ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003

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ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - ECO DOPPLER

ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003
XV Congresso Nazionale SIUMB – XVIII Giornate Internazionali di Ultrasonologia
Roma – 15/19 Novembre 2003

CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI
Eco Doppler
DIAMETRO DELLA VENA CAVA INFERIORE E VOLEMIA DEL                             CONCLUSIONI. Riteniamo il diametro della VCI un valido
PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO EMODIALITICO                               marcatore della volemia e quindi della idratazione dell’indi-
                                                                             viduo. Tale parametro trova una pratica applicazione nel
     A. Mancini, R. Falanga, S. Brandi, R. Losappio, D. Russo,               monitoraggio dello stato di idratazione del soggetto sotto-
     P. Magarelli, A. Allegretti, M. Virgilio                                posto a trattamento emodialitico; quindi nella stima del
     U.O. di Nefrologia e Dialisi Ospedale di Barletta                       cosiddetto “peso secco dell’emodializzato”.
                                                                             Parametro, quest’ultimo, spesso fissato in maniera empirica
SCOPO DEL LAVORO. Gli indici clinici per la valutazione
                                                                             e del tutto soggettiva.
dello stato di idratazione a fine dialisi sono quantomeno
soggettivi e poco affidabili. E’ dimostrato, inoltre, che il dia-
                                                                             UTILITA’ DELL’ECOCOLORDOPPLER DEI VASI ARTERIOSI
metro della vena cava inferiore (VCI) è espressione della
                                                                             CAROTIDEI E FEMORALI NELLA VALUTAZIONE DELLA
volemia dell’individuo. Al fine di validare una metodica di
                                                                             PROGRESSIONE DEL DANNO VASCOLARE NEL PAZIENTE
facile utilizzo, quale è l’ecografia, nella stima del peso
                                                                             UREMICO IN CORSO DI TERAPIA CON ATORVASTATINA.
secco del paziente emodializzato, è stata ricercata l’esisten-
                                                                             RISULTATI PRELIMINARI
za di una correlazione tra le variazioni di diametro della
VCI, prima e dopo il trattamento emodialitico, e la quantità                       F. Brescia, G. Argento, A. Leoncini, C. Massimetti*,
di liquidi (ultrafiltrato) rimossa nel corso della dialisi.                        E. Pofi, S. Boni
MATERIALI E METODI. Sono stati studiati 80 stabili pazienti                        U.O. Diagnostica per Immagini - Scuola Ecografia SIUMB-Viterbo
in trattamento emodialitico da più di un anno.                                     *U.O. Nefrologia-Dialisi, Osp. Belcolle - Viterbo
L’età media era pari a 56 ± 11 anni; l’età dialitica media
pari a 68 ± 37 mesi. Prima e dopo il trattamento emodialiti-                 SCOPO DEL LAVORO. Nel soggetto uremico il danno
co ciascun paziente si è sottoposto a valutazione del dia-                   vascolare, ritenuto progressivo, è tra le prime cause di
metro della VCI, normalizzato poi per la superficie corpo-                   morte. Tuttavia nel soggetto non uremico la somministra-
rea. L’esame è stato condotto mediante ecografia B-Mode                      zione di statine sembra indurre regressione delle lesioni
con il paziente in pausa espiratoria. Le quantità di ultrafil-               aterosclerotiche e la riduzione dei livelli di omocisteina
trato sono state correlate con le differenze di diametro                     ridurre la percentuale di restenosi dopo angioplastica
della VCI. I test statistici applicati sono stati la correlazione            coronarica. Abbiamo voluto valutare se la somministrazione
semplice ed il test di Student.                                              di atorvastatina e la riduzione dei livelli di omocisteina
RISULTATI. Il valore medio del diametro della VCI prima                      erano in grado di condizionare l’evoluzione del danno
della dialisi è risultato di 16.4 ± 3.8 mm/m2, mentre al ter-                vascolare nel paziente (pz) in dialisi (HD).
mine del trattamento era pari a 11.2 ± 1.9 mm/m2.                            MATERIALI E METODI. In 33 pz in HD venivano determi-
Le differenze di diametro, prima e dopo la dialisi, sono                     nati colesterolo, HDL, LDL, acido folico, vitamina B 12,
risultate pari a 5.4 ± 2.2 mm/m2; tali differenze si sono                    omocisteina (vn 5-15 µMol/L), fibrinogeno e proteina C
dimostrate statisticamente significative (p
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Vascolare, 1995). Gli esami venivano praticati basalmente                     CONCLUSIONI. I nostri risultati preliminari dimostrano
(T0) e dopo 9 mesi (T1) dall’inizio della terapia con atorva-                 come l’ecocolordoppler, indagine non dispendiosa, ripro-
statina 10 mg/die, acido folico 50 mg/sett e.v., vitamina B6                  ducibile e di facile esecuzione, possa farci monitorare la
250 mg/sett e.v.e vitamina B12 500 mg/sett e.v.,un ulteriore                  reale utilità di alcune terapie.
controllo è previsto a 18 mesi. Dopo 9 mesi soltanto 21 pz                    I nostri risultati, pur non ancora statisticamente significativi,
avevano assunto regolarmente l’atorvastatina, mentre tutti                    dimostrano che la somministrazione di atorvastatina è in
avevano ricevuto la terapia vitaminica per via e.v. Si venivano               grado non solo di arrestare ma in alcuni casi di fare regre-
così a creare 2 gruppi, uno trattato con atorvastatina e                      dire la progressione del danno vascolare a differenza della
vitamine (G1; n=21) ed uno con sole vitamine (G2; n=12).                      sola riduzione dei livelli di omocisteina.
RISULTATI

                           G1 T0                         T1                     P         G2 T0                     T1                  P
 Colesterolo, mg/dl        174±27                     136±23                    .000      197±44                  185±53
 HDL, mg/dl                36±12                      42±12                               47±14                   49±21
 LDL, mg/dl                106±41                     58±18                     .000      127±67                  108±54
 Omocisteina, µMol/L 60±55                            28±32                     .05       55±54                   23.3±7.9              .05
 SMIC, mm                  1.49±0.86                  1.13±0.59                           1.71±0.51               1.76±0.78
 SMIF, mm                  1.33±0.26                  1.12±0.57                           1.43±0.57               1.60±0.65

TROMBOSI DELL’ARTERIA EPATICA MOLTO TARDIVA DOPO                              almeno 18 mesi dal trapianto. Di tali casi molto tardivi
TRAPIANTO DI FEGATO: RUOLO DELL’ECODOPPLER                                    abbiamo valutato la percentuale, l’efficacia dell’ecodoppler
                                                                              e delle altre metodiche d’indagine effettuate, e l’evoluzione.
       U. Maggi, G. Paone, E. Melada, L.R. Fassati                            RISULTATI. 5 trapianti sono stati gravati da una HAT molto
       Centro trapianti Fegato - Ospedale Maggiore Policlinico IRCCS -        tardiva dopo LT.
       Milano                                                                 Tali HAT si sono avute nello 0.8% dei trapianti, hanno rap-
                                                                              presentato il 7.3% delle indicazioni ad un RET, ed il 22%
SCOPO DEL LAVORO. L’ecodoppler epatico è uno stru-                            dei casi di HAT.
mento indispensabile nel monitoraggio del paziente                            Il tempo medio di riconoscimento o/e di trattamento fu di
sottoposto a trapianto di fegato (LT: liver transplantation).                 7.9±5.2 anni (range 1.6 - 13 anni).
La diagnosi di trombosi dell’arteria epatica (HAT: hepatic                    In 4 casi su 5 l’anastomosi arteriosa originaria era stata
artery thrombosis) nell’immediato periodo post-trapianto                      effettuata tramite un “condotto”aortico.
viene solitamente posta all’ecodoppler: è caratterizzata                      L’ecodoppler non rilevò mai una completa assenza di flusso
dalla assenza completa di flusso arterioso.                                   intraepatico, ma piuttosto aree di aspetto ischemico o alte-
Abbiamo voluto indagare se tale chiaro aspetto ecodoppler                     razioni dell’albero biliare.
sia ugualmente presente nelle situazioni molto tardive di                     Una diagnosi di certezza di HAT si ebbe tramite angiografia
trombosi dell’arteria epatica dopo trapianto di fegato.                       o angioTAC insieme alla conferma della presenza di circoli
MATERIALI E METODI. Dal Giugno 1983 a Giugno 2003                             collaterali arteriosi epatici di varia entità.
nella nostra Unità sono stati effettuati 581 trapianti di fegato              3 pazienti vennero sottoposti a RET; 1 è in lista di attesa.
in 513 pazienti adulti e pediatrici. Il protocollo diagnostico                CONCLUSIONI. Nei casi di HAT molto tardive dopo LT,
per HAT comprese in genere la sequenza ecodoppler-                            l’ecodoppler epatico non risulta affidabile quanto negli
angioTAC-angiografia. Sono stati effettuati 68 ritrapianti                    stati di HAT precoce.
(RET), dei quali 16 per trombosi dell’arteria epatica.                        La diagnosi viene posta solo come sospetto sulla base di
Una trombosi arteriosa venne riconosciuta anche in altri 6                    segni indiretti.
trapianti, non sottoposti a RET per vari motivi.                              In effetti lo sviluppo tardivo di circoli collaterali arteriosi
Abbiamo quindi considerato solamente i casi di trombosi                       epatici risulta fuorviante per l’indagine ecodoppler.
epatica molto tardiva, definita come quella occorsa dopo

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ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - ECO DOPPLER

È UTILE LA VALUTAZIONE DELL’INDICE DI RESISTIVITA’ RENALE                 Se questi dati preliminari verranno confermati, la valutazione
NELLA DIAGNOSI PRECOCE DELLA NEFRITE INTERSTIZIALE?                       dell’IRR potrebbe essere utilizzata come screening dei
                                                                          pazienti con sospetta NTIC, riservando esami più costosi
     F. Fiorentino*, M. Boddi*, L. Poggesi*, G. La Cava**,                ed indaginosi, necessari a confermare la diagnosi, a pazienti
     C. Olianti**, G.F. Gensini*                                          in cui viene rilevato un patologico aumento dell’IRR.
     *Clinica Medica Generale e Cardiologia,
     **Dipartimento di Fisiopatologia Clinica,                            EMODINAMICA SPLANCNICA NELLA CIRROSI EPATICA IN ETA’
     Sezione di Medicina Nucleare - Ospedale di Careggi - Firenze         GERIATRICA

SCOPO DEL LAVORO. La nefropatia tubulo-interstiziale                            A. Berzigotti, L. Angeloni, F. Montuschi, S. Dapporto,
cronica (NTIC) è una patologia misconosciuta perché di                          S. Ramilli, D. Magalotti, M. Zoli
difficile diagnosi, ma di notevole importanza in quanto                         U.O. Medicina Interna, Policlinico S.Orsola-Malpighi - Bologna
causa del 15-30% dei casi di insufficienza renale cronica.
Scopo del nostro studio è valutare se la misurazione                      SCOPO DEL LAVORO. L’eco-Doppler dei vasi splancnici è
dell’indice di resistività renale (IRR) possa identificare                di grande utilità nella diagnosi e nel follow-up dei pazienti
i pazienti con tale patologia.                                            con cirrosi epatica ma non è mai stato definito il suo ruolo
MATERIALI E METODI. Sono stati studiati 10 pazienti                       nei pazienti cirrotici in età geriatrica, pazienti che sono
ipertesi con ipertensione arteriosa I-II stadio (età 62 ± 13,             spesso portatori di comorbilità.
M 5; F 5) e 10 normotesi (età 58 ± 19; M 4; F 6), con dati                MATERIALI E METODI. Sono stati esaminati 55 pazienti
clinici ed ematochimici indicativi per danno interstiziale                consecutivi (32 M, 23 F; 33 - 86 anni) affetti da cirrosi epatica
da deposito di acido urico o di ossalato, o correlabile ad                (23 HCV, 8 HBV, 6 alcool, 4 autoimmune, 14 mista).
infezioni recidivanti delle vie urinarie.                                 Seguendo una metodologia standardizzata, due operatori
In questi pazienti il danno funzionale tubulo-interstiziale è             esperti hanno valutato, al mattino a digiuno, i seguenti
stato valutato mediante la prova della concentrazione e                   parametri mediante apparecchiatura Esaote Technos:
con la prova dell’acidificazione delle urine.                             velocità e flusso nella vena porta (VP) e nelle arterie epati-
È stata inoltre eseguita una scintigrafia renale sequenziale              ca (AE) e mesenterica superiore (AMS), indici di resistenza
con misurazione della portata plasmatica e del filtrato glo-              (IR) arteriosi nella AE e AMS, IR intraparenchimali splenici
merulare con 99m Tc-DTPA e 123 I-Hippuran.                                (IR-S) e renali (IR-R).
Il valore di IRR utilizzato è la media di 4 - 6 misurazioni               Sono stati inoltre registrati il Child-Pugh score e la presenza
ottenute nelle arterie segmentali dal terzo superiore,                    di patologie associate, in particolare di tipo cardio-vascolare.
medio ed inferiore di entrambi i reni.                                    I pazienti sono stati suddivisi in due classi di età
È stato considerato patologico un valore di IRR > 0.70.                   ( 65 anni) e i dati sono stati analizzati mediante t
RISULTATI. L’IRR è risultato significativamente aumentato                 test di Student o X 2.
in 14 su 20 pazienti (valore p < 0.01 vs controlli); 3 dei                RISULTATI. Il Child-Pugh score medio non è risultato
pazienti con valori normali di IRR erano ipertesi.                        differente nei due gruppi: 7.6 nei pazienti 65 anni;ns.Ipertensione arteriosa era presente
mente diverso nei gruppi dei pazienti ipertesi rispetto a                 in 3 pazienti 65 anni (p=0.05).
quello dei pazienti normotesi.                                            Non sono state rilevate differenze significative tra i due
In tutti i pazienti con IRR aumentato la prova della con-                 gruppi per quanto riguarda velocità e flusso della VP e
centrazione e della acidificazione hanno confermato un                    delle AE e AMS.
danno funzionale tubulare e la scintigrafia renale con                    IR-AE, IR-AMS e IR-S sono risultati elevati in entrambi i
DMSA ha mostrato una patologica distribuzione dell’indi-                  gruppi, come già noto, ma in particolare nel gruppo
catore, compatibile con nefrite interstiziale.                            > 65 anni (IR-AE: 0.81 vs 0.74, p=0.0001; IR-AMS: 0.88 vs
 Al contrario nei pazienti con valore di IRR non diverso da               0.83, p=0.01; IR-S: 0.71 vs 0.61; P65 anni (IR-R dx: 0.74 vs 0.64; p=0.0001; IR-R sn: 0.73 vs
CONCLUSIONI. La valutazione dell’IRR appare un valido                     0.63, p=0.001).
metodo per il riconoscimento precoce del danno intersti-                  CONCLUSIONI. I risultati ottenuti dimostrano che, a parità
ziale in pazienti con nefropatia tubulo-interstiziale cronica.            di severità della epatopatia, i pazienti cirrotici in età

GIORNALE ITALIANO DI ECOGRAFIA       Vol. 6 4/2003                                                                                             375
ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - ECO DOPPLER

geriatrica hanno IR più elevati sia a livello splancnico che                  L’indice di pulsatilità (I.P.) mostra nei 3 gruppi un progres-
a livello renale.                                                             sivo e significativo incremento (p
ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - GASTROENTEROLOGIA

Gastroenterologia
VALUTAZIONE MEDIANTE ECO-DOPPLER DEGLI EFFETTI                                                    Dopo la paracentesi si osservava una significativa riduzio-
DELLA PARACENTESI SUBTOTALE, CON INFUSIONE E.V. DI                                                ne della PAM da T1 a T3, della FC da T4 a T5 e dell’IR intra-
ALBUMINA, SULLA VASOCOSTRIZIONE INTRARENALE NEI                                                   renale da T2 a T5. Non si sono osservate alterazioni della
PAZIENTI CON CIRROSI EPATICA ED ASCITE REFRATTARIA                                                funzione renale.
                                                                                                  CONCLUSIONI. La paracentesi subtotale con infusione e.v.
     S. Siringo, C. Virgillito, R. D’Amico, P. Di Gregorio1,                                      di albumina determina una persistente vasodilatazione
     M. Zammataro                                                                                 arteriosa intrarenale la quale ritorna ai valori basali quando
     Divisione di Medicina Generale 2                                                             l’ascite si riaccumula. Questo indica che il volume dell’asci-
     1
      Divisione di Malattie Infettive 1                                                           te svolge un ruolo fondamentale nel determinare la vaso-
     Ospedale Garibaldi - Catania                                                                 costrizione intrarenale. L’IR intrarenale è un parametro
                                                                                                  utile anche per la valutazione dell’emodinamica renale
SCOPO DEL LAVORO. La vasocostrizione arteriosa intrare-
                                                                                                  dopo la paracentesi subtotale.
nale è una condizione comune nei pazienti con cirrosi
epatica, particolarmente in quelli con ascite, e può essere
                                                                                                  STEATOSI EPATICA IN BAMBINI OBESI: RELAZIONE TRA
valutata con l’eco-Doppler misurando l’indice di resistenza
                                                                                                  LIVELLI DI AMINOTRANSFERASI, TRIGLICERIDI, LEPTINA E
delle arterie interlobari renali (IR) (Hepatology 1994;20:362).
                                                                                                  SEVERITA’ DELLA STEATOSI
La paracentesi subtotale con infusione e.v. di albumina è
un trattamento efficace per l’ascite refrattaria.
                                                                                                        M. Chiloiro, S. Chiarappa*, F. Tinelli, M. Minoia,
Finalità dello studio è stata la valutazione degli effetti della                                        D. Giodice, G. Riezzo
paracentesi totale sulla vasocostrizione intrarenale, valutata                                          IRCCS “S. de Bellis” Castellana G, * Div Pediatria Putignano ASL BA/5
mediante l’IR intrarenale, nei pazienti con ascite refrattaria.
MATERIALI E METODI. Sono stati studiati 10 pazienti con                                           SCOPO DEL LAVORO. La steatosi epatica e la steatoepatite
ascite refrattaria senza s. epatorenale né peritonite                                             non alcolica (NASH) sono complicanze dell’obesità
spontanea batterica.                                                                              evidenziabili già in età pediatrica. L’obesità si accompagna
Sono stati rilevati l’IR, la pressione arteriosa media (PAM) e                                    ad alterazione di parametri metabolici, ormonali (leptina) e
la frequenza cardiaca (FC) ai seguenti tempi: prima della                                         delle transaminasi epatiche (ALT, AST). Scopo: verificare le
paracentesi (T0), subito dopo (T1), 3 ore (T2), 24 ore (T3)                                       correlazioni tra danno epatico dimostrato ecograficamente,
3 giorni (T4), 6 giorni (T5) dopo la paracentesi.                                                 parametri antropometrici e metabolici in bambini obesi.
Le misurazioni sono state ripetute quando la successiva                                           MATERIALI E METODI. Abbiamo esaminato 56 bambini
paracentesi si è resa necessaria: 15.1 (±1.6) giorni dopo la                                      (20 M) di età media 9.3±2.1 aa, con un indice di massa cor-
prima (T6). Al T0,T3,T4 e T5 venivano testati la creatinina                                       porea (IMC) > 85° per età e sesso.
e gli elettroliti sierici.                                                                        Parametri antropometrici valutati: peso, altezza, IMC,
RISULTATI. Per mezzo della paracentesi è stata mobilizzata                                        circonferenza vita (CV), fianchi (CF), rapporto CV/CF, plica
la massima quantità possibile di liquido ascitico:                                                sottocutanea bicipitale (BC), tricipitale (TC), sottoscapola-
11.8 (±2.3) litri in 1.59 (±0.43) ore e sono stati contempo-                                      re (SC), sovrailiaca (SI).
raneamente infusi 97.1 (±16.7) gr di albumina per via e.v.                                        Parametri ematici: glicemia, trigliceridi, colesterolo, AST,
I risultati sono illustrati nella Tabella.                                                        ALT, insulina, leptina.
                                                                                                  L’esame ecografico (US) del fegato per la steatosi è stato
                                                                                                  categorizzato come 0 = assente; 1 = lieve; 2 = moderata;
                                                                                                  3 = severa.
      T0            T1         T2         T3         T4         T5         T6     P1 nel 41.6%, steatosi epatica 0
PAM 85.1            73.8       71.8       70.9       80.0       81.0       81.2   abc
                                                                                                  nel 30.3%, 1 nel 55.3%, 2 nel 10.7%, 3 nel 3.6%.
             ab                                             a          b
FC    82.6          85.0       84.2       78.6       75.4       75.6       81.9   ab              Lo score US epatico correla positivamente con l’IMC:
IR    0.76
             abcd
                    0.75       0.73
                                      a
                                          0.72
                                                 b
                                                     0.69
                                                            c
                                                                0.70
                                                                       d
                                                                           0.76   abcd            r=0.33 p=0.01; con la plica SC: r=0.30 p=0.02; con la CV:
                                                                                                  r=0.36 p=0.006 e con CV/CF: r=0.32 p=0.03.
                                                                                                  Non vi è significativa correlazione tra livelli di trigliceridi e
                                                                                                  colesterolo e score US.

GIORNALE ITALIANO DI ECOGRAFIA                        Vol. 6 4/2003                                                                                                     377
ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - GASTROENTEROLOGIA

E’ presente invece una correlazione fortemente significati-                  I pazienti operati presentavano uno SP mediano di 8 mm
va tra score US e ALT/AST: r=0.43 p=0.007.                                   mentre i non operati uno SP mediano di 6 mm
La leptina correla positivamente con l’IMC: r=0.29 p=0.04,                   (p150,
rischio per la steatosi epatica è rappresentato dal ALT/AST                  assenza di pregressa chirurgia, pattern di malattia stenosan-
(p 7 mm presentavano un aumentato rischio
pagna ad una elevata frequenza di steatosi epatica e di un                   chirurgico ad 1 anno. I pazienti con SP > 7 mm
rapporto ALT/AST >1. Nonostante la diagnosi certa di                         presentavano il rischio chirurgico maggiore (OR 19.521;
NASH sia fornita solo dalla biopsia, l’esame US del fegato,                  95% CI 5.362-71.065).
per la sua non invasività, e i dosaggi di ALT e AST sono indi-               CONCLUSIONI. I nostri dati suggeriscono che uno SP eco-
cati, in particolare nei bambini, in quanto possono segnala-                 grafico > 7 mm è un fattore di rischio significativo per
re un danno epatico già presente pur con livelli di coleste-                 intervento chirurgico entro 1 anno in pazienti affetti da
rolo e trigliceridi nella norma.                                             malattia di Crohn. L’uso routinario dell’EI nel follow-up di
                                                                             questi pazienti potrebbe essere d’aiuto nella definizione di
ECOGRAFIA INTESTINALE NELLA MALATTIA DI CROHN:                               un più corretto timing chirurgico.
CORRELAZIONE TRA SPESSORE PARIETALE E RISCHIO
CHIRURGICO AD 1 ANNO
                                                                             UTILITA’ DELL’ECOGRAFIA CON MEZZO DI CONTRASTO DI
                                                                             SECONDA GENERAZIONE NELLA CARATTERIZZAZIONE DEI
       I. de Sio*, A. Cozzolino, A. Rispo, F. Manguso,
                                                                             NODULI < 3 CM NELLA CIRROSI EPATICA
       L. Castellano*, E. Di Girolamo, A. Compagna,
       T. De Falco, G. Mazzacca, F. Castiglione
       Gastroenterologia Università “Federico II” di Napoli;
                                                                                   R. Orefice, M. Pompili, R. Picconi, L. Riccardi, F. Elia,
       *Gastroenterologia Seconda Università degli Studi di Napoli                 A. Cedrone, G. Pelecca, A. Grieco, G. Gasbarrini,
                                                                                   G.L. Rapaccini
                                                                                   Istituto di Medicina Interna e Geriatria - Policlinico “A. Gemelli”
SCOPO DEL LAVORO. L’ecografia intestinale (EI) è una
                                                                                   Università Cattolica del Sacro Cuore - Roma
metodica largamente utilizzata nella diagnosi della malattia
di Crohn (MC) e nella valutazione della sua localizzazione
ed estensione. I risultati riportati in Letteratura circa la cor-            SCOPO DEL LAVORO.Il principale problema nei programmi
relazione tra dati ecografici ed attività clinica e/o laborato-              di screening per la diagnosi precoce dell’epatocarcinoma
ristica di malattia sono estremamente contrastanti.                          (HCC) è la diagnosi differenziale tra nodulo displastico
L’aumento dello spessore parietale (SP) è il parametro eco-                  (DN) e piccolo HCC.
grafico più frequentemente segnalato nei pazienti affetti                    Il DN possiede vascolarizzazione venosa ed arteriosa analo-
da MC. Abbiamo inteso valutare l’eventuale correlazione                      gamente a quanto rilevabile nel circostante parenchima
tra SP e rischio chirurgico ad 1 anno in pazienti affetti da                 cirrotico. La transizione da DN a HCC è caratterizzata da
MC in follow-up clinico-ecografico.                                          un progressivo passaggio ad una vascolarizzazione preva-
MATERIALI E METODI. Dal 1997 al 2002 abbiamo sottopo-                        lentemente o esclusivamente arteriosa.
sto 174 pazienti con MC (M/F: 100/74; età media 34.5                         Scopo dello studio è stato quello di valutare un nuovo
anni) ad ecografia intestinale. E’ stato registrato l’eventuale              mezzo di contrasto ecografico a basso indice meccanico
intervento chirurgico entro 1 anno. Le caratteristiche dei                   costituito da microbolle di esafluoruro di zolfo (SonoVue®,
pazienti (CDAI, pattern, fumo, parametri ecografici, anam-                   Bracco, Italia), nella caratterizzazione delle piccole lesioni
nesi chirurgica) sono state sottoposte ad analisi statistica                 focali < 3 cm emergenti nella cirrosi epatica.
univariata e multivariata mediante regressione logistica                     MATERIALI E METODI. Sono stati studiati 26 pazienti
binaria.                                                                     cirrotici con singola lesione focale < 3 cm (diametro medio:
RISULTATI. 52/174 pazienti sono stati sottoposti ad inter-                   2.0 cm, range 0.9 - 3.0 cm), rilevata dall’ecografia durante
vento chirurgico entro 1 anno. L’indicazione all’intervento                  il programma di sorveglianza (US e dosaggio dell’alfafe-
era rappresentata da stenosi nella maggior parte dei casi.                   toproteina ogni 6 mesi) per la diagnosi precoce di HCC.

 378                                                                                             GIORNALE ITALIANO DI ECOGRAFIA           Vol. 6 4/2003
ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - GASTROENTEROLOGIA

Tutti i pazienti sono stati sottoposti a TC spirale con m.d.c.                Le lesioni, del diametro compreso tra 10 e 75 mm (valore
(o RMN con m.d.c in 5 pz in cui la TC era controindicata                      medio 31 mm), sono state trattate con alcolizzazione
per insufficienza renale o allergia ai mezzi di contrasto                     percutanea (32 noduli), chemioembolizzazione (14 noduli),
iodati). 16 pazienti hanno effettuato uno studio citologico                   ipertermia a radiofrequenza (1 nodulo) e trattamenti
e/o istologico della lesione mediante biopsia ecoguidata                      combinati (7 noduli).
con ago sottile (FNB). Alla TC o alla RMN con m.d.c. 19                       Per valutare l’efficacia del trattamento ablativo, tutti i
lesioni sono state diagnosticate come HCC (diagnosi con-                      pazienti sono stati sottoposti a tomografia spirale compu-
fermata in 11 casi dalla FNB) e 7 lesioni come DN (dia-                       terizzata con mezzo di contrasto (TAC) o a risonanza
gnosi confermata in tutti i casi dalla FNB e dal follow-up).                  magnetica con mezzo di contrasto (RMN); quest’ultima è
Entro un mese dall’esame TC o RMN i pazienti sono stati                       stata effettuata in 8 pazienti che per allergia al mezzo di
sottoposti ad ecografia con mezzo di contrasto della lesio-                   contrasto iodato o per insufficienza renale non potevano
ne usando una tecnologia “Contrast Tune Imaging”                              essere sottoposti ad esame TAC.
(Esatune, Esaote, Genova) dopo iniezione endovenosa in                        Entro un mese dall’esame TAC o RMN i pazienti sono stati
bolo di 2.4 - 4.8 ml di SonoVue seguito da 10 ml di soluzione                 sottoposti ad ecografia con mezzo di contrasto della lesione
salina. Lo studio con mezzo di contrasto di ciascuna lesione                  trattata, usando una tecnologia “Contrast Tune Imaging”
include tre fasi: arteriosa, portale e parenchimale, che ter-                 (Esatune, Esaote) dopo iniezione endovenosa in bolo di
minano, rispettivamente a 40, 90 e 180 secondi dopo                           2.4 - 4.8 ml di SonoVue seguito da 10 ml di soluzione salina.
l’iniezione. Non è stato osservato alcun effetto collaterale.                 Lo studio con mezzo di contrasto di ciascuna lesione include
RISULTATI. La presenza di incremento contrastografico                         tre fasi: arteriosa, portale e sinusoidale, che terminano,
precoce in fase arteriosa (entro 40 sec dalla inoculazione)                   rispettivamente a 40, 90 e 180 secondi dopo l’iniezione.
seguita da rapida dismissione del mezzo di contrasto in                       Non è stato osservato alcun effetto collaterale.
fase portale precoce è stata osservata in 18/19 HCC e in                      Ciascuna lesione esaminata è stata considerata completa-
0/7 DN.                                                                       mente necrotica (NT) o parzialmente necrotica (NP) sulla
CONCLUSIONI. I dati preliminari ottenuti indicano che                         base rispettivamente della assenza o della presenza, di
l’ecografia con mezzo di contrasto di seconda generazione                     “contrast enhancement” durante la fase arteriosa della TAC,
è molto promettente nella diagnosi differenziale tra HCC e                    RMN ed ecografia con mezzo di contrasto.
DN basata sul differente comportamento contrastografico                       RISULTATI. Alla TAC e RMN la necrosi completa è stata
dei noduli in fase arteriosa.                                                 riscontrata in 30 noduli, la necrosi parziale in 24 noduli.
                                                                              L’ecografia con mezzo di contrasto ha fornito gli stessi
L’ECOGRAFIA CON MEZZO DI CONTRASTO NELLA                                      risultati ad eccezione di 2 casi di necrosi totale valutati
VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DI TRATTAMENTI ABLATIVI                            come necrosi parziale e 4 casi di necrosi parziale valutati
NELL’EPATOCARCINOMA (HCC)                                                     come necrosi totale.
                                                                              Pertanto l’ecografia con mezzo di contrasto nella valutazione
     L. Riccardi, M. Pompili, R. Picconi, R. Orefice, M. Basso,               dell’efficacia di terapie ablative dell’HCC ha dimostrato
     L. Grillo, C. Di Stasi*, B. Barbaro*, G. Gasbarrini,                     una sensibilità di 83.3%, una specificità di 93.3%, un valore
     G.L. Rapaccini                                                           predittivo positivo di 90.9%, valore predittivo negativo di
     Istituto di Medicina Interna e Geriatria e * Istituto di Radiologia -    87.5% e una accuratezza diagnostica di 88.9%.
     Università Cattolica del Sacro Cuore - Roma                              CONCLUSIONI. L’ecografia con mezzo di contrasto
                                                                              SonoVue sembra essere, quindi, una metodica molto
SCOPO DEL LAVORO. Lo scopo di questo studio è stato                           promettente nella valutazione dell’efficacia di trattamenti
quello di esaminare il ruolo dell’esafluoruro di zolfo                        ablativi di noduli di epatocarcinoma in considerazione
(SonoVue®, Bracco), un mezzo di contrasto ecografico di                       della sua accuratezza e della assenza di effetti collaterali
seconda generazione a basso indice meccanico, nella                           rilevanti.
valutazione dell’efficacia di terapie ablative nell’epatocarci-
noma (HCC) in pazienti cirrotici.
MATERIALI E METODI. Sono stati studiati 49 pazienti cirro-
tici (età media 69 anni), dei quali 44 presentavano un
nodulo di HCC, 5 ne avevano due, per un totale di
54 noduli.

GIORNALE ITALIANO DI ECOGRAFIA          Vol. 6 4/2003                                                                                             379
ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - GASTROENTEROLOGIA

L’ECOGRAFIA CON CONTRASTO ORALE NELLA VALUTAZIONE                            CONCLUSIONI.L’ecografia con contrasto orale è comparabile
DELLA MALATTIA DI CROHN. UN CONFRONTO PROSPETTICO                            al clisma del tenue nel definire la localizzazione e l’esten-
CON IL CLISMA DEL TENUE                                                      sione anatomica della malattia di Crohn e superiore
                                                                             all’ecografia convenzionale nell’identificazione delle steno-
       S. Greco, F. Parente, G. Maconi, G. Bianchi Porro                     si intestinali. Riduce inoltre la variabilità di osservazione tra
       Cattedra di Gastroenterologia - Ospedale Polo Universitario           i due ecografisti. Può dunque essere considerata una meto-
       L. Sacco - Milano                                                     dica d’immagine molto utile nel work-up diagnostico e nel
SCOPO DEL LAVORO. Nonostante l’ecografia intestinale                         follow-up dei pazienti con malattia di Crohn ileale.
sia considerata uno strumento diagnostico utile, il clisma
del tenue rimane il gold standard per valutare i pazienti                    RIPRODUCIBILITÀ DELL’ECOGRAFIA INTESTINALE (I.US)
con nota o sospetta malattia di Crohn a localizzazione                       NELLA MALATTIA DI CROHN (CD): RISULTATI PRELIMINARI
digiuno-ileale. Una innovativa metodica “idrosonografica”,                   DI UNO STUDIO PROSPETTICO
che si avvale di una soluzione non assorbibile contenente
polyethylene-glycol (PEG), è stata recentemente proposta                           E. Ercole, C. Laudi, C. Rigazio, M. Daperno, R. Sostegni,
al fine di distendere le anse e migliorare la visualizzazione                      L. Crocellà, A. Pera
delle pareti intestinali.                                                          UOA Gastroenterologia - Ospedale Mauriziano Umberto I - Torino
Ci siamo pertanto posti l’obiettivo di valutare l’accuratezza
di questa nuova tecnica nella localizzazione della sede di                   SCOPO DEL LAVORO. L’ecografia intestinale è uno stru-
malattia, nella definizione della sua estensione e nell’identi-              mento economico e non invasivo efficace nella valutazione
ficazione di complicanze luminali quali le stenosi intestinali,              del CD e delle sue complicanze.
comparandola con il clisma del tenue.                                        Nella pratica clinica viene utilizzata sia per la diagnosi che
MATERIALI E METODI. Sono stati arruolati consecutiva-                        per la gestione clinica dei pazienti affetti da CD, anche se
mente 72 pazienti con nota malattia di Crohn, già in prece-                  non esiste al momento attuale nessuna dimostrazione della
denza sottoposti a studio radiologico seriato del tenue e a                  riproducibilità dei principali reperti.
valutazione endoscopica (colonscopia).                                       Obiettivo di questo studio è valutare la riproducibilità di
Ciascun esame ecografico è stato condotto separatamente                      alcuni dei principali segni morfologici più frequentemente
prima e dopo la somministrazione per os di circa 500 ml                      utilizzati in I.US.
di PEG 3350 da due ecografisti esperti e ignari dei risultati                MATERIALI E METODI. Sono stati esaminati pazienti affetti
delle altre indagini eseguite. E’ stata dunque determinata                   da CD afferenti consecutivamente all’ambulatorio di I.US
l’accuratezza dell’ecografia tradizionale e della ecografia                  dell’U.O.A. di Gastroenterologia dell’Ospedale Mauriziano
con contrasto nel definire la sede, l’estensione e la presenza               di Torino nello stesso giorno da 3 diversi operatori esperti
di eventuali complicanze della malattia di Crohn.                            in ecografia intestinale. Da ciascun operatore sono state
Il grado di correlazione tra i due ecografisti è stato stimato               registrate in cieco 15 diverse variabili ecografiche precodi-
mediante statistica kappa.                                                   ficate su scheda cartacea.
RISULTATI. Dopo l’ingestione di PEG seguiva a distanza di                    L’esame è stato condotto con strumento Astro di Esaote,
un tempo medio di 31±11 minuti (tempo medio necessario                       con sonde convex 3.5 MHz e lineare 7.5 MHz.
per raggiungere l’ultima ansa ileale) una soddisfacente                      RISULTATI. Nella parte iniziale dello studio sono stati
distensione delle anse intestinali.                                          esaminati 17 pazienti (età media 40.5 anni, 47% femmine)
Le sensibilità dell’ecografia convenzionale e di quella con                  con diagnosi accertata di CD.Tutti sono stati esaminati dai
contrasto sono rispettivamente del 92.9% e 96.4%                             3 ecografisti, per un totale di 51 esami.
nell’identificare la sede delle lesioni, del 77% e 86% nella                 La concordanza tra i diversi osservatori è risultata da suffi-
diagnosi delle stenosi intestinali (p
ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - GASTROENTEROLOGIA

 Variabile            Osserv. 1-2 Osserv. 1-3 Osserv. 2-3 Media
                                                                            hanno mostrato un pattern ipervascolare e 10/28 HCC
                                                                            (35.7%) sono risultati avascolari. 3 noduli (10.7%) non
 Esame patologico ?   1.000        1.000        1.000        1.000
                                                                            sono stati riconosciuti come lesioni focali. Alla TC con mdc
 Max spessore parete 0.571         0.636        0.261        0.489          12/28 noduli sono risultati ipervascolari e 13/28 (46.4%)
 Localizzazione       0.890        0.605        0.527        0.674          sono risultati ipovascolari. 3 su 28 HCC (10.7%) non sono
                                                                            stati riconosciuti.
 Pattern (tipo 1-5)   0.755        0.751        0.834        0.780
                                                                            Tumori > 2 cm. Alla CEUS 42/46 noduli (91.3%) hanno
 Stenosi              0.744        0.485        0.489        0.573          mostrato un pattern ipervascolare e 4/46 (8.7%) sono
 Ascessi              1.000        1.000        1.000        1.000          risultati avascolari. Alla TC con mdc 35/46 (76.1%) sono
 Fistole              0.646        0.452        0.553        0.550
                                                                            risultati ipervascolari e 8/46 ipovascolari. 3 noduli (6.5%)
                                                                            non sono stati riconosciuti.
                                                                            Non è stata rilevata alcuna differenza statisticamente
CONCLUSIONI. I risultati preliminari di questo studio                       significativa tra CEUS e TC con mdc per nessuno dei gruppi
prospettico dimostrano che i principali parametri ecografici                sopra menzionati.
utilizzati nella valutazione del CD (spessore, ecopattern,                  CONCLUSIONI. In questo studio non sono state riscontrate
localizzazione) e delle sue complicanze sono riproducibili.                 differenze statisticamente significative tra CEUS e TC spirale
Tali risultati devono essere confermati nella casistica più                 con mdc nella visualizzazione dell’HCC come pattern
ampia dello studio in corso.                                                ipervascolare. La CEUS pertanto potrebbe essere proposta
                                                                            come esame complementare all’ecografia di base per la
ECOGRAFIA CON MEZZO DI CONTRASTO DI SECONDA                                 caratterizzazione dell’HCC, evitando il ricorso alla biopsia
GENERAZIONE (CEUS) DELL’HCC SU CIRROSI EPATICA.                             nei noduli di diametro ≤ 2 cm.
STUDIO PROSPETTICO DI COMPARAZIONE TRA CEUS E TC
SPIRALE CON MDC                                                             P R E VA L E N Z A E S I G N I F I C AT O C L I N I C O D E L L E
                                                                            LINFOADENOMEGALIE INTRADDOMINALI NEI
      A. Giorgio 1, G. Ferraioli 2, L. Tarantino 1, G. de Stefano 1,        PA Z I E N T I A F F E T T I D A M O R B O D I C R O H N
      V. Scala 1, F. Scarano 3, C. Coppola 4, L. Del Viscovo 5
      1
       Azienda Ospedaliera “D. Cotugno” - Napoli                                  G. Maconi, M. Molteni, E. Colombo, S. Greco, F. Parente,
      2
       Ospedale di Salerno                                                        S. Ardizzone, A. Anderloni, G. Bianchi Porro
      3
       Ospedale di Casoria                                                        Divisione di Gastroenterologia - Polo Universitario -
      4
       Ospedale di Castellamare                                                   Ospedale L. Sacco - Milano
      5
       Policlinico di Napoli
                                                                            SCOPO DEL LAVORO. La presenza di linfonodi intraddomi-
SCOPO.Valutare prospetticamente l’efficacia dell’ecografia                  nali è un reperto ecografico di non infrequente riscontro
con mezzo di contrasto (CEUS) di seconda generazione                        nei pazienti affetti da morbo di Crohn.
(SonoVue Bracco) nella caratterizzazione del carcinoma                      Tuttavia, la prevalenza di tale condizione e il suo significato
epatocellulare su cirrosi epatica.                                          clinico non sono ben noti.
MATERIALI E METODI. Tra Ottobre 2002 e Marzo 2003                           Lo studio ha determinato in una serie consecutiva di
sono stati studiati 74 pazienti consecutivi con cirrosi epatica             pazienti affetti da morbo di Crohn la prevalenza del
(60 uomini e 14 donne; età 47-80 anni media 67), con un                     riscontro ecografico di linfoadenomegalie intraddominali.
nodulo singolo di HCC già diagnosticato mediante biopsia.                   E’ stato inoltre valutato il significato clinico di tale
28 (38%) con diametro ≤ 2 cm (range 9-20 mm, media                          riscontro, determinandone l’associazione con le caratteri-
16.6 mm) e 46 (62%) con diametro > di 2 cm (range                           stiche demografiche ed i parametri clinici e biochimici dei
21 - 65 mm, media 35.2). Tutti i pazienti hanno praticato                   pazienti.
ecografia con mezzo di contrasto a basso indice meccanico,                  MATERIALI E METODI. E’ stata valutata una serie consecu-
dopo somministrazione endovena di 2.4 ml di SonoVue e,                      tiva di 240 pazienti affetti da morbo di Crohn.
nell’arco di una settimana, una TC spirale con mezzo di                     In tutti i pazienti è stata effettuata un’ecografia intestinale
contrasto. In tutti i pazienti è stato analizzato il pattern                che oltre a valutare la presenza di linfoadenomegalie
relativo all’impregnazione del nodulo col mezzo di contra-                  intraddominali ha determinato la sede della malattia, lo
sto in relazione al parenchima circostante.                                 spessore massimo e l’ecopattern delle pareti intestinali e
RISULTATI. Tumori ≤ 20 mm. Alla CEUS 15/28 (53.6%)                          l’estensione della malattia, nonché la presenza di stenosi,

GIORNALE ITALIANO DI ECOGRAFIA        Vol. 6 4/2003                                                                                             381
ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - GASTROENTEROLOGIA

fistole ed ascessi.                                                          STUDIO PROSPETTICO DELLA DISSEMINAZIONE METASTATICA
La presenza di tali complicanze è stata ulteriormente                        IN PAZIENTI SOTTOPOSTI A BIOPSIA PERCUTANEA O TERAPIE
studiata con indagini radiologiche.                                          LOCOREGIONALI PERCUTANEE ECOGUIDATE DI LESIONI
Per ciascun paziente, è stata raccolta una serie di parametri                NEOPLASTICHE DI ORGANI ADDOMINALI
demografici, clinici e bioumorali (sesso, età, attività clinica
determinata mediante Crohn Disease Activity Index sec.                             L. Riccardi, M. Guzzo Pirozzo, M. Pompili, A. Cedrone,
Best, proteina C reattiva,VES, durata della malattia, pregressi                    F. Pizzolante, A. Cassano*, M. Basso*, G. Gasbarrini,
interventi chirurgici, numero di recidive).                                        G.L. Rapaccini
La relazione tra i parametri clinici e biochimici e la presen-                     Istituto di Medicina Interna e Geriatria e * Sezione di Oncologia -
za di linfoadenomegalie intraddominali è stata definita                            Università Cattolica del Sacro Cuore - Roma
mediante test del chi-quadro, t-test di Student e test di
Mann Withney.                                                                SCOPO DEL LAVORO. La disseminazione di cellule neopla-
RISULTATI. La presenza di linfoadenomegalie intraddomi-                      stiche è una complicanza possibile di manovre di ecografia
nali (linfonodi con diametro massimo > 7 mm) è stata rile-                   interventistica sia diagnostiche che terapeutiche; la fre-
vata nel 25.4% dei pazienti con morbo di Crohn esaminati.                    quenza di “seeding” riportata in Letteratura per la biopsia
Il riscontro di linfonodi addominali era significativamente                  epatica con ago sottile è tra 0.003 e 2%, dopo alcolizzazione
più frequente nei pazienti più giovani (50% nei pazienti di                  epatica (PEI) di epatocarcinoma (HCC) tra 0.66-6.2%, dopo
età < 30 anni, 18% nei soggetti di età compresa tra 30 e 50                  ipertermia interstiziale a radiofrequenza (RF) dello 0.6%.
anni e 7% nei soggetti di età > 50 anni; p< 0.0001) e signifi-               Le segnalazioni riportate in Letteratura si riferiscono a casi
cativamente correlato ad una più breve durata della malat-                   isolati o a studi di tipo retrospettivo.
tia (mediana: 29 mesi vs 84 mesi; p< 0.0001).                                Scopo di questo studio è stato quello di valutare prospetti-
La presenza di linfonodi era inoltre più frequente nei                       camente l’incidenza della disseminazione neoplastica in
pazienti con malattia complicata da ascessi (14.7% vs                        pazienti sottoposti a manovre di ecografia interventistica e
2.2%; p< 0.0001) e da fistole addominali (29.5% vs 7.8%;                     l’impatto che tale complicanza può aver avuto sulla
p< 0.0001).                                                                  sopravvivenza dei pazienti.
Non è emersa invece alcuna relazione significativa tra la                    MATERIALI E METODI. Sono stati inclusi nello studio tutti i
presenza di linfonodi intraddominali e l’attività clinica e                  pazienti con lesioni neoplastiche di organi addominali sot-
biochimica della malattia intestinale.                                       toposti a biopsia ecoguidata o a terapie locoregionali per-
Allo stesso modo, le linfoadenomegalie non erano associate                   cutanee presso il nostro centro. Un piccolo segno tatuato
alla presenza di stenosi o a pregressi interventi chirurgici o               sulla cute al termine della procedura, ha permesso di indi-
al numero di pregresse recidive cliniche.                                    viduare nei controlli successivi il punto di ingresso dell’ago
CONCLUSIONI. Il riscontro ecografico di linfonodi intrad-                    attraverso la cute per il prelievo o la procedura terapeutica.
dominali nel morbo di Crohn è più frequente nei pazienti                     I pazienti sono stati sottoposti a controlli ecografici con
di giovane età e con breve durata della malattia.                            cadenza trimestrale per valutare l’eventuale presenza di
Le linfoadenomegalie inoltre si associano più frequente-                     disseminazione neoplastica sottocutanea.
mente a complicanze di tipo settico come fistole od ascessi,                 Dal Gennaio 2000 al Maggio 2003 sono stati sottoposti a
ma non all’attività clinica e biochimica della malattia.                     tecniche di ecografia interventistica 239 pazienti, 159 dei
Quanto da noi osservato, suggerisce che la presenza di                       quali cirrotici con HCC, per un totale di 261 procedure:
linfoadenomegalie intraddominali nella malattia di Crohn                     per le lesioni focali epatiche, 61 biopsie con ago sottile, 35
potrebbe indicare una fase precoce della malattia correlata                  prelievi microistologici; per lesioni neoplastiche di altri
ad una particolare attività immunitaria del paziente,                        organi addominali, 22 biopsie con ago sottile e 4 prelievi
oppure uno specifico tipo (malattia penetrante o fistoliz-                   microistologici; 139 trattamenti locoregionali per noduli
zante) di malattia intestinale.                                              epatici. La biopsia ecoguidata è stata effettuata in 109
                                                                             pazienti per stabilire la diagnosi di natura di lesioni neopla-
                                                                             stiche: 83 sono stati sottoposti a biopsia con ago sottile, 21
                                                                             pazienti nel sospetto di HCC (in 6 casi si è reso necessario
                                                                             anche un prelievo microistologico),40 con metastasi epatiche
                                                                             (in 3 casi anche esame microistologico), 22 con lesioni
                                                                             neoplastiche di altri organi addominali (in 4 pazienti anche
                                                                             prelievo microistologico).

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ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - GASTROENTEROLOGIA

In 26 su 109 pazienti è stato effettuato solo prelievo istologico          tico solitario (NNS), 1 ascesso epatico (ABS) sono stati stu-
di lesioni epatiche, in 8 dei quali per sospetto HCC.                      diati con CnTI, sonda convex da 3.5 MHz e SonoVue
130 pazienti sono stati sottoposti a terapie locoregionali:                (Bracco). Il mdc è stato somministrato per via e.v. (2.4 ml
114 con PEI; 7 con RF; 9 hanno ricevuto un trattamento                     in bolo, e 5-10 cc di fisiologica) ed è stata valutata la vasco-
combinato, RF prima e PEI successivamente per recidiva                     larizzazione arteriosa, portale e tardiva.
locale (PEI sulla medesima lesione) o a distanza (evidenza                 Il pattern vascolare è stato valutato in accordo con Kim et
di nuove focalità).                                                        Al (Radiol 2000) e confrontato con il gold standard
RISULTATI. Nell’intervallo di tempo considerato sono stati                 (TC spirale e 15 casi FNB ecoguidata o chirurgia/1).
osservati 3 casi di disseminazione neoplastica su 239                      RISULTATI. La metodica è stata non diagnostica nel 3%.
pazienti (1.2%). Il primo in un paziente con adenocarcinoma                In 8/9 HCC: rapido enhancement arterioso con variabile
del pancreas dopo tre mesi dalla biopsia ecoguidata con                    comportamento in fase portale; 3/4 FNH: rapido ed
ago sottile per esame microistologico della neoformazione.                 omogeneo enhancement arterioso; NR: non differente
Gli altri due casi si sono verificati in due pazienti con HCC              vascolarizzazione rispetto al fegato;angiomi:pattern globulare
entrambi sottoposti ad esame microistologico e PEI delle                   periferico con enhancement centripeto nelle fasi tardive;
lesioni. Nel nostro studio l’incidenza del “seeding” dopo                  METS colon retto/mammella: assenza di enhancement;
procedure bioptiche è stato di 1.6%, mentre in pazienti                    METSneuroendocrino: quadro simil HCC.
sottoposti ad esame bioptico e PEI è stato dello 0.8%.                     ColangioK, NNS, ABS: erronea diagnosi di METS; CAB:
CONCLUSIONI. L’incidenza di “seeding”, periodicamente e                    intensa vascolarizzazione dei setti in fase arteriosa con
accuratamente controllato, nel nostro studio prospettico e                 errata diagnosi di lesione maligna.
longitudinale non si è dimostrata superiore a quella riferita              Nel confronto con i gold standard: accuratezza nel 71%; nel
in Letteratura negli studi retrospettivi. In 2 casi su 3 la com-           25% ipotesi diagnostica non corretta.
plicanza è comparsa sincrona con localizzazioni in altri                   CONCLUSIONI. L’angioecografia perfusionale con mdc è
organi: tale osservazione fa ipotizzare una non influenza                  metodica dotata di buona accuratezza diagnostica nella
sulla sopravvivenza dei pazienti. Una più ampia casistica                  caratterizzazione di alcune LOS; tuttavia l’esistenza di pattern
confermerà o meno tale affermazione.                                       vascolari non sempre univoci (METS ipervascolari;
                                                                           small-HCC, LOS benigne con pattern simil metastatico e/o
ANGIOECOGRAFIA PERFUSIONALE CON MDC DI 2 a                                 ipervascolari) impone la necessità di studi multicentrici.
GENERAZIONE NELLA CARATTERIZZAZIONE DELLE LESIONI
EPATICHE: STUDIO PROSPETTICO DI CONFRONTO VS TC                            PREDIZIONE NON-INVASIVA DEL GRADO DI FIBROSI
SPIRALE E/O FNB ECOGUIDATA                                                 MEDIANTE UN MODELLO PREDITTIVO CLINICO-DOPPLER-
                                                                           SONOGRAFICO NEI PAZIENTI CON EPATITE CRONICA DA HCV
     I. de Sio , B. Palmentieri, A. Federico,
     C. Del Vecchio Blanco, L. Castellano                                        D. Sacerdoti, A. Favaro, L. Chemello, L. Cavalletto,
     Dipartimento di Medicina Interna e Gastroenterologia II Ateneo -            M. Bolognesi, G.C. Bombonato, E. Bernardinello, A. Gatta
     Napoli                                                                      Clinica Medica 5 - Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale -
                                                                                 Università ed Azienda Ospedaliera - Padova
SCOPO DEL LAVORO. L’ecografia con imaging armonico a
basso indice meccanico + mdc di 2 a generazione (esaflo-                   SCOPO DEL LAVORO. Nonostante siano stati proposti
ruro di zolfo) ha migliorato la caratterizzazione delle lesioni            diversi metodi per rilevare l’evoluzione del danno epatico
focali epatiche (LOS), attraverso lo studio della perfusione               nei pazienti con infezione cronica da virus C, l’accuratezza
vascolare. Scopo dello studio: valutare il pattern vascolare               necessaria per stadiare la fibrosi epatica e prendere le deci-
delle LOS studiate con “Contrast Tune Imaging” (CnTI,                      sioni clinico-terapeutiche è tuttora ottenuta mediante la
Esatune-Esaote) + mdc (SonoVue-Bracco) rispetto al gold                    biopsia epatica.
standard (TC spirale e/o biopsia ecoguidata).                              In questo studio abbiamo elaborato un modello diagnosti-
MATERIALI E METODI. Da Gennaio a Giugno 2003, 32                           co non-invasivo per valutare la progressione della fibrosi
pazienti (20 F/12 M; età 18 -78 aa- mediana 57 aa) con LOS                 associando variabili biochimiche e Doppler-sonografiche.
(diametro medio 3.5 cm - range 1.8 -12 cm);9 HCC su cirrosi,               MATERIALI E METODI. Abbiamo incluso nello studio 124
4 FNH, 5 noduli rigenerativi (NR), 3 angiomi, 2 colangioK,                 pazienti (74 maschi e 50 femmine; età: 45.8±11.3 anni;
6 metastasi (METS) (colon retto: 4; mammella: 1; neuroen-                  durata di malattia: 16.9±7.6 anni) con epatite cronica da
docrino 1); 1 cistoadenoma biliare (CAB), 1 nodulo necro-                  virus C.

GIORNALE ITALIANO DI ECOGRAFIA       Vol. 6 4/2003                                                                                              383
ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - GASTROENTEROLOGIA

Sono stati esclusi i pazienti con evidenza clinica di cirrosi,               di malattia (p= 0.03), l’a-fetoproteina (p< 0.005), il PT
co-infezioni, abuso di alcool o droga.                                       (p< 0.05), SPL-PI (p< 0.05), K-PI (p< 0.05), lo score eco-
Sono stati determinati:AST,ALT, GGT, bilirubina, colesterolo,                Doppler (p< 0.005) e lo score combinato (p< 0.001) come
a-fetoproteina, albumina, gamma-globuline, piastrine, PT,                    variabili predittive di evoluzione della fibrosi (gruppo 2).
diametro bipolare della milza, profilo dei margini epatici,                  L’analisi multivariata ha identificato il PT (p< 0.001),
diametro della v. porta, velocità di flusso portale (PV-V),                  l’a-fetoproteina (p< 0.001), la durata di malattia (p=0.02),
indice di congestione portale (PV-CI), indici di pulsatilità                 lo score eco-Doppler (p=0.04) e lo score combinato
arteriosa del fegato (LIV-PI), della milza (SPL-PI) e del rene               (p< 0.001) come variabili indipendenti predittive di evolu-
(K-PI).                                                                      zione della malattia (gruppo 2).
Sono stati quindi elaborati due scores, comprendenti il                      Applicando lo score combinato come modello diagnostico
primo i parametri eco-Doppler (score eco-Doppler) ed il                      abbiamo ottenuto una sensibilità dell’86%, una specificità
secondo sia i parametri bioumorali che quelli eco-Doppler                    del 93%, un valore predittivo positivo del 97% ed un’accu-
(score combinato).                                                           ratezza diagnostica del 92% nel predire la gravità della
Successivamente è stata eseguita la biopsia epatica valutando                fibrosi (score >3).
lo stage di fibrosi mediante lo score di Ishak.                              CONCLUSIONI. Nei pazienti con epatite cronica da virus
RISULTATI. I pazienti sono stati divisi in due gruppi in base                C la gravità della fibrosi epatica può essere diagnosticata in
ai dati istologici: gruppo 1 con score ≤ 3 (98 pazienti),                    maniera adeguata associando parametri clinici e Doppler-
gruppo 2: con score >3 (30 pazienti).                                        sonografici e quindi evitando in molti casi la biopsia.
L’analisi univariata ha identificato l’età (p= 0.02), la durata

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ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - INTERVENTISTICA

Interventistica                                                                3-130 mesi). 5 pazienti sono deceduti durante il follow-up
                                                                               e la sopravvivenza attuariale è del 94% ad 1 anno, 85%
                                                                               a 3 e 5 anni. 3 pazienti (9.4%) sono deceduti per recidiva
                                                                               post-trapianto di HCC; la diagnosi di recidiva tumorale è
ANALISI DEI TRATTAMENTI ABLATIVI PERCUTANEI                                    stata rispettivamente posta, nei 3 casi, a 2 mesi (carcinoma-
DELL’EPATOCARCINOMA (HCC) COME FATTORE DI RISCHIO                              tosi peritoneale), a 8 mesi (metastasi ossee), e a 9 mesi dal
DI RECIDIVA NEOPLASTICA NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI A                              trapianto (metastasi ossee e linfonodale addominale).
TRAPIANTO DI FEGATO (LT)                                                       Tutti e 3 i pazienti erano stati sottoposti a PEI prima del
                                                                               trapianto.
     M. Pompili, V.G. Mirante, G. Rondinara*, D. Forti*,                       CONCLUSIONI. I trattamenti ablativi percutanei dell’epato-
     G. Rossi §, L.R. Fassati §, S. Agnes #, M. Castagneto #,                  carcinoma non sembrano costituire un fattore di rischio di
     L. Paolelli, G. Gasbarrini, G.L. Rapaccini                                recidiva di HCC nei pazienti sottoposti a trapianto di fegato;
     Istituto di Medicina Interna e Geriatria - Università Cattolica del       infatti, non è stato osservato nessun caso di recidiva a livello
     Sacro Cuore - Roma; *Dipartimento di Chirurgia Generale -
                                    §                                          della parete addominale.
     Ospedale Niguarda - Milano; Centro Trapianti di Fegato -
                                   #                                           Va inoltre osservato che nessun caso di recidiva è stato
     Ospedale Maggiore - Milano; Dipartimento di Trapianti d’Organo -
     Università Cattolica del Sacro Cuore - Roma
                                                                               osservato nei pazienti trattati con RF.

                                                                               RADIOFREQUENZA DEI TUMORI RENALI: UTILIZZO DEL
SCOPO DEL LAVORO. L’alcolizzazione percutanea (PEI), la
                                                                               SONOVUE NELLA VALUTAZIONE DI EFFICACIA TERAPEUTICA
termoablazione a radiofrequenza (RF) e la laser termoabla-
zione (LTA) sono tecniche ablative percutanee usate nel
                                                                                     M.F. Meloni, F. Calliada*, M.G. Biccone, M. Casati,
trattamento degli HCC non resecabili. La disseminazione                              L. Innocenti°, T. Livraghi
percutanea di cellule neoplastiche è una rara complicanza                            U.O. di Radiologia - Ospedale di Vimercate (MI)
di queste tecniche. Lo scopo di questo lavoro è stato quel-                          *Istituto di Radiologia - Università di Pavia -
lo di verificare se tali procedure ablative rappresentino un                         IRCCS S. Matteo - Pavia
fattore di rischio di recidiva di HCC nei pazienti sottoposti                        ° Reparto di Urologia - Ospedale di Vimercate (MI)
a trapianto di fegato.
MATERIALI E METODI. Tra il 1990-2002, in tre Centri                            SCOPO. Confrontare l’utilizzo dell’ecografia con “Contrast
Italiani, sono stati sottoposti a LT 32 pazienti (età media 53                 Enhanced US”(CEUS) e TC multislice con mezzo di contrasto,
anni) con cirrosi epatica complicata da HCC, precedente-                       nella valutazione di efficacia terapeutica dopo
mente sottoposti a trattamenti ablativi percutanei.                            Radiofrequenza (RF), nel trattamento dei tumori renali.
Di questi 32 pazienti, 13 erano affetti da HCC monofocale,                     MATERIALI E METODI. Sono stati trattati con RF con ago
19 da HCC multifocale. Tra questi ultimi, 5 avevano una                        raffreddato, 10 pazienti con 10 lesioni renali eteroplasiche
malattia monolobare, 14 una malattia bilobare.                                 di dimensioni comprese fra 2.9 e 6 cm (media 3.9).
Dei 13 con HCC monofocale, 7 sono stati trattati con RF, 4                     8/10 pazienti erano stati giudicati inoperabili per concomi-
con PEI, 2 con RF e PEI.Tra i 19 pazienti con HCC multifo-                     tanza di altre malattie neoplastiche o compromissione
cale, 9 sono stati trattati con RF, 9 con PEI, 1 con LTA.                      delle condizioni generali, mentre 2/10 rifiutavano l’intervento.
In totale, 38 noduli di HCC sono stati trattati in 32 pazienti                 3/10 avevano localizzazione centrale e 7/10 localizzazione
e l’intervallo medio tra termine del trattamento ablativo ed                   periferica e/o esofitica.
esecuzione del trapianto è risultato pari a 12 mesi                            2 presentavano lievi alterazioni della creatininemia.
(range 1-43 mesi).                                                             I pazienti sono stati trattati in regime di ricovero, in ane-
Inoltre, 31 noduli sincroni non trattati di HCC sono stati                     stesia generale, per un totale di 12 sessioni.
riscontrati all’esame istopatologico del fegato nativo.                        La degenza media è stata di 2 gg.
RISULTATI. Dei 19 noduli di HCC trattati con RF, 6 presen-                     La risposta terapeutica è stata valutata il giorno dopo il
tavano necrosi totale, 12 necrosi parziale, 1 assenza di                       trattamento ed ogni 4 mesi con TC spirale (Light Speed
necrosi. Dei 15 noduli di HCC trattati con PEI, 4 presenta-                    Plus; GE Medical Sistems; Milwakee, WI) ed apparecchi
vano necrosi totale, 5 necrosi parziale, 6 assenza di necrosi.                 ecografici con software per l’utilizzo di mezzi di contrasto
I due noduli trattati con RF e PEI presentavano necrosi                        a basso indice meccanico (Aplio, Toshiba; Acuson,
totale in un caso e necrosi parziale nell’altro caso, mentre i                 Sequoia).
due noduli trattati con LTA presentavano necrosi parziale.                     E’ stato utilizzato come CEUS il SonoVue, (Bracco, Italia)
Il periodo medio di follow-up è stato di 35 mesi (range                        somministrato in bolo alla dose di 2.4 cc.

GIORNALE ITALIANO DI ECOGRAFIA         Vol. 6 4/2003                                                                                                385
ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - INTERVENTISTICA

RISULTATI. 4/10 lesioni hanno presentato una risposta par-                     NC è stata ottenuta in 37 su 47 noduli (80%).
ziale al trattamento sia alla TC che dopo iniezione di                         Il 50% dei pazienti con Necrosi Incompleta (NI) erano stati
SonoVue. 2/4 pazienti sono stati sottoposti a ritrattamento                    già trattati contro il 13% dei soggetti con NC (p
ABSTRACT CONGRESSO NAZIONALE SIUMB 2003 - CONTRIBUTI ACCETTATI COME COMUNICAZIONI - INTERVENTISTICA

dimensioni, e della sede delle localizzazioni secondarie.                    risolte con osservazione ed analgesici. L’incidenza delle
Sulla base di tali parametri i pazienti sono stati suddivisi in              complicanze è stata correlata con il periodo di esecuzione,
4 gruppi, in funzione del possibile trattamento:                             il tipo di ago impiegato e la metodica di trattamento ablativo.
1) nessun trattamento chirurgico o ablativo percutaneo                       RISULTATI.Abbiamo osservato 4/4577 (0.08%) complicanze:
(110/158 pazienti – 70%)                                                     1 emoperitoneo postbioptico (in cirrosi epatica Child B,
2) terapia chirurgica resettiva (14/158 pazienti – 9%)                       drenato in ecografia),2 ematomi intraepatici (1 postbioptico
3) terapia ablativa percutanea (11/158 pazienti – 7%)                        in metastasi da carcinoma mammario, poi asportato durante
4) terapia sinergica chirurgica ed ablativa percutanea                       metastasectomia; 1 post-RF in paziente con cirrosi Child B,
(23/158 pazienti – 14%).                                                     organizzatosi al follow-up), 1 fistola artero-venosa post-
Gli studi retrospettivi evidenziano una sostanziale sovrap-                  bioptica (in m. di Gaucher con adenomi epatici, trattato
ponibilità tra la sopravvivenza dopo chirurgia resettiva o                   con embolizzazione intrarteriosa e spirale di Gianturco).
dopo terapia ablativa, ma l’incertezza sull’area di necrosi                  Non è stato registrato nessun caso di morte. Non si sono
ottenibile mediante queste ultime le rende, a tutt’oggi,                     osservate differenze significative in funzione del periodo
terapie di seconda scelta rispetto al trattamento chirurgico.                esaminato, degli aghi impiegati, o delle terapie termoablati-
I nostri dati preliminari suggeriscono che un maggior                        ve utilizzate.
numero di pazienti possa giovarsi di una terapia multidisci-                 CONCLUSIONI. I risultati di questo studio confermano la
plinare, sinergica ed integrata, che integri la resezione chi-               sicurezza dell’ecografia come guida alle manovre interven-
rurgica con le terapie ablative sia pre- che intraoperatorie                 tistiche nella patologia epatica focale e diffusa. Inoltre nella
al fine di incrementare il numero delle lesioni trattabili e                 nostra esperienza l’incidenza delle complicanze non appare
l’appropriatezza terapeutica per ciascuna di queste, ed                      correlata alla tipologia degli strumenti impiegati, quanto
inducendo in tale modo un aumento della sopravvivenza.                       alle caratteristiche delle lesioni ed alla selezione dei
                                                                             pazienti.
ECOGRAFIA INTERVENTISTICA NELLE EPATOPATIE FOCALI E
DIFFUSE: ANALISI DELLE COMPLICANZE SU 4577 PROCEDURE                         SICUREZZA ED EFFICACIA DELLA LASERTERAPIA ABLATIVA
IN UN SINGOLO CENTRO                                                         INTERSTIZIALE (LTA) PER IL TRATTAMENTO ECOGUIDATO
                                                                             DELLE NEOPLASIE EPATICHE PRIMITIVE E SECONDARIE
     S. Pretolani, A. Domanico, L. Baldini, E. Accogli, F. Vitale,
     L. Boriani, V. Arienti                                                        S. Pretolani, A. Domanico, L. Baldini, E. Accogli, F. Vitale,
     Centro di Ecografia Internistica - Ospedale Maggiore - Bologna                V. Arienti
                                                                                   Centro di Ecografia Internistica - Ospedale Maggiore - Bologna
SCOPO DEL LAVORO.Valutare la sicurezza delle procedure
interventistiche ecoguidate nelle epatopatie focali e diffuse,               SCOPO DEL LAVORO. Valutare la sicurezza e l’efficacia
analizzando l’incidenza e la tipologia delle complicanze                     dell’LTA in una serie consecutiva di pazienti con neoplasie
riscontrate in un singolo centro.                                            epatiche primitive e secondarie non suscettibili di terapia
MATERIALI E METODI. Abbiamo analizzato retrospettiva-                        chirurgica.
mente 4577 procedure interventistiche ecoguidate eseguite                    MATERIALI E METODI. Dal Marzo 2001 al Maggio 2003
dal nostro gruppo dall’Ottobre 1977 al Maggio 2003, sud-                     abbiamo trattato con LTA 30 pazienti suddivisi in due
divise in tre periodi: a) 1977-92; b) 1993-98; c) 1999-2003.                 gruppi: a) 17 pazienti (12M, 5F, età media 71.5 aa) con
Di queste 3295 (72%) erano diagnostiche, di cui 1997                         epatocarcinoma; b) 13 pazienti (9M, 4F, età media 69 aa)
(60.6%) biopsie con ago tranciante in epatopatie diffuse e                   con metastasi di varia origine (7 colon, 3 stomaco, 2 sarcoma,
1298 (39.4%) biopsie e citoaspirati in epatopatie focali.                    1 colangiocarcinoma). Le caratteristiche delle lesioni,
Le procedure terapeutiche erano 1282 (28%) di cui 1129                       media del numero totale dei noduli (n) e media del diametro
alcolizzazioni, 94 drenaggi di ascessi e cisti, 30 termoabla-                massimo delle lesioni (cm), erano rispettivamente di n=2.3
zioni laser (DEKA), 29 termoablazioni con radiofrequenza                     e cm=3.9 nel gruppo a) ed n=3.4 e cm=4.5 nel gruppo b).
(RF) (RITA, Radiotherapeutics, Invatec, Radionics). Per le                   Il trattamento è stato effettuato mediante termoablazione
varie procedure sono stati usati aghi di diverso tipo e cali-                con Nd:Yag laser (Smart 1064 HCC, DEKA) a 5 watt per
bro (Biomol 19G Surecut 18 e 19G, Trucut 14G, Westcott                       singola fibra nuda da 300 µ, inserita all’interno di ago
20 e 22G). Le complicanze sono state definite come condi-                    Chiba 21G, preventivamente infisso sotto guida ecografica
zioni post-procedure necessitanti trattamento, escludendo                    nella lesione da trattare. Il trattamento veniva effettuato
quelle autolimitantisi (febbre, reazioni vasovagali e dolore)                con 4 fibre inserite contemporaneamente, per un totale di

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