Diffondere la conoscenza e la consapevolezza dei rischi idrogeologici
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Allegato A REGIONE TOSCANA Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana Direzione Generale Diffondere la conoscenza e la consapevolezza dei rischi idrogeologici Sfruttare la conoscenza, l’innovazione e l’educazione per sviluppare la cultura della sicurezza geologica nelle scuole ALLEGATO TECNICO Soggetti Istituzionali INAIL DIREZIONE REGIONALE PER LA TOSCANA Dott. Giovanni Asaro REGIONE TOSCANA– AREA EDUCAZIONE E ISTRUZIONE Dott.sa Sara Mele UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE Dott. Domenico Petruzzo DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA – UNIVERSITÀ DI FIRENZE
Prof. Lorenzo Rook Responsabili del progetto Prof. Nicola Casagli nicola.casagli@unifi.it Dott. Mario Papani m.papani@inail.it Comitato Scientifico DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA – UNIVERSITÀ DI FIRENZE (DST – UNIFI) Prof. Nicola Casagli nicola.casagli@unifi.it Dott.sa Veronica Pazzi veronica.pazzi@unifi.it INAIL DIREZIONE REGIONALE PER LA TOSCANA (INAIL) Dott. Luca Valori l.valori@inail.it Dott. Luca Gambacciani l.gambacciani@inail.it Dott.sa Sabina Piccione sa.piccione@inail.it UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE (USR) Dott. Roberto Bandinelli r.bandinelli@istruzione.it Dott.sa Rita Gaeta rita.gaeta@istruzione.it REGIONE TOSCANA (RT) Dott. Andrea Gabrielli andrea.gabrielli@regione.toscana.it Gruppo di lavoro DST-UNIFI Dott.ssa Veronica Pazzi veronica.pazzi@unifi.it Dott. Stefano Morelli stefano.morelli@unifi.it Dott. Federico Marini federico.marini@unifi.it Dott.ssa Laura Pastonchi laura.pastonchi@unifi.it Dott.ssa Elisa Bandecchi elisa.bandecchi@unifi.it INAIL Dott. Luca Valori l.valori@inail.it Dott. Luca Gambacciani l.gambacciani@inail.it
TAVOLA DEI CONTENUTI 1. INTRODUZIONE ................................................................................................................................ 4 2. DESCRIZIONE DEL METODO .............................................................................................................. 6 3. PIANO DI ATTIVITÀ ........................................................................................................................... 9 4. PIANO FINANZIARIO ............................................................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. 5. BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................................ 10
1. INTRODUZIONE La resilienza è la capacità che ogni comunità consapevole di convivere con rischi accettabili ha di reagire in modo attivo alla presenza di un pericolo, predisponendo strategie di prevenzione integrate con le Autorità locali. Al manifestarsi di un dato evento calamitoso (sisma, alluvione, movimento franoso, etc.) la mancata o errata conoscenza dei reali rischi geologici di una certa area può generare gravi conseguenze per l’incolumità di persone, per l’integrità dei beni materiali, nonché per la continuità delle attività economiche. Quando i rischi geologici non sono pienamente conosciuti si possono generare allarmismi e comportamenti inappropriati con possibili conseguenze negative sui soggetti esposti a rischio. La consapevolezza delle situazioni di rischio geologico, che insistono su una determinata attività o su un dato servizio è, dunque, alla base di ogni strategia comportamentale intesa a minimizzare l’effetto diretto e/o indiretto che una calamità naturale può avere sull’attività o sul servizio stesso. Il presente progetto pilota, promosso da INAIL Direzione Regionale per la Toscana (INAIL) nonché condiviso e sottoscritto da Regione Toscana – Area Coordinamento Istruzione Educazione, Università e Ricerca (RT), dall’Ufficio Scolastico Regionale (USR) e Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze (DST-UNIFI), rappresenta la naturale prosecuzione del progetto “Diffondere la conoscenza e la consapevolezza dei rischi geologici - Sfruttare la conoscenza, l’innovazione e l’educazione per sviluppare la cultura della sicurezza geologica nelle scuole”, promosso e sottoscritto dagli stessi enti. Il progetto soddisfa pienamente le principali strategie d’azione nazionali ed internazionali in materia di prevenzione del rischio di disastro naturale allo scopo di aumentare le conoscenze e l’educazione delle persone necessarie per costruire una cultura della sicurezza ed aumentare la loro resilienza. L’Italia, infatti, è uno dei 187 paesi che, durante la Terza Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulla Riduzione dei Disastri tenutasi nel marzo 2015 a Sendai City (Miyagi Prefecture, Giappone), ha sottoscritto il Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030 (http://www.unisdr.org/we/coordinate/sendai- framework), un piano quindicennale per ridurre i danni provocati dai rischi naturali. Tale piano quindicennale nasce dai risultati ottenuti con l’Hyogo Framework for Action 2005-2015, a sua volta inserito nel contesto della International Stategy for Disaster Reduction (ISDR), e si prefigge sette obiettivi principali e quattro azioni prioritarie. I sette obiettivi sono: riduzione sostanziale della mortalità mondiale legata alle catastrofi; riduzione sostanziale del numero di persone colpite dalle catastrofi naturali; riduzione delle perdite economiche in rapporto al Pil mondiale; riduzione sostanziale dei danni causati alle infrastrutture e dell’interruzione dei servizi di base, in particolare alle strutture sanitarie ed educative in caso di catastrofe, anche attraverso lo sviluppo della loro resilienza; aumento, entro il 2020, del numero di Paesi dotati di strategie nazionali e locali per ridurre i rischi di catastrofe; rafforzamento della cooperazione internazionale; aumento dell’accessibilità ai sistemi di allarme precoce multi-rischio ed alle informazioni e valutazioni sui rischi di catastrofi. Le quattro azioni prioritarie sono: comprendere il rischio da catastrofi; rafforzare la governance e la gestione del rischio da catastrofi; investire nella riduzione del rischio di catastrofi e nella resilienza; 4
migliorare la preparazione alle catastrofi per una risposta efficace e per “ricostruire meglio” nella fase di recupero, ripristino e ricostruzione. Nelle vigenti norme italiane in materia di sicurezza (Legge 123/07 e D. Lgs. 81/08 s.m.i.) viene espressamente indicato che: “[…] INAIL finanzia progetti di investimento e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro […]”, che “ […] INAIL fermo restando quanto previsto dall’articolo 12 della legge 11 marzo 1988, n. 67, dall’articolo 2, comma 6, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, e dall’articolo 2, comma 130, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, nonché da ogni altra disposizione previgente, svolge, con la finalità di ridurre il fenomeno infortunistico e ad integrazione delle proprie competenze quale gestore dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, i seguenti compiti oltre a quanto previsto negli altri articoli del presente decreto: concorre alla realizzazione di studi e ricerche sugli […]” e che :”[…] INAIL finanzia progetti di investimento e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro rivolti in particolare alle piccole, medie e micro imprese e progetti volti a sperimentare soluzioni innovative e strumenti di natura organizzativa e gestionale […]”. In data 9 giugno 2009 è stato firmato dalla Regione Toscana e dall’INAIL Direzione Regionale Toscana il protocollo “quadro” (di cui alla Delibera di Giunta Regionale del 4 maggio 2009, n. 352) finalizzato allo sviluppo della cultura della prevenzione nei lavoratori/lavoratrici, datori di lavoro e altre figure professionali ai sensi del D.Lgs. n. 81/08, nel quale si individuano una serie di interventi congiunti volti a promuovere la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro, nonché la ricerca, sensibilizzazione, l’informazione, la formazione e la comunicazione in riferimento anche alla conoscenza dei fenomeni geologici. In data 27 luglio 2011 è stato firmato dalla Regione Toscana, dall’INAIL Direzione Regionale Toscana e Ufficio Scolastico Regionale Toscana il protocollo “quadro” per la realizzazione di interventi congiunti in materia di salute e sicurezza rivolti alle realtà scolastiche che evidenzia un’esigenza prioritaria di indagine, intervento e monitoraggio in materia di prevenzione dei rischi geologici. Il precedente progetto “Diffondere la conoscenza e la consapevolezza dei rischi geologici - Sfruttare la conoscenza, l’innovazione e l’educazione per sviluppare la cultura della sicurezza geologica nelle scuole” aveva come obiettivo primario il consolidamento della resilienza dei “lavoratori” delle scuole pubbliche, mediante la loro formazione/informazione in materia di rischi naturali. Esso si proponeva inoltre di: a) sviluppare una metodologia standardizzata allo scopo di mitigare i rischi di infortunio sul lavoro generati da comportamenti inadeguati in occasione di eventi naturali eccezionali, quali alluvioni, sismi, movimenti franosi e fenomeni di subsidenza; b) realizzare un valido supporto da utilizzare per la messa a punto di metodologie che possano garantire la continuità della gestione delle attività in caso di eventi naturali eccezionali; c) definire opportune buone pratiche utili a minimizzare l’effetto diretto o indiretto che una calamità geologica può avere sull’attività stessa. Alla base del raggiungimento dei suddetti obiettivi c’era una valutazione speditiva della sicurezza geologica degli edifici scolastici pubblici, cioè la valutazione dei rischi idrogeologici connessi a fenomeni franosi e di subsidenza, di quelli idraulici legati alla possibilità di esondazioni e allagamenti e da quelli sismici legati sia alla sismicità generale dell’area in esame sia a possibili fenomeni di amplificazione locale. Oltre la validazione della metodologia già messa a punto, il presente progetto ha come obiettivo lo sviluppo e la distribuzione a tutti gli studenti e ai loro genitori di questionari volti all’affinamento della valutazione della resilienza degli edifici scolastici. Il progetto, inoltre, si propone di fornire un valido supporto per la messa a punto di metodologie atte a garantire la continuità della gestione delle attività in caso dei suddetti eventi naturali eccezionali, nonché la definizione di opportuni buoni processi atti a minimizzare l’effetto diretto o indiretto che una calamità geologica può avere sull’attività stessa. Il DST- UNIFI si propone inoltre di realizzare delle giornate di studio, per i soggetti interessati, sulle tipologie di rischio geologico che possono direttamente o indirettamente interessare l’ambiente di lavoro. 5
2. DESCRIZIONE DEL METODO Il progetto si propone di rafforzare le conoscenze e le capacità del corpo docente, degli studenti e di tutti gli altri lavoratori delle scuole pubbliche, al fine di fornire gli opportuni strumenti per migliorare i piani di emergenza in caso di calamità naturale, per sviluppare e migliorare le dinamiche di allerta e le procedure. Gli obiettivi prefissati possono essere raggiunti solo se si conosce la sicurezza geologica degli edifici scolastici: a tal proposito il progetto si propone di analizzare in modo speditivo su 15 edifici scolastici pubblici, selezionati per prossimità geografica e ricadenti in aree con elevata pericolosità idraulica e/o idrogeologica. Per ciascun edificio scolastico verrà attuata la metodologia messa a punto e sperimentata con il progetto pilota “Diffondere la conoscenza e la consapevolezza dei rischi geologici – Sfruttare la conoscenza, l’innovazione e l’educazione per sviluppare la cultura della sicurezza geologica nelle scuole” e con il progetto “Diffondere la conoscenza e la consapevolezza dei rischi idrogeologici – Sfruttare la conoscenza, l’innovazione e l’educazione per sviluppare la cultura della sicurezza geologica nelle scuole”. Più precisamente, il lavoro si articolerà in quattro differenti fasi: Fase 1 – Sviluppo questionari per la valutazione della resilienza dell’edificio scolastico Fase 2 – Raccolta dati esistenti Fase 3 – Analisi delle condizioni di sicurezza geologica degli edifici e della loro resilienza Fase 4 – Suggerimenti per l’integrazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) Fase 5 – Formazione e divulgazione. Nel dettaglio queste fasi prevedono: Fase 1 – Sviluppo questionari per la valutazione della resilienza dell’edificio scolastico Al fine di aumentare la precisione della valutazione della resilienza degli edifici scolastici, analogamente a quanto già fatto per gli insegnanti e il personale ATA, verranno sviluppati dei questionari adatti a essere sottoposti agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e ai loro genitori. I questionari rivolti agli studenti saranno sei, differenziati per fasce di età. La differenza fra i vari questionari sarà prima di tutto di tipo metodologico (i quesiti saranno posti in modo diverso a seconda del grado di sviluppo e scolarizzazione degli studenti), ma anche contenutistico (i quesiti stessi saranno diversi a seconda del grado di scolarizzazione degli studenti). Tutti i questionari rivolti agli studenti, indipendentemente dalla fascia di età a cui si rivolgono, saranno basati sulla metodologia active assessment. L’active assessment è una metodologia in cui la valutazione delle conoscenze e competenze degli studenti non è posta in modo impositivo o addirittura punitivo, ma come parte integrante del loro percorso formativo e che stimola un atteggiamento attivo, creativo e positivo da parte degli studenti nel rispondere ai quesiti. Al termine della fase di preparazione, saranno sottoposti al giudizio di un team di insegnanti esperti per valutare l’appropriatezza del questionario elaborato rispetto alla fascia di età di riferimento. Come garanzia di oggettività gli insegnanti che giudicheranno i questionari non apparterranno alle scuole oggetto di indagine del progetto; inoltre il team valutatore comprenderà insegnanti di ogni ordine e grado, appartenenti a istituti diversi e alcuni di essi potranno anche essere gli insegnanti responsabili della sicurezza della propria scuola. Successivamente i questionari saranno testati su dei piccoli gruppi di studenti per verificare che siano effettivamente comprensibili e fattibili per gli studenti. Il questionario rivolto ai genitori è unico per ogni ordine e grado scolastico e, come per i questionari degli studenti, prima della distribuzione verrà svolto un pre-test su un campione di genitori al fine di testare la comprensibilità delle domande e l’efficacia della modalità di distribuzione. 6
Fase 2 – Raccolta dati esistenti e consegna alle scuole dei questionari per la valutazione della resilienza Conseguentemente alla scelta degli edifici, che deve avvenire secondo i criteri di seguito illustrati, è avviata la fase di raccolta della documentazione esistente. I criteri per la scelta degli edifici sono: 1. la pericolosità sismica dell’area; 2. la pericolosità geomorfologica dell’area; 3. la pericolosità idraulica dell’area; 4. la tipologia di istituto e il numero di studenti presenti; 5. la tipologia costruttiva dell’edificio e l’anno di costruzione. I documenti da reperire sono: cartografia di base: Cartografia Tecnica Regionale – CTR; Cartografia Geologica; principali strumenti di pianificazione urbanistica e di gestione/controllo del territorio (Piani Strutturali Comunali – PSC, Piano Assetto Idrogeologico – PAI, Piano di Bacino Stralcio Idrogeologico e Idraulico, Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia – IFFI); immagini ottiche aeree e dati interferometrici ad altissima risoluzione (PS); caratteristiche costruttive degli edifici (materiale e anno di costruzione, aspetti distributivi, vie di fuga, aree di pertinenza, etc.); piani di Protezione Civile Comunale (PPCC). Contestualmente alla raccolta dei materiali propedeutici alla valutazione dei rischi geologici, saranno consegnati alle scuole i questionari per la valutazione della resilienza sviluppati e testati nella Fase 1. Fase 3 – Analisi delle condizioni di sicurezza geologica degli edifici I dati bibliografici acquisiti sono integrati tramite sopralluoghi e dove necessario tramite studi di dettaglio sulle condizioni geologiche-geomorfologiche delle zone in esame. L’utilizzo di strumenti quali il GPS ad alta precisione permette, dove necessario, l’affinamento del dato topografico, la mappatura di eventuali aree critiche sia dal punto di vista idraulico (arginature fluviali, dissesto di sponde e/o argini, problemi di sifonamento, etc.) che idrogeologico (aree di frana, zone di distacco e accumulo di blocchi rocciosi, etc.). Il ricorso all’interferometria radar da satellite (tecnica dei riflettori permanenti, Ferretti et al., 2001) consente di valutare eventuali deformazioni pregresse delle aree di interesse, valutarne l’entità e il possibile trend evolutivo. L’utilizzo di metodi di acquisizione rapida di dati topografici, di monitoraggio delle deformazioni e di risposta alle sollecitazioni sismiche fornisce informazioni necessarie per la stima qualitativa del rischio geologico al quale l’edificio è sottoposto. Durante i rilievi di campagna sono utilizzate le schede di campagna (check-list) messa a punto nell’ambito del Progetto Pilota “Diffondere la conoscenza e la consapevolezza dei rischi geologici – Sfruttare la conoscenza, l’innovazione e l’educazione per sviluppare la cultura della sicurezza geologica nelle scuole” e del Progetto “Diffondere la conoscenza e la consapevolezza dei rischi idrogeologici – Sfruttare la conoscenza, l’innovazione e l’educazione per sviluppare la cultura della sicurezza geologica nelle scuole”. Tali schede presentano sia una sezione dedicata alle caratteristiche dell’edificio sia una all’area su cui esso insiste, tutte informazioni necessarie alla valutazione della salvaguardia degli occupanti e del loro eventuale allontanamento (sistemi di evacuazione, aree di attesa, sistema viario). Per ciascun edificio analizzato i risultati dell’integrazione dei dati bibliografici con quelli dei sopralluoghi e con le risposte al questionario on-line, realizzato sempre nell’ambito del Progetto Pilota “Diffondere la conoscenza e la consapevolezza dei rischi geologici – Sfruttare la conoscenza, l’innovazione e l’educazione 7
per sviluppare la cultura della sicurezza geologica nelle scuole” e del Progetto “Diffondere la conoscenza e la consapevolezza dei rischi idrogeologici – Sfruttare la conoscenza, l’innovazione e l’educazione per sviluppare la cultura della sicurezza geologica nelle scuole”, e finalizzato alla valutazione del grado di conoscenza e consapevolezza dei rischi geologici da parte dei lavoratori degli edifici scolastici, sono sintetizzati in una scheda. Anche la scheda di sintesi è stata sviluppata appositamente nell’ambito del Progetto Pilota, e riassume in un Indice di Sicurezza Geologica quanto la scuola sia soggetta o no ai rischi geologici. Per una descrizione approfondita delle tecniche di rilievo dei rischi geologici impiegate, delle schede di rilievo di campagna e della scheda di sintesi dell’Indice di Sicurezza Geologica, si faccia riferimento al Report 3.0 – Report Finale inviato al termine del Progetto Pilota. Fase 4 – Suggerimenti per l’integrazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) di tutte le scuole oggetto di studio è analizzato e ne è valutata la completezza rispetto ai rischi geologici. Sulla base dei risultati ottenuti, per ciascuna scuola, viene suggerita un’integrazione riguardante i tre rischi geologici da inserire nel DVR, al fine di favorire la futura integrazione tra il Piano di Emergenza (PE) della scuola e il Piano di Protezione Civile Comunale (PPCC). Tale valutazione dei rischi geologici dovrà essere aggiornata dopo ogni mutamento dell’assetto architettonico e/o strutturale dell’edificio, dopo ogni variazione dell’ambiente circostante (sistema viario, destinazione d’uso del territorio, interventi di ingegneria ambientale), ad ogni variazione della modalità di fruizione degli spazi (in particolare in caso di variazioni significative degli affollamenti o della destinazione d’uso) e dovrà essere messo a disposizione di tutto il personale impiegato nella scuola come parte integrante del percorso formativo. Fase 5 – Formazione e divulgazione Le conoscenze acquisite nell’ambito di queste attività sono messe a disposizione, in forma chiara e divulgativa, del personale che opera nella scuola. Questa fase divulgativa è volta principalmente a sviluppare la resilienza dei “lavoratori” delle scuole, attraverso la diffusione della conoscenza e della consapevolezza dei rischi geologici, sfruttando la conoscenza e l’innovazione per sviluppare la cultura della sicurezza geologica nelle scuole. 8
3. PIANO DI ATTIVITÀ Il presente progetto pilota, di durata annuale, prevedrà 4 differenti fasi di attività che vanno dal reperimento, integrazione ed elaborazione dei dati geologici e ambientali per ciascuno degli edifici selezionati dalla Direzione Scolastica Regionale d’intesa con la Regione Toscana, fino alla definizione dell’Indice di Sicurezza Geologica per ciascuna scuola e alla formazione del personale lavoratore riguardo ai rischi geologici. L’attività sarà svolta secondo il seguente cronoprogramma (Figura 1). set- ott- nov- dic- gen- feb- mar- apr- mag- giu- lug- ago- 16 16 16 16 17 17 17 17 17 17 17 17 Scelta Scuole Report Preliminare Fase 1 – sviluppo questionari Fase 2- raccolta materiale Fase 3 - Rilievi di campagna Report Intermedio Fase 4 - Elaborazione dati Fase 5 - Divulgazione Report Finale Figura 1 – Cronoprogramma delle attività previste. E’ prevista la consegna di un rapporto preliminare all’avvio del progetto, di un rapporto intermedio dopo sei mesi ca. dalla stipula della convenzione, e più precisamente al termine della Fase 2 – Rilievi di campagna e di un rapporto finale a fine progetto. La presentazione dei risultati sarà preceduta da una giornata di formazione per i soggetti coinvolti nel progetto. 9
4. BIBLIOGRAFIA Colesanti C., Ferretti A., Prati C. and Rocca F., 2003a. Monitoring landslides and tectonic motions with the Permanent Scatterers Technique. Engineering Geology, 68, 3 –14. Colesanti C., Ferretti A., Novali F., Prati C. and Rocca F., 2003b. SAR monitoring of progressive and seasonal ground deformation using the Permanent Scatterers Technique. IEEE Trans. Geosci. and Remote Sens., 41 (7), 1685-1701. Calvi G.M., 1999. A displacement-based approach for vulnerability evaluation of classes of buildings. Journal of Earthquake Engineering, 3 (3), 411-438. Campana S., 2006. DGPS e mobile GIS per l’archeologia dei paesaggi. In Laser scanner e GPS: paesaggi archeologici e tecnologie digitali 1. Atti del workshop, 3 marzo 2005, Grosseto. Edizioni all’Insegna del Giglio. Firenze: 201-225. Casagli N., Colombo D., Ferretti A., Guerri L. and Righini G., 2008. Case Study on Local Landslide Risk Management During Crisis by Means of Remote Sensing Data. Proceedings of the First World Landslide Forum, Tokyo Japan. Ferretti A., Prati C. and Rocca F., 2001. Permanent Scatterers in SAR interferometry. IEEE Trans. Geosci. Remote Sens. 39 (1), 8 –20. Ferretti A., Franchioni G. and Jurina L., 2003. Valutazione degli effetti di scavi in falda sui cedimenti strutturali di edifici mediante utilizzo di tecniche satellitari SAR. Convegno Internazionale “Crolli e stabilità delle strutture”, Università di Napoli. Gallipoli M.R., Mucciarelli M., Castro R.R., Monachesi G. and Contri P., 2004. Structure, soil-structure response and effects of damage based on observations of horizontal-to-vertical spectral ratios of microtremors. Soil Dynamics and Earthquake Engineering, 24, 487-495. Higgins M.B., 1999. Heighting with GPS: Possibilities and Limitations. In the Proceedings of: Geodesy and Surveying in the Future: The Importance of Heights. Jubilee Seminar: 25 Year of Motorised Levelling, Sponsored by Commission 5 of the International Federation of Surveyors (FIG), Gavle, Sweden, March 15-17. Horritt M.S. and Bates P.D., 2002. Evaluation of 1D and 2D numerical models for predicting river flood inundation. Journal of Hydrology, 268, 87-99. Massa M., Marzorati S., Ladina C. and Lovati S., 2010. Urban seismic station: soil-structure interaction assessment by spectral ratio analyses. Bulletin of Earthquake Engineering 8, 723-738. Massonet D., Feigl K., Rossi M. and Adragna F., 1994. Radar interferometric mapping of deformation in the year after the Landers earthquake. Nature, 369, 227-230. Massonnet D. and Feigl K.L., 1998. Radar interferometry and its application to changes in the Earth’s surface. Reviews of Geophysics, 36, 441-500. Mastin M.C. and Fossness R.L., 2008. Bathymetry and near-river topography of the Naches and Yakima rivers at Union Gap and Selah Gap, Yakima Country, Washington, August 2008. U.S. Department of the Interior and U.S. Geological Survey, Data Series 475, pp. 16. Nakamura Y., 1989. A method for dynamic characteristics estimations of subsurface using microtremors on the ground surface. Quaterly Report of Railway Technical Research Institute, Tokyo, 30, 25-33. Nakamura Y., Gurler E.D. and Saita J., 1999. Dynamic characteristics of leaning tower of Pisa using microtremor – Preliminary results. 25th Japan Conference on Earthquake Engineering, July 29-31 1999, Tokyo (Japan), extended abstract. Parolai S., Bormann P. and Milkereit C., 2002. New relationships between Vs, thickness of the sediments and resonance frequency calculated by means of H/V ratio of seismic noise for Cologne area (Germany). Bull. Seism. Soc. Am., 92 (6), 2521-2527. Rosen P.A., Hensley S., Joughin I.R., Li F.K., Madsen S.N., Rodriguez E. and Goldstein R.M., 2000. Synthetic aperture radar interferometry. Proc. I.E.E.E. 88 (3). 333-382. 10
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