Le piante officinali degli Ecomusei del Trentino - nei territori - Trentino Agricoltura

Pagina creata da Cristina Manfredi
 
CONTINUA A LEGGERE
Le piante officinali degli Ecomusei del Trentino - nei territori - Trentino Agricoltura
Le piante officinali
         nei territori
degli Ecomusei del Trentino

    Guida alla scoperta di saperi,
        tradizioni e itinerari

  Volume I - Ecomuseo Argentario
Le piante officinali degli Ecomusei del Trentino - nei territori - Trentino Agricoltura
2014 © – Tutti i diritti riservati.

Coordinamento progetto editoriale: Federico Bigaran
Coordinamento e redazione testi: Stefano Mayr
Revisione testi e coordinamento Ecomusei: Adriana Stefani, Silvia Corrado

Volume I Ecomuseo Argentario: Ivan Pintarelli, Stefano Delugan
Volume II Ecomuseo del Lagorai: Valentina Campestrini, Katia Lenzi
Volume III Ecomuseo della Judicaria: Diego Salizzoni, Guido Donati, Marco Merli
Volume IV Ecomuseo del Tesino, Terra di Viaggiatori: Mariano Avanzo, Francois Salomone
Volume V Ecomuseo della Valle del Chiese: Aurora Mottes, Manuel Zorzi
Volume VI Ecomuseo della Val di Peio: Oscar Groaz, Monica Framba, Maria Loreta Veneri
Volume VII Ecomuseo del Vanoi: Silvia Gradin, Federica Micheli

Cartografia a cura di Augusto Cavazzani
Fotografie: archivi fotografici dei singoli ecomusei, archivio Stefano Mayr,
archivio Mariano Avanzo, archivio Raffaella Lunelli, archivio Maurizio Fernetti
Progetto grafico e impaginazione: Artimedia – Trento

ISBN 978-88-7702-365-0

1ª edizione gennaio 2014

ARTIMEDIA
Valentina Trentini, editore
38122 Trento - Via Madruzzo, 31
Tel. 0461 232400 - Fax 0461 265878
Internet: www.artimedia.it
E-mail: info@artimedia.it
Le piante officinali degli Ecomusei del Trentino - nei territori - Trentino Agricoltura
Le piante officinali nei territori
   degli Ecomusei del Trentino
                 GUIDA ALLA SCOPERTA
     DI SAPERI, TRADIZIONI E ITINERARI

          Volume I - Ecomuseo Argentario
Le piante officinali degli Ecomusei del Trentino - nei territori - Trentino Agricoltura
Le piante officinali degli Ecomusei del Trentino - nei territori - Trentino Agricoltura
SOMMARIO

Presentazione                                                    6

Introduzione                                                     8

Ecomuseo dell’Argentario                                        12

Il Trentino e le sue erbe                                       18
 La situazione attuale in Trentino                              21
 La gestione dell’azienda agricola dal punto di vista pratico   22
 Il Regolamento attuativo provinciale
 (in attuazione della LP 28 marzo 2003, n. 4)                   24
 Alcune utili definizioni                                       26

L’utilizzo locale delle erbe                                    32
 Le zirele alle erbe                                            33
 Usi innovativi                                                 37

Percorsi alla scoperta delle erbe                               44
 Prati di Montepiano                                            46
 L’Orto in Villa ed i paesaggi ameni                            48
 Civezzano, Maniago e il senter del Lof                         50

Il turismo che vuole profumare d’erba                           56

Le norme da seguire                                             60

                                                                     5
Le piante officinali degli Ecomusei del Trentino - nei territori - Trentino Agricoltura
PRESENTAZIONE

    L’
               iniziativa editoriale che ho il piacere di presentare è frutto
               di un intenso lavoro, effettuato “a più mani”, con il contri-
               buto di una pluralità di soggetti: tecnici, esperti, agricoltori,
               ristoratori, operatori turistici, rappresentanti di associazioni
    e di amministrazioni comunali, guardie forestali, anziani, ecc…, ac-
    comunati dalla passione per il variegato mondo delle piante officinali
    e per il nostro territorio.
    La pubblicazione è una guida, composta da sette agili libretti, per ac-
    compagnare il lettore alla scoperta del vasto mondo di saperi, tradi-
    zioni ed itinerari collegati alle piante officinali, che si cela nei territori
    dei sette Ecomusei del Trentino che hanno partecipato al progetto.
    L’opera è nel contempo una testimonianza della volontà di dar voce
    e nuove opportunità alle realtà considerate “marginali “del Trentino,
    per costruire un’offerta turistica basata sull’esperienza diretta, sulla
    conoscenza dell’ambiente e della natura che sappia coinvolgere la
    popolazione locale.
    L’opportunità di intraprendere questo percorso è stata la partecipa-
    zione del Servizio Agricoltura, Ufficio per le produzioni biologiche, al
    progetto comunitario “SY_CULTour – Sinergia tra cultura e turismo:
    utilizzo dei potenziali culturali nelle zone rurali svantaggiate”, finan-
    ziato nell’ambito del programma Interreg Sud-Est Europa. Seguen-
    do le metodologie partecipative coordinate a livello internazionale
    la Provincia ha coinvolto pienamente nel progetto la rete degli Eco-
    musei del Trentino, affidando loro la realizzazione delle varie azioni
    del progetto pilota intitolato “Dalla tradizione alla produzione: l’uso
    sostenibile delle piante officinali coltivate e spontanee nel contesto
    dell’offerta turistica rurale”. Produttori, trasformatori, ristoratori, ge-
    stori di impianti termali e di centri benessere, albergatori, educatori
    ambientali, associazioni, fondazioni, abilmente coordinati dalla Rete
    degli Ecomusei, hanno saputo cooperare con spirito innovativo e par-
    tecipativo per il raggiungimento di un comune interesse. La costante
    ed intensa attività d’animazione locale e di ricerca su usi e tradizioni
    del mondo rurale, effettuata negli ultimi anni, ha consentito l’efficace
    e attiva partecipazione degli Ecomusei e delle numerose associazioni
    ad essi collegate.
    Il progetto SY_CULTour ha saputo individuare nel patrimonio di cono-
    scenze legato alle erbe officinali ed aromatiche un potenziale cultu-
    rale di sviluppo attorno al quale si sono mobilitati gli interessi sia del

6
Le piante officinali degli Ecomusei del Trentino - nei territori - Trentino Agricoltura
settore agricolo-produttivo sia di quello turistico-culturale. Il ricco ca-
pitale territoriale di cui dispongono gli Ecomusei, se adeguatamente
valorizzato, consente di favorire uno sviluppo equilibrato anche nelle
aree rurali generalmente meno interessate dai flussi turistici. Il per-
corso di valorizzazione rafforza nel contempo l’identità della popola-
zione e ne preserva il patrimonio culturale, materiale ed immateriale,
per le future generazioni.
Il progetto si inserisce nell’attività dell’amministrazione provinciale
finalizzata a favorire la cooperazione tra i settori agricolo e turisti-
co e l’esperienza riportata nelle guide dimostra che la coltivazione e
la raccolta di piante officinali detiene ampie potenzialità. L’adozione
del marchio provinciale TRENTINERBE® ha costituito la necessaria
premessa per avviare il percorso di integrazione, qualificando le pro-
duzioni e garantendo nel contempo il consumatore.
Le guide offrono quindi al lettore un interessante compendio di co-
noscenze, non solo geografiche ma anche storico-culturali ed enoga-
stronomiche, relative alle aree dei sette Ecomusei trentini. Un “viag-
giatore interessato” potrà trovare informazioni specifiche sui territori
riguardanti l’ospitalità, le aziende produttrici presenti, i sentieri na-
turalistici, le specie tipiche della zona ed altro ancora, come primo
passo verso la creazione di un vero e proprio “pacchetto turistico te-
matico”. L’esperienza effettuata ha consentito di comprendere come
sia possibile, attraverso la costruzione d’iniziative volte ad un turismo
che si richiami ai concetti di responsabilità, sostenibilità ed ecologia,
creare nuove opportunità di lavoro ampliando la presenza turistica ai
periodi primaverili ed autunnali, mantenendo la cultura locale ed il
territorio. In questo gli Ecomusei possono svolgere un ruolo chiave
mettendo in rete gli attori, sviluppando progetti ed iniziative per di-
venire i custodi dei saperi, delle tradizioni rurali e della biodiversità.
Ringrazio quanti hanno collaborato alla realizzazione di questa pub-
blicazione ed auguro ai lettori ed ai visitatori del Trentino di lasciarsi
coinvolgere nella riscoperta degli antichi saperi legati alle erbe offici-
nali ed aromatiche, patrimonio delle nostre comunità.

                                                   Michele Dallapiccola
                                      Assessore all’agricoltura, foreste,
                                 turismo e promozione, caccia e pesca
                                    della Provincia Autonoma di Trento

                                                                              7
Le piante officinali degli Ecomusei del Trentino - nei territori - Trentino Agricoltura
INTRODUZIONE
    PROGETTO SY_CULTour
    SINERGIA FRA CULTURA E TURISMO:
    L’UTILIZZO DEI POTENZIALI CULTURALI
    NELLE ZONE RURALI SVANTAGGIATE

    L
             a presente pubblica-          della qualità della vita nelle zone
             zione è stata realizzata      rurali, che coprono la metà della
             nell’ambito del progetto      superficie comunitaria e rappre-
             comunitario denomina-         sentano circa il 20% della po-
    to “SY_CULTour – Sinergia fra          polazione, è uno degli obiettivi
    cultura e turismo: l’utilizzo dei      condivisi dalle politiche dell’U-
    potenziali culturali nelle zone ru-    nione europea. Proprio in que-
    rali svantaggiate” finanziato dal      sto contesto si inserisce il pro-
    programma Interreg SEE (Sud            getto SY_CULTour, che ha come
    Est Europa), di durata triennale       fine principale il miglioramento
    (marzo 2011 – febbraio 2014).          della gestione del capitale ter-
    Il progetto è stato coordinato a       ritoriale per favorire uno svilup-
    livello provinciale dall’Ufficio per   po socioeconomico equilibrato
    le produzioni biologiche del Ser-      delle aree rurali, rafforzando nel
    vizio Agricoltura della PAT che        contempo l’identità culturale e
    ha accolto la proposta di par-         preservando il patrimonio cul-
    tenariato presentata dal Centro        turale materiale ed immateriale
    di Ricerca dell’Accademia Slo-         per le generazioni future.
    vena di Scienze e Arte, l’Istituto
    Geografico Anton Melik (ZRC            Al progetto prendono parte sei
    SAZU), da anni impegnato nello         paesi europei, Slovenia, Serbia,
    studio di aree marginali, del pa-      Ungheria, Grecia, Bulgaria e Ita-
    trimonio rurale e delle tematiche      lia, ognuno dei quali ha candi-
    legate allo sviluppo regionale.        dato una, o più “aree pilota” per
    La diversificazione delle attività     un totale di 11 realtà. Per l’Italia
    economiche e il miglioramento          oltre alla Provincia Autonoma
8
Le piante officinali degli Ecomusei del Trentino - nei territori - Trentino Agricoltura
di Trento partecipa la Comunità          si, benessere, ecc…) passando
Montana Sirentina (Abruzzo).             attraverso la riscoperta del pa-
Il progetto pilota elaborato dalla       trimonio culturale tradizionale
PAT riguarda la valorizzazione           delle comunità rurali. L’iniziativa
del patrimonio culturale legato          prevede infatti la valorizzazione
all’utilizzo delle piante officinali     della conoscenza della cultura
ed è denominato “Dalla tra-              rurale legata all’uso delle erbe
dizione alla produzione: l’uso           officinali e la promozione delle
sostenibile delle piante offici-         attività agricole per la loro pro-
nali coltivate e spontanee nel           duzione e la raccolta di piante
contesto dell’offerta turistica          spontanee presenti nei territori
rurale”. Partner locali del pro-         trentini. Il settore delle piante
getto sono stati individuati i           officinali è stato recentemente
sette ecomusei che compongo-             valorizzato dalla Provincia Au-
no la rete ecomuseale trentina           tonoma di Trento attraverso la
e che a loro volta coinvolgono           creazione del marchio TRENTI-
numerosi operatori, associazio-          NERBE® che definisce i disci-
ni e amministrazioni presenti            plinari produttivi ed il sistema di
sul territorio. Il progetto pilota è     controllo per i produttori aderen-
volto a favorire la cooperazione         ti. Il progetto pilota ha sviluppato
tra le aziende che producono e           numerose azioni d’informazione
trasformano piante officinali e          rivolte alla popolazione locale,
gli operatori del settore turistico.     coinvolgendo gli stakeholders
Gli attori coinvolti provvedono          (amministratori,        associazioni
inoltre alla realizzazione di per-       culturali, operatori turistici, risto-
corsi ed escursioni didattiche           ratori…), al fine di individuare e
riguardanti la raccolta di piante        proporre dei pacchetti turistici
spontanee ed il loro utilizzo nei        tematici legati alle piante offici-
vari settori (ristorazione, cosme-       nali. Il progetto prevede inoltre

                              Visita del gruppo di lavoro del Progetto SY_CULTour
                                        al Giardino Fitoalimurgico di Legnaro (PD).

                                                                                      9
Le piante officinali degli Ecomusei del Trentino - nei territori - Trentino Agricoltura
Progetto SY_CULTour

        lo sviluppo di azioni per la pro-       – un futuro per il nostro pas-
        mozione delle erbe officinali e             sato: attività di ascolto della
        la definizione di una strategia             comunità e raccolta dei saperi
        di marketing comune, nonché                 tramandati;
        strumenti adeguati in una pro-          – la creazione di orti botanici;
        spettiva di turismo sostenibile         – la realizzazione di sentieri e
        ed eco-compatibile. L’integra-              l’organizzazione di escursioni;
        zione tra agricoltura, turismo          – la progettazione di itinerari di-
        ed artigianato rappresenta l’ele-           dattici;
        mento strategico del progetto in        – la produzione di piante a sco-
        grado di produrre uno sviluppo              po dimostrativo e promozio-
        durevole legato alla valorizzazio-          nale;
        ne della cultura rurale connessa        – la filiera corta.
        all’uso di erbe officinali coltivate    Conformandosi alla volontà della
        e spontanee.                            Commissione europea, che ha
                                                promosso l’utilizzo dei metodi
        LE AZIONI PILOTA                        partecipativi nello svolgimento
        Il progetto si articola in sette        delle attività progettuali comuni-
        azioni pilota, realizzate presso        tarie, anche la PAT ha adottato
        i singoli Ecomusei del Trentino         questo tipo di approccio. Avva-
        e così denominate: “Come il             lendosi della collaborazione di
        sol, come l’erba” (Ecomuseo             un esperto mediatore il team del
        del Vanoi); “Il giardino botani-        progetto ha fatto si che even-
        co del Tesino: usi delle piante         ti ed incontri divenissero non
        spontanee nella tradizione po-          solo momenti di divulgazione
        polare” (Ecomuseo del Tesino);          e informazione ma, soprattut-
        “La riscoperta dell’utilizzo delle      to, interessanti opportunità per
        erbe officinali nella tradizione        analizzare il contesto culturale e
        popolare dell’Ecomuseo del              socioeconomico delle comunità.
        Lagorai” (Ecomuseo del Lago-            Scambiare idee, condividere le
        rai); “L’Orto in Villa” (Ecomuseo       esperienze legate alle singole
        dell’Argentario); “Erbe da vivere,      azioni pilota, sono stati elementi
        erbe di vita” (Ecomuseo della           qualificanti del percorso parte-
        Judicaria); “L’orto dei rimedi.         cipativo anche in prospettiva di
        Sperimentazione e didattica             iniziative promozionali comuni e
        nell’ambito della coltivazione          l’individuazione di percorsi turi-
        di piante officinali in Valle del       stici legati alle erbe officinali. In
        Chiese” (Ecomuseo della Valle           questo contesto si inserisce la
        del Chiese); “L’orto dei semplici       presente guida turistica che è
        in Val di Peio” (Ecomuseo della         articolata sui percorsi dedicati
        Val di Peio). Inoltre sono state        alle erbe officinali specifici per
        individuate delle aree tematiche        ognuno dei sette Ecomusei tren-
        principali, che hanno impegnato         tini aderenti al progetto SY_CUL-
        gli Ecomusei in attività comuni:        Tour.

                                     Pianta di carota selvatica mostrata ad un’escursione
                                           del gruppo di lavoro del Progetto SY_CULTour.

10
Progetto SY_CULTour

                      11
ECOMUSEO DELL’ARGENTARIO
     L’ECOMUSEO DELL’ARGENTARIO
     È UN’ASSOCIAZIONE NATA DALL’INTERAZIONE
     DI QUATTRO COMUNI

     T
              rento con le Circoscri-       Parlando dell’Altipiano dell’Ar-
              zioni Argentario e di         gentario, oltre a citare la sua flo-
              Meano, Civezzano, For-        rida vegetazione e i borghi colli-
              nace e Albiano si esten-      nari che lo costituiscono, non si
     de all’ombra del monte Calisio         può in nessun modo tralasciare
     (1.093 m) su di un’area di circa       il tema dell’estrazione mineraria
     80 chilometri quadrati.                che, con la sua storia millenaria
     I suoi confini sono quelli dell’Al-    (ancora in atto), ha plasmato
     topiano dell’Argentario. L’Eco-        sia il ventre che le pendici della
     museo infatti è delimitato a nord      montagna.
     dal torrente Avisio, a est dai laghi   Partendo dall’età romana pas-
     di Lases e Valle e dal Rio Silla, a    sando attraverso il Medioevo
     sud dal torrente Fersina mentre        fino ai giorni nostri si sono avvi-
     a ovest dall’Adige.                    cendati sul Calisio generazioni e

12
generazioni di minatori che ini-           fortificazioni risalenti alla prima
zialmente alla ricerca di argento          guerra mondiale; infatti il Calisio
poi di barite o estraendo, prima           grazie alla sua importantissima
la famosa Pietra rossa di Trento           posizione strategica di custode
e, in età più recente, il porfido          sullo stretto passaggio che colle-
hanno modellato la montagna                ga la Valsugana alla Valle dell’A-
cambiandone, in alcuni luoghi              dige venne abbondantemente
radicalmente, la morfologia.               fortificato, con l’obiettivo di rea-
                                           lizzare la cosiddetta “Fortezza di
Passando poi ad un altro capi-             Trento”, un complesso di forti e
tolo di storia il territorio dell’Eco-     luoghi di vedetta atti alla difesa
museo è interessato anche da               del capoluogo trentino.

                           Esplorando le canope, le antiche miniere dell’Argentario.
                                             A fianco veduta del Calisio da Ravina.

                                                                                       13
ECOMUSEO DELL’ARGENTARIO

14
Progetto SY_CULTour

Le attività che l’Ecomuseo svolge           seale, ossia: la collaborazione,
in un’area così ricca di flora, fau-        lo sviluppo sostenibile, la tutela
na e storia si articolano in sva-           del paesaggio, il volontariato, la
riati progetti che consistono in            comunicazione, la formazione,
iniziative volte alla conoscenza,           l’accesso al territorio e una fru-
riscoperta, tutela e valorizzazio-          izione equa e garantita per tutti.
ne del patrimonio naturalistico,
rurale, archeologico e minerario
tramite escursioni sul territorio,          PROGETTO SY_CULTour
iniziative di carattere informativo
e percorsi didattici.                       Come riscoprire le antiche colti-
Inoltre sono proposte iniziative            vazioni autoctone? Come recu-
in grado di coinvolgere la comu-            perare gli antichi usi e costumi
nità, le associazioni ed anche le           dei nostri antenati?
istituzioni provinciali, in modo da         Questo è ciò che propone l’Eco-
creare una rete locale che vada             museo dell’Argentario tramite il
ad integrare la collaborazione              progetto SY_CULTour.
provinciale tra i vari Ecomusei.            Ancora una volta, però, bisogna
I temi attorno ai quali si svilup-          partire da una premessa storica
pano le attività sono: la Grande            per comprendere fino in fondo
Guerra sul Monte Calisio, l’am-             l’essenza dell’iniziativa. Conside-
biente naturale dell’Altipiano              rando l’attività estrattiva che per
dell’Argentario, i siti estrattivi          secoli si è svolta sul monte Cali-
storici e attuali, l’archeologia, i         sio e che è ancora in atto, risulta
monumenti, le attività umane, il            facile intuire come l’agricoltura
paesaggio. Tutto ciò rispettando            abbia svolto un ruolo del tutto
i valori della missione ecomu-              marginale rispetto alla miniera,

                                                      Preparazione de L’Orto in Villa.
                A fianco: la cascata del Mughetto, in una inconsueta vista invernale
                                 e la Busa del Pomar, una delle canope più famose.

                                                                                         15
ECOMUSEO DELL’ARGENTARIO

       per di più lo sfruttamento delle            solo, grazie alle quali i visitatori
       risorse del sottosuolo ha com-              potranno apprendere interes-
       portato in molti casi l’abbandono           santi consigli riguardo alla ge-
       di terreni e sottratto così i campi         stione di un orto nonché la storia
       che altrimenti sarebbero stati              delle coltivazioni.
       adibiti a colture.                          I percorsi e tutte le attività didat-
       Perciò all’interno di tutta l’area          tiche saranno tenute da perso-
       dell’Altipiano del Calisio si è svi-        nale altamente qualificato, oltre
       luppata nei secoli, una piccola             che fortemente appassionato
       agricoltura collinare che con il            all’argomento che sarà in grado
       tempo è giunta a caratterizzare             di soddisfare tutte le eventuali
       il territorio, partendo dalla collina       domande o richieste.
       di Trento con la coltivazione del-
       la vite, per giungere a quella del          Il progetto L’Orto in Villa, oltre al
       castagno presso Albiano.                    recupero delle varietà colturali
       Così ciò che si propone l’Ecomu-            locali, ha come obiettivo coinvol-
       seo è quello di recuperare una              gere e sensibilizzare la comunità
       parte di storia del territorio altri-       sui temi e sulle opportunità of-
       menti sconosciuta o quasi.                  ferte dall’agricoltura biologica e
       Perciò presso Meano, grazie alla            dalla valorizzazione della biodi-
       collaborazione della Pro Loco               versità. Infatti l’Ecomuseo mira
       cà Comuna e alla Fondazione                 all’attivazione di una coltivazione
       Salvadori-Zanatta, è stato rea-             di piante orticole, aromatiche e
       lizzato un orto-giardino didattico          spontanee con finalità produttive
       e produttivo, denominato “L’Or-             su piccola scala. A tale fine l’E-
       to in Villa”, coltivato con piante          comuseo ha affidato la gestione
       aromatiche, officinali, orticole e          alla Pro Loco cà Comuna che
       spontanee.                                  coinvolge giovani del territorio
       Quest’orto oltre che ad offrire             per la coltivazione dell’orto e
       prodotti naturali rappresenta               l’organizzazione delle attività.
       un’interessante opportunità di              La produzione e la vendita dei
       apprendimento, sia da un punto              prodotti in loco andrebbe così a
       di vista pratico che teorico.               delineare una produzione a chi-
       L’Ecomuseo, infatti, offre stimo-           lometro 0, sposando una causa
       lanti attività didattiche rivolte in        ambientale molto cara all’Eco-
       primo luogo alle scuole, ma non             museo.

                                               Dall’alto Viola tricolor; farinello e portulaca,
                                                   piante infestanti ma buone da mangiare.

16
Progetto SY_CULTour

                      17
IL TRENTINO E LE SUE ERBE
     IL VERSANTE MERIDIONALE DELLE ALPI OSPITA
     UNA STRAORDINARIA RICCHEZZA FLORISTICA,
     CON UNA VARIETÀ E DISTRIBUZIONE ECOLOGICA DI
     SPECIE DIFFICILMENTE RISCONTRABILI ALTROVE

     S
                e si parla di ricchezza      sono state rinvenute oltre 1900
                floristica, il Trentino è    specie di piante vascolari, di cui
                forse uno dei siti mag-      alcune endemiche, ed è meta,
                giormente rappresenta-       in particolare nel periodo delle
     tivi, vista la grandissima diversità    fioriture, di studiosi ed appas-
     che caratterizza il substrato geo-      sionati da tutto il mondo. Grazie
     logico, la distribuzione altimetri-     a questa ricchezza è in ripresa
     ca e l’andamento climatico.             la coltivazione di erbe officina-
     Nell’arco di poche decine di chi-       li ed aromatiche e si svolgono
     lometri si spazia dalla flora sub-      annualmente importanti manife-
     mediterranea del Lago di Garda          stazioni come “Baldo Speziale”.
     e della Valle dei Laghi agli ha-        Molti altri luoghi in Trentino sono
     bitat artici delle calotte glaciali     noti per la ricchezza floristica, ad
     dei massicci dell’Adamello-Pre-         esempio le Alpi di Ledro oppu-
     sanella e del Cevedale. Ad Est          re il Monte Lefre in Valsugana,
     della Valle dell’Adige il substra-      mentre sul monte Bondone, alle
     to geologico varia dagli Altipiani      Viote, si trova il primo grande
     calcarei ai porfidi del Lagorai e       giardino botanico alpino realiz-
     alle Dolomiti del Trentino orien-       zato in Italia, gestito dal MUSE
     tale. Alcuni luoghi sono divenu-        (Museo delle Scienze di Trento).
     ti nel corso del tempo il monu-         La straordinaria varietà di erbe
     mento all’importanza delle erbe         e fiori che cresce in Trentino
     per la salute umana, grazie agli        ha da sempre stimolato l’uomo
     studi iniziati a partire dal 1500. Il   ad approfondirne lo studio e la
     Monte Baldo, ad esempio, ospita         sperimentazione sia a scopo
     il 43% dell’intera flora alpina, vi     alimentare sia curativo. Sin dal-
18
la preistoria, al tempo dei primi              lattie. Tra gli studiosi si possono
cacciatori del tardo paleolitico               citare il medico senese Pietro
che si sono avventurati tra valli              Andrea Mattioli (1501-1578),
e montagne dopo l’ultima gla-                  ospite a Trento del Principe Ve-
ciazione (circa 13.000 anni fa),               scovo Bernardo Clesio, Fran-
l’uomo ha sperimentato l’utiliz-               cesco Facchini (1788-1852),
zo di erbe, bacche e preparati,                Agostino Perini (1802-1878),
tramandando i risultati. Custodi               Carlo Perini (1817-1888), Fran-
del sapere a quel tempo erano                  cesco Ambrosi (1821-1897),
gli sciamani e alcune donne sa-                Don Pietro Porta (Valvestino,
pienti, poi trasfigurati nel mito              1832-1923), Adele Boschi (Vo-
dell’Homo o Dona Salvadega                     lano, 1855-1957), dott. Enrico
o Gambinei, Salvanei, Angua-                   Gelmi (1855-1901), Angelo Fol-
ne, oppure demonizzate come                    letto (Ledro, 1872-1966), dott.
streghe. La sapienza popolare e                Giuseppe Dallafior (1884-1967),
contadina ha comunque saputo
tramandare nel tempo molte di
queste conoscenze, che sono
state poi affiancate da studi di
autorevoli personaggi dedicatisi
alle piante officinali e alla realiz-
zazione di erbari di importanza
storica e naturalistica. Importan-
ti custodi dei saperi erboristici
sono stati i monaci, che all’in-
terno dei conventi coltivavano le
erbe negli “Orti dei Semplici” e
ne ricavavano prodotti indicati
alla cura di gran parte delle ma-

     In alto piante officinali: Halleborus niger e Calthapalustris. Qui sopra i SS. Cosma
 e Damiano protettori degli erboristi (Stampe del Tesino - Collezione Mariano Avanzo).

                                                                                            19
Progetto SY_CULTour

        Padre Atanasio Cristofori da
        Grauno (1885-1961), Luigi Pan-
        cheri (Cles, 1888-1962), Ales-
        sandro Negri (Tres, 1896-1967),
        Eugenio Piechenstein (Romeno,
        1930-1976). Con l’incremento
        delle conoscenze ed il progres-
        so tecnologico molte farmacie si
        specializzarono nella preparazio-
        ne e lavorazione delle erbe e si
        svilupparono inoltre industrie di
        trasformazione per la realizza-
        zione di pregiati distillati o altri
        preparati tradizionali, come ad
        esempio le cosiddette “zirele”,
        tipiche caramelle trentine.
        Oggi, grazie all’impegno degli
        Ecomusei, che hanno contribuito
        al recupero di saperi e pratiche
        tradizionali, nonché della Provin-     riguardo alla corretta stagionali-
        cia Autonoma di Trento, che ha         tà del prodotto!). La raccolta di
        realizzato numerosi corsi di for-      antica consuetudine di queste
        mazione professionale specifica        specie spontanee è regolamen-
        ed ha fondato il marchio TREN-         tata da norme che sono riportate
        TINERBE®, si assiste ad una ge-        nella parte conclusiva di que-
        nerale ripresa della coltivazione      sto opuscolo. La coltivazione,
        di specie officinali, aromatiche e     la raccolta ed il commercio di
        alimurgiche, e ad un crescente         piante officinali coltivate sono
        interesse dei consumatori verso        disciplinati invece dal Decreto
        questi prodotti.                       del Presidente della Provincia
        Il termine “piante Officinali” de-     n. 41 – 148 del 24/9/2008 (in
        riva dal latino “officina”, l’antico   attuazione della LP 28 marzo
        laboratorio farmaceutico in cui        2003, n. 4). Le norme trattano la
        venivano preparate le erbe e se        produzione, la prima trasforma-
        ne estraevano i principi attivi, le    zione e la commercializzazione
        cosiddette “droghe”, sotto forma       di piante officinali prodotte e tra-
        di olii essenziali, tinture, pomate,   sformate in Trentino, salvaguar-
        miscugli da infusione o decotti.       dano e valorizzano le produzioni
        Oggi con il termine “officinale”       locali attraverso un sistema di
        si tendono a raggruppare le spe-       controllo coordinato dalla Pro-
        cie di interesse erboristico, aro-     vincia Autonoma di Trento. Gli
        matico e le spontanee utili per        agricoltori del settore per aderire
        l’alimentazione. Molto note tra        devono qualificarsi partecipando
        queste sono le specie precoci          a specifici corsi di formazione, al
        primaverili, che permettono una        fine di garantire uno standard di
        salutare integrazione vegetale         produzione e qualità e salubrità
        alla dieta, generalmente in anti-      del prodotto.
        cipo rispetto alla disponibilità di
        specie coltivate in campo (ovvia-
                                                                  In alto, fiordalisi.
        mente se abbiamo un occhio di
20
Progetto SY_CULTour

LA SITUAZIONE ATTUALE                  sviluppo dell’utilizzo delle piante
IN TRENTINO                            officinali nel settore termale e
                                       del benessere dove, accanto ai
Allo stato attuale sono operati-       bagni di fieno, vengono proposti
ve oltre 70 aziende agricole su        tisane e cosmetici di produzione
di una superficie di circa 10 ha       locale. Il settore delle piante of-
coltivati ad officinali e che effet-   ficinali offre inoltre al comparto
tuano la raccolta di specie spon-      turistico interessanti opportunità
tanee. Le aziende sono orientate       per la realizzazione di percorsi
alla vendita diretta del prodotto. I   didattici, botanici e naturalisti-
prodotti venduti sono: tisane, sali    ci, legati all’uso alimentare ed
aromatizzati, cuscini aromatizza-      officinale di specie coltivate o
ti, confetture miste di frutta ed      spontanee. Alcuni esempi di
erbe, condimenti e pesti a base        sinergia fra il turismo e le erbe
di erbe spontanee, succhi, sci-        officinali sono rappresentati dalle
roppi, prodotti cosmetici. Alcune      seguenti iniziative: il programma
aziende coltivano ed utilizzano        “Baldo speziale”, sull’Altopiano
le piante officinali per comple-       di Brentonico, che vede la par-
tare la propria offerta derivante      tecipazione dell’associazione di
dall’attività zootecnica principa-     produttori associati “Baldensis”,
le, come nel caso dei formaggi         la “Festa delle erbe officinali” a
ai fiori o alle erbe o del miele       Roncegno, con la partecipazione
balsamico alle erbe oppure della       dell’Associazione di produttori
viticoltura come nel caso della        locali “Montagna e Benessere”,
produzione di vini ed aceti medi-      il Festival del Miele e delle Erbe
cati e distillati. Interessante è lo   officinali a Comano Terme.
                                                                              21
Progetto SY_CULTour

        LA GESTIONE DELL’AZIENDA
        AGRICOLA DAL PUNTO
        DI VISTA PRATICO

        Per la costituzione dell’azienda
        agricola, oltre alle conoscenze
        tecniche e alla propria volontà
        a produrre, sono necessari al-
        cuni adempimenti burocratici
        iniziali: l’apertura di partita IVA,
        l’iscrizione alla Camera di Com-
        mercio, l’apertura di un fascico-
        lo aziendale, l’iscrizione all’A-
        PIA (Archivio Provinciale delle
        Aziende Agricole), la partecipa-
        zione al corso Trentinerbe e l’i-
        scrizione all’elenco provinciale
        TRENTINERBE®, l’eventuale
        notifica del metodo biologico
        (Reg.834/07). Si passa quindi
        al reperimento del materiale di
        propagazione (semi, piantine),
        alla sistemazione e preparazio-
        ne dei terreni, approntamento
        dei mezzi tecnici e dei mac-
        chinari. La produzione primaria
        viene realizzata secondo i disci-      li, integratori alimentari previa
        plinari prescelti, seguendo un         acquisizione delle necessarie
        piano colturale e un programma         autorizzazioni. Infine si proce-
        di rotazioni. Una volta ottenuti i     de alla commercializzazione del
        prodotti primari si possono es-        prodotto, in azienda o presso al-
        siccare con strumenti idonei o         tre strutture.
        in locali adibiti all’operazione,      L’Assessorato all’Agricoltura e le
        assicurando garanzie di igiene.        strutture tecniche dell’ammini-
        I materiali essiccati si ripongo-      strazione provinciale partecipa-
        no al buio, in sacchetti di carta      no alle attività di promozione e
        o in contenitori ermetici. La fase     sviluppo delle piante officinali,
        successiva è quella della trasfor-     in collaborazione con la Fonda-
        mazione della produzione, da           zione Mach, con l’Unità di ricer-
        eseguire in conto proprio (con         ca per il Monitoraggio e la Piani-
        limitazione delle specie) o trami-     ficazione forestale del Consiglio
        te terzi (erboristi qualificati) che   per la Ricerca e la Sperimen-
        garantiscano la correttezza delle      tazione in Agricoltura (CRA) di
        operazioni e delle specie impie-       Villazzano, con il Museo Civico
        gate. I prodotti possono essere        di Rovereto e con le associazioni
        composti da miscugli, come nel         Florere, Montagna e Benessere,
        caso di infusi o sali aromatizzati,    Baldensis.
        o essere venduti come mono-            La coltivazione, raccolta e tra-
        prodotto. Inoltre si possono re-       sformazione delle piante offici-
        alizzare cosmetici, oli essenzia-      nali sono settori con buone pos-
22
Progetto SY_CULTour

sibilità di sviluppo, in particolare       piante spontanee nella prepa-
in un contesto montano come                razione dei pasti in determinati
quello della nostra Provincia,             periodi. Tali prodotti possono
dove la qualità dell’ambiente e            quindi oggi rappresentare un
la conoscenza degli usi e delle            nuovo strumento per valorizzare
tradizioni locali, possono fornire         la montagna, fornendo agli abi-
un importante valore aggiunto              tanti possibilità di reddito anche
alle produzioni. Le piante of-             in aree marginali ed integrando-
ficinali, nelle varie forme oggi           si ottimamente con il settore tu-
offerte dal mercato, riscontrano           ristico, l’ambiente ed il territorio
sempre maggior interesse pres-             nel suo complesso. La Provincia
so i consumatori. L’utilizzo di tali       autonoma di Trento, mediante la
prodotti si è particolarmente dif-         recente adozione di una serie di
fuso presso i “centri benessere”           provvedimenti normativi, ha in-
e le strutture ricettive del settore       teso creare adeguate condizioni
rurale (agritur, bed&breakfast,            per consentire lo sviluppo del
malghe, ecc), nei mercati agri-            settore e favorire la creazione di
coli di prossimità e nei negozi            nuove opportunità per i produt-
specializzati. La ristorazione di          tori, qualificare le produzioni lo-
qualità ha inoltre in questi ulti-         cali ed offrire maggiori garanzie
mi anni riscoperto l’utilizzo delle        per i consumatori.

            Lo zafferano, coltivato sul monte Baldo assieme a moltissime altre erbe.
                                         Nelle foto piccole buon enrico e campanule.

                                                                                       23
Progetto SY_CULTour

        IL REGOLAMENTO                            Un regolamento da tenere pre-
        ATTUATIVO PROVINCIALE                     sente: il Reg (CE) 852/2004
        (LP 28 MARZO 2003, N. 4)                  del Parlamento europeo e dei
                                                  Consigli, relativo all’igiene dei
        Il Regolamento definisce la ca-           prodotti alimentari
        tegoria di “prodotto alimentare           Il regolamento fissa i requisiti
        erboristico” come “prodotto rea-          generali in materia d’igiene che
        lizzato a base di piante officinali,      devono rispettare le imprese ali-
        singole o miscelate, non addi-            mentari in ogni fase della catena
        zionato con prodotti di sintesi o         alimentare. Si applica alla pro-
        semisintesi, destinato ad essere          duzione primaria, con deroghe
        ingerito a scopo non nutritivo,           per la fornitura diretta di piccoli
        utilizzato nel tradizionale impie-        quantitativi di prodotti primari
        go alimentare di uso corrente             dal produttore al consumatore.
        per il quale non sono dichiarate
        finalità salutistiche o terapeuti-        Produzione primaria
        che”.                                     Per “produzione primaria” si in-
        Il Regolamento stabilisce inoltre         tendono tutte le fasi della produ-
        la costituzione dell’“Elenco pro-         zione, dell’allevamento o della
        vinciale degli operatori abilitati        coltivazione dei prodotti primari,
        alla coltivazione, alla raccolta          compresi la raccolta, la mungi-
        e alla prima trasformazione di            tura e la produzione zootecnica
        piante officinali per la produ-           precedente la macellazione,
        zione di piante officinali per la         comprese la caccia, la pesca e
        produzione di prodotti alimentari         la raccolta di prodotti selvatici.
        erboristici e loro miscelazione”.         Per la cessione – a livello loca-
        Per l’iscrizione a tale elenco l’o-       le – di prodotti primari ottenuti
        peratore dovrà essere in posses-          nell’azienda, a condizione che
        so di determinati requisiti, fra i        tale attività sia marginale rispet-
        quali disporre di strutture azien-        to all’attività principale, a eser-
        dali situate nel territorio provin-       centi il commercio al dettaglio,
        ciale e di un attestato di frequen-       mense di aziende, ristoranti, è
        za e superamento di un apposito           prevista l’esclusione dal campo
        corso di formazione organizzato           di applicazione della normativa.
        dalla Provincia.                          Rimangono obbligatori il rispet-
        Ai fini dell’iscrizione all’Elenco è      to delle regole igieniche e delle
        riconosciuto anche l’attestato di         buone pratiche agricole e l’ ob-
        frequenza e superamento di un             bligo della rintracciabilità per il
        corso di formazione organizzato           dettagliante.
        dalla Provincia Autonoma di Bol-          Il regolamento interessa la pro-
        zano o da altre Regioni purché            duzione e la coltivazione di pro-
        avente i contenuti minimi previ-          dotti vegetali quali cereali, frutta,
        sti per il corso organizzato dalla        ortaggi ed erbe, compreso il tra-
        Provincia. Sono dispensati dal            sporto, il magazzinaggio e il trat-
        partecipare al corso e sostenere          tamento all’interno dell’azienda
        l’esame gli operatori in posses-          (senza modifica sostanziale del-
        so di diplomi di laurea attinenti         la loro natura) e l’ulteriore tra-
        il settore o di altri titoli abilitanti   sporto verso uno stabilimento.
        all’esercizio della professione di
        erborista.
24
Progetto SY_CULTour

REG 852/2004 Modalità operative
 Erbe spontanee
 È consentito l’utilizzo di vegetali spontanei, ma è necessario che chi li raccoglie
 e li impiega nelle pietanze che poi somministra sappia riconoscere le specie. Il
 ristoratore che impiega nelle proprie preparazioni le erbe spontanee si assume
 la responsabilità diretta su ciò che somministra. Si forniscono le seguenti
 indicazioni:
 • raccogliere le erbe spontanee lontano da fonti di inquinamento
 • non raccogliere erbe sui bordi delle strade o in parchi frequentati da cani
     o altri animali;
 • non raccogliere ciò che non si conosce;
 • non lasciare le erbe raccolte in sacchi di plastica e non tenerle ammucchiate;
 • non raccogliere piante malate o ammuffite.

                             Le coccole di ginepro, un esempio di prodotto spontaneo
                                                              delle nostre montagne.

                                                                                       25
Progetto SY_CULTour

        ALCUNE UTILI DEFINIZIONI              Questi stessi aromi, inoltre, sono
                                              maggiormente presenti in alcu-
        Piante officinali                     ni periodi dell’anno o in alcune
        Vengono definite erbe officinali      ore del giorno: conoscerli aiuta
        i vegetali che possiedono pro-        a sfruttarne al massimo le po-
        prietà aromatiche o medicinali. Il    tenzialità! Le piante aromatiche
        loro nome deriva dalla parola la-     possono essere suddivise in due
        tina officina, l’antico laboratorio   ulteriori categorie:
        in cui, in passato, si lavoravano
        le piante per estrarre da esse le     Piante da essenza: dotate di
        sostanze utilizzate nella medici-     una notevole concentrazione di
        na popolare. Il termine si riferi-    sostanze profumanti che ven-
        sce sia a specie dotate di pro-       gono estratte per distillazione o
        prietà terapeutiche sia a piante      mediante solventi. Esse sono ab-
        utilizzate per la preparazione di     bondantemente utilizzate nell’in-
        cosmetici, profumi, liquori ecc.      dustria cosmetica e alimentare.
        Vediamo quali sono le caratte-        Vediamone alcune:
        ristiche di ciascun gruppo e i        • Angelica: il suo aroma è un
        rispettivi ambiti di applicazione.      derivato dell’acido pentade-
                                                cenoico. Questa pianta, che
        Erbe aromatiche                         contiene derivati del tanni-
        Si definiscono piante o erbe            no, acidi aromatici, sostanze
        aromatiche i vegetali dotati di         amare e zuccherine, è molto
        sostanze capaci di conferire            usata per realizzare liquori e
        un particolare odore o sapore           in pasticceria.
        e che, pertanto, sono utilizzate      • Cannella: dotata di un aroma
        per condire alimenti, per con-          forte ed estremamente grade-
        servarli, preparare profumi e           vole, è usata in tutto il mondo
        bevande. Alcune piante presen-          nell’industria dolciaria e di li-
        tano una diffusione uniforme            quori ed in prodotti cosmetici.
        delle loro proprietà, mentre in       • Gelsomino: utilizzato per l’a-
        altre si trovano concentrate solo       roma estremamente grade-
        in alcune parti come, ad esem-          vole in cosmetici e profumi,
        pio, semi, petali, foglie o radici.     si ritiene che abbia un’azione

         Fioritura di monarda.

26
In passato, prima che la medicina moderna si affermasse, la cura con le erbe
rappresentava la norma. Con il passare del tempo la medicina ufficiale ha eroso il
terreno della medicina popolare decretandone quasi la scomparsa. Oggi, tuttavia, si
riscontra un ricorso sempre maggiore ai rimedi naturali: piante ed erbe medicinali
sono tornate di moda! Le scienze che si occupano dello studio e dell’utilizzo di
piante per la cura delle malattie si sono moltiplicate: erboristeria, fitoterapia,
omeopatia, aromaterapia, medicina naturopatica ecc… Spesso esse prendono
spunto dalla medicina popolare, rielaborandola attraverso approcci e rivisitazioni
originali. Il riconoscimento che la medicina ufficiale tributa a queste scienze può
variare da caso a caso. In generale si assiste alla tendenza a riconoscere, almeno
in riferimento ad alcuni disturbi, l’efficacia di queste cure che possono anche
essere affiancate ai farmaci convenzionali.
È assolutamente necessario evitare il fai da te ed affidarsi sempre a persone
accreditate: solo così è possibile ottenere reali benefici ed abbattere eventuali
rischi. L’inizio di una terapia con erbe e piante medicinali, inoltre, va sempre
concordata con il proprio medico curante. Non bisogna, infatti, incorrere nell’errore
di credere che i rimedi naturali siano di per sé innocui o privi di rischi: i vegetali
contengono dei principi attivi che possono rivelarsi pericolosi perché possono
interagire con altri farmaci o produrre allergie. È bene inoltre sapere che non tutte
le malattie possono essere curate con rimedi naturali: per le patologie più serie la
medicina ufficiale è ancora l’unica capace di offrire risposte e cure certe.
                                                                                         27
Progetto SY_CULTour

          euforizzante e che aiuti a dis-    sono sottoposte a processi mi-
          solvere le paure e le tensioni     nimi di trasformazione come, ad
          legate alla sessualità.            esempio, essiccamento o maci-
        • Lavanda: pianta profumatis-        nazione, che garantiscono una
          sima utilizzata soprattutto per    più lunga conservazione o una
          fini cosmetici e per profumare     maggiore trasportabilità.
          gli ambienti. Le ghiandole che     Si tratta di piante di uso talmen-
          producono l’olio essenziale        te comune che basterà citarne i
          sono localizzate in tutte le       nomi: aglio, alloro, basilico, se-
          parti verdi della pianta (fiori,   dano, prezzemolo, rosmarino,
          foglie e gambi) anche se sono      maggiorana, menta, origano,
          concentrate in modo partico-       salvia, timo, peperoncino, ecc.
          lare nei fiori.                    Alcuni di questi vegetali sono,
        • Tiglio: le infiorescenze del ti-   inoltre, dotati di proprietà me-
          glio vengono fatte essiccare e     dicinali spesso ignorate nell’uso
          sono molto utilizzate in erbori-   comune.
          steria per le notevoli proprietà
          aromatiche.                        Erbe e piante medicinali
        • Vaniglia: è l’unica orchidea       Secondo la definizione dell’OMS
          che produce un frutto com-         sono piante medicinali “tutte
          mestibile. La sostanza re-         le specie vegetali contenenti
          sponsabile dell’aroma è la         sostanze che possono essere
          vanillina, utilizzata in cosmesi   utilizzate a fini terapeutici o pre-
          e nella produzione dolciaria.      ventivi, o che sono precursori di
                                             sintesi chemio farmaceutiche”.
        Piante aromatiche da condi-          Queste piante possono essere
        mento sono quelle utilizzate         utilizzate dall’industria farma-
        comunemente in cucina per            ceutica per la confezione di
        condire i cibi. Generalmente         farmaci convenzionali oppure

28
Progetto SY_CULTour

essere destinate ad un uso erbo-
ristico. In quest’ultimo caso esse
si presenteranno sotto forma di
infusi, tisane, decotti, tinture
e preparati di varia natura. Le
piante dotate di poteri terapeu-
tici sono molteplici. Elenchiamo
di seguito quelle che riscontrano
un impiego maggiore:
• Arnica: la parte utilizzata sono
   i fiori. Ha proprietà antibatte-
   riche, antinfiammatorie; cura
   ematomi, distorsioni e dolori
   muscolari.
• Biancospino: le sommità fio-
   rite sono ricercate per l’attività
   vaso-dilatatoria e di regolazio-
   ne della frequenza cardiaca e
   dell’ipertensione arteriosa.
• Calendula: i suoi fiori eser-
   citano un’azione antinfiam-
   matoria verso le mucose e
   la cute, immunostimolante,
   cicatrizzante, disinfettante. La
   pianta sembra favorire, inol-
   tre, la guarigione delle ulcere
   gastriche e duodenali.
• Carciofo: le foglie svolgono
   una valida azione diuretica,
   digestiva, lassativa ed epa-
   to-protettrice. Può rivelarsi
   utile anche per combattere la
   cellulite.
• Finocchio: i semi esercitano
   un’azione      antispasmodica,
   rinfrescante e digestiva.
• Mirtillo nero: utile in caso di
   fragilità capillare, varici, di-
   sturbi oculari, infezioni delle
   vie urinarie, ulcere. Le bacche
   secche hanno, infatti, nume-
   rose proprietà tra cui antin-
   fiammatoria, antiossidante e
   antiulcera.
• Ortica: le foglie sono diureti-
   che e antinfiammatorie.
• Rosa canina: antiossidante,
   diuretica e ricca di vitamina C.       Dall’alto arnica, mirtillo nero,
• Valeriana: la radice è un seda-               valeriana e rosa canina.
                                        Nella pagina a fianco lavandino.
   tivo e un ansiolitico naturale.
                                                                             29
Progetto SY_CULTour

        Piante alimurgiche                             derivazione vegetale degli ali-
        Il termine “alimurgia” fu coniato              menti usati in caso di necessità.
        nel 1767 dal medico e naturalista              Bisognava reperire nuove fonti
        fiorentino Giovanni Targioni- Toz-             alimentari allo scopo di liberare
        zetti che, pubblicando il suo la-              la popolazione dal primario biso-
        voro: “De alimenti urgentia, ossia             gno: la fame. Per questo motivo,
        modo per rendere meno gravi le                 il botanico Mattirolo, nella stesu-
        carestie, proposto per il sollievo             ra del testo, non adotta un lin-
        dei popoli” aggiunse come dida-                guaggio scientifico della materia,
        scalia al titolo “Alimurgia, inten-            con “classificazioni chimiche,
        dendo con questa nuova scienza                 dietetiche o botaniche, perché
        illustrare come sopperire, in caso             troppo differenti erano gli usi che
        di carestia, alla carenza di cibo              si potevano fare di una stessa
        attraverso la raccolta delle erbe              specie vegetale”, rendendo il suo
        selvatiche commestibili”.                      elaborato pratico e facilmente
        Il termine venne riproposto più                consultabile. Nel suo libro Oreste
        tardi da Oreste Mattirolo, nel                 Mattirolo elenca più di 230 spe-
        suo libro “Phytoalimurgia Pede-                cie di piante commestibili pre-
        montana” (1918), che aggiunse                  senti nel territorio piemontese,
        il prefisso fito-, precisando la               suddividendole in dodici capitoli:

         Qui sopra pimpinella. Nella pagina a fianco l’ortica, una pianta utilissima.

30
Progetto SY_CULTour

I.     I cauli metamorfizzati in magazzini di materiali nutritizi (A. Ri-
       zomi – B. Tuberi, Bulbo-tuberi e Rizomi tuberosi – C. Bulbi).
II.    Le radici metamorfizzate in magazzini di materiali nutritizi.
III.   I giovani getti culinari teneri, succosi, che si possono mangiare.
IV.    Le piante di cui si usano le foglie o le innovazioni primaverili
       nelle insalate.
V.     Le piante delle quali si adoperano specialmente le innovazioni
       primaverili per confezionare minestre.
VI.    Le piante che si adoperano nelle frittate e nelle torte.
VII. I fiori che si usano come alimenti.
VIII. I frutti e i semi alimentari.
IX.    Le piante dalle quali si può estrarre olio.
X.     Le piante, o le parti di esse, usate come succedanee del caffè
       e del thè.
XI.    I funghi. Le alghe. I licheni.
XII. La bibliografia alimurgica.

Il botanico Mattirolo si è ispirato al Trattato degli alimenti di Galeno
(II secolo d.C.), attenendosi alla classificazione che aveva proposto
l’autore romano circa due millenni prima, “la quale, dal punto di vista
popolare, è esemplarmente pratica” (Mattirolo, 1918).

Di particolare interesse è la recente pubblicazione Piante alimur-
giche del Veneto-Riconoscerle, coltivarle e gustarle, di Maria Clara
Zuin, ricercatrice del IBAF-CNR, che, in collaborazione con Veneto
Agricoltura ha anche realizzato tre giardini fitoalimurgici nel territorio
veneto.
                                                                              31
L’UTILIZZO LOCALE DELLE ERBE
     L’USO TRADIZIONALE DELLE ERBE
     SULL’ARGENTARIO

     N
                el periodo del grande      perciò in questa zona poco noto
                sfruttamento minerario     e non ancora indagato, anche se
                sicuramente le erbe,       nuove esperienze di coltivazione
                pur in panorama di         di officinali nella zona di Civez-
     forte compromissione ambienta-        zano e l’esperienza de “L’Orto in
     le, costituirono una delle risorse    Villa” probabilmente condurran-
     curative a disposizione dei Ca-       no alla riscoperta degli usi tra-
     nopi, maestranze specializzate        dizionali. L’uso alimentare delle
     germaniche e boeme che pro-           erbe e dei loro estratti è stata
     babilmente introdussero nuove         recentemente riproposta con le
     conoscenze. Pur essendo stata         tradizionali caramelle dette Zi-
     plurisecolare tale frequentazio-      rele.
     ne è rimasta pochissima docu-
     mentazione su questo popolo di
     minatori che, una volta esaurite
     le vene di galena argentifera,
     probabilmente si spostarono in
     altri distretti alpini. Molto scar-
     si e probabilmente non idilliaci
     furono i rapporti tra i canopi e i
     contadini che vivevano nel com-
     prensorio dell’Ecomuseo, in ogni
     caso non è possibile ad oggi de-
     terminare se vi fu qualche sorta
     di contaminazione culturale tra i
     due gruppi.
     L’uso tradizionale delle erbe a
     scopo curativo ed alimentare è
32
LE ZIRELE ALLE ERBE                   conquistarvi grazie al suo lento
                                      sciogliersi in bocca avvolgendovi
Le Zirele sono le tipiche cara-       con un’ampia varietà di aromi.
melle artigianali del Trentino        Ai tradizionali gusti: cannella-ga-
che risalendo dalle più vecchie       rofano e rabarbaro, nel corso
tradizioni, ancora oggi continua-     degli anni ne sono stati affiancati
no a conquistare i palati più fini    di nuovi quali: anice, fragola,
grazie alla ditta Lorandi s.n.c. di   limone, mela, menta, mirtillo,
Civezzano.                            mora, rabarbaro e vaniglia.
Il termine Zirela sembra non          Una varietà di gusti colorati in
abbia un significato univoco: in      grado di soddisfare il cliente più
Trentino erano chiamate così le       esigente.
carrucole, ma nel Primiero era-       Grazie alla collaborazione con
no chiamate in questo modo le         altre realtà locali, la ditta Lorandi
caramelle.                            s.n.c. ha iniziato a produrre una
Questa tipica caramella di zuc-       tipologia di Zirele attenta ai gusti
chero aromatizzato riuscirà a         ed ai colori della natura.
                                      Troviamo quindi le Zirele alle
                                      piante officinali come menta,
                                      malva e melissa, coltivate dall’a-
                                      zienda agricola biologica di Ma-
                                      rio Leonardi di Civezzano.
                                      Dalla collaborazione con l’antica
                                      Distilleria Boroni in Val Rendena
                                      nascono le Zirele aromatizzate
                                      grazie ai distillati alla genziana,
                                      ginepro e imperatoria.
                                      Dall’attenzione verso i prodotti
                                      tipici della terra trentina nasco-

                                                     Zirele, erbe, miele e pietra
                                                 dell’Ecomuseo dell’Argentario,
                                      un bell’esempio di prodotto del territorio.

                                                                                    33
ECOMUSEO DELL’ARGENTARIO

       no invece le Zirele al miele e        tutto viene versato caldo su dei
       alla propoli fornito dalla ditta      fogli di carta da forno posti su
       Sottobosco Paoli di Civezzano.        tavoli in pietra rossa di Trento, il
       La curiosità e la sperimentazio-      rosso ammonitico estratto dalle
       ne hanno portato alla nascita         Cave di Pila a Villamontagna. Si
       delle Zirele allo zenzero ed al       spalma uno strato omogeneo di
       radicchio rosso trevigiano con-       altezza intorno al centimetro e
       quistando il mercato veneto gra-      si lascia riposare e raffreddare.
       zie alla spinta del Caffè Centrale    Una volta solidificata, la lastra di
       di Asolo.                             erbe e zucchero viene tagliata
       La lavorazione avviene in un          a spacco, secondo uno sche-
       piccolo laboratorio artigianale,      ma ortogonale, con un’apposita
       dotato anche di essiccatoio,          macchina, ottenendo le “zirele”,
       preparando un mix di zucche-          che vengono quindi poste in un
       ro e sciroppo di glucosio in un       locale con deumidificatore per
       paiolo di rame, a cui vanno           una ulteriore asciugatura prima
       aggiunte le erbe o le radici smi-     del confezionamento ed etichet-
       nuzzate. Ottenuto l’impasto il        tatura.

                                     Monarda, un probabile nuovo aroma per le Zirele.

34
LA SCHEDA LA SPIREA

   Nome scientifico: Filipendula vulgaris
   Nome popolare: Spirea

   I prati pascoli dell’Argentario, a partire dalla
   fine di maggio, ospitano delle vistose fioriture di
   questa specie dalla caratteristica infiorescenza a
   corimbi, formati da fiori dapprima appallottolati
   (di qui il nome volgare “erba peperina”, anche se è
   sicuramente preferibile quello di “regina dei prati”)
   e poi aperti, che formano delle graziose “nuvolette”
   che si elevano sopra il livello delle altre erbe.
   La specie può raggiungere un’altezza compresa
   tra 1 e 2 metri, l’odore dell’infiorescenza è dolce.
   Per questa sua caratteristica aromatica in passato
   veniva utilizzata per profumare le stanze, usanza
   certamente positiva che combinava un aroma a delle proprietà antinfettive.
   La spirea o flipendula ha una grande importanza nella farmacopea europea. Nel
   1839 da essa venne estratto per la prima volta l’acido salicilico (il componente
   fondamentale dell’aspirina!) puro dai due chimici tedeschi Löwig e Weidemman,
   denominato “Acido di Spirea”. Nella medicina popolare la pianta è consigliata nel
   trattamento di reumatismi, febbre, influenza, raffreddore, infiammazione della
   vescica, sotto forma di infuso.

                                                                                       35
LA SCHEDA IL LUPPOLO

     Nome scientifico: Humulus lupulus L.
     Nome popolare: Luppolo

     Il luppolo è una pianta molto diffusa lungo i viottoli di
     campagna, nelle scarpate e ai margini del bosco, in zone
     fertili ed umide, fino a circa 1.200 m s.l.m., nota a livello
     locale con i termini “Livertizio, Lupari, Lupula”.
     È una specie perenne, appartenente alla famiglia delle
     Cannabinacee e dioica (a sessi separati). A primavera,
     dal rizoma sotterraneo, si sviluppano dei fusti poligonali,
     dotati di piccole spine uncinate in grado di arrampicarsi
     sulle piante circostanti fino ad un’altezza di diversi metri.
     Nel periodo della germinazione è possibile raccogliere il
     germoglio a livello delle prime foglioline e consumarlo
     come un asparago nel confezionamento di salse, risotti o
     frittate. Si tratta del noto “Bruscandolo”.
     La pianta sviluppa delle foglie di forma cuoriforme a margine seghettato, che possono
     essere più o meno lobate. Il luppolo avvinghia con un intreccio di fusti e foglie la
     vegetazione circostante e, alla fine dell’estate si riveste, negli esemplari femminili, di
     un festone di infiorescenze a forma di cono, appiccicose e resinose, dal caratteristico
     aroma, utilizzati come noto per caratterizzare la birra (a tale scopo il luppolo viene
     anche coltivato a spalliera, una coltura una volta tradizionale in Valsugana, oggi in
     ripresa nel Trentino vista l’apertura di molti birrifici artigianali), ma anche essiccati
     per la preparazione di infusi e di cuscini che favoriscono il sonno grazie alle proprietà
     calmanti della specie.

36
Progetto SY_CULTour

USI INNOVATIVI

“L’Orto in Villa” propone usi tradizionali ed innovativi delle erbe che
vi si coltivano, fornendo notizie storiche sulle specie e sui possibili
utilizzi. Di seguito si forniscono alcuni esempi.

BASILICO

Il basilico si trova commercializzato in
mazzetti, che all’acquisto devono essere
turgidi e verdi; può essere anche acquista-
to in vaso, cosa che ne permette l’utilizzo
fino all’autunno. Il suo olio essenziale è uti-
lizzato per la preparazione di profumi e li-
quori; dalla distillazione della pianta fresca
si ottiene un’essenza contenente eucalip-
tolo ed eugenolo. È sempre meglio aggiun-
gere le foglie di basilico nei condimenti
all’ultimo secondo, poco prima di portare
in tavola il piatto, perché perde facilmente
il suo caratteristico sapore. Sarebbe me-
glio sminuzzarlo con le mani anziché col
coltello.

Cenni storici
Gli antichi egizi e i greci lo utilizzavano per le offerte sacrificali, ri-
tenendolo di buon auspicio per l’aldilà. Anche i Galli coltivavano il
basilico. Chi raccoglieva questa pianta sacra doveva sottoporsi a ri-
gidi rituali di purificazione: lavarsi la mano con cui si doveva racco-
gliere nell’acqua di tre sorgenti diverse, rivestirsi di abiti puliti, tenersi
a distanza dalle persone impure (ad esempio, le donne durante il
periodo delle mestruazioni) e non utilizzare attrezzi in metallo per
tagliare i fusti. Il basilico era considerato una pianta sacra in quanto
lo si riteneva capace di guarire le ferite, come quelle di archibugio;
era quindi un ingrediente, insieme ad altre 16 erbe, dell’acqua vul-
neraria, usata un tempo per applicazioni esterne. Elisabetta da Mes-
sina, eroina del Decamerone di Boccaccio, seppellì la testa del suo
amante in un vaso di basilico annaffiandolo con le sue lacrime. Nelle
miniature dei manoscritti del Medioevo, il basilico è il simbolo dell’o-
dio e di Satana. Il folklore ebraico suggerisce che dia forza durante
il digiuno. Una leggenda africana sostiene che il basilico protegge
contro gli scorpioni. Il basilico sacro (Ocimum tenuiflorum) è una
pianta venerata in molte tradizioni della religione induista.

Ricette
Frullato di basilico e ananas
1 ananas, 1 manciata di foglie di basilico, 1 vasetto di yogurt magro,
latte q.b., succo di mezzo limone, miele
                                                                                 37
Puoi anche leggere