Focus India Magazine - LAC Lugano
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Focus India Magazine settembre 2017 – gennaio 2018 La magia dell’India incontra l’Occidente Mostra Sulle vie dell’illuminazione L’altrove mitico dell’India nella cultura occidentale Danza Aakash Odedra Shantala Shivalingappa La tradizione indiana nella danza contemporanea Musica Nishat Khan Il presente e il futuro del sitar Cinema Il continente indiano attraverso la settima arte
Impressum Editore LAC Lugano Arte e Cultura Piazza Bernardino Luini 6 CH-6901 Lugano © 2017 Team editoriale LAC ufficio comunicazione: Alessio Manzan, Alessio Vairetti, Alice Croci Torti e Anna Domenigoni Hanno contribuito Marco Müller, Elio Schenini e Stefano Tomassini Hanno collaborato Saul Beretta, Luca Pascoletti e Anna Poletti Editing contenuti Margherita Baleni e Alessandra de Antonellis, ddl+battage Traduzione Fred Sengmüller Grafica e layout Lucasdesign SA, Giubiasco Stampa Fontana Print SA, Pregassona Tiratura 225’000 copie LAC Lugano Arte e Cultura Piazza Bernardino Luini 6 CH-6901 Lugano Il LAC ringrazia Manfred Tuerks de Winkel Biglietteria e la Fondazione per il Polo Culturale Lugano +41 (0)58 866 4222 per il sostegno al progetto. www.luganolac.ch Partner principali
Editoriale Vocazione internazionale e trasversalità sono le caratteristiche fondanti che hanno reso il LAC, fin dalla sua nascita, un centro culturale d’eccezione dove arti visive, sceniche e musica interagiscono all’interno di un unico spazio, trovando fra loro inedite contaminazioni e modalità d’espressione. È stata proprio questa la filosofia alla base della mia direzione e l’opportunità che ho voluto cogliere nello sviluppo di una programmazione aperta e trasversale, come quella che vede Focus India protagonista a partire dal periodo autunnale. Un progetto condiviso, a cui tengo particolarmente, realizzato grazie alla collaborazione delle diverse anime che compongono il centro culturale. Insieme ai direttori artistici Marco Franciolli, Carmelo Rifici ed Etienne Reymond, abbiamo voluto costruire un programma pensato per offrire al pubblico l’occasione di conoscere ed esplorare, sotto lo stesso tetto, le tante sfaccettature della cultura indiana. A partire dalla mostra Sulle vie dell’illuminazione. Il mito dell’India nella cultura occidentale 1808-2017, un crescendo di eventi, incontri ed esperienze offre un ampio sguardo sulle affascinanti tradizioni culturali, le forme artistiche e le suggestioni di un Paese che tanto ha influenzato la cultura occidentale. Focus India permette di riunire per la prima volta al LAC alcuni dei più grandi artisti indiani, che regolarmente calcano la scena artistica internazionale. Penso in particolare alla ballerina Shantala Shivalingappa, che vanta collaborazioni con personaggi del calibro di Pina Bausch e Maurice Béjart, all’artista pluripremiato Aakash Odedra, un perfetto mix tra la danza classica tradizionale indiana e le più interessanti forme di danza contemporanea, o al grande sitarista Nishat Khan, considerato un gigante delle corde. Alla mostra e alle performance di questi artisti si aggiunge una rassegna cinematografica curata da Marco Müller e un ampio calendario di appuntamenti rivolti a bambini e adulti, con esperti della cultura indiana, che spaziano in maniera interdisciplinare tra le tante sfaccettature di questo Paese: incontri sull’ayurveda e la medicina, laboratori creativi, una serata di musica e dj set Bollywood, aperture anticipate della Hall il sabato mattina per sessioni di yoga aperte al pubblico e molto altro. Non mi rimane che invitarvi a sfogliare il magazine per scoprire il programma completo. Vi aspetto al LAC. Michel Gagnon Direttore LAC Lugano Arte e Cultura In copertina: Shantala Shivalingappa Fotografia: © Elian Bachini 1
LAC Focus India Icona di grande fascino culturale, l’India ha da sempre esercitato un ascendente particolare sull’Occidente, mostrandosi come un generoso bacino di ispirazione dal quale molti artisti hanno attinto, rielaborando immagini, suoni e tradizioni. La sua magia è composta di note di sitar, movimenti del corpo, misticismo religioso, Siddharta, danza tradizionale, racconti millenari e immaginario visuale. Tutto ciò ha ispirato intere generazioni occidentali, avvolgendone di affascinante mistero la sua identità. L’eco dell’India al LAC Come la dea Kalì, l’India muove le sue braccia e al suo richiamo rispondono nei secoli, dall’Ottocento a oggi, artisti quali i Beatles, Emilio Salgari, Steve McCurry, Pier Paolo Pasolini, Alexander Calder, Anselm Kiefer… sperimentando e guardando alle sue sfaccettature. L’ayurveda, lo yoga, i chakra: sono termini ormai noti nel mondo occidentale, come pure le visioni psichedeliche e le vedute dei paesaggi di questo grande Paese. L’eco di tutto ciò si avverte al LAC, in un inedito progetto culturale: Focus India, un lungo e variegato percorso di quattro mesi, dal 24 settembre 2017 al 21 gennaio 2018, trasversale alla musica, all’arte, alla danza, ad appuntamenti culturali e workshop. Benvenuti nella magia dell’India. 2
La profondità dell’India Pagina 10 Il quinto elemento Workshop e atelier creativi: culture e tradizioni della danza a portata di bambini Il presente Pagina 4 e ragazzi. e il futuro Shantala del sitar Shivalingappa: Pagina 16 una delle maggiori interpreti Nishat Khan: considerato Le affinità contemporanee di danza classica dalla stampa internazionale elettive “il più elegante indiana. Pagina 20 suonatore di sitar della Danza nuova generazione”. Il cinema e le altre arti: Musica un’originale rassegna cinematografica di 20 programmi dedicati all’India, tra tradizione e innovazione. Rendez-vous Cinema Pagine 13 e 22 Conferenze, workshop, Sulle vie concerti gratuiti, classi Estasi e dell’illumina- di yoga: appuntamenti “in pillole” per mettere prossimità zione a fuoco interessanti aspetti Pagina 24 della cultura indiana. Pagina 6 Indian Aakash Odedra: Il mito dell’India nella cultura occidentale Waves il perfetto mix tra danza classica tradizionale 1808-2017: un esaustivo Pagina 18 indiana e le più percorso espositivo interessanti forme di tra fotografie, manifesti, Dal sitar al Bollywood danza contemporanea. sculture e materiali diversi. Club londinese: Danza Mostra connessioni e influenze della musica indiana su quella occidentale. Musica Programma Pagina 14 Il calendario completo degli eventi. English version Pagina 27 3
LAC Focus India Danza Shantala Shivalingappa Akasha Sa 11.11.2017 ore 20:30, Sala Teatro LuganoInScena Una produzione Compagnia Il quinto elemento Shantala Shivalingappa Biglietto intero a partire da CHF 40.– della danza Intervista a Shantala Shivalingappa «Sono cresciuta circondata Come descrive la danza che interpreta? da musicisti e ballerini. Mia madre La danza Kuchipudi incarna due energie è una danzatrice di Bharata contrastanti. La parte bassa del corpo, Natyam e Kuchipudi che da oltre con il lavoro dei piedi, è radicata alla terra, trent’anni insegna a Parigi. come le montagne o gli alberi. Mentre il busto, Ancora prima di iniziare a il torso e le braccia sono estremamente prendere lezioni, io già ballavo». aggraziate e fluide, come l’acqua o il vento. Shantala Shivalingappa è oggi Il Kuchipudi prevede molti salti, il che lo rende una delle massime interpreti arioso e leggero. Adoro giocare con queste contemporanee del Kuchipudi, diverse dinamiche, creando delle composizioni uno dei sette stili di danza che sorprendono ed emozionano. Il Kuchipudi classica indiana. deriva da un’antica tradizione teatrale e narra Nata in India e cresciuta storie che celebrano il divino, legate alla a Parigi, nei suoi spettacoli fa mitologia induista. Per questo l’interpretazione, fluire la danza occidentale l’espressività del volto e la gestualità devono contemporanea nella tradizione trasmettere emozioni e drammaticità. millenaria indiana, che si svela Ha lavorato con artisti occidentali in tutta la sua eleganza. straordinari, quali Maurice Béjart, Peter I richiami alla natura, insieme agli elementi Brook e Pina Bausch. Come hanno dell’universo e al divino, si mostrano nei movimenti influenzato la sua arte queste del suo corpo, ossimoro di mondo materiale collaborazioni? ed etere, parola quest’ultima che in sanscrito Ho vissuto tutta la mia vita si dice Akasha… a Parigi e sono venuta a «Da bambini si contatto con il mondo artistico Shantala, come è nata la sua passione grazie a mia madre, che imita tutto quello per la danza e qual è stata la sua formazione: ne faceva parte attivamente. che si vede: io classica occidentale o indiana? Ho avuto la possibilità di Ho iniziato gli studi di danza classica indiana avvicinarmi ad artisti veramente ancora prima di Bharata Natyam all’età di cinque anni. Quando eccezionali, tra cui proprio iniziare a prendere ne avevo quindici mia madre volle che imparassi Maurice Béjart, con il quale una variazione del Kuchipudi. Mi accompagnò ho lavorato in una produzione lezioni, già a Madras, in India dal suo Maestro affinchè di cui era coreografo in fosse lui a insegnarmi una variazione in omaggio occasione del duecentesimo ballavo». alla figura di Shiva. anniversario della Rivoluzione È stato in quell’occasione che mi sono Francese. Ero molto giovane completamente innamorata dello stile Kuchipudi ed era la mia prima esperienza e ho capito che non volevo fare altro. E così con una compagnia professio- è successo. nale di così alto livello artistico. 4
Penso sia stato il momento in cui ho scoperto cosa voglia dire essere una ballerina. Ero così impressionata dalla presenza di Maurice! Mi colpirono molto la sua generosità e la profonda passione che nutriva per la danza e per la vita. Peter Brook mi scelse per due rappresentazioni, la commedia La Tempesta e successivamente la tragedia Amleto di William Shakespeare, anche se io non avevo una formazione da attrice. La danza Kuchipudi infonde disciplina, rigore e consapevolezza della propria presenza scenica. Anche se non parliamo, nella danza indiana classica usiamo il corpo e l’espressione del viso per creare e raccontare storie. Ho dovuto lavorare molto sulla mia voce e su come variare il tono a seconda dell’emozione che volevo trasmettere. Decisamente Béjart e Brook sono stati dei veri guru per me. E che ricordi ha delle esperienze con Pina Bausch? Con Pina Bausch ho lavorato più a lungo. E quello che ho detto poco fa vale a maggiore ragione per lei. I suoi lavori hanno influenzato molto le mie coreografie. Ho collaborato con lei per dieci anni, su tre diverse produzioni, e ho fatto molti mesi di tour e di prove con la sua compagnia. All’inizio mi sentivo molto goffa, ma lei sapeva riconoscere le potenzialità delle persone e farle emergere. Tutto il lavoro che ho fatto nel mondo contemporaneo ha arricchito il mio stile, influenzandolo e modellandolo. Parliamo di Akasha, lo spettacolo che presenterà al LAC il prossimo novembre. Akasha è il mio lavoro più recente nello stile Kuchipudi. Riassume tutte le influenze stilistiche, le esplorazioni creative e le esperienze che ho fatto. Sarò accompagnata da musicisti che suonano dal vivo, come da tradizione. Cosa significa Akasha? In sanscrito significa cielo, etere o spazio. È lo spazio che ci circonda, il quinto elemento, l’infinito. Conosciamo solo un millesimo di Universo, ma percepiamo che c’è qualcosa intorno a noi che potrei chiamare energia. Vuole anticiparci qualcosa su quello che vedremo? Il programma è composto da diverse coreografie e termina con un pezzo che mi sta molto a cuore, forse il più innovativo che abbia creato, Bhairava: è un elogio al dio Shiva, rappresentato nel suo aspetto più terrifico, come il distruttore, l’incarnazione più sottile del diavolo. È un pezzo con musica potente e danza molto animata. Con queste performance vogliamo Foto pp. 4-5 : ©Elian Bachini rendere il pubblico più ricettivo verso tutto quello che il mondo e la vita hanno da offrire, mettendolo in contatto con l’Akasha. 5
LAC Focus India Mostra Sulle vie dell’illuminazione. Il mito dell’India nella cultura occidentale 1808-2017 A cura di Elio Schenini 24.09.2017 – 21.01.2018 MASI Lugano Sulle vie Orari: Ma –Do, 10:00–18:00 Giovedì aperto fino alle 20:00 Lunedì chiuso dell’illuminazione Biglietto intero a CHF 15.– L’altrove mitico dell’India nella cultura occidentale Da Emilio Salgari a Henri Cartier-Bresson, Werner Bischof, Robert Rauschenberg, fino ai Beatles, Pasolini e Anselm Kiefer: la fascinazione dell’India sulle espressioni artistiche occidentali è il fil rouge della grande mostra Sulle vie dell’illuminazione. Il mito dell’India nella cultura occidentale 1808-2017, cuore del progetto Focus India. Attraverso 400 opere – tra cui sculture, dipinti, fotografie – e materiali diversi, come poster, libri e film, la mostra racconta come questo grande Paese sia diventato quell’altrove mitico a cui, in modo particolare dagli anni Sessanta, si è guardato come alternativa a un mondo sempre più sottomesso alle logiche del consumismo. E ci pone di fronte a una domanda: cosa, di questo mito, rimane ancora oggi, di fronte a una realtà sempre più globale? Nei libri di storia, anche se forse oggi sarebbe meglio dire sulle enciclopedie online, 1 il 1808 si ricorda soprattutto per la rapida avanzata delle truppe napoleoniche in Spagna e per la feroce repressione dei moti popolari antifrancesi che Goya immortalò nella drammatica scena di una fucilazione notturna in uno dei suoi quadri più celebri. Solo spulciando 1 tra i numerosi accadimenti minori che le Vasilij Vereščagin cronache di quell’anno registrano ci si imbatte Taj Mahal Mausoleum, Agra nella notizia relativa alla pubblicazione 1876 di un “volumetto” di circa 300 pagine dal titolo Olio su tela Sulla lingua e la sapienza degli indiani scritto 2 da Friedrich Schlegel per i tipi di Mohr e Zimmer Mata Hari che danza nella libreria di Heidelberg. Eppure, a dispetto della del Musée Guimet a Parigi sua apparente insignificanza, la pubblicazione 1905 di questo libro avrebbe avuto, sui due secoli Stampa alla gelatina d’argento su carta successivi, un’influenza superiore a quella Musée Guimet. Musée national di ogni altro evento di quell’anno. des arts asiatiques, Paris 2 6
Giunto alla conclusione che il sanscrito rappresentasse la lingua originaria dalla quale avevano avuto origine lingue apparentemente molto diverse tra loro, come il latino, il greco, il tedesco e il persiano, Schlegel sosteneva infatti, nelle pagine di questo volume, la necessità di approfondire la conoscenza degli antichi testi nei quali era raccolto il pensiero indiano, perché questo avrebbe avuto per l’Europa del primo Ottocento lo stesso valore di novità e lo stesso effetto dirompente che aveva avuto la riscoperta dell’antichità greco-latina tra 3 Quattro e Cinquecento. Che Schlegel, seguito di lì a poco da Schopenhauer, avesse visto giusto, cogliendo con grande acutezza e precocità addestrato per poter raggiungere l’illuminazione. 3 un fenomeno che stava emergendo proprio Ma dove trovare, anche simbolicamente, questa Max Pechstein in quel momento, lo certificherà lo studio luce, se non là dove l’uomo vede apparire Weib mit Inder auf Teppich 1910 fondamentale pubblicato da Raymond Schwab ogni giorno la luce che dà vita al mondo? Come Olio su tela nel 1950, nel quale lo studioso francese sapevano bene già gli antichi: “ex Oriente lux”. dimostrerà l’affermarsi di una vera propria Dopo Alessandro Magno, dopo Marco Polo, 4 Renaissance orientale nella cultura europea dopo Cristoforo Colombo, era ancora una volta Ferdinando Scianna tra la fine del XVIII e i primi del XIX secolo. a Oriente che bisognava volgersi, era lì Benares, India Al Settecento illuminista, che si appropriava che occorreva andare a cercare quelle risposte 1997 del mondo grazie all’esercizio dei sensi che l’Occidente non riusciva più a trovare in Fotografia a colori e della ragione e che dissipava l’ignoranza se stesso. C’era un’altra antichità, oltre a quella © Ferdinando Scianna/Magnum con la luce della propria razionalità, si sostituiva greco-romana, e l’India, o forse sarebbe meglio Photos ora l’Ottocento romantico che indagava dire le Indie, divenne la meta – per alcuni reale, la profondità del sentimento, cercando la luce per altri unicamente immaginaria – di una 5 Edwin Lord Weeks sepolta nell’oscurità delle forze che si muovono moltitudine di intellettuali e artisti occidentali The Last Voyage all’interno del nostro mondo interiore. che volsero le loro gambe e i loro pensieri Souvenir of the Ganges Conseguentemente, alla ragione che deve verso Oriente. 1885 ca. essere istruita per poter illuminare il mondo, I primi a percorrere le strade polverose Olio su tela faceva ora spazio lo spirito che deve essere del subcontinente indiano e a offrire al pubblico 5 4 7
LAC Focus India Mostra dell’Induismo e del Buddismo e se ne appropriava. In quegli anni cominciarono infatti a essere praticati in Europa la meditazione e lo yoga. Con questo mondo, che aveva uno dei suoi principali centri di irradiazione nella colonia del Monte Verità ad Ascona, era in contatto anche Hermann Hesse, il quale nel 1922 con il suo Siddharta offrì alla gioventù del XX secolo un romanzo di formazione che incarnava una visione alternativa a quella ispirata ai valori borghesi della società capitalista. Sarà proprio 6 la riscoperta di questo libro negli anni Sessanta a guidare europeo un’immagine ampia di questo grande un’intera generazione di giovani occidentali Paese furono i vedutisti inglesi che, tra Sette in India sulle rotte dell’Hippie trail, seguendo e Ottocento, in concomitanza con l’espansione le orme di Allen Ginsberg e dei Beatles. dell’Impero britannico, con le loro stampe resero Per gli esponenti della controcultura giovanile familiari i grandiosi monumenti prodotti l’India, con i suoi santoni, le sue droghe, nei secoli dalle varie religioni e civiltà che si erano la sua spiritualità, la sua povertà, la sua musica, succedute sul suo territorio, i paesaggi ampi rappresentava il contraltare di un Occidente popolati di piante e animali esotici come tigri sottomesso alle logiche del consumismo ed elefanti e le figure dei diversi gruppi etnici di massa. Qui ritrovavano e sociali che lo popolavano. gli stessi valori di un mondo Nella seconda metà dell’Ottocento furono poi arcaico, ancora immune dalla i grandi pittori orientalisti, come l’americano modernità, che vi aveva trovato Edwin Lord Weeks o il russo Vasilij Vereščagin, nel 1963 Pasolini – uno dei e i sempre più numerosi fotografi che tanti scrittori, cineasti, fotografi viaggiavano nel Paese, a dare corpo a una e artisti della seconda metà rappresentazione dell’India coloniale del Novecento che l’India l’hanno che si radicò profondamente nell’immaginario visitata e raccontata – come europeo. Da queste e da altre immagini trassero pure Henri Cartier-Bresson, ispirazione autori che l’India non la videro mai, Alberto Moravia, Roberto come Emilio Salgari, autore in quegli anni Rossellini, Louis Malle, Ettore della fortunatissima epopea del ciclo dei pirati Sottsass, René Daumal, della Malesia, o il pittore francese Gustave Ferdinando Scianna, Giorgio 7 Moreau, nei cui dipinti l’India trascolora in una Manganelli, Francesco Clemente, Luigi Ontani, dimensione di mistero e di sogno. Günter Grass, Antonio Tabucchi, Sebastião Ma ormai l’India e più in generale l’Oriente Salgado, Gianfranco Rosi e moltissimi altri. 6 erano di moda. Nella Parigi della Belle Époque, Ripercorrere gli innumerevoli episodi Allen Ginsberg sul tetto della casa i costumi orientaleggianti dei Ballets Russes che compongono la storia della “fascinazione del brahmano in cui lui e Orlovsky e i numeri di danza indiana di ballerine dai nomi indiana” dell’Occidente, nell’anno in cui l’India soggiornarono tra dicembre 1962 più o meno esotici, come Mata Hari, Dourga celebra il settantesimo della propria e maggio 1963 a Benares l’Hindoue e Ruth St. Denis spopolavano. indipendenza, è anche un modo per riflettere Fotografia b/n All’esotismo opulento di maharaja e bajadere sul carattere esemplare che possono avere National Gallery of Art, Washington si opponeva però nello stesso tempo il rigore le testimonianze di questi incroci culturali Donazione Gary S. Davis ascetico di chi in India cercava la via per tra Oriente e Occidente, in un momento come 7 un rapporto diverso con la propria spiritualità. questo in cui si avvertono con forza le tensioni Sebastião Salgado Dall’eclettico sincretismo religioso del movimento prodotte dalla globalizzazione, e in cui più Coal Mining, Dhanbad, Bihar, India teosofico fondato da Helena Blavatsky, che gli incontri sembrano prevalere gli scontri 1989 “illuminata” anche lei – almeno stando ai suoi di civiltà. Stampa alla gelatina d’argento racconti – da un viaggio in Tibet, alla tensione su carta antiborghese del Movimento per la riforma della Elio Schenini © Sabastião Salgado vita, l’Occidente scopriva le pratiche millenarie Curatore della mostra Amazonas images 8 246
Qual è il colore dell’impegno? Trovarsi in un museo a contemplare l’arte è un’esperienza che allarga le vedute. Per questo Credit Suisse sostiene il LAC ed il MASI Lugano in veste di Partner Principale. credit-suisse.com/sponsoring 9 Copyright © 2017 Credit Suisse Group AG e/o delle sue affiliate. Tutti i diritti riservati. 24674_210x277_MASI_Lugano_KuS_d_V02.indd 1 05.09.17 10:59
LAC Focus India Rendez-vous Le attività per bambini, ragazzi e famiglie sono proposte da LAC edu Calendario di tutte le attività a pagina 14 La profondità Le informazioni pratiche delle singole attività sono disponibili sul sito www.india.luganolac.ch dell’India Culture e tradizioni indiane a portata di bambini e ragazzi Cos’è un mandala? Che significato hanno la meditazione in numerose tradizioni spirituali, le posizioni delle mani nella danza indiana? nell’Induismo e nel Buddismo. Questi stessi temi Quali sono le fiabe della tradizione saranno proposti a portata di bambini e ragazzi popolare indiana? E perché si fa yoga? da esperti e artisti, in diversi appuntamenti Lo scopriranno i bambini e i ragazzi che cadenzati sui quattro mesi del Focus. nel corso dei quattro mesi di Focus India frequenteranno i workshop, le letture e gli atelier creativi organizzati alla scoperta della magia dell’India. Le espressioni artistiche indiane tradizionali, come la danza, la scultura, la pittura e la letteratura sono strettamente connesse alla spiritualità del Paese e alle sue divinità, soggetto privilegiato di tutta la cultura indiana. Basti pensare al Kuchipudi, la danza tradizionale interpretata da Shantala Shivalingappa, che celebra le divinità, o al teatro-danza stile Bharata Natyam. Quest’ultima antica disciplina, paragonabile a una sorta di yoga in movimento, utilizza i principi base del respiro, della meditazione e della concentrazione che, uniti all’approfondimento del linguaggio dei mudra – le particolari posizioni delle mani – creano un’armonia tra corpo, mente, immaginazione e rigore. Piedi ritmici, mani che danzano, occhi che parlano: tutto il corpo è coinvolto in questo racconto danzato, in grado di fornire a chi lo pratica gli strumenti per l’elaborazione e la trasmissione di preghiere in forma di danza, attraverso la raffigurazione di miti i cui protagonisti sono giovani dèi. Dèi che ritornano insieme a fatti storici o di cronaca nell’antica pratica dei Patachitra, lunghe strisce di carta o tessuto dipinte a mano che poi venivano raccontate cantando. E infine la tradizione probabilmente più nota in occidente, insieme allo yoga: la creazione dei mandala, disegni mistici usati per focalizzare l’attenzione e aiutare 10
Nel laboratorio di teatro-danza di Lucrezia Maniscotti, ad esempio, i partecipanti potranno trasformarsi in divinità o eroi delle leggende indiane, come l’intelligente Ganesh o il valoroso Rama, il dispettoso Krishna o la bella Sita. Guidati da Urmila Chakraborty, impareranno a illustrare uno scroll secondo la tradizione Patachitra, realizzando un racconto che poi saranno invitati a interpretare, un po’ da artisti, un po’ da cantastorie. Potranno capire come si realizzano i mandala, praticare lo yoga o fare sperimentazioni creative legate ai risvolti più attuali dell’industria cinematografica e musicale Letture indiana. Lenti d’ingrandimento diverse a cura di LAC shop analizzeranno la cultura indiana e quanto più profonda sarà la conoscenza della tradizione Kim di Rudyard Kipling 10-14 anni da cui tutto questo deriva, tanto più facile Gio 19.10.17 sarà farsi coinvolgere dalla sua magia, capirne ore 18:00, Hall le forme, la funzione e la sua complessa serie di caratteri simbolici, mitologici e spirituali. Siddharta di Hermann Hesse dai 14 anni Me 09.11.17 ore 18:00, Hall Attività gratuite Nelle immagini alcuni momenti delle attività organizzate da LAC edu 11
LAC Focus India Qual è il valore del mercato dell’arte? Scopri di più con il «Global Art Market Report» pubblicato da UBS e Art Basel. Scaricabile gratuitamente su ubs.com/artbasel © UBS 2017. All rights reserved.
Surya Namaskara: il Saluto al Sole Rendez-vous Surya (sole) Namaskara (saluto) è un’antica pratica yoga composta da una sequenza di 12 posture – asana – che vengono realizzate accompagnate da un ritmo controllato del respiro (pranayama). Lo scopo di questa sequenza era inizialmente devozionale nei confronti del sole (surya), sin dai tempi antichi identificato come generatore di vita. La pratica del Saluto al Sole ha il compito di sciogliere, allungare e rendere flessibili i muscoli. Inoltre Surya Namaskara massaggia gli organi interni e amplia la respirazione generando energia. Tradizionalmente si esegue all’alba e prevede fino a 108 ripetizioni, numero sacro della tradizione Medicina ayurvedica: orientale. tre energie in equilibrio Yoga nella Hall In collaborazione con Yoga Roof Ayurveda, dal sanscrito “scienza della vita”, è un sistema Sa 07.10.2017, Sa 14.10.2017, Sa 28.10.2017 di prevenzione della salute di origini millenarie. Secondo Sa 06.01.2018, Sa 20.01.2018 tale antica medicina, la diversa combinazione dei cinque ore 9:00, Hall elementi da cui è composta la materia – terra, acqua, Attività gratuita fuoco, aria, etere – darebbe vita alle tre energie: Vata (etere+aria), Pitta (fuoco+acqua) e Kapha (terra+acqua) che determinano le diverse costituzioni psicofisiche. I rimedi ayurvedici, riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono volti a ristabilire l’equilibrio di queste tre energie e aiutano a mantenere salute e longevità. La mia India Conferenze a cura del Dott. Gianluigi Marini Me 18.10.2017 e Ma 14.11.2017 ore 18:00, Sala 1 La dea Kalì e la linguaccia Attività gratuita dei Rolling Stones Tra i tanti elementi riconducibili alla moda “indiana” che imperversava nella cultura giovanile degli anni ’60 e ’70 vi è anche il logo che identifica una delle band più note della storia del rock. La celeberrima bocca degli Stones venne disegnata nel 1971 da un giovane grafico, John Pasche, al quale Mike Jagger aveva suggerito di prendere spunto Diwali: una notte di luci al LAC da un dipinto della dea Kalì, nel quale la divinità indù era rappresentata, come spesso accade, con la lingua di fuori. Il Diwali è la grande festa induista dedicata alla luce e Il logo fece la sua prima comparsa sulla busta interna alla sua vittoria sulle tenebre, celebrata nella notte di luna piena dell’album Sticky Fingers, la cui copertina venne disegnata del mese di Kartika (tra metà ottobre e metà novembre). da Andy Warhol. Durante questa festività in India si accendono luci ovunque: le case vengono decorate con luci elettriche colorate, Sulle vie dell’illuminazione lampade a olio, candele galleggianti e fiori, mentre in famiglia Il mito dell’India nella cultura ci si scambiano doni. occidentale 1808–2017 24.9.2017 – 21.01.2018, Museo Speciale Diwali Ma–Do, 10:00–18:00 Sa 21.10.2017 e Do 22.10.2017 Gio fino alle 20:00 Lunedì chiuso 13
Programma LAC Focus India Percorso guidato Sa 23.09.17 Evento inaugurale Sa 30.09.17 Arte e yoga ore 17:00 Sa 21.10.17 Condotto da Carolina Maria Nazar Hall e Piazza Luini Sa 18.11.17 Sa 09.12.17 Sa 13.01.18 Mostra ore 10:30 Museo Do 24.09.17 Sulle vie dell’illuminazione – Do 21.01.18 Il mito dell’India nella cultura occidentale 1808–2017 Ve 06.10.17 Arte, poesia e musica Museo A cura di Elio Schenini Ve 10.11.17 A cura di Patrizia Nalbach MASI Lugano Ve 01.12.17 Con Gioacchino Balistreri, Sabrina Nardi Ve 05.01.18 e Dimitri Loringett ore 18:30 Musica Museo Do 24.09.17 India Night and Day ore 15:00-19:00 Percorso musicale e performativo Approfondimento Hall e Piazza Luini Do 15.10.17 Un quadro - una musica Do 08.10.17 Amrat Hussain Brother’s Trio ore 11:00 Con Eberhard Fischer e Dr. Chandra Holm ore 11:00 Amrat Hussain (tabla) Teatrostudio A cura di Lugano Musica Hall Sanjay Khan (voce, harmonium, classical raga) LAC edu Teepu Khan (tabla) LAC edu Do 22.10.17 Dunia Lecture d’oeuvre ore 11:00 Musica, danze e poesia dal mondo Brindiamo ad Arte Hall Denis Stern (chitarra e composizioni) Arup Kanti Das (voce, tabla e percussioni) Gio 05.10.17 L’India e gli artisti simbolisti Lucrezia Maniscotti (danza e interpretazione) Condotta da Silvio Joller LAC edu Sa 04.11.17 India/MOVEMENTS Gio 02.11.17 L’India e la filosofia occidentale ore 21:00 Un Bollywood Club londinese nella Hall Condotta da Silvio Joller Hall Gio 07.12.17 Lo yoga nelle culture occidentali di inizio Novecento Sa 18.11.17 Nishat Khan Condotta da Katia Gandolfi ore 17:00 Sitar Sala Teatro LuganoMusica Gio 04.01.18 Le esperienze architettoniche e urbanistiche permeate d’Oriente di Le Corbusier, Do 15.12.17 India Night and Day Bruno Taut e Eckart Muthesius ore 20:30 Percorso musicale e performativo ore 18:00 Condotta da Nicholas Costa Hall Museo Pranziamo ad Arte Danza Gio 19.10.17 L’India e la musica del Novecento Sa 11.11.17 Shantala Shivalingappa Condotta da Patrizia Nalbach ore 20:30 Akasha Sala Teatro LuganoInScena Gio 16.11.17 India ed esotismo nella fotografia occidentale Condotta da Alice Nicotra Sa 16.12.17 Aakash Odedra ore 20:30 Rising Gio 18.01.18 Spiritualità orientale nell’arte astratta occidentale Sala Teatro LuganoInScena Condotta da Alice Nicotra ore 12:30 Museo Cinema Ma 08.11.17 Le affinità elettive: il cinema e le altre arti Letture – Gio 30.11.17 A cura di Marco Müller con Deepti D’cunha Sala 4 e Iyesha Geeth Abbas Me 09.11.17 Siddharta di Hermann Hesse ore 18:00 A cura di LAC shop Il programma dettagliato della rassegna è disponibile LAC Shop sul sito www.india.luganolac.ch Gio 11.01.18 L’odore dell’India e Un’idea dell’india ore 18:00 Dai diari dello stesso viaggio in India fatto da Pasolini, LAC Shop Moravia ed Elsa Morante nel 1961 A cura di LAC shop 14
Conferenze Workshop per ragazzi Me 18.10.17 La mia India Sa 07.10.17 Introduzione alla musica indiana Ma 14.11.17 L’Ayurveda, la Scienza della Salute Indiana ore 14:00 A cura di Luca Congedo ore 18:00 e la Filosofia dell’Essere Atelier Sala 1 A cura del Dott. Gianluigi Marini Sa 14.10.17 India reloaded Sa 21.10.17 La danza narrativa indiana ore 10:30 Improvvisazione visuale ore 16:00 A cura di Lucrezia Maniscotti Sala 4 A cura di Roberto Mucchiut Hall Ma 24.10.17 L’invenzione dell’India: Workshop per bambini ore 18:00 fotografia ed esotismo Sala 4 Con Francesco Paolo Campione Sa 21.10.17 I mandala A cura del MUSEC, Museo delle Culture di Lugano ore 14:00 A cura di Silvia Paradela Hall Me 07.11.17 I mandala ore 18:00 A cura di Marilia Albanese Sa 21.10.17 Bharata Natyam Sala Refettorio ore 10:30 Danza narrativa Sala 3 A cura di Lucrezia Maniscotti Ma 21.11.17 Corpi del divino ore 18:00 L’iconografia dell’arte indiana Sa 25.11.17 Patachitra - “Disegni cantati” Sala Refettorio Con Giulia Bellentani ore 14:00 Le fiabe popolari indiane A cura del MUSEC, Museo delle Culture di Lugano Atelier A cura di Urmila Chakraborty Me 29.11.17 Il cervello mistico: religione e scienza ore 18:00 a confronto Con Prof. Moshe Idel, Prof. Adrea Rigo e Shahar Arzy, Atelier creativo per bambini Sala 1 neuroscienziato. Modera Viviana Kasam I mandala Do 01.10.17 A cura dell’Associazione BrainCircleItalia Condotto da Veronica Tanzi Do 15.10.17 In inglese Do 12.11.17 Do 26.11.17 Ma 05.12.17 I chakra Do 10.12.17 ore 18:00 A cura di Marilia Albanese Do 14.01.18 Sala Refettorio ore 15:00 Atelier Ma 16.01.18 Modernism in India ore 18:00 Con Partha Mitter Ma 10.10.17 Primi passi nell’arte Sala Refettorio A cura del MUSEC, Museo delle Culture di Lugano Ma 17.10.17 Condotto da Laura Raia Ma 24.10.17 In inglese Ma 07.11.17 Ma 14.11.17 ore 16:00 Yoga Atelier Sa 07.10.17 Yoga nella Hall Sa 14.10.17 In collaborazione con Yoga Roof Letture per bambini e ragazzi Sa 28.10.17 Sa 06.01.18 Me 04.10.17 Primi passi nella lettura Sa 20.01.18 ore 16:30 A cura di LAC shop ore 09:00 LAC shop Hall Gio 19.10.17 Kim di Rudyard Kipling Do 22.10.17 Yoga ore 18:00 A cura di LAC shop ore 17:00 Con gli insegnanti di Yoga Roof LAC shop Sala 1 Vacanze al LAC per bambini Workshop per professionisti Ma 31.10.17 L’India, l’Arte e l’Arte dello yoga Gio 16.11.17 La musica indiana – Ve 03.11.17 Condotto da Carolina Maria Nazar Ve 17.11.17 Condotto da Nishat Khan ore 14:00 Teatrostudio – 16:00 I dettagli del workshop sono disponibili sul sito www.india.luganolac.ch Rendez-vous: Percorsi guidati, Lecture d’oeuvre, Approfondimento, Conferenze, Yoga, Workshop, Atelier creativi e Vacanze al LAC sono parte del programma di LAC edu. Speciale Diwali Sa 21.10 e Do 22.10 (pagina 13) Programma aggiornato al 07.09.2017. Eventuali modifiche sono consultabili sul sito www.india.luganolac.ch 15
LAC Focus India Musica Nishat Khan Sitar Sa 18.11.2017 ore 17:00, Sala Teatro LuganoMusica In co-produzione con Il presente LAC Lugano Arte e Cultura Biglietto intero a partire da CHF 35.– e il futuro del sitar Intervista a Nishat Khan Un ponte Il suo linguaggio sonoro grazie a un approccio unico, innovativo trascende le barriere e contemporaneo. Il mio linguaggio sonoro sonoro tra India dei generi musicali e i confini abbraccia ed esplora i generi musicali e Occidente, culturali della musica indiana. più disparati, dai canti greogoriani alla musica La stampa internazionale classica occidentale, fino al jazz e al flamenco, costruito, lo ha paragonato a Jimi Hendrix senza mai tralasciare il patrimonio culturale come accade e Bach, e la sua musica dicono indiano originario. sia un’esperienza d’estasi Come è strutturato il linguaggio musicale anche nella per l’ascoltatore. indiano e quanto conta l’arte Nishat Khan è oggi uno dei più dell’improvvisazione? migliore musica famosi ed eleganti musicisti Mentre la musica classica occidentale segue jazz, sull’improv- suonatori di sitar della nuova i principi dell’armonia, quella indiana è basata generazione. La sua grande sulla melodia. Ogni brano classico indiano visazione. versatilità lo ha portato a è costruito su Raga: strutture musicali antiche “dialogare” sul palco con Eric che vengono tramandate oralmente da Clapton, John McLaughlin, Philip Glass, Carlos Maestro ad allievo, ognuna, potremmo dire, Santana, tra gli altri, e a lavorare per dare vita con un’ “anima” propria. L’accompagnamento ed emozione, con la sua musica, a film di registi del canto o l’esecuzione solista viene eseguita quali Bernardo Bertolucci e James Ivory. È il improvvisando sulle note della scala del Raga, presente e il futuro del sitar, un ponte sonoro tra in base a regole caratteristiche India e Occidente, costruito, come accade anche ad esso legate. Conferenze e workshop nella migliore musica jazz, sull’improvvisazione. L’improvvisazione assume un ruolo fondamentale nella Musica indiana Iniziamo dalle origini: lei è figlio d’arte, proviene performance. Un buon musicista Workshop per professionisti Con Nishat Khan da una famiglia di musicisti dell’India lo si riconosce proprio A cura di LAC edu settentrionale che vanta una lunga tradizione dalla sua abilità a improvvisare, Gio 16.11.2017 e Ve 17.11.2017 di suonatori di sitar. Quando ha iniziato nel dare “vita” a un Raga. Teatrostudio a suonare? Da musicista classico indiano Alla mia famiglia è dovuta l’evoluzione del sitar e la si è avvicinato e interessato Dettagli sul sito www.india.luganolac.ch sua diffusione in tutto il mondo. Siamo considerati alla musica occidentale. il presente e il futuro di questo particolare strumento Come questo passaggio Conferenze e documentari e della musica indiana. Non ricordo quando ho ha influenzato la sua musica? A cura di LuganoMusica iniziato a suonare, ma mi esibisco dall’età di sette Per un artista è normale Sa 18.11.2017 anni. A tredici ero il più giovane musicista ad avere lasciarsi ispirare dai grandi ore 14:00, Sala Refettorio mai suonato all’All-India Radio. musicisti e dalla musica Attività gratuita Come nella sua musica interpreta quella del passato. Gli stessi Claude- tradizionale indiana? Achille Debussy, Olivier In molti dicono che ho creato un nuovo stile Messiaen, Benjamin Britten 16
o Manuel de Falla, sono stati sedotti e influenzati dalla musica classica indiana. Ogni musicista, ad esempio, assimila e fa propria una melodia, una composizione, un’esibizione che lo ha emozionato. Personalmente io amo interpretare la musica in grado di “parlarmi”, di qualsiasi cultura o genere essa sia. Ciò che caratterizza la mia musica è senza dubbio la passione, e l’aspetto umano e universale che incarna. Ha suonato con alcuni dei più importanti artisti della scena internazionale, quali Eric Clapton, Carlos Santana, John McLaughlin e Jeff Beck. Come si creano sperimentazioni insieme su generi musicali così diversi? Innanzitutto è molto divertente salire sul palco insieme ad altri artisti: è un’esperienza gioiosa. Collaboro spesso con McLaughlin, uno dei chitarristi jazz più sofisticati al mondo. Suonare insieme a lui è come creare una specie di dialogo, durante il quale rispondiamo vicendevolmente l’uno al suono dell’altro. Tra i suoi lavori ci sono anche composizioni e arrangiamenti musicali per l’industria cinematografica di Bollywood, ma non solo. Sì, è vero, Il mio lavoro è molto variegato. Amo la musica di ogni genere e tipo, “profonda” o “semplice” che sia, e amo suonarla. La musica e le canzoni di Bollywood, a un primo ascolto, possono apparire semplici, in realtà sono esempi molto interessanti di orchestrazione. Lavorare per il cinema offre un terreno stimolante per chi crea musica. Ho composto e suonato le colonne sonore di numerosi film, come Calore e polvere di James Ivory e Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci. In occasione delle celebrazioni del centesimo anniversario del cinema indiano, nel 2013, ho composto la colonna sonora per il film muto del regista tedesco Franz Osten A Throw of Dice, che fu la prima collaborazione indo-europea in questo ambito. Quello del LAC sarà il suo primo concerto a Lugano, cosa ci possiamo aspettare? Sono molto onorato dell’invito ricevuto a suonare in questo importante centro culturale. Spero sia l’inizio di una lunga amicizia. Oltre al concerto, terrò anche una master class aperta agli studenti del conservatorio di Lugano e ai musicisti professionisti. Sarà un’esperienza totale. Spero insomma di sorprendere il pubblico con la mia musica accessibile, giocosa e profonda al tempo stesso. Foto: © Nishat Khan 17
LAC Focus India Musica India Night and Day Sa 23.9.2017 ore 19:30, Hall e Piazza Luini Do 24.9.2017 ore 15:00, Hall e Piazza Luini Ve 15.12.2017 ore 20:30, Hall Progetto artistico di Saul Beretta Una produzione Musicamorfosi Indian Waves Evento gratuito Incontro tra due mondi musicali È ai viaggiatori del sedicesimo secolo Il 1967 è l’anno d’oro per la consacrazione verso l’India – commercianti e missionari formale dell’influenza indiana sulla musica portoghesi e spagnoli – che bisogna risalire occidentale: l’album West Meets East, frutto per trovare il primo punto d’incontro della collaborazione tra Menhuin e Shankar, tra musica indiana e occidentale. Di lì in poi, vince il Grammy Award come “Miglior Disco suoni e linguaggi indiani hanno sempre di Musica da Camera”, Sgt. Pepper dei Beatles influenzato i musicisti occidentali, a vari quello per il “Miglior Album dell’Anno” e Far East livelli. Anche se nel corso dei secoli la Suite, di Duke Ellington, si aggiudica il premio situazione è andata sicuramente cambiando, per la “Miglior Performance di Jazz Strumentale”. le relazioni tra i due generi sono mutate Per la prima volta nella storia, nelle tre e di recente molti musicisti indiani hanno categorie contemplate all’epoca – rock, jazz fatto proprie le dinamiche più tipiche e classica – avevano vinto album influenzati Concerti, dj set del pop angloamericano. in vario modo dalla musica indiana. e live performance Le “Indian Waves” inondano ora anche il LAC: Per ripercorrere alcuni momenti salienti di il loro suono trascinerà con sé il pubblico, Hall in musica LAC edu questo crossing point musicale, dall’India verso tra tradizione, ricerca e innovazione, facendogli Occidente, è nell’ambito della produzione colta scoprire le influenze esercitate dall’India sulla Amrat Hussain Brother’s Trio del ventesimo secolo che bisogna fare ritorno, musica “occidentale”. Sarà proprio il pubblico Do 08.10.2017 quando alcuni compositori – come Albert il protagonista di India Night and Day: un ore 11:00, Hall Roussel, Gustav Holst, John Taverner, Philip Glass percorso musicale e performativo sempre e Steve Reich – danno vita a una serie di opere diverso – di giorno o di notte – che vedrà Dunia. variamente influenzate dalla musica o dal postazioni e artisti disporsi negli spazi pubblici Musiche, danze pensiero indiano. Le esibizioni live di Ravi Shankar del LAC e alternarsi in brevi set, facendo e poesia dal mondo e Ali Akbar Khan, negli anni Cinquanta, spostare gli spettatori, non solo fisicamente, Do 22.10.2017 catturano la scena di una parte della comunità ma anche temporalmente e musicalmente, ore 11:00, Hall jazzistica americana e questo interesse diventa a cavallo tra generi diversi e lontani. Generi Eventi gratuiti ancora più evidente nel percorso intrapreso da segnati da un rapporto più o meno esplicito Miles Davis in Kind of Blues (1959) e nelle con l’India: dal minimalismo psichedelico scelte stilistiche di John Coltrane. Nel decennio di Terry Riley a quello matematico di Steve Reich, India/MOVEMENTS successivo è nel contesto della controcultura dall’esotismo salgariano della Far East Suite angloamericana che la musica indiana trova di Ellington, alla ricerca mistica di A love Un Bollywood Club terreno fertile, tra i poeti della Beat Generation supreme di Coltrane. Tra suggestioni e inattese londinese nella Hall e la propaganda attivista in favore delle droghe connessioni, il sitar diventa “pop”, la chitarra Sa 04.11.2017 psichedeliche di Timothy Leary. È così che slide si scopre “indiana” e alla chitarra acustica ore 21:00, Hall le sperimentazioni sonore e formali si affiancano spuntano tanti manici quante le braccia della Dettagli sul sito www.india.luganolac.ch a un certo interesse per la dimensione misteriosa dea Kalì. allucinogena e i sound esotici, accogliendo anche il beneplacito di critica e pubblico. 18
«… Quella notte tutto il mare che si stende lungo le coste occidentali del Borneo era d’argento. I naviganti non potevano sperare una notte migliore, poiché anche il mare era calmissimo e solamente una fresca brezza, impregnata de’ mille profumi di quell’isola meravigliosa, lo faceva Foto: © LAC Lugano appena appena increspare…» Emilio Salgari 19
LAC Focus India Cinema Le affinità elettive: il cinema e le altre arti A cura di Marco Müller con Deepti D’cunha e Iyesha Geeth Abbas Me 08.11.17 - Gio 30.11.2017 Sala 4 Il programma dettagliato della rassegna è disponibile sul sito www.india.luganolac.ch Le affinità elettive Biglietto intero CHF 8.– singola proiezione abbonamento CHF 50.– Il continente indiano attraverso la settima arte Il rapporto fra il cinema modernista e quello cinematografica più radicale: molti degli visionario dell’India contemporanea, insieme esperimenti legati all’arte moderna – il cinema ai linguaggi espressivi della tradizione, in quest’ottica diviene la continuazione e il sono indagati in un’inedita rassegna superamento delle arti visive classiche – sono cinematografica, Le affinità elettive: venti stati sostanziati dalla conoscenza e dal programmi sulle arti visive, l’architettura, riferimento costante alla musica e alla pittura la musica, il teatro e la danza. Un percorso classica. Molti registi infatti non si sono limitati di settant’anni in totale di storia dell’India, a un’unica espressione artistica, ma hanno per esplorare i numerosi e mutevoli aspetti dato vita a una produzione poliedrica. In tal modo del continente indiano guidati per mano concezioni eterogenee dell’avanguardia hanno dalla settima arte. potuto coesistere con la tradizione. Questo è accaduto, ad esempio, nelle opere del grande Già nelle antiche culture indiane si studiava innovatore bengalese Ritwik Ghatak e in quelle la possibilità di coordinare colori e suoni, pitture dei suoi migliori discepoli, Mani Kaul, Kumar (miniature) e musica. Diverse denominazioni e Shahani, John Abraham e Goutam Ghose. aggettivazioni – appartenenti in origine alle arti La parte migliore del cinema indiano moderno visive – vennero presto affiancate a quelle e contemporaneo ha sempre lavorato del sistema sonoro-musicale e questa alla creazione/reinvenzione di nuovi “paradigmi” assimilazione di due mondi percettivi differenti estetici, che si sono arricchiti anche grazie è continuata in epoca moderna, tanto da essere a un rapporto forte con la danza e il teatro. È al reinventata grazie alle sperimentazioni dei cinema, infatti, che, subito dopo l’Indipendenza, maggiori registi. ha scelto di avvicinarsi il coreografo Uday Dal secondo dopoguerra in poi, il cinema indiano Shankar, per popolarizzare le sue innovazioni dimostra una volontà di “sinestesia”, di uno e le nuove forme di danza – la sua unica regia scambio continuo fra cinema, musica e arti visive si chiama, significativamente, Kalpana e dello spazio. Non è un caso infatti se alcuni (Immaginazione, 1948). È nel cinema che due fra i protagonisti del rinnovamento del cinema dei pittori più “eretici”, Maqbool Fida Husain indiano abbiano spesso firmato le colonne e Akbar Padamsee, combattuti entrambi sonore dei propri film (e addirittura di quelli dall’integralismo religioso, hanno potuto continuare di altri cineasti). Il caso più clamoroso è quello le loro sperimentazioni creative. È attraverso del grande regista bengalese Satyajit Ray: il cinema che la “scandalosa” scrittrice Ismat in tutte le sue opere – da Tīn kanyā (Tre figlie, Chughtai può trascrivere visivamente alcune 1961) fino all’ultimo film Agantuk (Lo straniero, pagine importanti della poesia moderna. 1991) – le colonne sonore sono proprie La Nouvelle Vague indiana degli anni Sessanta composizioni. Ray è stato autore infatti anche ha il suo capofila in Mani Kaul, al tempo regista di alcuni film-saggio sulla danza e sull’architettura. cinematografico (stilisticamente e politicamente V. Shantaram La compenetrazione di mondi artistici differenti radicale) e uno degli ultimi esponenti Jhanak Jhanak Payal Baaje è stata portata avanti anche dall’avanguardia del Dhrupad, il più antico stile ancora praticato 1955 20
di musica spirituale e contemplativa. Sin dal primo lavoro cinematografico, Forms and Design (Forme e disegno, 1968), il suo riferimento alla pittura e all’architettura – oltre che alla musica – è stato costante. Più interessato a esplorare le possibilità di una forma che a verificare se quella forma potesse o meno veicolare tesi preconcette, Kaul ha sempre montato i suoi film come se stesse componendo un brano di musica classica indiana, spostando un’inquadratura per farla aderire a un modo, un ritmo (anche contro la logica, la cronologia) fino a trovare la posizione giusta per quella “nota tenuta”. Il suo metodo di montaggio farà scuola, tanto da rimanere ancora oggi un riferimento per il cinema di poesia (e per il cinema documentaristico, come dimostrano i lavori di S. N. Sastry). In parallelo a Kaul, i registi Aravindan (anche compositore di colonne sonore, per sé e per altri) e Adoor Gopalakrishan – due dei principali esponenti del nuovo cinema del Sud dell’India – hanno studiato e praticato la danza e il teatro della tradizione, ai quali hanno dedicato un piccolo, ma prezioso corpus di lavori cinematografici. Tutte queste vicende creative, dagli anni Sessanta agli anni Novanta, hanno continuato a produrre filiazioni nel cinema indiano contemporaneo. L’esempio più significativo è quello del più importante cineasta odierno di ricerca, Amit Dutta. Con ostinazione, Dutta si è servito delle arti della tradizione per esplorare i nuovi territori del cinema espanso (e dell’oltre-il-cinema): i protagonisti dei suoi capolavori narrativi, Nainsukh (2010) e The Unknown Craftsman (Il mastro artigiano sconosciuto, 2017) sono, rispettivamente, Nainsukh di Guler, il maestro della miniatura pahari “delle montagne” (vissuto tra il 1710 e il 1778), e l’ignoto costruttore dei templi rupestri di Masrur (VIII secolo). Questa rassegna cinematografica è anche un inedito percorso attraverso settanta anni di vicende artistiche (dall’Indipendenza al presente) dell’India. Un’occasione unica per scoprire finalmente un continente audio-visivo largamente inesplorato in Occidente. Marco Müller Curatore della rassegna La rassegna cinematografica è realizzata dall’Associazione Cinergia in collaborazione con la Cinémathèque suisse e le principali istituzioni indiane: il Ministry of Information and Broadcasting, il National Film Archive of India, la Films Division e la National Film Development Corporation, che hanno restaurato e sottotitolato in inglese, per l’occasione, film rimasti inediti fuori dall’India oppure dimorati invisibili per vent’anni e più; S. S. Vasan l’Indira Gandhi National Institute for the Arts, il Ministry Chandralekha (Tamil) of Culture e il Ministry of External Affairs, da cui 1948 provengono altri rari film. 21
LAC Focus India Rendez-vous Mandala: i disegni dell’armonia I mandala sono disegni mistici, diagrammi composti da quadrati e cerchi, simboli delle forze cosmiche, utilizzati come supporti alla meditazione. Si possono realizzare in modi diversi: sotto forma di immagini dipinte, disegni di sabbia colorata, piccoli mucchi di riso o di oggetti tridimensionali, generalmente di metallo fuso. Attraverso il mandala, il caos e l’inestricabile complessità del mondo diventano un disegno dallo schema Scienza e religione: semplice su cui concentrarsi e meditare. il cervello mistico I mandala È possibile spiegare un’esperienza mistica attraverso la scienza? Workshop per bambini e famiglie Alcuni studi dimostrano di sì. Esisterebbe infatti una relazione con Silvia Paradela tra il funzionamento di specifiche aree cerebrali e la tendenza Sa 21.10.2017, ore 14:00, Hall alla trascendenza. Si apre una prospettiva nuova che intende Attività gratuita offrire una comprensione scientifica basata sui meccanismi della fisiologia cerebrale, superando l’approccio teologico, sociologico e psicoanalitico che finora ha dominato gli studi su queste esperienze. Il cervello mistico: religione e scienza a confronto Conferenza a cura dell’Associazione BrainCircleItalia Con Prof. Moshe Idel, Prof. Adrea Rigo e Shahar Arzy, neuroscienziato Modera Viviana Kasam Me 29.11.2017, ore 18:00, Sala 1 Attività gratuita Yoga: corpo e mente in armonia Yoga in sanscrito significa “congiungere” e indica l’obiettivo di questa antica disciplina indiana – oggi molto diffusa in tutto l’Occidente – che combina posture fisiche (asana), tecniche di respirazione ritmata (pranayama) e meditazione, per raggiungere uno stato di salute, armonia e consapevolezza tra corpo e mente. La cucina indiana: Nel 2014 è stata istituita dall’ONU la Giornata internazionale sapori speziati dello Yoga, che ricorre il 21 giugno, durante il solstizio d’estate. Una ricchissima sinfonia di aromi, colori e sapori: la cucina Arte e yoga indiana è caratterizzata dall’uso di spezie – quali il curry, Workshop condotto da Carolina Maria Nazar il cardamomo, il cumino, la curcuma, i semi di senape – e dei Sa 30.09.2017, Sa 21.10.2017, Sa 18.11.2017 loro mix, i masala, che ne contengono fino a 50 diverse. Sa 09.12.2017, Sa 13.01.2018 Tra i piatti più popolari si possono gustare il biryani preparato ore 10:30, Museo con riso, carne e spezie, il dahl una zuppa di lenticchie rosse CHF 20.– a persona servita con il tipico pane chapati o il più classico pollo al curry, (comprensivo di ingresso al museo) tutti accompagnati da una tazza di chai, il tè nero con spezie e latte. Durante Focus India, al LAC café sarà possibile provare i sapori della cucina indiana. 22
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