Famiglie immigrate e accesso al Welfare: prospettive di genere e generazione
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Migrants waiting to be seen at the health clinic in Istanbul, Turkey. © IOM / Muse Mohammed 2016 Famiglie immigrate e accesso al Welfare: prospettive di genere e generazione Arianna Santero «La salute e lo stato delle donne nel mondo» Ivrea - 12 novembre 2019 Evento Formativo Regionale - Cod. ECM 134 - 34937
Perché è importante: • le donne sono molte…e anche i migranti Dibattito/Rappresentazioni vs Statistiche • In aumento • Incidenza drammatico stazionaria • Asilo come • Famiglia e ragione lavoro prevalenti prevalente • Largamente • Largamente Europea, maschile, da femminile, Africa e Medio- cristiana Oriente, di • Benefica per religione tasse, contributi, • almeno 3,4% pop. mondiale musulmana consumi? •circa 11% pop. UE-28, malgrado diminuzione • Gravosa per lo saldi migratori paesi meridionali Stato (fonti: Caritas Migrantes, UN, Eurostat, IOM)
Famiglie migranti in Italia Popolazione straniera in Italia (2019) Foreign residents in Italy by country of origin – Incidenza sul totale residenti: 8,7% first 3 nationalities in 2019 5.255.503 di cui donne: 52% Country No. % on the foreign minori: 20% of origin residents dall’UE: 30% Romania 1.206.938 f 57% 23% *studenti stranieri 9,7% - 63,8% 2G Albania 441.027 f 48% 8,4% • La migrazione famigliare è la Permessi di soggiorno non UE Istat 2019 Morocco 422.980 f 47% 8% categoria principale di ingresso di cui: 43% motivi di famiglia nei paesi OCSE, circa il 40% dei flussi e da un quarto a metà dello Nel 2014: 52,5% lavoro (F39,7%) stock (IMO 2018) 34,1% famiglia (F64,5%) 7% asilo • Presenta peculiarità secondo la 3,2% studio provenienza e la struttura della 3,2% altro famiglia Miste straniero e italiana 2% Entrambi stranieri 3% • Le famiglie con almeno uno straniero in Italia sono 1,8 milioni Miste italiano e 57,5% vive nel straniera 7% Nord, 25,4% nel Centro, Entrambi italiani Child Migration &the Law: Status, detention and 12,2% nel Sud court proceedings 88% e 4,9% Isole https://www.youtube.com/watch?v=wXV7k9Uif28 Matrimoni per tipologia di coppia (Istat 2016)
Profilo per età e sesso della popolazione residente in Italia, cittadini non italiani e italiani (2011). Popolazione con cittadinanza italiana 100 e più 95 90 85 80 75 70 65 60 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 1,6 maschi femmine Fonte: elaborazione da dati Istat.
Profilo per età e sesso della popolazione residente in Italia, cittadini non italiani e italiani (2011). Popolazione con cittadinanza non italiana 100 e più una popolazione 95 90 giovane con 85 80 75 pochi anziani, 70 65 molti adulti e 60 55 bambini 50 45 graduale 40 35 30 avvicinamento a 25 20 modelli 15 10 riproduttivi 5 0 autoctoni 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 1,6 maschi femmine Fonte: elaborazione da dati Istat.
Profilo per eta' e cittadinanza della popolazione residente al 1° gennaio 2007 - Italia 3,2 3,0 2,8 2,6 2,4 2,2 2,0 1,8 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 e più italiani stranieri
Profilo per eta' e cittadinanza della popolazione residente al 1° gennaio 2011 - Italia 3,2 3,0 2,8 2,6 2,4 2,2 2,0 1,8 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 e più italiani stranieri
Perché è importante: •le donne sono molte…e anche i migranti • guardare a loro aiuta a capire processi che riguardano tutti: meccanismi di costruzione (e riproduzione) delle diseguaglianze e dei nuovi rischi sociali; relazioni di potere asimmetriche e controllo delle risorse tra gruppi, processi di costruzione di relazioni familiari; definizione di obbligazioni e aspettative; influenza del contesto; dimensioni ideali, valoriali e culturali
Fonte: “Let’s talk about race” , O - the Oprah Magazine, maggio 2017.
• Gli immigrati in Italia mostrano tassi di occupazione relativamente simili (o più alti a parità di altre condizioni) e livelli salariali inferiori rispetto a quelli dei nativi, e si presentano come nettamente meno qualificati rispetto agli immigranti residenti in altri paesi UE % di immigrati e nativi con istruzione terziaria (ISCED 5-8), 2016. “Ethnic penalties” nel mercato del lavoro in Italia LAVORI DELLE 5P Frattini e Vigezzi, 2018, ELFS 2nd Migration Observatory Report
Quando lavorare non basta: Working poor Essere un lavoratore povero significa avere una retribuzione inferiore a 2/3 del salario mediano calcolato su base oraria: più bassa è la remunerazione più ci si allontana dal decent work. Secondo stime Istat 2016, working poor 6/10 donne immigrate che svolgono un lavoro pagato
Diversi indicatori suggeriscono l’esistenza di tensioni tra impegni di lavoro e famiglia specie per gli immigrati (Bonizzoni, 2014; Santero e Naldini, 2017): 1) Declino del numero di nati da madre straniera (dal 2012) 2) Sovra-rappresentazione immigrati nei settori meno qualificati e meno pagati (Reyneri & Fullin, 2011; Istat, 2015) e nelle nicchie più informali e etnicizzate come nel caso di colf e “badanti” (Sciortino, 2004; Ambrosini, 2013; Triandafyllidou, 2013) 3) Elevato tasso di disoccupazione delle donne straniere (OECD) 4) Più alto rischio di povertà dei bambini nelle famiglie immigrate (es. Saraceno, Sartor & Sciortino, 2013)
Family migration as a challenge. Migrant families shaped by destination areas • A ‘ quiet migration ’ framed as a problem • increasing inflows out of the labour migration policies control (King&Lulle 2016), seen as ‘obstacle’ for individual integration offering frail and inadequate support (Kraler&Bonizzoni 2010) • The receiving context influences migrant families’ chances of securing well-being to all its members • nuclearization (Kofman 1999), gendered transnationality (Baldassar & Merla 2014 Kraler et al. 2011, Kofman et al. 2000, Kofman & Raghuram 2015) • Few information about families that settle 14
Immigrant families and public policies: purpose to explore the relative position of migrant families in the countries of destination with respect to access to family entitlements 15
Migrant families, care & policies in receiving countries The (transnational) caregiving 'capacity' is influenced by: Migration regimes influence STRUCTURAL FACTORS order of arrivals; gendered rates of family reunions; Welfare reform can household structures; reduce eligibility directions & degree of influencing family dependency; visits relationships (Glick 2010); (MAFE 2013, Kofman 1999, Glick MESO FACTORS 2010, Attias-Donfut et al. 2012, obstacles due to language Baldassar Baldock & Wilding and family structures 2007, Bonizzoni 2014) (Hirokazu et al. 2014); intra- EU migrants underuse entitlements (Eurofound INDIVIDUAL FACTORS 2015) Socio-economic resources, 'sense of duty', ideals on motherhood & fatherhood 16 (Baldassar et al. 2007, Bryceson &Vuorela 2002, Faircloth et al 2013, Parreñas 2005)
A cross-country perspective. Migration, labour and welfare regimes – the nexus migration welfare 17
A cross-country perspective: Italy, the Netherlands and Israel Italy Netherlands Israel migration family migration/ reunion family migration/ family migration/ reunion: Italian reunion Jewish other other (highly-)skilled labour highly-skilled labour selective (skilled) labour labour & social insurance: social insurance: social insurance: welfare *work status work status * contributions *sector matters * ancestry above social assistance: social assistance: social assistance: place & length of citizenship OR length of residence residence legal residence family & unsupported familialism supported familialism ? welfare 18
Un esempio: RdC in Italia La legge che introduce il Rdc prevede (art. 2) che questo venga concesso tanto ai cittadini italiani quanto ai cittadini stranieri, comunitari o extracomunitari (con carta di soggiorno), purché residenti in Italia da dieci anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo 6 marzo-8 ottobre 2019 delle 982 mila domande accolte (65% delle presentate), il 10 per cento va a nuclei familiari composti da stranieri (3% UE,6% extraUE,1%miste) Una percentuale troppo alta o troppo bassa? Se gli stranieri residenti in Italia nel 2009 fossero tutti rimasti in Italia per dieci anni, e consecutivamente negli ultimi due, la loro percentuale sul totale della popolazione sarebbe pari al 6,4. Si può dunque sostenere che gli stranieri sono proporzionalmente avvantaggiati, rispetto agli italiani, nel ricevere il reddito o la pensione di cittadinanza? La risposta è negativa. Non è corretto guardare al dato complessivo della popolazione ma si deve anzi guardare in particolare al sottoinsieme dei poveri, che sono i destinatari di queste misure. • Istat 2018: 1,8 milioni le famiglie in condizioni di povertà: 68,9% soli italiani e 31,1% con stranieri Una possibile spiegazione Il requisito dei 10 anni di residenza Una circolare INPS 5 luglio ha sospeso "l’istruttoria di tutte le domande presentate a decorrere dal mese di aprile 2019 da parte di richiedenti non comunitari« perché la legge di conversione (art. 2 co. 1 bis) del decreto che ha introdotto Rdc/Pdc ha imposto nuove condizioni a carico dei cittadini extra-comunitari per l’ottenimento della misura: dimostrare la propria situazione patrimoniale e reddituale producendo "una certificazione dell’autorità estera competente, tradotta in lingua italiana e legalizzata dall’autorità consolare italiana". Questa previsione non si applica ai rifugiati politici e ai "cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea nei quali è oggettivamente impossibile acquisire le certificazioni". L’individuazione dei Paesi dove è oggettivamente impossibile acquisire le certificazioni in questione è demandata a un decreto attuativo del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, 19 la cui scadenza era prevista 30 giugno, ma il decreto non è mai stato emanato.
Results. Child benefits General TCN/migrants Portable means-tested but inclusive Italy long-term residence NO timely application universal legal residence OR Netherlands granted employment YES automatically (if not resident) legal residence Partial Israel (semi-)universal 6-months-employment (up to 3 (limited due to de- months) familisation policies) 20
Results. Pregnancy, Maternity and/or Parental Leave General TCN/migrants Portable employment status affected due to Italy type of employment vulnerable YES matters employment status employment status affected due to Netherlands type of employment vulnerable NO matters employment status requested to leave SEMI upon birth; may be (for Israeli citizens Israel employment status allowed to return working for Israeli without the baby employer) 21
Results. Childcare allowances/services General TCN/migrants Portable Subsidised childcare; residence status level related to: Italy – income differences per area NO – family composition of residence SEMI Tax-related residence status (those who childcare allowance: (indirectly => Netherlands – scope employment employment live and/or work in – income level permit) EU/EEA) Subsidised childcare for citizens and residents: labour migrants – family structure Israel – employment status & non-eligible => own NO system scope – income level 22
Essere «meritevoli» : criteri diversi Supports to family relations - and the subsequent circulation of care and economic resources within the family – tend to be stratified between citizens and non-citizens – yet the stratification differs per country and type of entitlement. TCNs: there is a clear intersection/interplay between migration status, residence status and entitlement Different types of barriers to family-related entitlement can be distinguished, incl. legal, bureaucratic, economic 23
Conciliazione tra famiglia e lavoro delle famiglie migranti comportamenti e narrazioni delle donne migranti alla nascita del primo figlio, la loro partecipazione al mercato del lavoro durante la transizione alla genitorialità nel paese di destinazione, il loro uso di congedi, nidi o strategie di cura basate sul supporto informale.
IL RUOLO DEL CONTESTO ITALIANO Welfare state italiano è stato classificato ‘familialism by default’ assumendo non solo ruoli di genere tradizionali ma anche forti obbligazioni intergenerazionali. Italia è anche descritta come corporativista, con protezioni sociali che seguono le divisioni del mercato del lavoro, acuite dagli 1990s da un percorso Mediterraneo di “parziale e selettiva deregolazione” (Esping- Andersen & Regini 2000, Barbieri e Sherer, 2009) In questo contesto, migranti con occupazioni precarie (Fullin and Reyneri, 2010; OECD, 2014; Venturini and Villosio, 2017), specie nel settore domestico/della cura (Bettio, Simonazzi and Villa, 2006; Da Roit et al. 2013; Ambrosini, 2013), possono non avere accesso a misure di conciliazione (Bonizzoni, 2014; Santero & Naldini, 2017). Inoltre, politiche migratorie più restrittive/securitarie riducono il supporto da parenti che vivino vicino. (v. Le interruzioni lavorative delle donne migranti in transizione alla genitorialità in Italia. di Arianna 25 Santero, Cristina Solera, 2018, n. 1, Rivista delle Politiche Sociali)
Scelta o vincoli? Contesto culturale e istituzionale Institutional Context Ideali di genitorialità e “maglio per il bambino” Risorse socio- (di Lui e di Lei) economiche (di Lui e di Lei) Pratiche di conciliazione famiglia-lavoro e interruzioni lavorative 26
Mixed-method Quantitativo Istat 2012 “Indagine campionaria sulle nascite e le madri” dati su madri straniere e italiane occupazione e conciliazione durante la gravidanza e 2 anni dopo la nascita dei figli Qualitativo 44 Interviste con genitori di diversi paesi d’origine e circuiti migratori (Romania, Marocco, Tunisia, Perù) narrazioni intorno alle strategie di conciliazione e alle pratiche di cura durante la gravidanza e 2-6 anni dopo la nascita dei figli (research project “Practices and Policies around Parenthood. Work-family balance and childcare in multicultural contexts” - comparative Transparent research network – CSP&UNITO funds – Santero e Solera, 2018)
RISULTATI – ANALISI QUANTITATIVE -Le madri straniere sono più spesso fuori dal mercato del lavoro che le madri italiane, e più spesso per ragioni famigliari, specialmente se dall’Africa -L’istruzione fa meno differenza -Quando lavorano, le madri immigrate sono più concentrate nei lavori poco pagati (manuali) e il tipo di contratto ha lo stesso effetto sul rischio di interruzione che per le italiane. Questo suggerisce l’importanza di meccanismi strutturali e non solo culturali -Più importanti nelle strategie di conciliazione i servizi educativi, meno i nonni
RISULTATI – ANALISI QUALITATIVE Gli ideali espressi dagli intervistati riguardano pratiche di cura centrate sulla madre e “buon padre procacciatore di reddito”. Tuttavia, emergono tensioni tra ideali/piani e le pratiche intorno alla partecipazione occupazionale e alle responsabilità di cura: • Interruzioni lavorative involontarie • Rientri al lavoro nel primo anno del bambino Pur nello stesso contesto instituzionale, economico e culturale, i genitori migranti hanno una posizione strutturalmente svantaggiata rispetto ai nativi e attuano pratiche di conciliazione flessibili, agency Romania: ideali paritari (pur con pratiche asimmetriche) Perù: legittimità delle “madri (single) procacciatrici di reddito” Marocco: prevalenza di asimmetrie di genere sia negli ideali che nelle pratiche, ma innovazioni rispetto alla famiglia d’origine e minore controllo sociale in emigrazione
IL CONTESTO CONTA! • Emergono contraddizioni tra ideali (“the good father provider”, “intensive motherhood”) e pratiche • Narrazioni “tradizionali” possono essere usate per colmare gli scarti tra ideali e pratiche • Anche se l’immigrazione incoraggia l’innovazione e la negoziazione dei rapport di genere e tra generazioni, il contesto ricevente nel caso italiano tende a ridurre l’emergere di pratiche meno asimmetriche di divisione delle responsabilità tra lavoro di cura e lavoro pagato nelle famiglie migranti e a sfavorire la permanenza nel mercato del lavoro pagato delle madri
Un «peso» per il welfare state? I risultati di ricerca disponibili non supportano le rappresentazioni degli immigrati come “individui immeritevoli” rispetto alla sostenibilità dei sistemi di welfare dei paesi riceventi, ma un quadro più complesso, con variazioni tra gruppi di immigrati, paesi di ricezione, aree di policies e misure (es. Anastasa & Paligrova 2005; Giua 2017, Zimmerman et al 2012; EC 2014; Luppi et al 2017, Eurofond 2015, EC 2019): 1) In diversi paesi, gli immigrati tendono a essere sottorappresentati tra chi riceve benefici per pensioni d’anzianità, salute, disabilità, e sovrarappresentati tra beneficiari di sussidi di disoccupazione, per la famiglia e l’infanzia (Zimmerman et al 2012; EC 2014; EU 2019) 2) Gli immigrati sono relativamente più propensi a ricevere benefici non contributivi (assistenza sociale/ housing) e meno contributivi (pensioni d’anzianità, trasferimenti per disoccupazione e malattia) soprattutto nei paesi con welfare più generoso (Boeri 2009) 3) Controllando per status socio-economico gli immigrati tendono a utilizzare meno benefici rispetto ai nativi (Barrett & Maitre 2011, EC 2019) e l’occupazione risulta l’unico determinante del contributo fiscale netto degli immigrati (OECD 2013) 4) Pochi studi in Italia, alcuni risultati mostrano che solo una minoranza di immigrati ha aspettative di supporto pubblico, quasi esclusivamente verso i bambini – pur con differenze tra paesi d’origine e livello d’istruzione, la conoscenza delle misure esistenti è limitata (Albertini e Semprebon, 2018); le domande sono inferiori ai beneficiari potenziali e è più elevato il tasso di respingimento (Ponzo e Ricucci 2013); non titolarità per posizione strutturale (Bonizzoni 2014, Santero 2016) residenza/abitazione (es Gargiulo)
Famiglie Migranti e Welfare in prospettiva di genere e generazione: strumenti concettuali e metodologici
Genere, famiglie e migrazioni • Le migrazioni internazionali attraverso il concetto di genere (Kofman & Raghuram, 2015) • Intersectionality • “catena globale della cura” • politiche migratorie e obbligazioni famigliari Welfare States e Diritti degli immigrati • Stratificazione Civica (Lockwood, 1996) • Politiche di inclusione e esclusione (Sainsbury, 2012) • “Politics of belonging” (Yuval-Davis, 2012)
Intersectionality (Crenshaw, 1989) teorie del triplice svantaggio: genere, classe e etnia (Anthias e Yuval Davis 1992, Campani 1994 2003) Ogni persona appartiene a più categorie sociali. Non basta fare un elenco di queste categorie ma è necessario considerare le relazioni esistenti tra di loro https://www.ted.com/talks/kimberle_crenshaw_the_urgency_of_intersectionality Divisione internazionale del lavoro riproduttivo (Parreñas 2000) e “catena globale della cura” (Hochschild 2000, Anderson 2000, Balsamo Colombo Andall, 2003, Ehrenreich e Hochschild 2004, Marchetti ) Sempre più donne nei paesi a economie avanzate affidano lavoro famigliare a donne (o uomini) migranti, che a loro volta lasciano nel paese d’origine bambini o anziani e delegano altre donne a prendersene cura. Nella “divisione internazionale del lavoro riproduttivo” (Parrenas 2000) ogni anello della catena è una lavoratrice che dipende da un’altra, con legami personali asimmetrici “attraverso il globo basati sul lavoro di cura pagato e non pagato” (Hochshild 2000) *domestic workers' meeting in new delhi. january 2014. photo by sabrina marchetti domequal.eu
Convergenze tra Paesi con Regimi Migratori, Occupazionali e di Cura diversi SVEZIA «Semi-compliance» = la • Servizi pubblici politica migratoria • Poche assunzioni nel settore privato SPAGNA/ITALIA • Modello MIGRANT IN definisce delle regole, ma i • Poco affidamento sulla famiglia THE FAMILY - MODEL costi per seguirle sono tali OF CARE che in ogni paese si crea GRAN BRETAGNA • Regolarizzazione delle donne una zona d’ombra che migranti Passaggio da AU PAIR conviene ai datori di lavoro a YOUTH MOBILITY SCHEME e anche ai migranti stessi TREND NON VISIBILI NELLE STATISTICHE • Lavoro nero e mercato grigio del lavoro domestico • La regolamentazione del settore dei servizi a domicilio ha migliorato le condizioni di lavoro delle lavoratrici domestiche ma non le condizioni di quelle irregolari (Williams 2012, Converging variations in migrant care work in Europe, Journal of European Social Policies)
Who cares the carers? CATENE GLOBALI DI CATENE GLOBALI DI ASSISTENZA CURA INFERMIERISTICA similitudini tra personale sanitario e migranti nel settore di cura a domicilio (Williams 2012): • Discriminazioni • Mancanza di riconoscimento • Scarse tutele contrattuali UN Women, Facebook post, 09.12.2018
Who cares the carers? Famiglie transnazionalità forzata, nuclearizzazione e “agency” Vs VISIONE DEFICITARIA Le leggi migratorie e il contesto ricevente definiscono le risorse delle famiglie migranti, alcuni comportamenti possono essere “strategie di coping” es. Progettualità breve “io sono ottimista. E allora quando il pediatra mi chiama “come va il suo bambino?” dico “lo vedo bene” perchè lo vedo bene. E lui mi diceva sempre “signora ma un bambino che che fa dialisi non può stare bene”. E diceva che sono troppo giovane, che IO ancora non lo so… I rischi che c’ha mio figlio che può succedere e vuole parlare con i miei genitori. Cioè, io penso che sono abbastanza responsabile che so quello che ha… poi piano piano ha visto… Secondo me anche per quello all’inizio ci ricoverava più spesso” (Claudia, madre romena) (estratto da Santero e Naldini, Strategie di conciliazione tra lavoro e famiglia dei genitori migranti, in Naldini, Caponio, Ricucci, a cura di, Famiglie in Emigrazione. Il Mulino, 2019)
Conclusioni: Famiglie immigrati, Welfare e Cittadinanza 1. Le relazioni di genere e le obbligazioni famigliari intergenerazionali sono condizionate dalle leggi sulla migrazione e la cittadinanza e dalle politiche sociali, che definiscono le risorse dei migranti e i loro diritti 2. I diritti e gli svantaggi (o gli ostacoli) durante la migrazione - e la conseguente circolazione di cura e risorse economiche - sono stratificati tra cittadini e non cittadini, nonché tra diverse categorie di migranti (ad es. Cittadini dell'UE, cittadini di paesi terzi Con permesso di soggiorno temporaneo o permanente, richiedenti asilo, rifugiati) 3. In questa fase storica e politica, è di cruciale importanza considerare la sostenibilità politica, sociale e economica del (non) accesso al welfare da parte degli immigrati. I dati finora disponibili rivelano un sotto-utilizzo della maggior parte dei benefici e paesi e una politicizzazione del dibattito: a parità di altre condizioni, e con variazioni tra paesi e aree di policies, gli immigrati tendono a usufruire delle politiche e servizi sociali meno dei nativi 4. L’accesso alle politiche sociali risulta cruciale per compensare gli effetti delle migrazioni sulla salute e sulla coesione sociale e per sostenere i processi di ridefizioni dei rapporti di genere e tra generazioni in corso nelle famiglie migranti in termini di pari opportunità 5. Il ruolo dei professionisti che si interfacciano con le famiglie migranti è cruciale per sostenere fiducia, agency e «sense of entitlement»
Grazie per l’attenzione! arianna.santero@unito.it
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