integrare risorse/facilitare partnership Gestione del Patrimonio Il Consiglio di Amministrazione per la gestione del proprio patrimonio si avvale di una Commissione formata da Consiglieri che per competenze personali sono vicini a queste tematiche. La Commissione è supportata anche da consulenti esterni che di volta in volta si ritiene di interpellare. Per il triennio di competenza deve essere perseguita e mantenuta la seguente diversificazione degli investi- menti: a) Distinguere i conti correnti di accredito dei conferimenti a patrimonio dai conti correnti di accredito dei sal- di a sezione corrente; b) Investire i saldi a sezione corrente in polizza a capitale garantito, depositi a termine, obbligazioni a breve scadenza. Il Consiglio ha condiviso i seguenti principi di nella scelta degli investimenti: · Orizzonte temporale di riferimento: lungo termine · Finalità conservazione e rivalutazione del patrimonio · Approccio prudenziale, profilo di rischio basso (Allo luce della situazione dei rendimenti in titoli di stato ed ob- bligazioni il CdA ha fissato nella misura del 25% la percentuale massima del patrimonio investibile con profilo di rischio maggiore, in ambito azionario) La Commissione deve valutare in base alle indicazioni del Consiglio di Amministrazione la reale fattibilità di pas- sare da un modello di gestione diretto a modelli di gestione attraverso gestori specializzati. È compito della Commissione su espressa volontà del Consiglio della Fondazione valutare le eventuali migliori scelte di investimenti che comportino un impatto sociale ed etico, attraverso l’individuazione e l’analisi di spe- cifici prodotti. Rendite Il Consiglio di Amministrazione intende adottare il seguente modello di utilizzo delle rendite del patrimonio totale: 1) copertura costi di gestione (per la parte non coperta dal contributo Cariplo); 2) tutela valore patrimonio generale (es. 10% della rendita); 3) suddivisione proporzionale rendita tra patrimonio generale e patrimonio fondi; 4) rendita patrimonio generale: · eccedenze rendita oltre 2,0% a fondo stabilizzazione erogazioni · max 2,0% a sezione corrente per erogazioni dirette (liberalita’, progetti fcb, progetti in partnership con fondi). Risorse Correnti L’ottimo tasso di crescita delle donazioni a sezione corrente ha consentito certamente in questi anni di sostene- re innumerevoli iniziative. Ciò nonostante diverse sezioni correnti dei fondi rimangono inutilizzate. Solo 36 fondi su 63 hanno eseguito almeno una erogazione nell’ultimo anno. L’utilizzo delle disponibilità sulle sezioni correnti dei Fondi specifici e sulla sezione corrente del Fondo generale della Fondazione evidenzia negli ultimi tre anni un utilizzo inferiore al 50%- Il Consiglio ritiene che si debba incrementare il tasso di erogazione e il numero dei fondi attivi poiché il loro sco- po non è la garanzia di una rendita annua ma la messa a disposizione di nuove opportunità per la comunità. A tal fine le azioni da intraprendere sono: · attivare queste risorse favorendo politiche ad alto impatto sociale/culturale, progetti significativi, creando sinergie tra i fondisti e la Fondazione stessa, nel rispetto delle singole autonomie decisionali; 11
· riattivare i contatti con i fondi «non attivi» per capirne le motivazioni, verificarne gli obiettivi, rivitalizzar per quanto possibile l’operatività; · proporre/stimolare la convergenza tra disponibilità di fondi e progetti analizzati e ritenuti meritevoli dalle varie Commissioni esaminatrici delle richieste e per i quali non ci sia più disponibilità su altri capitoli di finanziamento; · ogni altra possibile operatività da proporre che possa perseguire il fine di riattivare le risorse dormienti. Il Consiglio ritiene di dover monitorare questo andamento attraverso la definizione di alcuni indicatori che pos- sano descrivere la tendenza di impiego delle risorse correnti: 1. Tasso medio di erogazione dei saldi disponibili + gli incrementi annui a sezione corrente; 2. Numero dei Fondi attivi; 3. Eventuali altri indicatori potranno essere messi a punto in corso d’anno. In ordine ai risultati di tale rilevazione di anno in anno il Consiglio potrà proporre strategie per migliorare la per- formance delle erogazioni della Fondazione. Attività erogativa Bando Il Consiglio di Amministrazione alla luce delle aree di intervento dell’anno precedente deve valutare di anno in anno eventuali modifiche e/o aggiornamenti per le politiche dell’anno successivo, anche in considerazione dei Regolamenti per le erogazioni territoriali di Fondazione Cariplo. In questa fase si deve tenere conto degli ambiti di intervento, della fattibilità delle richieste dei soggetti finanziatori, dell’impatto organizzativo nella ge- stione delle pratiche e delle tempistiche richieste. Il Consiglio di Amministrazione deve, altresì, esplicitare, di anno in anno, se diversi dagli anni precedenti, i cri- teri e le modalità di valutazione. Il Ruolo che la Fondazione deve ricoprire e sviluppare maggiormente prevede di: · essere corpo intermedio e di rappresentanza; · essere capace di leggere bisogni e di rilevare interessi; · essere capace di personalizzare gli interventi · essere capace di attivare dinamiche di responsabilità sociale; · essere flessibile nella propria operativa; · essere capace di valorizzare il capitale sociale. La Fondazione nell’analisi dei progetti deve introdurre criteri e azioni che prevedano di tener conto della sto- ria e dello storico dell’organizzazione proponente i progetti, in merito a: costituzione e natura giuridica, bilan- cio, partnership, rapporti con enti pubblici, rendicontazioni precedenti e numero di provvedimenti di revoche parziali e totali. La Fondazione nella valutazione per il finanziamento dello specifico progetto deve di tener conto anche di: tipologie di spese ammissibili e relativi limiti massimi, cantierabilità e sostenibilità nel tempo. Il Consiglio di Amministrazione deve esplicitare in relazione al settore di intervento i principi e criteri da appli- care per la valutazione. Un settore a parte da sviluppare, dandone, ove possibile, sistematicità, risulta essere la valutazione ex post e la creazione di una banca dati delle iniziative finanziate e realizzate. Tenendo conto di: · evoluzione tecniche di valutazione ex post; · modellizzazione del feedback di progetto; · creazione di una banca dati dei progetti finanziati con indicazione di best practice; · creazione di rapporti tematici. Extra Bando La Fondazione ha una capacità erogativa autonoma per la quale dispone di risorse da erogare secondo la volontà del Consiglio di Amministrazione. 12
La discrezionalità erogativa sarà comunque caratterizzata da: · adeguata motivazione e trasparenza; · flessibilità, efficacia e tempestività dell’intervento A tal fine il Consiglio di Amministrazione deve definire modalità e procedure per garantire questi principi nelle decisioni. Il Consiglio inoltre, per favorire tempestività ed efficacia d’intervento, stabilisce di demandare al Presidente la destinazione di piccole donazioni della consistenza massima di € 5.000, per un ammontare annuo di € 50.000 sulla base di accertate dotazioni e disponibilità. Il Consiglio si adopererà per incentivare forme di concorso, collaborazione e sinergie tra le varie linee eroga- tive della Fondazione. Comunicazione Il Consiglio indica nella comunicazione un tema strategico per lo sviluppo, la crescita ed il radicamento della Fondazione. Ne costituisce quindi un elemento funzionale e un obiettivo strategico. A tal fine il Consiglio sottolinea che la comunicazione: · deve esprimere sempre il concetto e il valore del dono; · dove essere costante sia verso l’interno (CdA, Consulte, Donatori, ex Consiglieri e ogni altro soggetto che a vario titolo è un “interlocutore privilegiato” degli organi della fondazione) che verso l’esterno (beneficiari, istituzioni, comunità nel suo insieme,…); · dove tenere presente i differenti target a cui riferirsi e all’uopo usare linguaggi e strumenti differenti ed adeguati. Un esplicito richiamo viene fatto per migliorare il sito ed iniziare la comunicazione via web tramite i social me- dia tenendo presenti i nuovi strumenti in dotazione soprattutto alle giovani generazioni. Il Consiglio ritiene inoltre di sviluppare, possibilmente con il supporto di Fondazione Cariplo, analisi che diano conto del grado di conoscenza e di penetrazione della Fondazione sul proprio territorio. Rapporti con altri Enti Fondazione Cariplo Fondazione Cariplo è statutariamente presente nel CdA della Fondazione e entro la fine del 2016 anche nel Comitato esecutivo e nel Collegio dei Revisori. La Fondazione, nella gestione delle risorse provenienti da Fondazione Cariplo, deve far valere la diversa di- mensione e vivacità operativa della provincia di Brescia, in stretta collaborazione con il supporto dei membri bresciani che sono all’interno della stessa Fondazione Cariplo. La Fondazione deve consolidare la collaborazione, con ruolo più attivo negli organismi Fondazione Cariplo (Cabina di Regia, World cafè, gruppi di lavoro,…)ed incentivare maggior collaborazione con la Commissione Centrale di Beneficenza (alcuni presidenti di FdC sono Commissari Cariplo); La Fondazione deve collaborare nella raccolta e trasferimento dai di sistema Assifero La Fondazione partecipa attivamente alla rete di fondazioni di erogazione e deve sviluppare, ove possibile, relazioni con altre fondazioni in Italia e all’estero. La Fondazione ritiene, per la vigenza di queste linee di mandato di avvalersi del supporto di Assifero. Istituzioni Pubbliche Il Consiglio ribadisce il ruolo sussidiario – e non sostitutivo – della Fondazione Comunità Bresciana; La Fondazione a tal fine può aderire o promuovere partecipazioni a progettualità con Istituzioni Pubbliche pur- ché paritarie e condivise. La Fondazione nelle progettualità condivise con le Istituzioni Pubbliche deve agire sempre secondo il principio del miglioramento della qualità della vita per la propria Comunità. 13
Altre Fondazioni Il Consiglio stimola ad incentivare un consolidamento di relazioni ed ove possibile un ruolo di coordinamento di iniziative condivise con altre fondazioni di erogazione bresciane o di altri territori operanti sul proprio territo- rio di riferimento. Associazioni di categoria e Club di Servizio La Fondazione, ove possibile e richiesto, partecipa ad iniziative filantropiche di associazioni di categoria e club di servizio laddove siano codificati i rapporti di compartecipazione primaria dei promotori dell’iniziativa. Impatto Organizzativo Il livello di servizio e di risposta ai fondisti, la creazione di campagne per la raccolta del patrimonio, gli sforzi pro- gettuali per aumentare il tasso di efficienza della fondazione in termini di tasso di erogazione e di numero di fondi attivi, nonché lo sviluppo di un sistema di monitoraggio dei progetti, l’avvio di progetti speciali con ruolo di coordinamento da parte della Fondazione unitamente al nuovo piano di comunicazione da implementare hanno un impatto organizzativo da declinare in un piano operativo triennale e in una valutazione di adegua- tezza della struttura e delle risorse della Fondazione stessa. Gli interventi su tale fronte sono pre-condizione per l’efficacia dell’azione e dovranno essere oggetto specifico di decisioni del Consiglio di amministrazione. In chiusura di questo tema dedicato alla Governance si ricorda che, come previsto dallo Statuto, tutti i componenti degli Organi Amministrativi ed i Revisori hanno operato gratuitamente disponendo, tra l’altro, per il versamento di un contributo annuo a favore della Fondazione. Per quanto riguarda l’operatività degli Organi della Fondazione elenchiamo, qui di seguito, una sintesi dell’attività svolta nel corso dell’anno 2016. Il Comitato Esecutivo si è riunito n. 5 volte in corso d’anno mentre, il Consiglio di Amministrazione, si è riunito per n. 9 sedute. Numerose sono state inoltre le riunioni di alcuni gruppi di Consiglieri facenti parte di: · Commissione Gestione Patrimonio; · Commissioni Bandi; L’attività della Commissione Gestione Patrimonio sarà commentata in specifico capitolo della presente Relazione Morale. L’attività delle Commissioni Bandi, riunitesi in più circostanze, si è incentrata nell’analisi di numero 387 progetti pre- sentati nel corso dell’anno 2016, nella stesura delle diverse graduatorie di merito e nella formulazione della propo- sta, agli Organi della Fondazione, dell’ammontare dei contributi da assegnare. LE CONSULTE DEI DONATORI E PER LA COMPRENSIONE DEI BISOGNI - LA STRUTTURA Per migliorare la diffusione della Cultura del dono e conseguire i risultati previsti della delibera di mandato, con par- ticolare riguardo alla strategia di incremento del patrimonio il Consiglio di Amministrazione si avvale della collabo- razione Consulta dei donatori che formula pareri preliminari, non vincolanti, che il Consiglio di Amministrazione è tenuto ad esaminare. Alla luce della variazione del Regolamento ogni Fondo può delegare un partecipante ad in- tervenire alle riunioni della Consulta stessa. Qui di seguito la composizione: La Consulta dei Donatori, in carica al 31 dicembre 2016, con il suo Portavoce Bartolomeo Rampinelli Rota ed i Membri Samuele Alghisi– Daniela Ambrosi Santamaria – Giuseppe Ambrosi – Ornella Archetti – Paola Artioli – Gabriele Avanzi – Elena Balduzzi – Grazia Rampinelli Beccaria – Ivo Benedetti – Marcello Berlucchi – Ignazio Bertola – Giuliana Bertoldi – Alberto Bolpagni – Marco Bonometti – Eugenio Busi – Pierpaolo Camadini – Roberto Cammarata – Antonio Capezzuto – Claudio Ceni – Carlotta Chiaf – Magda Ciocca – Giuseppina Archetti Conte – Pierluigi Cordua – Caterina Da Porto – Angela De Giacomi Goi – Roberto Gorla – Giuseppe Fenocchio – Alberto Festa – Primo Fogassi – Paolo Franchi – Mauri- zio Funazzi – Daniela Gabana Grandi – Vittorina Gaioni – Massimo Ghetti – Elio Ghidoni – Cesare Giovanelli – Giacomo 14
Gnutti – Marina Gnutti – Annalisa Granito – Pierangelo Guizzi – Ida Rizzi Lanfranchi – Pierluigi Leali – Saulo Mafezzoni – Gio- vanni Marchina – Laura Marchiori – Mario Mari – Marco Mariotti – Brunella Marniga – Lucio Mastromatteo – Fausto Montini – Paolo Morandi – Luigi Moretti – Giuseppe Pasini – Angelo Piazzoli – Giorgio Rizzardi – Margherita Rocco – Giovanni Maria Seccamani Mazzoli – Roberto Scotti – Paolo Streparava – Sandro Torchiani – Claudio Teodori – Ivano Vaglia – Marcellino Valerio – Silvio Valtorta – Riccardo Venchiarutti – Hendrika Visenzi – Veronica Zampedrini – Piero Zanelli – Mario Zanetti. Nel corso del 2016 le riunioni si sono tenute presso l’Istituto Paolo VI a Concesio e presso il Conservatorio di Musica ”Luca Marenzio” di Brescia. Nel corso delle riunioni, oltre a fare il punto sulla attività della Fondazione, è stato avvia- to un confronto tra le iniziative filantropiche proposte e sostenute dai fondisti e finalizzato a sviluppare collaborazioni e sinergie intorno ad alcune iniziative progettuali indicate dai donatori. Per meglio interpretare le esigenze ed i bisogni che il nostro territorio evidenzia, il lavoro della Fondazione può con- tare sul qualificato contributo della Consulta per la comprensione dei bisogni del territorio. In seguito alla ridefinizione del regolamento è stata ricostruita la compagine che la costituisce. Con l’intento di coin- volgere maggiormente le organizzazioni di volontariato, di promozione sociale, del terzo settore, delle istituzioni pub- bliche nella definizione degli orientamenti relativi alle erogazioni ha deliberato una modifica al regolamento della Consulta per la Comprensione dei bisogni del territorio, il Consiglio di Amministrazione ha inteso modificare la mo- dalità di nomina dei componenti, prevedendone un coinvolgimento nella fase di presentazione delle candidature. Al 31.12.2016 i componenti della Consulta risultavano: Marcello Berlucchi – Gianpietro Briola (portavoce) – Severo Bocchio – Agnese Dialma Cantaboni – Pamela Cappellazzi – Paola Ceretta – Vincenza Corsini – Adalberto Miglio- rati – Claudia Nodari Gorno – Armando Nolli – Carlo Pedretti – Gianni Tranfa – Patrizia Vastapane – Maria Villa Alle- gri – Renato Zaltieri. GESTIONE DEL PATRIMONIO Nei grafici sotto riportati la rappresentazione dell’asset allocation di inizio e di fine anno 2016. 6,26% 16,92% 19,48% 20,43% 6,76% 4,42% 15,30% 20,76% 73,31% 16,35% ASSET ALLOCATION AL 01.01.2016 PESO ASSET ALLOCATION AL 31.12.2016 PESO Liquidità e pronti contro termine 6,26% Liquidità conto corrente 16,92% Bond 73,31% Polizze a capitale garantito 6,76% Equity 20,43% Bond Governativi Eurozona (€) 15,30% Bond Corporate IG 16,35% Fondi / Sicav obbligazionari 20,76% Bond Subordinati 4,42% Certificate, Fondi e Sicav Azionari 19,48% 15
Il 2016 è stato un anno caratterizzato da eventi di portata storica tra cui Brexit, la vittoria di Trump alle elezioni presi- denziali americane e l’esito negativo del referendum italiano che ha bocciato la riforma costituzionale. Complessivamente l’economia mondiale ha registrato un’espansione moderata (ma con tassi di crescita molto differenziati) e le quotazioni delle materie prime, petrolio incluso, si sono riprese dopo una lunga fase di debolezza. In Inghilterra l’esito del referendum a favore di Brexit ha determinato un’ampia svalutazione della sterlina, mentre ne- gli Stati Uniti, occupazione e reddito hanno continuato a crescere a ritmi sostenuti (anche se inferiori alle attese nel primo semestre). A fine anno, la vittoria di Trump ha favorito un aumento della curva dei tassi a medio e lungo termi- ne, nell’aspettativa che la nuova amministrazione implementi una politica fiscale espansiva. A dicembre la Federal Reserve è tornata per la prima volta dopo molti anni ad alzare i tassi ufficiali di 25 punti base. Tra le economie emergenti, l’Asia si è confermata la regione più dinamica anche se India e Cina hanno rallentato il proprio tasso di crescita, mentre l’America Latina e i Paesi dell’Area CSI si sono caratterizzati per una maggiore insta- bilità registrando una nuova contrazione del PIL. In Europa le politiche monetarie hanno invece mantenuto un approccio espansivo a fronte di una variazione annua del PIL che è rimasta poco sopra l’1,5%, livello sufficiente a promuovere un progressivo assorbimento del tasso di di- soccupazione ma senza generare pressioni inflazionistiche. Sul fronte cambi il cross dell’euro-dollaro ha mostrato un’ampia oscillazione nel corso del 2016: a una fase di apprez- zamento è seguito un graduale indebolimento che lo ha portato a chiudere l’anno a 1,05. In Italia la variazione del PIL è stata nell’intorno dell’1%. Nonostante la produzione industriale abbia continuato ad aumentare, la crescita occupazionale ha perso slancio, con un rapporto Debito/PIL in leggera crescita. Anche i dif- ferenziali di rendimento dei BTP rispetto ai Bund tedeschi sono saliti in corso d’anno, soprattutto per l’incertezza sull’e- sito del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 e le tensioni sul sistema bancario legate alle preoccupazioni su capitalizzazioni e Non Performing Loans. In seguito, la veloce risoluzione della crisi di governo e l’estensione del programma di acquisti deliberata dalla BCE hanno tranquillizzato gli investitori, ma diverse agenzie di rating hanno rivisto in negativo l’outlook sul debito italiano. Dopo un inizio d’anno difficile e molto volatile con punto di minimo a metà febbraio, i mercati azionari hanno trovato supporto nelle decisioni di politica monetaria della BCE ad inizio marzo e nel rimbalzo nei prezzi del petrolio. In Inghil- terra l’inattesa vittoria del fronte del “Leave” ha determinato una violenta correzione al ribasso delle quotazioni di borsa ed una nuova impennata dell’avversione al rischio degli investitori. Nel corso del terzo trimestre, gli indici azionari dell’area euro, ad eccezione dell’Italia, hanno gradualmente recupe- rato i livelli precedenti la Brexit, sostenuti anche da una stagione dei risultati semestrali nel complesso superiore alle aspettative del mercato. Nell’ultimo trimestre del 2016, i mercati azionari dell’area euro hanno dapprima consolidato i livelli raggiunti, per poi accelerare nelle settimane conclusive dell’anno, in un contesto di rendimenti obbligazionari in rialzo. L’indice EuroStoxx ha chiuso l’anno in marginale rialzo (+1,5%); il CAC 40 ha registrato un incremento del 4,9% a fine periodo, mentre il rialzo del Dax 30 è stato del +6,9%; l’indice IBEX 35 ha chiuso in calo del 2%. Al di fuori dell’area euro, l’indice del mercato svizzero SMI si è deprezzato del 6,8%, mentre l’indice FTSE 100 del mercato britannico ha chiuso l’anno in rialzo (+14,4%). L’indice S&P 500 ha chiuso il periodo in rialzo del 9,5%. Nel 2016 il mercato azionario italiano ha ottenuto performance inferiori a quelli di altri mercati internazionali, sia per l’elevata incidenza nell’indice del settore finanziario, sia per una ripresa dell’incertezza politica. L’indice FTSE MIB ha chiuso il periodo in calo (-10,2%), anche se ben al di sopra dei minimi registrati nel febbraio 2016. La Commissione Patrimonio, composta dai consiglieri Giuseppe Ambrosi, Elena Balduzzi, Luigi Moretti, Sandro Torchiani e da Maurizio Faroni (già consigliere, ora in qualità di membro esterno), si è confrontata con un contesto di tassi Euro a breve termine ancora negativi, tassi obbligazionari a medio/lungo termine bassissimi ma in un contesto di mag- giore volatilità e mercati borsistici difficili nei primi mesi dell’anno ma complessivamente caratterizzati da una buona performance a fine esercizio. Ciò che ha guidato le scelte di investimento della Commissione sono state, in primis, le misure di politica monetaria della BCE e della FED, da dicembre divergenti. Il patrimonio di circa Euro 22,4 milioni a fine anno (oltre a circa Euro 2,1 milioni dedicati alle erogazioni legate ai bandi e al progetto di ricostruzione nelle zone terremotate “Non Lasciamoli Soli”) è stato allocato nella prospettiva di una gestione prudente e diversificata in un orizzonte temporale di medio periodo. Nel corso del 2016 è stata mantenuta un’esposizione ai mercati azionari (in particolare europei) mediamente vicina al 25%, ridotta a fine anno sotto il 20%, al fine di realizzare una parte delle plusvalenze, e successivamente ricostituita nel corso del 2017. Nell’ambito degli investimenti obbligazionari si è ricercato un differenziale positivo di rendimento attraverso l’acquisto di fondi obbliga- 16
zionari gestiti da case di investimento di primario standing internazionale dedicati anche ad emittenti corporate e “high yield” molto diversificati e con duration contenute. La sottoscrizione di obbligazioni subordinate emesse da pri- marie banche italiane ben capitalizzate è stata mantenuta nei limiti del 5% del portafoglio. Una parte della liquidità (circa il 7%) è stata investita in polizze a capitale garantito. Il controvalore della rendita contabile maturata nel corso dell’esercizio 2016 è stato pari ad Euro 629.471,86, equiva- lente ad un rendimento medio ponderato, al netto della tassazione e dei costi di gestione, del 2,9%. A partire dal 2016, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, nell’ambito delle linee guida strategiche, ha de- finito nuovi criteri di ripartizione della rendita che è stata di conseguenza così allocata: – Euro 110.000 come disponibilità per la gestione; – Euro 51.854,55 ad incremento del Patrimonio Generale della Fondazione; – Euro 250.553,30 circa alla sezione corrente del Fondo Generale, di cui Euro 39.000 destinati al fondo stabilizzazione rendite; – Euro 216.137,71 circa nelle competenze della sezione corrente dei singoli Fondi dei Donatori costituiti presso la Fondazione, pari ad un rendimento netto del 2,37%. La rendita è calcolata in coerenza con i principi contabili, che, come noto, non consentono di accertare le plusva- lenze non realizzate. In una logica “mark to market” la rendita netta sarebbe stata superiore al 4%. Il Consiglio di Amministrazione ringrazia la Commissione Patrimonio per il risultato conseguito. RAPPORTI CON I DONATORI Promozione della cultura del dono. Nell’attuale perdurante situazione di crisi economica la Fondazione della Co- munità Bresciana non ha mancato di continuare a tessere la rete della solidarietà sul territorio, coltivando tutte le sensibilità che ha ritenuto di potere sollecitare, ottenendo il seguente risultato nel corso del 2016. Donazioni raccolte Euro 3.708.53,42 di cui: - Euro 548.250,00 a sezione patrimoniale (pari al 15% del totale); - Euro 1.762.023,39 a sezione corrente (pari al 48% del totale); - Euro 1.398.580,03 raccolta straordinaria terremoto 2016 (pari al 37% del totale) Le donazioni raccolte nel corso dell’anno 2016 sono rappresentate nella parte statistica di dettaglio nel capitolo dedicato all’attività collegata alle donazioni. Appare opportuno a questo punto della Relazione evidenziare le diverse caratteristiche delle donazioni ricevute: Le donazioni ricevute a sezione patrimonio (il cui andamento, comparato con gli anni precedenti, è visibile nella sotto riportata figura) sono destinate ad aumentare il patrimonio della Fondazione e, una volta effettuate, diventa- no intangibili. I rendimenti generati dalle donazioni effettuate con questa modalità vengono utilizzati per realizzare le finalità previste dal Fondo a cui esse fanno riferimento. Il dettaglio delle donazioni a patrimonio è illustrato alla pagina 32. 1.332.000 1.136.404 1.028.060 986.309 895.587 705.226 548.250 648.377 513.650 404.158 375.813 394.275 400.992 235.100 267.263 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 17
Le donazioni ricevute a sezione corrente (il cui andamento, comparato con gli anni precedenti, è visibile nella sotto riportata figura) sono invece stanziate per finanziare iniziative giudicate più opportune ed immediate. Ognuno dei Fondi costituti presso la Fondazione prevede la possibilità di donazioni a sezione corrente. Attraverso questa moda- lità è come se all’interno della Fondazione ci fossero tante piccole fondazioni autonome, che possono indirizzare le proprie risorse verso le attività che ritengono più necessarie. 1.788.538 1.762.023 1.591.573 1.193.302 1.125.892 894.909 709.506 616.789 459.744 575.852 355.775 87.738 183.059 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Dai due grafici innanzi presentati si rileva che i primi 6/7 anni di attività hanno dunque registrato un’attività mol- to forte per quel che riguarda la donazione a sezione patrimoniale, mentre quella inerente le donazioni a sezione corrente è sicuramente risultata più debole. Dal 2008, da quando cioè la crisi ha iniziato a farsi sentire, si è invertita la tendenza: sono aumentate le donazioni a sezione corrente e sono diminuite quelle a sezione patrimoniale. È un cambio di tendenza interessante, che fa intuire come negli ultimi anni sia cresciuta la necessità di fornire risposte più immediate alle necessità espresse dal territorio in questi momenti difficili. Piuttosto che attendere che i Fondi investi- ti generino risorse da destinare alle finalità per cui sono stati costituti, dunque, si preferisce effettuare donazioni che possano essere immediatamente utilizzate. Questa tendenza si è confermata anche nel corso dell’esercizio 2016. Il dettaglio delle donazioni a sezione corrente è illustrato alla pagina 33. 5 per mille Anche per l’anno 2016 la Fondazione della Comunità Bresciana Onlus ha ritenuto opportuno non sollecitare la de- stinazione del 5 per mille per proprie finalità. Nel mese di novembre 2016 l’Agenzia delle Entrate ha provveduto al versamento dell’importo di € 14.905,59 nel meri- to del 5 per mille – anno 2014 – relativo a n. 58 scelte pervenute spontaneamente, sulle dichiarazioni dei redditi 2013. RAPPORTI CON I BENEFICIARI Anche nel corso dell’anno 2016 l’attenzione della Fondazione della Comunità Bresciana è stata rivolta alle nume- rose esigenze e bisogni rappresentati dalle progettualità espresse dalle meritorie Organizzazioni non profit che ope- rano sul nostro territorio. Al riguardo appare opportuno ricordare che le risorse assegnate sono state ripartite, dal Consiglio di Amministra- zione, dedicando una particolare attenzione ai nuovi bisogni straordinari che sono emersi dal territorio, specie per quanto riguarda il settore socio-assistenziale. A tal fine sono stati emanati n. 8 Bandi, che hanno beneficiato di consolidate partnership con altri Enti, così come rappresentato nella tabella sotto riportata. 18
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