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Crisi di Governo, Draghi invoca nuovo patto di fiducia: M5s e Lega non applaudono Le sfide che l’Italia deve affrontare richiedono ‘un governo forte e coeso’. Al Paese ‘serve un nuovo patto di sviluppo concreto e sincero. Partiti, siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti? Siamo qui in quest’Aula solo perchè gli italiani lo hanno chiesto. È una risposta che dovete dare non a me, ma a tutti gli italiani’. Mario Draghi conclude così il suo discorso al Senato. M5s e Lega non applaudono quest’ultima parte. Il presidente del Consiglio richiama le forze politiche alla responsabilità di portare a termine l’agenda di governo senza fare sconti e definisce ‘tanto sofferte quanto dovute’ le dimissioni, respinte dal capo dello Stato, presentate il 14
luglio per il venir meno del patto di fiducia nella maggioranza: ‘L’unica strada, se vogliamo ancora restare assieme, è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità’. La risposta dei partiti è attesa dal dibattito. E’ in corso una riunione della Lega convocata da Matteo Salvini a Palazzo Madama: presenti parlamentari, ministri e sottosegretari. Dopo aver ascoltato Draghi anche Giuseppe Conte si è riunito con alcuni dei vertici del M5s, fra cui i vicepresidenti e la capogruppo a Palazzo Madama Mariolina Castellone. Nel frattempo, in un altro ufficio, è in corso una riunione del gruppo dei senatori del Movimento. IL DISCORSO DI DRAGHI “Mercoledì – ha sottolineato in apertura del suo discorso – scorso ho rassegnato le dimissioni. Questa decisione è seguita al venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato il governo dalla sua nascita. Il capo dello Stato le ha respinte e chiesto di informare il Parlamento. Decisione che ho condiviso. Oggi mi permette di spiegare a voi e agli italiani questa decisione tanto sofferta quanto dovuta“.Il premier ha rivendicato i risultati ottenuti dal suo governo in questi 17 mesi. Ma ha anche indicato una serie di obiettivi per i quali, ha evidenziato, serve un nuovo patto di fiducia”. “Non serve una fiducia di facciata che svanisca di fronte ai provvedimenti scomodi”. Draghi ha elencato una serie di obiettivi. Bisogna spingere sui contratti collettivi, punto di forza del sistema industriale. “Serve una riforma delle pensioni – ha proseguito – che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita e un impianto sostenibile ancorato al sistema retributivo”. “Il disegno di legge” sulla concorrenza, che riguarda anche “i taxi” e le concessioni balneari” deve “essere approvato prima della pausa estiva. Ora c’è bisogna di un sostegno convinto all’azione dell’esecutivo” non il sostegno a proteste tavolta violente. LA DIRETTA
https://www.youtube.com/embed/sPbVV3E737E “Il presidente della Repubblica mi affidò l’incarico” di premier con l’obiettivo di affrontare “tre emergenze: pandemica, economica e sociale”, “tutti i principali partiti, con una sola eccezione, decisero di rispondere positivamente a quell’appello. Nel discorso che tenni in quest’Aula feci riferimento all’unità nazionale, che in questi mesi è stata la miglior garanzia di questo esecutivo e della sua efficacia. Ritengo che un presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori debba avere il consenso più ampio”.”Grazie alle misure di contenimento sanitario, alla campagna di vaccinazione, ai provvedimenti di sostegno economico a famiglie e imprese, siamo riusciti a superare la fase più acuta della pandemia, a dare slancio alla ripresa economica”, ha detto. Le “riforme della giustizia, della concorrenza, del fisco, degli appalti oltre alla corposa agenda delle semplificazioni sono un passo essenziale per l’Italia. Ad oggi tutti gli obiettivi del Pnrr sono stati raggiunti“. “Il merito dei risultati” raggiunti “è vostro, della vostra disponibilità a lavorare nell’interesse del paese. La vostra è stata la migliore risposta all’appello del presidente della Repubblica”. Gli “italiani hanno sostenuto le misure che di volta in volta abbiamo messo in campo, sono diventati veri protagonisti politiche, penso al paziente rispetto durante le restrizioni della pandemia, della vaccinazione, dell’accoglienza spontanea ai profughi ucraini accolti con affetto e solidarietà. Penso alle comunità locali con il Pnrr: mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano” IL TIMING La seduta andrà avanti con il discorso di Draghi fino alle 10.30, quando il presidente del Consiglio si recherà alla Camera per consegnare il testo delle comuicazioni rese a Palazzo Madama. Alle ore 11.00 riprenderà la seduta del Senato, con una discussione generale prevista fino alle 17, quando Draghi replicherà. Alle 17.30 inizieranno le
dichiarazioni di voto ed alle 19 partirà a “chiama” dei senatori. La seduta è iniziata con un quarto d’ora di ritardo: per quindici minuti nell’Emiciclo pieno, con la presidente Elisabetta Alberti Casellati al suo posto, si è atteso l’arrivo di Draghi. In Aula ci sono tra gli altri Matteo Salvini e Matteo Renzi. In tribuna ci sono diversi deputati, che sono venuti a sentire in diretta le comunicazoni di Draghi, che alla Camera verranno solo consegnate. “Penso finisca bene, vediamo la tempistica”: è il pronostico di Matteo Renzi arrivando al Senato. Milleproroghe, emendamenti: maggioranza si spacca
Rimandato di un anno il tetto del contante a mille euro La maggioranza si spacca durante l’esame degli emendamenti al dl Milleproroghe in commissione alla Camera. La Lega e Forza Italia votano con Fratelli d’Italia una retromarcia sul contante: il tetto, che dal primo gennaio è sceso a mille euro, torna per un anno a duemila euro. La modifica sposta infatti l’entrata in vigore della soglia più bassa dal primo gennaio 2022 al primo gennaio 2023. La modifica è passata per un solo voto con il parere contrario del governo. Il governo nella notte sarebbe andato sotto quattro volte: oltre che sul tetto del contante, contro il parere dell’esecutivo è passato l’emendamento che prevede il dietrofront sull’Ilva, così come sono state approvate norme sulle graduatorie della scuola e i test sugli animali. Duro scontro anche sul tema della giustizia fra il Pd e la Lega. Governo, stretta sugli ingressi in Italia: è scontro con Bruxelles
Il governo tira dritto: fino al 31 gennaio servirà un tampone per entrare in Italia dall’estero e la quarantena per i non vaccinati “Non c’è molto da riflettere”, taglia corto Mario Draghi. E respinge le forti perplessità rimbalzate da Bruxelles, per le limitazioni all’ingresso anche per chi arrivi da Paesi Ue: le misure devono essere “proporzionali e giustificate”, nonché “di breve durata”, avverte la Commissione. Ma c’è un dato, sottolinea Draghi, alla base della decisione presa martedì dal governo, con un’ordinanza: l’incidenza della variante Omicron in Italia è per ora, secondo l’Iss, solo dello 0,19% mentre dilaga all’estero. La stretta sui viaggi serve a difendere “con le unghie e i denti” una “normalità” che l’Italia ha conquistato “al prezzo di 134mila morti”. E affrontare il Natale con “relativa tranquillità”. “Buon Natale e anche buone feste”, dice Draghi chiudendo il suo intervento in Parlamento, in vista del Consiglio europeo delle prossime ore. Deputati e senatori si danno il gomito, perché leggono nelle sue parole un velo d’ironia, dopo le polemiche per le linee guida sulla comunicazione per le feste, poi ritirate da Bruxelles. Il presidente del Consiglio si presenta al vertice Ue convinto che l’Italia sia “più forte in Europa e
nel mondo”. Con questa forza, rinsaldata dall’asse sui dossier cruciali con il francese Emmanuel Macron, chiede di continuare con politiche di bilancio espansive e procedere verso una vera “unione politica”. E’ convinto che il patto di stabilità, sotto presidenza francese dell’Ue e anche rinsaldando il dialogo con il tedesco Olaf Scholz, sarà rivisto: bisogna “cambiare le regole sugli aiuti di stato” e introdurre il bilancio comune. Assicura che la “fiducia” mostrata all’Italia con i fondi del Pnrr sarà ripagata: la prossima settimana una cabina di regia approverà la relazione annuale che dovrebbe certificare il raggiungimento di tutti i 51 obiettivi entro fine anno. L’informativa del premier alla Camera “Voglio prima di tutto ricordare le nove vittime dell’esplosione avvenuta l’11 dicembre a Ravanusa, in provincia di Agrigento. Ai loro cari, vanno le condoglianze del Governo e mie personali. È essenziale che venga fatta luce al più presto su quanto accaduto per accertare le responsabilità. Episodi come questo non devono accadere e sono inaccettabili”. Lo afferma il premier Mario Draghi alla Camera chiamando per nome e per età tutte le vittime. “L’inverno e la diffusione della variante Omicron – dalle prime indagini, molto più contagiosa – ci impongono la massima attenzione nella gestione della pandemia. I contagi sono in aumento in tutta Europa: nell’ultima settimana, neell’UE, si sono registrati in media 57 casi al giorno ogni 100.000 abitanti. In Italia, l’incidenza è più bassa, quasi la metà, ma è comunque in crescita. Il Governo ha deciso di rinnovare lo Stato di emergenza fino al 31 marzo per avere tutti gli strumenti necessari per fronteggiare la situazione. Invito i cittadini a mantenere la massima cautela”. “I dati di oggi descrivono un quadro molto diverso rispetto all’anno scorso. Il numero totale di persone attualmente positive al virus in Italia è 297 mila. Dodici mesi fa erano 675 mila, nonostante un livello di restrizioni molto maggiore. Le persone
ricoverate sono 8.026. Il 14 dicembre 2020 erano 30.860. Negli ultimi sette giorni ci sono stati in media 95 decessi al giorno. Nello stesso periodo di un anno fa erano stati 629. Dobbiamo essere prudenti, ma ci avviciniamo al Natale più preparati e più sicuri”. Lo dice il premier Mario Draghi nell’informativa alla Camera in vista del Consiglio Ue. “Oggi più dell’85% degli italiani sopra i 12 anni ha ricevuto due dosi, e circa il 20% anche la terza. Voglio incoraggiare chi non si è vaccinato a farlo al più presto e chi ha fatto le prime due dosi a fare la terza appena possibile. Come dimostra l’Iss, i non vaccinati hanno un rischio di morire 11 volte maggiore rispetto a chi ha ricevuto la seconda dose, e quasi 17 volte rispetto a chi ha fatto la terza. Vaccinarsi è essenziale per proteggere noi stessi, i nostri cari, la nostra comunità. E per continuare a tenere aperta l’economia, le scuole, i luoghi della socialità, come fatto finora”. Draghi ha affrontato anche la questione delle bollette. Contro il caro bollette ci sono “stanziamenti imponenti, di misura mai vista prima, orientata a sollevare i più deboli dal rincaro dell’energia. Questi stanziamenti non possono andare avanti all’infinito quindi serve una soluzione strutturale e occorre fare una riflessione sul meccanismo di prezzo dell’energia”. “In Europa è iniziata una riflessione in cui parte attiva è Cingolani. E’ difficile pensare a una riflessione strutturale che non chiami alla partecipazione dei costi comuni chi ha maturato profitti”. Governo, ancora tensioni:
rottura su Bonafede e Azzolina. Divisioni sul tema della giustizia Non c’è intesa, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, sul verbale che dovrebbe chiudere il tavolo sul programma dopo due giorni di lavori. Italia viva, che aveva chiesto un documento con cronoprogramma, avrebbe poi detto sì alla scelta di redigere un verbale di fine riunione ma avrebbero lamentato, alla lettura del testo, che non rispecchia le diverse posizioni che si sono registrate al tavolo su alcuni temi. “Rimangono le distanze sui contenuti nonostante il lavoro di questi giorni. Non abbiamo parlato di nomi”, dice Maria Elena Boschi di Italia viva uscendo dalla sala della Lupa. “Abbiamo fatto un lavoro importante in questi due giorni con discussioni approfondite. Rimangono distanze, non solo con Iv, anche
sull’impostazione di alcuni punti. Siamo fiduciosi che il lavoro per colmare le distanze possa essere fatto da chi dovrà formare il governo e scrivere il programma”, dice il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio uscendo dalla sala della Lupa. “Il lavoro proficuo è stato fatto ma non sono state esaurite tutte le questioni”, ha concluso. “Qualcuno voleva trasformare il verbale in un contratto di governo ma senza che il presidente incaricato fosse presente. E quel qualcuno, Iv, ha dato alle agenzie un racconto sul tavolo non rispondente al vero, dicendo che non c’erano temi convergenti. A nostro avviso i temi convergenti sono molto di più di quelli divisivi. E si era detto che i temi divisivi come il Mes erano fuori dal tavolo”. Lo dice il capogruppo M5S Davide Crippa al termine del tavolo programmatico a Montecitorio. “Iv ha dato parere contrario su tutto e non si scioglie la riserva su Conte. Entriamo in una fase difficile in cui è difficile che possa accadere qualcosa di diverso dalle elezioni”. Lo dice la capogruppo del Misto al Senato Loredana De Petris, senatrice di Leu. Fumata nera questo pomeriggio a un vertice di Matteo Renzi con Dario Franceschini, Vito Crimi e Roberto Speranza per cercare un’intesa sulla nascita di un governo Conte ter. A quanto apprende l’ANSA da fonti di Italia viva, sia sui temi che sulla squadra, dal Mes al ruolo di Arcuri, non si sarebbero registrate le aperture attese. In particolare, secondo le stesse fonti, Crimi avrebbe detto no alla richiesta di sostituire i ministri Alfonso Bonafede e Lucia Azzolina. In più, sarebbe stato “posto un veto” su Teresa Bellanova al ministero del Lavoro
Governo, alla Camera passa la fiducia La Camera accorda la fiducia al governo Conte con 321 voti a favore, 259 contrari e 27 astenuti. La votazione è stata palese per appello nominale: ciascun deputato ha sfilato davanti al banco della presidenza e ha dichiarato il suo voto ad alta voce. Conte ha lasciato l’Aula della Camera non appena ha avuto inizio la votazione. Il premier a Montecitorio ha chiesto l’appoggio dei “volenterosi” di area “europeista: liberale, popolare, socialista”. Promettendo quindi che lascerà la delega ai Servizi “a un’autorità delegata di mia fiducia”, e quella all’agricoltura, e impegnandosi per “una riforma elettorale proporzionale” e “un grande progetto di riforma fiscale”. Le opposizioni in aula chiedono le dimissioni. Salvini attacca: “Ormai vive su Marte”. No alla fiducia da Fi e Udc. Iv si asterrà, ma la ricucitura è quasi impossibile. Zingaretti ammette: “La strada è più stretta di quanto si immagini perché non possiamo accettare di tutto”. La replica del premier – “Il mio è un appello molto chiaro e nitido: c’è un progetto politico ben preciso e articolato che
mira a rendere il Paese più moderno e a completare tante riforme e interventi già messi in cantiere”, afferma Conte. “Dalle scelte che ciascuno in questa ora grave deciderà di compiere dipende il futuro del paese. Siamo chiamati a costruirlo insieme, è un appello trasparente, alla luce del sole, chiaro che propongo nella sede più istituzionale e rappresentativa del Parlamento”. “Dopo quanto successo il 6 gennaio in America, siamo consci che le nostre democrazie vanno difese con i fatti e con le parole, e noi leader abbiamo un compito: non ci possiamo permettere, come successo negli Stati Uniti, di alimentare la tensione”, afferma Conte. “Pongo la questione di fiducia sull”approvazione della risoluzione di maggioranza” di Pd, M5S e Leu. Lo dice il premier Giuseppe Conte nella replica in Aula alla Camera dopo le comunicazioni di questa mattina. La maggioranza assoluta alla Camera si raggiunge a quota 315, un voto in meno rispetto ai 316 normalmente richiesti. A far abbassare il quorum sono le dimissioni di Pier Carlo Padoan che ha lasciato il Parlamento il 4 novembre scorso per assumere l’incarico nel board di Unicredit e non è stato ancora sostituito a Montecitorio. Stamattina alle 12 il premier era intervenuto nell’Aula della Camera per lecomunicazioni sulla situazione politica determinata dalle dimissioni dei ministri di Iv. Poi si è svolto il dibattito. Italia viva conferma l’astensione sul voto di fiducia dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte alla Camera. È quanto emerge al termine di una riunione dei deputati del gruppo. Le comunicazioni sono durate circa 55 minuti, e sono state punteggiate da quattordici applausi della maggioranza. Di questi, uno solo è stato condiviso da alcuni deputati di Iv, quello relativo all’annuncio della prossima nomina di una Autorità delegata per i Servizi segreti.
Il premier ha chiesto l’appoggio dei “volenterosi”, nell’ambito di formazioni politiche “che si collocano nella più alta tradizione europeista: liberale, popolare, socialista” per costruire “un governo aperto a tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’Italia”. L’obiettivo è “completare il lavoro avviato per un patto di legislatura” e porsi “nelle condizioni di rafforzare la squadra di governo”. Conte ha promesso quindi che lascerà la delega ai Servizi “a un’autorità delegata di mia fiducia”, e quella all’agricoltura, e si impegnerà per “una riforma elettorale proporzionale” e “un grande progetto di riforma fiscale”. Le opposizioni in aula ne hanno invocato le dimissioni. Salvini attacca: “Ormai vive su Marte. ‘Costruttori’ vuol dire ‘poltronari'”. No alla fiducia da Fi e Udc. Iv apre: “Se c’è da creare un governo migliore, ci siamo”. L’INTERVENTO DEL PREMIER, LE PAROLE CHIAVE “All’inizio di questa esperienza di governo – ha detto Conte - , nel 2019, prefigurai un chiaro progetto politico per il Paese. Precisai che il programma non poteva risolversi in una mera elencazione di proposte eterogenee o una sterile sommatoria delle posizioni delle forze di maggioranza. Un’alleanza tra formazioni provenienti da storie, esperienze, culture di diversa estrazione e che in passato si erano confrontate con asprezza, poteva nascere solo su due discriminanti. Il convinto ancoraggio ai valori costituzionali e la solida vocazione europeista del Paese”. “Sin dall’inizio mi sono doperato perché si delineasse la prospettiva di un disegno rioformatore, ampio e coraggioso” per “configurare una nuova stagione riformatrice” basata sulla “sostenibilità, sulla coesione sociale e territoriale, sul pieno sviluppo della persona umana. E ancora oggi “c’è una visione”. “In questi mesi drammatici” della pandemia da Covid “questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo
convergenza di vedute, risolutezza di azione anche nei momenti più difficili“. “Agli inizi 2020” il progetto del governo si è dovuto “misurare con la pandemia che ha sconvolto in profondità la società e la dinamica stessa delle nostre relazioni. Affontiamo una sfida di portata epocale – ha detto ancora Conte -, si vivono paure primordiali, più spesso conosciute da generazioni del passato. Torniamo a sentirci profondamente fragili, alcune certezze radicate sono state poste in discussione. Ci siamo misurati quotidianamente come mai in passato con scienza e tecniche, con la difficoltà a fornire risposte efficaci e rapide”. “Primi in occidente siamo stati costretti a introdurre misure restrittive dei diritti della persona, operando delicatissimi bilanciamenti dei principi costituzionali”. “Abbiamo operato sempre scelte migliori? Ciascuno esprimerà le proprie valutazioni. Per parte mia – ha spiegato ancora il premier alla Camera – posso dire che il governo ha operato con massimo scrupolo e attenzione per i delicati bilanciamenti anche costituzionali. Se io oggi posso parlare a nome di tutto il governo a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori ma è per la consapevolezza di chi ha operato con tutte le energie fisiche e psichiche per la comunità nazionale”. “Non avremmo potuto realizzare tutto questo se non ci fossero state condivisione, collaborazione, responsabilità, in ciascuna – ciascuna – forza politica“, ha spiegato Conte elencando le principali misure della legge di bilancio e il decreto semplificazioni. “E’ stato fondamentale anche il senso di responsabilità delle forze opposizione che, pur nella dialettica della politica, hanno contribuito ad affrontare dei passaggi critici. Bisogna darne atto. Avete avanzato anche proposte concrete, qualificanti, alcune delle quali sono state accolte dalle forze di maggioranza”. “Proprio nei momenti più critici del Paese dobbiamo trovare le ragioni più nobili e alte della politica“, come “servizio per
i bisogni della comunità nazionale” e non come “logica di potere. Alla società che sta uscendo con difficoltà dalla pandemia non possiamo offrire risposte mediocri. Il governo deve essere all’altezza di questo compito”. “Il 13 gennaio in una conferenza stampa sono state confermate le dimissioni delle ministre di Iv. Si è aperta una crisi che deve trovare qui in questa sede il proprio chiarimento in trasparenza del confronto e linearità di azione che hanno caratterizzato il mio mandato“. “Le nostre energie dovrebbero essere tutte, sempre concentrate sulla crisi del Paese. Così, agli occhi dei cittadini, appaiono dissipate in contributi polemici, spesso sterili, del tutto incomprensibili. Rischiamo così tutti di perdere contatto con la realtà. C’era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa fase? No”. Nel pieno della pandemia Covid e mentre “da casa ci ascolta chi ha perso i propri cari, confesso di avvertire un certo disagio. Sono qui oggi non per annunciare nuove misure di sostegno o per bozza ultima del Recovery plan ma per provare a spiegare una crisi in cui non solo i cittadini ma io stesso alcun plausibile fondamento“. “Questa crisi ha provocato profondo sgomento nel Paese, rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha fatto salire lo spread ma ancor più perché ha attirato l’attenzione dei media internazionali e delle cancellerie straniere. Diciamolo con franchezza, non si può cancellare quello che è accaduto”, ha proseguito il premier Conte parlando della fiducia tra le forze alleate come “condizioni imprescendibile” per guidare il Paese. “Nonostante ci sia stato un chiaro contributo al miglioramento della bozza originaria” del Recovery plan “c’è stata un’astensione motivata principalmente per il fatto che la bozza non contempla le risorse del Mes, che però nulla ha a che vedere con il Recovery fund”. Il Recovery Plan italiano sarà un piano “largamente condiviso, uno sforzo collettivo di
cui andare fieri”. Il Paese “merita un governo coeso, ora si volta pagina“, ha detto Conte intervenendo in Aula alla Camera. Quanto alla politica industriale “dobbiamo proseguire nel proteggere gli investimenti più strategici del Paese“. “Dobbiamo rafforzare politiche di intervento sulla base delle nostre filiere più produttive”, aggiunge Conte. “L’assegno unico mensile si colloca in una cornice di interventi volti ad alleggerire il peso fiscale sulle famiglie”, ha spiegato il presidente del Consiglio intervenendo in Aula alla Camera annunciando che da “luglio” sarà introdotto “l’assegno unico mensile” per famiglie con figli sotto i 21 anni. Poi ancora: “il governo, chiaramente nel rispetto delle determinazioni delle forze parlamentari, si impegnerà a promuovere una riforma elettorale proporzionale, quanto più possibile condivisa, che possa coniugare le ragioni del pluralismo con l’esigenza di assicurare stabilità al sistema politica”. Per le sfide che attendono l’Italia servono “la massima coesione possibile, il più ampio consenso in Parlamento. Servono un governo e forze parlamentari volenterose, consapevoli della delicatezza dei compiti. Capaci di sfuggire gli egoismi e l’utile personale”. “Questa alleanza può già contare su una solida base di dialogo alimentata da M5s, Pd, Leu, che sta mostrando la saldezza del suo ancoraggio e l’ampiezza del suo respiro. Sarebbe un arricchimento di questa alleanza poter acquisire contributo politico di formazioni che si collocano nella più alta tradizione europeista: liberale, popolare, socialista. Ma chiesto un appoggio limpido e trasparente. “Viste le nuove sfide e anche gli impegni internazionali, non
intendo mantenere la delega all’Agricoltura se non lo stretto necessario e mi avvarrò anche della facoltà di designare un’autorità delegata per l’intelligence di mia fiducia“, ha annunciato Conte. “Aiutateci a riermaginare la crisi in atto. Cari cittadini, la fiducia deve essere reciproca, deve essere un qualcosa che si alimenta in maniera biunivoca. Avete offerto una risposta di grande responsabilità, state dimostrando di riporre grande fiducia nelle istituzioni. Confido che con il voto di oggi anche le istituzioni sappiano ripagare questa fiducia” riparando “il grave gesto di irresponsabilità” che ha prodotto questa crisi. “Costruiamo un governo aperto a tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’Italia“, ha concluso Conte il suo intervento in Aula alla Camera. Governo, Renzi e Conte pronti per la sfida in aula
Giorni decisivi per il governo Conte. Renzi afferma di essere pronto alla sfida in Aula. Per il presidente della Camera Fico, una crisi ora sarebbe disastrosa. Voci sulla caccia ai ‘responsabili’ al Senato, ma Toti per Cambiamo! e Cesa per l’Udc escludono un voto a favore del governo che sostituisca l’appoggio di Italia Viva. Il messaggio di fine anno di Mattarella “l’ho apprezzato molto. Sono felice che al Quirinale ci sia un galantuomo che interpreta al meglio il ruolo di garante delle regole che la Costituzione gli impone. Il passaggio su Europa e vaccini, poi, è stato semplicemente magistrale”. Lo dice, in un’intervista a Il Messaggero, il leader di Italia Viva Matteo Renzi. L’invito forte alla coesione “è un passaggio che condivido totalmente. Abbiamo la più grande chance della storia degli ultimi trent’anni: una mole di risorse mai vista per ricostruire l’Italia. Non possiamo sprecarla. Ora o mai più”. Il destino dell’attuale esecutivo “dipende da Conte prima e dal Parlamento poi, non da me. Noi abbiamo messo per iscritto
in due documenti le cose che non ci convincono”. Se però “le nostre idee danno fastidio, andiamo all’opposizione”. Conte ha detto “che verrà in Parlamento. A mio giudizio ha sbagliato a chiudere così la verifica di governo. Ma se ha scelto di andare a contarsi in aula accettiamo la sfida”. Renzi non ha paura “della libertà delle persone. Se qualche parlamentare vorrà appoggiare il governo Conte perché convinto dalle parole del premier, bene. Mi fa sorridere che chi è entrato in Parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno finisca col dipendere dalle mosse di Clemente Mastella”. L’ex presidente del Consiglio pensa “che il premier sia sicuro dei suoi conti, altrimenti avrebbe scelto la strada del confronto politico prima di andare in aula”. Se invece andrà sotto, “abbiamo varie soluzioni diverse che potranno essere valutate dal Parlamento e dal Capo dello Stato. Anticipare adesso la posizione di Italia Viva sarebbe mancare di rispetto al Quirinale. La Costituzione dice che la legislatura va avanti finché ci sono i numeri in Parlamento, non finché lo dice Conte”. “Essere responsabili significa, a casa nostra, essere coerenti con le proprie idee. Questo Governo non rispecchia le nostre. Dopo le lettura di qualche giornale ribadisco: per serietà e responsabilità Cambiamo! non sosterrà questo Governo. Il nostro Paese merita altro”. Con questo tweet il leader di Cambiamo! Giovanni Toti smentisce qualsiasi appoggio al Governo Conte. “Ancora una volta ci troviamo costretti a smentire retroscena giornalistici senza fondamento. L’Udc non partecipa al teatrino della politica: non siamo e non saremo mai la stampella di nessuno”. Così Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc. Secondo il presidente della Camera Roberto Fico serve “che tutti i soggetti della maggioranza facciano uno sforzo per scongiurare una crisi che sarebbe incomprensibile e disastrosa”. Lo dice in un’intervista a La Stampa, nella quale
puntualizza: “L’appello alla responsabilità e allo spirito costruttivo del presidente Mattarella è stato molto significativo. Siamo in un momento storico delicatissimo, cruciale, verso il quale è impensabile approcciarsi coltivando meri interessi di parte. Sarebbe imperdonabile. Per questo credo che alla fine prevarranno ascolto e responsabilità”. Per Fico le spinte costruttive sono “sempre positive. Ma devono essere genuinamente costruttive”. Siamo davanti “a un’occasione storica per l’Italia, e per l’intera Europa”. Dobbiamo “essere all’altezza, per farlo è necessario un lavoro di squadra fra tutti i soggetti istituzionali” coinvolti nel piano e poi nella spesa dei fondi. Il Parlamento italiano “è stato il primo in Europa a votare un atto di indirizzo al governo sul Recovery. Ha dimostrato la sua centralità, che dovrà proseguire”. Il Movimento 5 Stelle “si pone come forza di stabilità in questa fase complessa per il Paese, nella gestione dell’emergenza sanitaria, sociale ed economica”. Una dimostrazione “di forza, non di debolezza”. Nei prossimi mesi “si voterà in tante città, tra cui i primi quattro comuni italiani: Roma, Milano, Napoli, Torino”. Prima di pensare ai nomi si deve ragionare “sugli strumenti a disposizione delle realtà metropolitane, la cui gestione è particolarmente complessa e delicata”. Per un possibile accordo M5s-Pd alle Amministrative “in alcune realtà il confronto è partito”. Rispetto alla richiesta del Pd che venga onorato l’accordo sulla nuova legge elettorale “i patti vanno rispettati” commenta Fico. Bisogna risedersi al tavolo per dotare il Paese “di una legge elettorale solida e di lungo respiro”. Ma chi c’è al governo?
È bastato il discorsetto, prolisso ma diligentemente recitato alla Camera dal nostro ministro della Salute, con la sua aria da ginnasiale ripetente e impreparato, a far crollare le quotazioni della borsa di Milano di quasi il 5%, con improvviso rialzo dello spread e conseguente aumento degli interessi sui nostri titoli di Stato, e del nostro debito pubblico. Si sa che quando la Borsa fa su e giù c’è gente che guadagna senza muovere un dito. Di solito queste manovre sono propiziate da discorsi come quello del nostro Roberto Speranza (la speranza vera, tanto per fare una battuta, è che presto lasci il posto a chi è qualificato a quell’incarico), che non possiamo tacciare di insider trading, data la sua posizione e la sua evidente buonafede. Possiamo pensare però, legittimamente, che qualcuno gli abbia messo in mano quei fogli: non è credibile che il ministro Speranza abbia fatto tutto da solo. Magari ha voluto ricalcare le dichiarazioni dell’esperto americano Antony Fauci; quello che non si riesce a comprendere è il perché lo abbia fatto, e perché lo abbia fatto proprio in questo momento. In più, si parla di una ‘recrudescenza’ ipotetica e lontana nel tempo: cioè di una condizione che, se avverrà, – e voci più autorevoli sia di quella di Fauci, sia di quella di Speranza, lo negano – avverrà quando ormai saremo preparati e informati certamente più di ieri, cioè nel 2021, verso l’autunno, più di un anno ancora per ricominciare a vivere. Dicevamo un discorsetto piuttosto prolisso, infarcito di
ovvietà, di espressioni che si possono definire banali e allarmanti senza motivo. Citiamo a caso: “Ci vuole misura nelle nostre affermazioni (e ci mancherebbe, ma è proprio quella che è mancata) e non dobbiamo mai dare dichiarazioni (o notizie?) contraddittorie ai cittadini. Una seconda ondata o una recrudescenza è possibile. (possibile è anche che gli asini volino, ma non è probabile). L’intervista di ieri di Antony Fauci è molto chiara. (abbiamo bisogno di supporto per dichiarare ai cittadini ciò che si considera ’possibile’? Oppure possiamo ipotizzarlo da soli? E chi è Antony Fauci? L’oracolo?) L’epidemia non è conclusa, ci sono ancora focolai attivi (di solito se si fanno certe affermazioni bisogna anche rispondere a quattro domande: quando, dove, come e perché. E magari anche ‘chi’: se fosse un giornalista sarebbe bocciato) il virus continua a circolare (questa sarebbe comica, se non si trattasse del virus che ha fatto centinaia di migliaia di vittime in tutto il mondo: ma è proprio così?). Siamo sulla strada giusta, ma il nemico non è vinto (con un rigurgito di patriottismo, sembra di sentire la canzone del Piave, e gli austriaci che sul Carso continuano a sparare cannonate contro i nostri soldati)”. Risparmio ai lettori – e al ministro – le susseguenti banalità, che servono solo ad allungare il brodo di un discorso che pronunciato a braccio, ove mai Speranza ne fosse avvezzo – non è Sgarbi! – avrebbe comportato pochi minuti di eloquio, lascio a voi giudicare di che livello. Evidentemente, una laurea in Scienze Politiche – se non vado errato, altrimenti accetto correzioni – non è sufficiente a supportare il peso di un ministero, e la responsabilità di interventi parlamentari. “Molte regioni sono a zero, o prossime allo zero”, “convivendo con il Covid […] ne deriva inevitabilmente il moltiplicarsi delle probabilità di incontrare il virus”. Mascherine, igiene personale, quarantena, “E’ con le misure che governo e regioni hanno adottato che ‘abbiamo’ salvato la vita a migliaia di persone…”. Insomma, come si dice in altre occasioni ‘un intervento a tutto campo’, sinteticamente aria
fritta. A smentire cotante affermazioni, leggiamo un articolo che riporta l’intervista ad un premio Nobel per la medicina nel 2011, l’americano Bruce Beutler, il quale dichiara: “La seconda ondata non ci sarà”. Né, secondo il prof. Beutler, il vaccino sarà risolutivo, nonostante la pubblicità che i nostri governativi gli vogliono assolutamente fare, né si sa se la sua presunta azione immunitaria durerà nel tempo. “E’ molto probabile che solo un vaccino efficace potrà sconfiggere la pandemia” dichiara Beutler, e non citando altre fonti, ma di suo. Insomma, vaccino sì, ma è presto per fare previsioni: una seconda ondata è improbabile, dato che ormai si è sviluppata quella che si chiama ‘immunità di gregge’. Ed è anche presto – il vaccino ancora non è pronto, né se ne conoscono le caratteristiche – per fare previsioni a proposito dell’eliminazione dei rischi. Comunque una seconda ondata non è assolutamente nelle previsioni. Il solo e unico effetto che ha avuto il discorso del ministro è stato quello di spaventare – sono molto impressionabili – le Borse internazionali. E visto che già abbiamo, o abbiamo avuto una fama di untori, tutti si sono affrettati a vendere i nostri titoli, fagocitati avidamente da chi gioca al ribasso. Oggi, 12 giugno, si manifesta un timido accenno di ‘rimbalzo’, ed era normale che ciò accadesse. I titoli di Stato italiani sono sempre stati oggetto degli investimenti esteri, particolarmente da parte di banche di Stati che notoriamente mostrano poca stima nei nostri confronti. Ma gli investimenti sono sempre stati remunerativi, ancor di più quando una circostanza malaugurata innalza lo spread e aumenta il rendimento. Su di un altro fronte, il premier Conte va avanti con i suoi DPCM, senza rendersi conto del fatto che questo comporta: ormai il Presidente del Consiglio è l’unico a legiferare in questo paese, a prendere decisioni che diventano legge, l’uomo forte al potere. Bisogna dire che la parte che si è autoattribuita rende, specialmente quando è propagandata da
una tv pubblica che è fortemente ‘governativa’: cioè sinistrorsa. Di una ‘sinistra’ che in nome dell’attaccamento alle sedie riesce a tener buone le anime discordanti e minoritarie dei Cinquestelle. Pare infatti da sondaggi effettuati, e senza dei quali ormai i nostri politici non possono andare avanti, che Giuseppi abbia un gradimento espresso da parte degli Italiani del 58%. Conte sarà oggi interrogato dal Procuratore aggiunto di Bergamo, Maria Cristina Rota, e con lui il ministro dell’Interno Lamorgese e il ministro della Salute Roberto Speranza – a proposito della mancata istituzione della ‘zona rossa’ a Nembro e ad Alzano Lombardo – come persone ‘informare sui fatti’: lui si è detto ‘sereno’, nel solco della tradizione da Andreotti in poi – e non solo. Siamo sereni anche noi: perché agitarsi, sappiamo tutti come andrà a finire, visto l’attacco politico rivolto alla destra in generale e a Fontana in particolare. Non ci è dato di sapere invece quale sia il gradimento di colui che si considera – riflessivo: lui considera sé stesso – il prossimo Presidente del Consiglio dopo Conte, cioè Giggino Di Maio. Il quale si è trovato coinvolto in una ‘grezza’ di portata internazionale nei confronti dei genitori di Giulio Regeni, con la vendita all’Egitto di Al Sisi di due navi da guerra della Fincantieri, tanto da ricevere ‘minacce di morte’ ed essere prontamente fornito di scorta: lui che diceva che “I cittadini sono la mia scorta”. Incredibile! Né Giggino – non più ‘bibitaro’ – poteva fare diversamente. L’Egitto è uno dei paesi esteri con cui l’Italia ha un commercio fondamentale per la nostra economia, e le due navi non sono certamente l’unica pietra dello scandalo. Lo scandalo sarebbe venire a conoscenza dell’entità delle esportazioni di prodotti della nostra industria bellica. Scandalo, naturalmente, per gli italici pacifisti; come fu in passato, quando si scoprì che i milioni di pezzi di piccole mine antiuomo disseminate in Iraq, e che causavano ferite invalidanti non solo ai soldati, ma anche ai bambini che giocando le raccoglievano – erano sparse dall’alto, con aerei militari – erano di fabbricazione
italiana. Tanti a cui oggi mancano un piede, una gamba, un occhio o una mano, devono dire grazie al nostro italico ingegno. Per ciò che riguarda la famosa ‘verità’ sul caso Regeni, penso che ormai lo abbiamo capito tutti. Chiedere ad Al Sisi chi abbia torturato e ucciso Giulio è come chiedere all’oste se il vino è buono. Intanto i ‘Soliti idioti’ se la prendono con le statue. Mutuando l’idiozia dall’estero, dove hanno cancellato il Film ‘Via col Vento’ e gettato giù la statua di Cristoforo Colombo, adesso in Italia vogliono rimuovere quella di Indro Montanelli, famoso razzista e schiavista odiatore dei ne(g)ri (!). Tutto questo nell’ottica della protesta per la morte di George Floyd, il quale in vita mai avrebbe sognato d’avere tanti onori. Non era un angioletto, George Floyd, e nella circostanza aveva anche resistito all’arresto: non per questo avrebbe meritato quella fine, certo. Ma sfruttare l’onda per combattere una battaglia politica a favore di Joe Biden contro Trump, e di conseguenza contro la destra anche nelle nostre strade, è assolutamente fuori luogo. Specialmente quando anche una Boldrini si inginocchia platealmente in aula, seguita da altri. Di persone di colore uccise dai poliziotti americani ne abbiamo viste ancora, nel tempo, ora che tutti hanno in tasca uno smartphone. L’esplosione del caso di George Floyd è soltanto propaganda politica, e noi ci prestiamo a questo perché Trump – nel bene o nel male, poco importa – è l’anti- Europa. Ci chiediamo per l’ennesima volta: ma chi c’è al governo? P. S. della faccenda di Bonafede e dei trecento e rotti mafiosi messi fuori dal 41 bis non se n’è saputo più nulla. Qualcuno ha notizie?
Governo, c’è l’accordo sul Meccanismo Europeo di stabilità (Mes) Al via nell’Aula della Camera le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in vista del prossimo Consiglio europeo. “Il Governo italiano intende promuovere, in seno al Consiglio Europeo, una maggiore coesione fra i leader europei. Non è, questo, nella famiglia europea il tempo per dividersi o per lasciarsi dividere”. Lo dice il premier Giuseppe Conte. “Accordo chiuso nella notte, intorno alle 2.30, sul Mes. Confermata la logica del pacchetto Siamo soddisfatti per la risoluzione di maggioranza che prevede le modifiche richieste dal Movimento”. Lo si apprende da fonti M5S che precisano inoltre che “la logica di pacchetto è stata confermata, ci sarà un nuovo round in parlamento a gennaio, prima del prossimo Eurogruppo”. Le stesse fonti garantiscono che “ci sarà il pieno coinvolgimento del Parlamento prima dei prossimi passi sul Mes. Ogni decisione verrà presa ascoltando le
Camere, non firmeremo nulla al buio”. “Mantenere la logica di pacchetto (MES, BICC, Unione bancaria) alla quale accompagnare ogni tappa mirata ad assicurare l’equilibrio complessivo dei diversi elementi al centro del processo di riforma dell’Unione economica e monetaria, approfondendo i punti critici”: è uno dei principali impegni che si chiedono al governo nel testo definitivo della risoluzione di maggioranza sul Mes che sarà votata dal Parlamento. Nella risoluzione di maggioranza sul Mes, si chiede di “escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche e istituti finanziari e comunque la ponderazione dei rischi dei titoli di stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale”, oltre a “escludere qualsiasi meccanismo che implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico”. E’ quanto si legge nel testo definitivo della risoluzione. La maggioranza impegna il governo a “proporre nelle prossime tappe del negoziato sull’Unione bancaria l’introduzione dello schema di assicurazione comune dei depositi (Edis), di un titolo obbligazionario europeo sicuro (cosiddetto common safe asset – ad esempio eurobond) e di una maggiore ponderazione di rischio delle attività di livello 2 e livello 3 (strumenti maggiormente illiquidi), che sia legata al loro grado di concentrazione sul totale degli attivi del singolo istituto di credito”. Fine del Governo gialloverde.
Salvini: Subito in aula poi al voto Ore di tensione altissima nel governo con la situazione che sembra precipitare, scambi di accuse tra gli alleati della maggioranza e la Lega che evoca esplicitamente le elezioni. Nel pomeriggio un vertice a Palazzo Chigi tra il premier, Giuseppe Conte, e il vicepremier Matteo Salvini. Conte a Salvini: ‘In Aula dovrà spiegare le ragioni della crisi’ “Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori”. Lo scrive in una nota Salvini. “Inutile andare avanti a colpi di NO e di litigi, come nelle ultime settimane, gli Italiani hanno bisogno di certezze e di
un governo che faccia, non di “Signor No. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni”. Lo scrive in una nota Matteo Salvini. Nel M5s cresce l’insofferenza per la il Carroccio. Luigi Di Maio: ‘La Lega ha preso in giro il Paese; votare subito taglio parlamentari, poi le elezioni’. “Una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro. Prima o poi ne paghi le conseguenze”, sottolinea Di Maio. “C’è una riforma a settembre, fondamentale, che riguarda il taglio definitivo di 345 parlamentari. E’ una riforma epocale, tagliamo 345 poltrone e mandiamo a casa 345 vecchi politicanti. Se riapriamo le Camere per la parlamentarizzazione, a questo punto cogliamo l’opportunità di anticipare anche il voto di questa riforma, votiamola subito e poi ridiamo la parola agli italiani. Il mio è un appello a tutte le forze politiche in Parlamento: votiamo il taglio di 345 poltrone e poi voto”. Lo dice il vicepremier Luigi Di Maio. “Con la mossa di Salvini, l’Italia probabilmente perderà importante Commissario europeo alla concorrenza che avrebbe sostenuto il sistema Italia e le nostre imprese in Europa. Non si è mai visto un partito che prende il 34% alle elezioni europee e si condanna in questo modo all’irrilevanza internazionale. Nemmeno Renzi riuscì in tale impresa. Salvini e la Lega stanno danzando sulla pelle degli italiani, complimenti”. Così in una nota il Movimento 5 Stelle Europa definendo un “autogol” la mossa del leader leghista. Conte ha visto questa mattina il Capo dello Stato. Si è trattato di un colloquio informativo per fare il punto della situazione. Non si è quindi parlato di apertura di crisi e tanto meno di dimissioni del premier. Sono fonti leghiste a sottolineare che Salvini è contrario a ogni ipotesi di
rimpasto, in qualsiasi forma. “Questo politicante di professione manda tutto all’aria per pagare cambiali a parlamentari terrorizzati dal taglio delle poltrone o agli amici del “suocero” Verdini che se la fanno sotto per la riforma della prescrizione che entrerebbe a breve in vigore. Il bello è che dirà in Parlamento che non si possono fare queste cose perchè quelli del 5 Stelle lo trattano male poro amore. Spettacolo da vomito di chi si è mascherato da protettore del Popolo ma che è schiavo del sistema”. Così Alessandro di Battista in un post su fb. “Siamo pronti alla sfida. Nelle prossime elezioni non si deciderà solo quale governo ma anche il destino della nostra democrazia,della collocazione internazionale del nostro Paese. Il Pd chiama a raccolta tutte le forze che intendono fermare idee e personaggi pericolosi. Da subito tutti al lavoro,insieme,per fare vincere l’Italia migliore”. Lo scrive su Facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti. “Noi siamo prontissimi, perchè siamo quella forza che ha aperto una grande fase di rinnovamento e che oggi è la vera alternativa a Salvini”. Lo ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti, questa sera a margine della Festa Pd di Villalunga (Reggio Emilia), a chi gli chiedeva se il Pd sia pronto alle elezioni. “Le prossime elezioni – spiega Zingaretti – saranno una scelta tra la Lega di Salvini o il Partito Democratico, che abbiamo rimesso in campo. E dobbiamo chiamare a raccolta tutta quella parte di Italia onesta che vuole il lavoro, la crescita e lo sviluppo, non vuole la cultura dell’odio, che vuole ridare una dignità all’Italia che è isolata nell’Europa e nel mondo, che vuole salvare l’Italia da chi ha promesso la rivoluzione e poi ha reso questo paese più debole e più fragile. Noi diciamo innanzitutto lavoro, scuola, formazione, ripresa produttiva, investimenti, un programma per l’Italia che dia una speranza a questo bellissimo paese”.
Governo, tensione alle stelle. Salvini avverte: “Voglio un governo che faccia le cose altrimenti la parola va agli italiani” ‘Abbiamo fatto un sacco di cose in un anno, e l’obiettivo della prossima manovra è far pagare meno tasse… Io la voglia ce l’ho, ma se mi dovessi accorgere che i litigi sono quotidiani…Mi stufo io ma anche gli italiani. Voglio un governo che faccia le cose altrimenti la parola va agli italiani’. Così Matteo Salvini a SkyTg24. Resta alta la tensione nel governo dopo lo scontro in Consiglio dei ministri sulla giustizia in particolare sul processo penale e il nodo della prescrizione. “La Lega non vota una non riforma, vuota e inutile – si legge in una nota della Lega -. Siamo al lavoro
per una reale riduzione dei tempi della giustizia, per un manager nei tribunali affinché diventino realmente efficienti, perché ci sia certezza della pena: colpevoli in galera e innocenti liberi. Sanzioni certe per magistrati che sbagliano o allungano i tempi, no a sconti di pena per i criminali e un impegno per la separazione delle carriere e anche del Csm per garantire giustizia efficiente, equa e imparziale. I cittadini non possono essere ostaggi di processi infiniti”. Tensione anche sul nome del commissario Ue che sarà proposto dall’Italia. Salvini, proporrò a Conte un politico della Lega. E Attilio Fontana: basta ‘cordoni’, Von Der Leyen parli con la Lega. Si litiga anche sui lavori sbloccati dal Cipe. “Così come ribadito più volte, in virtù del risultato alle europee, spetta alla Lega fare il nome del commissario che andrà in Europa a rappresentare l’Italia. Per quanto ci riguarda ci teniamo a precisare che dovrà essere un profilo politico e non tecnico. Aspettiamo di conoscere il nome”. Lo dichiarano fonti del M5S. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in conferenza stampa dal Papeete beach di Milano Marittima: “Qualora venisse meno, ad altri e non a noi, la voglia di sbloccare ed efficientare anche i tempi della giustizia, che oggi sono fuori dal mondo…”, non starò al governo perché “o una riforma della giustizia è importante, vera, pesante, significativa che dimezza davvero i tempi del processo penale, o non siamo al mondo e al governo per fare le cose a metà”. Il governo metterà la fiducia sul decreto sicurezza al Senato? “Non lo so, spero di sì però”, ha risposto Salvini aggiungendo: “Il decreto sarà approvato” la prossima settimana. “O la prossima manovra ha un pesante taglio di tasse o andiamo avanti con gli zero virgola, non serve all’Italia. E non potrà mai avere il sostegno della Lega”, ha detto ancora Salvini. “Cosa c’entra Berlusconi?” Sulle intercettazioni “vi pare normale che finisca sui giornali un pettegolezzo sull’amante –
ha detto Matteo Salvini a SkyTg24 -? Chi vuole il gossip compra i giornali di gossip. I pettegolezzi da spiaggia devono restare chiusi in un armadio altrimenti diteci che siamo in uno stato di polizia e chiunque è titolato ad ascoltare chiunque”. “Noi la buona volontà” per un’intesa sulla riforma della Giustizia “ce la mettiamo ma se Bonafede inizia a tirare in ballo Berlusconi,il passato e il futuro…”. Parlando della Alan Kurdi, Salvini ha detto: “Governo tedesco avvisato mezzo salvato, ong avvisata mezza salvata: se entrano in acque italiane prenderemo possesso di quella imbarcazione. Stiamo giocando a rubamazzo? Basta, mi sono rotto le palle. Le navi saranno requisite e saliremo a bordo”. E in mattinata erano arrivate le parole, in una diretta Facebook, del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “La separazione delle carriere dei magistrati e la riforma delle intercettazioni sono i due punti forti della politica sulla giustizia di Silvio Berlusconi. Dico alla Lega che sono aperto a tutte le proposte, ma non stanno governando con Silvio Berlusconi. Se lo mettessero in testa”. “Quando arrivano no a prescindere e si pescano argomenti qua e là che nulla hanno a che fare con la riduzione dei tempi dei processi, mi viene il dubbio che l’obiettivo sia far saltare la riforma della prescrizione che entrerà in vigore a gennaio – ha detto ancora Bonafede -. Mi auguro che non sia questo perché è inaccettabile fare giochini sulla carne viva dei diritti delle persone. Ho scritto la Spazzacorrotti, non permetterò a nessuno di fare giochini per far saltare la legge sulla prescrizione”. “Uomini, mezzi uomini,
ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà”: signor Presidente fermi l’Italia e ci faccia scendere Lanciata a velocità folle in una nottata di crisi da indebitamento, sfreccia l’Italia, lasciando durante il suo passaggio una scia di vuoto occupazionale, rovine economiche, tessuto sociale lacerato, una giustizia zoppicante , lenta e nebulosa, la corruzione che dilaga ed una criminalità sempre più aggressiva. Giorgio Gaber ieri come la gente oggi La gente si preoccupa. Attualissime sono le parole di Giorgio Gaber: Mi scusi Presidente/Ma questo nostro Stato/Che voi rappresentate/Mi sembra un po’ sfasciato./ E’ anche troppo chiaro/Agli occhi della gente/Che tutto è calcolato/E non funziona niente.
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