Documento di riferimento "sci & inverno" - IDM Südtirol

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Documento di riferimento "sci & inverno" - IDM Südtirol
Documento di riferimento
“sci & inverno”
“Sci & inverno” è una delle motivazioni principali che spinge i nostri ospiti a viaggiare. Per garantire
un’esperienza perfetta in inverno non basta avere presupposti tecnici eccellenti e piste preparate alla
perfezione. I fattori emotivi legati al paesaggio innevato & Co. vogliono la loro parte e svolgono un
ruolo importante nella scelta del viaggio.

Questo riassunto del documento “sci & inverno” costituisce una linea guida per tutti i partner
dell’industria del turismo in Alto Adige, per le strutture ricettive e tutti gli interessati, aperti a nuove
idee nell’ambito dello sviluppo del prodotto turistico:

Il punto 1) mostra la situazione di partenza con lo studio “The Future of Winter Travelling in the Alps”
Il punto 2) affronta le riflessioni raccolte durante i workshop incentrati sul tema, ai quali hanno
partecipato esperti dell’industria del turismo che hanno cercato di individuare quali fattori
guadagneranno in importanza in futuro.

Questo sguardo al futuro ha lo scopo di stimolare la creazione di nuovi prodotti e servizi, nonché il
miglioramento dei prodotti già esistenti.

1) Situazione di partenza: studio “The Future of Winter Travelling in the Alps”

Risultati dello studio

Lo studio “The Future of Winter Travelling in the Alps” è stato affidato ad AlpNet ed è stato coordinato
da Future Mountains International. In totale sono stati analizzati oltre 290 documenti di letteratura sul
tema e sono stati interpellati 33 esperti. La domanda centrale a cui questo studio ha cercato di
rispondere è se e come il turismo invernale sulle Alpi potrà continuare a essere concorrenziale a livello
internazionale anche in futuro. Il team di ricerca è composto dal Prof. Hubert Siller dell’istituto
universitario MCI Innsbruck, dal Prof. Dott. Ralf Roth della Deutsche Sporthochschule di Colonia e dal
Prof. Dott. Harald Pechlaner dell’Eurac Research di Bolzano.

Qui di seguito, in accordo con i committenti, sono presentati i principali risultati di questo
approfondito studio, redatto in lingua inglese.
Un grande ringraziamento va al Prof. Dott. Harald Pechlaner e al Dott. Michael Volgger dell’Eurac di
Bolzano per la presentazione e la spiegazione dei contenuti.

Questo studio non costituisce un mero spunto per lo sviluppo del prodotto, bensì un riferimento per
determinare la posizione del turismo invernale e dell’inverno, così come lo conosciamo noi, sulle Alpi.

Questo anche perché la varietà di prodotti, offerte e tematiche che gravitano intorno allo sci e
all’inverno nelle diverse zone, aree vacanza, valli e località di montagna, non potrebbe essere più
ampia di così. È importante che da questo studio i responsabili del settore turistico traggano le loro
conclusioni sulla base delle proprie considerazioni, conoscenze e informazioni.

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Introduzione

Esempio: Wintersport and wintersports travel is still very important for the German population. More
than 50% of the Germans have experience in any kind of wintersports. But those who have not, by the
majority, do not want to collect any.
(Fonte: Roth/Krämer/Görtz, 2012)

Si tratta quindi di individuare la giusta via di accesso al turismo invernale: chi sono le persone che
amano sciare e quelle che non sciano o non sciano più? In relazione a queste ultime, come si può
motivarle a ritornare a sciare e a vivere l’inverno?

In primo luogo con l’unicità, difficilmente imitabile, seguita dall’infrastruttura.
La sicurezza (“Safety & Security issues”) si trova invece in fondo alla scala, il che significa che, dal
punto di vista degli esperti di turismo alpino, questo tema non ricopre un ruolo così importante.

Secondo gli esperti interpellati, i principali punti deboli sono legati alla mancanza di innovazione e di
iniziativa imprenditoriale, alla carenza di coordinazione e armonizzazione tra le offerte, in particolare
nel settore “high quality”, e poi ai costi dell’infrastruttura e al livello dei prezzi. Seguono quindi
l’accessibilità e la mobilità, le incertezze relative alla questione neve e meteo e infine la sostenibilità.

Le cifre in sintesi

Il messaggio di fondo è che il turismo nella regione alpina è di grande importanza, sia in Europa sia nel
resto del mondo.

Nell’arco alpino si contano oltre 500 milioni di pernottamenti all’anno, sommando anche quelli nelle
seconde case. I pernottamenti in Alto Adige rappresentano circa il 6% del totale. I 386 milioni di
pernottamenti in ambito commerciale corrispondono al 15% dei pernottamenti nell’intera UE e al 3%
di quelli mondiali. Se pensiamo all’inverno, questo dato è ancora più chiaro: il 43% dei pernottamenti
totali nell’arco alpino si raggiunge in inverno. Tuttavia questo dato va considerato facendo una
distinzione tra le singole regioni.

La ripartizione stagionale nelle regioni alpine

Ci sono regioni, per esempio in Austria (Tirolo, Vorarlberg, Salisburgo), in cui la percentuale di turismo
invernale rispetto al turismo complessivo è decisamente più alta (60 a 40). Ciò significa che queste
aree vacanza sono sì molto accattivanti in inverno, ma al tempo stesso molto dipendenti dal turismo
invernale. L’Alto Adige, ma anche il Trentino, si collocano nettamente più in basso, con circa il 40% in
inverno e il 60% in estate.

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Il numero degli sciatori attivi

Per il turismo sciistico l’importanza dell’arco alpino è ancora più evidente, poiché di tutte le giornate di
sci che si registrano al mondo, il 45% ha luogo sulle Alpi. Ci sono paesi come l’Austria e la Francia che
contano circa 50 milioni di giornate di sci, seguiti dalla Svizzera e dall’Italia con numeri compresi tra 25
e 30 milioni. Negli ultimi 10 anni la Francia e l’Austria sono rimaste piuttosto stabili, mentre nel caso
dell’Italia e della Svizzera si è registrato un piccolo calo.
Uno sguardo all’offerta conferma questo bilancio.

L’86% dei più grandi comprensori sciistici del mondo si trova nell’arco alpino.
Si potrebbe quindi essere portati a credere che godiamo di un fortissimo vantaggio competitivo e che
quindi non dovremmo preoccuparci di nulla. Gli esperti che hanno partecipato al sondaggio Delphi
sono però di tutt’altro avviso.
Come pensate che si svilupperà il turismo alpino invernale? C’è una notevole incertezza.
Quali sono i fattori critici per il successo? I fattori più importanti per il 2030 saranno la natura e il
paesaggio, seguiti a breve distanza dall’ospitalità, dalla qualità del servizio e dalla cortesia, quindi
dall’immagine e dall’infrastruttura e dal rapporto qualità-prezzo.
L’atmosfera dell’inverno, gli sport invernali e i comprensori sciistici, secondo gli esperti, non sono così
in alto nella classifica.

Si è poi deciso di concentrare la parte principale della ricerca su tre blocchi:

   a) Snow Experience Economy
   b) Product Rejuvenation
   c) Sustainability & climate change: sostenibilità e cambiamento climatico

a) Snow Experience Economy

Come sarà l’esperienza neve in futuro? Che importanza hanno le attività?
Avremo una “Snow Experience Economy” focalizzata sulle “attività”, ma anche su tutti quegli elementi
che possono essere ricondotti al concetto di emozione.
Le emozioni sono fenomeni psicologici che fanno ricollegare la percezione conscia e inconscia di un
evento a determinate sensazioni. Si parla di sentimenti, stati d’animo, emozioni ed esperienze. Il punto
sta proprio nel creare atmosfera.
Questa “Snow Experience”, questo modo particolare di esperire la neve, ha soprattutto a che fare con
l’essere attivi.
Di assoluta importanza è dunque l’attività sportiva.

Le attività sportive invernali

Le tematiche “Skiing” e “Winter Hiking” sono molto importanti.
In futuro però il tema “Alpine Skiing” diventerà meno rilevante. Assumerà invece un’importanza
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centrale il Winter Hiking (escursioni invernali).

Le attività sportive invernali e la scelta del viaggio

In vetta alla classifica c’è il tema dello sci, seguito a una certa distanza, ma comunque con un peso
rilevante, dalle escursioni invernali e in ultimo dallo slittino. Anche il tema dello snowboard è molto
presente. Molti vedono lo snowboard positivamente, ma la maggior parte ritiene che sia un tema di
scarsa importanza.

Lo studio si è occupato inoltre delle associazioni di idee e dell’importanza di determinate motivazioni
di viaggio nella scelta del turismo invernale in montagna. Si può vedere come i temi “Sports”,
“Experiencing Nature and Landscape”, ma anche “Activities”, “Fun” e “Relaxation” rappresentino gli
aspetti chiave di questi risultati. “Sports” e “Activities” vanno più o meno nella stessa direzione. Hanno
però un ruolo anche le esperienze legate alla natura e al paesaggio.

Gruppi target e motivazioni di viaggio in inverno (cfr. lo studio dell’MCI Innsbruck “The future of
winter sports”, Hubert J. Siller, MCI Management Center Innsbruck)

     La generazione Y e le sue motivazioni di viaggio in inverno
Se prendiamo in considerazione la generazione Y (nati tra il 1980 e il 1999), si può vedere come il
tema “Fun” e poi solo il tema “Experiencing Nature and Landscape” rivestano un’importanza elevata.
     La generazione X e le sue motivazioni di viaggio in inverno
Nel caso della generazione X (nati tra il 1960 e il 1980) si può osservare invece come il tema
“Experiencing Nature and Landscape” sia più importante, mentre il tema “Fun” non riveste
un’importanza così grande. Anche in questo caso però il carattere sportivo del turismo invernale
assume un ruolo centrale.
     I baby boomer e le loro motivazioni di viaggio in inverno
Se si analizzano i cosiddetti baby boomer (nati tra il 1955 e il 1964), si può osservare in maniera
ancora più chiara come il tema “Experiencing Nature and Landscape” sia nettamente preponderante,
mentre il tema “Fun” è meno importante.
Ciò dimostra che abbiamo a che fare con gruppi target molto diversi, ai quali dobbiamo rivolgerci con
diversi tipi di prodotti e offerte. All’aumentare dell’età del gruppo target, aumenta anche l’importanza
dei temi legati a “Paesaggio e natura”, mentre il tema “Fun” perde sempre più di valore.
Un punto di forza fondamentale del turismo invernale alpino è sicuramente la dimensione qualitativa,
che riguarda anche le infrastrutture. Più del 90% degli ospiti tedeschi dichiara di essere soddisfatto o
molto soddisfatto delle proprie vacanze invernali in montagna.

Lo sviluppo demografico

Se si considera lo sviluppo demografico, che in termini di mercato si definisce come volumi di mercato,
guardando alla Germania, entro il 2030 si prevede una riduzione della popolazione tedesca.
L’invecchiamento della popolazione ha raggiunto proporzioni quasi drammatiche. La fascia d’età tra i
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60 e i 70 anni subirà un aumento del 40%, mentre la popolazione tra i 20 e i 60 anni registrerà il calo
maggiore: si prevede una riduzione del 15% circa.
In Italia la situazione non è tanto diversa, ma almeno la popolazione complessiva non dovrebbe
diminuire.
La domanda fondamentale è: come avvicinare allo sci la fetta, in diminuzione, della popolazione più
giovane? Come possiamo conquistarli? Come possiamo avvicinare allo sci quei giovani, sempre più
numerosi, con un background di migrazione alle spalle?
Come ci rapportiamo con il gruppo dei genitori adulti? Anche qui c’è sicuramente del potenziale che
può essere sfruttato per lo sviluppo del prodotto.
Nell’area critica tra Germania, Austria e Svizzera esistono varie iniziative aventi lo scopo di stimolare i
giovani e in particolare gli studenti ad appassionarsi allo sci. Si segnala che in molte zone vicine alle
montagne, come per esempio in Baviera, l’interesse per i bus organizzati dalle scuole di sci e per le
settimane dedicate agli sport invernali sta diminuendo sempre di più e proprio per questo nascono
moltissime iniziative per promuovere la pratica dello sci tra i bambini e i ragazzi.
La federazione sportiva tedesca, per esempio, ha creato il sito www.deinwinterdeinsport.de, un portale
per l’organizzazione di settimane bianche che fornisce tutte le informazioni sugli aspetti giuridici e
didattici, oltre a spiegarne l’importanza. Un altro portale simile è www.gosnow.ch, che cerca di offrire
settimane bianche interessanti anche dal punto di vista del prezzo, dato che proprio il costo è uno
degli argomenti di discussione. L’obiettivo è confezionare pacchetti tutto compreso che piacciano sia
agli studenti sia agli insegnanti.
Il prezzo è sicuramente un elemento importante delle settimane bianche scolastiche, ma lo sono anche
l’aspetto giuridico per gli insegnanti e la motivazione.

Mercati di provenienza per le zone turistiche invernali

Un approccio potrebbe essere quello di sviluppare nuovi mercati sui quali portare i prodotti esistenti
in un rapporto di 1:1.
Se ci si chiede quali saranno in futuro i mercati più importanti per i viaggi invernali, come sempre in
testa ci sono i classici, con i mercati di lingua tedesca a fare la parte del leone, seguiti dall’Europa
centrale (Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia), quindi dai grandi mercati di Francia e Italia e infine dai
paesi nordici, tra cui Regno Unito, Scandinavia e Russia. L’unica sorpresa viene dalla Cina, che si piazza
nettamente prima di Stati Uniti e Giappone.

b) Product Rejuvenation – Riorientamento delle offerte

Se vogliamo abbassare l’età dei nostri gruppi target, allora bisogna ringiovanire anche l’offerta.
Abbiamo visto che nel caso dei prodotti il posizionamento è importante e che c’è bisogno di maggiore
flessibilità per quanto riguarda la dipendenza dall’inverno e dalla neve.
In futuro sarà molto importante impegnarsi particolarmente nell’opera di persuasione. Un aspetto
essenziale dello studio è l’accettazione del tema “inverno” nelle nostre località e nelle nostre valli.
Bisogna investire nella comunicazione interna, che talvolta è quasi più importante della
comunicazione esterna, proprio perché abbiamo bisogno di creare questa accettazione.
Da un punto di vista politico-economico i temi della rigenerazione e della salute sono aspetti
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fondamentali, ma l’accettazione è indispensabile (per esempio: Plose, Rio di Pusteria, discesa a valle a
Senales).
Da ciò si evince che abbiamo bisogno di calibrare e di rendere più professionale la nostra
comunicazione interna e che dobbiamo avvicinarci con molta più decisione al nostro pubblico, là dove
si trova. Gli abitanti del luogo sono il problema minore, perché loro sanno bene in quale comprensorio
andare a seconda delle condizioni meteo che ci sono. Dobbiamo invece concentrarci sul resto della
popolazione, che in parte non sa neanche cosa vuol dire sciare e soprattutto non è in grado di
comprendere l’importanza del turismo invernale per la creazione di valore nella regione.

Abbiamo potuto constatare la presenza di una lacuna nella percezione e di un vuoto nella
comunicazione. La lacuna nella percezione, relativa al significato economico del turismo invernale, è
piuttosto limitata tra le aziende del settore turistico, ma è maggiore tra i dipendenti di questo settore
e ancora più grande tra quelli che non hanno a che fare con il turismo in sé ed è proprio in questo caso
che dovremo agire con più forza.
Quali sono i tre gruppi di stakeholder più importanti per quanto riguarda il successo del turismo e dei
viaggi invernali sulle Alpi?
In primo luogo, le DMO, il settore alberghiero e gli impianti di risalita.
Migliore è la cooperazione tra questi tre gruppi, più facile sarà per noi raggiungere il successo dal
punto di vista politico per poi poterlo comunicare alle società della zona, riducendo così la carenza
percettiva.

Sviluppi della governance dei comprensori sciistici:
È importante sapere se si ha a che fare con attori privati o pubblici, se si sta parlando di “Community
Based Destinations” o dello sviluppo di resort e se gli attori locali sono in qualche misura anche soci e
investitori delle infrastrutture per la pratica degli sport invernali. Tutto ciò influisce enormemente
sulla questione del futuro sviluppo del turismo invernale.

Particolarmente interessanti sono i nuovi sviluppi tipo resort, come per esempio le “Tre Cime Dolomiti”
in Alto Adige. Questo in realtà è un modello ibrido che unisce l’idea di resort e di destinazione. Questo
modello organizzativo influenzerà anche lo sviluppo del prodotto e dell’offerta.

Secondo la letteratura specifica, per lo sviluppo del prodotto in futuro si dovrà tenere conto di tre
aspetti:
         Più azione anziché semplice reazione
         Una chiara visione non solo delle innovazioni tecniche e infrastrutturali, ma anche degli
         elementi che compongono l’esperienza
         Maggiore coerenza negli approcci tra aziende e portatori di interessi politici

Le sfide sono:
          L’assenza delle nuove generazioni nello sci
          Il cambiamento climatico
          La struttura dei costi nelle aree di sport invernali e il livello dei prezzi

Si può presupporre che in futuro ci sarà una differenziazione sia sul lato della domanda che sul lato
dell’offerta. Per quanto riguarda la domanda, ciò significa che bisogna considerare seriamente l’ospite
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multiopzionale, cioè quel tipo di ospite che non vuole solo sciare, ma che durante il suo soggiorno
desidera anche avere la possibilità di fare altre attività ed esperienze. Quando si parla di
multiopzionalità, bisogna prestare attenzione anche al gruppo nel suo complesso, per esempio
famiglie, amici, ecc., perché spesso non tutti i membri della comitiva o della famiglia sanno sciare. Per
questo motivo è necessario essere pronti a offrire attività alternative.
Il concetto di diversità in relazione all’offerta significa che i vari comprensori sciistici avranno un
posizionamento diverso e affronteranno in modo diverso le sfide. C’è una bella differenza tra un
comprensorio sciistico nei pressi di una città e un comprensorio periferico, tra un comprensorio
situato in alta quota e uno che invece si trova piuttosto in basso e tra un comprensorio di grandi
dimensioni o un piccolo impianto di risalita “di paese”.

In futuro lo sci e gli sport invernali potranno ancora essere considerati un fenomeno di massa o
diventeranno sempre più un prodotto elitario?
Se consideriamo lo sci come un fenomeno di massa, capiamo subito quanto sia importante la massa
critica. In questo contesto i prezzi, gli eventi, le trasmissioni sportive ecc. rivestono un ruolo
importante. Se invece pensiamo allo sci come a un prodotto elitario, allora possiamo rapportarci con il
prezzo in maniera del tutto diversa (si pensi per esempio a San Moritz). La privacy e altri aspetti simili
saranno in questo caso molto più importanti.
Il mercato si evolve e noi dobbiamo reagire. Cosa prevedono le nostre strategie di adattamento?
          Corsa alle dimensioni, il tentativo di ingrandirsi e di distribuire meglio i costi - Economies of
          scale
          Sfruttare la fuga dall’inverno a vantaggio dell’estate; in estate possiamo sfruttare ancora
          meglio le competenze che abbiamo sviluppato in inverno

Diversità significa nuove offerte anche in montagna. Flessibilità significa anche che dobbiamo riuscire
a portare in città l’esperienza della montagna e dell’inverno. Infatti, dopotutto, la maggior parte dei
nostri ospiti viene proprio dalle città ed è soprattutto tra queste persone che dobbiamo risvegliare il
bisogno di inverno. Una diversa impostazione dell’offerta per tutto l’anno: c’è bisogno di offerte per
tutte le stagioni. Un ampliamento dell’offerta è sicuramente fondamentale, ma deve essere sostenuto
da professionalità e qualità. Anche il tema della mobilità svolge un ruolo centrale, soprattutto in
relazione al concetto di facilità.

Un’escursione con le ciaspole o un’escursione invernale richiede alcune caratteristiche fondamentali in
termini di qualità che vanno dall’infrastruttura dei sentieri alla loro preparazione, dalla cura e
supervisione dei percorsi ai servizi accessori, tra quali la segnaletica è il più elementare. Deve essere
chiaro anche quale sentiero può essere raggiunto con determinate condizioni meteo e con quale
attrezzatura, in modo tale da rendere possibile l’esperienza invernale. Chi si occupa di questo tema
dovrebbe farlo con serietà, senza limitarsi a proporre un’offerta integrativa, come se fosse una tra le
tante. Ciò vale anche per l’estate, ovviamente. Allo stesso modo infatti, l’estate deve essere affrontata
con la giusta serietà, anche se sappiamo che l’inverno, dal punto di vista della creazione di valore, al
momento è considerato molto importante.

È anche una questione di eventi, che non solo possono essere di interesse per i nuovi gruppi di ospiti,
ma assicurano anche la formazione di nuove sinergie tra le regioni per affrontare nuove sfide. Qui il
punto non sta nel prezzo, ma nel porre l’attenzione sulla valenza e sul valore: che cosa trasmette il
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valore in termini di emozione e di comunicazione dell’idea della neve?

Sfide: Mobilità, attrazione, esperienze

Si è cercato di sviluppare la discussione su tre livelli:
         Il concetto di “Mobility Space” riguarda la qualità delle vie di accesso, l’accessibilità delle
         nostre aree di sport invernale, la possibilità di godersi l’esperienza invernale e le offerte.
         L’attrazione in sé, cioè la funivia, l’hotel, l’alloggio, la ristorazione, la gastronomia. Ma anche
         in questo caso l’attrazione in sé non basta, e bisogna invece pensare alle emozioni, alle
         sensazioni e agli stati d’animo per poter continuare a essere competitivi.
         “Experience Space”: emozioni, stati d’animo, atmosfera ed esperienze

More efficiency, more quality, more ecological sensitivity, more variety (varietà) and more humanity
(qualità delle relazioni tra ospite e albergatore, tra lo spazio vitale e i visitatori). Alla fine sarà sempre
più vero che “if you can’t measure it, you can’t manage it”.

c) Cambiamento climatico e sostenibilità

Deve essere chiaro a tutti che il cambiamento climatico è un fenomeno globale. È un tema così sentito
da influenzare il comportamento di viaggio di molti visitatori. Non bisogna però avere paura o
preoccuparsi per le Alpi in inverno. Nei prossimi anni si svilupperà un forte desiderio di natura,
tranquillità, aria pura e fresca, ma anche di sport e di uno stile di vita improntato alla tutela della salute.
Coloro che riusciranno a conciliare questa voglia di montagna, natura, tranquillità e relax attivo con le
implicazioni del cambiamento climatico, saranno sicuramente già ben posizionati, anche in inverno. E
bisogna considerare anche l’interesse crescente per il turismo sostenibile. Secondo l’indagine statistica
tedesca “Reiseanalyse”, un terzo della popolazione è interessato a viaggiare nel rispetto dell’ambiente
e della sostenibilità sociale. Il cambiamento climatico è una realtà a lungo termine: dobbiamo esserne
consapevoli. Dobbiamo partire dal presupposto che entro il 2100 la temperatura media nell’arco
alpino aumenterà di due gradi e ciò significa che le zone sempre innevate, ora situate a circa 1500 m,
si alzeranno di 300 m, spostandosi quindi a 1800 m di quota.

Da questa evoluzione a lungo termine vanno però distinti gli sviluppi a breve e medio termine e
bisogna considerare che le previsioni sono approssimative. Se anche i nostri approcci potessero tenere
conto del cambiamento delle temperature, ai fenomeni climatici andrebbero comunque a sovrapporsi i
fenomeni meteorologici e le tendenze consolidatesi negli anni. Si può ben vedere come le tendenze
pluriennali si sovrappongano al trend generale. La temperatura è piuttosto facile da prevedere, mentre
non lo sono altrettanto le condizioni della coltre di neve e le precipitazioni. Si può quindi supporre che
entro il 2030 sarà possibile gestire gli effetti del cambiamento climatico facendo ricorso
all’innevamento artificiale. Il tutto però anche con un aumento dei costi per l’innevamento (circa il
50% in più).
Purtroppo la neve non sarà mai garantita al 100% e soprattutto il periodo natalizio e prenatalizio
diventerà sempre più incerto.
Ecco un’altra domanda per gli esperti: è possibile pensare a un turismo invernale senza neve?
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Come si può creare un’atmosfera invernale senza neve?
Una lieve maggioranza ha espresso l’opinione che ci siano effettivamente altri elementi che possono
essere d’aiuto, come per esempio i mercatini di Natale, le tradizioni, gli hotspot con neve garantita e le
piste di pattinaggio sul ghiaccio. Un terzo degli intervistati era invece del parere che senza neve tutto
ciò non funziona comunque, mentre il resto è a favore delle ben note strategie di innevamento
artificiale.
L’inverno deve poter esistere anche senza l’inverno in senso stretto. Bisogna imparare a gestire questo
elevato grado di incertezza. Se non ci sarà più neve, e anche nel caso in cui ce ne fosse troppa, ci sarà
comunque bisogno di nuovi prodotti e di una strategia comunicativa adeguata.
Le tematiche legate all’energia, all’acqua, alla questione dello sfruttamento degli spazi sono temi di cui
dovremo occuparci sempre di più. I manager delle destinazioni diventeranno piuttosto manager di
luoghi in cui si vive, ispirandosi i principi fondamentali dell’IDM. Bisogna essere in grado di
confrontarsi sia con le questioni relative allo sviluppo regionale sia con le questioni dello sviluppo
turistico. È necessario pensare a strategie comuni in stretta connessione con l’industria funiviaria e il
settore alberghiero.

La tendenza per il futuro è verso un minor numero di comprensori sciistici, ma di dimensioni maggiori.
I comprensori sciistici situati nei pressi delle città continueranno a essere i più forti, poiché si trovano
direttamente nelle vicinanze dei loro gruppi target. Gli altri comprensori si trasformeranno in
destinazioni attraverso processi di fusione, con conseguenze anche sull’internazionalizzazione.
Uno dei messaggi fondamentali di questo studio è la necessità di uno sforzo particolare da parte dei
tre gruppi principali di stakeholder.
Quali sono i vantaggi di una vacanza attiva? (Base: tutti gli intervistati, n=1013, possibilità di scelta
multipla):
         62% migliori prestazioni
         57% migliore resistenza allo stress
         50% capacità di recupero più rapida
         12% altri vantaggi
         8% non ci sono vantaggi

Salute e rigenerazione

La salute e la rigenerazione sono due tematiche fondamentali che non vengono ancora trattate a
sufficienza e che quindi non sono abbastanza sviluppate.

Messaggi importanti per il futuro

Per quanto riguarda lo sci, lo sci di fondo e l’esperienza sciistica si farà molto, conservando comunque
la centralità del prodotto principale, a meno che vengano a mancare i presupposti.

Non si tratta più solo dell’inverno e delle offerte legate alle attività sciistiche (si pensi per esempio al
Soliman di Bressanone).
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Grazie alla varietà che possiamo offrire, la questione è semplice, anche se sappiamo che in realtà è
difficile portare più giovani sulle piste o comunque farli entrare in contatto con gli sport invernali
classici e far vivere loro l’esperienza dell’inverno.

Il cambiamento climatico ci terrà sicuramente occupati ed è ormai un fatto innegabile che, sul lungo
periodo, i ghiacciai dell’arco alpino scompariranno. Si tratta quindi soprattutto di capire come gestire il
meteo, la neve e l’accessibilità.

L’industria degli sport invernali, l’industria funiviaria e l’industria turistica, con particolare riguardo al
settore alberghiero e alla gestione e al marketing delle destinazioni, non operano ancora con
sufficiente coerenza per potenziare il turismo invernale conciliandolo con le priorità e gli interessi di
ciascuno. Per il turismo sulle Alpi, il turismo invernale resterà sempre un parametro chiave per il
controllo dello sviluppo.
Non si tratta tanto di porre il turismo al centro, quanto di integrarlo nel modo più appropriato nello
sviluppo regionale e nella strategia di una città, di una regione, di una valle.

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2) Risultati del workshop

Il workshop organizzato ha visto la partecipazione di diverse figure operanti nel settore: operatori
turistici, gestori di attività per il tempo libero, organizzatori di eventi culturali, rappresentanti del
settore alberghiero e ricettivo ed esperti di “sci & inverno”, che si sono confrontati sui fattori rilevanti
per il futuro.

Il nostro obiettivo è continuare a lavorare insieme alle parti interessate (innanzitutto IDM con le
associazioni turistiche / successivamente con le DME-unità di gestione della destinazione/TV) sulle
osservazioni emerse dal workshop, verificandone e integrandone con regolarità i contenuti, se
necessario. Gli spunti migliori potranno essere concretizzati in prodotti e servizi.

I fattori rilevanti per il futuro sono:

                                              1. Esperienza
                                               emozionale
                                                della neve

                       5. Scenario                                         2. Sport
                      “niente neve,                                       invernali e
                        più caldo”                                          salute

                                                               3. Vivere la
                                   4. Green                    montagna in
                                                                 inverno

                                                                                                        12
Note legali

Pubblicazione
IDM Südtirol – Alto Adige
Key Account Marketing per il Turismo; Strategy, Market & Trend Research
Piazza della Parrocchia 11
39100 Bolzano

Situazione di partenza

I risultati importanti dello studio „The Future of Winter Travelling in the Alps“ presentati dal Prof.
Harald Pechlaner e Dott. Michael Volgger.
Ringraziamo per la possibilità di poter utilizzare i risultati della presentazione.

Al progetto governance “The Future of Winter Travelling in the Alps” hanno partecipato:

Project Team:
Hubert Siller, Jannes Bayer, Astrid Fehringer, Birgit Bosio – Management Center Innsbruck
Ralf Roth, Danica Schiefer – German Sport University Cologne
Harald Pechlaner, Michael Volgger, Greta Erschbamer – EURAC Research Bozen

Supporting Experts:
Willy Fux (LHM Conseil), Philippe Bourdeau, Université Grenoble Alpes, Thomas Bieger (University of
St. Gallen), Ulrike Reisner (Future Mountain International)

Redazione IDM
Alexandra Mair – Key Account Marketing per il Turismo
Rita Geson – Strategy, Market & Trend Research

Aggiornato in aprile 2017

Foto
S. 1 IDM Südtirol – Alto Adige/Helmuth Rier

Esclusione della responsabilità
I contenuti della presente pubblicazione sono stati il frutto di un’intensa ricerca e documentazione da
parte di IDM Südtirol - Alto Adige. Non ci assumiamo però alcuna responsabilità per la correttezza,
completezza o attualità delle informazioni fornite.
                                                                                                    13
IDM Südtirol – Alto Adige
Piazza della Parrocchia 11
I-39100 Bolzano
T. +39 0471 094 000
F. +39 0471 094 444
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