"Dove, come, quando?": l'emergenza della scuola lontano da scuola
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Educare.it – SCUOLA “Dove, come, quando?”: l’emergenza della scuola lontano da scuola Giulia Maria Cavaletto*, Federica Cornali** *Docente di sociologia dell'educazione presso l'Università di Torino. I suoi temi di ricerca: disuguaglianze nelle opportuni- tà educative, relazioni scuola-famiglia, competenze socio emotive. **Docente di sociologia generale presso l'Università di Torino. I suoi principali interessi di ricerca riguardano la formazio- ne del capitale umano e l'efficacia dei sistemi d'istruzione. La pandemia Covid-19 ha messo in crisi la concezione tradizionale di scuo- la come ambiente di apprendimento caratterizzato da prossimità e da prati- che e routine consolidate. Questo contributo prende in esame un segmento dell’istruzione che, per le sue caratteristiche, è stato particolarmente messo alla prova dalla durante i mesi del lockdown nella primavera 2020: la scuo- la primaria. In particolare, sono prese in considerazione alcune scuole pri- marie della città di Torino. Attingendo a materiali qualitativi ricavati da fo- cus groups e da interviste agli insegnanti di ventidue scuole, sono tratteg- giati i principali elementi di criticità e le strategie di affrontamento della si- tuazione emergenziale messe in campo. Introduzione necessaria l’interruzione delle lezioni in tut- te le scuole di ogni ordine e grado. La pandemia Covid-19 ha posto i sistemi Questa situazione emergenziale, da una sociali di fronte a uno stress del tutto inedi- parte, ha scardinato i riferimenti tradizionali to. Affrontare un nemico dalle caratteristi- della scuola come ambiente di apprendi- che ignote o poco chiare, ha generato gene- mento e socializzazione, ponendo la necessi- rando una situazione d’incertezza la cui ri- tà di una rapida riconsiderazione delle sue sposta protettiva è stata prevalentemente di modalità e pratiche consolidate; dall’altra ha tipo negativo: rarefazione sociale, distan- fatto emergere il potenziale delle nuove tec- ziamento e, laddove possibile, sospensione nologie dell’informazione e della comunica- di gran parte delle attività. In particolare, i zione. L’integrazione tecnologica si è mo- sistemi d’istruzione hanno subìto questo strata fondamentale per garantire la conti- impatto in maniera drastica poiché si è resa nuità dei percorsi d’istruzione in tempi di emergenza, ma anche per mantenere la con- © Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 21, n. 5 – Maggio 2021 35
URL: https://www.educare.it/j/temi/scuola/ricerche/4086 nessione tra i giovani e la comunità scolasti- telli e Dynes, 1977; Fischer, 2003; Drabek, ca e, in senso più ampio, tra la comunità sco- 2017). lastica e il suo contesto. La didattica a di- Accanto alla pluralità di approcci si evi- stanza, tuttavia, non sempre ha dato prova denzia anche una proliferazione terminolo- di efficacia ed equità, soprattutto nei con- gica. I fenomeni d’interesse vengono varia- fronti degli studenti in condizione di vulne- mente denominati: crisi, disastri, calamità, rabilità (cognitiva, relazionale, ma anche emergenza. In generale questi termini indi- economica e sociale). viduano situazioni aberranti in cui le vite Attraverso l’esplorazione della nozione di vengono stravolte, ma che riguardano un emergenza, questo contributo intende ana- periodo di tempo definito. lizzare e comprendere gli impatti sulla scuo- Nello studio delle emergenze come fe- la, nonché le modalità di risposta offerte, nomeni sociali si assiste a tentativi di risalire durante la situazione emergenziale dovuta a elementi comuni in osservazioni eteroge- alla pandemia Covid-19. In particolare, at- nee. Alcuni autori individuano le fasi ricor- tingendo da alcuni dati di sfondo e dalle renti in cui si dispiega la crisi. Drabek opinioni degli insegnanti, il contributo rico- (1986), Neal (1997) e Mileti (1999) fanno rife- struisce ed esamina le criticità e le strategie rimento a un modello che, a grandi linee, di contrasto messe in campo in alcune scuo- prevede quattro stadi temporali: prepa- le primarie della città di Torino, durante il redness, response, recovery e mitigation. La periodo di lockdown nella primavera 2020. preparazione si riferisce alle azioni intrapre- se anteriormente a un eventuale evento Attualità dell’emergenza emergenziale per fronteggiare il suo impat- to; le attività di risposta avvengono nel pe- La contemporaneità pare un susseguirsi riodo immediatamente successivo di fasi di crisi o emergenziali: crisi finanzia- all’evento; il recupero comporta sforzi a re, minacce terroristiche, catastrofi naturali, breve e lungo termine per ripristinare la incidenti industriali e tecnologici. La celebre normalità in un’area colpita; le misure di mi- immagine della risk society (Beck, 1992) de- tigazione sono tentativi a livello comunitario scrive una condizione in cui il rischio è per- per minimizzare o ridurre gli impatti della vasivo ed è sempre presente la possibilità di crisi. Gordon (2004), a sua volta, afferma che incorrere in un danno. A fronte dell’attualità di fronte a eventi socialmente dirompenti dell’emergenza sono sorti studi specializzati conseguono due fasi. La prima fase, social quali la “pedagogia dell’emergenza” (Isidori debonding, riguarda il processo di disconnes- e Vaccarelli, 2013) e la “psicologia sione sociale dovuto all’interruzione della dell’emergenza” (Chertkoff e Kushigian, continuità fisica, emotiva e sociale propria 1999). Esiste inoltre un’ampia letteratura a della vita preesistente, e si compone di due cura di studiosi di gestione e amministra- dimensioni. La dimensione quantitativa si zione che si interessa a vari aspetti della manifesta in termini di intensità, pervasività “emergency management” (Boin, Hart, e durata. La dimensione qualitativa indica Stern e Sundeliuys, 2005; McEntire, 2006). In invece quali sfere della vita personale sono sociologia è nata la specializzazione in “so- state minacciate: la propria vita, le persone ciology of disaster” (Barton, 1970; Quaran- amate, beni materiali e immateriali. La se- © Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 21, n. 5 – Maggio 2021 36
URL: https://www.educare.it/j/temi/scuola/ricerche/4086 conda fase, social rebonding, riguarda la rico- change). Tra i modelli di risposta ricorrenti si struzione dei legami. Tale ricostruzione può incontrano alcune distorsioni, come ad passare attraverso la nascita di “comunità esempio il pattern of neglect (Smith, 1996). transitorie”: le persone colpite direttamente, Questa espressione indica come nel destina- o che hanno condiviso un evento, si riuni- re gli aiuti in uno scenario di emergenza, scono e stabiliscono legami sociali che pos- spesso, alcuni gruppi vengano più o meno sono essere molti forti, anche di fusione; es- intenzionalmente e consapevolmente trala- se sono orientate alla sopravvivenza del si- sciati. stema sociale che è però ridefinito L’affrontamento di un’emergenza è parti- dall’evento con i ruoli improvvisati e stabili- colarmente arduo perché, essendo inattesa, ti per compiti immediati. Altri autori, piut- molto frequentemente non si dispone di or- tosto che ricostruire una successione di fasi, ganizzazioni formali che forniscano una ri- affrontano il tema dell’emergenza a partire sposta regolata. Secondo Lanzara (1993) dai diversi modelli di risposta che ne scatu- questa lacuna è talvolta colmata riscono. dall’emergere nei gruppi di una “capacità Sebbene analiticamente distinti, i due di- negativa”, vale a dire la capacità «di render- versi approcci di fatto si intrecciano, propo- si vulnerabili agli eventi, facendo della loro nendo osservazioni sovrapponibili. Secondo vulnerabilità una leva per l’azione […] ac- Lanzalaco (2012) le azioni di crisis manage- cettare momenti di indeterminatezza e di ment sono riconducibili, nel breve e nel lun- assenza di direzione […] Si tratta essere ca- go periodo, a quattro distinti processi, due paci di accontentarsi di mezze conoscenze e di tipo simbolico-cognitivo, sense making e di mantenere le cose in una sorta di anima- lesson drawing, e due di tipo operativo- zione sospesa» (p. 13-14), tuttavia «le cose funzionale, crisis containment e policy change. vengono fatte: la grande intensità Nell’immediatezza dell’emergenza gli attori dell’impegno e la profonda dedizione com- debbono dare un significato (sense making) pensano le inevitabili insufficienze» (p. 161). all’esperienza che stanno vivendo, adattan- La situazione di emergenza porta con sé dosi e modificando il loro comportamento e molti cambiamenti rispetto alla cui persi- le loro aspettative in relazione alla nuova si- stenza gli studiosi hanno orientamenti di- tuazione e alla nuova cornice cognitiva. Nel vergenti. Alcuni segnalano che i cambia- lungo periodo, invece, debbono attivare menti nella struttura e nelle funzioni sono processi di apprendimento (lesson drawing) relativamente modesti e, nella maggior par- che consentano loro di capire quali errori te dei casi, erano già presenti in nuce nel pe- hanno portato alla situazione di emergenza riodo pre-emergenza. In altre parole, le si- e come evitare di ripeterli. tuazioni di crisi non sembrano avviare Nell’immediatezza dell’emergenza, inoltre, grandi trasformazioni organizzative, piutto- gli attori debbono individuare e mettere in sto sembrano accelerare le tendenze esistenti campo azioni di contenimento degli effetti secondo un principio di continuità (Taylor et negativi della crisi (crisis containment). In se- al., 1970). guito, sulla base delle lezioni apprese, do- Similmente Lanzalaco (2012) osserva che vranno ripensare le loro strategie e adottare il sistema politico-amministrativo reagisce politiche atte ad evitare future crisi (policy all’emergenza, ma non consolida le lesson © Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 21, n. 5 – Maggio 2021 37 37
URL: https://www.educare.it/j/temi/scuola/ricerche/4086 learned perché successivamente riemergono la. Sebbene abbia coinvolto una buona rap- la tendenza all’inerzia e la resistenza al presentanza del corpo docente delle scuole cambiamento. primarie torinesi occorre fin da subito se- Secondo altri studiosi la situazione di gnalare che il presente studio sconta il limite emergenza porta invece a mutamenti più o dell’autoselezione dei rispondenti. È indub- meno radicali, ma sicuramente non incre- bio che le ricercatrici siano riuscite coinvol- mentali. Uno dei principali effetti delle crisi, gere nella riflessione principalmente i sog- delle catastrofi e dei gravi incidenti dovreb- getti più motivati o sensibilizzati al tema. be essere quello di mettere in discussione le Per meglio comprendere il contesto della credenze più diffuse, i paradigmi più accre- ricerca presenteremo alcuni dati di sfondo. ditati e le politiche più consolidate (Boin, Anzitutto è utile ricordare che a Torino la Hart, Stern e Sundeliuys, 2005), ciò dovreb- chiusura delle scuole è iniziata in maniera be aprire una “finestra di opportunità” non anticipata rispetto all’intero territorio nazio- solo nei modi di pensare e ma anche di agire nale. Il 23 febbraio 2020 con ordinanza della (Kingdon, 1995). Regione Piemonte e Ministero della Salute è stata disposta fino al 29 febbraio 2020 la Emergenza Covid-19: contesto e fonti di chiusura dei servizi educativi dell’infanzia e una ricerca sulle scuole primarie di To- delle scuole di ogni ordine e grado, poi pro- rino tratta fino al 3 aprile. A ridosso della pro- spettata riapertura delle scuole, essa è stata Questo contributo concentra la sua atten- rimandata di due giorni per svolgere zione sulla situazione innescata «un’opera straordinaria di igienizzazione dall’emergenza Covid-19 in un campione di delle scuole». Infine, il 2 marzo, una nuova scuole primarie della città di Torino nella ordinanza della Regione Piemonte ha pro- primavera 2020. Riteniamo particolarmente tratto la chiusura fino al giorno 8 marzo. Le utile approfondire l’impatto e le risposte attività didattiche in tutte le scuole del Paese fornite dall’istituzione scolastica in questo sono state poi sospese a livello nazionale fi- ciclo dell’istruzione, perché rappresenta un no al 3 aprile. Questa fase d’incertezza ha segmento particolarmente critico: in esso posto la scuola in una condizione di attesa, l’aspetto relazionale e di socializzazione è in cui inizialmente è mancato un massiccio particolarmente rilevante, nonché il ruolo di investimento in attività alternative, poiché la guida degli insegnanti nei processi di ap- situazione poteva essere considerata tempo- prendimento. ranea. La fonte di informazione per le riflessioni Il 27 marzo 2020 il direttore dell’Ufficio che si propongono qui è costituita da un scolastico regionale del Piemonte in campione di ventidue scuole primarie, con un’intervista a “La Repubblica” ha afferma- le quali le autrici di questo contributo hanno to che, in base a un monitoraggio svolto, ri- relazioni consolidate all’interno di diversi sultava che il 98,5% delle scuole primarie progetti di ricerca in corso di svolgimento. stesse già utilizzando la didattica a distanza All’insorgere dell’emergenza Covid-19, le con vari strumenti, dal registro elettronico riflessioni sono state inevitabilmente cataliz- fino a Skype o WhatsApp; specificava inol- zate sui fattori di criticità e di sfida alla scuo- tre di aver istituito una task force per © Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 21, n. 5 – Maggio 2021 38
URL: https://www.educare.it/j/temi/scuola/ricerche/4086 l’emergenza Covid-19, in costante contatto Emergenza Covid-19: la scuola “Dove, con gli animatori digitali delle diverse scuo- come, quando?” le per il supporto della didattica a distanza. L’emergenza Covid-19 ha richiesto A sua volta la municipalità di Torino, con la l’attivazione di risorse individuali e colletti- partnership di Rekordata, Synesthesia Aca- ve, che consentissero di fronteggiare una si- demy e FuturMakers, ha organizzato semi- tuazione nuova, dalla durata indefinita e nari online rivolti agli insegnanti comunali dallo svolgimento imprevedibile. sull’uso e le funzionalità degli strumenti di- La voce delle insegnanti (tutte docenti di gitali. Non solo gli enti pubblici, ma anche le sesso femminile) — raccolta mediante sei in- istituzioni private, e in particolare le fonda- terviste in profondità e 8 focus group svoltisi zioni, hanno dato il loro contributo alle dalla fine di febbraio ad aprile 2020 — mo- scuole di Torino, con webinar su alcuni temi stra i tratti tipici delle narrazioni per la co- (creatività digitale, didattica innovativa e in- struzione di senso (sense making) e della ri- clusione) realizzati dalla Fondazione per la cerca di soluzioni per il contenimento degli Scuola della Compagnia di San Paolo, non- effetti della crisi (crisis containment). In parti- ché progetti specifici come “Anche a distan- colare, le riflessioni hanno riguardato le se- za #restoascuola” della Fondazione Agnelli guenti dimensioni: 1) didattica; 2) interazio- e Fondazione La Stampa. ni con i pari con le insegnanti; 3) competen- Si tratta di iniziative interessanti, che tut- ze sociali; 4) relazione scuola/famiglia. tavia talvolta trascurano il ciclo di istruzione primario. Inoltre, sollevano interrogativi sul- 1) Imparare a distanza: la rivoluzione nel- la possibile fruizione selettiva da parte degli la didattica passa dalla tecnologia istituti già in condizioni di maggior avan- In tutta evidenza, la didattica è stata pro- zamento nell’innovazione didattica. fondamente messa in crisi dalla sospensione Il tema della selezione dei beneficiari (pat- delle attività scolastiche, e le risorse tecnolo- tern of neglect) riguarda gli istituti scolastici, giche sono state la principale risposta alla ma anche i singoli allievi. Nella regione situazione emergenziale. Nella scuola pri- Piemonte i ragazzi tra i 6 e i 14 anni che maria, come riferiscono le stesse insegnanti, hanno usato internet nell’ultimo anno è del tuttavia erano pochi i docenti con una for- 74,6%. Il dato concorda con quello delle fa- mazione digitale specifica, l’uso di tablet e miglie piemontesi che possiede un accesso a PC per le attività didattiche era limitato, le internet (73,5%), di queste però il 33,9% di- connessioni non sempre si sono dimostrate spone di una connessione tramite telefonia veloci e adeguate (“Noi siamo una delle poche mobile (ISTAT, 2019). Con buona probabili- scuole che ha l’animatore digitale e in più abbia- tà quindi si tratta di una disponibilità con- mo un collega bravissimo che fa il laboratorio di divisa con altri membri della famiglia e non informatica con i bambini, ma la situazione è perfettamente adatta a scopi di apprendi- molto arretrata in generale”, da intervista con mento. un’insegnante di una scuola di Torino Cen- tro). La didattica a distanza attraverso devices e il ricorso a piattaforme salvaguardano, ma © Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 21, n. 5 – Maggio 2021 39 39
URL: https://www.educare.it/j/temi/scuola/ricerche/4086 solo parzialmente, la componente trasmissi- parte dei docenti che hanno semplicemente va (“lo sappiamo che questo è un po’ un anno traslato la didattica dalla modalità “frontale, perso, si è fatto quello che si doveva fino a feb- in presenza” alla modalità “frontale, a vi- braio, il resto è un po’ così…programma proprio deo”, perdendo le opportunità che il mezzo poco” da focus group con insegnanti di una digitale mette a disposizione sia per il do- scuola di Torino Nord). cente, sia per gli alunni (“oltre a quelli che di- Le tecnologie impiegate con bambini di cono io non faccio niente perché non o usare il questa fascia di età però non possono essere PC, abbiamo quelli che facevano lezione frontale sfruttate appieno nel loro potenziale interat- soporifera in classe e la rifanno uguale davanti al tivo (“Siamo tornati indietro di decine di anni, video”, da intervista con insegnante scuola siamo alla scuola esclusivamente trasmissiva” Torino Centro). da colloquio con insegnante di scuola pri- Si è attuata, secondo le insegnanti inter- maria Torino Sud). pellate, una transizione educativa e sociale Ci sono differenze significative legate alle cruciale: i modi della didattica a distanza risorse delle famiglie (“Noi abbiamo quasi tut- hanno costituito al contempo un’occasione ti bambini che un PC o un tablet non lo possie- di crescita e responsabilizzazione dei bam- dono, ci mandano i compiti con WhatsApp dal bini ma al contempo un rischio di smarri- telefono della mamma; è ovvio che anche quel po- mento in assenza dei punti di riferimento co che si potrebbe fare, con alcune famiglie è im- dati dalle routine scolastiche e dalle regole possibile e noi non riusciamo ad aiutarli” da in- della vita scolastica. Questa fase è stata rap- tervista con insegnante di una scuola di To- presentata dalle insegnanti come un “pre- rino Nord), che diventano indispensabili in sente assoluto” (“Non c’è ieri, o domani, c’è ragione dell’età degli alunni, che non di- sempre solo oggi, tutti i giorni uguali” da focus spongono né di mezzi tecnologici propri né group con insegnanti di scuola di Torino sono in grado di padroneggiare i devices in Sud), derivante dal venir meno di ogni ca- autonomia. pacità progettuale e previsionale di rientro Nonostante i rischi e gli ostacoli, le tecno- nella normalità scolastica: hanno contribuito logie hanno dispiegato il loro grande poten- a ciò le informazioni confuse e non rassicu- ziale: le piattaforme educative e le applica- ranti offerte dai media, ma anche la man- zioni che consentono lezioni a distanza in canza di regia da parte delle istituzioni cen- audio video sono diventate durante il lock- trali e regionali (dal MIUR agli USR agli down lo strumento quotidiano per fare le- USP), fino alla debolezza della capacità di zione (“quest’emergenza ci ha costrette ad un indirizzo, progettazione e riorganizzazione salto di qualità nell’uso delle tecnologie, che forse da parte delle singole scuole e istituti com- avremo compiuto in condizioni normali in dieci prensivi. anni o più” da colloquio con insegnante di Si è assistito a una stabilizzazione rispetto scuola di Torino Sud). L’emergenza ha agito alla routine scolastica della scuola lontano e come acceleratore di innovazioni nella di- fuori dalla scuola; manca invece la prospet- dattica. Nei contesti già sensibilizzati, tale tiva rispetto alle fasi di recovery e mitigation. accelerazione è stata supportata, nei contesti L’elevata incertezza ha compromesso, alme- più restii all’innovazione l’indispensabilità no al momento dei colloqui, la prospettiva della tecnologia ha suscitato resistenze da di una futura riorganizzazione della didatti- © Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 21, n. 5 – Maggio 2021 40
URL: https://www.educare.it/j/temi/scuola/ricerche/4086 ca da parte delle insegnanti; prevale anzi e durata (Gordon, 2004) non può essere con- una visione statica, “come se” nulla fosse siderato lieve, in quanto la scuola impegna accaduto, nella speranza o forse illusione larga parte della loro vita. Il social rebonding che si potrà riprendere dal punto in cui si è è avvenuto per il tramite della costruzione lasciato. di nuove comunità transitorie, la cui caratte- ristica è di essere comunità a distanza 2) “Mi manca la scuola, mi mancano le mie (gruppi WhatsApp, ad esempio) in cui è for- maestre, mi mancano i miei amici”: il ri- te il ruolo di gestore dell’adulto. schio destrutturazione delle relazioni L’emergenza Covid-19 ha quindi ridotto Per i bambini il tempo scolastico non per i bambini le opportunità di relazioni al comprende soltanto l’attività di apprendi- di fuori della famiglia, ma anche la qualità mento, una parte rilevante è riservata alla di tali relazioni (“i bambini si vergognano, li socialità, alle relazioni con le insegnanti e vediamo diversi quando ci parliamo a distanza, con i pari. Per essi, il venir meno della “coa- non sono abituati assolutamente a interagire con bitazione” dentro la scuola per cinque giorni noi in questo modo; e ancora peggio tra di loro”, a settimana a tempo pieno implica conse- da focus group con insegnanti di una scuola guenze importanti sul piano relazionale- di Torino Sud). Risulta depressa l’agency dei affettivo e sulla loro socializzazione norma- bambini, che hanno poche capacità di vede- tiva e sull’assunzione di ruoli sociali. re ascoltata la propria voce, che perdono la Le insegnanti hanno riferito di un diffuso possibilità di confronto e costruzione della senso di disorientamento dei bambini: a propria realtà insieme ai pari e che hanno un’iniziale euforia legata a una “vacanza” di un limitato accesso alla comunicazione, se Carnevale più lunga del previsto, è suben- non in via mediata dagli adulti. trata una condizione di profondo abbatti- mento e nostalgia (“siamo passati da una si- 3) Oltre i programmi: ciò che si impara a tuazione di ‘Yeeeah non andiamo a scuola! con la scuola oltre la scuola faccina che sorride’ ad una situazione opposta, di Come detto, la giornata a scuola include, ‘Ma quando torno a scuola, con la faccina triste’, oltre alla didattica delle discipline, attività fino ad arrivare alla condizione maggiormente laboratoriali, gite, visite esterne, momenti di toccante, che è quella dei bambini che con grande gioco e ricreazione, attività di gruppo. Que- consapevolezza per l’età ti chiedono ‘Ma noi non ste attività sono di vitale importanza anche torneremo a scuola mai più?’ da intervista con in quanto strumenti equitativi: i bambini in un’insegnante di una scuola di Torino condizioni sociali svantaggiate fruiscono del Nord). cinema unicamente con la scuola, visitano Per i bambini, il distacco dalla scuola e un’altra città soltanto con la propria classe, dalla classe porta con sé conseguenze identi- entrano in biblioteca soltanto con i propri tarie e perdita di una parte del proprio ruo- insegnanti. lo, dato dalle relazioni quotidiane con com- La perdita della routine scolastica accen- pagni e amici e dal distacco emotivo dalle tua quindi le disuguaglianze e produce uno insegnanti come adulti di riferimento. Il so- svantaggio educativo che è ben più che cur- cial debonding dei bambini nell’emergenza ricolare: non lavorare più in gruppo disabi- Covid-19 in termini di intensità, pervasività tua alla cooperazione, non essere sottoposti © Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 21, n. 5 – Maggio 2021 41 41
URL: https://www.educare.it/j/temi/scuola/ricerche/4086 a verifiche sugli apprendimenti indebolisce ni e pratiche educative in grado di contenere la capacità organizzativa e la resistenza allo gli effetti negativi della crisi legata alla pan- stress. demia e mostrano diverse capacità a inter- La mancanza per molti alunni di stimoli venire verso alunni maggiormente svantag- all’interno della sfera familiare produce un giati. allentamento della creatività, dell’energia, Infine, un aspetto che irrompe inatteso in della fantasia (“io alcuni bambini li vedo dav- questo scenario è quello della socializzazio- vero male, mi sembra che siano regrediti in modo ne normativa, che si presenta con tratti con- impressionante…avevano bisogno della scuola trapposti: da una parte bambini capaci di per cose molto più importanti del programma” auto normatività (“Mai avrei pensato che aves- da focus group con insegnante di una scuola sero introiettato così tanto certi nostri messaggi, di Torino Nord). Anche per i bambini che eppure adesso sono loro a rispettare certe regole, appartengono a famiglie dall’elevato back- ne stanno capendo il valore” da colloquio con ground culturale la distanza fisica dalla insegnante di una scuola di Torino Nord), scuola crea un arretramento delle loro moti- che fanno ricorso alle regole non soltanto vazioni e competenze sociali (“con il passare come a un obbligo da rispettare, ma come a delle settimane, ogni volta che mi collego, io ‘sti uno strumento di normalizzazione della bambini li vedo apatici, insofferenti, distratti quotidianità; dall’altra parte bambini che […]le cose che sapevano fare improvvisamente hanno del tutto perduto la capacità di auto- sembrano mai sentite e mai spiegate….e poi crea- regolazione e che non ricevono un indirizzo tività poca, lavoro in gruppo raramente e solo dai genitori: in questi casi le insegnanti han- spinti da noi, perseveranza per raggiungere un no riferito di un complessivo regresso, co- obiettivo poca, anche perché l’obiettivo non si ve- gnitivo, relazionale e normativo dei bambi- de” da colloquio con un’insegnante di una ni, una loro crescente dipendenza dai dispo- scuola di Torino Centro). sitivi elettronici con finalità ludica e di in- Per queste ragioni, l’intervento della trattenimento. scuola dovrebbe essere ugualmente rivolto alla componente curricolare come al mante- 4. Una nuova alleanza educativa? nimento delle competenze sociali acquisite. Uno degli elementi ricorrenti quando si Ad esempio, incoraggiando il lavoro a parla di scuola è quello della relazione con gruppi a distanza, si favoriscono tutorati le famiglie. Esso si declina lungo due diret- con il duplice obiettivo di responsabilizzare trici: la titolarità della parte educativa e re- i bambini e di spingerli a costruire relazioni golativa; la relazione fiduciaria tra le agen- significative con i pari. Si veicola in tal modo zie di socializzazione. Entrambe le dimen- anche il valore della solidarietà e si tenta di sioni hanno subito gli effetti dell’emergenza rafforzare in loro l’idea che la classe sia una sanitaria. comunità in cui il contributo di ogni mem- Riguardo al primo aspetto, l’attività edu- bro è indispensabile. Tuttavia, dai focus e cativa e regolativa non riguarda soltanto le dalle interviste è emerso che rispetto alle attività didattiche ma più in generale tutta la competenze non curricolari la capacità delle quotidianità scolastica. Gran parte delle re- insegnanti è eterogenea: sono esse stesse gole si trasferiscono anche nell’ambiente spesso in difficoltà a mettere in campo azio- domestico, ma spesso secondo le maestre © Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 21, n. 5 – Maggio 2021 42
URL: https://www.educare.it/j/temi/scuola/ricerche/4086 non vi è né cooperazione da parte delle fa- che i genitori” da focus group con insegnanti miglie su questo mandato educativo né in- di una scuola di Torino Nord). Questi geni- terventi di rinforzo di quanto appreso a tori sono anche coloro che maggiormente si scuola (“i bambini qui seguono le nostre regole, sono confrontati con le insegnanti intervista- noi siamo chiare dalla prima, anzi il grande lavo- te, le hanno cercate come esperte autorevoli ro è proprio nei primi anni, poi ti ritrovi il grup- e profonde conoscitrici dei loro figli. po che funziona. Ma a casa si fa ben poco” da Alcuni genitori hanno mostrato invece colloquio con un’insegnante di scuola di To- grande apprensione, già ritenevano la scuo- rino Centro). In questo caso quindi, a detta la inadeguata e insufficiente e delle insegnanti, la scuola assume su di sé nell’emergenza l’accusano di non fare abba- per intero il compito educativo. stanza, di non dare abbastanza compiti, di Quanto al secondo aspetto, la scuola è non monitorare abbastanza gli apprendi- stata messa sotto scacco dalla famiglia, con- menti. Sono i genitori del “non è mai abba- testata, sfidata, criticata per metodi, risorse, stanza” (“io vedo che questi genitori li stressano capacità; continuamente criticata di non es- ancora di più questi bambini, li assillano con co- sere all’altezza delle sfide educative, in ri- se da fare, ma non ne fanno nessuna con loro; e tardo con i programmi, non abbastanza per- di conseguenza se la prendono con noi perché formante (“il paradosso è che noi non siamo non li teniamo abbastanza impegnati…per loro nemmeno nella condizione di fare il nostro lavoro noi dovremmo stare on line tutti i giorni dalle perché loro, i genitori, ritengono di saperne sem- 8.30 a pranzo” da focus group con insegnanti pre e comunque di più” da focus group con in- di una scuola Torino Centro). Questi genito- segnanti di una scuola di Torino Centro). ri, inoltre, destituendo di autorevolezza le La destrutturazione del tempo quotidiano figure docenti, creano un disorientamento dovuta alla sospensione delle attività scola- profondo nei loro figli: i bambini faticano a stiche ha avuto un impatto significativo sul- seguire le lezioni e i materiali delle inse- le dinamiche familiari, le ha rimodulate, ne gnanti, vengono monopolizzati dai genitori ha esasperato i tratti caratteristici, messo in che tuttavia spesso non dimostrano alcuna luce limiti e risorse (“io penso che questa emer- competenza didattica (“Puoi anche essere una genza abbia fatto uscire il meglio e il peggio delle persona con tre lauree ma quando devi spiegare a persone, indipendentemente che siano genitori o un figlio i passaggi nelle espressioni, devi saperlo insegnanti” da focus group con insegnanti fare. E quindi loro probabilmente lo sanno, ma scuola Torino Centro). Vi sono quelli che ciò nonostante comunque l’insegnante non fa vengono definiti “genitori di ritorno”, che mai abbastanza, lo fa male” da focus group in- nella quotidianità erano assorbiti a tempo segnanti scuola Torino Centro). pieno da uno o più lavori, e che Le azioni di crisis containment hanno ulte- nell’emergenza hanno riscoperto il tempo riormente sollecitato l’alleanza educativa con i loro bambini (“io trovo che i genitori che scuola famiglia e polarizzato le rappresenta- stanno a casa con i figli e li aiutano, stanno in- zioni delle insegnanti in merito al futuro sieme, poi giocano, poi li lasciano anche fare le della scuola, soprattutto sul piano reputa- cose per conto loro…ecco questi genitori hanno zionale. In positivo, l’opinione di alcune in- avuto un effetto positivo sui figli, li vedo meglio segnanti si è costruita intorno all’idea di una tutti, sia i bambini, più sereni e rilassati, ma an- rivalutazione sociale della scuola e dei suoi © Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 21, n. 5 – Maggio 2021 43 43
URL: https://www.educare.it/j/temi/scuola/ricerche/4086 insegnanti da parte delle famiglie (“la scuola Conclusioni sta recuperando un minimo di autorevolezza, di La pandemia Covid-19 ha posto la scuola importanza sociale […] e secondo me anche le italiana di fronte ad una crisi senza prece- famiglie si sono rese conto di questo e si sono an- denti che ne ha enfatizzato le carenze già no- che rese conto del lavoro che facciamo. Secondo te: limiti organizzativi, lacune nelle dotazio- me le famiglie proprio solo adesso si stanno ren- ni infrastrutturali, scarsa capacità di innova- dendo conto dell’importanza e del lavoro, di quel- zione. Le situazioni di emergenza richiedo- lo che veramente c’è dietro, perché secondo me no risposte rapide e flessibili, al contrario, il non avevano questa percezione, la stanno avendo sistema scolastico italiano è da sempre carat- adesso” da focus group insegnanti scuola To- terizzato da lentezza e rigidità. Nonostante rino Sud). Il discredito generale sulle istitu- ciò, la scuola è stata in grado di fornire solu- zioni scolastiche ha lasciato man mano il po- zioni (anche se parziali e frammentate) per- sto, secondo le narrazioni delle docenti, a lopiù attingendo a risorse che Lanzara una rappresentazione maggiormente reali- (1993) definisce come “capacità negativa”, stica e fondata, fatta di lezioni in diretta, di vale a dire la capacità «di rendersi vulnera- interazioni didattiche ed emotive tra i propri bili agli eventi, facendo della loro vulnerabi- figli e le insegnanti, di lavoro nell’ombra fat- lità una leva per l’azione» (p. 13-14), e che to di correzioni, preparazione di materiali, consistono in un forte impegno personale e attuazione di pratiche didattiche innovative, dedizione rispetto al compito da assolvere. creative e costruite su misura per i propri L’evento emergenziale ha posto in luce le alunni. numerose disuguaglianze, mostrando quan- In negativo invece è andata profilandosi, to siano tra loro diverse le scuole, gli inse- secondo altre insegnanti, il consolidamento gnanti e le famiglie e, ancora una volta, co- della prospettiva che pone la scuola sul ban- me l’uguaglianza delle opportunità sia mera co degli imputati, accusata di mal funzio- dichiarazione d’intenti. Le carenze della namento e incapace di cogliere le sfide del scuola, tuttavia, paiono facile schermo alle suo tempo (“Quindi gli scienziati che fanno gli carenze di un impianto di welfare scarsamen- scienziati, i medici che fanno i medici, i politici te comprensivo e di supporto alla genitoria- che fanno i politici. Secondo me l’unica categoria lità. La necessità di una interdipendenza tra che è rimasta fuori da questo discorso ancora una politiche scolastiche e politiche per le fami- volta è la nostra […] Quindi io credo che co- glie e di una visione sistemica degli ambien- munque da questa storia la categoria non ne ti di apprendimento e di socializzazione è uscirà bene, ancora una volta penso che nessuno emersa durante il lockdown della primavera capirà che c’è un grandissimo lavoro dietro” da 20220 in tutta la sua urgenza. focus group con insegnanti scuola Torino Non è possibile al momento intravedere Centro). Una scuola ulteriormente investita se il periodo di emergenza porterà a cam- di aspettative e doveri, a cominciare da biamenti radicali e duraturi (non solo nella quello di cura e custodia dei bambini, che scuola, ma nel complesso dei servizi alla sono venuti a mancare e hanno investito a persona) o piuttosto sarà foriera solo di mi- cascata le politiche pubbliche, ritenute inca- nime variazioni. La resistenza al cambia- paci di risposte adeguate e concertate sul mento, o anche solo l’inerzia propria versante educativo. © Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 21, n. 5 – Maggio 2021 44
URL: https://www.educare.it/j/temi/scuola/ricerche/4086 dell’amministrazione politica italiana, porte- cora prospettive chiare, tuttavia potrebbe rebbe a ritenere che alla fine prevarrà il condurre a trasformazioni inaspettate. principio di continuità. L’eccezionalità della situazione, sul cui portarsi non si hanno an- Bibliografia Barton A. H., 1970, Communities in Disaster, Doubleday, Garden City, NY, Stati Uniti. Beck, U., 1992, The Risk Society: Towards a New Modernity, Sage Publications. Newbury Park, Stati Uniti. Boin A., ‘t Hart P., Stern, E. e Sundeliuys B., (a cura di), 2005, The Politics of Crisis Management. Public Leadership Under Pres- sure, Cambridge University Press, Cambridge, Regno Unito. Chertkoff J.M. e Kushigian, R.H., 1999, Don’t panic: The psychology of emergency egress and ingress, Praeger Westport, CT, Regno Unito. Dynes R. R., 1988, Cross-cultural International Research: Sociology and Disaster, «International Journal of Mass Emergencies and Disasters», vo. 6, pp. 101-129. Dynes R. R., 1998, “Coming to Terms with Community Disaster”, in Quarantelli E.L. (a cura di), What is a Disaster?, Routledge, New York, Stati Uniti. Drabek T. E., 1986, Human System Responses to Disaster: An Inventory of Sociological Findings, Springer-Verlag, New York, Stati Uniti. Drabek T., 2017, Sociology of Disaster, in Korgen K. (a cura di), The Cambridge Handbook of Sociology: Specialty and Interdis- ciplinary Studies, Cambridge University Press, Cambridge, Regno Unito. Fischer H. W., 2003, The Sociology of Disaster: Definitions, Research Questions, and Measurements. Continuation of the Dis- cussion in a post-September 11 Environment, «International Journal of Mass Emergencies and Disasters», vol. 21, n. 1, pp. 91- 107. Gordon R., 2004, The Social System as Site of Disaster Impact and Resource for Recovery, «The Australian Journal of Emer- gency Management», vol. 19, n. 4, pp 19-34. Kingdon J.W., 1995, Agenda, Alternatives and Public Policies, Harper Collins, New York, Stati Uniti. Isidori M.V. e Vaccarelli A., 2013, Pedagogia dell’emergenza. Didattica nell’emergenza. I processi formativi nelle situazioni di criticità individuali e collettive, FrancoAngeli, Milano, Italia. ISTAT, 2019, Aspetti della vita quotidiana, https://www.istat.it/it/archivio/236920. Lanzalaco L., 2012, Tempo, apprendimento e cambiamento nella crisi, «Rassegna Italiana di Sociologia», n. 1, pp. 91-112. Lanzara G., 1993, Capacità negativa Competenza progettuale e modelli di intervento nelle organizzazioni, il Mulino, Bologna, Italia. McEntire D. A., 2006, Disaster Response and Recovery: Strategies and Tactics for Resilience, Wiley: New York, Stati Uniti. Mileti D. M., 1999, Disasters by Design. Joseph Henry Press. Washington, DC, Stati Uniti. Neal D.M., 1997, Reconsidering the Phases of Disaster, «International Journal of Mass Emergencies and Disasters», vol. 15, pp. 239-264. Quarantelli E.L e Dynes R.R., 1977, Response to Social Crisis and Disaster, «Annual Review of Sociology», vol. 3, pp. 23-24. Smith O., 1996, Anthropological Research on Hazards and Disasters, «Annual Review of Anthrpology», 25, pp.306-328. Taylor J. B., Zurcher L. A. e Key, W. H., 1970, Tornado: A Community Responds to Disaster, Univ. Wash. Press, Seattle, Stati Uniti. © Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 21, n. 5 – Maggio 2021 45 45
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