Dalle mappe di pericolosità e di rischio al Piano di gestione delle alluvioni

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Dalle mappe di pericolosità e di rischio al Piano di gestione delle alluvioni
Progetto di Variante al PAI

Dalle mappe di pericolosità e di rischio
 al Piano di gestione delle alluvioni
   Art. 7 della Direttiva 2007/60/CE e del D.lgs. n. 49 del 23.02.2010

          Dott. Francesco Puma- Segretario generale dell’Autorità di
                            Bacino del Fiume Po

                      Milano 12 Febbraio 2014
Dalle mappe di pericolosità e di rischio al Piano di gestione delle alluvioni
La Direttiva 2007/60/CE Direttiva Alluvioni
La Direttiva Alluvioni ha l’obiettivo di costruire un quadro conoscitivo
omogeneo a livello europeo sugli effetti che gli eventi alluvionali
generano su un territorio in termini di
  •        aree allagate
  •        popolazione coinvolta,
  •        superficie urbanizzate e produttive ed infrastrutture strategiche interessate.

Per raggiungere questo obiettivo definisce un processo di formazione del
Piano di gestione degli alluvioni strutturato in diverse fasi intermedie
alla fine di ciascuna delle quali deve essere predisposto uno specifico
prodotto
Dalle mappe di pericolosità e di rischio al Piano di gestione delle alluvioni
Le mappe di pericolosità di rischio

Affinché i Piani possano essere un efficace strumento d’informazione e
una solida base per definire le priorità e adottare ulteriori decisioni di
carattere tecnico, finanziario e politico riguardo alla gestione del rischio
di alluvioni è necessario disporre di adeguate mappe della pericolosità
e del rischio di alluvioni in cui siano riportate le potenziali
conseguenze negative associate ai vari scenari di alluvione,
comprese le informazioni sulle potenziali fonti di inquinamento
ambientale a seguito di alluvioni.
Dalle mappe di pericolosità e di rischio al Piano di gestione delle alluvioni
Le mappe di pericolosità
presentate al Comitato Istituzionale il 23 dicembre 2013
Le mappe di pericolosità
presentate al Comitato Istituzionale il 23 dicembre 2013
Le mappe di pericolosità
presentate al Comitato Istituzionale il 23 dicembre 2013
Le mappe di pericolosità
presentate al Comitato Istituzionale il 23 dicembre 2013
Le nuove richieste introdotte dalla Direttiva Alluvioni

1.   Elaborare a livello di distretto una diagnosi, una strategia ed un piano
     d’azione condiviso e partecipato che coinvolga tutte le politiche
     territoriali

2.   Superare le frontiere amministrative e valutare le criticità alla scala delle
     aree a rischio significativo (ARS)

3.   Assicurare la coerenza dell’insieme delle azioni di difesa dalle
     alluvioni per ottimizzare l’effetto atteso di riduzione dei danni e di tutela
     della vita umana: informazione preventiva, prevenzione, previsione,
     gestione della crisi e ritorno alla normalità
La richiesta n. 1
   Elaborare a livello di distretto una diagnosi, una strategia ed un piano
    d’azione condiviso e partecipato che coinvolga tutte le politiche
    territoriali

    Il Piano dovrà comprendere misure necessarie ad assicurare maggiore spazio ai fiumi, e
    prevedere ove possibile il mantenimento e/o il ripristino delle pianure alluvionali, quali
    ambiti privilegiati per l’espansione delle piene e nel contempo per la conservazione e
    protezione degli ecosistemi coerentemente con la Direttiva 2000/60/CE e con il PDGPo,
    al fine di prevenire e a ridurre i danni alla salute umana, all’ambiente, al patrimonio culturale
    e all’attività economica. (Preambolo 14 della Direttiva 2007/60/CE)

    Il Piano deve anche comprendere la promozione di pratiche sostenibili di utilizzo del
    suolo, il miglioramento di ritenzione delle acque nonché l’inondazione controllata di certe
    aree in caso di fenomeno alluvionale. (Art. 7 della Direttiva 2007/60/CE)
La richiesta n. 2
 Superare le frontiere amministrative e valutare le criticità alla scala
  delle aree a rischio significativo (ARS)

   La Direttiva prevede che la gestione del rischio alluvioni sia prioritariamente sviluppata
   nelle aree dove esiste un rischio potenziale significativo di alluvioni o si possa ritenere
   probabile che questo si generi (ARS). Spesso gli ARS sono ambiti territoriali molto estesi che
   coinvolgono il territorio di più comuni

   Gli obiettivi di riduzione delle conseguenze negative delle alluvioni e le correlate misure
   devono essere strettamente collegati ad ogni singola Area a rischio significativo (ARS).

   Così come per la Direttiva Acque gli obiettivi di qualità devono essere riferiti a ciascun Corpo
   Idrico
La richiesta n. 3
 Affrontare in modo coerente l’insieme delle azioni di difesa dalle alluvioni
  per ottimizzare l’effetto atteso di riduzione dei danni e tutela della vita
  umana: informazione preventiva, prevenzione, previsione, gestione
  della crisi e ritorno alla normalità.

    Per ridurre le conseguenze negative della alluvioni il Piano di gestione delle alluvioni deve
   costruire una visione strategica delle azioni da coniugare e coordinare orchestrando tutti i
   diversi soggetti competenti.

   Deve cercare di trovare una risposta condivisa e partecipate alle domande:

   Quali sono gli assi di azioni prioritari e più efficaci tenuto conto della tipologia dei fenomeni
   attesi, dei beni esposti e delle dinamiche di allagamento locali?

   Qual è il livello di protezione che potremo raggiungere al 2021 termine del 1^ ciclo del
   Piano?
Con quali risorse attuare il Piano

Tali misure devono essere coordinate a livello di bacino idrografico ed
essere basate sulle «migliori pratiche» e sulle «migliori tecnologie
disponibili» appropriate, che non comportino costi eccessivi, nel campo
della gestione dei rischi di alluvioni.
PAI e Piano di Gestione delle Alluvioni (PdGA)

                Il Piano di Gestione delle Alluvioni (PGA)
                                   NON
                      è un piano nuovo rispetto al PAI.

Esso si fonda sui medesimi quadri conoscitivi e sulla medesima modalità di
diagnosi .

In materia di gestione delle alluvione il PGA è un piano strategico la sua
struttura è interamente basata sugli obiettivi principali e pertanto deve
essere comprensibile e accessibile al pubblico.
Rapporto tra PGA e PAI
Piano di gestione delle alluvioni
             (PGA)

 Obiettivo      Obiettivo              Obiettivo
strategico     strategico             strategico
di distretto   di distretto           di distretto
     1              2                      5
-Misure….      -Misure….              -Misure….      Varianti di sottobacino
-Misure….      -Misure….              -Misure….              al PAI
                                                     Definizione      a     livello    di
     ARS A                                           sottobacino degli interventi a
                                                     carattere strutturale (interventi) e
                                                     non strutturale ( indirizzi e
   -Misure….      ARS                                limitazioni d’uso del suolo nelle
                                 ARS                 aree a rischio idraulico e
   -Misure….        B
                                  C                  idrogeologico)
               -Misure….
                              -Misure….
               -Misure….
                              -Misure….
I prossimi passi

• Elaborare entro il mese di giugno 2014:

                 1. rappresentazione cartografica delle differenze tra le mappe e le cartografie
                    di PAI e predisposizione di schede sintetiche per tratti omogenei di corsi
                    d’acqua o per sottobacini;

                 2. analisi delle Mappe a scala di sottobacino, regionale e locale e successiva
                     individuazione delle aree a rischio significativo a livello di sottobacino

                 3.approfondimenti sulla pericolosità delle aree poste a tergo degli argini;

                 4.valutazione dello stato di attuazione degli interventi programmati nel PAI;

                 5.valutazione dei risultati dell’attuazione del PAI in campo urbanistico;

                 6.verifica degli strumenti di protezione civile regionale e locale.

                                                                                              (1/2)
I prossimi passi (1/2)

Elaborare il Piano di gestione dei rischi alluvionali (PGA) alla scala del Distretto
   idrografico del Fiume Po entro il mese di giugno 2014 e avviare le attività di
   consultazione pubblica:

    •   Definire gli obiettivi e le misure operative o regolamentari, comuni a tutto il bacino; PGRI
        obbligatorio sui documenti di pianificazione e autorizzazioni in materia di acqua.
    •   Indicare gli obiettivi specifici fissati per ogni ARS (area a rischio significativo).

Sviluppare progetti di varianti al PAI a livello di bacino o sottobacino a partire dal
    2015:
    •   Aggiornamento dei quadri di pericolosità e rischio ed una diagnosi coerente con gli
        obiettivi del PGA e la definizione di misure relative ad un sottobacino;
    •   Programmi di misure integrati ai nuovi quadri di pericolosità e rischio.

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Le misure di Piano indicate dal Flood reporting

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Le misure di Piano indicate dal Flood reporting

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Le misure di Piano indicate dal Flood reporting

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Le misure di Piano indicate dal Flood reporting

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Le misure di Piano indicate dal Flood reporting

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Esempio di misure di Piano

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Esempio di misure di Piano

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