EROS - L'AMBIGUITA' DELL'AMORE FRA SACRO E PROFANO

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EROS - L'AMBIGUITA' DELL'AMORE FRA SACRO E PROFANO
EROS – L’AMBIGUITA’ DELL’AMORE FRA SACRO E PROFANO

Con la parola “Amore” intendiamo dei sentimenti diversi: l'amore della madre verso un figlio o l'amore, ad
esempio, di un uomo verso la propria donna; malgrado la varietà di lessici che tutti i linguaggi del mondo hanno,
noi abbiamo un unico termine per definire e indicare questa sensazione emotiva; malgrado l'amore verso Dio sia
diverso dall'amore con impronta carnale che si ha verso il compagno o la compagna il termine che usiamo è
sempre uno solo: “Amore”.
Questa ambiguità ha un riflesso diretto nell'Arte e ha trovato difficoltà di espressione nel corso della storia; si è
cercato in vari modi di rappresentare queste diversità dell'amore in un'unica essenza.
Per l’occasione sono stati scelti alcuni capolavori che andiamo ad analizzare in modo attento in alcuni loro aspetti.
Cominciamo con un'opera antica, “il Trono Ludovisi”, che si trova a Roma nel Museo nazionale romano di palazzo
Altemps; è stato trovato a Roma ma molto probabilmente è un oggetto che proviene dalla Calabria perché si
tratta di una scultura Magno‐Greca, forse proveniente da Locri e databile intorno al V‐VI sec. a.c., facente parte di
un tempio dedicato ad Afrodite. Doveva quasi sicuramente far parte di un altare fatto come una sedia, con dietro
lo schienale e ai lati dei braccioli. Sul retro è rappresentata presumibilmente Afrodite che nasce dal mare; dalla
spuma (aphrós) del mare di Cipro, come dice Esiodo, esce sostenuta da due Horai. Afrodite è la Venere dei Romani
o perlomeno una dea assimilabile a Venere, la dea della bellezza e dell'amore. Nell'immaginario collettivo
Afrodite è la dea dell’ amore carnale ma se leggiamo il “De Rerum Natura” di Lucrezio quest’opera inizia con un
inno ad Afrodite perché lei non è solo la Dea dell’amore ma anche la Dea della procreazione anche non sessuata,
che in qualche modo fa germogliare i campi e per la quale gli animali fanno le cucciolate. Lucrezio inizia con
invocazione ad "Alma Venus”, cioè a Venere nutrice, Venere quindi intesa come Natura che va ben oltre il
concetto dell'amore sessuale.

Trono Ludovisi

                                                                           Più importanti sono senz’altro le figure
                                                                           che compaiono sui due braccioli.
                                                                           Su di essi si sono voluti rappresentare
                                                                           appunto questi due aspetti diversi
                                                                           dell’amore che, sin dal momento del
                                                                           ritrovamento del trono, sono stati
                                                                           chiamati “amore sacro” e “amore
                                                                           profano.

                               Ora noi, guardandoli, tendiamo a ritenere l'amore
                               profano quello carnale, legato alle prostitute, e
                               invece è quello che caratterizza i rapporti
                               interumani...quindi l'amore di un uomo per una
                               donna o per un figlio, l'amore che riguarda il genere
                               umano, e ha la forma di una donna vestita con in
                               mano un contenitore di incenso (vedi foto a sinistra)
                               e dall'altra parte invece c'è l'amore sacro, una
                               sacerdotessa che è una Menade, una prostituta
                               sacra (foto a destra).

Bisogna a questo punto fare una considerazione: noi abbiamo oggi un concetto della prostituzione tutto
moderno, diverso da quello che avevano gli antichi. Nell’antichità la prostituzione sacra era importantissima
perché, essendo forte il senso che si aveva dell'amore, succedeva che donne di qualunque livello o rango sociale
potevano decidere come offerta, come voto da fare agli dei, di passare un periodo della loro vita facendo la
prostituta, magari anche solo per una notte. Il ragionamento poteva essere questo: "Mio marito parte per la
guerra?...se mio marito torna vivo, io vado anche per una notte sola a fare la prostituta sacra”.
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C'erano addirittura ragazze che, essendo orfane e non potendo avere una dote, andavano nel tempio e facevano
per un periodo le prostitute sacre. In ogni caso il concetto della prostituta e del cliente erano diversi da quello di
oggi: il tipo di unione sessuale era qualcosa che poteva avere scopi diversi; noi oggi siamo figli di una moralità
contorta, frutto della cultura giudaico‐cristiana fallocratica che ci è stata imposta.
La prostituzione sacra veniva vissuta con enorme rispetto nei confronti di chi la praticava.
Per rappresentare i due modi diversi del tema amoroso queste due figure incarnano questa duplice essenza,
l'amore profano che è tipicamente umano, e l'amore sacro rivolto verso gli dei.
In epoca più avanzata il tema di Eros continua a far pensare; Plinio il Vecchio, uno scrittore romano del I secolo
d.c., ci racconta come un giorno uno dei più importanti uomini politici di Atene, Temistocle, ebbe l'idea di far fare
una statua che rappresentasse l'amore. Premesso che, nessuna delle statue originarie ci sono rimaste...(a noi
sono rimaste le copie fatte dai Romani qualche sec. dopo) gli scultori da subito trovarono difficile questo incarico
e la maggior parte di essi arrivò alla conclusione che non si potesse fare una statua ma diverse. Lisippo ad
esempio decise di rappresentarlo come qua sotto.
 Lisippo si pose il problema se l'amore vero sia veramente quello di quando un uomo vive con la donna vicino
perché, per quanto la possa amare, prevalgono poi tante altre considerazioni ed aspetti; l’ amore vero secondo lui
è quando si vede una persona da lontano che improvvisamente ti piace...ancora non si sa niente di quella
persona, se è antipatica magari. Ma il momento dell'innamoramento dura un attimo, non si ha il tempo di fare
considerazioni ulteriori.
L'amore non è quando Eros ha tirato la freccia che ti prende al cuore, ma quando è così stordito che non riesce
neanche ad incordare l'arco; è un momento effimero perché nel momento in cui la freccia è scagliata i giochi sono
fatti.

Un altro scultore greco, Skopas, diceva invece che é impossibile fare un’unica statua che raffiguri l'amore; ce ne
vorrebbero almeno tre: una, l’Eros propriamente detto, che rappresenti l'eccitazione di quando vedi la persona
che ami, la bramosia dell'amore; la seconda, Pothos, è invece l'amore inteso come nostalgia, di quando ti manca
la persona che ami, il figlio che non vedi da tanto tempo e lo rappresenta come nella foto sopra: una figura che
non pensa ad altro, che è dispiaciuta; la terza è una statua che rappresenta Tanathos cioè la morte, la
disperazione che ti prende quando una cosa che era un amore meraviglioso non c'è più. Ora noi non sappiamo
come lo scultore abbia rappresentato Eros e Tanathos mentre abbiamo diverse copie della statua intermedia
Pothos, perché la nostalgia è diventata per molta gente l'occasione per fare le statue funerarie. Sotto la statua si
può notare una pernice che è un uccello che nell’antichità veniva considerato portatore di sfortuna, relativo al
mondo dei morti; ancora oggi si dice una cosa perniciosa.
Questa è la risposta che davano gli antichi.
C’era però un modo molto comune per rappresentare l’amore che c'è tra due individui: l'amore inteso come
Kairos (il momento giusto o opportuno).
Lo scultore ellenistico Leocare si pose anche lui la domanda che cosa fosse l'amore e pensò di trovare la risposta
appunto in Kairos.
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Raffigurò cioè un uomo alato (come eros) che ha le ali dietro la schiena ma
                                  anche ai piedi...perché l'amore è fatto di occasioni che bisogna cogliere al
                                  volo; se ti scappano è finito, lo si perde. Quando l'amore viene verso di te ha i
                                  capelli lunghi davanti per farsi prendere, ma basta che ti passa che dietro è
                                  calvo, i capelli non ce li ha (vedi figura). Ha in mano un rasoio sulla cui lama
                                  tiene una bilancia in equilibrio. La bilancia non può essere in equilibrio
                                  perché nell'amore importantissima è la fortuna...e allora uno dei piatti della
                                  bilancia dall'amore viene fatto sbilanciare, con il segno delle corna che è un
                                  segno di fortuna, per farci capire che l'amore è fatto sì di scelte nette però
                                  bisogna avere anche una buona dose di fortuna.
                                  La formella che è del I sec. a.c. ed è conservata nel museo archeologico di
                                  Torino, viene da Ivrea. La figura è Kairos, uno degli epiteti di Eros.
Questo tema è ripreso anche nella pittura romana. Da Pompei l'affresco in visione, dove è rappresentata la casa
di Marte e Venere.
                                                         Si vede Eros da una parte che sta incordando l'arco con
                                                        certa difficoltà, dietro le tre figure di Eros, Pothos e
                                                        Thanatos (le tre immagini che aveva utilizzato Skopas per
                                                        raffigurare l'amore), poi ci sono le Cariti, cioè le Grazie
                                                        come vengono chiamate nell’antica Roma, che fanno
                                                        parte della corte di amore e, in primo piano, per
                                                        rappresentare il tema più sessuale dell’amore, ci sono
                                                        Venere e Marte, i due amanti per eccellenza. Questo per
                                                        rappresentare meglio l'aspetto più reale dell'amore,
                                                        perche due persone unite dal matrimonio possono stare
                                                        insieme anche per inerzia mentre due amanti solo se si
                                                        desiderano.

                                                           Questo tema non è solo degli antichi perché l’idea di due
                                                          amanti si trova anche in pitture più recenti. Come è nel
                                                          caso del pittore Piero di Cosimo del 1400, un personaggio
molto particolare considerato alla sua epoca un pazzo; in realtà lui si sentiva così libero da vincoli religiosi e
quindi rappresentava quello che gli pareva.
Il dipinto, che si trova a Berlino, ufficialmente rappresenta Venere e Marte addormentati, ma in realtà ci sono
simboli particolari come in tutta la pittura di questo pittore. Dietro, un paesaggio con dei putti che stanno
giocando con le armi di Marte che simbolicamente rappresentano la forza, la corazza intesa come le difese che
ognuno di noi mette quando si trova a confrontarsi con un'altra persona.
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poi ci sono, legate alle due figure, una
                                                                       farfalla su Venere e una mosca su Marte... la
                                                                       mosca è quella che dà fastidio, ti gira intorno
                                                                       intendendo che nell'unione fra due persone
                                                                       quello che pizzica, che cerca sempre il
                                                                       rapporto sessuale è l'uomo , la mosca che
                                                                       non ti lascia mai in pace. La farfalla
                                                                       bellissima invece si posa sulla gamba di
                                                                       Venere ed è quella che attrae con i suoi
                                                                       colori. Altro simbolo che vediamo è poi il
                                                                       coniglio. Il coniglio nella simbologia già
                                                                       antica ma poi anche nel Rinascimento
                                                                       rappresenta il sesso femminile perché la
                                                                       vagina in latino si dice “cunnus” e
                                                                       “cuniculus” (coniglio) era la parola che
                                                                       somigliava di più; per cui il coniglio nell'arte
rappresenta sempre il sesso della donna. È interessante notare che Venere è nuda ma con un velo intorno come
a dire che la nudità cruda in qualche modo è scontata. il velo invece che copre suscita interesse, morbosità. Lei
non dorme, è desta, ha gli occhi semi‐aperti. I due hanno fatto all'amore e stremati si sono addormentati. lei ha
vicino a sé un ragazzino che è Amore cupido che le sta parlottando.
Dall'altro lato c'è Marte in posizione scomposta, innaturale; sembra essere quasi in coma, tutto ripiegato senza
l'armatura che non c'è più tranne per il braccio destro che impugna e che rappresenta il sesso maschile...Lui
dorme profondamente.
Apollodoro, storico dei miti greci, del periodo ellenista, racconta una leggenda. Un giorno era scoppiata
sull'Olimpo durante un pasto fra gli Dei una disputa: durante un rapporto sessuale chi prova più piacere, un uomo
o una donna? Gli Dei avevano cominciato a litigare; alla fine pensarono di trovare la soluzione andando a
domandare a Tersite che era stato sia uomo che donna, un vecchio indovino nominato anche da Omero nell'
Iliade. Questi, ormai vecchissimo, avrebbe risposto in questo modo. "se noi consideriamo il piacere come un peso
che si porta, la donna porta cinque volte il peso che porta un uomo ma se ne stanca di meno. Ecco allora che
anche nella pittura di Piero di Cosimo,
Marte è rappresentato in uno stato
regredito, infantile, con la posizione
della mano quasi fetale, pur essendo
Marte il Dio della guerra.. i due
uccelletti in fondo al dipinto sono
colombe e rappresentano il simbolo
delle due figure attaccate che tubano.
Gli amorini intanto stanno giocando
dietro con le armi di Marte; quelli che
sono strumenti di guerra sono diventati
dei giochi e fa quasi ridere l’idea di
come tutto quanto sia ridotto a niente
di fronte a quello che la forza
dell'amore, della sessualità rappresenti
in questa circostanze

Uno però dei dipinti più famosi è quello di Tiziano Vecellio ed è “Amore sacro e Amore profano” del 1514. Anche
qui, a differenza di quello che si può credere, l'amore sacro è la donna nuda e l’amore profano quella vestita. il
dipinto fu commissionato da un giudice veneziano che si chiamava Niccolò Aurelio che aveva sposato una
ragazza, Laura Bagarotto, di cui l'anno prima aveva fatto ammazzare il padre dopo averlo condannato a morte. In
occasione del matrimonio il giudice commissionò a Tiziano questo dipinto.
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Vi è rappresentato un sarcofago trasformato in una fontana su cui siedono due donne. in mezzo c'è un putto che
sta muovendo l'acqua. Questo è uno dei quadri su cui si è sviluppata la maggior quantità di studi perché ha dei
particolari interessantissimi...vediamone insieme alcuni: la figura della donna che incarna l’Amore profano è
completamente vestita; innanzitutto è da notare che è la stessa donna con due aspetti diversi di una stessa
essenza. E’ totalmente vestita, ha anche i guanti, e guarda verso noi. Dietro di lei c'è un paesaggio con una
montagna, due conigli liberi, uno bianco e uno scuro, poi c'è una strada tortuosa che porta verso un castello con
una torre che sembra imprendibile e si vede un cavaliere che di corsa sale su questa strada.. la ragazza è seduta e
tiene in testa un ramoscello di mirto , pianta sacra della Dea Venere e con soddisfazione tiene, proteggendolo, un
vaso. Poi c’è l'altra figura nuda, la stessa persona, che tiene una luce in alto come per fare luce..lei è seminuda
con le parti pudende coperte di bianco; sta seduta sull'orlo della fontana. Se guardiamo dietro di lei notiamo un
paesaggio luminoso e pianeggiante, ben diverso dall’altro;c'è un coniglio insediato da un cane però non è un
coniglio libero, poi si vede un lago ed una chiesa, due cavalieri che non stanno correndo ma stanno pacificamente
sulla riva del lago. C' è anche un pastore con pecore che stanno sedute, a rappresentare un'immagine bucolica.
Nel sarcofago si vedono due stemmi, quelli di Aurelio e quello di Laura Bagarotto. Da una parte             quindi
l’amore profano con dietro la parte oscura e dall'altra l’ amore sacro cioè limpido, aperto, lucente. Ma i due
aspetti non sono ben distinti tanto è vero che l’acqua che unisce i due aspetti dell'amore viene mescolata in
mezzo dall'Eros; non c'è un punto dove finisce uno e comincia l'altro. Il risultato è la mescolanza che esce di sotto;
come dire che, in occasione di questo matrimonio, l'augurio che viene fatto è che in realtà ci sia una giusta dose
dell'uno e dell'altro aspetto...non ci sia una totale castità ma neanche una totale lascivia … il giusto equilibrio dato
dalla mescolanza e infatti, in mezzo poi a indicare tutto, c'è una pianta, il cardo che è un simbolo di unione delle
due essenze dell'amore. Sul sarcofago altre scene non casuali; da una parte il ratto di Proserpina secondo la
leggenda figlia di Demetra.
Una ragazza di 15 anni, simbolo della natura che fiorisce. Ade, il Dio del regno dei morti, si innamora di lei e la
rapisce...quindi la violenza, la donna che viene rapita e portata via. la scena mostra che la porta sul suo
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carro nell'aldila...Dall'altra parte Venere e Adone.... Lei si innamora di questo pastore e allora Marte, amante di
Venere e geloso di Adone nel momento che Adone sta dormendo lo uccide..Venere, rendendosi conto della
morte, interviene ma si ferisce il piede e con l'icore, il sangue degli dei, che le sgorga macchia un fiore che si trova
li a terra dando origine alla rosa. Un amore comunque casto perché in realtà era amante di entrambi; l'intervento,
seppur non riuscito, di una Dea per salvare una persona che ama.
Le differenze e i motivi di questi due forme diverse dell'amore. Le due donne non rappresentano quindi una
donna nello specifico ma genericamente il tema dell’amore.
                                                                               Poi c'è il Guercino che riprende il tema
                                                                               dell'amore ma in modo diverso. Anche
                                                                               qui c’è Venere e Marte e si vede che i
                                                                               mezzo a loro interviene Eros ma qui non
                                                                               si sta occupando di loro due ma si sta
                                                                               occupando di noi spettatori. I
                                                                               protagonisti non stanno facendo
                                                                               all'amore perché ci siamo noi a
                                                                               guardarli e allora lei arrabbiata indica
                                                                               verso di noi e chiede ad Eros di toglierci
                                                                               di torno. L'unico modo a quanto pare è
                                                                               farci innamorare e allora Eros punta
                                                                               l'arco verso di noi. Questo è un
                                                                               espediente       del   Guercino       per
                                                                               coinvolgerci        come       spettatori
                                                                               nell'emozione che è il tema del quadro
                                                                               dei primi del ‘600.

In quegli anni c'è un'altra persona che si occupa di questo argomento e se ne occupa in modo ancora diverso:
Caravaggio.
Caravaggio era bisessuale e fu capace di eccessi terribili in
un senso e nell'altro. ad un certo punto venne contattato
dal Marchese Vincenzo Giustiniani che gli chiese di fare un
quadro che rappresentasse l'amore. L’artista aspettò a
lungo prima di fare questo dipinto facendo nel frattempo
altri quadri poi alla fine si mise all'opera. Il quadro si trova
ora alla Pinacoteca di Berlino e quando fu reso pubblico a
Roma nel 1604, fece subito scandalo perché Caravaggio lo
chiamò “Omnis vicit Amor”, l'amore vince tutto.. all'epoca
era il titolo di una famosa canzone che andava di moda.
Dopo che per tutto il Medioevo c’era stata solo musica
sacra e nel 1500 anche profana, ma di corte, nel 1600
circolava la canzone, cioè una musica che non richiedeva
nemmeno l'accompagnamento musicale e che tutti quanti
potevano cantare per strada; e si chiamava giusto canzone
quel componimento musicale che aveva come tema
l'amore. Ebbene la canzone più cantata all'epoca era
“omnis vicit amor” alla quale si ispirò Caravaggio.
Nell'angolo in basso del dipinto l’artista mette un spartito
che è quello della canzone con tracciate delle note reali... si
vede la prima parola che è vicit (vince) ....tra l'altro
importante da notare Vincenzo (Vincentuius) colui che
vince, in quest'ottica la V è una sorta di firma del
committente nell'esecuzione del quadro. Oltretutto c'è da
dire una cosa...Caravaggio, come molti artisti dell'epoca, era anche compositore di canzoni, e anche progettista e
fabbricatore di strumenti musicali ; c'era uno strumento musicale, il tetracordo (una specie di violino con quattro
corde) disegnato e costruito da Caravaggio. Lui quindi era anche un esperto di musica.
EROS - L'AMBIGUITA' DELL'AMORE FRA SACRO E PROFANO
Per rappresentare l’Amore ha fatto il primo scandalo rappresentando appunto l’amore come un ragazzo nudo
direttamente posto davanti all'osservatore; questo ragazzo non è un personaggio qualsiasi, era Cecco del
Caravaggio , cioè un ragazzino di tredici anni, amante del pittore che ne aveva quasi quaranta.
Tutti sapevano che era l'amante di Caravaggio, abitavano insieme; Cecco era un pittore in erba che poi, morto
Caravaggio, diventerà un pittore mai arrivato a livelli eccelsi.

                                                                     Rappresentare questo ragazzo che tutti
                                                                     conoscevano destò scandalo perché si esibisce
                                                                     una nudità sfacciata senza la volontà di tenere
                                                                     adombrata la sua sessualità che si rivolge
                                                                     proprio verso di noi quasi in modo spudorato,
                                                                     con uno sguardo canzonatorio. Il marchese
                                                                     tenne questo quadro in camera da letto e poi
                                                                     se ne liberò. Fu comprato poi da un Cardinale e
                                                                     anche questi lo tenne nascosto.
                                                                     Che cosa rappresenta il quadro? L’amore vince
                                                                     tutto e lo fa con gli occhi ammiccanti del
                                                                     personaggio che guarda verso noi. Sta
                                                                     guardandoci con un'espressione strana e ha in
                                                                     mano due frecce, una freccia rossa e l'altra
                                                                     nera che stanno insieme a significare
                                                                     l'ambiguità dell'amore. Le frecce sono strette
                                                                     con forza quasi a confondersi l’una con l’altra
                                                                     tanto da non rendere chiaro la punta dell'una a
                                                                     quale delle due corrisponda. il viso in
                                                                     particolare presenta denti sporchi, non è un
                                                                     personaggio       che     esprime      gentilezza,
                                                                     morbidezza ma molto carnale, violento. Il
                                                                     ventre è piegato non è liscio semplicemente, è
                                                                     anche lui un po’ lascivo, da ragazzo di strada
                                                                     ma nonostante questo l’ amore vince tutto. Ci
                                                                     sono una serie di cose messe a ostacolare
                                                                     l'amore ma l'amore con nonchalance passa e le
                                                                     scavalca, senza sacrificio senza difficoltà. E cos’
                                                                     è che l'amore vince? l'Arte, rappresentata
                                                                     dalla musica, l'ideale umano dell'edificazione
                                                                     delle costruzioni rappresentate da un regolo e
un compasso; tutto ciò che l'uomo ha fatto è superato. L'Arte è rappresentata anche da una corona di alloro che
simboleggia la poesia; l'amore vince la guerra e si vede ai piedi del ragazzo un’armatura...
Vince la scienza e dietro la gamba destra del ragazzo si vede appena accennato un globo stellato che rappresenta
l'universo. Di tutti gli elementi che vengono considerati importanti per l'uomo l’amore se ne infischia, li supera
tutti.
Da un'altra parte si vedono i simboli di tutto ciò che rappresenta il potere. C'è una corona, uno scettro e persino
una porpora imperiale. Ma qualunque cosa viene scavalcata dall'amore. C'è una sola cosa che l'amore supera
strusciando, che lo costringe ad un maggiore impegno: un sudario sepolcrale e un sarcofago che dal sudario è
coperto. E’ come dire che tutto quanto viene superato dall'amore ma la morte è ciò che mette più alla prova
questa emozione tanto che la supera sempre ma con difficoltà. In un'elegia Properzio, poeta latino, dice: l'amore
prende tanto tempo ma dopo un po' il tempo si prende l'amore.
L'amore di Caravaggio fece talmente scandalo che il dipinto, come tutte cose segrete era conosciuto da tutti e così
nello scandalo che circolava quello che prima era un amico di Caravaggio poi diventò il suo maggior rivale
antagonista , certo Giovanni Baglione, il quale decise di rispondere a questo dipinto facendo il suo amore
vincitore. Come l'ha realizzato?
Secondo lui l' amore di Caravaggio è sporcizia e allora nella sua raffigurazione ha rappresentato Caravaggio qua
sotto scavalcato da un 'altro amore, quello divino e puro. Una sorta di Arcangelo Gabriele che sta trafiggendo con
una lancia, dopo aver sconfitto il Demonio, anche l'amore di Michelangelo che ha le frecce spezzate. Quando
questo dipinto è stato fatto doveva rappresentare una risposta polemica invece si è rigirato contro l'autore,
perché in realtà Caravaggio risultava un personaggio simpatico di cui tutti parlavano, era una persona di una
EROS - L'AMBIGUITA' DELL'AMORE FRA SACRO E PROFANO
smodatezza incredibile ma era anche intelligente. L’artista compose una canzone nella quale si diceva che
Baglione aveva sconfitto il suo amore con un angelo rinchiuso dentro una caffettiera, perché l'armatura vestita
dall’Arcangelo sembra appunto una caffettiera. Il Baglione offeso denunciò Caravaggio perdendo di contro perché
ormai questa canzone la cantavano tutti. Baglione si decise a dipingere una seconda versione di questo quadro,
dove al posto della caffettiera è rappresentato l’angelo mezzo nudo. Il diavolo è rivolto verso di noi e ha la faccia
di Caravaggio.

Questi due dipinti non hanno avuto la fama e la fortuna che ha invece avuto il dipinto di Caravaggio.
Abbiamo visto che l’Amore è uno delle cose che presenta maggiore ambiguità nella rappresentazione anche per la
difficoltà di definirlo...un qualcosa che ha una serie di implicazioni talmente ampie e complesse che è difficile
includerlo in un concetto, in un’ idea. E questo è una cosa che ha tormentato gli Antichi che per farsi belli di fronte
alle persone che amavano non sono mai riusciti a dare una definizione netta e sono ricorsi a diverse idee che
potevano dare una maggiore possibilità, un maggior spettro di considerazioni. Certo l‘impegno è stato
considerevole ma ognuno ha avuto un idea diversa. Però una cosa è risultata evidente: questa ambiguità per lo
più ha indotto gli artisti a creare una sorta di divisione, tra ciò che va inteso in senso fisico, non solo sessuale che
prende all'interno, quello che invece è un amore razionale, una divisione tra l'anima concupiscibile e l'anima
cupsicibile voluptas e pudicitia dove finisce la parte in cui è richiesta la voluttà, la lussuria e dove è richiesta la
fedeltà; è difficile scindere le due cose...forse la parte che rappresenta meglio tutto questo è nell'Amorino,
dell'Amore sacro e Amore profano di Tiziano, che sta mescolandole l’acqua, impedendo di vedere dove finisce
l’una e inizia l 'altra. Se la parte più importante è Pothos, la nostalgia di chi si ama, non è possibile che si possa
cedere alle lusinghe sessuali di altra persona, per cui non è proprio vera quella realtà. Se prevalesse Tanathos non
è possibile che una persona che rimane orfana, vedova di una persona, ne possa trovare un'altra. Nessuna idea è
netta. In qualche modo la cosa migliore è vedere questo Amorino che confonde le acque, le mescola impedendo
di capire dove finisce una e comincia l'altra. E poi una natura infingarda, equivoca e dispettosa non tanto come
quella di Amore che mira verso di noi quanto quelle di Kairos, l'occasione che magari non era nemmeno vero
amore ma poiché è sfuggito rimane un amore che ti porti dietro tutta la vita, un'occasione perduta e ciò è uno
degli aspetti più particolari che ha colto maggiormente l'essenza.

               Trascrizione libera della conferenza tenuta il 23 luglio dal prof.Leandro Sperduti
EROS - L'AMBIGUITA' DELL'AMORE FRA SACRO E PROFANO EROS - L'AMBIGUITA' DELL'AMORE FRA SACRO E PROFANO
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