Crisi di Governo, Draghi di

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Crisi di Governo, Draghi di
Crisi di Governo, Draghi
invoca   nuovo patto  di
fiducia: M5s e Lega non
applaudono

Le sfide che l’Italia deve affrontare richiedono ‘un governo
forte e coeso’. Al Paese ‘serve un nuovo patto di sviluppo
concreto e sincero.

Partiti, siete pronti a ricostruire questo patto? Siete
pronti? Siamo qui in quest’Aula solo perchè gli italiani lo
hanno chiesto. È una risposta che dovete dare non a me, ma a
tutti gli italiani’. Mario Draghi conclude così il suo
discorso al Senato. M5s e Lega non applaudono quest’ultima
parte. Il presidente del Consiglio richiama le forze politiche
alla responsabilità di portare a termine l’agenda di governo
senza fare sconti e definisce ‘tanto sofferte quanto dovute’
le dimissioni, respinte dal capo dello Stato, presentate il 14
Crisi di Governo, Draghi di
luglio per il venir meno del patto di fiducia nella
maggioranza: ‘L’unica strada, se vogliamo ancora restare
assieme, è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio,
altruismo, credibilità’. La risposta dei partiti è attesa dal
dibattito. E’ in corso una riunione della Lega convocata da
Matteo Salvini a Palazzo Madama: presenti parlamentari,
ministri e sottosegretari. Dopo aver ascoltato Draghi anche
Giuseppe Conte si è riunito con alcuni dei vertici del M5s,
fra cui i vicepresidenti e la capogruppo a Palazzo Madama
Mariolina Castellone. Nel frattempo, in un altro ufficio, è in
corso una riunione del gruppo dei senatori del Movimento.

IL DISCORSO DI DRAGHI
“Mercoledì – ha sottolineato in apertura del suo discorso –
scorso ho rassegnato le dimissioni. Questa decisione è seguita
al venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha
appoggiato il governo dalla sua nascita. Il capo dello Stato
le ha respinte e chiesto di informare il Parlamento. Decisione
che ho condiviso. Oggi mi permette di spiegare a voi e agli
italiani questa decisione tanto sofferta quanto dovuta“.Il
premier ha rivendicato i risultati ottenuti dal suo governo in
questi 17 mesi. Ma ha anche indicato una serie di obiettivi
per i quali, ha evidenziato, serve un nuovo patto di fiducia”.
“Non serve una fiducia di facciata che svanisca di fronte ai
provvedimenti scomodi”. Draghi ha elencato una serie di
obiettivi. Bisogna spingere sui contratti collettivi, punto di
forza del sistema industriale. “Serve una riforma delle
pensioni – ha proseguito – che garantisca meccanismi di
flessibilità in uscita e un impianto sostenibile ancorato al
sistema retributivo”. “Il disegno di legge” sulla concorrenza,
che riguarda anche “i taxi” e le concessioni balneari” deve
“essere approvato prima della pausa estiva. Ora c’è bisogna di
un sostegno convinto all’azione dell’esecutivo” non il
sostegno a proteste tavolta violente.

LA DIRETTA
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 “Il presidente della Repubblica mi affidò l’incarico” di
premier con l’obiettivo di affrontare “tre emergenze:
pandemica, economica e sociale”, “tutti i principali partiti,
con una sola eccezione, decisero di rispondere positivamente a
quell’appello. Nel discorso che tenni in quest’Aula feci
riferimento all’unità nazionale, che in questi mesi è stata la
miglior garanzia di questo esecutivo e della sua efficacia.
Ritengo che un presidente del Consiglio che non si è mai
presentato davanti agli elettori debba avere il consenso più
ampio”.”Grazie alle misure di contenimento sanitario, alla
campagna di vaccinazione, ai provvedimenti di sostegno
economico a famiglie e imprese, siamo riusciti a superare la
fase più acuta della pandemia, a dare slancio alla ripresa
economica”, ha detto. Le “riforme della giustizia, della
concorrenza, del fisco, degli appalti oltre alla corposa
agenda delle semplificazioni sono un passo essenziale per
l’Italia. Ad oggi tutti gli obiettivi del Pnrr sono stati
raggiunti“. “Il merito dei risultati” raggiunti “è vostro,
della vostra disponibilità a lavorare nell’interesse del
paese. La vostra è stata la migliore risposta all’appello del
presidente della Repubblica”. Gli “italiani hanno sostenuto le
misure che di volta in volta abbiamo messo in campo, sono
diventati veri protagonisti politiche, penso al paziente
rispetto durante le restrizioni della pandemia, della
vaccinazione, dell’accoglienza spontanea ai profughi ucraini
accolti con affetto e solidarietà. Penso alle comunità locali
con il Pnrr: mai come in questi momenti sono stato orgoglioso
di essere italiano”

IL TIMING
La seduta andrà avanti con il discorso di Draghi fino alle
10.30, quando il presidente del Consiglio si recherà alla
Camera per consegnare il testo delle comuicazioni rese a
Palazzo Madama. Alle ore 11.00 riprenderà la seduta del
Senato, con una discussione generale prevista fino alle 17,
quando Draghi replicherà. Alle 17.30 inizieranno le
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dichiarazioni di voto ed alle 19 partirà a “chiama” dei
senatori. La seduta è iniziata con un quarto d’ora di ritardo:
per quindici minuti nell’Emiciclo pieno, con la presidente
Elisabetta Alberti Casellati al suo posto, si è atteso
l’arrivo di Draghi. In Aula ci sono tra gli altri Matteo
Salvini e Matteo Renzi. In tribuna ci sono diversi deputati,
che sono venuti a sentire in diretta le comunicazoni di
Draghi, che alla Camera verranno solo consegnate.

“Penso finisca bene, vediamo la tempistica”: è il pronostico
di Matteo Renzi arrivando al Senato.

Milleproroghe, emendamenti:
maggioranza si spacca
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Rimandato di un anno il tetto del
contante a mille euro
La maggioranza si spacca durante l’esame degli emendamenti
al dl Milleproroghe in commissione alla Camera.

La Lega e Forza Italia votano con Fratelli d’Italia una
retromarcia sul contante: il tetto, che dal primo gennaio è
sceso a mille euro, torna per un anno a duemila euro. La
modifica sposta infatti l’entrata in vigore della soglia più
bassa dal primo gennaio 2022 al primo gennaio 2023. La
modifica è passata per un solo voto con il parere contrario
del governo.

Il governo nella notte sarebbe andato sotto quattro volte:
oltre che sul tetto del contante, contro il parere
dell’esecutivo è passato l’emendamento che prevede il
dietrofront sull’Ilva, così come sono state approvate norme
sulle graduatorie della scuola e i test sugli animali. Duro
scontro anche sul tema della giustizia fra il Pd e la Lega.

Governo,     stretta    sugli
ingressi in Italia: è scontro
con Bruxelles
Crisi di Governo, Draghi di
Il governo tira dritto: fino al 31 gennaio servirà un tampone
per entrare in Italia dall’estero e la quarantena per i non
vaccinati

“Non c’è molto da riflettere”, taglia corto Mario Draghi. E
respinge le forti perplessità rimbalzate da Bruxelles, per le
limitazioni all’ingresso anche per chi arrivi da Paesi Ue: le
misure devono essere “proporzionali e giustificate”, nonché
“di breve durata”, avverte la Commissione. Ma c’è un dato,
sottolinea Draghi, alla base della decisione presa martedì dal
governo, con un’ordinanza: l’incidenza della variante Omicron
in Italia è per ora, secondo l’Iss, solo dello 0,19% mentre
dilaga all’estero. La stretta sui viaggi serve a difendere
“con le unghie e i denti” una “normalità” che l’Italia ha
conquistato “al prezzo di 134mila morti”.

E affrontare il Natale con “relativa tranquillità”. “Buon
Natale e anche buone feste”, dice Draghi chiudendo il suo
intervento in Parlamento, in vista del Consiglio europeo delle
prossime ore. Deputati e senatori si danno il gomito, perché
leggono nelle sue parole un velo d’ironia, dopo le polemiche
per le linee guida sulla comunicazione per le feste, poi
ritirate da Bruxelles. Il presidente del Consiglio si presenta
al vertice Ue convinto che l’Italia sia “più forte in Europa e
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nel mondo”. Con questa forza, rinsaldata dall’asse sui dossier
cruciali con il francese Emmanuel Macron, chiede di continuare
con politiche di bilancio espansive e procedere verso una vera
“unione politica”. E’ convinto che il patto di stabilità,
sotto presidenza francese dell’Ue e anche rinsaldando il
dialogo con il tedesco Olaf Scholz, sarà rivisto: bisogna
“cambiare le regole sugli aiuti di stato” e introdurre il
bilancio comune. Assicura che la “fiducia” mostrata all’Italia
con i fondi del Pnrr sarà ripagata: la prossima settimana una
cabina di regia approverà la relazione annuale che dovrebbe
certificare il raggiungimento di tutti i 51 obiettivi entro
fine anno.

L’informativa del premier alla Camera
“Voglio prima di tutto ricordare le nove vittime
dell’esplosione avvenuta l’11 dicembre a Ravanusa, in
provincia di Agrigento. Ai loro cari, vanno le condoglianze
del Governo e mie personali. È essenziale che venga fatta luce
al più presto su quanto accaduto per accertare le
responsabilità. Episodi come questo non devono accadere e sono
inaccettabili”. Lo afferma il premier Mario Draghi alla Camera
chiamando per nome e per età tutte le vittime. “L’inverno e la
diffusione della variante Omicron – dalle prime indagini,
molto più contagiosa – ci impongono la massima attenzione
nella gestione della pandemia. I contagi sono in aumento in
tutta Europa: nell’ultima settimana, neell’UE, si sono
registrati in media 57 casi al giorno ogni 100.000 abitanti.
In Italia, l’incidenza è più bassa, quasi la metà, ma è
comunque in crescita. Il Governo ha deciso di rinnovare lo
Stato di emergenza fino al 31 marzo per avere tutti gli
strumenti necessari per fronteggiare la situazione. Invito i
cittadini a mantenere la massima cautela”. “I dati di oggi
descrivono un quadro molto diverso rispetto all’anno scorso.
Il numero totale di persone attualmente positive al virus in
Italia è 297 mila. Dodici mesi fa erano 675 mila, nonostante
un livello di restrizioni molto maggiore. Le persone
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ricoverate sono 8.026. Il 14 dicembre 2020 erano 30.860. Negli
ultimi sette giorni ci sono stati in media 95 decessi al
giorno. Nello stesso periodo di un anno fa erano stati 629.
Dobbiamo essere prudenti, ma ci avviciniamo al Natale più
preparati e più sicuri”. Lo dice il premier Mario Draghi
nell’informativa alla Camera in vista del Consiglio Ue. “Oggi
più dell’85% degli italiani sopra i 12 anni ha ricevuto due
dosi, e circa il 20% anche la terza. Voglio incoraggiare chi
non si è vaccinato a farlo al più presto e chi ha fatto le
prime due dosi a fare la terza appena possibile. Come dimostra
l’Iss, i non vaccinati hanno un rischio di morire 11 volte
maggiore rispetto a chi ha ricevuto la seconda dose, e quasi
17 volte rispetto a chi ha fatto la terza. Vaccinarsi è
essenziale per proteggere noi stessi, i nostri cari, la nostra
comunità. E per continuare a tenere aperta l’economia, le
scuole, i luoghi della socialità, come fatto finora”.

Draghi ha affrontato anche la questione delle bollette. Contro
il caro bollette ci sono “stanziamenti imponenti, di misura
mai vista prima, orientata a sollevare i più deboli dal
rincaro dell’energia. Questi stanziamenti non possono andare
avanti all’infinito quindi serve una soluzione strutturale e
occorre fare una riflessione sul meccanismo di prezzo
dell’energia”. “In Europa è iniziata una riflessione in cui
parte attiva è Cingolani. E’ difficile pensare a una
riflessione strutturale che non chiami alla partecipazione dei
costi comuni chi ha maturato profitti”.

Governo,               ancora             tensioni:
Crisi di Governo, Draghi di
rottura    su   Bonafede   e
Azzolina. Divisioni sul tema
della giustizia

Non c’è intesa, a quanto si apprende da fonti di maggioranza,
sul verbale che dovrebbe chiudere il tavolo sul programma dopo
due giorni di lavori. Italia viva, che aveva chiesto un
documento con cronoprogramma, avrebbe poi detto sì alla scelta
di redigere un verbale di fine riunione ma avrebbero
lamentato, alla lettura del testo, che non rispecchia le
diverse posizioni che si sono registrate al tavolo su alcuni
temi. “Rimangono le distanze sui contenuti nonostante il
lavoro di questi giorni.

Non abbiamo parlato di nomi”, dice Maria Elena Boschi di
Italia viva uscendo dalla sala della Lupa. “Abbiamo fatto un
lavoro importante in questi due giorni con discussioni
approfondite. Rimangono distanze, non solo con Iv, anche
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sull’impostazione di alcuni punti. Siamo fiduciosi che il
lavoro per colmare le distanze possa essere fatto da chi dovrà
formare il governo e scrivere il programma”, dice il
capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio uscendo dalla
sala della Lupa. “Il lavoro proficuo è stato fatto ma non sono
state esaurite tutte le questioni”, ha concluso.

“Qualcuno voleva trasformare il verbale in un contratto di
governo ma senza che il presidente incaricato fosse presente.
E quel qualcuno, Iv, ha dato alle agenzie un racconto sul
tavolo non rispondente al vero, dicendo che non c’erano temi
convergenti. A nostro avviso i temi convergenti sono molto di
più di quelli divisivi. E si era detto che i temi divisivi
come il Mes erano fuori dal tavolo”. Lo dice il capogruppo M5S
Davide Crippa    al   termine   del   tavolo   programmatico   a
Montecitorio.

“Iv ha dato parere contrario su tutto e non si scioglie la
riserva su Conte. Entriamo in una fase difficile in cui è
difficile che possa accadere qualcosa di diverso dalle
elezioni”. Lo dice la capogruppo del Misto al Senato Loredana
De Petris, senatrice di Leu.

Fumata nera questo pomeriggio a un vertice di Matteo Renzi con
Dario Franceschini, Vito Crimi e Roberto Speranza per cercare
un’intesa sulla nascita di un governo Conte ter. A quanto
apprende l’ANSA da fonti di Italia viva, sia sui temi che
sulla squadra, dal Mes al ruolo di Arcuri, non si sarebbero
registrate le aperture attese. In particolare, secondo le
stesse fonti, Crimi avrebbe detto no alla richiesta di
sostituire i ministri Alfonso Bonafede e Lucia Azzolina. In
più, sarebbe stato “posto un veto” su Teresa Bellanova al
ministero del Lavoro
Governo, alla Camera passa la
fiducia

La Camera accorda la fiducia al governo Conte con 321 voti a
favore, 259 contrari e 27 astenuti. La votazione è stata
palese per appello nominale: ciascun deputato ha sfilato
davanti al banco della presidenza e ha dichiarato il suo voto
ad alta voce. Conte ha lasciato l’Aula della Camera non appena
ha avuto inizio la votazione.

Il premier a Montecitorio ha chiesto l’appoggio dei
“volenterosi” di area “europeista: liberale, popolare,
socialista”. Promettendo quindi che lascerà la delega ai
Servizi “a un’autorità delegata di mia fiducia”, e quella
all’agricoltura, e impegnandosi per “una riforma elettorale
proporzionale” e “un grande progetto di riforma fiscale”.

Le opposizioni in aula chiedono le dimissioni. Salvini
attacca: “Ormai vive su Marte”. No alla fiducia da Fi e Udc.
Iv si asterrà, ma la ricucitura è quasi impossibile.
Zingaretti ammette: “La strada è più stretta di quanto si
immagini perché non possiamo accettare di tutto”.

La replica del premier – “Il mio è un appello molto chiaro e
nitido: c’è un progetto politico ben preciso e articolato che
mira a rendere il Paese più moderno e a completare tante
riforme e interventi già messi in cantiere”, afferma Conte.
“Dalle scelte che ciascuno in questa ora grave deciderà di
compiere dipende il futuro del paese. Siamo chiamati a
costruirlo insieme, è un appello trasparente, alla luce del
sole, chiaro che propongo nella sede più istituzionale e
rappresentativa del Parlamento”.
“Dopo quanto successo il 6 gennaio in America, siamo consci
che le nostre democrazie vanno difese con i fatti e con le
parole, e noi leader abbiamo un compito: non ci possiamo
permettere, come successo negli Stati Uniti, di alimentare la
tensione”, afferma Conte.
“Pongo la questione di fiducia sull”approvazione della
risoluzione di maggioranza” di Pd, M5S e Leu. Lo dice il
premier Giuseppe Conte nella replica in Aula alla Camera dopo
le comunicazioni di questa mattina.

La maggioranza assoluta alla Camera si raggiunge a quota 315,
un voto in meno rispetto ai 316 normalmente richiesti. A far
abbassare il quorum sono le dimissioni di Pier Carlo Padoan
che ha lasciato il Parlamento il 4 novembre scorso per
assumere l’incarico nel board di Unicredit e non è stato
ancora sostituito a Montecitorio.

Stamattina alle 12 il premier era intervenuto nell’Aula della
Camera per lecomunicazioni sulla situazione politica
determinata dalle dimissioni dei ministri di Iv. Poi si è
svolto il dibattito.

Italia viva conferma l’astensione sul voto di fiducia dopo le
comunicazioni del premier Giuseppe Conte alla Camera. È quanto
emerge al termine di una riunione dei deputati del gruppo.

Le comunicazioni sono durate circa 55 minuti, e sono state
punteggiate da quattordici applausi della maggioranza. Di
questi, uno solo è stato condiviso da alcuni deputati di Iv,
quello relativo all’annuncio della prossima nomina di una
Autorità delegata per i Servizi segreti.
Il premier ha chiesto l’appoggio dei “volenterosi”,
nell’ambito di formazioni politiche “che si collocano nella
più alta tradizione europeista: liberale, popolare,
socialista” per costruire “un governo aperto a tutti coloro
che hanno a cuore il destino dell’Italia”. L’obiettivo è
“completare il lavoro avviato per un patto di legislatura” e
porsi “nelle condizioni di rafforzare la squadra di governo”.
Conte ha promesso quindi che lascerà la delega ai Servizi “a
un’autorità delegata di mia fiducia”, e quella
all’agricoltura, e si impegnerà per “una riforma elettorale
proporzionale” e “un grande progetto di riforma fiscale”. Le
opposizioni in aula ne hanno invocato le dimissioni.
Salvini attacca: “Ormai vive su Marte. ‘Costruttori’ vuol dire
‘poltronari'”. No alla fiducia da Fi e Udc. Iv apre: “Se c’è
da creare un governo migliore, ci siamo”.

L’INTERVENTO DEL PREMIER, LE PAROLE CHIAVE

“All’inizio di questa esperienza di governo – ha detto Conte -
, nel 2019, prefigurai un chiaro progetto politico per il
Paese. Precisai che il programma non poteva risolversi in una
mera elencazione di proposte eterogenee o una sterile
sommatoria delle posizioni delle forze di maggioranza.
Un’alleanza tra formazioni provenienti da storie, esperienze,
culture di diversa estrazione e che in passato si erano
confrontate con asprezza, poteva nascere solo su due
discriminanti.     Il   convinto    ancoraggio    ai   valori
costituzionali e la solida vocazione europeista del
Paese”. “Sin dall’inizio mi sono doperato perché si delineasse
la prospettiva di un disegno rioformatore, ampio e coraggioso”
per “configurare una nuova stagione riformatrice” basata sulla
“sostenibilità, sulla coesione sociale e territoriale, sul
pieno sviluppo della persona umana. E ancora oggi “c’è una
visione”.

“In questi mesi drammatici” della pandemia da Covid “questa
maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo
convergenza di vedute, risolutezza di azione anche nei momenti
più difficili“. “Agli inizi 2020” il progetto del governo si è
dovuto “misurare con la pandemia che ha sconvolto in
profondità la società e la dinamica stessa delle nostre
relazioni. Affontiamo una sfida di portata epocale – ha detto
ancora Conte -, si vivono paure primordiali, più spesso
conosciute da generazioni del passato. Torniamo a sentirci
profondamente fragili, alcune certezze radicate sono state
poste in discussione. Ci siamo misurati quotidianamente come
mai in passato con scienza e tecniche, con la difficoltà a
fornire risposte efficaci e rapide”. “Primi in occidente siamo
stati costretti a introdurre misure restrittive dei diritti
della persona, operando delicatissimi bilanciamenti dei
principi costituzionali”.

“Abbiamo operato sempre scelte migliori? Ciascuno esprimerà le
proprie valutazioni. Per parte mia – ha spiegato ancora il
premier alla Camera – posso dire che il governo ha operato con
massimo scrupolo e attenzione per i delicati bilanciamenti
anche costituzionali. Se io oggi posso parlare a nome di tutto
il governo a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene
di non aver commesso errori ma è per la consapevolezza di chi
ha operato con tutte le energie fisiche e psichiche per la
comunità nazionale”.

“Non avremmo potuto realizzare tutto questo se non ci fossero
state condivisione, collaborazione, responsabilità, in
ciascuna – ciascuna – forza politica“, ha spiegato Conte
elencando le principali misure della legge di bilancio e il
decreto semplificazioni. “E’ stato fondamentale anche il senso
di responsabilità delle forze opposizione che, pur nella
dialettica della politica, hanno contribuito ad affrontare dei
passaggi critici. Bisogna darne atto. Avete avanzato anche
proposte concrete, qualificanti, alcune delle quali sono state
accolte dalle forze di maggioranza”.

“Proprio nei momenti più critici del Paese dobbiamo trovare le
ragioni più nobili e alte della politica“, come “servizio per
i bisogni della comunità nazionale” e non come “logica di
potere. Alla società che sta uscendo con difficoltà dalla
pandemia non possiamo offrire risposte mediocri. Il governo
deve essere all’altezza di questo compito”.

“Il 13 gennaio in una conferenza stampa sono state confermate
le dimissioni delle ministre di Iv. Si è aperta una crisi che
deve trovare qui in questa sede il proprio chiarimento in
trasparenza del confronto e linearità di azione che hanno
caratterizzato il mio mandato“. “Le nostre energie dovrebbero
essere tutte, sempre concentrate sulla crisi del Paese. Così,
agli occhi dei cittadini, appaiono dissipate in contributi
polemici, spesso sterili, del tutto incomprensibili. Rischiamo
così tutti di perdere contatto con la realtà. C’era davvero
bisogno di aprire una crisi politica in questa fase? No”.

Nel pieno della pandemia Covid e mentre “da casa ci ascolta
chi ha perso i propri cari, confesso di avvertire un certo
disagio. Sono qui oggi non per annunciare nuove misure di
sostegno o per bozza ultima del Recovery plan ma per provare a
spiegare una crisi in cui non solo i cittadini ma io stesso
alcun plausibile fondamento“.

“Questa crisi ha provocato profondo sgomento nel Paese,
rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha fatto
salire lo spread ma ancor più perché ha attirato l’attenzione
dei media internazionali e delle cancellerie straniere.
Diciamolo con franchezza, non si può cancellare quello che è
accaduto”, ha proseguito il premier Conte parlando della
fiducia tra le forze alleate come “condizioni imprescendibile”
per guidare il Paese.

“Nonostante ci sia stato un chiaro contributo al miglioramento
della bozza originaria” del Recovery plan “c’è stata
un’astensione motivata principalmente per il fatto che la
bozza non contempla le risorse del Mes, che però nulla ha a
che vedere con il Recovery fund”. Il Recovery Plan italiano
sarà un piano “largamente condiviso, uno sforzo collettivo di
cui andare fieri”.

Il Paese “merita un governo coeso, ora si volta pagina“, ha
detto Conte intervenendo in Aula alla Camera.

Quanto alla politica industriale “dobbiamo proseguire nel
proteggere gli investimenti più strategici del Paese“.
“Dobbiamo rafforzare politiche di intervento sulla base delle
nostre filiere più produttive”, aggiunge Conte.

“L’assegno unico mensile si colloca in una cornice di
interventi volti ad alleggerire il peso fiscale sulle
famiglie”, ha spiegato il presidente del Consiglio
intervenendo in Aula alla Camera annunciando che da “luglio”
sarà introdotto “l’assegno unico mensile” per famiglie con
figli sotto i 21 anni.

Poi ancora: “il governo, chiaramente nel rispetto delle
determinazioni delle forze parlamentari, si impegnerà
a promuovere una riforma elettorale proporzionale, quanto più
possibile condivisa, che possa coniugare le ragioni del
pluralismo con l’esigenza di assicurare stabilità al sistema
politica”.

Per le sfide che attendono l’Italia servono “la massima
coesione possibile, il più ampio consenso in Parlamento.
Servono un governo e forze parlamentari volenterose,
consapevoli della delicatezza dei compiti. Capaci di sfuggire
gli egoismi e l’utile personale”.

“Questa alleanza può già contare su una solida base di dialogo
alimentata da M5s, Pd, Leu, che sta mostrando la saldezza del
suo ancoraggio e l’ampiezza del suo respiro. Sarebbe un
arricchimento di questa alleanza poter acquisire contributo
politico di formazioni che si collocano nella più alta
tradizione europeista: liberale, popolare, socialista. Ma
chiesto un appoggio limpido e trasparente.

“Viste le nuove sfide e anche gli impegni internazionali, non
intendo mantenere la delega all’Agricoltura se non lo stretto
necessario e mi avvarrò anche della facoltà di designare
un’autorità delegata per l’intelligence di mia fiducia“, ha
annunciato Conte.

“Aiutateci a riermaginare la crisi in atto. Cari cittadini, la
fiducia deve essere reciproca, deve essere un qualcosa che si
alimenta in maniera biunivoca. Avete offerto una risposta di
grande responsabilità, state dimostrando di riporre grande
fiducia nelle istituzioni. Confido che con il voto di oggi
anche le istituzioni sappiano ripagare questa fiducia”
riparando “il grave gesto di irresponsabilità” che ha prodotto
questa crisi.

“Costruiamo un governo aperto a tutti coloro che hanno a cuore
il destino dell’Italia“, ha concluso Conte il suo intervento
in Aula alla Camera.

Governo, Renzi e Conte pronti
per la sfida in aula
Giorni decisivi per il governo Conte. Renzi afferma di essere
pronto alla sfida in Aula.

Per il presidente della Camera Fico, una crisi ora sarebbe
disastrosa. Voci sulla caccia ai ‘responsabili’ al Senato, ma
Toti per Cambiamo! e Cesa per l’Udc escludono un voto a favore
del governo che sostituisca l’appoggio di Italia Viva.

 Il messaggio di fine anno di Mattarella “l’ho apprezzato
molto. Sono felice che al Quirinale ci sia un galantuomo che
interpreta al meglio il ruolo di garante delle regole che la
Costituzione gli impone. Il passaggio su Europa e vaccini,
poi, è stato semplicemente magistrale”. Lo dice, in
un’intervista a Il Messaggero, il leader di Italia Viva Matteo
Renzi.
    L’invito forte alla coesione “è un passaggio che condivido
totalmente. Abbiamo la più grande chance della storia degli
ultimi trent’anni: una mole di risorse mai vista per
ricostruire l’Italia. Non possiamo sprecarla. Ora o mai più”.
Il destino dell’attuale esecutivo “dipende da Conte prima e
dal Parlamento poi, non da me. Noi abbiamo messo per iscritto
in due documenti le cose che non ci convincono”. Se però “le
nostre idee danno fastidio, andiamo all’opposizione”.
    Conte ha detto “che verrà in Parlamento. A mio giudizio ha
sbagliato a chiudere così la verifica di governo. Ma se ha
scelto di andare a contarsi in aula accettiamo la sfida”.
Renzi non ha paura “della libertà delle persone. Se qualche
parlamentare vorrà appoggiare il governo Conte perché convinto
dalle parole del premier, bene. Mi fa sorridere che chi è
entrato in Parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno
finisca col dipendere dalle mosse di Clemente Mastella”.
     L’ex presidente del Consiglio pensa “che il premier sia
sicuro dei suoi conti, altrimenti avrebbe scelto la strada del
confronto politico prima di andare in aula”. Se invece andrà
sotto, “abbiamo varie soluzioni diverse che potranno essere
valutate dal Parlamento e dal Capo dello Stato. Anticipare
adesso la posizione di Italia Viva sarebbe mancare di rispetto
al Quirinale. La Costituzione dice che la legislatura va
avanti finché ci sono i numeri in Parlamento, non finché lo
dice Conte”.

“Essere responsabili significa, a casa nostra, essere coerenti
con le proprie idee. Questo Governo non rispecchia le nostre.
Dopo le lettura di qualche giornale ribadisco: per serietà e
responsabilità Cambiamo! non sosterrà questo Governo. Il
nostro Paese merita altro”. Con questo tweet il leader di
Cambiamo! Giovanni Toti smentisce qualsiasi appoggio al
Governo Conte.

“Ancora una volta ci troviamo costretti a smentire retroscena
giornalistici senza fondamento. L’Udc non partecipa al
teatrino della politica: non siamo e non saremo mai la
stampella di nessuno”. Così Lorenzo Cesa, segretario nazionale
dell’Udc.

Secondo il presidente della Camera Roberto Fico serve “che
tutti i soggetti della maggioranza facciano uno sforzo per
scongiurare una crisi che sarebbe incomprensibile e
disastrosa”. Lo dice in un’intervista a La Stampa, nella quale
puntualizza: “L’appello alla responsabilità e allo spirito
costruttivo del presidente Mattarella è stato molto
significativo. Siamo in un momento storico delicatissimo,
cruciale, verso il quale è impensabile approcciarsi coltivando
meri interessi di parte. Sarebbe imperdonabile. Per questo
credo che alla fine prevarranno ascolto e responsabilità”. Per
Fico le spinte costruttive sono “sempre positive. Ma devono
essere genuinamente costruttive”. Siamo davanti “a
un’occasione storica per l’Italia, e per l’intera Europa”.
Dobbiamo “essere all’altezza, per farlo è necessario un lavoro
di squadra fra tutti i soggetti istituzionali” coinvolti nel
piano e poi nella spesa dei fondi. Il Parlamento italiano “è
stato il primo in Europa a votare un atto di indirizzo al
governo sul Recovery. Ha dimostrato la sua centralità, che
dovrà proseguire”. Il Movimento 5 Stelle “si pone come forza
di stabilità in questa fase complessa per il Paese, nella
gestione dell’emergenza sanitaria, sociale ed economica”. Una
dimostrazione “di forza, non di debolezza”. Nei prossimi mesi
“si voterà in tante città, tra cui i primi quattro comuni
italiani: Roma, Milano, Napoli, Torino”. Prima di pensare ai
nomi si deve ragionare “sugli strumenti a disposizione delle
realtà metropolitane, la cui gestione è particolarmente
complessa e delicata”. Per un possibile accordo M5s-Pd alle
Amministrative “in alcune realtà il confronto è partito”.
Rispetto alla richiesta del Pd che venga onorato l’accordo
sulla nuova legge elettorale “i patti vanno rispettati”
commenta Fico. Bisogna risedersi al tavolo per dotare il Paese
“di una legge elettorale solida e di lungo respiro”.

Ma chi c’è al governo?
È bastato il discorsetto, prolisso ma diligentemente recitato
alla Camera dal nostro ministro della Salute, con la sua aria
da ginnasiale ripetente e impreparato, a far crollare le
quotazioni della borsa di Milano di quasi il 5%, con
improvviso rialzo dello spread e conseguente aumento degli
interessi sui nostri titoli di Stato, e del nostro debito
pubblico.

Si sa che quando la Borsa fa su e giù c’è gente che guadagna
senza muovere un dito. Di solito queste manovre sono
propiziate da discorsi come quello del nostro Roberto Speranza
(la speranza vera, tanto per fare una battuta, è che presto
lasci il posto a chi è qualificato a quell’incarico), che non
possiamo tacciare di insider trading, data la sua posizione e
la sua evidente buonafede. Possiamo pensare però,
legittimamente, che qualcuno gli abbia messo in mano quei
fogli: non è credibile che il ministro Speranza abbia fatto
tutto da solo. Magari ha voluto ricalcare le dichiarazioni
dell’esperto americano Antony Fauci; quello che non si riesce
a comprendere è il perché lo abbia fatto, e perché lo abbia
fatto proprio in questo momento. In più, si parla di una
‘recrudescenza’ ipotetica e lontana nel tempo: cioè di una
condizione che, se avverrà, – e voci più autorevoli sia di
quella di Fauci, sia di quella di Speranza, lo negano –
avverrà quando ormai saremo preparati e informati certamente
più di ieri, cioè nel 2021, verso l’autunno, più di un anno
ancora per ricominciare a vivere.

Dicevamo un discorsetto piuttosto prolisso, infarcito di
ovvietà, di espressioni che si possono definire banali e
allarmanti senza motivo. Citiamo a caso: “Ci vuole misura
nelle nostre affermazioni (e ci mancherebbe, ma è proprio
quella che è mancata) e non dobbiamo mai dare dichiarazioni (o
notizie?) contraddittorie ai cittadini. Una seconda ondata o
una recrudescenza è possibile. (possibile è anche che gli
asini volino, ma non è probabile). L’intervista di ieri di
Antony Fauci è molto chiara. (abbiamo bisogno di supporto per
dichiarare ai cittadini ciò che si considera ’possibile’?
Oppure possiamo ipotizzarlo da soli? E chi è Antony Fauci?
L’oracolo?) L’epidemia non è conclusa, ci sono ancora focolai
attivi (di solito se si fanno certe affermazioni bisogna anche
rispondere a quattro domande: quando, dove, come e perché. E
magari anche ‘chi’: se fosse un giornalista sarebbe bocciato)
il virus continua a circolare (questa sarebbe comica, se non
si trattasse del virus che ha fatto centinaia di migliaia di
vittime in tutto il mondo: ma è proprio così?). Siamo sulla
strada giusta, ma il nemico non è vinto (con un rigurgito di
patriottismo, sembra di sentire la canzone del Piave, e gli
austriaci che sul Carso continuano a sparare cannonate contro
i nostri soldati)”.

Risparmio ai lettori – e al ministro – le susseguenti
banalità, che servono solo ad allungare il brodo di un
discorso che pronunciato a braccio, ove mai Speranza ne fosse
avvezzo – non è Sgarbi! – avrebbe comportato pochi minuti di
eloquio, lascio a voi giudicare di che livello. Evidentemente,
una laurea in Scienze Politiche – se non vado errato,
altrimenti accetto correzioni – non è sufficiente a supportare
il peso di un ministero, e la responsabilità di interventi
parlamentari. “Molte regioni sono a zero, o prossime allo
zero”, “convivendo con il Covid […] ne deriva inevitabilmente
il moltiplicarsi delle probabilità di incontrare il virus”.
Mascherine, igiene personale, quarantena, “E’ con le misure
che governo e regioni hanno adottato che ‘abbiamo’ salvato la
vita a migliaia di persone…”. Insomma, come si dice in altre
occasioni ‘un intervento a tutto campo’, sinteticamente aria
fritta.

A smentire cotante affermazioni, leggiamo un articolo che
riporta l’intervista ad un premio Nobel per la medicina nel
2011, l’americano Bruce Beutler, il quale dichiara: “La
seconda ondata non ci sarà”. Né, secondo il prof. Beutler, il
vaccino sarà risolutivo, nonostante la pubblicità che i nostri
governativi gli vogliono assolutamente fare, né si sa se la
sua presunta azione immunitaria durerà nel tempo. “E’ molto
probabile che solo un vaccino efficace potrà sconfiggere la
pandemia” dichiara Beutler, e non citando altre fonti, ma di
suo. Insomma, vaccino sì, ma è presto per fare previsioni: una
seconda ondata è improbabile, dato che ormai si è sviluppata
quella che si chiama ‘immunità di gregge’. Ed è anche presto –
il vaccino ancora non è pronto, né se ne conoscono le
caratteristiche – per fare previsioni a proposito
dell’eliminazione dei rischi. Comunque una seconda ondata non
è assolutamente nelle previsioni. Il solo e unico effetto che
ha avuto il discorso del ministro è stato quello di spaventare
– sono molto impressionabili – le Borse internazionali. E
visto che già abbiamo, o abbiamo avuto una fama di untori,
tutti si sono affrettati a vendere i nostri titoli, fagocitati
avidamente da chi gioca al ribasso. Oggi, 12 giugno, si
manifesta un timido accenno di ‘rimbalzo’, ed era normale che
ciò accadesse. I titoli di Stato italiani sono sempre stati
oggetto degli investimenti esteri, particolarmente da parte di
banche di Stati che notoriamente mostrano poca stima nei
nostri confronti. Ma gli investimenti sono sempre stati
remunerativi, ancor di più quando una circostanza malaugurata
innalza lo spread e aumenta il rendimento.

Su di un altro fronte, il premier Conte va avanti con i suoi
DPCM, senza rendersi conto del fatto che questo comporta:
ormai il Presidente del Consiglio è l’unico a legiferare in
questo paese, a prendere decisioni che diventano legge, l’uomo
forte al potere. Bisogna dire che la parte che si è
autoattribuita rende, specialmente quando è propagandata da
una tv pubblica che è fortemente ‘governativa’: cioè
sinistrorsa. Di una ‘sinistra’ che in nome dell’attaccamento
alle sedie riesce a tener buone le anime discordanti e
minoritarie dei Cinquestelle. Pare infatti da sondaggi
effettuati, e senza dei quali ormai i nostri politici non
possono andare avanti, che Giuseppi abbia un gradimento
espresso da parte degli Italiani del 58%. Conte sarà oggi
interrogato dal Procuratore aggiunto di Bergamo, Maria
Cristina Rota, e con lui il ministro dell’Interno Lamorgese e
il ministro della Salute Roberto Speranza – a proposito della
mancata istituzione della ‘zona rossa’ a Nembro e ad Alzano
Lombardo – come persone ‘informare sui fatti’: lui si è detto
‘sereno’, nel solco della tradizione da Andreotti in poi – e
non solo. Siamo sereni anche noi: perché agitarsi, sappiamo
tutti come andrà a finire, visto l’attacco politico rivolto
alla destra in generale e a Fontana in particolare.

Non ci è dato di sapere invece quale sia il gradimento di
colui che si considera – riflessivo: lui considera sé stesso –
il prossimo Presidente del Consiglio dopo Conte, cioè Giggino
Di Maio. Il quale si è trovato coinvolto in una ‘grezza’ di
portata internazionale nei confronti dei genitori di Giulio
Regeni, con la vendita all’Egitto di Al Sisi di due navi da
guerra della Fincantieri, tanto da ricevere ‘minacce di morte’
ed essere prontamente fornito di scorta: lui che diceva che “I
cittadini sono la mia scorta”. Incredibile! Né Giggino – non
più ‘bibitaro’ – poteva fare diversamente. L’Egitto è uno dei
paesi esteri con cui l’Italia ha un commercio fondamentale per
la nostra economia, e le due navi non sono certamente l’unica
pietra dello scandalo. Lo scandalo sarebbe venire a conoscenza
dell’entità delle esportazioni di prodotti della nostra
industria bellica. Scandalo, naturalmente, per gli italici
pacifisti; come fu in passato, quando si scoprì che i milioni
di pezzi di piccole mine antiuomo disseminate in Iraq, e che
causavano ferite invalidanti non solo ai soldati, ma anche ai
bambini che giocando le raccoglievano – erano sparse
dall’alto, con aerei militari – erano di fabbricazione
italiana. Tanti a cui oggi mancano un piede, una gamba, un
occhio o una mano, devono dire grazie al nostro italico
ingegno. Per ciò che riguarda la famosa ‘verità’ sul caso
Regeni, penso che ormai lo abbiamo capito tutti. Chiedere ad
Al Sisi chi abbia torturato e ucciso Giulio è come chiedere
all’oste se il vino è buono.

Intanto i ‘Soliti idioti’ se la prendono con le statue.
Mutuando l’idiozia dall’estero, dove hanno cancellato il Film
‘Via col Vento’ e gettato giù la statua di Cristoforo Colombo,
adesso in Italia vogliono rimuovere quella di Indro
Montanelli, famoso razzista e schiavista odiatore dei ne(g)ri
(!). Tutto questo nell’ottica della protesta per la morte di
George Floyd, il quale in vita mai avrebbe sognato d’avere
tanti onori. Non era un angioletto, George Floyd, e nella
circostanza aveva anche resistito all’arresto: non per questo
avrebbe meritato quella fine, certo. Ma sfruttare l’onda per
combattere una battaglia politica a favore di Joe Biden contro
Trump, e di conseguenza contro la destra anche nelle nostre
strade, è assolutamente fuori luogo. Specialmente quando anche
una Boldrini si inginocchia platealmente in aula, seguita da
altri. Di persone di colore uccise dai poliziotti americani ne
abbiamo viste ancora, nel tempo, ora che tutti hanno in tasca
uno smartphone. L’esplosione del caso di George Floyd è
soltanto propaganda politica, e noi ci prestiamo a questo
perché Trump – nel bene o nel male, poco importa – è l’anti-
Europa. Ci chiediamo per l’ennesima volta: ma chi c’è al
governo?

P. S. della faccenda di Bonafede e dei trecento e rotti
mafiosi messi fuori dal 41 bis non se n’è saputo più nulla.
Qualcuno ha notizie?
Governo, c’è l’accordo sul
Meccanismo    Europeo   di
stabilità (Mes)

Al via nell’Aula della Camera le comunicazioni del presidente
del Consiglio Giuseppe Conte in vista del prossimo Consiglio
europeo. “Il Governo italiano intende promuovere, in seno al
Consiglio Europeo, una maggiore coesione fra i leader europei.
Non è, questo, nella famiglia europea il tempo per dividersi o
per lasciarsi dividere”. Lo dice il premier Giuseppe Conte.

“Accordo chiuso nella notte, intorno alle 2.30, sul Mes.
Confermata la logica del pacchetto Siamo soddisfatti per la
risoluzione di maggioranza che prevede le modifiche richieste
dal Movimento”. Lo si apprende da fonti M5S che precisano
inoltre che “la logica di pacchetto è stata confermata, ci
sarà un nuovo round in parlamento a gennaio, prima del
prossimo Eurogruppo”. Le stesse fonti garantiscono che “ci
sarà il pieno coinvolgimento del Parlamento prima dei prossimi
passi sul Mes. Ogni decisione verrà presa ascoltando le
Camere, non firmeremo nulla al buio”.

“Mantenere la logica di pacchetto (MES, BICC, Unione bancaria)
alla quale accompagnare ogni tappa mirata ad assicurare
l’equilibrio complessivo dei diversi elementi al centro del
processo di riforma dell’Unione economica e monetaria,
approfondendo i punti critici”: è uno dei principali impegni
che si chiedono al governo nel testo definitivo della
risoluzione di maggioranza sul Mes che sarà votata dal
Parlamento.

Nella risoluzione di maggioranza sul Mes, si chiede di
“escludere interventi di carattere restrittivo sulla
detenzione di titoli sovrani da parte di banche e istituti
finanziari e comunque la ponderazione dei rischi dei titoli di
stato attraverso la revisione del loro trattamento
prudenziale”, oltre a “escludere qualsiasi meccanismo che
implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico”.
E’ quanto si legge nel testo definitivo della risoluzione.

La maggioranza impegna il governo a “proporre nelle prossime
tappe del negoziato sull’Unione bancaria l’introduzione dello
schema di assicurazione comune dei depositi (Edis), di un
titolo obbligazionario europeo sicuro (cosiddetto common safe
asset – ad esempio eurobond) e di una maggiore ponderazione di
rischio delle attività di livello 2 e livello 3 (strumenti
maggiormente illiquidi), che sia legata al loro grado di
concentrazione sul totale degli attivi del singolo istituto di
credito”.

Fine del Governo gialloverde.
Salvini: Subito in aula poi
al voto

Ore di tensione altissima nel governo con la situazione che
sembra precipitare, scambi di accuse tra gli alleati della
maggioranza e la Lega che evoca esplicitamente le elezioni.
Nel pomeriggio un vertice a Palazzo Chigi tra il premier,
Giuseppe Conte, e il vicepremier Matteo Salvini.

Conte a Salvini: ‘In Aula dovrà spiegare le ragioni della
crisi’

“Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è
più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e
restituiamo velocemente la parola agli elettori”. Lo scrive in
una nota Salvini.

“Inutile andare avanti a colpi di NO e di litigi, come nelle
ultime settimane, gli Italiani hanno bisogno di certezze e di
un governo che faccia, non di “Signor No. Non vogliamo
poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi
tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone)
ci sono solo le elezioni”. Lo scrive in una nota Matteo
Salvini.

Nel M5s cresce l’insofferenza per la il Carroccio. Luigi Di
Maio: ‘La Lega ha preso in giro il Paese; votare subito taglio
parlamentari, poi le elezioni’. “Una cosa è certa: quando
prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna
contro. Prima o poi ne paghi le conseguenze”, sottolinea Di
Maio.
“C’è una riforma a settembre, fondamentale, che riguarda il
taglio definitivo di 345 parlamentari. E’ una riforma epocale,
tagliamo 345 poltrone e mandiamo a casa 345 vecchi
politicanti.  Se   riapriamo  le  Camere   per  la
parlamentarizzazione, a questo punto cogliamo l’opportunità di
anticipare anche il voto di questa riforma, votiamola subito e
poi ridiamo la parola agli italiani. Il mio è un appello a
tutte le forze politiche in Parlamento: votiamo il taglio di
345 poltrone e poi voto”. Lo dice il vicepremier Luigi Di
Maio.

“Con la mossa di Salvini, l’Italia probabilmente perderà
importante Commissario europeo alla concorrenza che avrebbe
sostenuto il sistema Italia e le nostre imprese in Europa. Non
si è mai visto un partito che prende il 34% alle elezioni
europee e si condanna in questo modo all’irrilevanza
internazionale. Nemmeno Renzi riuscì in tale impresa. Salvini
e la Lega stanno danzando sulla pelle degli italiani,
complimenti”. Così in una nota il Movimento 5 Stelle Europa
definendo un “autogol” la mossa del leader leghista.

Conte ha visto questa mattina il Capo dello Stato. Si è
trattato di un colloquio informativo per fare il punto della
situazione. Non si è quindi parlato di apertura di crisi e
tanto meno di dimissioni del premier. Sono fonti leghiste a
sottolineare che Salvini è contrario a ogni ipotesi di
rimpasto, in qualsiasi forma.

“Questo politicante di professione manda tutto all’aria per
pagare cambiali a parlamentari terrorizzati dal taglio delle
poltrone o agli amici del “suocero” Verdini che se la fanno
sotto per la riforma della prescrizione che entrerebbe a breve
in vigore. Il bello è che dirà in Parlamento che non si
possono fare queste cose perchè quelli del 5 Stelle lo
trattano male poro amore. Spettacolo da vomito di chi si è
mascherato da protettore del Popolo ma che è schiavo del
sistema”. Così Alessandro di Battista in un post su fb.

“Siamo pronti alla sfida. Nelle prossime elezioni non si
deciderà solo quale governo ma anche il destino della nostra
democrazia,della collocazione internazionale del nostro Paese.
Il Pd chiama a raccolta tutte le forze che intendono fermare
idee e personaggi pericolosi. Da subito tutti al
lavoro,insieme,per fare vincere l’Italia migliore”. Lo scrive
su Facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

“Noi siamo prontissimi, perchè siamo quella forza che ha
aperto una grande fase di rinnovamento e che oggi è la vera
alternativa a Salvini”. Lo ha detto il segretario del Pd
Nicola Zingaretti, questa sera a margine della Festa Pd di
Villalunga (Reggio Emilia), a chi gli chiedeva se il Pd sia
pronto alle elezioni. “Le prossime elezioni – spiega
Zingaretti – saranno una scelta tra la Lega di Salvini o il
Partito Democratico, che abbiamo rimesso in campo. E dobbiamo
chiamare a raccolta tutta quella parte di Italia onesta che
vuole il lavoro, la crescita e lo sviluppo, non vuole la
cultura dell’odio, che vuole ridare una dignità all’Italia che
è isolata nell’Europa e nel mondo, che vuole salvare l’Italia
da chi ha promesso la rivoluzione e poi ha reso questo paese
più debole e più fragile. Noi diciamo innanzitutto lavoro,
scuola, formazione, ripresa produttiva, investimenti, un
programma per l’Italia che dia una speranza a questo
bellissimo paese”.
Governo,     tensione    alle
stelle.   Salvini   avverte:
“Voglio un governo che faccia
le cose altrimenti la parola
va agli italiani”

‘Abbiamo fatto un sacco di cose in un anno, e l’obiettivo
della prossima manovra è far pagare meno tasse… Io la voglia
ce l’ho, ma se mi dovessi accorgere che i litigi sono
quotidiani…Mi stufo io ma anche gli italiani. Voglio un
governo che faccia le cose altrimenti la parola va agli
italiani’. Così Matteo Salvini a SkyTg24. Resta alta la
tensione nel governo dopo lo scontro in Consiglio dei ministri
sulla giustizia in particolare sul processo penale e il nodo
della prescrizione. “La Lega non vota una non riforma, vuota e
inutile – si legge in una nota della Lega -. Siamo al lavoro
per una reale riduzione dei tempi della giustizia, per un
manager nei tribunali affinché diventino realmente efficienti,
perché ci sia certezza della pena: colpevoli in galera e
innocenti liberi. Sanzioni certe per magistrati che sbagliano
o allungano i tempi, no a sconti di pena per i criminali e un
impegno per la separazione delle carriere e anche del Csm per
garantire giustizia efficiente, equa e imparziale. I cittadini
non possono essere ostaggi di processi infiniti”.

Tensione anche sul nome del commissario Ue che sarà proposto
dall’Italia. Salvini, proporrò a Conte un politico della Lega.
E Attilio Fontana: basta ‘cordoni’, Von Der Leyen parli con la
Lega. Si litiga anche sui lavori sbloccati dal Cipe.

“Così come ribadito più volte, in virtù del risultato alle
europee, spetta alla Lega fare il nome del commissario che
andrà in Europa a rappresentare l’Italia. Per quanto ci
riguarda ci teniamo a precisare che dovrà essere un profilo
politico e non tecnico. Aspettiamo di conoscere il nome”. Lo
dichiarano fonti del M5S.

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in conferenza stampa
dal Papeete beach di Milano Marittima: “Qualora venisse meno,
ad altri e non a noi, la voglia di sbloccare ed efficientare
anche i tempi della giustizia, che oggi sono fuori dal
mondo…”, non starò al governo perché “o una riforma della
giustizia è importante, vera, pesante, significativa che
dimezza davvero i tempi del processo penale, o non siamo al
mondo e al governo per fare le cose a metà”.
Il governo metterà la fiducia sul decreto sicurezza al Senato?
“Non lo so, spero di sì però”, ha risposto Salvini
aggiungendo: “Il decreto sarà approvato” la prossima
settimana.
“O la prossima manovra ha un pesante taglio di tasse o andiamo
avanti con gli zero virgola, non serve all’Italia. E non potrà
mai avere il sostegno della Lega”, ha detto ancora Salvini.
“Cosa c’entra Berlusconi?” Sulle intercettazioni “vi pare
normale che finisca sui giornali un pettegolezzo sull’amante –
ha detto Matteo Salvini a SkyTg24 -? Chi vuole il gossip
compra i giornali di gossip. I pettegolezzi da spiaggia devono
restare chiusi in un armadio altrimenti diteci che siamo in
uno stato di polizia e chiunque è titolato ad ascoltare
chiunque”. “Noi la buona volontà” per un’intesa sulla riforma
della Giustizia “ce la mettiamo ma se Bonafede inizia a tirare
in ballo Berlusconi,il passato e il futuro…”.
Parlando della Alan Kurdi, Salvini ha detto: “Governo tedesco
avvisato mezzo salvato, ong avvisata mezza salvata: se entrano
in acque italiane prenderemo possesso di quella imbarcazione.
Stiamo giocando a rubamazzo? Basta, mi sono rotto le palle. Le
navi saranno requisite e saliremo a bordo”.
E in mattinata erano arrivate le parole, in una diretta
Facebook, del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “La
separazione delle carriere dei magistrati e la riforma delle
intercettazioni sono i due punti forti della politica sulla
giustizia di Silvio Berlusconi. Dico alla Lega che sono aperto
a tutte le proposte, ma non stanno governando con Silvio
Berlusconi. Se lo mettessero in testa”.
“Quando arrivano no a prescindere e si pescano argomenti qua e
là che nulla hanno a che fare con la riduzione dei tempi dei
processi, mi viene il dubbio che l’obiettivo sia far saltare
la riforma della prescrizione che entrerà in vigore a gennaio
– ha detto ancora Bonafede -. Mi auguro che non sia questo
perché è inaccettabile fare giochini sulla carne viva dei
diritti delle persone. Ho scritto la Spazzacorrotti, non
permetterò a nessuno di fare giochini per far saltare la legge
sulla prescrizione”.

“Uomini,                  mezzi              uomini,
ominicchi, pigliainculo e
quaquaraquà”:        signor
Presidente fermi l’Italia e
ci faccia scendere

Lanciata a velocità folle in una nottata di crisi da
indebitamento, sfreccia l’Italia, lasciando durante il suo
passaggio una scia di vuoto occupazionale, rovine economiche,
tessuto sociale lacerato, una giustizia zoppicante , lenta e
nebulosa, la corruzione che dilaga ed una criminalità sempre
più aggressiva.

Giorgio Gaber ieri come la gente oggi
La gente si preoccupa. Attualissime sono le parole di Giorgio
Gaber: Mi scusi Presidente/Ma questo nostro Stato/Che voi
rappresentate/Mi
sembra un po’ sfasciato./ E’ anche troppo chiaro/Agli occhi
della
gente/Che tutto è calcolato/E non funziona niente.
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