"Eccomi!" - Parrocchia San Giovanni Battista alla Creta
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272 • ANNO XLVIII • N.1 GENNAIO/FEBBRAIO 2015 «Eccomi!» Padre Emilio Ceriotti (1929-2014)
2 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA ALLA CRETA Piazza San Giovanni Battista alla Creta, 11 • 20147 Milano e-mail: sgbcreta.milano@tin.it • http://www.creta.altervista.org/ Questi i numeri di telefono: Fraternità francescana 02.41.72.66 Ufficio parrocchiale 02.41.72.67 Oratorio 02.41.50.053 Cinema-Teatro 02.41.53.404 Fax e tel. Centro di ascolto 02.41.50.611 La comunità religiosa è composta da: Fra Paolo Ferrario guardiano e parroco Fra Guido Locatelli vicario parrocchiale Fra Pierino Rubaga collaboratore parrocchiale Fra Lucio Monti insegnante Fra Aristide Cabassi Fra Pietro M.Tassi psicoterapeuta La chiesa è aperta: - nei giorni festivi dalle 7 alle 19.30 - nei giorni feriali dalle 7 alle 19.30 Le messe sono celebrate: - nei giorni festivi alle 8.30 - 10 - 11.30 e 18 (vigiliare alle 18) in estate alle 8.30 - 11 e 18 (vigiliare alle 18) - nei giorni feriali alle 8 e 18 I confessori sono disponibili: tutti i giorni, a chiesa aperta suonando il campanello apposito primo venerdì del mese: dalle 21 alle 22.30 domenica e festivi: nella mezzora che precede ogni messa Rivista della Parrocchia S. Giovanni Battista alla Creta Informazioni e indirizzi utili: Milano La Segreteria parrocchiale (per certificati e documenti) è aperta • da lunedì a venerdì: dalle 9 alle 11.30 ANNO XLVIII - N. 1 (272) GENNAIO-FEBBRAIO martedì e venerdì: dalle 15 alle 17.30 2015 Costo annuo di redazione, Il Centro di ascolto stampa e distribuzione: euro 18,00 riceve ogni lunedì e venerdì: dalle 9.30 alle 11 Redazione: A. Rapomi distribuzione viveri e indumenti: martedì dalle 16 alle 17 Direttore responsabile: Massimiliano Taroni Suore della Carità di S. Giovanna Antida Reg.Trib. di Milano, 22.1.1968 - n.17 Casa di accoglienza - Via Zurigo, 65 02.41.57.866 Con approvazione ecclesiastica e dell’Ordine Circolo A.C.L.I. "Oscar Romero" 02.36.53.01.01 Stampa Centro Diurno Educativo Creta 02.48.300.093 Olivares srl - Robecco sul Naviglio (MI)
LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 3 LA VOCE DEL PARROCO Un augurio, un ringraziamento, un invito Cari parrocchiani, oratorio, per il quale padre Emilio tanto ha fatto in questo primo con generosità e passione. Già da ora fate circo- numero dell’anno nuovo mi per- lare la voce per essere presenti a questo appun- metto di rivolgere un augurio, un ringraziamento tamento a cui tengo veramente tanto e invitate e un invito. oratoriani ed ex oratoriani di quegli anni (1967 – 1976), in particolare i ragazzi di allora che sono Un augurio cresciuti con lui. Ripropongo, in questa pagina e nella seguente, i pensieri e le parole che ho raccolto per la Messa Un invito di Mezzanotte del Natale scorso. La chiesa, come In alcuni articoli parleremo degli anziani, così di solito in questa occasione, era gremita di per- presenti nelle nostre famiglie, nelle nostre case e sone ma anche di fede: una fede dalle molte sfac- nella nostra parrocchia. In un altro presenteremo cettature. Per alcuni era una fede vissuta con il rendiconto dell’attività della Conferenza San impegno e coerenza tutto l’anno e magari da Vincenzo dell’anno appena concluso. Sarebbe anni. Per altri era una fede espressa in modo più bello assumere personalmente e come comunità saltuario ma ugualmente sincera e sentita con cristiana una maggior attenzione alla situazione convinzione e con gioia. Per altri era una fede che delle persone anziane e a quelle in difficoltà si ricorda solo una volta all’anno e solo questa oc- anche economica, cercando forme e modi per es- casione natalizia. Per qualcun altro era una fede sere più presenti, più vicini, più solidali con la scoperta o riscoperta da poco, dopo tanto tempo loro realtà e le loro problematiche. Si potrebbero di lontananza e attraverso tante avventure o di- cercare occasione per incrementare la conoscenza savventure della vita. Ovviamente non è possi- dei vicini di casa che sappiamo essere in questa bile giudicare e misurare la fede di nessuno: è particolare condizione, possiamo trovare il possibile sono ringraziare il Signore che sa pren- tempo e il coraggio per qualche visita in più, per dere per mano ogni suo figlio, dentro e fuori qualche aiuto nello sbrigare impegni e faccende dalla chiesa, nelle grandi feste o nella quotidia- diventate faticose, sostenere con più generosità nità. E mio viene spontaneo per tutti un augurio: le opere della San Vincenzo. mi auguro che per tutti, Gesù Cristo stesso, nato fr. Paolo duemila anni fa a Betlemme, si faccia presente, si parroco faccia sentire, si faccia vivo e vero nella fede, nella speranza, nella carità che ognuno di noi Natale 2014 vive come può, ma che talvolta, quando ne ca- piamo il senso e il gusto, possiamo cercare di vi- Provo ad immaginare vere sempre di più e sempre meglio. anzi a sperare Un ringraziamento È doveroso farlo a padre Emilio, che lo scorso 6 Provo ad immaginare, anzi a sperare, dicembre ci ha lasciato per correre, senza avvi- per tutti noi stanotte, sare né salutare nessuno, incontro al Signore, di poter tornare indietro duemila anni amato e seguito, cercato e servito per tutta la sua e diventare anche noi partecipi del primo Natale, vita. Molto ha fatto per tante persone; molto ha quello vero, quello di Gesù nato a Betlemme. fatto per la nostra parrocchia, molto a fatto per- Sarebbe bello! Ma ovviamente è impossibile! sonalmente per me e per tanti altri frati che ab- E allora provo a fare il contrario: biamo avuto la fortuna di condividere con lui provo ad immaginare, anzi a sperare, anni e luoghi e impegni della nostra vita. Molte che sia Gesù Cristo stesso, delle pagine che seguono ci racconteranno di lui nato duemila anni fa a Betlemme, e soprattutto la foto messa in copertina ci regala a farsi presente qui, per noi, in questo nostro Natale. ancora una volta un suo saluto, un suo silenzioso con tutto ciò che è accaduto quella notte, insegnamento, un suo indimenticabile sorriso. con tutti i personaggi di allora, Avremo modo di ricordarlo nella preghiera e le vive figure che noi per abitudine mettiamo nel presepe. nella festa il prossimo 12 aprile, Domenica dopo Sarebbe molto bello Pasqua, durante la Festa di Primavera del nostro e questo però è anche possibile! a
4 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 dedito al gregge affidato alle sue cure, non abituato alle pratiche religiose eppure primo amico di Gesù e pronto ad andargli incontro, senza indugio, per trovarlo nei luoghi più inaspettati e vederlo davvero e riempirsi di gioia, diventando narratore felice dei prodigi di Dio. Se noi fossimo, almeno in qualche cosa, come uno dei pastori, pur restando noi stessi, la nostra vita sarebbe diversa e il Natale di Cristo sarebbe adesso. Provo ad immaginare, anzi a sperare a Provo ad immaginare, anzi a sperare, di essere come l’angelo del Signore: di essere come Giuseppe: umile servitore della Sua gloria uomo abituato alla fatica, e messaggero di pace con ogni persona disponibile all’imprevisto, e in ogni circostanza, attento uditore della volontà di Dio, capace di ripetere con gesti, sguardi e sorrisi uomo sottomesso alle leggi degli uomini il primo comandamento del Vangelo: “Non temete!” ma più libero di qualunque sovrano della terra, Se noi fossimo, almeno in qualche cosa, sposo fedele alla sua sposa come l’angelo del Signore, pur restando noi stessi, e custode del mistero d’amore che si racchiude in lei. la nostra vita sarebbe diversa Se noi fossimo, almeno in qualche cosa, e il Natale di Cristo sarebbe adesso. come Giuseppe, pur restando noi stessi, la nostra vita sarebbe diversa Tutto quello che ho detto e il Natale di Cristo sarebbe adesso. forse è solo un gioco della fantasia. Ma la fantasia, ce lo insegnano i santi, Provo ad immaginare, anzi a sperare, è un’opera dello Spirito di Dio, di essere come Maria: come lo è il Bambino di Betlemme donna capace di accogliere Dio e darlo alla luce partorito da una vergine con il suo corpo, la sua mente, il suo cuore, e adagiato in una mangiatoia. donna sempre incinta Inoltre nel suo primitivo significato perché ogni figlio che nasce è anche suo, la parola “fantasia” significa molto di più che per noi: donna di poche parole significa “far apparire”, “portare alla luce”. (nemmeno una in quel primo Natale!) E allora la mia fantasia di stanotte ma ricca di pensieri profondi è il principio di una nuova speranza, impressi nell’anima per sempre. l’inizio di un grande impegno: Se noi fossimo, almeno in qualche cosa, portare anche noi alla luce Cristo, come Maria, pur restando noi stessi, farlo apparire proprio noi, adesso, la nostra vita sarebbe diversa in questo nostro tempo, così come va, e il Natale di Cristo sarebbe adesso. e in questo momento della nostra vita, così com’è. Provo ad immaginare, anzi a sperare, Lo possiamo fare! di essere come la mangiatoia: Ce lo insegna Francesco d’Assisi che dice: unico luogo che l’Altissimo sceglie “Siamo madri di Cristo quando portiamo Gesù come sua stabile dimora e amabile soggiorno, nel nostro cuore e nel nostro corpo perché sulla terra non c’era altro posto più adatto per mezzo dell’amore e della sincera coscienza per abituare i nostri occhi all’umiltà di Dio, e lo diamo alla luce attraverso le nostre opere buone” per insegnare ai nostri progetti e alle nostre opere le uniche misure dove può stare l’Onnipotente. Auguro a tutti, ma soprattutto a me stesso e ai frati, Se noi fossimo, almeno in qualche cosa, di avere un po’ più di fantasia nel Natale di quest’anno. come la mangiatoia, pur restando noi stessi, per lasciare più spazio a Cristo, la nostra vita sarebbe diversa come hanno fatto i protagonisti del primo Natale. e il Natale di Cristo sarebbe adesso. Lasciamogli spazio nella nostra coscienza sincera e proviamo a darlo alla luce con le nostre opere. Provo ad immaginare, anzi a sperare, Solo così anche questo Natale di essere come uno dei pastori: sarà davvero Natale. vigilante nella notte contro gli agguati dei lupi, fr. Paolo
LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 5 Riunione del circolo giovanile alla Creta (20.11.1973) Stimolo Vita di fr. Emilio Ceriotti ed esempio a noi tutti All’inizio dei funerali di Mario Ambrogio Emilio Ceriotti, provinciale, emette la profes- padre Emilio, celebrati il 9 figlio di Luigi e Santina Ferrario, viene battezzato nella parrocchia sione solenne che lo incorpora definitivamente all’Ordine dei dicembre scorso nella chiesa di S. Genesio di Dairago di Arco- Frati minori. Nel 1953 riceve la di Cermenate, dove ha nate lo stesso giorno della na- sua prima destinazione; viene in- vissuto in questi ultimi scita: era il 14 aprile 1929. Il 20 maggio del 1939 viene cresi- viato a Varese come assistente all’oratorio. Inizierà così un per- vent’anni, è stata letta mato dal Cardinal Ildefonso corso di vita e di servizio che lo questa scheda biografica Schuster che nel 1953 lo ordinerà vedrà impegnato sostanzial- che riportiamo per intero, prima diacono, il 21 marzo, e poi presbitero il 28 giugno. mente su due fronti: la forma- zione dei giovani (frati e laici) e in modo da poter conoscere Il 21 giugno 1940 entra nel semi- l’impegno pastorale nelle parroc- meglio e ricordare la sua nario minore di Saiano iniziando chie servite dai frati. Dal 1955 al vita, che davvero è stata così il suo percorso nella frater- nità provinciale dei frati minori 1957 si trasferisce a Brescia come assistente al collegio Luzzago. e resta “di stimolo A di Lombardia. Dopo gli anni di Viene successivamente avviato e di esempio a noi tutti”. Saiano e di Cividino il 16 agosto agli studi superiori e per questa del 1945 inizia a Rezzato il Novi- ragione è trasferito a Grottafer- i Primi Vespri della II Do- ziato che conclude con la profes- rata dove nel 1959 diviene Let- menica di Avvento, lo sione temporanea nelle mani di tore generale in Pedagogia. scorso 6 dicembre, frate fr. Camillo Merazzi ministro pro- Rientrato in Provincia lavorerà, Emilio Ceriotti, nella nostra in- vinciale il 28 agosto del 1946. fino al 1966, nella formazione dei fermeria di Sabbioncello di Me- Negli anni che vanno dal 1946 al giovani candidati all’ordine nel rate, dove era ricoverato da alcuni 1953 prosegue la formazione filo- convento di Sabbioncello prima mesi, rendeva la sua anima a Dio. sofica e teologica nei conventi di come vice rettore e poi come ret- Mentre rendiamo grazie al Si- Sabbioncello, di Busto Arsizio, di tore. Dopo la breve esperienza gnore per il dono di questo fra- Milano S. Antonio e di Gargnano, come assistente all’oratorio fem- tello ricordiamo il percorso della preparandosi alla ordinazione minile di Bergamo, nel 1967 ini- sua vita richiamando alla nostra sacerdotale. Il 15 aprile 1951 a zia il lavoro pastorale come memoria le date fondamentali Milano S. Antonio nelle mani di assistente nell’oratorio della par- della sua esistenza. fr. Innocenzo Gorlani, Ministro rocchia di S. Giovanni Battista
6 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 alla Creta in Milano ricoprendo naria dell’annuncio del Vangelo; anche per due trienni l’ufficio di nel 1967 vive alcuni mesi in Libia Guardiano della fraternità. Vista a Tripoli; per ragioni di salute l’importante sua esperienza pa- deve interrompere questa espe- storale i superiori lo nominano rienza e trascorrere un po di nel 1976 parroco della parrocchia tempo di convalescenza nel con- di S. Antonio in Milano. Il 1979 vento di Dongo. Non spegnerà vede un altro trasferimento: frate mai questa passione e nel corso Emilio diventa parroco a Ber- degli anni trascorsi a Cermenate gamo nella parrocchia affidata chiederà di poter fare due viaggi alla Provincia. Fino al 1994 si im- missionari, uno in Bolivia e l’altro pegnerà con tutte le sue forze in in Africa, per condividere la vita questo ministero pastorale rico- con i frati in missione. Cono- prendo anche gli uffici di Guar- sciamo tutti il suo entusiasmo e diano e di Vicario della fraternità. la ripetuta descrizione delle due Dopo il Capitolo provinciale del esperienze vissute. L’ultimo mi- 1994, visti gli avvicendamenti nei nistero che il Signore gli ha chie- diversi uffici delle fraternità lo- sto è stato quello della malattia e cali, a frate Emilio viene chiesto del venire meno delle forze fisi- di trasferirsi a Cermenate come che; un ministero vissuto con so- Guardiano della fraternità di ac- bria dignità, nella preghiera e cludeva la sua giornata terrena coglienza vocazionale e proban- sostenuto dai confratelli e da ed entrava nella vita eterna. Oggi, dato e come vice maestro in aiuto tante persone. in questa chiesa che lo ha visto a fr. Paolo Ferrario nuovo mae- Che la sua testimonianza di vita esercitare con passione per ven- stro. In questo ufficio mette a francescana e sacerdotale sia di t’anni il suo ministero sacerdo- frutto tutta la sua esperienza e stimolo e di esempio a noi tutti. tale, lo accompagniamo nel suo tutte le sue capacità non solo al Che il padre San Francesco ac- passaggio da questo mondo al servizio dei giovani probandi ma colga questo suo figlio nella Padre, e chiediamo al Dio di ogni anche nella cura pastorale della “terra dei viventi”. A lode e glo- consolazione di introdurre questo chiesa conventuale, nel prezioso ria dell’Altissimo onnipotente e suo servo fedele nella sua gloria. ministero della confessione, nella buon Signore che vive e regna nei Sento ancora risuonare la sua cura della fraternità locale del- secoli e chiama i suoi servi fedeli voce in questa chiesa, vedo an- l’Ordine Francescano secolare. a partecipare alla sua gloria. cora la sua disponibilità e la sua Frate Emilio ha sempre deside- Amen. affabilità nell’accoglienza dei pe- rato vivere la dimensione missio- nitenti, rivedo le fraterne atten- zioni verso i suoi frati e verso i probandi manifestate in tanti L’omelia del Ministro Provinciale Le valigie per modi, contemplo la dignità con cui ha affrontato in questi ultimi anni la malattia. Ho insomma da- l’ultimo viaggio vanti a me la figura di un cre- dente, che - segnata certamente dal limite e dal peccato - ha cer- cato però con amore e con pas- sione il Regno di Dio e il bene dei fratelli. Ho davanti a me un frate minore, come spesso lui mi ha detto e ha detto a molti, contento Ecco l’omelia che padre zare questa preghiera: “O Dio, Pa- di essere stato chiamato al servi- Francesco Bravi, ministro dre di ogni consolazione, che agli uo- zio di Dio, della sua Chiesa e dei provinciale, ha pronunciato mini pellegrini nel tempo hai pro- fratelli. messo terra e cieli nuovi, parla oggi durante i funerali M al cuore del tuo popolo, perché in pu- La Parola di Dio che accompagna di padre Emilio. rezza di fede e santità di vita possa il cammino di tutta la comunità camminare verso il giorno in cui ma- ecclesiale - quelle proclamate entre la liturgia ai Primi nifesterai pienamente la gloria del sono infatti le letture di questo Vespri della II Domenica tuo nome”, il nostro fratello Emi- secondo Martedì di Avvento - è di Avvento ci faceva innal- lio, frate minore e sacerdote, con- parola che se da una parte riem-
LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 7 paura di dire cose poco adatte tempi. Mentre anche oggi di- per un funerale - «Cantate al Si- ciamo il grido della fede «Vieni gnore un canto nuovo, cantate al Si- Signore Gesù», ci accorgiamo che gnore, uomini di tutta la terra. il Signore ci ha visitato con il Cantate al Signore, benedite il suo dono di frate Emilio, con la sua nome, annunciate di giorno in passione per l’annuncio del Van- giorno la sua salvezza». gelo, con la sua disponibilità e ac- coglienza, con la sua attenzione La Parola del Signore ci aiuta premurosa per ogni persona in- anche a rileggere la testimo- contrata, con la discrezione con nianza di vita che il nostro con- cui ha affrontato il venir meno fratello, frate minore e sacerdote delle forze e la malattia. A questo ci ha offerto. Ricordando, all’ini- proposito voglio pubblicamente zio di questa celebrazione, le di- ringraziare i confratelli di Sab- verse tappe della sua vita bioncello e di Cermenate che gli francescana e sacerdotale, ab- sono stati vicino insieme al perso- biamo visto come la passione per nale dell’infermeria e alle persone Emilio, secondo da sinistra, con i giovani della Creta durante un ritiro a Baccanello nel marzo del 1971. la formazione della gioventù, che con generosità e amorevole francescana e non, il suo impe- cura lo hanno servito. gno pastorale nelle comunità pie il nostro animo di speranza, parrocchiali che ha servito e la All’inizio delle note scritte per dall’altro ci aiuta a rileggere la sua mai spenta passione missio- quello che lui ha chiamato il pel- vita del nostro fratello Emilio alla naria, hanno segnato profonda- legrinaggio africano compiuto luce di quella fede che ha segnato mente la sua esistenza. Frate nel settembre del 1997, frate Emi- anche tutta la sua esistenza. È Emilio è stato colui che con lio descrive così la sua partenza una parola che parla innanzitutto amore e con costante impegno ha per questa esperienza: «I miei sen- di consolazione. Di fronte alla fa- continuato a ripetere all’umanità timenti: quelli di sempre, quando la- tica del distacco dai nostri cari da lui incontrata, il grido e l’an- scio la mia fraternità interna ed abbiamo bisogno tutti, amici, pa- nuncio del profeta: «Nel deserto esterna, anche per un po di ferie: par- renti, confratelli, di qualcuno che, preparate la via al Signore, spianate tire è un po’ morire, cominciando dal come il profeta che parla al cuore nella steppa la strada per il nostro momento in cui preparo le valigie! di Gerusalemme e annuncia la Dio»; perché a Lui, come a tutti i Un senso di sradicamento. Il tutto è fine della tribolazione, parli al servitori di Dio e annunciatori superato abbastanza presto perché nostro cuore e ci ridica che la del Regno, come al suo serafico mi immergo nell’ambiente, anche morte non è l’ultima parola sulla padre San Francesco, sta a cuore della natura, che incontro, e questo vita dell’uomo. Abbiamo bisogno quello che ci ha detto Isaia pro- mi arricchisce pure nei rapporti con di sentirci dire che il nostro Dio, feta: «Allora si rivelerà la gloria del la mia comunità di partenza». che viene a noi con potenza, è Signore e tutti gli uomini insieme la colui che in Cristo ha vinto la vedranno perché la bocca del Signore Adesso che ha preparato le valigie morte; è il buon Pastore che cerca ha parlato». Frate Emilio nei di- per l’ultimo viaggio - e me le im- continuamente le sue pecore e ci versi uffici ricoperti e nei diversi magino le sue valigie - gli chie- ripete che neanche uno di questi servizi che l’obbedienza gli ha af- diamo di continuare a vivere piccoli andrà perduto. Certo lo fidato, non ha fatto altro che fare quanto ha scritto perché possa es- sappiamo e forse qualche volta quello che al profeta è stato affi- sere per tutti coloro che l’hanno anche noi gridiamo: «Ogni uomo dato come compito: «Alza la voce conosciuto, apprezzato ed amato è come l’erba e tutta la sua grazia è non temere, annuncia alle città di motivo di reciproco arricchimento come un fiore del campo». Ma noi Giuda: Ecco il vostro Dio»; non ha spirituale. sappiamo anche che - e ci è stato fatto altro che vivere il ministero Chiedendo in prestito al padre anche questo ripetuto - «la parola del Buon Pastore nella continua san Francesco le sue parole, vi in- del nostro Dio dura per sempre». È cura del gregge e nella ricerca vito a dire con me: questa dunque la nostra consola- della pecora smarrita. zione, la nostra ferma speranza. La liturgia di questo tempo di «Padre che sei nei cieli, L’abbiamo sentita e accolta la pa- Avvento ci sta facendo ripetere accogli il nostro fratello frate Emilio rola del Signore Gesù: «Così è vo- continuamente «Vieni Signore nel tuo Regno, lontà del Padre vostro che è nei cieli Gesù» per abituarci a riconoscere dove la visione di Te è senza veli, che neanche uno solo di questi piccoli la sua venuta nella nostra storia l’amore di Te è perfetto, si perda». Allora anche noi con il di tutti i giorni, nella fiduciosa at- la comunione di Te è beata, salmista possiamo dire - senza la tesa della sua venuta alla fine dei il godimento di Te senza fine».)
8 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 Una lettera di saluto Eccomi, si compia in me la Tua volontà! C aro Padre Emilio, non avrei Non avevi nessun bene materiale mai voluto scrivere questa da lasciare sulla terra perché lettera anche se so benis- l’unico tuo bene era Gesù. Però simo che quello che è successo fa hai lasciato a noi un’eredità pre- parte di un evento naturale, ine- ziosa, il tuo Breviario, dalla co- vitabile. Sulla terra infatti siamo pertina logorata per tutte le volte solo di passaggio. La vita, quella che lo hai sfogliato. Difficilmente vera, sta su un altro pianeta, dove te ne separavi. La preghiera era ci sarà solo unità e pace e prima diventata per te come il pane o poi arriverà per tutti. quotidiano. La Santa Messa, il ragazzi hanno avuto il privilegio A te, Padre Emilio, la vita vera è Padre Nostro e l’Ave Maria erano di averti come padre spirituale. E giunta il 6 dicembre 2014. All’im- entrate dentro te come un fuoco come tale li amavi tutti. Ma brunire hai chiuso gli occhi per ardente. anche loro ti sono riconoscenti aprirli all’alba radiosa della vita Perderti è stato per tutti un do- perché li hai incoraggiati nella eterna. Te ne sei andato così, lore immenso. La tua presenza loro scelta di vita, li hai consi- piano piano, dolcemente, senza fra noi era troppo importante! gliati nei loro momenti difficili e fare rumore. Hai lasciato questa Durante le nostre ultime visite ti gli hai insegnato ad amare Dio e terra per raggiungere la tua Pa- vedevamo stanco e dispiaciuto il prossimo. Insieme al tuo con- squa. Sei tornato alla casa del perché non avevi più le forze per fratello padre Marcellino, per Padre per contemplare il volto servire il Signore come era tua questa parrocchia avete inven- del Signore che hai cercato per consuetudine. Avevi in cuor tuo tato di tutto, vi compensavate, lui tutta la vita. il Gruppo di Preghiera che da era il carisma e la forza, tu la pa- Proprio tutta la vita, perché eri anni ogni mese incontravi e cele- zienza e il perdono. Tutto ancora piccolo quando il Signore Gesù ti bravi con loro la Santa Messa: era funziona a meraviglia con l’aiuto prese dolcemente la mano e ti diventata per te un po’ una prezioso di tante persone di chiese di aiutarlo a cercare le pe- grande famiglia. Quanta umanità buona volontà. corelle smarrite, le più lontane. E traspariva dai tuoi discorsi e Termino con un dolce ricordo: un tu non hai esitato a obbedire. quanti incoraggiamenti, quanta giorno, mentre padre Emilio speranza e perdono. Volevi con camminava per strada, un bimbo tutto te stesso che il tuo cammino si fermò, lo guardò e gli chiese: lo proseguisse frate Paolo: riposa “Ma tu sei Gesù?”. Sembra una in pace, è in mani sicure. semplice domanda ma è la più Eri dispiaciuto di lasciare anche bella, la più innocente, la più tutta la tua gente che accorreva vera. Un bimbo vede in un sem- ad ascoltare la tua parola o a cer- plice frate la figura di Gesù. care pace nella confessione. Quante cose dovremmo impa- Come era numerosa anche nel- rare dai bambini! Padre Emilio l’ultimo saluto che ti abbiamo non amava gli elogi ma quando fatto: quasi la tua chiesa di Cer- raccontava questo fatto un menate non riusciva a contenerla. grande sorriso gli illuminava il Quanti ricordi ci sono anche nella viso e gli occhi gli brillavano pro- nostra parrocchia di San Gio- prio come quelli di un bambino. vanni Battista alla Creta! Questa Arrivederci, padre Emilio. Dal chiesa è stata per molti anni cielo aiutaci e insegnaci a vivere anche la tua casa. Eri assistente come hai vissuto tu. all’oratorio e Dio solo sa quanti Anna Ceriotti
LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 9 Dare una mano Rendiconto San Vincenzo 2014 colora la vita NOI FACCIAMO TEATRO E... PASTA! Il nostro Centro Culturale ha organizzato un interessante evento di teatro e solidarietà, già sperimentato con grande Saldo iniziale al 1° gennaio € 329 successo in diverse parrocchie della Diocesi. Ecco di che cosa ENTRATE si tratta. Colletta € 895 Cassetta € 6.970 Theatre for food? Da privati € 11.540 Avete letto bene, non si tratta Da enti € --- di un errore di stampa! Con Altre entrate € 3.850 questa iniziativa il Gruppo tea- Totale € 23.255 trale del Pentagono, nato negli anni 90 e operante con suc- USCITE cesso in tutta la Lombardia, Affitti € 7.900 propone teatro e pasta (ma Utenze gas e luce € 8.150 anche scatolame, biscotti, omo- Acquisto buoni spesa € 4.900 geneizzati, e altro cibo non de- Altri interventi € 1.300 peribile) e ci invita a barattare Spese varie € 424 il suo spettacolo teatrale La do- Totale € 22.674 manda, divertente e brillante ma al tempo stesso molto ri- R Disponibilità cassa al 31 dicembre € 910 flessivo, con generi alimentari da destinare alle persone e alle famiglie con difficoltà econo- ingraziamo di cuore per la amicizia e rispetto. Visitiamo e miche seguite settimanalmente generosità dimostrata anche assistiamo ammalati, anziani, fa- dal Centro di Ascolto e dalla quest’anno da parte di tanti miglie in difficoltà, ragazze San Vincenzo della nostra par- di voi. Un ringraziamento parti- madri, persone senza fissa di- rocchia. colare ci sentiamo di fare a fr. mora e chiunque è o si sente Paolo che in tanti modi dimostra emarginato. Come funziona la sua attenzione nei confronti del L’attività è sostenuta principal- I biglietti sono in prevendita. nostro lavoro, promuovendo ini- mente dalla Comunità Parroc- Recandovi quindi alla cassa ziative nuove e facendoci perve- chiale. Quindi è grazie a voi con un pacco di generi alimen- nire la generosità di tanti amici. parrocchiani che la San Vincenzo tari non deperibili (pasta, riso, Cogliamo l’occasione della pre- riesce a dare aiuto a color che si zucchero, latte, scatolame, ali- sentazione del Rendiconto per ri- trovano in situazione di forte di- menti per bambini...) usufrui- proporre la nostra realtà. sagio economico. Come ogni rete di un prezzo del biglietto La San Vincenzo è un’organizza- anno pubblichiamo il rendiconto ridotto invece del prezzo del zione di laici cattolici diffusa in delle nostre attività. Questo affin- biglietto intero (euro 5 anziché tutto il mondo. Nella nostra Par- ché la comunità sappia come 15). All’ingresso depositerete i rocchia è presente dai primi anni viene usato il frutto della sua ge- generi alimentari che verranno sessanta. La vocazione dei vin- nerosità e le tante ore del proprio poi ritirati dagli incaricati. cenziani è di seguire Cristo nel tempo che i vincenziani mettono servire quanti si trovano nel biso- a disposizione per conoscere e Dove e quando gno. I vincenziani operano a ti- ascoltare, tramite le visite a domi- Nella nostra Sala della Comu- tolo gratuito e senza fini di lucro. cilio, le persone che si rivolgono nità sabato 7 marzo alle ore Il nostro fine è aiutare le persone a noi, e i contatti con i servizi so- 21.00. Per ulteriori informa- che sono in difficoltà e condivi- ciali e altre associazioni per tro- zioni e prenotazioni: dere attraverso il rapporto perso- vare le risposte più adeguate alle infocreta@alice.it nale le loro preoccupazioni in problematiche da affrontare.
10 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 I segni dei tempi Abusi troppo oltre nelle mie idee utopi- che, chi ha tre o quattro o più case ne cedesse qualcuna (rispar- e diritti negati miando sull’IMU), e il patrimo- nio immobiliare così realizzato venisse utilizzato come abita- zione per chi è senza casa; se, in breve, ognuno avesse diritto a una abitazione (non a una abita- zione di lusso, si intende, ma al classico tetto sopra la testa) e a un lavoro onesto (dopo tutto, la co- “Diede alla luce il suo figlio pri- Ma, tenendo fermo questo punto, stituzione afferma che l’Italia è mogenito, lo avvolse in fasce e lo ci sono molte considerazioni da una repubblica fondata sul la- depose in una mangiatoia perché fare sugli sgomberi e le occupa- voro: come tale, dovrebbe pure non c’era posto per loro nell’al- zioni di case. cercare di garantirlo), ci sareb- bergo” (Lc, 2, 7) — “Bisogna ob- bero ancora tante occupazioni O bedire a Dio piuttosto che agli MEGLIO PREVENIRE abusive, tante violenze, tante uomini” (At, 51, 29). CHE REPRIMERE lotte - tra gente che si trova a es- La prima è di natura essenzial- sere l’una contro l’altra, ma che in ra (al momento in cui mente laica. Già nel Settecento, fondo chiede soltanto giustizia - scrivo) sembra che la noti- Cesare Beccaria scriveva il cele- per occupare e poi per liberare le zia abbia perso di interesse bre Dei delitti e delle pene, che si case occupate? per i giornali, e non compare più potrebbe riassumere (se è lecito in prima pagina o non compare af- riassumere un libro in una frase) INTERROGARSI fatto. Ma, fino a non molto tempo nella non meno celebre frase: SULLE CAUSE addietro, le notizie degli sgomberi “Meglio prevenire che repri- Si dirà. Gli occupanti sono abu- delle case occupate avevano quasi mere”. Meglio per tutti: per i col- sivi e compiono azioni illegali. E’ sempre pride of place, come direb- pevoli, per le vittime, per la vero, ma, ripeto, lo sarebbero, C bero gli inglesi: occupavano un società intera. abusivi e illegali, se venisse loro posto d’onore - espressione poco Sono passati circa tre secoli dal- consentito di non esserlo? Gli in- felice - su molti giornali. l’opera di Beccaria. La sua giusta quilini legittimi, o autorizzati o Forse sono diminuiti gli sgom- e sensatissima teo- aventi diritto (non so beri; forse ci si è resi conto che ria della opportu- erchiamo bene come si deb- non era una buona idea quella di nità di prevenire i di valutare bano chiamare i non presentarli come in un elenco di reati, anziché do- non la sola abusivi, perché a me vittorie napoleoniche, e di inneg- verli reprimere, apparenza, sembra che nessun giare alle imprese degli inquilini viene applicata, te- ma le ragioni essere umano sia che si adoperavano, con varie nuta nel giusto profonde di quanto abusivo su una terra astuzie e marchingegni, perché conto? Ne dubito, e accade intorno a noi creata per tutti gli es- gli occupanti abusivi venissero senza dubbio, non interamente. seri umani), che applaudono la colti in flagrante al momento Se il patrimonio milanese delle polizia o i carabinieri quando stesso della tentata occupazione, case popolari, con più di 20.000 sgomberano abusivi, spesso come ad azioni da additare alla case sfitte perché inagibili e non donne e bambini, africani o co- ammirazione pubblica. restaurate dal momento che le munque immigrati, ma scendono Qui, come spesso mi accade, società responsabili non hanno i in cortile a protestare quando devo fare una premessa. I reati, soldi necessari (e sarebbe il caso vengono sgomberati abusivi ita- piccoli o grandi, lo spaccio di di chiedersi perché non li hanno), liani (Dio non fa differenze di per- droga, le sopraffazioni e le vio- venisse gestito con maggiore sol- sone; noi uomini, sì), senza lenze, il racket dell’occupazione lecitudine e equità; se i numerosi dubbio avranno letto qualche abusiva (come quello delle ele- capannoni, ex aziende o caserme volta sui giornali le terribili noti- mosine) sono azioni condanna- in disuso, di cui a volte i proprie- zie di persone senza casa, morte bili e che non possono non essere tari si ricordano soltanto quando (a Milano, non in luoghi remoti) perseguite e, eventualmente, vengono occupate abusivamente, per il freddo, e si saranno com- condannate: da chi, nella nostra rivendicandone, come è natural- mossi e indignati per questo. Ma società, è preposto a farlo, tutta- mente loro diritto da un punto di forse non si sono detti che tra i via, e soltanto da questi, non per vista legale, il possesso e l’uso; e senza casa morti per il freddo po- iniziative personali. se, ma forse mi sto spingendo trebbe esserci qualcuno efficace-
LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 11 albergo a cinque stelle, ma forse IL SENSO una grande stanza in cui allog- DEL POSSESSO giare la gente venuta per il censi- E non sarebbe male rinunciare a mento. Non c’era posto per loro: quell’esasperato senso del pos- perché l’albergo era troppo pieno sesso, che ci fa sentire assoluta- e loro erano giunti tardi, o perché mente nostro quello che ci non c’era posto per loro? Perché appartiene per diritto legale, men- non avevano l’aria abbastanza tre dovremmo sentire che nulla è importante, o perché altri lo sem- assolutamente nostro, ma tutto ci bravano più di loro, o per una è stato dato perché ne usassimo mente sgomberato anche dietro delle molte false ragioni che ci rettamente per noi e per gli altri. loro avvertimento. spingono a dire: Questo posto è Insieme alle notizie degli sgom- Perché bisogna sempre saper mio, tu non ci puoi stare. beri e alle altre notizie negative si guardare oltre, non fermarsi al- Non sono ingenuamente utopista sono però lette di recente anche l’apparenza immediata, ma chie- come posso forse sembrare, pure notizie di iniziative molto belle: dersene le ragioni profonde, nella convinzione che senza lo feste, spettacoli, merende, orga- interrogarsi sulle loro cause, sulle slancio delle utopie le cose an- nizzate nei cortili delle case più eventuali, piccole o grandi, di- drebbero peggio di come vanno. disagiate, aperte a tutti gli abi- rette o indirette, responsabilità So benissimo che il problema non tanti, abusivi e non, per cemen- L’ imputabili a ognuno di noi per è semplice. Contro gli inquilini tare la conoscenza, magari azioni che, a ragione da un punto regolari vengono spesso com- l’amicizia, perché ognuno riesca di vista strettamente legale, con- piute violenze e minacce che a vedere l’altro come un Tu con i danniamo. altro è una fanno paura, e nelle nostri stessi problemi (o con pro- Ma un cristiano non persona con case occupate si blemi maggiori), gli stessi diritti, può valutare (con- gli stessi nostri svolgono spesso doveri, desideri, come un altro dannare non do- problemi, non azioni illegali e au- accanto a cui vivere , e non come vrebbe mai) soltanto una minaccia tenticamente perico- un alieno, ostile, sgradito e mi- da un punto di vista da cui liberarsi lose. naccioso di cui diffidare e di cui, strettamente legale, Non si tratta di ne- possibilmente, liberarsi. perché bisogna obbedire a Dio garlo né di sottovalutarlo. Si Si tratta di iniziative, che po- prima che agli uomini, e i cristiani, tratta piuttosto di prevenirlo, tranno ripetersi e continuare, ma prima dei quattro codici civili e avrebbe detto Beccaria, e, su un che costituiranno probabilmente penali, ne hanno altri tre di na- piano più individuale, di cam- soltanto dei momenti. Se questi tura celeste: i Comandamenti, le biare il punto di vista. momenti si riuscisse a trasfor- Beatitudini e l’intero insegna- Ci si potrebbe chiedere se un’ac- marli in un modo di pensare, di mento evangelico. coglienza benevola, o soltanto porsi verso gli altri, e verso se Nel Vangelo non si proibisce di ri- un’accoglienza, che di per sé non stessi, in una continuità di vita, di vendicare i propri diritti, ma può essere ostile, non avrebbe sentimenti (senza per questo pas- senza dubbio non si raccomanda evitato molte minacce, violenze o sare il tempo in merende, feste e di farlo con tutti i mezzi possibili; ritorsioni. spettacoli), allora molti problemi al contrario. Si dice di donare Si dovrebbe cercare di rendersi di sgomberi, di occupazioni, di anche il mantello a chi ci ha preso conto che, se noi venissimo allon- violenze forse verrebbero, se non la tunica. tanati di forza dalla casa dove ab- risolti, resi meno acuti. Del resto, tra i primi “abusivi”, biamo trovato rifugio, non Sarebbe più esatto dire: se questo non ci sono stati Giuseppe, Maria avendo altre possibilità, e vedes- fosse già accaduto, perché senza e il bambino Gesù, appena nato, simo divisa la famiglia (perché dubbio la situazione è ormai a un avvolto in fasce e deposto in una per le donne e i bambini di con- punto di estrema difficoltà. Ma mangiatoia? La stalla in cui pre- sueto si trova una soluzione, ma- conservare in sé la speranza, sumibilmente si trovava la man- gari temporanea, per gli uomini anche quando sembra tardi, di giatoia non era senza dubbio in genere no); o se avessimo la poter migliorare le condizioni l’occupazione legittima per quanti prospettiva di dover dormire della società, migliorando in- andavano a farsi censire. all’aperto, o in baracche dalle nanzi tutto se stessi, è una virtù, quali rischiamo di venir cacciati, e può fondarsi soltanto sulla con- QUI NON C’È con il freddo dell’inverno mila- vinzione che bisogna obbedire a POSTO PER TE nese, reagiremmo probabilmente Dio prima che agli uomini, ai no- Ma per loro, dice il Vangelo di come reagiscono le persone di stri interessi, alle nostre paure, o Luca, non c’era posto nell’al- cui forse condanniamo aspra- alla nostra volontà. bergo, che non doveva essere un mente la condotta. Anna Luisa Zazo
12 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 1° febbraio: Festa della Vita e... dei nonni Come alberi che continuano a portare frutto Q uest’anno abbiamo voluto gnore ci rinnova la sua chiamata: ci umanità dove chi è vecchio e debole dedicare la tradizionale Fe- chiama a custodire e trasmettere la viene curato e custodito come un fra- sta della Vita ai nonni, che fede, ci chiama a pregare, special- tello o una sorella maggiore. Fa tanto sono le radici delle nuove gene- mente a intercedere; ci chiama ad es- bene andare a trovare un anziano! razioni e una grandissima risorsa sere vicino a chi ha bisogno… Gli Noi cristiani, insieme a tutti gli uo- materiale e spirituale per la cre- anziani, i nonni hanno una capacità mini di buona volontà, siamo chia- scita dei nipoti di tutte le età. Per di capire le situazioni più difficili: mati a costruire con pazienza una questo la Domenica 1 febbraio ab- una grande capacità! E quando pre- società diversa, più accogliente, più biamo invitato i nonni e i nipoti gano per queste situazioni, la loro umana, più inclusiva, che non ha bi- alla Messa delle ore 10.00 per rin- preghiera è forte, è potente! sogno di scartare chi è debole nel graziare insieme il Signore del Ai nonni, che hanno ricevuto la be- corpo e nella mente, anzi, una società dono della vita. Poi nella sala nedizione di vedere i figli dei figli che misura il proprio “passo” proprio della comunità abbiamo fatto un (come dice la Scrittura al Salmo su queste persone. momento di festa. Ai nonni pre- 128,6), è affidato un compito grande: Come cristiani e come cittadini, senti è stato consegnato il discorso trasmettere l’esperienza della vita, la siamo chiamati a immaginare, con che papa Francesco ha fatto lo storia di una famiglia, di una comu- fantasia e sapienza, le strade per af- scorso 28 settembre in piazza San nità, di un popolo; condividere con frontare questa sfida. Un popolo che Pietro in occasione della Festa de- semplicità una saggezza e la stessa non custodisce i nonni e non li tratta gli anziani. Ecco il testo: fede: l’eredità più preziosa! Beate bene è un popolo che non ha futuro! quelle famiglie che hanno i nonni vi- Perché perde la memoria, e si strappa Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio di cini! Il nonno è padre due volte e la dalle proprie radici. essere venuti così numerosi! Grazie! nonna è madre due volte. In quei Ma attenzione: voi, anziani, avete la Ho ascoltato le testimonianze di al- Paesi dove la persecuzione religiosa è responsabilità di tenere vive queste cuni di voi, che presentano esperienze stata crudele (penso, per esempio, radici in voi stessi! Con la preghiera, comuni a tanti anziani e nonni. E’ all’Albania) sono stati i nonni a por- la lettura del Vangelo, le opere di mi- molto bello che siate venuti qui oggi: tare i bambini a essere battezzati di sericordia. Così rimaniamo come al- è un dono per la Chiesa. E noi vi of- nascosto, a dare loro la fede. Bravi! beri vivi, che anche nella vecchiaia friamo la nostra vicinanza, la nostra Sono stati bravi nella persecuzione e non smettono di portare frutto. Una preghiera e l’aiuto concreto. La vio- hanno salvato la fede in quei Paesi! delle cose più belle della vita di fami- lenza sugli anziani è disumana, come Ma non sempre l’anziano, il nonno, glia, della nostra vita umana di fami- quella sui bambini. Ma Dio non vi la nonna, ha una famiglia che può ac- glia, è accarezzare un bambino e abbandona, è con voi! Con il suo coglierlo. E allora ben vengano le case lasciarsi accarezzare da un nonno e aiuto voi siete e continuerete ad es- per gli anziani… purché siano vera- da una nonna. Grazie! sere memoria per il vostro popolo; e mente case, e non prigioni! E siano anche per noi, per la grande famiglia per gli anziani, e non per gli interessi L’incontro, semplice e nello stesso della Chiesa. Grazie! di qualcuno altro! Non ci devono es- tempo suggestivo, si è concluso Questi fratelli ci testimoniano che sere istituti dove gli anziani vivono con un grande regalo di carezze, anche nelle prove più difficili, gli an- dimenticati, come nascosti, trascu- baci e abbracci che i nipoti e i ziani che hanno fede sono come alberi rati. Mi sento vicino ai tanti anziani nonni e le nonne si sono scam- che continuano a portare frutto. E che vivono in questi Istituti, e penso biati tra loro, quasi a consolidare questo vale anche nelle situazioni più con gratitudine a quanti li vanno a le radici che fanno scorrere la ordinarie, dove però ci possono essere visitare e si prendono cura di loro. Le linfa della vita e della fede e dav- altre tentazioni, e altre forme di di- case per anziani dovrebbero essere dei vero fanno crescere nel bene le scriminazione. “polmoni” di umanità in un paese, in nuove generazioni di uomini e di La vecchiaia, in modo particolare, è un quartiere, in una parrocchia; do- donne che costruiranno il futuro un tempo di grazia, nel quale il Si- vrebbero essere dei “santuari” di per tutti.
LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 13 L Lezione di vecchiaia per giovani e famiglie La forza a presenza crescente degli anziani nella società contem- poranea evoca una questione degli anni cruciale: ci pone il problema di dire cos’è la vita. Come in ogni incontro con la debolezza, obbliga a ridirci cos’è l’uomo. “La forza de- gli anni” è un nuovo libro curato da Gino Battaglia, che raccoglie contributi qualificati su aspetti di- versi della condizione degli an- ziani nel mondo contemporaneo e dell’attività della Comunità di fazione scrive: «Gli anziani sono il stesso sangue, la stessa lingua, gli Sant’Egidio a loro sostegno: le ini- futuro del mondo: è ormai una con- stessi cognomi ma due mondi che ra- ziative per favorire la domicilia- vinzione generalizzata. Ma è meno refanno le occasioni di incontro». rità e per umanizzare gli istituti, chiaro come gli anziani condizione- Eppure la vecchiaia non è sol- le case famiglia, la religiosità e la ranno il nostro avvenire e quale si- tanto sinonimo di declino. Gli an- vita spirituale. Ne scaturisce una gnificato assumerà la loro presenza, ziani, e la Chiesa lo ha sempre consapevole e profonda rifles- così cospicua. È un continente umano riconosciuto, hanno un valore sione sulla condizione degli an- da esplorare». Un continente spesso “profetico” per l’umanità. È la ziani, che esprime una sapienza silenzioso, non al passo con i vecchiaia stessa, nella sua “natu- maturata in tanti anni di amicizia, tempi, che non si impone alla so- ralezza”, che va fatta vivere e par- di accoglienza, di conversazione, cietà e alla Chiesa se non per i lare: una vera e propria “forza di condivisione di vita, di accom- problemi che sembra portare con debole” che ci ricorda che la vita pagnamento nella malattia e nel sé. Invece «L’idea dell’anziano sa- non è solo profitto, lavoro o gua- momento estremo del morire. Un piente, saggio, depositario di cono- dagno ma qualcosa di più ricco e libro utile per tutti, per i giovani scenze preziose, è stata l’ultima profondo. e per le famiglie, per chiunque ab- possibilità di dare un senso alla vec- L’esperienza di Sant’Egidio con bia a che fare con questa condi- chiaia», come ridare senso a que- gli anziani è proprio nel segno zione, per chi abbia parenti an- sta stagione della vita? Come della “resurrezione” di tante per- ziani in casa, operi in strutture in rimettere gli anziani al centro sone in là con gli anni, che hanno cui sono ricoverati anziani o faccia della nostra società? Per vivere trovato un nuovo senso alla loro volontariato. Mentre gli anni della bene la vecchiaia e far vivere bene vita, che nell’amore e nello scam- vita si allungano (ed è un successo i nostri vecchi bisogna compren- bio umano con persone più gio- del progresso umano) manca una dere sin da giovani che essa non vani hanno imparato a vedere nel cultura della vecchiaia, che oggi è necessariamente un naufragio. tempo che passa non più una ma- diventa una condizione di massa. Può essere anzi un approdo si- ledizione ma un dono di Dio. Ma la vecchiaia ha, come ogni sta- curo per la nostra società. Pro- “La forza degli anni” contiene gione della vita, i suoi valori e la blemi concreti, difficoltà, fragilità saggi di vario tipo: ad analisi di ca- sua bellezza. Questo libro aiuta a estreme si mescolano in queste rattere demografico e sociologico, scoprirli. pagine ad una grande forza pro- sono affiancate molte esperienze “La forza degli anni. Lezioni di pria dell’età anziana, concreta e concrete, ricche di suggerimenti vecchiaia per giovani e fami- spirituale, tutta da scoprire, tutta pratici per chi affronta quotidiana- glie”, un libro che ha l’ambizione da vivere. mente i problemi degli anziani. È di aiutarci a rileggere la condi- Nell’introduzione viene descritta approfondita tanto la realtà speci- zione di vita degli anziani e of- l’Europa come il “continente an- fica degli anziani che vivono in fa- frire una lezione di vita alle ziano” per eccellenza, in cui miglia, quanto quella degli anziani generazioni più giovani. In 316 spicca una netta cesura tra le ge- in istituto. Alcuni capitoli sono de- pagine sono raccolte testimo- nerazioni, un tempo sconosciuta. dicati al tema della conversazione, nianze e riflessioni di membri e Se i giovani e le persone di mez- della preghiera, dell’approccio con volontari di Sant’Egidio, intera- z’età comunicano ininterrotta- la realtà ineludibile della morte. mente dedicate al tema della mente tra di loro, grazie alle Un volume, dunque, che si presta terza età. La condizione anziana nuove tecnologie, l’anziano, che agli approcci più diversi, risul- viene paragonata ad un conti- da questa rivoluzione del lin- tando utile sia per gli operatori nente sommerso che, prima o poi, guaggio è rimasto tagliato fuori e del sociale, che per gli studiosi, riemerge in ogni società, con tutte talora «comunica solo con se stesso. fino al lettore comune che vive la le sue condizioni e contraddizioni Così i giovani e gli anziani sono due realtà degli anziani nel suo quo- e non si può rigettare. Nella pre- mondi che appena si sfiorano: lo tidiano.
14 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 25° anniversario dell’uccisione di mons. Colombo Un martire Una terra senza vescovo La Somalia è oggi lo stato africano della carità con il minor numero di cattolici. La necessità di costituire una stabile organizzazione religiosa, per una co- munità di cattolici che andava sem- pre più aumentando, risale ai primi anni dell’occupazione italiana: Pio X, N nel 1904, istituì la prefettura aposto- lica di Benadir. Poi, nel 1927, Pio XI promosse la prefettura a vicariato e ello scorso mese di luglio ne cambiò il nome in Vicariato apo- è ricorso il 25° anniversario stolico di Mogadiscio. Dal 1930 in del martirio di Mons. Sal- poi tutti i vescovi del Vicariato vatore Colombo (nella foto con hanno fatto parte dell’Ordine dei Giovanni Paolo II), vescovo fran- Frati Minori, a partire da mons. Fran- cescano della Somalia. È un an- cesco Fulgenzio Lazzati (1882- niversario importante per me, 1932). Durò quasi quarant’anni il perché fui protagonista di quelle governo del Vicariato apostolico da vicende, accanto al vescovo mo- data dal Colonnello Siad Barre. parte del francescano Francesco Ve- rente. Costui sequestrò e nazionalizzò nanzio Filippini (1890-1973), e più Proprio a lui è stata dedicata la tutte le opere della Chiesa e della precisamente fino al 19 ottobre tradizionale Giornata Missiona- missione. Dopo un ventennio di 1970. Quando già da tempo il nu- ria Francescana, tenuta alla Creta dittatura spesso sanguinaria, mero dei cattolici era molto dimi- il 22 e 23 novembre scorso. erano sorti in Somalia diversi nuito, soprattutto a causa della Mons. Colombo visse 42 anni partiti e gruppi armati clande- partenza degli Italiani (nel 1950 vi della sua vita in Somalia, uno dei stini che volevano rovesciare il erano circa 8.500 cattolici, scesi a cinque paesi più poveri del potere in atto, con una nuova ri- 2.600 nel 1970, e a circa un centi- mondo; un paese con un clima voluzione. Mons. Colombo sa- naio nel 1990), Paolo VI istituì, nel torrido tremendo e infestato peva che questo avrebbe scatenato 1975, la diocesi di Mogadiscio e no- dalla malaria e da altre gravi ma- una violenta e lunga guerra ci- minò il primo vescovo nella persona lattie mortali. vile, per cui si adoperò in tutti i di padre Pietro Salvatore Colombo. La Somalia era ed è un paese modi per una mediazione paci- Dopo la caduta del regime di Siad completamente islamico. La pre- fica per scongiurare la guerra. Barre e l’inizio della guerra civile senza dei missionari francescani Probabilmente fu ucciso per que- (1991) è cominciata la persecuzione fu sempre difficile e delicata. In sto. La sera del 9 luglio 1989 mi contro i cristiani. Sono stati assassi- particolare, Mons. Colombo fece trovavo in chiesa: durante la S. nati: padre Pietro Turati, responsabile della sua lunga vita missionaria Messa udii un fortissimo sparo; delle missioni di Kisimaio e Gelib soprattutto un impegno volto in pochi istanti mi ritrovai da- (1991); il medico Graziella Fumagalli alla carità. Tutta la sua giornata vanti al corpo ferito mortalmente (1995); Annalena Tonelli (2003); suor era dedicata all’elaborazione e or- del vescovo! Gli fui accanto nella Leonella Sgorbati (2006) e una tren- ganizzazione di decine e decine lunga agonia, prima che morisse, tina di cristiani somali. di progetti umanitari, tesi ad al- e affrontò quel terribile mo- I luoghi di culto cristiani sono diven- leviare o a risolvere le condizioni mento, cosciente e consapevole tati bersaglio dei fondamentalisti. Sei di assoluta povertà del popolo di offrire la vita per la Somalia. delle sette chiese esistenti nel paese somalo. Ma cinque giorni dopo la sua sono state distrutte. La cattedrale di Fu lui a fondare Caritas Somalia e morte iniziò una violenta guerri- Mogadiscio, assaltata e depredata nel ad animarla per anni e anni! Il suo glia che ancora oggi, purtroppo, 1991, è stata rasa al suolo dagli inte- grande cuore, rivolto completa- continua. gralisti islamici nel 2008. mente alle povertà del popolo so- Padre Massimiliano Taroni Dal 1989, anno dell’assassinio di malo era rivolto, soprattutto negli monsignor Colombo, la sede episco- ultimi anni, anche ad un forte im- PS. Durante la Giornata Missiona- pale è vacante e i pochissimi cattolici pegno per la pace e il dialogo tra ria Francescana che p. Massimiliano somali sono sotto l’amministrazione il popolo somalo. ha animato nella nostra parrocchia lo apostolica del vescovo di Gibuti. Negli anni 70 dopo il protettorato scorso 23 novembre sono stati rac- In Somalia è attualmente proibita inglese e italiano, la Somalia ebbe colti euro 3.545 che sono già stati de- ogni forma di culto cristiano. una rivoluzione marxista, gui- stinati alle attività missionarie.
LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 15 Per conoscerci meglio - 2 La parrocchia secondo Papa Francesco sto succede… Però questo non si- glienti, se gli orari delle attività fa- gnifica accogliere, questo è chiu- voriscono la partecipazione della dere la porta! Nel presente siamo gente e dei giovani, se siamo ca- chiamati a due cose: tenerezza e paci di parlare i loro linguaggi, di accoglienza. cogliere anche negli altri ambienti Continuiamo a presentare la parroc- La gente che viene sa che la (come ad esempio nello sport, chia secondo le parole, l’esperienza e Chiesa custodisce il tesoro dello nelle nuove tecnologie) le possi- il pensiero del papa. Sempre nel di- sguardo di Gesù. E noi dobbiamo bilità per annunciare il Vangelo. scorso tenuto il 16 giugno ai parte- offrirlo a tutti. Quando arrivano Diventiamo audaci nell’esplorare cipanti al Convegno diocesano di in parrocchia, quale atteggia- nuove modalità con cui le nostre Roma, con la spontaneità e la con- mento dobbiamo avere? Dob- comunità siano delle case dove la cretezza che sempre caratterizzano i biamo accogliere sempre tutti con porta è sempre aperta. La porta «P suoi interventi dal vivo, tra le altre cuore grande, come in famiglia, aperta! Ma è importante che al- cose belle e significative, ha detto: chiedendo al Signore di farci ca- l’accoglienza segua una chiara pace di partecipare alle difficoltà proposta di fede; una proposta di er il tempo presente vi e ai problemi che spesso i ragazzi fede tante volte non esplicita, ma dirò sola parola: acco- e i giovani incontrano nella loro con l’atteggiamento, con la testi- glienza. Ecco, siamo vita. Dobbiamo avere il cuore di monianza: in questa istituzione chiamati all’accoglienza. E in- Gesù, il quale «vedendo le folle che si chiama Chiesa, in questa sieme ci vuole tenerezza. Una ne sentì compassione, perché istituzione che si chiama parroc- madre è tenera, sa accarezzare. erano stanche e sfinite come pe- chia si respira un’aria di fede, per- Ma quando noi vediamo la po- core che non hanno pastore» (Mt ché si crede nel Signore Gesù. vera gente che va alla parrocchia 9,36). A me piace sognare una Vi chiedo di studiare bene queste e trova una segretaria che sgrida, Chiesa che viva la compassione cose che ho detto: come fare affin- che chiude la porta, questa gente di Gesù. Compassione è “patire ché nelle parrocchie ci sia l’affetto, non si sente a casa di mamma! con”, sentire quello che sentono ci sia la gratuità, che la parrocchia Forse si sente nell’amministra- gli altri, accompagnare nei senti- non sia una istituzione legata solo zione, ma non a casa della madre. menti. E’ la Chiesa madre, come alle situazioni del momento. Ci E le segretarie, le nuove “custodi una madre che carezza i suoi figli sia un cammino di conversione delle porte” della Chiesa! Ma se- con la compassione. Una Chiesa pastorale per saper accogliere con gretaria parrocchiale vuol dire che abbia un cuore senza confini, tenerezza. aprire la porta della casa della ma non solo il cuore: anche lo Pensiamo alla Chiesa madre e vo- madre, non chiuderla! E si può sguardo, la dolcezza dello gliamo una Chiesa di fede, che chiudere la porta in tante ma- sguardo di Gesù, che spesso è creda che il Signore è capace di niere. A Buenos Aires era famosa molto più eloquente di tante pa- farla madre, di darle tanti figli. una segretaria parrocchiale: tutti role. Le persone si aspettano di Oggi viviamo nella società degli la chiamavano la “tarantola”… trovare in noi lo sguardo di Gesù, orfani. Orfani, senza memoria di non dico di più! Saper aprire la a volte senza nemmeno saperlo, famiglia, senza affetto o con un porta nel presente: accoglienza e quello sguardo sereno, felice che affetto troppo di fretta. Orfani di tenerezza. entra nel cuore. Ma deve essere gratuità! Abbiamo bisogno di Anche i preti, i parroci e i vicepar- tutta la parrocchia ad essere una senso di gratuità: nelle famiglie, roci hanno tanto lavoro e io capi- comunità accogliente, non solo i nelle parrocchie, nella società sco che a volte sono un po’ sacerdoti e i catechisti. Tutta la tutta. Ma se noi non abbiamo il stanchi; ma un parroco che è parrocchia! Accogliere… senso della gratuità nella fami- troppo impaziente non fa bene! A Dobbiamo ripensare quanto le glia, nella scuola, nella parrocchia volte io capisco, capisco che que- nostre parrocchie sono acco- ci sarà molto difficile capire cosa
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