Dissezione giuridica dell'inferno - Centro Einaudi
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Dissezione giuridica dell’inferno LUIGI LOMBARDI VALLAURI 1. Problemi di esistenza e di oggetto che tu o io pensiamo. Mi chiederò solo se, L’inferno, come il paradiso e ogni altro si- o in che senso, è etico, ed è giuridicamente to escatologico, ha il guaio di non essere giusto, punire con l’inferno. mai stato visto in modo da poterlo addita- Ho preparato io stesso l’obiezione: per- re a qualcun altro; ed è gravato dai proble- ché occuparsi del valore di qualcosa di ir- mi di concepibilità ontologica (dai koan) rappresentabile che verosimilmente non che affliggono in genere gli enti immate- esiste di fatto? Risposte: 1) l’inferno esiste riali e in specie le persone immateriali. È in molte menti umane che lo credono esi- almeno possibile, se non verosimile, che stente o comunque ne hanno terrore; 2) enti immateriali sostanziali personali quali l’inferno irrobustisce straordinariamente Dio, gli angeli del paradiso, i diavoli del- il potere dei capi di molti sistemi religiosi l’inferno, gli uomini-anima del paradiso sugli animi e sui portafogli – a volte sui purgatorio e inferno non esistano. Ed è ve- corpi – umani; ora, è bene che il potere rosimile, se non certo, che enti immateriali venga controllato; 3) molte discipline che sostanziali non personali, come il fuoco e si occupano di enti ipotetici sono feconde altri strumenti di tortura escatologica, non di risultati utili alla conoscenza e modella- esistano. Posto che esistano, tutti questi zione del mondo reale: la critica assiologi- enti sono comunque così irrappresentabi- ca dell’inferno potrebbe essere utile alla li da giustificare il precetto (per esempio critica di istituzioni giuridiche terrene che buddista, empirista, kantiano, wittgenstei- presentassero tuttora tratti infernali. niano) di mantenere su essi un «nobile si- Quanto all’oggetto, l’inferno di cui mi lenzio». occuperò sarà principalmente quello cat- Mi occuperò dunque di inferno solo tolico, sia perché nei contenuti è uno dei sotto profili diceologici, attinenti cioè alla più spaventosi, sia soprattutto perché è il valutazione, tralasciando la questione se solo di cui consta con certezza, in base a l’inferno sia uno stato di cose reale, voglio esplicite dichiarazioni dogmatiche, l’eter- dire indipendente, nell’esistere, da quello nità; il solo definito definitivo. Ci sono in- Sono note le vicende che hanno portato all’allontanamento del Prof. Luigi Lombardi Vallauri dall’Università Cattolica di Milano. Chi volesse un resoconto dettagliato può riferirsi al Quaderno 16, supplemento al n. 5540 della rivista «ADISTA» (Agenzia di Stampa, Via Acciaioli 7, 00186 Roma, telefono 06-68.68.692), 22 febbraio 1999. «Biblioteca della libertà» è lieta di avere l’opportunità di pubblicare questo saggio del Prof. Lombardi Vallauri, dove egli espone in maniera sistematica le proprie tesi. Biblioteca della libertà, XXXIV (1999), gennaio-febbraio, n. 148, pp. 51-68
52 LUIGI LOMBARDI VALLAURI ferni blandi, come l’Ade greco-romano o magisteriale, teologica e pastorale, a sanci- lo sheol ebraico, inferi piuttosto che infer- re eterno e senza speranza l’inferno catto- ni, luoghi bui e desolati ma senza torture, lico1. nei quali ci si trova quasi più perché si è Concentriamoci allora, anche per la sua morti che perché si è cattivi; inferni di de- millenaria enorme presenza storica nell’a- privazione. E ci sono inferni anche spa- rea culturale cui apparteniamo, sull’infer- ventosi, come alcuni tra quelli induisti o no cattolico, sull’inferno agostiniano-ro- buddisti, ma temporanei ed «evolutorii», mano. funzionali cioè al catabolismo di scorie karmiche in un quadro reincarnazionista. Gli inferni cristiani – a cominciare, come 2. L’inferno cattolico vedremo, da quello di Gesù – sono tutti Il dogma può essere agevolmente rico- inferni spaventosi, di atroce tortura; ma al- struito in base all’indice sistematico del meno alcuni, segnatamente quello di Ori- «Denzinger»2; è semplice e ben chiaro. gene e di altri teologi ortodossi (non segui- L’inferno è una pena eterna comminata ti, ma neppure condannati dalla gerarchia per i peccati «mortali» dell’uomo, che so- magisteriale orientale), si consumano, alla no da un lato il peccato «originale» o «ere- fine del tempo, nell’apokatástasis: la gran- ditario» (Erbsünde), dall’altro i peccati de reintegrazione, il grande ripristino per «attuali». La pena consiste appunto nella cui tutte le creature, anche le cadute intelli- apparentemente ossimorica, in realtà ap- genze angeliche, vengono vittoriosamente propriatamente denominata, «morte eter- riportate all’originaria intenzione di Dio, na»: una vita cosciente interminabile priva quella del suo «essere tutto in tutti». L’a- della visione di Dio e di ogni altra forma pocatástasi è stata ufficialmente condanna- di bene (poena damni), abbinata o no al ta dai papi romani, Vigilio nel VI secolo, tormento anche fisico del fuoco (poena Giovanni Paolo II nel 1992; la porta della ignis). La morte eterna con semplice pena speranza è stata chiusa. Ma anche se man- damni è dovuta secondo giustizia, ed casse l’esplicita condanna della tesi contra- effettivamente somministrata, a tutti i con- ria, basterebbe la diuturna affermazione, cepiti di donna che abbiano vissuto col so- 1 Papa Vigilio (540-555): «Si quis dicit aut sentit, ad tempus esse daemonum et impiorum hominum supplicium, eiu- sque finem aliquando futurum, sive restitutionem et redintegrationem fore daemonum aut impiorum hominum, anathema sit» (D 211). Catechismo della Chiesa cattolica (1992), 1022: «Ogni uomo fin dal momento della sua morte... o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre»; 1033: «per sempre separati da lui per una nostra libera scelta... stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati»; 1035: «Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli in- feri, dove subiscono le pene dell’inferno, “il fuoco eterno”. La pena principale dell’inferno consiste nella separazione eterna da Dio...»; 1861: «Il peccato mortale... provoca... la morte eterna dell’inferno: infatti la nostra libertà ha il potere di fare scelte definitive, irreversibili»; 393: «A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell’infinita misericordia divina. “Non c’è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta come non c’è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte”». 2 È l’autorevole raccolta delle dichiarazioni dei concili e dei papi. Cito dalla edizione Henrici Denzinger Enchiridion Symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, quod post Clementem Bannwart et Ioannem B. Umberg S.I. denuo edidit Carolus Rahner S.I., Herder, Barcinone-Friburgi Brisg. – Romae MCMLVII (citato qui nelle note «D» seguito dai numeri marginali).
DISSEZIONE GIURIDICA DELL’INFERNO 53 lo peccato originale, in pratica a tutti gli precetto festivo, anche senza disprezzo embrioni, feti, neonati e bambini vissuti (D 1202); rompere il digiuno prescritto senza raggiungere l’età della ragione, e a dalla Chiesa, anche senza disprezzo o ri- tutti gli eventuali adulti vissuti santamen- bellione (D 1123); riporre speranza nelle te, nel senso di serbatisi eroicamente im- osservanze legali del Vecchio Testamento muni da ogni peccato mortale personale, anche dopo promulgato il Vangelo, in ma senza aver ricevuto il battesimo cri- particolare farsi circoncidere, anche sen- stiano e dunque col peccato originale. La za riporre in questo speranza (D 712); morte eterna con anche pena ignis è do- masturbazione, sodomia e bestialità vuta secondo giustizia, ed effettivamente (D 1124); commettere copula con donna somministrata («statim in infernum de- non sposata, o altri atti carnali gravi pur scendunt»), a tutti i non cattolici-romani, senza arrivare alla copula (D 1125); com- compresi i cristiani battezzati ed eroica- mettere copula con donna sposata, anche mente virtuosi ma eretici (come i prote- consenziente il marito (D 1200); aiutare il stanti) o scismatici (come gli ortodossi), e a padrone a scalare la finestra della donna tutti gli uomini, anche cattolici, che abbia- illecitamente amata (D 1201); in genere no commesso un peccato mortale attuale fornicare, anche senza adulterio (D 453, non assolto, ossia non trattato con uno dei cfr. D 1198); giacere con la propria moglie tre sacramenti necessaria ad salutem (bat- legittima compiendo l’atto coniugale in tesimo degli adulti, penitenza, estrema un- modo da evitare la concezione della prole zione) validamente amministrato da sacer- (D 2239 s.); in genere compiere atti vene- dote cattolico. rei («in rebus venereis non datur parvitas La perfetta giustizia esige infatti, dopo materiae», D 5005), anzi anche semplice- il peccato di Adamo e la salvezza portata mente sensuali ma non venerei come il da Cristo, la perdizione eterna di tutto il bacio «secluso periculo consensus ulte- genere umano, con la sola eccezione dei rioris et pollutionis», ossia senza rischio concepiti battezzati cristianamente morti di escalation e di orgasmo (D 1140). Il prima di raggiungere l’età della ragione, e Catechismo della Chiesa cattolica del degli adulti cattolici-romani osservanti che 1992, solennemente approvato da Gio- o non abbiano commesso peccato mortale vanni Paolo II, elenca come peccati mor- o ne siano stati assolti tempestivamente dal tali in materia sessuale: la masturbazione clero cattolico-romano. (2352), la fornicazione (2353), la porno- I peccati che, se compiuti con piena co- grafia (2354), la prostituzione in chi paga scienza, meritano, a giudizio della Chiesa (2355), la prostituzione in chi si vende docente, la morte eterna sono molti, per (2355), lo stupro (2356), l’omosessualità esempio: disprezzare deliberatamente un tradotta in atto (non la semplice tenden- rito della Chiesa, le cerimonie dell’esorci- za, naturalmente: 2357), l’impedimento smo e del catechismo o dell’acqua battesi- della procreazione nel matrimonio (a cer- male (D 665); disprezzare, essendo cristia- te condizioni, si capisce: 2370), l’adulte- ni, il ricorso ai sacramenti della cresima, rio (2380), il divorzio (2384), il contrarre della penitenza, dell’estrema unzione, del nuovo vincolo nuziale dopo il divorzio matrimonio solenne (D 669); violare il (2384: il risposato si trova «in una condi-
54 LUIGI LOMBARDI VALLAURI zione di adulterio pubblico e permanen- In tutti i casi menzionati, la pena della te»), l’incesto (2388), la libera unione (il morte eterna è dovuta per giustizia, una convivere senza sposarsi: 2390); in sintesi giustizia alla quale Dio, come il Giusto e il «l’atto sessuale deve aver posto esclusiva- Santo, non può derogare. mente nel matrimonio; al di fuori di esso costituisce sempre un peccato grave ed esclude dalla Comunione sacramentale» 3. Critica (2390), ma ci sono peccati sessuali mor- in termini di principi generali tali anche nel matrimonio, come la con- del diritto positivo traccezione, la poligamia (2387) e gli atti Mi riferisco alle norme contenute nei, o ai sessuali compiuti in un rapporto coniu- principi desumibili dai, seguenti testi fon- gale seguito a un divorzio3. Tornando al damentali: Patto internazionale sui diritti «Denzinger» e lasciando la materia ses- civili e politici, ONU 1966, entrata in vigo- suale, sono peccati mortali anche: chia- re 1978; Convenzione europea di salva- mare Dio a testimone di una menzogna guardia dei diritti dell’uomo e delle libertà anche lieve (D 1174); rattristarsi, anche fondamentali, Consiglio d’Europa 1950, con la dovuta moderazione, della vita di entrata in vigore 1955; Costituzione della qualcuno o godere della sua morte natu- Repubblica italiana; Codici penale, di pro- rale (D 1163); non restituire ciò che è stato cedura penale, civile, di procedura civile sottratto mediante furti successivi di poca italiani. Si può affermare che quelle norme entità, sebbene la somma totale sia im- e quei principi configurano una carta idea- portante (D 1188). Naturalmente, sono le nella quale si riconoscono la maggior ancora più gravemente e sicuramente parte degli ordinamenti giuridici, dei go- mortali le varianti non attenuate degli verni, delle organizzazioni governative e stessi peccati, per esempio violare il pre- non governative, dei filosofi del diritto, cetto festivo o rompere il digiuno con di- giuristi e cittadini degli Stati di diritto de- sprezzo, commettere copula con donna mocratici contemporanei. Enuncio alcune sposata non consenziente il marito, rat- riserve che alla luce di quelle norme e di tristarsi della vita di qualcuno senza la quei principi possono formularsi nei con- dovuta moderazione; e a fortiori i gran- fronti dell’inferno cattolico qualora con- dissimi peccati contro la verità religiosa, cepito, analogicamente, come istituzione in particolare, come già detto, l’eresia, lo penitenziaria di un ordinamento giuridico scisma, l’apostasia, l’appartenenza alle re- terreno contemporaneo. Chiamerò «anti- ligioni non cristiane, l’ateismo, il non- giuridico» ciò che contrasta con quella cattolicesimo in genere4. carta ideale. 3 Sulla dottrina sessuale cattolica rinvio al mio saggio Modelli speculari di sessualità: libertinismo sadico, cattolicesimo, in Autori vari, Trascendenza Trascendentale Esperienza. Studi in onore di Vittorio Mathieu, Biblioteca dell’Archivio di Filosofia, Padova, Cedam, 1995. 4 Sull’errore teologico come peccato mortale e sulla necessità di appartenere alla Chiesa cattolica per la salvezza, cfr. il mio studio Singolarità della salvezza cristiana e pluralità delle religioni, in Autori vari, Exodus. Congedi dal II millen- nio/2, Roma, Città Nuova Editrice-«Augustinus», 1944.
DISSEZIONE GIURIDICA DELL’INFERNO 55 1. Peccato originale. È antigiuridico una qualsiasi pena negli ordinamenti con- punire un non-atto come un «peccato» o temporanei. L’adulterio, la prostituzione, «reato» ereditario, trasmesso per via bio- l’omosessualità sono stati anche grave- logica. La responsabilità penale è per mente puniti in passato, molto sotto l’in- comportamenti, non per modi d’essere, fluenza della Chiesa. In ogni caso la pena ed è personale. Punire con l’inferno gli es- dell’inferno costituisce, per tutti, una vio- seri umani in quanto tali, perché discen- lazione macroscopica del principio di pro- denti da un criminale antichissimo, viola il porzionalità. principio per cui nessuno risponde di fat- 7. Peccati attuali. In assoluto nessun at- to altrui e il principio di colpevolezza. Nel to per quanto grave, neppure compiuto caso dei neonati e dei bambini c’è anche con lucidità angelica, può meritare una pe- difetto di capacità. È quindi antigiuridico na infinita. Infatti la pena deve essere pro- anche il sacramento del battesimo degli porzionata al danno. Ora, il danno che si infanti, almeno nei suoi presupposti. può causare sulla Terra a qualunque nu- 2. Peccato originale. Anche ammesso mero di soggetti è necessariamente finito. che sia un «verum et proprium peccatum, Un dittatore che facesse torturare a morte habens rationem peccati», e non una sem- milioni di uomini causerebbe un danno di plice disposizione al male (Concilio di alcuni milioni di anni di sofferenza umana, Trento), la pena dell’inferno damni, gra- aggravata dalla perdita della vita mortale. vissima, è antigiuridica per violazione del Ma sarebbe impotente sulla vita immortale principio di proporzionalità (Verhältnis- delle sue vittime. Irrogargli l’inferno ignis mässigkeitsprinzip). equivale a causare infiniti anni di atroce 3. Peccato originale. Nessun autentico sofferenza umana. Non c’è proporzione reato può essere tolto versando acqua sulla tra il danno e la pena: milioni di anni sono testa del reo e pronunciando formule libe- una goccia paragonati all’oceano dell’eter- ratorie. Occorre o un risarcimento, o una nità. La violazione della giustizia retributi- pena, o un ravvedimento operoso. va è dunque infinita. 4. Peccato di non cattolicesimo (eresia, 8. Peccati attuali. L’inferno viola il prin- scisma, apostasia, appartenenza a religione cipio di proporzionalità anche nel senso non cristiana, noncredenza). Una comu- che colpe estremamente diverse vengono nità (il paradiso) che discriminasse tra i cit- punite sostanzialmente con la stessa pe- tadini in base alla religione sarebbe anti- na. Quali che ne siano i gradi o i «gironi», giuridica sotto più profili (cfr. per esempio nella dannazione eterna i tratti comuni artt. 18 e 19 PIDCP; 3, 8, 19 e 21 Cost. it.). prevalgono infatti incomparabilmente su 5. Peccato di non cattolicesimo. Punir- quelli differenzianti. È difficile graduare lo con l’inferno ignis (Concilio ecumenico l’infinito. In questo senso si riduce anche, di Firenze) è antigiuridico per violazione ingiustamente, la distanza tra l’inferno so- del principio di proporzionalità. lo damni (quello dei bambini non battez- 6. Peccati attuali (di comportamento, in zati) e l’inferno damni et ignis. antitesi a d’opinione). Nessuno degli atti, 9. Peccati attuali. L’inferno è antigiuri- elencati sopra, giudicati dai papi oggettiva- dico e anticostituzionale anche sotto il mente meritevoli dell’inferno è colpito da profilo della natura della pena. Nemme-
56 LUIGI LOMBARDI VALLAURI no per i reati più gravi sarebbe consentito (PIDCP, 10); «Le pene devono tendere alla dal diritto umanitario moderno il ricorso rieducazione del condannato» (Cost. it., al tormento prolungato del fuoco previ- 27). Si tratta di un principio generale co- sto da Gesù in numerosi passi evangelici, mune a tutti gli ordinamenti penitenziari per esempio Matteo 25 («Andate male- moderni. Alla luce di un’interpretazione detti nel fuoco eterno»). «Nessuno può sistematica per nulla forzata, è chiaro che essere sottoposto alla tortura, né a pene o anche il trattamento penitenziario deve (ex trattamenti crudeli, inumani o degradan- art. 3 Cost. it.) possibilmente promuovere, ti» (PIDCP, 7; CEDU, 3); «Le pene non comunque non «impedire il pieno svilup- possono consistere in trattamenti contra- po della persona umana». L’inferno catto- ri al senso di umanità» (Cost. it., 27). Non lico, la cui definitività è ribadita dogmati- c’è dubbio che tutte le descrizioni cristia- camente dall’esclusione dell’apocatástasi, ne dell’inferno, da Gesù o sant’Agostino impedisce per sempre lo sviluppo della o Dante o van der Weyden o Bosch o Mi- persona. chelangelo fino alla catechesi terrorizzan- Io uso riunire i principi più avanzati del- te delle innumerevoli chiese frescate eu- l’ordinamento internazionale e degli or- ropee o dei predicatori gesuiti evocati da dinamenti nazionali contemporanei nel Joyce5 ipotizzano «torture e trattamenti concetto di «diritto pleromatico»6. Certa- crudeli, inumani o degradanti» «contrari mente l’inferno è l’istituzione antiplero- al senso di umanità», che esigerebbero la matica estrema. segnalazione immediata ad Amnesty In- 11. È stata più volte messa in dubbio, an- ternational e le più severe sanzioni della che in base ai principi sub 10, la giuridicità comunità internazionale se compiuti in dell’ergastolo. La pena di morte, legittima- violazione della legge; se introdotti in ba- ta da tutti i teologi cristiani e inflitta da tut- se a leggi, almeno nei paesi democratici ti i sovrani cristiani, compresi i papi, per l’immediata abrogazione per incostitu- secoli, è abolita nella maggior parte degli zionalità. Stati democratici (con l’eccezione vistosa 10. Peccati attuali. Sempre sotto il pro- di molti Stati americani) e messa in forte filo della natura della pena, l’inferno è an- difficoltà da norme come l’art. 6 del PIDCP tigiuridico anche perché totalmente privo e il VI Protocollo alla CEDU, del 1983. di effetti rieducanti o riabilitanti sul con- L’inferno, come condanna a «morte eter- dannato. Ora, «Il regime penitenziario de- na», cumula i problemi di giuridicità solle- ve comportare un trattamento dei detenuti vati dall’ergastolo e dalla pena di morte: che abbia per fine essenziale il loro ravve- una «morte a vita», senza pedagogia di ri- dimento e la loro riabilitazione sociale» scatto, per sempre. 5 In Dedalus: Ritratto dell’artista da giovane, trad. di C. Pavese, «I Meridiani», V edizione, 1990, pp. 349-382, un te- sto che andrebbe forse inserito nei programmi ministeriali di religione e/o educazione civica perché capace di evocare, da solo, secoli di educazione religiosa e psicologica dell’anima europea. 6 Cfr. Abitare pleromaticamente la Terra, in Autori vari, Il meritevole di tutela. Studi per una ricerca coordinata da Luigi Lombardi Vallauri, Milano, Giuffrè, 1990; Etica e finanza. Relazione alla Conferenza mondiale banche ed assicu- razioni (Ginevra, 3 luglio 1996), in «FIBA notizie quadri», VI (1997), n. 1, aprile.
DISSEZIONE GIURIDICA DELL’INFERNO 57 In base alle considerazioni fin qui svolte, non trascurabili, le offese degli esseri fini- sembra lecito concludere nel senso della ti. Forse, più uno è grande e meno se la antigiuridicità estrema, forse insuperabile, prende. dell’inferno. 14. Peccati attuali. Si potrebbe anche dire che merita una pena infinita (solo) l’atto che reca un danno infinito. Non 4. Critica in termini sembra che Dio possa subire un danno: è di filosofia della giustizia impassibile. Se fosse passibile, non svolge- I principi generali del diritto positivo con- rebbe più la funzione per cui è stato pensa- temporaneo contengono, incorporata, una to: sostenere, come Esse subsistens, l’esse filosofia della giustizia come «giustizia dei contingente degli enti passibili. Può un diritti umani» che io sostanzialmente con- uomo (o un gruppo di uomini) subire un divido, e che può considerarsi parte inte- danno infinito? L’unico danno infinito grante e irrinunciabile di quello che amo pensabile è l’essere indotti a compiere atti chiamare diritto naturale pleromatico po- che meritano l’unico danno infinito, l’in- sitivo. Le considerazioni che seguono vo- ferno. È palese il circolo vizioso: merita gliono alquanto ampliare tale filosofia del- l’inferno solo chi causa a un altro l’inferno. la giustizia, con maggiore indipendenza Tolto l’inferno, cade l’inferno. Solo l’infer- dalle norme giuridiche vigenti. no giustifica l’inferno. 12. Peccato di non cattolicesimo. Sulla 15. Peccati in generale (originali, attuali Terra è scusabile, in Cielo è impossibile7. di opinione, attuali di comportamento). È Si spiega quindi, se mai, il suo (spesso tre- ingiusto nel senso di asimmetrico che il pa- mendo, purtroppo) perseguimento sul radiso – come affermano tutte le teologie piano storico da parte del papato e dei so- cristiane – non possa essere meritato per vrani cattolici, non quello da parte di Dio. giustizia, ma possa solo essere erogato per 13. Peccati attuali. L’argomento apolo- grazia, l’inferno invece sia meritato e quin- getico che è infinita l’offesa perché è infi- di dovuto per giustizia. Entrambi infatti nito l’offeso, cioè Dio, porterebbe a con- sono rapporti soprannaturali con Dio, nel siderare infinito e quindi mortale ogni senso che trascendono le possibilità e le at- peccato. Inoltre l’argomento sembra pre- tese della natura umana. Quindi o anche il supporre che Dio, in quanto infinito, sia rapporto-inferno viene erogato sopranna- infinitamente suscettibile, alla maniera turalmente, con una spaventosa «grazia ne- dell’uomo d’onore mafioso, del nobile ra» di Dio, che fa «dono» all’uomo di (lo secentesco, del professore universitario. «eleva» a) uno stato di grazia cui egli mai Questo non è certo. Si potrebbe anche potrebbe aspirare, oppure anche il rappor- opinare (sono congetture, ovviamente) to-paradiso viene meritato. Non si posso- che Dio, in quanto infinito, è infinitamen- no fare due pesi e due misure. Soluzione te non suscettibile, infinitamente anegoi- più probabile: l’inferno non può essere me- co e saggio, e considera perdonabili, se ritato; non può essere dovuto per giustizia. 7 Vedi testo citato alla nota 4.
58 LUIGI LOMBARDI VALLAURI 16. Peccati in generale. La giustizia del e creativo, dal Seduttore per essenza, inca- Dio cristiano viene presentata come giu- pace di non avvincere col solo mostrarsi e stizia di un «Padre». Che tipo di padre è in ogni caso infinitamente paziente. Come quello che esclude per sempre la riconci- si chiarirà meglio in seguito, la pena divina liazione? che infligge al figlio «un male co- non può avere altro significato che o la re- sì totale, definitivo e irreparabile», «fero- tribuzione/espiazione giusta nel senso di cemente eliminativo»8, come una morte proporzionata, o/e la conversione/purifi- disperata vissuta senza alcuna distrazione cazione/crescita del punito. Il fallimento per tutta l’eternità? È il tipo del padre pa- pedagogico del carcere statale da un lato drone assolutizzato dall’onnipotenza e non sorprende, dall’altro non toglie inte- dalla santità. ramente il significato, complesso se non 17. Peccati in generale. Dire che Dio è internamente contraddittorio, della pena «Padre» potrebbe significare che la sua umana. Il fallimento pedagogico di Dio da giustizia è pedagogica, ossia suscitatrice, un lato stupisce, dall’altro lascia sussistere potenziatrice, creativa. Che tipo di padre, sola e nuda la funzione afflittiva-retributi- di maestro è quello che di fronte all’errore va9, svolta per di più con una dismisura del figlio, dell’allievo, lo chiude a chiave in che rende la sanzione infernale, come ab- una stanza buia per tutta la vita? Abbiamo biamo visto, infinitamente ingiusta. Punire già visto che la pena dell’inferno è assolu- è raramente la reazione pedagogica più tamente fallimentare alla luce della con- creativa; punire ingiustamente non lo è cezione rieducativa-riabilitativa – accolta mai. Punire con la morte eterna bambini nei grandi testi giuridici contemporanei – non imputabili, punirli a morte per il solo della giustizia penale statale. Sappiamo, fatto di essere nati, è – sembra – il più gran- d’altra parte, che il carcere rieduca, salvo de assurdo giuridico e pedagogico logica- eccezioni, assai poco. Ma il fallimento pe- mente pensabile. dagogico è forse accettabile per la pena 18. Peccati attuali. Il fallimento peda- umana, che deve comunque farsi carico gogico si traduce anche, profondamente e anche delle finalità complementari della radicalmente, in fallimento etico. Il discor- prevenzione, della difesa sociale, della tu- so può essere qui solo accennato, concer- tela di beni giuridici minacciati; finalità che nendo un tema tra i più ardui e – malgrado nell’Oltre non ha senso perseguire. Il falli- tutto – meno studiati della filosofia della mento pedagogico non è invece accettabile giustizia. Anche supposto che per un de- per una pena irrogata dal Padre divino, litto o peccato venisse inflitta la sanzione cioè dal pedagogo supremamente efficace retributiva perfettamente giusta, non è af- 8 Così, a proposito dell’ergastolo, che viene tendenzialmente equiparato alla pena di morte, M. Romano, Commenta- rio sistematico del codice penale, Milano, Giuffrè, 1987, p. 197. 9 La critica del retribuzionismo (tipico della tradizione giuridica cattolica) è comune agli indirizzi laico-secolari in diritto penale, ai quali aderisce anche la scuola penalistica dell’Università Cattolica di Milano. Mi limito a citare, tra i prodotti di questa scuola: L. Eusebi (a cura di), La funzione della pena: il commiato da Kant e da Hegel, Milano, Giuffrè, 1989; E. Wiesnet, Pena e retribuzione: la riconciliazione tradita. Sul rapporto fra cristianesimo e pena, trad. di L. Eusebi, Milano, Giuffrè, 1987; A. Acerbi e L. Eusebi (a cura di), Colpa e pena? La teologia di fronte alla questione criminale, Milano, Vita e Pensiero, 1998. Si può fare riferimento, in genere, a tutta l’opera di Luciano Eusebi.
DISSEZIONE GIURIDICA DELL’INFERNO 59 fatto chiaro se, e in che senso, la retribu- pensanti-bene), ma soprattutto con quelli zione giusta sia un successo propriamente che sono stati le sue vittime durante la vita etico. Infatti il solo successo propriamente terrena. Il Dio dell’inferno non subisce etico è la conversione del cuore, la metá- questo, lo organizza in prima persona: noia. Infliggere sofferenza a un cattivo che «Tra noi e voi» – spiega Abramo dal cielo – resta cattivo è probabilmente un successo «è stato fissato inamovibilmente un gran giuridico, non sembra un successo etico. baratro, in modo che quelli che da qui vor- Per definizione il dannato è un non con- rebbero venirvi a trovare non possano, e vertito, è un non condotto alla percezione nemmeno si possa venire qui da dove siete del valore. Il fatto che venga, per questo, voi» (Luca 16, 26). Ogni progresso di torturato senza fine sembra estrinseco al- comprensione reciproca, ogni processo di l’etica. A titolo di riflessione personale an- chiarimento e di perdono è volutamente cora acerba aggiungo che non vedo bene sbarrato. Si dirà che questo punto non perché da un lato appaia grottesco punire concerne la giustizia. Ma almeno a propo- o premiare con sanzioni estrinseche i com- sito della giustizia umana comincia a farsi portamenti estetici (multare o imprigiona- strada anche presso i tribunali e gli uffici re per il tempo giusto chi trova brutto legislativi, oltre che presso i filosofi del di- qualcosa di bello, pagare il giusto prezzo a ritto, l’idea che l’accordo tra le parti possa chi ama il mio romanzo), dall’altro appaia estinguere, anche per reati importanti, l’a- normale sanzionare estrinsecamente i zione penale, e soprattutto che la media- comportamenti etici. Occorre ulteriore ri- zione10 tra l’offensore e la vittima sia co- flessione. Ma almeno in Dio dovrebbero munque un bene, se non addirittura che la valere i principi del bene per il bene, della mediazione, conducendo le parti a risolve- virtù premio a se stessa, e dunque l’omolo- re esse il conflitto, sia una forma di «co- gazione del paradigma etico al paradigma struzione di pace» più perfetta del giudizio estetico. Non dovrebbero sopravvivere calato dall’esterno su di loro. Se «opus iu- che «sanzioni» intrinseche, ossia fruizioni stitiae pax», può essere giustizia molto alta positive e negative, approvazioni e disap- quella, procedurale oltre che contenuti- provazioni, puramente etiche. Il solo in- stica, operante anche direttamente e psi- ferno eticamente decente dovrebbe essere cologicamente, non solo giuridicamente e qualcosa come l’equivalente analogico di presuntivamente, per la pace. Il Dio del- un serrato dibattito critico. L’inferno e il l’inferno è l’avversario supremo della co- paradiso retributivamente perfetti rischia- municazione, della riconciliazione, della no, eticamente, la volgarità. mediazione, del perdono, della pace. E 19. Peccati attuali. Oltre che etico, il dunque di una giustizia più alta di quella fallimento è comunicativo-interpersonale. puramente retributiva, che intenda l’infli- Per definizione il dannato è un non ricon- zione materiale di dolore e la soddisfazio- ciliato con gli altri: con i benpensanti (o ne della richiesta di vendetta come extre- 10 Cfr. C. Mazzucato, L’universale necessario della pacificazione. Le alternative al diritto e al processo, in Autori vari, Logos dell’essere logos della norma. Studi per una ricerca coordinata da Luigi Lombardi Vallauri, Bari, Adriatica editri- ce, 1999; G. Cosi, La responsabilità del giurista. Etica e professione legale, Torino, Giappichelli, 1998.
60 LUIGI LOMBARDI VALLAURI ma ratio e assuma invece in sé, almeno al- meno illimitatamente empatico di quello l’inizio, quelle finalità. di una mamma, i cui sentimenti non possa- 20. Peccati in generale. Oltre che tutti i no essere cancellati dall’esultanza per il fallimenti già detti, l’inferno è necessaria- trionfo infernale della giustizia divina. Po- mente un fallimento eudaimonistico tota- sto che ciò causasse loro sofferenza (forse, le. La giustizia di Dio viene presentata co- sofferenza infinita), il fallimento eudaimo- me parte integrante della beatitudine sua e nistico implicherebbe, nei beati, anche il degli eletti. Ciò significa che le pene dei fallimento retributivo, non ottenendo essi dannati, in quanto giuste, sono ornamento il premio eterno della felicità, motore del- essenziale del paradiso. Contribuiscono a l’inquietudine costitutiva dell’animo uma- rendere beati i beati. La mia opinione (cer- no. Ci sarebbe pari sofferenza (anche se di to ipotetica, basata sull’umanità dell’uomo segno contrario) in paradiso e in inferno. come lo conosciamo) è che la malvagità, la In Dio, negli angeli e negli uomini. Dap- solitudine, la tortura per tutta l’eternità pertutto, per sempre. anche di un solo condannato meritata- mente all’inferno non può non guastare la festa di un paradiso degno di questo nome, 5. Conseguenze che dev’essere una comunione di spiriti in tema di autorevolezza universalmente compassionevoli e amanti, del magistero cattolico romano non può essere un club esclusivo di aristo- Anche astraendo dai problemi di intelligi- cratici della virtù o di borghesi della giusti- bilità ontologica e dunque di esistenza de- zia farisaica o di moralisti del risentimento gli enti concernés dalla problematica del- deliziati dal poter finalmente assistere «al- l’inferno, il modello diceologico risulta, l’inflizione di crudeltà con buona coscien- come abbiamo visto, inaccettabile. Ora, es- za» (Russell). so è interamente formato da enunciati dot- Tutti i dannati umani (non parlo di quel- trinali solenni di papi e di concili ecumenici li angelici) nati prima dell’ingegneria gene- approvati da papi. Ne segue l’inaccettabi- tica hanno una mamma. Può una mamma lità della tesi cattolica dell’autorevolezza degna di questo nome godersi la sua beati- degli enunciati dei papi in materia di fede. tudine al cospetto della dannazione eterna di un figlio? Si dirà (gli avvocati di Dio di- ranno): ma è una dannazione meritata, e la 6. Conseguenze mamma gode di vedere trionfare nella in tema di autorevolezza dannazione di suo figlio la giustizia divina. del magistero di Gesù Risposta (represso l’istintivo insulto): go- Basta leggere e sottolineare Matteo o Luca drà sotto il profilo della giustizia, ma sof- per rendersi conto della terribilità degli frirà sotto i profili della tortura intermina- enunciati di Gesù sull’inferno. I passi sono bile e della malvagità inguaribile del figlio. talmente numerosi, fondamentali e diffe- Quindi, almeno per le mamme degne di renziati da escludere che l’inferno sia una questo nome, addio beatitudine. invenzione successiva delle comunità e Ma in linea generale si deve presumere non risalga a Gesù. La mente di Gesù sem- che tutti i beati abbiano un cuore non bra completamente dominata dalla visione
DISSEZIONE GIURIDICA DELL’INFERNO 61 che alla fine del tempo una parte consi- per edificare il Gesù accettabile, il criterio stente dell’umanità verrà respinta da Dio allora non è il Vangelo, anche per i cre- nelle tenebre, nello stridore di denti, nel denti il criterio è un altro. fuoco, eterni. La Chiesa romana non è sta- ta infedele al Vangelo col sancire e ribadire, fino al Catechismo del 1992, l’immedia- 7. Vie d’uscita ermeneutiche? tezza e l’irrimediabilità per sempre della Si conosce il virtuosismo ermeneutico dei dannazione, contro la dottrina dell’apo- teologi. L’interpretazione di testi rivelati o catástasi. I passi evangelici, se non impon- comunque autoritativi avvicina, come no- gono, certo consentono pienamente la sua tava il mio maestro Emilio Betti, teologi e interpretazione. Gesù non sa nulla di un giuristi: entrambi devono trovare risposta peccato originale ereditario di tipo agosti- a tutto – anche a problemi inediti – traen- niano, che colpisce di meritevolezza di dola da un corpus preesistente e limitato, morte eterna anche i bambini. Ma col pec- che viene postulato potenzialmente com- cato degli adulti è terribile. Quella di pleto. Entrambi quindi compiono straor- sant’Agostino e dei papi è la più spavento- dinarie acrobazie. sa «novella» mai annunciata da una qua- La mia – scarsa, devo ammetterlo – fre- lunque delle religioni del mondo sulla quentazione dei teologi cattolici dopo la condizione umana; quella di Gesù la segue messa in circolazione del mio principale a non troppa distanza. studio critico11 ha dato, finora, risultati Gesù preso come un tutto è grande- sorprendenti. L’affermazione solenne, se- mente più simpatico del cattolicesimo ro- colare, che fuori della Chiesa romana non mano. Povero per scelta, antiformalista, c’è salvezza significa, correttamente in- innovatore, universalista, dolcissimo e terpretata, che anche fuori della Chiesa capace di amicizia con i discepoli, vio- romana c’è salvezza. La solenne anatema- lentissimo di temperamento, autore di tizzazione (Trento) di chi asserisca i sacra- straordinarie parole sagittali, alieno dal menti essere in numero diverso da sette e potere, autentico irriguardoso profeta e non necessari alla salvezza significa, cor- come tale nobilitato dall’establishment rettamente interpretata, che i sacramenti sacerdotale con la morte di croce, esercita sono in numero non apoditticamente pre- un fascino ben diverso dagli imperatori cisabile e non necessari alla salvezza. La romani del dogma. Tuttavia esiste, senza chiusura, da parte di Alessandro VII Chi- dubbio, un Gesù difficilmente accettabi- gi, della secolare controversia teologico- le. Che viene infatti accantonato, edulco- morale se il bacio senza escalation possa rato, riformulato dai credenti motivati (o considerarsi peccato non mortale, chiusu- coatti) a cercare nel cristianesimo stesso la ra nel senso che esso è peccato mortale, si- critica dei cristianesimi. In questa sede gnifica, correttamente interpretata, che il preferisco lasciare aperta la questione. bacio senza escalation non è peccato mor- Certo è che se si sceglie tra testi evangelici tale. La condanna della proposizione 33 di 11 L’edizione più estesa, in italiano, è tuttora inedita. Versione inglese: A Roman Catholic Concept of Justice, in «Ratio Juris», 1992, pp. 308-330.
62 LUIGI LOMBARDI VALLAURI Lutero: «è contro la volontà dello Spirito terpretative, o liberamente, senza quasi santo che siano bruciati vivi gli eretici» più curarsi degli enunciati evangelici e ma- (D 773, anno 1520) significa, correttamente gisteriali, economizzando quindi le acro- interpretata, che ha ragione Lutero: è con- bazie. Questa seconda è la tipica soluzione tro la volontà dello Spirito santo che siano dei «filosofi cattolici». bruciati vivi gli eretici. Oserei dire che for- L’argomento è troppo complesso per es- se tutti gli enunciati magisteriali citati so- sere ora sviluppato. Andrebbe in ogni caso pra al § 2 significano, correttamente inter- considerato il modello reincarnazionista: pretati, il loro contrario. che a prescindere dalla questione di effetti- Lo sconcertante reperto ermeneutico va esistenza, soddisfa esigenze diceologi- vale per molti, sarei tentato di dire per la che irrinunciabili, completamente disat- maggioranza degli enunciati solenni dei tese dal modello biblico e cristiano della papi anche fuori del campo diceologico. sorte eterna determinata da una sola, con- Un’ipotesi di spiegazione è che ci siano tingente, breve, a volte brevissima, spesso realmente nel corpus «rivelato» elementi insignificante, vita mortale12. Il minimo contraddittori in quantità sufficiente a che si deve pretendere da un ripensamento permettere di ottenere per interpretazione non reincarnazionista dell’éschaton è la «sistematica», senza una troppo evidente trasformazione del purgatorio in un evo- lesione della probità intellettuale, quasi lutorio che sia l’equivalente funzionale qualsiasi risultato. delle reincarnazioni. Il prezzo da pagare per la soluzione Restando in ambito occidentale andreb- acrobazie ermeneutiche è il dover ammet- bero considerate le teorie diciamo esi- tere che l’interprete la sa più lunga dell’au- stenzialistiche degli avvocati di Dio, che tore sacro e gli spiega cosa egli (l’autore sa- addirittura capovolgono il modello agosti- cro) veramente pensa. niano-romano: non è più Dio, la santità necessariamente spietata di Dio, a respin- gere lungi da sé, con sentenza di giustizia 8. La reincarnazione. retributiva, e a sprofondare nell’inferno i La temporalità dell’istante eterno portatori di status, o gli autori di atti, me- e la decisione finale ritevoli di dannazione; è ora l’uomo stesso, L’inferno agostiniano-romano, che ha ter- contro la volontà amorosa di Dio resa im- rorizzato l’Occidente e che volentieri si potente dal rispetto per la libertà, ad auto- espanderebbe, potendo, a terrorizzare il dannarsi. Ciò non può che abolire, ovvia- mondo, appare per la consapevolezza di- mente, la dannazione in base agli status, ceologica evoluta una specie di monstrum: segnatamente quella dei bambini non bat- l’ingiustizia infinita. Di qui i tentativi di tezzati; e rende impossibile tenere in piedi riformularlo: o attraverso le acrobazie in- la casistica dei peccati mortali attuali codi- 12 Tema ampiamente sviluppato in F. Dal Pozzo, Giustizia e salvezza. Il problema diceologico fondamentale con particolare riferimento ai modelli «purgatorio» e «reincarnazione», Milano, Giuffrè, 1983. Vedi ora E. Vaghi, La giusti- zia ultima nei modelli reincarnazionista e resurrezionista, tesi di laurea, Milano, Università Cattolica, anno accademico 1996/1997, discussa il 6 aprile 1998.
DISSEZIONE GIURIDICA DELL’INFERNO 63 ficata dai papi. Per auto-dannarsi, per non pace di significare esaustivamente e per voler essere salvati13, occorre qualcosa co- sempre la sua esistenza, prima della sepa- me una «opzione fondamentale» contro razione dal corpo. E può compierlo solo a Dio inteso come l’intero orizzonte della condizione che dopo la morte esca dal- comunicazione e del bene14. Tralascio an- l’ontologia successivo-temporale, diventi che queste teorie; mi limito a osservare che un puro spirito esistente tutto-in-una- l’opzione fondamentale deve ritenersi on- volta (totus simul) in un unico atteggia- tologicamente possibile solo dopo la mor- mento che viene fissato per sempre dal te, secondo il modello della «decisione fi- flash dell’eternità. L’indurito assume que- nale»15. sto atteggiamento sotto lo sguardo coster- In primo luogo, infatti, sembra da esclu- nato del Dio infinitamente buono e desi- dere che nel crepuscolo della condizione derabile, che non può modificare la nuova terrena (quello per cui, ad esempio, una ontologia «eternale» dell’uomo, simile or- donna o una villa possono apparire, alla mai a quella dell’angelo. mente-corpo obnubilata, più desiderabili Enuncio, senza pretesa di completezza, di un angelo o di Dio stesso) l’uomo abbia alcune critiche a questo modello. una sufficiente, complessiva evidenza del 1. Sembra difficile che un uomo possa bene e del male. Ora, l’opzione fondamen- divenire puro spirito atemporale rimanen- tale dev’essere compiuta con piena cono- do il se stesso terreno. Ci sarebbe, sembra, scenza di causa, ossia nella piena luce della nuova creazione e discontinuità tra le due verità, nello splendore dell’ordine etico e creature, quella umana e quella spirituale; ontologico pienamente dispiegato. il peccato mortale apparterrebbe tutto alla In secondo luogo, nella condizione cor- seconda. porea e successivo-temporale è ontologi- 2. Quale allora la rilevanza della biogra- camente impossibile a un soggetto com- fia terrena per la decisione finale? Un’ipo- piere un atto irriformabilmente definitivo. tesi è che la biografia terrena lasci delle Egli può sempre ancora cambiare atteg- tracce, degli engrammi, e segnatamente giamento, in male (vedi la dottrina per cui degli attaccamenti, delle solidarietà, verso nessun santo è «confermato in grazia») le scelte e i ricordi. Lo spirito «stato» un come in bene (vedi il buon ladrone sul uomo complessivamente buono sarebbe Calvario). Segue da questa seconda acqui- facilitato nel compiere l’opzione finale sizione che nessun uomo può compiere giusta; lo spirito «stato» un uomo cattivo, un atto di rifiuto di Dio irrevocabile, e ca- posto di fronte alla necessità di un’estesa 13 È questa la linea di difesa di Dio adottata per esempio da M. Leonardi nel saggio La paura dell’inferno, in «Studi cattolici», novembre 1996, n. 429, che merita di essere letto da chi dubitasse dell’attualità dell’inferno cattolico. Dato che la rivista è dell’Opus Dei, si può presumere che le posizioni alla Leonardi siano largamente condivise anche oggi in questa potente associazione. 14 Cfr. J. Fuchs, Libertà fondamentale e morale, in Autori vari, Esiste una morale cristiana? Questioni critiche in un tempo di secolarizzazione, Brescia, Herder-Morcelliana, 1970; H. Reiners, Grundintention und sittliches Tun, Friburgo in Brisgovia, Herder, 1966. 15 Cfr. L. Boros, Mysterium mortis. L’uomo nella decisione ultima, Brescia, Queriniana, 1965; in senso critico B. Schüller, Todsünde. Sünde zum Tod?, in «Theologie und Philosophie», 1967, n. 42.
64 LUIGI LOMBARDI VALLAURI auto-smentita, incontrerebbe invece forti Può l’Onnipotente subire uno scacco irre- resistenze. Il buono avrebbe quindi mag- parabile? giori probabilità di non compiere peccato 5. È proprio certo che un puro spirito è mortale del cattivo. Ma non si possono totus simul, insuccessivo/atemporale? A escludere dei capovolgimenti: una decisio- ben guardare, sappiamo abbastanza poco ne finale sbagliata che butta via un’intera dei puri spiriti. Ragionando (per così dire) vita (più o meno) giusta, una decisione fi- sugli angeli, quello che è certo è che hanno nale giusta che salva un’intera vita (più o vissuto un prima, un durante e un dopo la meno) sbagliata. Questa discontinuità par- loro scelta per o contro Dio; dunque o non ziale toglie comunque molto senso alla erano spiriti o gli spiriti non sono comple- «prova» terrena. tamente atemporali. Ma allora Dio do- 3. La decisione finale è presa per defini- vrebbe poter proporre agli spiriti malvagi zione in presenza del Bene tutto dispiega- nuove opportunità. Sembra comprensibile to. Ora, sembra difficile che al Bene venga che ci sia definitività quando si è fatta la opposto un rifiuto radicale da un’intelli- cosa giusta e beatificante, perché allora genza e da una volontà razionali cui esso non sussistono più motivi per cambiare; sia stato reso evidente; che alla ragione sia quando si è fatta la cosa sbagliata e infelici- ontologicamente consentita la completa tante, ci si trova in uno stato non approva- stoltezza. La più autorevole dottrina cat- bile che lavora l’intelligenza e la volontà tolica della libertà, quella tomista, vede come un pungolo. l’origine della libertà nell’apertura trascen- 6. Se dagli angeli passiamo agli uomini, è dentale del desiderio umano, coestensivo a (per così dire) ben noto che i beati purgan- tutto l’essere e quindi fatto per l’infinito in ti pur dopo la loro decisione finale positiva atto, per Dio. Con il corollario che chi ve- continuano a mutare, a progredire nell’e- de faccia a faccia il Bene perde la libertà di spiazione dei loro peccati, tanto che si pos- scelta. Se lo spirito è libero di fronte a tutto sono applicare loro «indulgenze» concepi- ciò che non è Dio perché è fatto per Dio, te in termini temporali. Ma non si vede come può rimanere libero di fronte a Dio? perché i beati purganti (e forse gli stessi Come può respingere il Bene che è feli- beati-beati in paradiso, se c’è escalation cità/amore/compagnia e preferirgli il Male nella loro comprensione/fruizione di Dio) che è infelicità/odio/segregazione? dovrebbero essere meno spirituali dei dan- (È il problema – per così dire – di come, nati. Se c’è il prima e il dopo per i beati, do- e a quale scopo, abbiano potuto peccare gli vrebbe esserci anche per i dannati; se c’è angeli). tempo per la purificazione, dovrebbe es- 4. È proprio necessario che Dio assista sercene anche per la conversione. Del re- impotente, paralizzato dal suo infinito ri- sto, è davvero difficile smantellare dall’e- spetto per la libertà? Non può dare una scatologia cristiana l’idea che in paradiso si grazia che seduca a scegliere bene (ammes- canti e all’inferno si maledica e si venga so che non sia già grazia sufficiente il mo- torturati; ma i canti, le maledizioni, le tor- strare il Sommo Bene faccia a faccia)? Non ture sono processi temporali: non si può è tipico dell’amore e della creatività infiniti cantare in modo inesteso, e bisogna pur saper agire sulle libertà pur rispettandole? variare le maledizioni, i lamenti.
DISSEZIONE GIURIDICA DELL’INFERNO 65 7. Se la decisione finale deve necessaria- ti «glorioso», per i dannati abominevole. mente essere proposta a un uomo già spi- Ora – a parte la temporalità concernente ritualizzato, ed essa implica un prima (la l’anima separata – un corpo è quasi per de- visione del Bene), un durante (la delibera- finizione cosa temporale. Gli avvocati di zione, la scelta) e un dopo (le conseguenze Dio e sostenitori della decisione finale che della scelta), la spiritualità è in qualche vogliano muoversi all’interno del risurre- modo compatibile con la temporalità. Se zionismo cattolico difficilmente possono uno spirito ha un futuro una volta, non negare il tempo escatologico. Ma allora può perderlo. difficilmente possono mantenere la teoria 8. Dio, si dice, è paralizzato dal rispetto dell’uomo che si immobilizza completa- per la libertà; e non è vera libertà quella mente nel flash eternale. non in grado di compiere atti definitivi. Osserverei: fa parte della libertà compiere atti soggettivamente vissuti come definiti- 9. Per un inferno vi. Che lo siano ontologicamente è un’al- degno di Dio tra cosa. Uno che resta ontologicamente Mi rendo conto con imbarazzo di avere la- capace di cambiare idea è più libero di uno sciato, nel paragrafo precedente, il terreno che non può cambiarla. Forse è questa la della filosofia della giustizia per quello, as- libertà che non può non essere rispettata. sai meno affidabile, della fanta-ontologia. 9. All’uomo spiritualizzato che compie Tuttavia l’incubo dell’inferno eterno è al la scelta finale manca l’esperienza delle centro stesso del cattolicesimo; ha dunque conseguenze; al futuro dannato manca l’e- implicazioni psicologiche e (in quanto ali- sperienza dell’inferno. Questa esperienza menta il potere della Chiesa) storico-poli- costituisce il fatto nuovo che può innesca- tiche rilevanti anche per chi si attenga rigo- re il mutamento. Un dannato non è la pro- rosamente al precetto wittgensteiniano. E pria dannazione come il tre è il tre. non è possibile criticarlo isolando del tutto 10. Tutto questo serve a mostrare che la diceologia dall’ontologia. nemmeno per un puro spirito, angelico o Resta, al filosofo della giustizia, l’onere para-angelico, sembra esclusa una qualche di fare almeno intuire il modello che sul successività/temporalità. Ma non è detto piano diceologico lo convincerebbe. Esso che l’uomo dopo la morte divenga un puro dovrebbe tenere conto di tutte le conside- spirito. Anche senza accettare il reincarna- razioni emerse nel discorso fin qui svolto. zionismo, nel confuso groviglio delle an- Il modello è semplicissimo. L’inferno è tropologie escatologiche germogliate dal Dio. Con la morte tutte le anime vengo- risurrezionismo cristiano quella adottata no gettate nel «fuoco eterno» perché Dio per secoli dal magistero cattolico è che l’a- (cfr. Esodo 3, 2) è un eterno roveto arden- nima, in quanto spirituale, è naturalmente te di amore santo, e l’incontro con Dio è immortale, ma non indiveniente e succes- ineludibile. Chi viene gettato in Dio subi- siva; e che dopo un «periodo» di smate- sce un impietoso processo di esposizione rializzazione dovuto alla separazione dal alla verità del Bene. Chi ha vissuto pre- corpo cosmico viene munita da Dio di un valentemente secondo la verità del Bene nuovo «corpo» metacosmico, per i bea- si troverà per così dire beato: il fuoco sa-
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