DANIMARCA (I sem. 2010) - Copenaghen
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DANIMARCA (I sem. 2010) 1. QUADRO MACROECONOMICO a) Andamento congiunturale e rischio Paese La Danimarca è stato uno dei primi Paesi europei ad entrare in recessione, a causa in particolare della crisi del mercato immobiliare e della crescita della disoccupazione. Nel primo semestre del 2010 sono stati tuttavia confermati i segnali di progressiva, seppur lenta, ripresa già registrati nel semestre precedente. Si stima che il PIL, diminuito del 4,7% nel 2009 rispetto al 2008, quando si ebbe un primo calo dello 0,9%, crescerà del 2,1% nel 2010 e dell’1,6% nel 2011. Nonostante il Piano 2011-2013 per la ripresa economica, presentato dal Governo nel maggio 2010, pari a 24 miliardi di corone danesi (circa 3,22 miliardi di euro), l’abbassamento dei tassi di interesse bancari per il rifinanziamento dei mutui ed i tagli sulla leva fiscale (nel 2010 pari a circa 600 milioni di euro), la crescita appare qui ancora fragile e lenta. I consumi interni costituiscono per il momento il principale fattore trainante l’economia del Paese. L’andamento dei consumi privati nei prossimi mesi è considerato decisivo, dal momento che sia gli investimenti che le esportazioni non sono ancora in grado di costituire fattori pienamente rassicuranti ai fini della ripresa economica. Le più recenti stime al riguardo indicano un incremento dei consumi del 3,1% nel 2010 e del 2,1% nel 2011, dopo il -4,6% del 2009. I dati restano tuttavia abbastanza incerti e dipendenti dal mutevole grado di fiducia dei consumatori, fortemente condizionato non soltanto dall’aumento dei prezzi di alcuni generi di largo consumo come birra, vino e tabacco (aumentati del 9,4% su base annua), ma anche dal deciso aumento della disoccupazione, passata dall’1,8% nel 2008, al 3,6% nel 2009 ed attesa ancora in aumento al 4,1% nel 2010 ed al 3,9% nel 2011. La percentuale di disoccupazione si attesta al 9,5% nella fascia di popolazione compresa tra 25 ed i 29 anni di età, mentre risulta pari a 7,7% tra le persone di età inferiore ai 25 anni. Nel mese di maggio 2010, il numero ufficiale dei disoccupati in Danimarca ha raggiunto le 171.000 unità. L’aumento dell’occupazione dipenderà in larga parte dalle esportazioni, dato che queste concorrono per il 55% alla formazione del PIL. Una diversa tendenza si riscontra nel comparto della Pubblica Amministrazione e dei Servizi, in cui l’occupazione è aumentata dell’1,4% (pari a 12.000 dipendenti), così come il numero delle ore lavorate che, nel periodo giugno-settembre dell’anno in corso, risulta cresciuto del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2009. L’incremento delle retribuzioni nel settore dell’industria, pari al 4,2% nel 2008 e al 2,9% nel 2009, si prevede che prosegua anche nel 2010 e 2011 a tassi di poco superiori al 2%. Tale fattore, unito al basso livello di produttività, sta causando una progressiva erosione della competitività dei prodotti locali sui mercati internazionali, ciò che spinge a prevedere che la ripresa economica in Danimarca sarà probabilmente meno pronunciata e più lenta rispetto ai Paesi dell’eurozona. Al riguardo si ricorda che per anni questo Paese ha occupato il 3^ posto nella classifica delle nazioni economicamente più competitive, ma nel 2009, in base all’ultimo rapporto del World Economic Forum, la situazione è mutata al punto che la Danimarca è stata declassata al 5^ posto e si prevede che nel 2010 scenda ulteriormente alla 9^ posizione. Secondo le ultime indagini, la città di Copenaghen occupa il primo posto nella classifica delle 71 città con il più elevato livello retributivo, il che fa sì che un numero sempre maggiore di imprese della capitale decida di trasferire i propri stabilimenti altrove, e spesso all’estero. L’inflazione, dopo aver raggiunto il picco massimo del 3,4% nel 2008, è diminuita all’1,3% nel 2009 e si prevede torni ad aumentare per raggiungere il 2,3% nell’anno in corso. In termini di costo della vita, la Danimarca continua a classificarsi tra i Paesi più cari d’Europa, con prezzi _____________________________________________________________________________ Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici ICE estero 1° Semestre 2010
dei prodotti alimentari e delle bevande non alcoliche che superano di oltre il 40% i prezzi medi praticati negli altri Paesi europei (con particolare incidenza dei prezzi dei cereali, del pane e della carne). In base alle ultime analisi pubblicate dalla Danske Bank il surplus del bilancio dello Stato, pari a circa 9,4 miliardi di euro nel 2007, è andato via via riducendosi fino a circa 8 miliardi di euro nel 2008 e fino a trasformarsi, in base a dati non ancora definitivi, in un deficit di circa 6 miliardi di euro nel 2009 e di 11,5 miliardi di euro nel 2010. Tale peggioramento è in prevalenza determinato dai costi derivanti dall’aumento della disoccupazione, dall’aumento degli investimenti pubblici e dai ridotti proventi derivanti dallo sfruttamento delle riserve petrolifere del Mare del Nord. In base agli ultimi dati pubblicati da queste Autorità, il deficit pubblico in Danimarca dovrebbe attestarsi al 5,5% del PIL nel 2010, superando quindi ampiamente la soglia del 3% prevista a livello europeo dal Patto di Stabilità e Crescita. Sulla scorta delle raccomandazioni della Commissione Europea, la Danimarca ha adottato nel 2010 un Piano di risanamento pluriennale che dovrebbe consentire, secondo le previsioni, di rientrare sotto la soglia del 3% entro il 2013. Nel 2010-2011 si prevede che il rapporto debito/PIL passerà dal 43% al 45%, rimanendo comunque al di sotto del valore massimo consentito del 60% stabilito dal suindicato Patto di Stabilità. A tale proposito, si rammenta che negli ultimi venticinque anni tale rapporto era stato ridotto dal 68% al 33% rispetto al PIL, permettendo l’attuazione di politiche economiche espansive che avevano prodotto una vivace crescita del PIL (di circa il 10%) nel periodo compreso tra il 2004 ed il 2007. La bilancia dei pagamenti, contrariamente a quanto si era precedentemente previsto, mostra segnali positivi ed un surplus delle partite correnti, nel periodo gennaio-settembre dell’anno in corso, pari a 60.8 miliardi di corone (pari a circa 8.16 miliardi di euro) principalmente dovuto ad una contrazione delle importazioni a fronte della debole domanda interna. I consumi pubblici hanno fatto registrare lievi incrementi nel 2008 (1,6%), rispetto al 2007 (1,3%), più marcati nel 2009 (3,4%) ed in lieve aumento nel 2010 (2,4%) e nel 2011 (1%). In base alle ultime stime pubblicate dalla Danske Bank, gli investimenti fissi lordi, in riduzione già nel 2008 (-4,7% rispetto al +3,1% del 2007), nel 2009 hanno subito un drastico calo del 13%. La flessione negativa diminuirà di intensità nel 2010, quando tale indicatore dovrebbe attestarsi a -4,8%, per poi riprendere a crescere fino a raggiungere l’1,3% nel 2011. Per quanto concerne gli investimenti commerciali, si è registrata una flessione dello 0,4% nel 2008 ed un deciso abbattimento degli stessi a -14,1% nel 2009 ed a -5,9% nel 2010, mentre nel 2011 si stima una ripresa della stessa voce del 2,6%. Si stima che gli investimenti pubblici, già aumentati del 12,4% nel 2009, possano raggiungere un incremento del 19,5% nel 2010. Essi sono prevalentemente mirati al miglioramento dei servizi pubblici, in particolare delle strutture sanitarie, scolastiche, sportive e per la cura degli anziani. Si prevede ancora un lieve aumento del 2,4% nel 2011, a seguito di un programma strategico di recente elaborato dal Ministro del Commercio e dell’Economia Brian Mikkelsen e tuttora in discussione tra le forze politiche, in base al quale si stima un aumento (del 35% entro il 2015) di opere pubbliche, che saranno realizzate attraverso gare d’appalto. In tale ottica, è inoltre al momento in discussione la privatizzazione delle ferrovie statali danesi DSB, prevista nel 2022, i cui proventi, stimati tra i 67 ed i 135 milioni di Euro, si vorrebbero destinare al miglioramento della rete elettrica del Paese. Per quanto riguarda il mercato immobiliare, nel 2009 si è registrato un calo del prezzo delle case del 10,2%. Da allora si assiste ad un nuovo rialzo dei prezzi medi su scala nazionale pari al 6%, principalmente dovuto al costo delle abitazioni nella capitale, dove gli incrementi hanno toccato punte del 15%, anche grazie alla recente diminuzione dei tassi di interesse da parte di questa Banca Centrale (tassi che hanno così raggiunto l’1,25%, dal 5,75% dello scorso autunno, così avvicinandosi ai livelli europei). Le esportazioni hanno subito un crollo del 10,2% nel 2009 rispetto al 2008 in termini reali, determinato non solo dalla crisi economica e finanziaria globale, ma anche dalla crescita dei 2
salari, oltre che dall’apprezzamento sul mercato della corona danese rispetto alle valute utilizzate dai principali partner commerciali della Danimarca (elemento quest’ultimo ritenuto responsabile della diminuzione di circa 1/5 delle esportazioni danesi lo scorso anno). Di recente si registrano comunque segnali positivi nel settore in analisi, con un aumento dell’8,1% nel primo semestre 2010, rispetto allo stesso periodo del 2009 e si prevede una crescita complessiva del 3,7% nell’anno in corso, che si stima prosegua anche nel 2011. Gran parte della ripresa delle esportazioni danesi dipende dall’andamento del mercato tedesco, che nel periodo giugno- settembre, ha aumentato del 7,3% le proprie importazioni dalla Danimarca. La Germania si riconferma dunque il principale partner commerciale danese. Complessivamente le esportazioni danesi in Europa sono aumentate del 4,3% nel terzo trimestre del 2010, mentre si nota un più deciso incremento delle esportazioni, pari all’8,3%, verso Paesi extra-comunitari ed in particolare verso la Cina, dove l’aumento è stato del 34,4%, guidato in particolare dal settore farmaceutico. Circa il 70% delle esportazioni si orienta verso i mercati europei, con la Germania seguita da Svezia, Regno Unito, Norvegia, Stati Uniti, Paesi Bassi, Francia, Italia, Finlandia e Spagna. La maggior parte dei settori industriali è stata colpita dal calo delle esportazioni, anche se i comparti agricolo, chimico-farmaceutico e dell’industria delle tecnologie energetiche hanno subito perdite inferiori. Per sostenere la produzione industriale sul mercato internazionale, questo Governo ha varato nel 2009 un Piano di Sostegno alle Esportazioni, che durerà fino al 2012. Tale Piano prevede lo stanziamento di circa 2,7 miliardi di euro attraverso il Fondo per il Credito all’Esportazione, con prestiti all’esportazione garantiti dallo Stato. E’ stato inoltre approvato un Piano di Sostegno alle PMI per il 2010 del valore di circa 564 milioni di euro, volto a migliorare la competitività dei prodotti danesi sui mercati internazionali e promuovere la crescita delle esportazioni. Le importazioni hanno subito una riduzione del 13,2% nel 2009 rispetto al 2008 in base ai dati della Danske Bank (considerando anche il livello dell’inflazione), ma si prevede una lieve ripresa delle stesse pari al 3,6% nel 2010 e al 4,7% nel 2011. Si nota un preponderante aumento, pari al 14,8%, delle importazioni dai Paesi extra-comunitari ed in particolare una crescita del 26,4% delle importazioni dalla Cina, prevalentemente guidate dalle attrezzature informatiche. A livello mondiale, tra i principali fornitori danesi si trovano, in ordine di importanza, la Germania, la Svezia, i Paesi Bassi, la Cina, il Regno Unito, la Norvegia, la Francia, il Belgio, l’Italia e gli Stati Uniti. Il nostro Paese nel 2010 occupa quindi il 9^ posto, mantenendo la posizione conseguita nel 2009, sebbene nel I semestre dell’anno in corso si sia verificata una riduzione delle importazioni danesi dal nostro Paese pari al 2,2%. D’altra parte, gli unici Paesi europei ad aver registrato un positivo andamento delle loro esportazioni verso la Danimarca sono stati, nell’ordine, il Regno Unito (+9,3%), il Belgio (+2,9%) e la Svezia (+0,1%). Il saldo della bilancia commerciale danese nel I semestre 2010, ha mostrato un risultato positivo grazie alla citata ripresa delle esportazioni (+8,1%), rispetto ad un incremento delle importazioni di lieve entità (0,2%) segnando così una crescita del 128%, rispetto allo stesso periodo del 2009 quando, come su illustrato, si era registrato un calo superiore al 10% delle esportazioni ed al 20% delle importazioni. Al fine di prevenire possibili peggioramenti dell’attuale assetto creditizio e garantire sufficiente liquidità ai clienti ed ai creditori, il Governo danese ha varato due Pacchetti di Aiuti Finanziari al settore bancario, di cui l’ultimo erogato nel gennaio del 2009 e pari a circa 13,4 miliardi di euro ed il primo concesso nell’ottobre del 2008, pari a circa 10,1 miliardi di euro. Le entrate fiscali del Paese (a lungo classificato al primo posto nella graduatoria delle nazioni più tassate in UE e adesso sceso al secondo posto dopo la Svezia), sono previste in calo, in virtù di una lieve riduzione della pressione fiscale, ma anche a causa dell’insolvibilità di un crescente numero di imprese. 3
L’attuazione della Riforma Fiscale, che prevedeva ulteriori sgravi sulle aliquote più elevate e la cui entrata in vigore era prevista nel 2011, è stata posticipata nel 2014 per consentire un risparmio annuale di circa 228 milioni di euro. Consapevole che un insufficiente abbattimento del debito metterebbe, tra le altre cose, a rischio la sostenibilità del generoso quanto operosissimo sistema previdenziale nazionale, il Governo ha annunciato l’intenzione di rivedere il Piano di Risanamento Economico per il triennio 2011- 2013 (il quale ha già comportato tagli alla spesa pubblica per 24 miliardi di corone) aggiungendo un ulteriore taglio delle uscite statali per 2 miliardi di corone portando così il valore complessivo della manovra finanziaria a 26 miliardi di corone (circa 3.2 miliardi di euro). Nel comparto dell’edilizia è stato approvato un “Piano Casa” del valore di 1,5 miliardi di corone (pari a circa 200 milioni di euro) a sostegno delle spese per il rinnovamento delle abitazioni e dei lavori di miglioramento dell’efficienza energetica domestica. Sono state presentate ben 114.000 domande di ristrutturazioni edilizie che hanno consentito la creazione di circa 2.000 nuovi posti di lavoro in uno dei settori più colpiti dalla crisi. Sul piano della facilità di avviare attività imprenditoriali, questo Paese è classificato al 5^ posto, nella graduatoria della Banca Mondiale, dopo Singapore, Nuova Zelanda, Stati Uniti ed Hong Kong e prima di Regno Unito, Irlanda e Canada. Tale successo è determinato dalla rapidità, dalla semplicità e dall’assenza di costi per tali operazioni. L’Italia nella classifica in questione si colloca al 65^ posto. Sul piano dell’esercizio delle attività import-export, ancora in base alle analisi condotte dalla Banca Mondiale, la Danimarca si colloca al 3^ posto in graduatoria, soprattutto grazie ai tempi ridotti per il trasporto delle merci ed alle procedure doganali semplificate (contro il nostro 60^ posto). Per quanto riguarda gli investimenti della Danimarca in Italia, in base alle elaborazioni ICE dei dati della Banca nazionale danese, nel triennio 2004-2006 di boom economico danese l’Italia ha registrato un enorme incremento degli investimenti dalla Danimarca nel 2005 (pari al 273% rispetto al 2004) ed una consistente riduzione degli stessi nel 2006 (pari al 60% rispetto al 2005). Nel 2007 si è avuta una lieve ripresa (2,5%), proseguita nel 2008 (7,1%). Nel 2009, considerando il crollo dei mercati e degli investimenti a livello mondiale, si osserva una sostanziale tenuta con una crescita della voce in analisi pari al 10% rispetto al 2008. In termini di valore degli investimenti nel nostro Paese, la Danimarca, nel triennio 2005-2008, si è collocata costantemente attorno alla nona/decima posizione, mentre nel 2009 è scesa all’11^ posto. La Danimarca risulta l’unico Paese scandinavo con rilevante presenza di capitali in Italia. Per quanto riguarda gli investimenti dell’Italia in Danimarca, nel 2005 si raggiunse un incremento del 31,4% rispetto al 2004, seguito da un anno di forte riduzione nel 2006 (-38,5%). Nel 2007 gli investimenti italiani in Danimarca, secondo la Banca nazionale danese, sono diminuiti ancora del 36,2% e nel 2008 sono tornati a crescere del 22,6% . Nel 2009 si osserva un deciso aumento della voce in analisi, pari al 23,7% rispetto al 2008. La Danimarca è il principale percettore dei nostri investimenti nell’aerea scandinava dopo la Svezia, anche se recentemente è stata soppiantata dalle nuove economie emergenti dell’Europa orientale. L’area metropolitana di Copenaghen resta una delle piazze più attraenti per gli investimenti stranieri a livello europeo, grazie alla sua posizione geografica strategica nella regione scandinava e baltica, all’efficienza dei suoi sistemi logistici, delle comunicazioni e delle infrastrutture. L’investitore straniero trova in Danimarca una serie di pronte agevolazioni pratiche, offerte dal Ministero degli Affari Esteri danese attraverso la sua Agenzia Invest in Denmark, la quale fornisce gratuitamente assistenza e consulenza professionale agli operatori internazionali interessati a questo mercato. Il tessuto industriale danese si basa essenzialmente su aziende di piccole e medie dimensioni: il 92% delle imprese impiega infatti meno di 10 dipendenti, mentre soltanto il 2% impiega più di 50 lavoratori, occupando il 69% della manodopera. Nel comparto manifatturiero le prime 10 grandi imprese del Paese sono impegnate nei settori della lavorazione del tabacco, della produzione di bevande, di formaggi ed oli minerali. 4
Circa la metà della produzione totale danese è costituita da forniture e strumentazioni elettroniche, sovente caratterizzate da un design affermato a livello mondiale. La Danimarca è stato uno dei primi Paesi al mondo ad attuare la legge sulla protezione ambientale, sviluppando così tecnologie d’avanguardia nei settori dello sfruttamento delle energie rinnovabili e dei bio- carburanti, grazie ai quali il Paese soddisfa oggi il proprio fabbisogno di energia elettrica per il 27% puntando a raggiungere il 50% entro il 2020. Il fiore all’occhiello della politica energetica danese è senza alcun dubbio l’industria eolica, uno dei più redditizi settori industriali che nel solo 2009 ha visto aumentare i profitti del 7,2% rispetto al 2008, raggiungendo il valore di 5,6 miliardi di euro di fatturato, pari all’8,5% del totale delle esportazioni danesi nel mondo. Nel 2010 le vendite di tecnologia eolica dovrebbero superare il 10% delle esportazioni. Al contempo si stima che i Paesi limitrofi del Nord Europa, in particolare la Germania, accresceranno del 10% la produzione di energia elettrica ricorrendo alle tecnologie dell’industria eolica, settore nel quale l’impresa danese Vestas Wind Systems è indiscusso leader mondiale. Basti considerare che nel 2009 sono state installate 305 turbine eoliche marine danesi in Europa. Il Governo nel febbraio 2008 ha adottato un Accordo di Politica Energetica, in base al quale si è predisposto un apposito fondo finanziario per assistere e promuovere la partecipazione delle associazioni e dei cittadini allo sviluppo di nuovi parchi eolici, trasformando così il settore eolico in un “affare” collettivo. L’indotto industriale eolico danese impiega attualmente 25.000 dipendenti e si concentra prevalentemente nell’area di Aarhus, seconda città più importante dopo la capitale, considerata uno dei principali cluster del settore nel mondo. Altri comparti di notevole rilevanza sono quello farmaceutico, biomedico, delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni qui particolarmente evoluti grazie agli ingenti investimenti, sia privati che pubblici, nella ricerca e lo sviluppo. Non a caso la Danimarca è il secondo Paese al mondo per la registrazione di brevetti nel settore delle biotecnologie. In questo campo, a livello europeo, si registrano i maggiori investimenti rispetto al PIL, che trovano la loro concreta realizzazione attraverso la collaborazione con la Svezia per la gestione della “Medicon Valley” nella regione dell’Øresund. Qui si concentra il 60% delle industrie farmaceutiche scandinave e si trova il più grande e prestigioso cluster europeo, il cui sviluppo presenta un tasso di crescita molto elevato. La Danimarca possiede inoltre la settima flotta navale mercantile d’Europa guidata dalla Maersk Line, che trasporta via mare il 4% del volume totale delle merci nel mondo. I traguardi che si pone questo Governo sono sostanzialmente tesi all’indipendenza dai carburanti fossili, attraverso il raggiungimento di una quota di energie rinnovabili pari ad almeno il 30% del consumo totale di energia entro il 2025, al risparmio energetico per uso civile del 75% entro il 2020, all’esenzione fiscale per i veicoli elettrici e ad idrogeno, oltre che ai sussidi ed ai finanziamenti per l’installazione di turbine destinate alla produzione di energia eolica. Dal 2008 l’utilizzazione del petrolio e del carbone in Danimarca si è ridotta e continua a diminuire, a favore di un incremento dell’impiego delle energie rinnovabili sopra descritto. Appare opportuno ricordare che questo Paese ha potuto raggiungere l’autosufficienza energetica nel 1997 grazie allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi e del gas naturale nel Mare del Nord, gestiti prevalentemente dalla Maersk e dalla Dong Energy, che hanno reso la Danimarca un esportatore netto di energia ed il terzo maggiore produttore europeo, subito dopo la Norvegia ed il Regno Unito. Tale condizione si prevede però che potrà essere mantenuta fino al 2020 per il gas e fino al 2018 per il petrolio (senza calcolare però la scoperta di nuovi potenziali giacimenti petroliferi al largo della Groenlandia per un valore di mercato stimato pari a circa 1,3 miliardi di euro). L’incremento dell’utilizzo di energie rinnovabili nel mondo e le politiche di Governo a sostegno della riduzione della CO2 dovrebbero costituire fonte di nuovi rilevanti introiti derivanti dalla produzione ed esportazione delle relative tecnologie. Il mercato del lavoro danese è uno dei più flessibili in Europa. In genere le imprese sono qui caratterizzate da un alto livello di specializzazione e da un’eccellente abilità nell’adattarsi ai cambiamenti di mercato. 5
Il Governo ha adottato una serie di provvedimenti a protezione dei principali punti deboli del sistema sociale danese, che si teme possa essere compromesso, nel suo delicato equilibrio, dall’aumento della disoccupazione. Il welfare danese, infatti, è per lo più finanziato dal fisco, con un’aliquota media di tassazione sui redditi da lavoro compresa tra il 35% e il 45% ed in parte dal relativamente basso prelievo previdenziale a carico del datore di lavoro. A tal riguardo, le detrazioni salariali per i fondi pensionistici costituiscono il 10 - 15% dello stipendio, di cui 1/3 versato dal lavoratore e i 2/3 dal datore. Attualmente un disoccupato ha diritto a percepire fino a 2 anni di sussidi (fino al 2009 la durata era di 4 anni) disposti per 5 giorni la settimana e per un ammontare massimo pari al 90% dell’ultima retribuzione percepita, senza superare il limite di 3.515 corone danesi (pari a circa 471 euro) la settimana. Per ottenere tali benefici, il lavoratore deve essere iscritto da almeno un anno ad un fondo assicurativo per la disoccupazione ed aver accumulato almeno 52 settimane lavorative negli ultimi 3 anni. L’età pensionabile è stata di recente innalzata a 65 anni, sia per le donne che per gli uomini, in vista di un possibile ulteriore innalzamento all’età di 66 anni entro il 2023 ed all’età di 67 anni a partire dal 2025. Principali indicatori macroeconomici 2005 2007 2008 2009 2010 2011 Stime Prev. Indicatori generali Val. assoluti Valori/variazioni reali % rispetto anno precedente in mld € PIL 207,4 1,7 -0,9 -4,7 2,1 1,6 Tasso di inflazione - 1,8 3,4 1,3 2,3 1,9 Tasso di disoccupazione - 2,8 1,8 3,6 4,1 3,9 Salari orari nell’industria - 4,0 4,2 2,9 2,4 2,3 Accordo con FMI - SI SI SI SI SI Beni e servizi Val. assoluti Valori/variazioni reali % rispetto anno precedente in mld € Consumi privati 100 2,4 -0,2 -4,6 3,1 2,1 Consumi pubblici 54 1,3 1,6 3,4 2,4 1,0 Investimenti lordi 40,8 3,1 -4,7 -13,0 -4,8 1,3 Exp. di beni e servizi 101,6 2,2 2,4 -10,2 3,7 3,7 di cui beni 66,5 -0,3 -0,7 -10,3 4,5 3,5 Imp. di beni e servizi 91,4 2,7 3,3 -13,2 3,6 4,7 di cui beni 61,8 1,8 0,7 -15,0 4,5 4,8 Bilancia dei pagamenti Val. assoluti Valori/variazioni reali % rispetto anno precedente in mld € Beni e servizi 10,2 -0,2 -0,5 1,7 0,1 -0,5 Partite correnti (mld di €) - 2,5 4,7 8,8 10 9,8 Partite correnti % sul PIL - 1,1 2,2 4 4,3 4,1 Tasso di cambio annuale - 7,44 7,45 7,44 7,45 7,45 Fonte: Dati Danske Bank (Ottobre 2010) rielaborati dall’Ufficio Economico dell’Ambasciata d’Italia in Copenaghen. Si sottolinea che i dati sono espressi in termini reali, considerando cioè anche il livello dell’inflazione. 6
b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri * Danimarca: Bilancia commerciale nel periodo 2007-2009 (valori in miliardi di €) 2007 2008 2009 Var Var Mln € Mln € Mln € 08/07 09/08 Esportazioni danesi 73.999 78.323 66.520 5,8% -15,1% Importazioni danesi 71.382 73.954 58.792 3,6% -20,5% Saldo bilancia danesi 2.618 4.369 7.729 66,9% 76,9% Interscambio 145.381 152.277 125.312 4,7% -17,7% Fonte: Elaborazione ICE su dati Danmark Statistik www.statistikbanken.dk Danimarca: Bilancia commerciale nel periodo 2007-2009 - (valori in miliardi di €) 160,0 140,0 120,0 74,0 78,6 100,0 6 6,1 Mld € 80,0 IMPORTAZIONI 60,0 ESPORTAZIONI 40,0 71,4 74,7 5 8,9 20,0 0,0 2007 2008 2009 Danimarca: Bilancia Commerciale nel I semestre 2010 (valori in miliardi di €) 2009 2010 (gen-giu) (gen-giu) Var Mln € Mln € 10/09 Esportazioni danesi 32.485 35.129 8,1% Importazioni danesi 30.472 30.538 0,2% Saldo bilancia danesi 2.013 4.590 128,1% Interscambio 62.957 65.667 4,3% Fonte: Ibidem Il raffronto tra i due precedenti grafici evidenzia una marcata ripresa dei flussi commerciali nei primi 6 mesi di quest’anno, soprattutto in uscita, mentre in entrata gli stessi sono stati pressoché stazionari, con un grande recupero peraltro, considerando il –20,5% registrato dalle importazioni a fine 2009, rispetto alla fine del 2008. Ne ha beneficiato, ovviamente, l’intero interscambio cresciuto del 4,3% durante il I semestre del 2010. * nota: tutti i dati del presente capitolo sono espressi in termini nominali senza tener conto dei tassi annuali di inflazione 7
Danimarca: Primi 10 Paesi fornitori nel periodo 2007–2009 (valori in milioni di €) Valori Quota Valori Quota Valori Quota Var. Var. Import Import Import Import Import Import 2008/ 2009/ 2007 2007 2008 2008 2009 2009 2007 2008 Germania 15.549 21,8% 15.883 21,3% 12.475 21,2% 2,2% -21,5% Svezia 10.268 14,4% 10.455 14,0% 7.849 13,3% 1,8% -24,9% Paesi Bassi 4.848 6,8% 5.046 6,8% 4.147 7,0% 4,1% -17,8% Cina 4.023 5,6% 4.425 5,9% 3.837 6,5% 10,0% -13,3% Regno Unito 3.656 5,1% 3.776 5,1% 3.285 5,6% 3,3% -13,0% Norvegia 3.013 4,2% 3.557 4,8% 3.120 5,3% 18,1% -12,3% Francia 2.918 4,1% 2.787 3,7% 2.071 3,5% -4,5% -25,7% Belgio 2.540 3,6% 2.605 3,5% 2.063 3,5% 2,6% -20,8% USA 2.483 3,5% 2.405 3,2% 2.032 3,4% -3,1% -15,5% Italia 2.950 4,1% 2.939 3,9% 2.027 3,4% -0,4% -31,0% Fonte: Elaborazione ICE su dati Danmark Statistik www.statistikbanken.dk Danimarca: Primi 10 Paesi fornitori nel I semestre 2010 (valori in milioni di €) 2009 2010 (gen-giu) (gen-giu) Var Mln € % Mln € % 10/09 Import totale 30.472,4 30.538,0 0,2% Germania 6.389,9 21,0% 6.350,6 20,8% -0,6% Svezia 4.028,2 13,2% 4.031,5 13,2% 0,1% Paesi Bassi 2.199,3 7,2% 2.143,1 7,0% -2,6% Cina 1.924,6 6,3% 2141,4 7,0% 11,3% Regno Unito 1.682,3 5,5% 1.839,6 6,0% 9,3% Norvegia 1.486,9 4,9% 1.299,0 4,3% -12,6% Stati Uniti 1.061,0 3,5% 1.077,0 3,5% 1,5% Belgio 1.037,9 3,4% 1.067,5 3,5% 2,9% Italia 1.079,1 3,5% 1.055,4 3,5% -2,2% Francia 1.118,0 3,7% 1.045,0 3,4% -6,5% Altri 8.465,1 27,8% 8.487,9 27,8% 0,3% Fonte: Ibidem Il mercato danese é storicamente dominato dalle imprese delle vicine Germania e Svezia, mentre l’Italia compete con gli altri Paesi del Centro e del Nord Europa – Paesi Bassi, Norvegia, Regno Unito e Francia - per un incremento delle posizioni ancorate, prima della crisi, alla quota del 4%. Diverso il discorso della Cina, ormai insediatasi da diversi anni al 4^ posto ed i cui prodotti a basso costo non permettono di competere. Secondo gli ultimi dati disponibili relativi ai primi 6 mesi del 2010 quasi tutti i principali Paesi fornitori hanno registrato incrementi delle loro esportazioni sul mercato danese: di particolare rilevo l’incremento registrato dalla Cina (+11,3%), Regno Unito (+9,3%), Belgio (+2,9%) e Stati Uniti (+1,5%). In forte calo la Norvegia (-12,6 % ) e la Francia (-6,5%). Anche l’Italia ha subito un calo, ma meno marcato rispetto a quello della Francia, scavalcando quindi quest’ultima al 9^ posto pur con una quota di mercato invariata. 8
Importazioni Danesi nel 2009 Principali Paesi fornitori 14.000 12.000 10.000 8.000 Mln € 6.000 4.000 2.000 0 Italia Olanda Regno Unito Belgio USA Svezia Cina Germania Norvegia Francia Importazioni danesi nel 1 semestre 2010 Principali Paesi fornitori 7.000,0 6.000,0 5.000,0 4.000,0 Mln € 3.000,0 2.000,0 1.000,0 0,0 Danimarca : principali prodotti importati nel periodo 2008-2009 (valori in milioni di €) 2008 2009 Var.08/09 SITC Totale 74.689 58.929 -21,1% 79 Altri mezzi di trasporto 2.487 3,2% 3.462 5,2% 39,2% 33 Petrolio, prodotti del petrolio e materiali correlati 4.962 6,3% 3.422 5,2% -31,0% 74 Macchinari e attrezzature per l’industria in generale 4.174 5,3% 3.145 4,8% -24,7% 78 Veicoli 5.463 6,9% 3.041 4,6% -44,3% 89 Diversi semilavorati 3.636 4,6% 3.006 4,5% -17,3% 77 Macchine elettriche e accessori 3.551 4,5% 2.966 4,5% -16,5% 84 Abbigliamento e Accessori 3.243 4,1% 2.833 4,3% -12,6% 54 Medicinali e prodotti farmaceutici 2.308 2,9% 2.509 3,8% 8,7% 76 Apparecchi per telecomunicazione 2.673 3,4% 2.382 3,6% -10,9% 75 Macchine per ufficio e elaborazione dati 2.480 3,2% 2.215 3,4% -10,7% Fonte:elaborazione ICE su dati Danmarks Statistik www.statistikbanken.dk 9
Danimarca : principali prodotti importati nel I semestre 2010 2009 2010 Var. (gen-giu) (gen-giu) 10/09 Mln € Mln € (gen-giu) SITC Totale 30.472 30538 0,2% 33 Petrolio, prodotti di petrolio a materiali correlati 1.680 2120 26,2% 78 Autoveicoli 1.827 1722 -5,8% 54 Medicinali e prodotti farmaceutici 1.169 1611 37,9% 77 Macchine elettriche; accessori 1.496 1522 1,7% 74 Macchinari ed attrezzature per l'industria in generale 1.701 1516 -10,9% 89 Articoli manufatti diversi, N.E.S. 1.480 1470 -0,7% 84 Abbigliamento ed accessori 1.425 1410 -1,1% 79 altri mezzi di trasporto 1.654 1329 -19,6% 76 Apparecchi di telecomunicazione 1.107 1172 5,9% 75 Macchine per ufficio e macchine elaborazione dati 1.062 1140 7,4% Fonte: Elaborazione ICE su dati Danmark Statistik www.statistikbanken.dk I dati evidenziano come lo scorso anno la crisi abbia colpito sia i consumi che l’industria. Si sono infatti registrati pesanti riduzioni della maggior parte dei principali prodotti importati dal Paese. Le importazioni di alcuni di questi prodotti si sono riprese nel I semestre del 2010: in particolare, petrolio e prodotti derivati, macchine per ufficio, medicinali e prodotti farmaceutici. Le importazioni di “altri mezzi di trasporto” – probabilmente anche per la ciclicità di detti acquisti - sono invece ancora diminuite come sopra illustrato. Danimarca: Primi 10 Paesi clienti nel periodo 2008 –2009 (valori in milioni di €) Valori Quota Valori Quota Export Export Export Export Variazioni 2008 2008 2009 2009 1 Germania 12.991 16,5% 10.702 16,2% -17,62% 2 Svezia 11.128 14,2% 8.121 12,3% -27,02% 3 Regno Unito 5.927 7,5% 5.172 7,8% -12,73% 4 Norvegia 4.695 6,0% 4.104 6,2% -12,60% 5 USA 3.962 5,0% 3.573 5,4% -9,83% 6 Paesi Bassi 3.380 4,3% 2.870 4,3% -15,09% 7 Francia 3.118 4,0% 2.514 3,8% -19,37% 8 Italia 2.180 2,8% 1.806 2,7% -17,15% 9 Spagna 1.901 2,4% 1.629 2,5% -14,31% 10 Polonia 1.869 2,4% 1.480 2,2% -20,80% Fonte:Ibidem 10
Danimarca: Primi 10 Paesi clienti nel I Semestre 2010 (valori in milioni di €) Valori Quota Valori Quota Export I Export Export I Sem Export Sem 2009 2009 2010 2010 Variazioni 1 Germania 4.934 8,2% 5.806 6,8% 1,6% 2 Svezia 1.614 3,2% 4.217 14,8% 11,6% 3 Regno Unito 1.725 3,5% 2.668 9,5% 6,0% 4 Stati Uniti 2.413 4,8% 2.128 4,6% -0,2% 5 Norvegia 2.118 4,3% 2.018 4,7% 0,4% 6 Paesi Bassi 3.448 6,9% 1.422 6,8% 0,8% 7 Francia 2.246 4,5% 1.411 4,0% 0,7% 8 Italia 3.492 7,0% 1.077 13,7% 6,7% 9 Spagna 872 1,8% 903 10,4% 9,2% 10 Finlandia 2.065 4,1% 835 -21,7% 2,4% Fonte: Ibidem Tutti i principali mercati delle esportazioni danesi sono stati penalizzati dalla crisi, alcuni in maniera particolarmente rilevante (Svezia e Germania tra i primi). Tutti hanno peraltro mostrato segnali di ripresa nei primi 6 mesi dell’anno ed, in particolare, Svezia e Regno Unito, tra le primissime posizioni, Spagna ed Italia tra le posizioni di rincalzo. Altri sono rimasti stazionari rispetto allo stesso periodo del 2009. Esportazioni Danesi nel 2009 Principali Paesi clienti 14.000 12.000 10.000 8.000 Mln € 6.000 4.000 2.000 0 Regno Unito USA Olanda Spagna Polonia Italia Germania Svezia Norvegia Francia 11
Esportazioni danesi nel I Semestre 2010 Principali Paesi clienti 6.000 5.000 4.000 Mio € 3.000 2.000 1.000 0 Italia Regno Spagna Germania Svezia Francia Finlandia Paesi Bassi Norvegia Stati Uniti Unito Danimarca: Principali prodotti esportati nel periodo 2008-2009 (valore in milioni di €) 2008 2009 Var.08/09 SITC TOTALE 78.631 66.093 -15,9% 54 Medicinali e prodotti farmaceutici 5.466 7,0% 5.775 8,7% 5,6% 74 Macchinari e attrezzature per l’industria in generale 5.775 7,3% 4.548 6,9% -21,2% 33 Petrolio, prodotti del petrolio e materiali correlati 6.945 8,8% 4.476 6,8% -35,6% 01 Carni 4.001 5,1% 3.647 5,5% -8,8% 89 Diversi semilavorati 3.727 4,7% 3.381 5,1% -9,3% 71 Macchinari e attrezzature per produrre energia 3.607 4,6% 2.925 4,4% -18,9% 84 Abbigliamento e Accessori 2.822 3,6% 2.612 4,0% -7,4% 77 Macchine elettriche e accessori 2.659 3,4% 2.375 3,6% -10,7% 69 Manufatti in metallo 2.725 3,5% 2.340 3,5% -14,1% 72 Macchinari per industrie specializzate 2.902 3,7% 2.218 3,4% -23,6% Fonte: Elaborazione ICE su dati Danmark Statistik www.statistikbanken.dk Danimarca: Principali prodotti esportati nel I Semestre 2010 (valori in milioni di €) 2009 2010 Var. (gen-giu) (gen-giu) 10/09 Mln € Mln € (gen-giu) SITC Totale 32.485 35129 8,1% 54 Medicinali e prodotti farmaceutici 2.855 3445,1 20,7% 33 Petrolio, prodotti di petrolio a materiali correlati 2.040 2612,6 28,1% 74 Macchinari ed attrezzature per l'industria in generale 2.306 2386,1 3,5% 01 Carni e carni lavorate 1.800 1856,9 3,1% 89 Articoli manufatti diversi, N.E.S. 1.638 1733 5,8% 84 Abbigliamento ed accessori 1.201 1294,7 7,8% 77 Macchine elettriche; accessori 1.182 1284,3 8,6% 71 Macchinari ed attrezzature per generatori di energia 1.310 1251,7 -4,5% 72 Macchinari specializzati per industrie speciali 1.164 1213,9 4,3% 69 Manufatti di metallo 1.158 1057,6 -8,7% Fonte: Ibidem. 12
Importazioni ed esportazioni sono spesso strettamente correlate in un Paese: non deve quindi sorprendere rilevare che tra i comparti più penalizzati dalla crisi, sia nelle esportazioni che nelle importazioni, vi siano quelli del petrolio e derivati e dei macchinari e che l’unico comparto positivo per le esportazioni danesi, lo scorso anno, sia stato quello dei prodotti farmaceutici. Nei primi 6 mesi 2010 la situazione sembra essere profondamente mutata con incrementi notevoli delle esportazioni di petrolio e prodotti derivati, dei farmaceutici, di alcuni macchinari e dell’abbigliamento. Gli unici comparti che continuano a risentire della crisi, in questa prima parte dell’anno, sono i macchinari ed attrezzature per generatori di energia e, soprattutto, i manufatti di metallo. b.2) Grado di apertura del Paese agli investimenti esteri Investimenti diretti esteri in Danimarca nel periodo 2007-20091 - (valori in miliardi di €) Var. Var. 2007 2008 2009 07/08 08/09 Investimenti esteri in Danimarca 71,3 73,4 79,3 2,9% 8,0% Fonte: Elaborazione ICE Copenaghen su dati Nationalbanken www.nationalbanken.dk Flussi degli investimenti diretti esteri in Danimarca - (valori in milioni di €) Var Var 2007 2008 2009 07/08 08/09 Investimenti esteri in Danimarca 7.005 6.799 5.839 -2,9% -14,1% Fonte: Ibidem La Danimarca, anche per la sua posizione geografica centrale di ponte tra i Paesi nordici e l’Europa continentale, è sempre stata aperta, oltre che al commercio con l’estero, agli investimenti diretti sia in entrata che in uscita. La crisi globale ha influito decisamente sui flussi finanziari oltre che su quelli commerciali. Giova peraltro sottolineare che le imprese a capitale estero, pur contando per solo l’1% sul totale, impiegano il 18% della forza lavoro del Paese, generando il 22% del totale dei fatturati . Le Autorità del Paese sono pertanto consapevoli dell’importanza degli investimenti esteri quale fonte di crescita, impiego e conoscenza per mantenere il Paese e le sue imprese competitive a livello internazionale. La Danimarca attrae ingenti flussi di investimento grazie alla sua economia aperta e con facile accesso ai mercati dei Paesi nordici, alla ricchezza di manodopera qualificata, al mercato del lavoro flessibile ed alla sua posizione leader per creatività e innovazione. Le stesse imprese estere che investono qui aiutano ad aumentare la competitività delle imprese danesi attraverso la creazione di lavori con maggiore intensità di conoscenza. Di rilievo l’azione di promozione degli investimenti esteri portata avanti da agenzie come Copenhagen Capacity e, soprattutto, Invest in Denmark, l’agenzia del Ministero degli Esteri danese. Solo negli ultimi 3 anni quest’ultima ha attratto 60 imprese estere nel Paese, contribuendo alla creazione o mantenimento di oltre 3.000 posti di lavoro. Le imprese estere investono soprattutto nelle aree produttive di eccellenza, quali: alta tecnologia, energia da fonti rinnovabili, farmaceutica e biotecnologie, alimentare, logistica, grande distribuzione, ospitalità. Tra i tanti recenti esempi, il gigante cinese della ricerca nelle biotecnologie ChemPartner (più di 2.000 scienziati) che ha scelto Copenaghen quale base operativa per le sue attività in Europa, 1 I dati statistici per gli IDE sono stati rilevati nel modo seguente: Stock (rimanenze) presenti alla fine del periodo + flussi di credito del periodo corrente + variazioni dei valori =Stock (rimanenze) fine periodo 13
un fondo di capitali svedese che ha acquistato il principale impianto di trattamento rifiuti pericolosi del Paese e la taiwanese Amita consociata del più grande produttore mondiale di batterie – GP batteries, che ha scelto la Danimarca per la produzione di batterie per i veicoli elettrici – nuovo grande business dell’immediato futuro. A questi si sono aggiunti inoltre la svedese Ikea, che ha aperto nuovi grandi superstores nella Provincia (Odense, Aalborg) mirando ad incrementare l’attuale già forte quota di mercato (28% in Danimarca, mentre in Svezia copre il 50% del mercato) e la banca d’affari svizzera EFG, con uffici in oltre 30 Paesi di cui 2 nella vicina Svezia, che ha deciso di avventurarsi per la prima volta sul suolo danese, primo istituto di credito svizzero nella storia. Ancora più scalpore ha riscosso la notizia di un prossima apertura della filiale della Deutsche Bank, sia per le dimensioni di detto Istituto di credito, che per le possibili auspicate ripercussioni positive di investimenti tedeschi nel Paese. Dette nuove presenze rivestono infatti un’importanza strategica ai fini dello sviluppo di nuovi investimenti locali e dall’estero, considerate le attuali difficoltà attraversate dal sistema creditizio locale – con diversi episodi di fallimenti per eccessiva esposizione creditizia – che hanno reso meno accessibile il ricorso al credito. Di rilievo infine l’investimento per più di 4 milioni di Euro effettuato dalla compagnia polacca per l’energia PGNIG – la quarta del Paese – per la prospezione di petrolio nell’area meridionale dello Jutland, nelle cui profondità potrebbero trovarsi, secondo le stime, tra i 5 e gli 8 milioni di tonnellate di petrolio. Inoltre la Siemens Wind Power del gruppo tedesco Siemens, che contende alla danese Vestas la leadership dell’industria eolica e partecipa alle gare d’appalto anche all’estero per nuovi impianti in collaborazione con la danese Dong, ha annunciato un potenziamento dei quadri amministrativi e dello staff di supporto per la sua crescente politica di internazionalizzazione – circa 500 ingegneri per le due sedi di Aalborg e di Brande. Da ultimo, la forte presenza dei cinesi interessati ai settori più innovativi, in particolare delle auto elettriche che saranno presto sperimentate nell’isola di Bornholm, recentemente battezzata “Bright Green Island” per l’obiettivo dichiarato di divenire al più presto un’isola basata esclusivamente sull’energia sostenibile. Il progetto prevede la fornitura - gratuita o a prezzi simbolici - di auto (a due posti ) elettriche – funzionanti con batterie al litio - del produttore cinese EuAuto che si appresta all’avvio di nuovi uffici amministrativi e officine di manutenzione e riparazione. Infine, in occasione di un apposito Forum di cooperazione economico - commerciale organizzato dall’Agenzia Invest in Denmark, che ha visto la partecipazione di ben 100 imprenditori cinesi, é stato annunciato l’investimento di oltre 10 milioni di Dollari USA per la creazione di uffici e centri di ricerca da parte di una delle imprese leader mondiali nel campo della ricerca dei genomi, la BGI, il più grande investimento cinese finora effettuato in Danimarca nel campo delle biotecnologie. Sono previsti 50 nuovi posti di lavoro il primo anno e altri 100 il secondo, per un fatturato iniziale di almeno 1 miliardo di Dollari USA. c)Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti diretti esteri* Danimarca: Interscambio con l’Italia nel periodo 2007-2009 - (valori in milioni di €) Importazioni 2950 2939 2027 -0,4% -31,0% Esportazioni 2445 2180 1806 -10,8% -17,2% Saldo -505 -759 -221 50,4% -70,9% Interscambio 5395 5119 3833 -5,1% -25,1% Fonte: Elaborazione ICE su dati Danmark Statistik www.statistikbanken.dk Danimarca: Interscambio con l’Italia nel I Semestre 2010 (valori in milioni di €) Importazioni 1065,9 1055,4 -1,0% Esportazioni 1050,4 1038,4 -1,1% Saldo -15,5 -17,0 9,7% Interscambio 2.116,3 2.093,8 -1,1% 14
Fonte:Ibidem Dopo il forte calo registrato lo scorso anno (-31% import dall’Italia, -17,2% export verso l’Italia) negli ultimi 6 mesi l’interscambio è relativamente migliorato registrando riduzioni più contenute di entrambi i flussi e quindi del volume complessivo dell’interscambio stesso. Danimarca: principali prodotti importati dall’Italia nel periodo 2008-2009 (in mln.di €) 2008 2009 Var.09/08 SICT TOTALE 2.939 2.027 -31,0% 74 Macchinari e attrezzature per l’industria in generale 396 16,3% 237 11,7% -40,1% 84 Abbigliamento e Accessori 229 9,4% 173 8,5% -24,8% 11 Bevande 129 5,3% 139 6,8% 7,5% 78 Veicoli 266 10,9% 111 5,5% -58,1% 05 Ortofrutta 118 4,8% 107 5,3% -9,3% 77 Macchine elettriche e accessori 122 5,0% 86 4,3% -29,2% 67 Ferro e Acciaio 128 5,3% 76 3,8% -40,4% 72 Macchinari per industrie specializzate 165 6,8% 68 3,4% -58,5% 69 Manufatti in metallo 108 4,5% 65 3,2% -40,0% 89 Manufatti vari (non classificabili altrimenti) 109 4,5% 62 3,0% -43,2% Fonte: Elaborazione ICE su dati Danmark Statistik www.statistikbanken.dk * nota: tutti i dati del presente capitolo sono espressi in termini nominali, senza tener conto dei tassi annuali di inflazione Danimarca: principali prodotti importati dall’Italia nel I semestre 2010 (valori in milioni di €) 2009 2010 Var 10/09 (gen-giu) (gen-giu) SITC TOTALE 1.079 1.055 -2,2% 74 Macchinari e attrezzature per l’industria in generale 130 128 -1,6% 11 Bevande 62 70 12,5% 84 Abbigliamento e Accessori 86 70 -18,3% 78 Veicoli 60 59 -0,7% 05 Ortofrutta 53 54 1,8% 72 Macchinari per industrie specializzate 39 49 24,5% 77 Macchine elettriche e accessori 46 42 -9,2% 79 Altri mezzi di trasporto 61 42 -31,4% 67 Ferro e Acciaio 40 40 1,0% 54 Medicine e prodotti farmaceutici 26 37 42,4% Fonte: Elaborazione ICE su dati Danmark Statistik www.statistikbanken.dk I dati evidenziano come la crisi nel 2009 abbia colpito in Danimarca sia i consumi (meno importazioni di auto ed abbigliamento dall’Italia) che l’industria (meno importazioni di macchinari e componenti). Unico comparto che non ha subito conseguenze è stato quello delle bevande, le cui importazioni sono cresciute ulteriormente nel primo semestre di quest’anno. 15
Forti incrementi nel periodo in analisi si sono registrati anche nel comparto dei macchinari per le industrie specializzate, dopo il forte calo registrato lo scorso anno (-58,5%) e, soprattutto, nel settore dei medicinali (+42,4%). Danimarca:principali prodotti esportati in Italia nel periodo 2008-2009 (valori in mln di €) 2008 2009 Var.08/09 SICT TOTALE 2.435 2.026 -16,8% 01 Carni 315 12,9% 265 13,1% -15,8% 03 Prodotti ittici 256 10,5% 227 11,2% -11,3% 54 Prodotti farmaceutici 157 6,4% 185 9,1% 18,0% 74 Macchinari e attrezzature per l’industria in generale 200 8,2% 138 6,8% -31,0% 77 Macchine elettriche e accessori 120 4,9% 117 5,8% -2,5% 87 Strumenti scientifici e di controllo 99 4,1% 92 4,5% -7,0% 84 Abbigliamento e accessori 79 3,3% 88 4,3% 11,3% 69 Manufatti in metallo 57 2,3% 78 3,8% 35,8% 71 Macchinari e attrezzature per produrre energia 154 6,3% 76 3,7% -50,8% 11 Bevande 93 3,8% 71 3,5% -23,9% Fonte: Ibidem Danimarca:principali prodotti esportati in Italia nel I semestre 2010 (valori in mln. di €) 2009 2010 (gen-giu) (gen-giu) Var. 2008 2009 10/09 SITC Totale 1077 1038 -3,55% 01 Carni e carni lavorate 133 133 0,05% 03 Prodotti ittici 107 110 2,50% 54 Prodotti farmaceutici 99 107 8,86% 74 Macchinari e attrezzature per l'industria in generale 72 75 3,91% 77 Macchine elettriche; accessori 62 53 -14,04% 87 Strumenti scientifici e di controllo 44 50 12,25% 84 Abbigliamento ed accessori 41 46 12,56% 11 Bevande 38 46 21,42% 89 Manufatti vari (non classificabili altrimenti) 31,3 41 32,10% 59 Materiali e prodotti chimici (non classificati altrim.) 41 31 -24,88% Fonte: Elaborazione ICE su dati Danmark Statistik www.statistikbanken.dk Carni e carni lavorate, prodotti ittici, farmaceutici e macchinari continuano a rappresentare i principali prodotti danesi esportati nel nostro Paese, anche secondo le rilevazioni relative al I semestre 2010. Le crescite nel periodo hanno riguardato peraltro soprattutto beni finora meno venduti quali “vari manufatti” , bevande, strumenti scientifici e di controllo. In calo nel periodo in questione risulta l’export di macchine elettriche e, soprattutto, di prodotti chimici. Le vendite in Italia di macchinari ed attrezzature danesi per l’industria in generale sembrano essersi riprese nel periodo dopo il forte calo registrato lo scorso anno, non quelle delle macchine ed attrezzature per produrre energia uscite dalla classifica dei primi 10 prodotti esportati in Italia dopo il forte calo registrato lo scorso anno. 16
Investimenti diretti bilaterali 2006-2009 (valori espressi in miliardi di €)2 Flussi degli investimenti diretti tra Italia e Danimarca nel I semestre 2010 (valori in milioni di €) 2009 2010 Var (I sem) (I sem) 10/09 Investimenti italiani in Danimarca 53,7 32,4 -39,7% Investimenti danesi in Italia 53,7 41,2 -23,3% Fonte: Ibidem Nonostante le difficoltà economico-finanziarie di entrambi i Paesi dovute alla crisi economica globale, non si sono arrestati i flussi di investimenti diretti nei due sensi: quelli italiani sono aumentati costantemente negli ultimi 3 anni, mentre sono rimasti abbastanza stabili quelli danesi (come illustrato nel Par.1 Quadro Macroeconomico). La situazione sembrerebbe mutata nel 2010 a fronte di rilevanti cali di entrambi i flussi registrati nei primi 6 mesi. Pur se ogni valutazione si potrà effettuare solo ad anno concluso, appare difficile un ribaltamento della situazione nella seconda parte dell’anno tale da raggiungere almeno i livelli del 2009, anche alla luce del perdurare dell’attuale difficile congiuntura economica. 2. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale Il mercato danese rappresenta tradizionalmente un’area commerciale interessante per l’Italia – nonostante le limitate dimensioni del Paese, grazie alla sua ridotta estensione geografica, assimilabile ad una grande regione italiana, alla sua popolazione (circa 5,5 milioni di abitanti) e alla sua posizione strategica ed al ruolo storico nell’area. La Danimarca infatti rappresenta una sorta di ponte per gli altri mercati nordici e del Baltico, sia per la forza della grande distribuzione e della logistica che opera nel Paese (per cui molte aziende scelgono la propria base a Copenaghen per operare sull’intera area scandinava), sia per l’alto livello dei consumi, che suggerisce di utilizzare il Paese medesimo per test su nuovi prodotti e nuove tecnologie. Il ponte sull’Øresund, costruito nel 2001, ha reso ancora più evidente detto ruolo di collegamento con l’area scandinava raddoppiando, di fatto, la stessa area metropolitana di Copenaghen, ormai un tutt’uno con la dirimpettaia città svedese di Malmö, la terza città di detto importante Paese. Molti danesi si sono trasferiti da Copenaghen a Malmö, per i più bassi costi delle abitazioni e della vita, pur mantenendo lavoro ed interessi nella capitale danese. Per converso, tutta l’area meridionale della Svezia è più proiettata verso la Danimarca – di cui faceva politicamente parte fino a 400 anni fa – che non verso la lontana Stoccolma. Detto ruolo dovrebbe aumentare ulteriormente grazie al nuovo ponte recentemente approvato dalle autorità tedesche e danesi che dovrebbe collegare tra qualche anno l’isola di Falster con la frontaliera costa settentrionale della Germania, consentendo di risparmiare tanti chilometri e ore per il trasporto di merci diretto a Copenaghen ed alla Svezia stessa. Inoltre, le autorità svedesi hanno recentemente interpellato quelle danesi in merito alla possibilità di costruire un secondo ponte o tunnel all’inizio dello stretto dell’Øresund, tra la città svedese di Helsinborg e la danese Helsingor (l’Elsinore del Principe Amleto), attualmente 2 I dati statistici per gli IDE sono stati rilevati secondo le medesime modalità utilizzate per gli investimenti complessivi : Stock (rimanenze) presenti alla fine del periodo + flussi di credito del periodo corrente + variazioni dei valori =Stock (rimanenze) fine periodo 17
collegate in soli 20 minuti da un servizio di traghetti. Il nuovo ponte agevolerebbe ulteriormente i flussi di passeggeri e merci tra i due Paesi e contribuirebbe allo sviluppo dell’area intorno ad Helsingor, nella Regione dell’Oresund, parte settentrionale dello Shetland (dove si trova Copenaghen) regione importante sia in termini di impieghi che di popolazione. D’altra parte, la capitale danese è riconosciuta metropoli leader per l’intera area scandinava: diverse manifestazioni fieristiche internazionali vi hanno annualmente luogo e vedono moltissimi partecipanti svedesi e norvegesi, sia come espositori che come visitatori. Come illustrato in precedenza, la crisi economica ha penalizzato fortemente anche le nostre esportazioni nel 2009 (anno in cui siamo stati scavalcati come fornitori dalla Francia, dal Belgio e dagli Stati Uniti). Nel primo semestre 2010 tuttavia, il calo è stato molto più ridotto (-2,2%) e ci ha consentito di riconquistare il 9^ posto davanti alla Francia. Il Made in Italy, se non cresce come meriterebbe, mantiene, sia pure ora con una certa fatica, le posizioni acquisite grazie al radicamento di numerose imprese produttrici sia di beni di consumo (alimentare, moda e arredocasa) che di beni strumentali (meccanica, elettronica, imballaggi, macchinari). Per i beni di consumo, da anni ormai diversi nomi significativi del Made in Italy hanno aperto sulla piazza di Copenaghen propri negozi, flagship stores e, spesso, uffici per il coordinamento dell’azione commerciale per l’intera area scandinava o negozi di società locali che operano in franchising o comunque con focus prioritario sul Made in Italy: Abet Laminati, Alessi, Artemide, Flos, Giorgetti, Ceramiche Ricchetti, I Guzzini, Luceplan, Kartell, Molteni, Natuzzi e Targetti per l’arredo casa; Benetton, Bottega Veneta, Corneliani, Diesel, Dolce e Gabbana, Geox, Gucci, Armani, Max Mara, Miss Sixties, Replay e Zegna per la moda; Barilla, Del Verde, De Cecco, Divella, Galbani, Gavazza, Segafredo (solo per citare alcuni nomi) per l’alimentare. Nonostante la crisi tutti stanno resistendo (anche se recentemente Natuzzi ha chiuso il proprio punto vendita sulla centrale via pedonale della capitale, potenziando quello nel più grande centro commerciale del Paese – Fields - e spostando il coordinamento delle attività di marketing e commerciali per l’area nordica a Bruxelles). La stessa Max Mara, dopo aver gestito da Copenaghen perfino l’apertura del mercato russo, nonostante l’ottimo andamento delle vendite, ha arretrato sul continente (Dusseldorf) la gestione della distribuzione per l’intera area nordica e baltica, probabilmente anche per un necessario contenimento dei costi, avendo già due uffici in Germania. Il Made in Italy continua ad essere largamente diffuso in tutti i settori del moderno lifestyle, alimentare, moda, arredo. In tutti questi campi il nostro Paese é sempre citato come modello di successo anche per prodotti non fabbricati in Italia. Proliferano gelaterie e ristoranti di gusto italiano anche se non sempre dai risultati pari alle aspettative. Vi sono numerosi ristoranti di proprietà e conduzione italiana, le pizzerie, i negozi di delicatessen, le gastronomie con ottimi prodotti italiani. Nell’area di Copenaghen sono ora almeno tre i supermercati che vendono esclusivamente prodotti alimentari italiani con nuovo personale espressamente venuto dall’Italia, in grado di proporre vere e proprie eccellenze nel campo della gastronomia e del dessert. Meno appariscente per i non addetti ai lavori, ma non meno significativa, la presenza di alcuni dei grandi protagonisti dei mercati internazionali nei beni strumentali come Cementir, Enichem, AnsaldoBreda/Finmeccanica, Fiat, Iveco, New Holland, Olivetti Tecnost. Particolarmente significativa la presenza del Gruppo Finmeccanica che, dopo aver realizzato (Ansaldo STF) due linee di metropolitana completamente automatizzate, di cui una per l’aeroporto, ed iniziato a consegnare (Ansaldo Breda) i nuovi treni ad alta tecnologia e di nuova generazione commissionati dalle ferrovie danesi, ha appena vinto (sempre con Ansaldo STF) la gara per il proseguimento della gestione della metropolitana – la migliore al mondo secondo una recente classifica stilata a Londra da parte degli addetti ai lavori - e sta partecipando (con la stessa azienda), alla gara per l’ampliamento della metropolitana cittadina secondo un percorso circolare. Altre aziende forse meno conosciute al grande pubblico, ma leaders nei rispettivi comparti, sono presenti con proprie filiali come Brevini e Motovario (organi di trasmissione e cambi), Robuschi (pompe), Metal work (macchine lavorazione metallo), Giben International (macchine lavorazione legno) Carlo Gavazzi impianti (elettronica industriale), Cementir Gruppo 18
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