DI COSA SI TRATTA? E' UNA NUOVA INIZIATIVA DELLA COMUNITA' EUROPEA PER CREARE OPPORTUNITA' DI VOLONTARIATO E DI LAVORO SOLDALI PER GIOVANI, NEL ...

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DI COSA SI TRATTA? E' UNA NUOVA INIZIATIVA DELLA COMUNITA' EUROPEA PER CREARE OPPORTUNITA' DI VOLONTARIATO E DI LAVORO SOLDALI PER GIOVANI, NEL ...
DI COSA SI TRATTA?
E' UNA NUOVA INIZIATIVA DELLA COMUNITA'
   EUROPEA PER CREARE OPPORTUNITA' DI
 VOLONTARIATO E DI LAVORO SOLDALI PER
 GIOVANI, NEL LORO PAESE O ALL'ESTERO.
DI COSA SI TRATTA? E' UNA NUOVA INIZIATIVA DELLA COMUNITA' EUROPEA PER CREARE OPPORTUNITA' DI VOLONTARIATO E DI LAVORO SOLDALI PER GIOVANI, NEL ...
ALCUNE INFORMAZIONI

• Il programma è diventato operativo con il Regolamento UE
  1475 pubblicato in ottobre 2018
• Ha un budget di 340 milioni
• L'obiettivo principale è di coinvolgere 100 mila giovani in
  attività di solidarietà
• Promuove un asse occupazionale per l'attivazione di tirocini o
  contratti di lavoro per giovani tra i 18 e i 30 anni in enti e
  organizzazioni impegnati in progetti e iniziative connesse alla
  solidarietà.
OBIETTIVO SOLIDARIETA'

Promuovere la solidarietà attraverso una serie di nuove
azioni e strumenti che raccolgono l‟eredità del Servizio
volontario europeo (Sve) e degli Scambi giovanili, fino a oggi il
principale strumento per mettere in atto progetti per la
mobilità di giovani in Europa.
AZIONI
PROGETTI DI VOLONTARIATO: da 2 settimane a 12 mesi, a seconda che siano
individuali o di gruppo; potranno svolgersi nel paese di residenza dei partecipanti o in un
altro territorio dell‟Unione Europea. Particolare attenzione viene data al coinvolgimento di
partecipanti con minori opportunità.

PARTNERSHIP DI VOLONTARIATO: specifici progetti di volontariato su base
triennale proposti da organizzazioni con esperienza, per rispondere a importanti bisogni
della società.

GRUPPI DI VOLONTARI ATTIVI: progetti da svolgersi su aree individuate come
prioritarie dalla Commissione stessa. Per il 2019 le tematiche individuate sono:
integrazione di persone provenienti da paesi terzi (inclusi rifugiati e richiedenti asilo),
risposta alle sfide ambientali, prevenzione dai disastri e tutela del patrimonio culturale.
L‟azione verrà gestita in maniera centralizzata da Bruxelles.
PROGETTI DI SOLIDARIETA': giovani tra 18 e i 30, anche se non costituiti
formalmente in associazione, possono presentare le loro idee; le proposte dovranno
avere una durata compresa tra 2 e 12 mesi e dovranno focalizzarsi su tematiche locali
connesse alla solidarietà, ma con un valore aggiunto europeo. Per questa azione non è
richiesto l‟accreditamento.

                      La nuova guida al programma ribadisce:
          • L'importanza della formazione e della certificazione delle esperienze e delle competenze
            (allo scopo verranno messe a disposizione risorse per la formazione, l‟accompagnamento e
            il supporto).
          • La necessità di offrire ai giovani la possibilità di fare un'esperienza di studio all'estero
          • L'importanza per gli operatori giovanili di sviluppare competenze interpersonali e
            migliorare le prospettive professionali grazie ad opportunità di formazione e condivisione
            in Europa e nel mondo.
L'ACQUA È UN BENE COMUNE PER
     LA VITA. TUTTAVIA...
 Gli effetti dei mutamenti climatici, l'inquinamento, gli sprechi, la
 rendono una risorsa sempre più scarsa e al centro di gravi tensioni
 sociali, in particolare nei paesi del sud del mondo.

   Anche in ITALIA la corretta gestione dell'acqua
   presenta delle criticità urgenti:
 • 18 milioni di cittadini scaricano reflui nei fiumi, laghi e nel mare senza
   depurazione
 • 9 milioni non sono serviti dalla rete fognaria,
 • 1 milione beve acqua del rubinetto in deroga ai parametri di qualità
   per arsenico, boro e fluoruri.
 • Business sui canoni di concessione per le acque minerali concessi a
   pochi.
L'IMPEGNO DI LEGAMBIENTE

Legambiente si batte affinché l'accesso all'acqua sia pubblico e non
venga mercificato. In particolare...

• Promuove nuove politiche di gestione il cui obiettivo è ridurre i
  consumi e raggiungere maggiore efficienza degli usi;
• Propone di creare una tariffazione diversificata utile per
  incentivare le buone pratiche e penalizzare gli eccessi di
  consumo;
• Denuncia situazioni a rischio e illegalità;
• Incentiva a prenderne coscienza ed iniziare ad attuare azioni
  sostenibili nel quotidiano per i cittadini e le amministrazioni
#ProtectWater

Per incoraggiare la partecipazione alla consultazione e per impedire che la Direttiva Acque
venga modificata, è stata costituita una coalizione di associazioni che si chiama “Living
Rivers” Europe.
La campagna #protectwater, è guidata a livello europeo da WWF, European
Environmental Bureau, European Anglers Alliance, European Rivers Network e Wetlands
International, e ad oggi conta oltre 100 associazioni europee.
Legambiente, che fa parte del network EEB (European Environmental Bureau), ha aderito
alla campagna #protectwater chiede alla Commissione Europea di ribadire l‟efficacia della
Direttiva Acque, che fino ad oggi ha consentito di proteggere fiumi, laghi, torrenti, zone
umide e falde acquifere, invitando gli Stati Membri di applicarla con rigore.
DEFLUSSO MINIMO VITALE E
           QUALITÀ DEI CORPI IDRICI

Il D. M. V. è il quantitativo di acqua rilasciata da una qualsiasi opera di captazione sull'asta di un
qualsiasi corso d'acqua in grado di garantirne (a breve e lungo termine) la naturale integrità
ecologica, seppure con popolazione ridotta. Questo valore spesso non viene rispettato a causa
delle captazioni ad uso irriguo o energetico; durante il periodo estivo molti dei nostri corsi
d'acqua si presentano in secca totale. Ciò accade a causa alla deroga per cui è possibile, nei mesi
estivi, prevedere un D. M. V. ridotto di 1/3 dal valore standard.
Legambiente sostiene che debba esserci un‟inversione di marcia: aumentare i controlli e
incrementare i misuratori di portata sulle prese d‟acqua, un primo passo per il miglioramento
dello stato di salute e della tutela dei nostri fiumi.
DISSESTO IDROGEOLOGICO

Un altro grande problema del nostro territorio è il dissesto idrogeologico: i cambiamenti climatici
ci mettono di fronte a fenomeni contrastanti: da una parte le precipitazioni intense e violente e
dall'altra l‟emergenza siccità, provocando problemi di frane e alluvioni.
Fronteggiare le emergenze che ne derivano genera costi insostenibili ed una dispersione delle
risorse che dovrebbero invece essere destinate ad un‟efficace politica di prevenzione.
Per questo è urgente agire rapidamente e con interventi concreti.
Per arginare la vulnerabilità dei territori bisognerebbe:

             •   Adeguare le politiche regionali per la tutela e la prevenzione del rischio
             •   Rivedere le mappe
             •   Pianificare la lotta agli illeciti ambientali
             •   Demolire gli immobili abusivi
             •   Delocalizzare rapidamente i beni esposti al pericolo di frane e alluvioni.
FIUME: UN BENE COMUNE

Il fiume è un bene comune che va tutelato, ma non è sufficiente una sua buona gestione
dall‟alto.
Spesso i cittadini lo considerano un luogo di “nessuno” e quindi posto ideale per discariche
abusive ed illeciti di vario tipo.
Sono molto utili quindi luoghi di confronto e di azione allargati come i contratti di fiume e di
lago, che creano consapevolezza tra i diretti interessati, facilitano un legame territoriale e danno
la possibilità di trattare il fiume come un unico essere vivente.
E‟ importante però anche supportare e far nascere progetti rivolti ai cittadini con l‟obiettivo di
riportarli a rispettare i fiumi.

Legambiente è capofila per 3 anni del progetto LIFE VisPO proprio con questo
scopo.
I RIFIUTI DISPERSI NEI MARI E NELLE
ACQUE INTERNE:
A causa del continuo accumulo i rifiuti marini stanno diventando un problema sempre più
esteso, di complessa quantificazione e che richiede soluzioni sinergiche che coinvolgano
politici, amministrazioni, imprese e cittadini per essere arginato.

Si stima che ogni anno vengano dispersi negli oceani di tutto il mondo dalle
8 alle 12 milioni di tonnellate di rifiuti, per l’80% costituiti da plastica.

Di questi rifiuti la maggior parte affonda (oltre il 70%) diventando pressoché irraggiungibile.
I rifiuti in plastica che restano dispersi incorrono in processi di frammentazione che generano
microplastiche (frammenti con dimensione minore di 5 mm) e che entrano molto più
facilmente nella rete trofica.
FISHING FOR LITTER

La prevenzione è la prima soluzione da mettere in campo.
L'unica misura individuata per la rimozione dei rifiuti già dispersi sui fondali
marini è il fishing for litter, un‟azione che coinvolge direttamente i pescatori e
la loro attività di pesca (principalmente quelli che praticano lo strascico).
Una misura necessaria prevista dalla direttiva europea Marine Strategy ma
che in Italia è ostacolata dalle normative vigenti: oggi, infatti, fatta eccezione
per alcuni progetti pilota, questa pratica è ostacolata dalla mancanza di una
definizione normativa dei rifiuti marini, e i pescatori sono purtroppo costretti
a ributtare in mare i rifiuti pescati.
E‟ urgente l‟approvazione di una legge che consenta finalmente a queste
attività di potersi svolgere regolarmente anche in Italia.
L‟Italia inoltre dovrebbe anticipare i tempi della direttiva europea sulla
plastica monouso approvando subito una legge nazionale, ribadendo
però, a differenza di quanto contenuto oggi nelle bozze in circolazione, il
ruolo importante delle bioplastiche, un tema da sottolineare anche nella
discussione europea.

Il nostro Paese deve mantenere la sua indiscussa leadership normativa,
essendo stato il primo a mettere al bando, oltre gli shopper di plastica,
anche i cotton - fioc e le microplastiche nei cosmetici, misure ricalcate
dall‟Europa nella proposta di direttiva.
Legambiente da anni svolge indagini sulla dispersione dei rifiuti negli ambienti marini e lacustri,
grazie ai propri volontari e a collaborazioni con enti di ricerca, essenziali per comprendere quali
attività generano la presenza di questi rifiuti nell‟ambiente, e come agire per prevenire il problema.

Solo nel 2018, l‟indagine Beach litter sui rifiuti spiaggiati, ha consentito di monitorare, censire e
recuperare 48.388 rifiuti rinvenuti in 78 spiagge italiane per un‟area complessiva di 416.850 mq ed
una media di 620 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia (lineari) campionata: circa 6,2 rifiuti per ogni metro
di spiaggia.

L‟80% di questi è rappresentato da rifiuti in plastica, ed il 42% dei rifiuti trovati complessivamente è
rappresentato da rifiuti usa e getta (imballaggi di alimenti, bottiglie, carte di dolciumi, cotton - fioc,
imballaggi per assorbenti igienici, pannolini e cartucce dei fucili.
MICROPLASTICA NEI LAGHI ITALIANI
Il problema dei rifiuti nelle acque non riguarda soltanto mari e oceani, ma anche fiumi e
laghi. Per l‟Italia il primo studio che ha preso in considerazione i principali laghi è quello di
Legambiente ed Enea.
I campionamenti vengono effettuati nell'ambito della Goletta dei Laghi, la campagna di
Legambiente dedicata allo stato di salute dei bacini lacustri.
Dal 2016 la Goletta dei Laghi ha allargato il proprio fronte di indagine anche alla presenza
di microplastiche nelle acque interne.
Le principali criticità che minacciano i nostri laghi e i loro ecosistemi sono:

                      •   Scarichi non depurati e inquinanti
                      •   Rifiuti in acqua
                      •   Perdita di biodiversità
                      •   Cementificazione delle coste (legale e illegale)
                      •   Captazione delle acque
                      •   Incuria ai danni dell‟intero sistema territoriale lacustre
ALCUNI DATI SUI RIFIUTI
Tra i materiali più trovati dalla Goletta dei Laghi configurano:

 • > 80% plastica
 • vetro/ceramica
   (10,3%)
 • metallo (4,7%)                    Sul podio dei rifiuti più trovati ci sono:
 • carta/cartone
   (4,1%).                         • mozziconi di sigaretta, 29,4%
                                   • frammenti di plastica, (residui di materiali che hanno già iniziato il loro
                                     processo di disgregazione)
                                   • bottiglie e pezzi di vetro (7,4%)
                                   • sacchetti di patatine e dolciumi (5,6%)
                                   • bastoncini per la pulizia delle orecchie (3,5%);
                                   • frammenti di carta (3,34%).
FIUMI EUROPEI A RISCHIO

Oggi il 60% degli ecosistemi acquatici europei non è in buono “stato di salute” dato il
sovra-sfruttamento di questa risorsa, la costruzione di infrastrutture impattanti e ad
un'agricoltura insostenibile.

Tramite la consultazione pubblica gli Stati membri hanno convenuto di porre fine a
questo problema e di raggiungere "un buono stato" per le loro acque entro il 2027 (la
scadenza originale del 2015 non è stata rispettata).

Il nodo non è cambiare la Direttiva, ma applicarla correttamente e pienamente in tutti gli
Stati Membri.
La maggior parte delle sorgenti, laghi e fiumi europei non passa la prova ambientale.
Nonostante gli sforzi per migliorare la qualità delle acque, allo stato attuale più della metà
di queste risorse idriche non raggiunge neppure il “buono stato ecologico”, lo standard
minimo fissato dall‟Unione Europea.

A dimostrarlo è il nuovo rapporto dell‟Agenzia europea per l‟Ambiente (AEA) dal titolo
«Acque europee – valutazione della situazione e delle pressioni 2018».

Il documento fornisce una valutazione aggiornata dello stato di salute di oltre 130.000
corpi idrici superficiali e sotterranei sulla base dei dati acquisiti e riportati da oltre 160 dei
cosiddetti piani di gestione dei bacini idrografici nazionali relativi al periodo dal 2010 al
2015.
ACQUE ITALIANE:
  MENO DELLA META’ IN BUONO STATO
FIUMI: il 43% dei 7494 fiumi è in un “buono stato ecologico”, come richiesto dalla Direttiva Quadro
Acque (2000/60/CE).

LAGHI: dei 347 presenti solo il 20% è “in regola” con la normativa europea.

FAUNA ITTICA: su oltre 80 specie di pesci, il 52% non appartiene alla fauna nostrana (alloctona)
e nel restante 48% molti pesci sono in difficoltà, come lo Storione (Acipenser sturio), lo Storione cobice
(Acipenser naccarii) o la Lampreda di fiume (Lampetra fluviatilis).

ACQUE SOTTERRANEE: solo il 57% dello stato chimico degli 869 corpi idrici considerati è buono, e
una gran parte non è nemmeno classificato.
LAGHI IN PIEMONTE

I fenomeni legati al ritiro dei ghiacciai, a partire dalla fine del Pleistocene, hanno favorito
la formazione della maggior parte dei numerosi laghi piemontesi.
Molti di essi sono di piccole dimensioni, ma non mancano laghi molto grandi come il
Lago Maggiore.
I principali laghi piemontesi sono sottoposti a programmi di monitoraggio per la
valutazione dello stato generale della qualità delle acque su scala regionale.

I dati del triennio 2014-2016 evidenziano come il 100% dei corpi idrici lacustri monitorati
ricada in classe Non Buono, pertanto nessun lago ha raggiunto gli obiettivi di qualità
previsti dalla direttiva.

Il mancato raggiungimento è determinato sempre dalla classe di Stato Ecologico.
Legambiente, nell‟ambito della campagna Goletta dei Laghi, esegue analisi
microbiologiche su alcuni punti critici individuati grazie alle segnalazioni dei
cittadini e dei circoli locali della Legambiente.
Le analisi effettuate hanno lo scopo di scovare situazioni a rischio per mancata
depurazione che causano l‟arrivo di acque non adeguatamente depurate a lago.
La campagna 2018 di Goletta dei Laghi ha confermato una situazione critica da
tempo su questo fronte: su sette punti campionati, la maggior parte risulta fuori dai
limiti previsti dalla legge.
QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI IN
            PIEMONTE

    Dal 2015 l’Italia e il Piemonte avrebbero dovuto rispettare la direttiva
    europea Water Framework, che prevede il raggiungimento del “buono
    stato ecologico” delle acque. Ma i nostri fiumi sembrano ancora lontani
    dall'obiettivo.

  Il processo di marginalizzazione delle aree fluviali, oltre ad avere conseguenze dal punto di
  vista ambientale, costituisce un forte impoverimento del territorio dal punto di vista sociale
  ed economico, impedendo svariate attività che potrebbero avere un enorme impatto dal
  punto di vista ricreativo, culturale, sociale ed educativo.
STATO DEL FIUME PO
Anche il Po dovrebbe raggiungere il livello “buono” nella scala di qualità delle
acque, ma senza il rispetto delle portate minime a monte della città e di un
adeguamento dei sistemi di depurazione, questo obiettivo non è raggiunto.
Ad oggi il degrado del Po è presente sotto diversi aspetti:

     • degrado della qualità delle acque per inquinamento
       organico e chimico
     • degrado fisico causato dalla cementificazione degli argini
     • degrado faunistico come conseguenza degrado paesaggistico
       dovuto alla presenza nelle acque e sulle sponde di rifiuti
     • degrado dei fondali dovuto all‟accumulo di detriti da piene
       ed esondazioni
BALNEABILITÀ

L'inizio della stagione balneare in Piemonte nel 2018 è iniziata il 15 maggio ed è terminata il
30 settembre.
Le zone di balneazione del Piemonte sono state 94 situate su sette laghi naturali (Lago
Maggiore, Lago d'Orta, Lago di Mergozzo, Lago di Viverone, Lago di Avigliana, Lago Sirio,
Lago di Candia) e due corsi d‟acqua (Torrenti Cannobino e San Bernardino).

Nel corso della stagione 2018 è stato svolto un monitoraggio di studio di una zona in
comune di Arona, Spiaggia Vevera, tuttora oggetto di interventi di adeguamento.
RETE NATURA 2000 IN PIEMONTE
              Si definisce così un quadro comune per la conservazione delle
              piante, degli animali e degli habitat

              RETE NATURA 2000 IN PIEMONTE è costituita da 2
              tipologie di aree che possono coesistere o essere congiunte:

               • Siti di Importanza Comunitaria (SIC), individuati
                 dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE

               • Zone di Protezione Speciale (ZPS), ai sensi
                 della Direttiva Uccelli 79/409/CEE

L„intento è quello di far conoscere al pubblico la ricchissima biodiversità del Piemonte, favorire
la corretta gestione degli ambienti, applicare sistemi di protezione.
Grazie per l’attenzione!
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