Deforestazione, ecco i nuovi obiettivi per il 2030 - ilSottosopra
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Deforestazione, ecco i nuovi obiettivi per il 2030 Ogni anno è stimata una perdita di circa 13 milioni di ettari di foresta. Di questo passo entro il 2050, oltre 230 milioni di ettari di foresta, pari all’intere aree forestali di 4 paesi messe insieme, scompariranno dal nostra pianeta. Era stato proposto dal WWF di raggiungere entro il 2020 un Obiettivo Zero di deforestazione e di degrado forestale, grazie alla creazione di un rapporto di alleanza tra politici e imprese, che doveva diventare un punto di riferimento innovativo per evitare pericolosi cambiamenti climatici e ridurre la perdita di biodiversità. Portare a termine un programma del genere creerebbe una svolta nella vita di tutti in quanto, rinaturare almeno 350 milioni di ettari di foreste entro il 2030 potrebbe generare un beneficio economico di circa 140 miliardi di euro l’anno, senza considerare i vantaggi per quanto riguarda la mitigazione dei cambiamenti climatici grazie al raccoglimento da parte delle piante di 5 miliardi di tonnellate di CO2. Per raggiungere un obiettivo “deforestazione 0” sarà necessario ridurre ai minimi la perdita forestale, infatti piantare nuove tipologie di piante legnose non rappresenta una compensazione della perdita di foresta originaria. E così comincia il 2021… “So It begins”. Queste erano le parole pronunciate da Theoden nel film “Il Signore degli anelli – Le due Torri” poco prima
della battaglia più importante. Quasi fosse un presagio di quello che sarebbe arrivato in seguito. Facendo un parallelismo possiamo dire che anche questo 2021 è appena cominciato e in soli sei giorni sono successe tantissime cose. Si è partiti con un presidente del consiglio comunale che sparava dal balcone di casa, passando per il caos che ha coinvolto anche il sindaco arrivando fino a ciò che è successo oggi. Dei sostenitori di Trump hanno preso d’assalto Capitol Hill per protestare contro la vittoria di Joe Biden alla presidenza. Quest’ultimo ha definito questo evento come “un’insurrezione”. Cosa aspettarsi da questo nuovo anno visto tutto quello che è successo in così pochi giorni? Anche all’inizio del 2020 ci furono diverse notizie che fecero scalpore. Si pensi agli incendi in Australia, la morte di Kobe Bryant, il rischio di una terza guerra mondiale e poi le dichiarazioni dell’OMS sul Covid-19: “pandemia”! Tutti questi accadimenti, man mano sempre più intensi, sembravano prepararci a ciò che poi abbiamo visto da marzo 2020 in poi. L’augurio ovviamente è che tutti questi eventi siano soltanto una “casualità” e che quest’anno possa essere il più tranquillo e sereno possibile. L’eolico, il nuovo alleato
dell’Italia contro il cambiamento climatico Ultimamente l’Italia sta scegliendo i propri alleati per far fronte al fenomeno del cambiamento climatico e, fra questi c’è proprio l’eolico, un settore in grado di sostenere il Paese dal punto di vista economico ed occupazionale, migliorandone gli aspetti sociali. Nel dettaglio se si installassero gli impianti eolici previsti dal Pniec (Piano nazionale integrato di energia e clima), ci sarebbe un incremento dell’occupazione con 67.200 posti di lavoro, collocati maggiormente nel Meridione. Ogni anno, ha dichiarato l’Anev (Associazione nazionale energia del vento), che questo settore crea un flusso monetario di circa 3,5 miliardi di euro, senza considerare la crescita a livello occupazionale, che ad oggi ammonta a oltre 27.000 addetti. Un recente studio ha inoltre dimostrato che nel 2019 è stata prodotta energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico di 20 milioni di persone, risparmiando così 12 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, l’equivalente di 25 milioni barili di petrolio. Premio Nobel per la Pace 2020 9 Ottobre 2020. Il World Food Programme (WFP), conosciuto anche come Programma Alimentare Mondiale (PAM), ha vinto il premio Nobel per la pace combattendo la fame in molti Paesi poveri.
Questa ONG italiana, con sede a Roma, è stata fondata nel 1961 e sin dall’inizio si è posta l’obbiettivo di raggiungere la sicurezza alimentare migliorando la nutrizione entro il 2030; eppure, nel mondo, una persona su nove non ha ancora cibo a sufficienza. Nel 2019 si è registrato il più grande numero di persone afflitte da fame acuta da molti anni a questa parte: 135 milioni di povera gente è costretta a lottare con le unghie e con i denti per sopravvivere e vincere questo enorme ostacolo. Il WFP ha sostenuto 100 milioni di persone in 88 Paesi perseguitati dalla denutrizione e dalla debolezza. La stessa organizzazione ritiene che combattendo la fame, motivo principale delle contese e delle guerre in quei territori, si ridurrebbe il numero dei conflitti armati e, quindi, dei morti. Come sappiamo, nel 2020, si è diffusa la pandemia da Covid. Il PAM ha sfidato questi due antagonisti per far rispettare anche dove risulta difficile il diritto al cibo per tutti. Berit Reiss-Andersen, presidente del Comitato per il Nobel Norvegese, sostiene che il mondo rischia di affrontare una crisi alimentare di proporzioni inimmaginabili se il World Food Programme e le altre organizzazioni che si occupano di sicurezza alimentare non ricevono il sostegno finanziario di cui hanno bisogno. «Assicurare che le persone non muoiano di fame è un obbligo per tutti gli stati del mondo – ha detto ancora nella conferenza stampa da Oslo – il coronavirus e gli altri problemi suscitati dalla pandemia hanno definitivamente rafforzato le ragioni del premio».
Pirateria online: sequestrato il 90% della pirateria audiovisiva ed editoriale Un articolata indagine da parte della Guardia di Finanza di Gorizia contro i maggiori centri di divulgazione illegale di contenuti audiovisivi ed editoriali, ha portato alla chiusura di ben 58 siti web illegali e 18 canali Telegram per un totale di 80 milioni di accessi annuali. Le indagini hanno preso atto in Friuli Venezia Giulia, all’inizio del 2019, in seguito ad alcuni approfondimenti nei confronti di un uomo, che si nascondeva sotto il nickname di Diabolik. Le inchieste sono proseguite in Puglia, in Emilia Romagna e infine anche all’estero (Germania, Olanda e Stati Uniti) con un riscontro di altri tre divulgatori di contenuti protetti dal copyright. Sono ancora in corso analisi sulle IPTV (Internet Protocol Television) illegali per identificare circa un migliaio di abbonati al “pezzotto” che verranno segnalati alla magistratura.
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