Restauro prodotti e sistemi per la conservazione sostenibile del patrimonio architettonico - Weber
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INDICE PERCHE’ PARLARE DI RESTAURO.............................................................................................................................7 1. Introduzione al restauro..........................................................................................................................................9 1.1. La definizione........................................................................................................................................................................................9 1.2. La teoria interpretativa....................................................................................................................................................................9 2. La proposta di Saint-Gobain Weber................................................................................................................... 10 2.1. La calce come legante ..................................................................................................................................................................10 2.2. Le certificazioni................................................................................................................................................................................10 - MARCATURA CE - EMISSIONI VOC - GBC ITALIA / HISTORIC BUILDING 3. Gli interventi........................................................................................................................................................... 15 3.1.Interventi di consolidamento....................................................................................................................................................... 16 - Iniezione di miscele leganti - Intervento di scuci e cuci - Ristilatura dei giunti - Diatoni artificiali - Consolidamento con interventi di placcaggio > Sistemi diffusi a basso spessore > Sistemi diffusi ad alto spessore / tecnica standard > Sistemi diffusi ad alto spessore / tecnica a secco - SCHEDA PROGETTO Sede della Provincia, Andria 3.2. Interventi di risanamento di murature umide.................................................................................................................. 25 - SCHEDA PROGETTO Free entrty – La città del bello, Napoli 3.3. Interventi di ripristino dei paramenti murari..................................................................................................................... 29 - SCHEDA PROGETTO Palazzo Pichi - Sforza, Sansepolcro 3.4. Interventi di restauro energetico........................................................................................................................................... 33 - SCHEDA PROGETTO Ex Convento Agostiniano, Cocconato 4. Le referenze............................................................................................................................................................39 4.1. Saint-Gobain Weber Cultural Heritage............................................................................................................................... 39 4.2. Il caso de La Galleria degli Uffizi............................................................................................................................................ 39 5. La linea prodotti.................................................................................................................................................... 43 - MALTE NHL FLUIDE DA INIEZIONE..........................................................................................................................................44 > webercalce iniezione5 > webertec iniezione15 - MALTE NHL DA ALLETTAMENTO..............................................................................................................................................46 > webercalce malta M2.5 > webercalce malta M10 - MALTE NHL PER INTONACI TRADIZIONALI........................................................................................................................48 > webercalce into G > webercalce into F - MALTE NHL PER INTONACI STRUTTURALI..........................................................................................................................50 > webertec BTcalceG > webertec BTcalceF - MALTE NHL PER INTONACI DA RISANAMENTO............................................................................................................... 52 > webersan evocalce > webersan evorestauro - RASANTI E LISCIATURE NHL.......................................................................................................................................................54 > webercalce rasatura > webercalce rasatura L - RIVESTIMENTI E FINITURE............................................................................................................................................................ 56 > webercote calcecover L > webercote calcecover FF > webercote calcecover RF/RM - PRODOTTI NHL PER ETICS........................................................................................................................................................... 59 > webertherm AP60 CALCE > webertherm intocal > webertherm intocal finitura 5
CASTELLO SVEVO BARI Il Castello è oggi SEDE DELLA SOPRINTENDENZA DELLE BELLE ARTI, che nel corso degli anni ha promosso vari lavori di restauro e di valorizzazione del complesso, mettendo a disposizione della collettività sia le monumentali sale interne, sia l’ampia corte esterna.
PERCHÉ PARLARE DI RESTAURO? La presente pubblicazione fornisce la nostra chiave di lettura su un tema estremamente complesso e delicato come quello del restauro. Dall’esperienza maturata sul campo e negli anni al fianco dei protagonisti del settore (tra un approccio tecnico-scientifico e uno pratico-cantieristico), Saint-Gobain Weber è in grado di proporre consulenza, prodotti e soluzioni tecniche applicabili nella pratica corrente per rispondere a tutte le esigenze. La conservazione e la tutela del patrimonio del costruito è un tema di fondamentale importanza poiché rap- presenta una delle maggiori sfide del mercato dell’edilizia del domani. Restaurare è un’operazione complessa, di per sé sostenibile e responsabile. Il patrimonio italiano è rappresentato per oltre il 30% (corrispondente a 11.740.083 unità – fonte Cresme) da opere realizzate ante 1945, di queste, più della metà realizzate prima del 1919, proporzione che si dimostra in linea con il resto d’Europa, uno dei motivi per il quale si parla di Vecchio Continente. Occuparsi di questo patrimonio tuttavia risulta un’operazione tutt’altro che semplice e immediata per due ragioni fondamentali strettamente connesse tra loro, una di carattere storico-testimoniale e una di carattere energetico-ambientale. Quella storico-testimoniale fa fronte alle esigenze specifiche del restauro e della conservazione: operare nel rispetto della preesistenza in maniera da tutelarne il valore al fine della sua trasmissione al futuro; per fare ciò l’obiettivo dell’intervento è quello di rendere fruibile e utilizzabile il patrimonio per sottrarlo all’incuria e al degrado. Tuttavia ciò si scontra con la tematica energetico-ambientale: la necessità di far fronte agli elevati consumi unitamente all’esigenza di miglioramento dei livelli di comfort sono aspetti che giocano significative ripercussioni sulla conservazione dei manufatti stessi. Oggi al mercato si richiede un cambiamento nella concezione dell’intervento di restauro considerando le azioni volte alla sostenibilità ambientale, non più come un “atto di violenza” contro il patrimonio storico, ma come importanti ed efficaci forme di tutela. Le implicazioni di questa dicotomia non sono ancora state risolte né a livello nazionale, né comunitario, tanto che disposizioni attuali vigenti in materia consentono deroghe all’applicazione degli obiettivi di efficienza energeti- co-ambientale a […] edifici ufficialmente protetti come patrimonio designato o in virtù del loro speciale valore architettonico o storico, nel caso in cui il rispetto delle prescrizioni implicherebbe un’alterazione inaccettabile del loro carattere o aspetto (Direttiva UE 2010/31 art.3). Noi di Saint-Gobain Weber siamo convinti che: restaurare è un’operazione complessa, di per sé sostenibile e responsabile; infatti operare sul patrimonio esistente, oltre che al fondamentale ruolo culturale che implica, permette di contenere: il consumo di suolo, l’estrazione di materie prime, la produzione di rifiuti da demolizione, i rischi di inquinamento da attività cantieristica e l’emissione di CO2. Da queste considerazioni abbiamo sviluppato negli anni una sensibilità e una responsabilità tali da permetterci di proporre soluzioni tecniche e prodotti per interventi di restauro nel rispetto della tradizione e sostenibili per il futuro. 7
RESTAURO: PRODOTTI E SISTEMI PER LA CONSERVAZIONE SOSTENIBILE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO MEIS MUSEO NAZIONALE DELL’EBRAISMO ITALIANO E DELLA SHOA FERRARA Aver applicato in un intervento di restauro conservativo i principi di sostenibilità ambientale contenuti nel protocollo di certificazione GBC HISTORIC BUILDING ispirato al rating system LEED, rappresenta una novità assoluta e l’inizio di un percorso che possa portare a un recupero intelligente dell’enorme patrimonio edilizio storico italiano. ARCH. ANDREA VALENTINI CONSULENTE LEED AP /GBC HB AP
1. INTRODUZIONE AL RESTAURO 1.1. La definizione Fornire una definizione univoca del termine “restauro” in architettura risulta essere un’operazione complessa, ma di fondamentale importanza per accingersi alla materia e quindi alla disciplina del restaurare. Il termine, dal punto di vista etimologico, è il sostantivo del verbo “restaurare” che deriva dall’omonimo latino re-(in)staurare, dove il prefisso re indica una fase temporale precedente e staurare significa rendere fermo, rendere saldo e solidale nell’accezione di firmitas vitruviana; per associazione in prima battuta quindi si potrebbe affermare che il termine significhi rendere saldo ciò che vi era prima. Anche a causa della sua accezione generalista, ma soprattutto a causa del passaggio nel tempo, il termine si è arricchito di significati ed interpretazioni creando diverse correnti di pensiero in tutta Europa e differenti accezioni metodologiche di restauro. 1.2. La teoria interpretativa Come accennato in precedenza vi sono diverse correnti metodologiche riguardo al restauro architettonico, queste vedono in Italia, grazie alla presenza di uno dei più grandi patrimoni storici e culturali al mondo, una concentrazione di teorie interpretative in grado di generare un laboratorio di idee in continua evoluzione. Un momento cruciale per la storia del restauro italiano è il secondo dopoguerra, a seguito delle distruzioni belliche vi fu un distacco critico dalla posizione del restauro filologico-scientifico, che insisteva sul ripristino dell’opera allo stato originale, a favore della teoria del restauro critico. Questa corrente ha al suo interno molte posizioni, anche dialetticamente contrapposte. Fra i principali teorici possiamo ricordare Roberto Pane, Renato Bonelli e Cesare Brandi. Quest’ultimo definisce il restauro come il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte, nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della trasmissione al futuro. La questione che rimaneva da chiarire a questo punto era di carattere operativo, strettamente legata al concetto di valore da attribuirsi all’opera d’arte, negli anni settanta nacque così la cosiddetta teoria del restauro conser- vativo che rifiuta ogni tipo di integrazione stilistica, anche semplificata nelle forme, a favore dell’integrazione tra esistente (conservato in maniera integrale) e aggiunta dichiaratamente moderna. Tra i massimi esponenti di questa corrente ricordiamo Amedeo Bellini e Marco Dezzi Bardeschi. Negli ultimi anni il contrasto fra teoria della conservazione e restauro critico è andato progressivamente atte- nuandosi con una convergenza verso le più condivise posizioni critico-conservative. Grazie alla dialettica negli anni, e soprattutto al lavoro di Cesare Brandi raccolto in Teoria del Restauro (1963), oggi è possibile delineare alcuni punti condivisi dalla maggioranza degli interpreti per operare nella pratica del restauro architettonico contemporaneo; di seguito vengono elencati i punti più significativi rispetto agli argomenti trattati in questa sede: > Uso di materiali e tecnologie originali: è da favorire l’utilizzo di tecniche che offrano il migliore effetto di continuità formale e funzionale con le parti originali. La loro corretta riproposizione deriva da un at- tento lavoro diagnostico delle parti esistenti dell’edificio, questa attività conoscitiva rientra nelle analisi preliminari al progetto di restauro. > Ripristino o conservazione del comportamento statico originario: l’aspetto strutturale fa parte del manufatto e del suo valore storico, in maniera tutt’altro che secondaria concorre a determinarne l’identità materiale e culturale dell’opera stessa. Alterare questa componente, anche con soluzioni non a vista, equivale a mutilare l’opera di uno dei suoi valori più significativi. > Compatibilità chimica: tutti i materiali usati, a contatto con quelli della costruzione originaria, non de- vono in alcun modo costituire potenziale danno di tipo chimico alla materia originale. > Compatibilità fisica: sono da evitare situazioni che possano stravolgere l’equilibrio originario delle con- dizioni fisiche del manufatto, queste infatti rischiano di incrementare o favorire fenomeni di degrado. > Reversibilità: qualsiasi operazione di restauro eseguita sul manufatto, la cui materialità deve essere garantita il più possibile, deve essere reversibile per compromettere al minimo la materia originale. > Minimo intervento: gli interventi devono essere calibrati in relazione alle effettive necessità, i conso- lidamenti in particolare vanno dimensionati con attenzione per evitare eccessi sia di sottostima sia di sovrastima. > Riconoscibilità: operare in maniera da rendere riconoscibili gli interventi di restauro per garantirne la databilità o sequenzialità rispetto all’opera originale, per evitare così fenomeni di falsi storici. INTRODUZIONE AL RESTAURO 9
> Leggibilità: l’intervento di restauro deve tendere il più possibile a facilitare la comprensione delle stra- tificazioni, far leggere le fasi di crescita dell’edificio e del suo passaggio nel tempo. > Durabilità: favorire l’utilizzo di tecnologie e materiali molto durevoli oppure che siano tali da consentire interventi successivi di manutenzione ordinaria o straordinaria, senza che ciò alteri il manufatto oggetto di intervento. > Riconoscimento, salvaguardia e valorizzazione: preservare i caratteri specifici e di unicità dell’opera ne garantisce la conservazione dell’identità e quindi del valore, carattere da tutelare attentamente in vista della sua trasmissione al futuro. 2. LA PROPOSTA DI SAINT-GOBAIN WEBER La proposta di Saint-Gobain Weber per la pratica del restauro tratta in particolar modo la problematica legata al recupero e alla conservazione delle strutture verticali degli edifici in muratura. Il nostro obiettivo è quello di fornire una gamma completa di prodotti e soluzioni tecniche specifiche, alla calce idraulica naturale NHL, per operare interventi tecnici di: consolidamento, deumidificazione, ripristino, decorazione e restauro energetico, nel rispetto dell’architettura e dell’ambiente. 2.1. La calce come legante La calce, più specificatamente la calce idraulica naturale NHL, assume un ruolo chiave nella proposta di Saint-Go- bain Weber, questa infatti si configura come legante: sia in termini di legame con le tecniche tradizionali del costruire, sia soprattutto come legante chimico alla base dei prodotti per costruire. I prodotti e le soluzioni tecniche proposte possiedono caratteristiche fisico-meccaniche del tutto simili a quelle dei materiali impiegati nel passato proprio grazie all’utilizzo di calce idraulica NHL (Natural Hydraulic Lime), legante che assicura proprietà di: > Resistenza meccanica: del tutto analoga e compatibile a quella dei tradizionali sistemi a base di calce idrata o calce idraulica; > Compatibilità elastica: che assicura un comportamento in accordo con i materiali impiegati in origine; > Resistenza chimica: che garantisce un ottimo comportamento alla reazione dei sali solubili presenti nei materiali da costruzione e nel terreno; > Traspirabilità: in virtù delle sue naturali caratteristiche di porosità garantisce un’ottima traspirabilità del supporto evitando fenomeni di condensa superficiale, quindi sviluppo di microorganismi quali muffe, muschi e funghi; > Equilibrio termo-igrometrico: garantito dalle qualità di traspirabilità naturale; > Coerenza estetica: assicurata dall’utilizzo di materie prime analoghe a quelle tradizionali e dalla selezione di aggregati locali. 2.2. Le certificazioni MARCATURA CE Tutti i prodotti della proposta Saint-Gobain Weber sono conformi alle normative dell’Unione Europea e rispondono ai requisiti prestazionali richiesti dalla Marcatura CE per le specifiche EN 998-1 classi di appartenenza. La calce idraulica naturale NHL utilizzata come materia prima nei nostri prodotti è conforme alla UNI EN 459-1 che definisce i tipi di calce e i campi di applicazione. I prodotti proposti invece sono conformi alla UNI EN 998-1, norma di riferimento specifica per le malte per intonaci interni ed esterni; le malte per gli interventi di consolidamento sono EN 998-2 inoltre conformi alla UNI EN 998-2, specifica per le malte da muratura. EMISSIONI VOC I prodotti che entrano a contatto con l’ambiente interno e quindi maggiormente responsabili del comfort indoor, definiti dalle famiglie webercalce e webercote, soddisfano il decreto francese n° 2011-321, in merito alla Determinazione Emissione dei Composti Organici Volatili (VOC), raggiungendo una certificazione di A+. 10 LA PROPOSTA SAINT-GOBAIN WEBER
UNI EN 459-1 Norma che definisce i tipi di calce e i campi di applicazione. La calce da costruzione si divide tra calce aerea e calce idraulica. Nelle calci idrauliche troviamo la calce idraulica naturale NHL, prodotta dalla cottura di calcari più o meno argillosi e silicei, con successiva riduzione in polvere mediante spegnimento con o senza macinazione. Tutte le calci idrauliche NHL hanno la proprietà di far presa e indurire in acqua. L’anidride carbonica atmosferica contribuisce al processo di indurimento. Le resistenze dei tipi di calce naturale sono le resistenze a compressione determinate secondo la EN 459-1 dopo 28 giorni. Le malte contenenti leganti di calce acquisiscono una maggiore resistenza a compressione all’aumentare dei processi di carbonatazione. Denominazione Sigla Tipo di calce idraulica Resistenza alla naturale da costruzione compressione MPa Calce idraulica naturale 2 NHL 2 7 giorni 28 giorni Calce idraulica naturale 3,5 NHL 3,5 NHL 2 - da ≥ 2 a ≤ 7 Calce idraulica naturale 5 NHL 5 NHL 3,5 - da ≥ 3,5 a ≤ 10 NHL 5 ≥2 da ≥ 5 a ≤ 15 UNI EN 998-1 Norma specifica che definisce le malte per intonaci interni Proprietà Categorie Valori ed esterni in base alla classificazione delle proprietà delle malte indurite. La stessa, in base alle proprietà raggiunte CSI da 0,4 a 2,5 e ai campi di applicazione, definisce la tipologia specifica Range di resistenza a CSII da 1,5 a 5,0 della malta. processi di carbonatazione. compressione a 28 gg [ N/mm2 ] CSIII da 3,5 a 7,5 Denominazione Sigla CSIV ≥6 Malta per scopi generali per intonaci GP Conducibilità termica T1 ≤ 0,10 interni/esterni [ W/mK ] T2 ≤ 0,20 Malta colorata per intonaci esterni CR W0 - Assorbimento d’acqua Malta per risanamento R capillare W1 C ≤ 0,40 [ kg/m2min0.5] W2 C ≤ 0,20 UNI EN 998-2 La norma specifica i requisiti per le malte da muratura prodotte in fabbrica (riempimento, collegamento e allettamento) per l’utilizzo in pareti, colonne e partizioni di muratura (per esempio murature esterne interne, strutture di muratura portante e non portante per l’edilizia e l’ingegneria civile). Classe M1 M 2,5 M5 M 10 M 15 M 20 Md Resistenza a compressione a 28 gg [ N/mm ] 2 ≥1 ≥ 2,5 ≥5 ≥ 10 ≥ 15 ≥ 20 d [*] [*] d = resistenza a compressione dichiarata dal produttore > di 25 [ N/mm ] 2 LA PROPOSTA SAINT-GOBAIN WEBER 11
GBC ITALIA - HISTORIC BUILDING L’Italia è il primo Paese al mondo per patrimonio culturale, storico e architettonico. Circa il 30% degli edifici italiani sono edifici storici, e molti di questi necessitano di operazioni di restauro e di riqualificazione sostenibile. Il sistema di certificazione GBC Historic Building è un metodo di valutazione del livello di sostenibilità negli interventi di riqualificazione e restauro che nasce dall’esperienza italiana sul restauro storico e conservativo, unita alle competenze dei protocolli interna- zionali LEED (lo schema di valutazione più diffuso al mondo). Si tratta di uno standard innovativo nel quale convivono le esigenze di recupero di quella parte più pregevole e storica del parco edilizio nazionale con le indicazioni degli obiettivi europei di riduzione degli impatti ambientale e riqualificazione energetica dell’esistente. Il sistema di valutazione GBC HB verifica la sostenibilità negli interventi nel loro ciclo TO SATISF TE complessivo dalla fase di progettazione, alla fase di costruzione per arrivare alla valuta- CONTRIBU Y CR zione sulle gestioni efficienti dell’immobile. EDITS GBC Historic building è un protocollo di certificazione volontaria al quale Saint-Gobain GBC Weber ha deciso di aderire promuovendo soluzioni tecniche e materiali che contribu- HB iscono a soddisfare i crediti per la certificazione GBC Historic Building™ GBC – HISTORIC BUILDING Il sistema di verifica GBC Historic Building misura la sostenibilità dell’edificio secondo le aree tematiche che carat- terizzano i rating system LEED/GBC, aggiungendovi l’area tematica di Valenza Storica (VS), specifica dell’ambito conservativo. Di seguito si riporta una tabella riepilogativa delle aree tematiche di interesse, dei punteggi dei crediti associati e le aree nelle quali i prodotti della proposta Weber contribuiscono al raggiungimento del punteggio. Contributo Area tematica GBC - HB Sigla Punti assegnabili Peso dell’area SAINT-GOBAIN WEBER Valenza Storica VS 20 18 % ✔ Sostenibilità del Sito SS 13 12 % Gestione delle Acque GA 8 7% Energia e Atmosfera EA 29 26 % ✔ Materiali e Risorse MR 14 13 % ✔ Qualità Ambientale Interna QI 16 15 % ✔ Innovazione nella Progettazione IP 6 5% Priorità Regionale PR 4 4% 12 LA PROPOSTA SAINT-GOBAIN WEBER
I PRODOTTI PER I CREDITI GBC HB I crediti ai quali i prodotti Weber contribuiscono appartengono alle aree tematiche di Valenza Storica (VS), Energia e Atmosfera (EA), Materiali e Risorse (MR) e Qualità ambientale Interna (QI). Di seguito si fornisce una tabella rie- pilogativa dei crediti a cui contribuiscono i singoli prodotti della proposta di questa pubblicazione. Credito VS 2 - Garantire la possibilità di eliminazione di inserimenti, sostituzioni o integrazioni apportate attraverso una progettazione tecnologica di dettaglio, perseguendo la conservazione, ricercando la minimizzazione dei segni di sutura (e quindi di alterazione) fra le strutture storiche e quelle nuove, garantendo il ripristino della condizione antecedente, senza pregiudicare l’integrità delle strutture storiche con valore testimoniale. Credito VS 3.2 - Valutare la compatibilità di malte da restauro (intonaco e allettamento) rispetto ai materiali originali e al substrato murario, tramite indicatori che considerino i requisiti estetici, chimico-mineralogici e fisico-meccanici. Credito VS 3.3 - Evitare alterazioni significative del comportamento strutturale globale dell’edificio esistente che possano avere ripercussioni sull’originaria distribuzione dei carichi fino al terreno e, in ultima analisi, sui costi di manu- tenzione nel tempo. Sfruttare al meglio le caratteristiche statiche delle strutture esistenti con l’obiettivo di minimizzare l’invasività dell’intervento. Credito VS 4 - Ridurre gli effetti negativi generati dalle attività del cantiere di restauro sulle diverse componenti am- bientali adottando strategie finalizzate a ridurre l’uso di risorse non rinnovabili durante le fasi di cantiere e a contenere l’impatto ambientale derivato dalle tecniche di restauro utilizzate. Credito EA 1 - Raggiungere livelli crescenti di miglioramento delle prestazioni energetiche per gli edifici oggetto d’intervento, al fine di ridurre gli impatti economico-ambientali associati all’eccessivo consumo di energia nel rispetto dei caratteri storico-artistici. Credito MR 5 - Incrementare la domanda di materiali e prodotti da costruzione estratti e lavorati a distanza limitata, sostenendo in tal modo l’uso di risorse locali e riducendo gli impatti sull’ambiente derivanti dal trasporto. Favorire l’utilizzo di trasporti a limitato impatto ambientale come quello su rotaia o via nave. Favorire l’utilizzo di materiali provenienti da cave o luoghi di produzione originari, se ancora attivi. Credito QI 4.2 - Ridurre all’interno dell’edificio i contaminanti che risultano odorosi, irritanti e/o nocivi per il comfort e il benessere degli installatori e degli occupanti. Crediti ai quali i prodotti contribuiscono al raggiungimento dei punti VS 2 VS 3.2 VS 3.3 VS 4 EA 1 MR 5 QI 4.2 webercalce iniezione5 ✔ ✔ ✔ ✔ webertec iniezione15 ✔ ✔ ✔ webercalce malta M2,5 ✔ ✔ ✔ ✔ webercalce malta M10 ✔ ✔ ✔ ✔ webertec BTcalceG ✔ ✔ ✔ webertec BTcalceF ✔ ✔ ✔ webercalce into G ✔ ✔ ✔ webercalce into F ✔ ✔ ✔ webersan evocalce ✔ ✔ ✔ webersan evorestauro ✔ ✔ ✔ ✔ webercalce rasatura ✔ ✔ ✔ webercalce rasatura L ✔ ✔ ✔ webercote calcecover L ✔ ✔ ✔ webercote calcecover FF ✔ ✔ ✔ webercote calcecover RF/RM ✔ ✔ ✔ webertherm AP60 CALCE ✔ ✔ ✔ ✔ webertherm intocal ✔ ✔ ✔ ✔ webertherm intocal finitura ✔ ✔ ✔ ✔ LA PROPOSTA SAINT-GOBAIN WEBER 13
BIENNALE INTERNAZIONALE DELL’ANTIQUARIATO FIRENZE Per accogliere le oltre 3.000 opere esposte, è stato realizzato un nuovo e suggestivo allestimento con l’intento di aumentare la luminosità agli spazi Interni e offrire una maggiore visibilità delle architetture seicentesche di Palazzo Corsini.
3. GLI INTERVENTI Come anticipato nei precedenti capitoli, i cicli tecnici e gli interventi di restauro presentati in questa sede sono circoscritti al recupero e alla conservazione delle strutture verticali degli edifici in muratura; consci che l’argo- mento della pratica del restauro comprenda uno spettro più ampio di interventi e materiali, la scelta è stata quella di proporre soluzioni specifiche e certificate secondo le normative vigenti in materia di costruzioni e/o verificate e comprovate dalla nostra esperienza nel settore. Qualsiasi progetto di restauro di un’opera architettonica, come lucidamente espresso nella Carta del restauro, deve essere preceduto da un attento studio del manufatto in questione sotto differenti aspetti (che ne prenda in esame il contesto territoriale, il contesto urbano, gli aspetti tipologici, formali e tecnologici) al fine di operare nel rispetto del valore testimoniale attribuito all’opera. Alla luce delle considerazioni precedenti la nostra proposta di interventi si articola in: 3.1 interventi di consolidamento - iniezione di miscele leganti - intervento di scuci e cuci - ristilatura dei giunti - diatoni artificiali - consolidamento con interventi di placcaggio 3.2 interventi di risanamento di murature umide 3.3 interventi di ripristino dei paramenti murari 3.4 interventi di restauro energetico GLI INTERVENTI 15
3.1. INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO Il paragrafo in questione ha il compito di presentare una panoramica sintetica delle tipologie di intervento di consolidamento realizzabili dal gruppo Saint-Gobain PPC e l’approfondimento del placcaggio con tecniche di rinforzo innovative, per uno specifico approfondimento su tutte le tecniche possibili si rimanda alla pubblicazione specifica SISMICA: COSTRUIRE E CONSOLIDARE IN SICUREZZA* (Saint-Gobain PPC, 2019). Le normative vigenti in materia di costruzioni (NTC 2018 e Circolare 7/2019) forniscono criteri generali di guida agli interventi di consolidamento, a seconda dei casi specifici e previa analisi diagnostica, si potrà quindi pro- cedere a riparare localmente parti lesionate o degradate, ricostituire la compagine muraria in corrispondenza di mancanze, migliorare le prestazioni meccaniche di paramenti degradati per tipo di apparecchiatura e/o di composto legante. Gli interventi della proposta per la pratica del restauro riguardano: > Iniezione di miscele leganti > Intervento di scuci e cuci > Ristilatura dei giunti > Diatoni artificiali > Consolidamento con interventi di placcaggio *SISMICA: COSTRUIRE E CONSOLIDARE IN SICUREZZA Il quaderno tecnico è sempre e direttamente consultabile sul sito internet aziendale Saint-Gobain Weber www.it.weber 34 WEBER pER consolidaRE E RinfoRzaRE lE muRatuRE WEBER pER consolidaRE E RinfoRzaRE lE muRatuRE 35 3.2.1 - INTERVENTI VOLTI AD INCREMENTARE LA SISMO RESISTENZA DEGLI 3.2.1.2 - SCUCI E CUCI ELEMENTI MURARI Riferimento normativo 3.2.1.1 - INIEZIONI DI MISCELE LEGANTI (Circolare 7/2019 – p.to C8.7.4.1) (altri riferimenti: L.G.MIBAC 2011; L.G.ReLUIS 2009; D.n.10/2006 Post Si- Riferimento normativo sma Molise) (Circolare 7/2019 – p.to C8.5.3.1) (altri riferimenti: L.G.MIBAC Nota 2011; L.G.ReLUIS 2009; D.n.10/2006 Post Sisma Molise). L’intervento di scuci e cuci è finalizzato al ripristino stesso, in modo da conseguire la massima omogeneità Nota della continuità muraria lungo le linee di fessurazione e monoliticità della parete riparata. tale intervento può ed al risanamento di porzioni di muratura gravemente essere utilizzato anche per la chiusura di nicchie, canne Le iniezioni di malta fluida mirano ad eleminare il più peri- Tale intervento risulta inefficace se impiegato su tipologie deteriorate. Si consiglia di utilizzare materiali simili a fumarie e per la riduzione dei vuoti, in particolare nel caso coloso dei fenomeni localizzati che è la disgregazione cao- murarie che per loro natura siano scarsamente iniettabili quelli originari per forma, dimensioni, rigidezza e in cui la nicchia/apertura/cavità sia posizionata a ridosso tica della muratura andando a ridurre i vuoti e rafforzando (scarsa presenza di vuoti e/o vuoti non collegati tra loro). resistenza, di angolate o martelli murari. il legame tra le parti esistenti della muratura, rendendo in Particolare attenzione va posta nella scelta della pressio- collegando i nuovi elementi alla muratura esistente con Il vantaggio di questa tecnica è quello di ripristinare tal modo la muratura più coesa ed in grado di mantenersi ne di immissione della miscela, per evitare l’insorgere adeguate ammorsature nel piano del paramento murario il comportamento originario della struttura, senza monolitica durante il sisma. L’intervento di consolidamento di dilatazioni trasversali prodotte dalla miscela in pressione. e se possibile anche trasversalmente al paramento condizionare il suo comportamento globale. mediante iniezione di miscele, inoltre, è da utilizzarsi nei casi Nel caso si reputi opportuno intervenire con iniezioni su in cui il degrado della muratura sia imputabile al legante ed murature incoerenti e caotiche, è necessario prendere anche in presenza di lesioni diffuse. provvedimenti atti a ridurre il rischio o dell’intervento. Tecnica di esecuzione Tecnica di esecuzione 1. Operare la rimozione della parte di muratura (pietra- lo spazio per l’inserimento forzato di appositi cunei me e/o laterizi) localmente degradata e/o lesionata, (mattoni duri). 1. Per evitare la fuoriuscita del webertec iniezione15 pro- 5. Iniettare la boiacca dopo aver posizionato dei tubici- ivi compresa la malta di allettamento originaria e tutto quanto possa compromettere le successive lavorazio- 4. L’operazione viene eseguita partendo dal basso e cedere all’eventuale ristilatura nelle zone dei giunti incon- ni in plastica preventivamente fissati alla muratura con procedendo verso l’alto. sistenti o prevedere la sigillatura di eventuali fessure. webertec presarapida. ni, utilizzando mezzi esclusivamente manuali senza l’utilizzo di utensili meccanici. 2. Realizzare un reticolo di fori avente maglia di dimensio- 6. Per murature debolmente degradate si può procedere ne variabile in funzione della permeabilità e compattezza con iniezioni a pressione. Le iniezioni partiranno sempre 2. Procedere al lavaggio del paramento murario con uti- PRODOTTI UTILIZZATI della muratura da un minimo di 20-25 cm (tipo mattoni dal basso verso l’alto e dai lati verso il centro con una lizzo di acqua spruzzata a bassa pressione. pieni) fino ad un massimo di 40 cm (tipo muratura mi- pressione di iniezione compresa fra 1 e un massimo di webertec bTcalceF 3. Ricostruzione dei conci murari precedentemente ri- Malta strutturale con classe di resistenza M15, a base sta). Le perforazioni per le iniezioni dovranno essere di 4 atm. Previa verifica diretta. Per murature molto de- mossi e sostituzione degli stessi utilizzando matto- diametro variabile fra 15 e 25 mm. La profondità delle gradate tali da non poter sopportare sovra-pressioni si di calce idraulica naturale a granulometria fine. ni pieni allettati con i prodotti webertec bTcalceF o webertec bTcalceG perforazioni dovrà essere di circa due terzi dello spesso- può procedere con iniezioni per gravità. L’applicazione webertec bTcalceG. I mattoni pieni saranno ammor- re della parete. Per spessori fino a 60 cm sarà sufficien- del prodotto dal basso verso l’alto permette la fuoriusci- Malta strutturale con classe di resistenza M15, a base sati (da entrambi i lati) alla vecchia muratura, aven- di calce idraulica naturale a granulometria grossa. te operare da un solo lato della parete, per spessori più ta dell’aria favorendo un maggior riempimento dei vuoti do cura di lasciare tra la muratura nuova e la vecchia, consistenti risulterà opportuno operare da tutte e due le presenti. SISMICA: superfici. L’inclinazione delle perforazioni dovrà essere di circa 45° o comunque in grado di favorire il processo di 7. A conclusione del lavoro sia i tubicini che i fissaggi andran- iniezione. no rimossi prima di procedere con l’intonacatura finale. 3. Saturare con acqua tutta la muratura, utilizzando gli olIdAre PRODOTTI UTILIZZATI CoStruIre e ConS stessi fori creati per l’iniezione. Attendere un giorno per permettere l’eliminazione di acqua stagnante nella mu- webertec iniezione 15 ratura. Malta superfluida con classe di resistenza M15, a base di calce idraulica naturale NHL5. 4. Miscelare con trapano a basso regime di giri o con ap- webertec presarapida zA posite macchine impastatrici dotate di manometro per Legante rapido pronto all’uso. In SICurez regolazione della pressione di uscita. Figura – Schema per iniezioni a pressione Figura – Schema per profondità delle iniezioni Figura – Schema “scuci e cuci” tratta da Linee Guida ReLUIS 2009 3° strato di muro con giunti stuccati Tubicini di iniezione 2° strato di muro con giunti stuccati 1° strato di muro con giunti stuccati 3° livello di fori Tubo di iniezione della malta fluida 2° livello di fori 1° livello di fori Sigillatura dei boccagli con malta a presa rapida 16 GLI INTERVENTI
INIEZIONE DI MISCELE LEGANTI Le iniezioni di malta fluida mirano ad eleminare il più pericoloso dei fenomeni localizzati che è la disgregazione caotica della muratura andando a ridurre i vuoti e rafforzando il legame tra le parti esistenti della muratura, rendendo in tal modo la muratura più coesa ed in grado di mantenersi monolitica ripristinandone così l’originale comportamento statico. L’intervento di consolidamento mediante iniezione di miscele, inoltre, è da utilizzarsi nei casi in cui il degrado della muratura sia imputabile al legante ed anche in presenza di lesioni diffuse. L’in- tervento risulta inefficace se impiegato su tipologie murarie che per loro natura siano scarsamente iniettabili (scarsa presenza di vuoti e/o vuoti non collegati tra loro). Particolare attenzione va posta nella scelta della pressione di immissione della miscela, per evitare l’insorgere di dilatazioni trasversali prodotte dalla miscela in pressione. Nel caso si reputi opportuno intervenire con iniezioni su murature incoerenti e caotiche, è necessario prendere provvedimenti atti a ridurre il rischio dell’intervento. RIFERIMENTO PRODOTTI NORMATIVO UTILIZZATI Circolare 7/2019 webercalce iniezione5 p.to C8.5.3.1 L.G.MIBAC Nota 2011 webertec iniezione15 L.G.ReLUIS 2009 D.n.10/2006 Post Sisma Molise INTERVENTO DI SCUCI E CUCI L’intervento di scuci e cuci è finalizzato al ripristino della continuità muraria lungo le linee di fessurazione ed al risanamento di porzioni di muratura gravemente deteriorate. Si consiglia di utilizzare materiali simili a quelli originari per forma, dimensioni, rigidezza e resistenza, collegando i nuovi elementi alla muratura esi- stente con adeguate ammorsature nel piano del paramento murario e se possibile anche trasversalmente al paramento stesso, in modo da conseguire la massima omogeneità e monoliticità della parete riparata. Tale intervento può essere utilizzato anche per la chiusura di nicchie, canne fuma- rie e per la riduzione dei vuoti, in particolare nel caso in cui la nicchia/apertura/ cavità sia posizionata a ridosso di angolate o martelli murari. Il vantaggio di questa tecnica è quello di ripristinare il comportamento originario della struttura, senza condizionare il suo comportamento globale. RIFERIMENTO NORMATIVO PRODOTTI UTILIZZATI Circolare 7/2019 – p.to C8.7.4.1 webercalce M10 L.G.MIBAC Nota 2011 webertec BTcalceF L.G.ReLUIS 2009 webertec BTcalceG D.n.10/2006 Post Sisma Molise GLI INTERVENTI 17
RISTILATURA DEI GIUNTI L’intervento di ristilatura dei giunti ha lo scopo principale di ristabilire l’aspetto originale della tessitura superfi- RIFERIMENTO PRODOTTI ciale della muratura storica, se effettuato in profondità NORMATIVO UTILIZZATI su entrambi i lati della parete, può anche migliorare le Circolare 7/2019 caratteristiche meccaniche della muratura stessa (in webercalce M2,5 p.to C8.7.4.1.4 particolare nel caso di murature di spessore non molto L.G.MIBAC Nota 2011 webertec BTcalceF elevato). L’eventuale inserimento nei giunti “ristilati” di L.G.ReLUIS 2009 webertec BTcalceG piccole barre, trefoli o altri materiali resistenti a trazione, D.n.10/2006 Post Sisma webertec elicafixA6 può migliorare ulteriormente l’efficacia dell’intervento e del risultato finale. DIATONI ARTIFICIALI L’inserimento di diatoni artificiali, realizzati in materiali resistenti a trazione dentro fori di carotaggio, può realiz- zare un efficace collegamento tra i paramenti murari, evitando il distacco di uno di essi o l’innesco di fenomeni di instabilità per compressione. Inoltre l’intervento conferisce alla parete un comportamento monolitico per azioni ortogonali al proprio piano. È molto importante utilizzare tale intervento, in presenza di murature con paramenti non collegati fra loro che sotto l’azione dei carichi, tendono a spanciare con la conseguente riduzione della loro capacità portante. Il compito dei diatoni è quello di tenere uniti i paramenti del muro, evitando distacchi e impedirne il progressivo aumento. RIFERIMENTO NORMATIVO PRODOTTI UTILIZZATI Circolare 7/2019 – p.to C8.7.4.1.3 webertec inezione15 L.G.MIBAC Nota 2011 webertec BTcalceF D.n.10/2006 Post Sisma Molise webertec BTcalceG webertec connettore A12 18 GLI INTERVENTI
CONSOLIDAMENTO CON INTERVENTI DI PLACCAGGIO Il placcaggio delle murature con intonaco armato può essere utile nel caso di murature gravemente danneggiate e incoerenti, sulle quali non sia possibile intervenire efficacemente con altre tecniche, o in porzioni limitate di muratura, pesantemente gravate da carichi verticali, curando in quest’ultimo caso che la discontinuità di rigi- dezza e resistenza tra parti adiacenti, con e senza rinforzo, non sia dannosa ai fini del comportamento della parete stessa. L’intervento tradizionale, e maggiormente diffuso nella pratica comune, consiste nel realizzare due lastre in calcestruzzo armato poste in affiancamento ai due lati della muratura e rese solidali alla stessa tramite connettori trasversali. Alla pratica tradizionale si affiancano tecniche di consolidamento e rinforzo più innovative, che prevedono l’uti- lizzo efficace di rinforzi (reti in fibra di vetro, nastri in acciaio) posti in opera all’interno di una matrice inorganica (malte a base di calce idraulica naturale). Detti sistemi compositi a matrice inorganica sono comunemente indi- cati come sistemi di rinforzo strutturale FRCM (Fiber Reinforced Cementitious Matrix) e SRG (Steel Reinforced Grout) quando sono applicati in basso spessore, CRM (Composite Reinforced Mortar) quando sono applicati in alto spessore. Tali interventi di rinforzo innovativi perseguono i criteri che stanno alla base dei principi di conservazione degli edifici storici, ma più in generale degli edifici esistenti in muratura. I requisiti principali di questi sistemi in relazione alle murature originarie sono i seguenti: > COMPATIBILITÀ CHIMICO/FISICA tra i prodotti utilizzati ed i supporti costituenti la muratura; > COMPATIBILITÀ ELASTICA incrementi di rigidezza modesta e nell’ordine di quella della muratura originaria; > DURABILITÀ maggior durabilità nel tempo; > REVERSIBILITÀ minor invasività e maggior reversibilità; > LEGGEREZZA grazie a spessori di intervento contenuti vi è una conseguente riduzione delle masse (in con- fronto ad altri tipi di intervento) con relativa riduzione delle sollecitazioni fisiche. Per questa tipologia di interventi è possibile procedere ad una suddivisione in funzione dell’ampiezza della loro superficie di applicazione: FRCM A BASSO Fiber Reinforced SPESSORE Cementitious Matrix RINFORZO DIFFUSO CRM INTERVENTO AD ALTO Composite DI PLACCAGGIO SPESSORE Reinforced Mortar RINFORZO A FASCE GLI INTERVENTI 19
SISTEMI DIFFUSI A BASSO SPESSORE FRCM - Fiber Reinforced Cementitious Matrix Tecnica di esecuzione 1. Rimozione dell’intonaco esistente e successiva pulizia del supporto murario; 2. Realizzazione dei fori passanti con diametro di circa 22 mm, meglio se in corrispondenza dei giunti di malta, mediante utilizzo di trapano a rotazione. I fori dovranno essere realiz- zati leggermente inclinati e sfalsati con un passo massimo di circa 70 cm (n.4/mq) e comunque secondo le indicazioni del progettista; 3. Pulitura del foro mediante tecnica dell’aria compressa e successivo lavaggio dello stesso (si suggerisce l’utilizzo di spie per l’individuazione dei fori); 4. In entrambi i lati della muratura, dopo aver eseguito l’even- tuale regolarizzazione del supporto con webertec BTcalceF, procedere con l’applicazione del primo strato del prodotto webertec BTcalceF, per uno spessore variabile dai 5 ai 7mm. Su prodotto ancora fresco, dopo aver rimosso le spie, posizio- nare la rete di rinforzo webertec rete250, assicurandosi che sia complanare ed impregnata in maniera uniforme evitando la formazione di eventuali vuoti. Si consiglia di sovrapporre i lembi della rete di almeno 30 cm; 5. Inserimento del connettore in fibra di vetro webertec con- nettoreV avendo cura di assicurare una lunghezza maggiore per la successiva “sfioccatura” pari a circa 15/20 cm per lato; 6. Su uno dei due lati, procedere allo sfiocco dei connettori sulla superficie muraria maltando gli stessi con webertec BTcalceF; 7. Dal lato opposto procedere all’inghisaggio dei connettori tramite la malta fluida webertec iniezione15 avendo cura di verificare la completa saturazione del foro e completare la “sfioccatura” degli stessi; 8. Sulla prima mano ancora umida, terminare l’intervento su entrambi i lati della muratura con l’applicazione di 5/7 mm del secondo strato di webertec BTcalceF. Alla fine dell’inter- vento la rete dovrà risultare nella metà dello spessore totale del rinforzo. PRODOTTI UTILIZZATI 1 webertec BTcalceF 2 webertec rete250/550 3 webertec connettoreV 4 webertec iniezione15 5 webertec BTcalceF 20 GLI INTERVENTI
SISTEMI DIFFUSI AD ALTO SPESSORE / tecnica standard Tecnica di esecuzione 1. Rimozione dell’intonaco esistente e successiva pulizia del supporto murario; 2. In entrambi i lati della muratura, dopo aver eseguito l’even- tuale regolarizzazione del supporto con webertec BTcalceG, procedere con l’applicazione del primo strato del prodotto webertec BTcalceG, per uno spessore circa di 12-15mm; 3. Sul prodotto ancora fresco, posizionare la rete webertec rete280 assicurandosi che sia completamente planare ed impregnata ed evitando la formazione di eventuali vuoti. Si consiglia di sovrapporre i lembi della rete di almeno 30 cm; 4. Inserimento dei connettori costituiti da barre in acciaio inox elicoidali webertec elicafixA10 provvedendo preliminarmente alla realizzazione di prefori, mediante trapano a rotazione con una punta avente diametro 8-9 mm. Con l’apposito mandri- no spingibarre webertec mandrino montato sul tassellatore provvedere a spingere mediante sola percussione i connet- tori all’interno dei prefori prima realizzati, avendo cura di lasciare fuori dalla muratura circa 10-15cm di barra per lato. I connettori saranno posizionati sfalsati con un passo massimo di circa 60 cm (n.6/mq) e comunque secondo le indicazioni del progettista; 5. Inserire per ogni barra appositi fazzoletti quadrati ricavati dalla rete utilizzata per l’intervento (dimensioni circa 10x10cm) e procedere alla piegatura delle barre, mediante idonea piegaferri, fino a portare le stesse in posizione di perfetta adiacenza con la rete; 6. Terminare l’intervento con l’applicazione del secondo strato del prodotto webertec BTcalceG avendo cura di ricoprire perfettamente il connettore per assicurare la perfetta ade- renza al primo strato. Lo spessore totale dell’intervento sarà di circa 25-30 mm e la rete dovrà risultare nella metà dello spessore totale del rinforzo. PRODOTTI UTILIZZATI 1 webertec BTcalceG 2 webertec rete280/430/550 3 webertec elicafixA10 4 webertec BTcalceG GLI INTERVENTI 21
SISTEMI DIFFUSI AD ALTO SPESSORE / tecnica a secco Tecnica di esecuzione 1. Rimozione dell’intonaco esistente e successiva pulizia del supporto murario; 2. Posizionare la rete webertec rete280 o webertec rete430 assicurandosi che sia completamente planare procedendo al suo fissaggio preliminare mediante l’applicazione di chiodatura provvisoria o dei connettori disposti alla quota superiore; 3. Inserimento dei connettori costituiti da barre in acciaio inox elicoidali provvedendo preliminarmente alla realizzazione di prefori, mediante trapano a rotazione con una punta aven- te diametro 8-9 mm. Con l’apposito mandrino spingibarre webertec mandrino montato sul tassellatore provvedere a spingere mediante sola percussione i connettori webertec elicafixA10 all’interno dei prefori prima realizzati, avendo cura di lasciare fuori dalla muratura circa 10-15 cm di barra per lato. I connettori saranno posizionati sfalsati con un passo massimo di circa 60 cm (n.6/mq) e comunque secondo le indicazioni del progettista; 4. Inserire per ogni barra appositi fazzoletti quadrati ricavati dalla rete utilizzata per l’intervento (dimensioni circa 10x10cm) e tenendo tesa la rete procedere alla piegatura delle barre, mediante idonea piegaferri, fino a portare le stesse in posi- zione di perfetta adiacenza con la rete, quindi legare la rete alle barre metalliche ad esempio mediante filo di ferro. Si consiglia di sovrapporre i lembi della rete di almeno 30 cm; 5. Ad avvenuta applicazione a secco del sistema, rete più con- nettori, sulla parete procedere con l’applicazione manuale o a macchina intonacatrice del prodotto webertec BTcalceG per uno spessore circa di 25-30 mm. A prodotto applicato la rete dovrà risultare nella metà dello spessore totale del rinforzo. PRODOTTI UTILIZZATI 1 webertec BTcalceG 2 webertec rete280 3 webertec rete430 4 webertec elicafixA10 22 GLI INTERVENTI
SISTEMI A FASCE A BASSO SPESSORE Tecnica di esecuzione 1. Rimozione dell’intonaco esistente e successiva pulizia del supporto murario; 2. Realizzazione dei fori passanti aventi diametro di circa 25 mm, meglio se in corrispondenza dei giunti di malta, mediante utilizzo di trapano a rotazione. I fori dovranno essere realizzati leggermente inclinati (al fine di favorire la successiva applicazione della malta da inghisaggio), posizionati in corrispondenza degli incroci dei nastri in tessuto in fibre di acciaio galvanizzato webertec nastro650 e poi disposti ad un passo secondo le indicazioni del progettista; 3. Pulitura dei fori mediante tecnica dell’aria compressa e successivo lavaggio degli stessi (si suggerisce l’utilizzo di spie per l’individuazione dei fori); 4. In entrambi i lati della muratura, dopo aver eseguito l’eventuale regolarizzazione del supporto con webertec BTcalceF, procedere con l’applicazione del primo strato del prodotto webertec BTcalceF, per uno spessore variabile dai 3 ai 5 mm. Sul prodotto ancora fresco, dopo aver rimosso le spie, posizionare il nastro di rinforzo webertec nastro650, assicurandosi che sia completamente planare ed impregnato ed evitando la formazione di eventuali vuoti. Si consiglia di sovrapporre i lembi del nastro di almeno 30 cm. La disposizione dei nastri (a file verticali, file orizzontali o in entrambe le direzioni) così come il passo degli stessi dovranno essere valutati e opportunatamente calcolati dal progettista; 5. Inserimento del connettore in fibra di acciaio webertec connettoreA avendo cura di assicurare una lunghezza maggiore per la successiva “sfioccatura” pari a circa 15/20 cm per lato; 6. Procedere allo sfiocco del connettore sulla superficie muraria e procedere al bloccaggio provvisorio dello stesso tramite idonea placchetta (es. tavoletta in legno dimensioni 80x80mm circa) da fissare al supporto mu- rario mediante chiodatura. Provvedere all’annegamento ed al bloccaggio della parte terminale del fiocco sulla muratura con il prodotto webertec BTcalceF. Questo procedimento deve essere ripetuto anche sulla faccia opposta della muratura; 7. Ad avvenuto indurimento del prodotto, rimuovere la placchetta e procedere all’inghisaggio del connettore tramite la malta fluida webertec iniezione15 avendo cura di verificare la completa saturazione del foro. Succes- sivamente rimuovere la placchetta anche dalla parte opposta della muratura. In caso di muratura di spessore elevato potrebbe essere necessario provvedere all’inghisaggio con la malta fluida anche dal lato opposto; 8. Sulla prima mano ancora umida, terminare l’intervento su entrambi i lati della muratura con l’applicazione di 3/5 mm del secondo strato del prodotto webertec BTcalceF avendo cura di inglobare totalmente il nastro di acciaio. A prodotto applicato il nastro in acciaio dovrà risultare nella metà dello spessore totale del rinforzo. PRODOTTI UTILIZZATI 1 webertec BTcalcef 2 webertec iniezione15 3 webertec connettoreA 4 webertec nastro650 GLI INTERVENTI 23
SEDE DELLA PROVINCIA Andria (BT) All’interno dello storico complesso che oggi ospita la sede della Provincia BAT, è stato promosso un im- portante intervento di riqualificazione e di risanamento finalizzato a recuperare e consolidare gli elementi architettonici originari, tramite l’utilizzo di materiali naturali ed ecocompatibili a base di calce e comple- tamente privi di cemento. L’utilizzo di intonaci tradizionali e strutturali, di malte specifiche e di finiture Saint-Gobain Weber è risultata la scelta più idonea e coerente con la filosofia progettuale che privilegia tecniche e prodotti della tradizione, abbinati a metodologie di risanamento moderne ed innovative quale l’intervento di consolidamento con sistemi diffusi ad alto spessore attraverso la tecnica a secco. 24 GLI INTERVENTI
3.2 INTERVENTI DI RISANAMENTO DI MURATURE UMIDE L’umidità da risalita capillare rappresenta uno dei principali fenomeni di degrado dei paramenti murari. Uno tra gli aspetti più identificativi di questo fenomeno è quello dell’efflorescenza superficiale con il conseguente sfarinamento delle finiture esistenti, la comparsa di fessurazione e il distacco degli intonaci e dei rivestimenti. Sono diverse le tipologie di intervento per arginare e risolvere la problematica in questione, dai sistemi di allon- tanamento dell’acqua dalla muratura ai sistemi di sbarramento meccanici o chimici, fino ad arrivare all’utilizzo di intonaci macroporosi. Per quest’ultima tipologia di intervento è opportuno specificare che non si pone l’obbiettivo di arrestare il processo di risalita capillare dell’acqua e dei sali in essa disciolti, bensì di controllare il processo di evaporazione dell’eccesso di umidità presente nella muratura favorendo la migrazione di vapore verso l’esterno. Tecnica di esecuzione 1. Preparazione - Rimuovere l’intonaco degra- dato fino ad 1 m oltre i battenti di risalita (segni dell’umidità rintracciati nel paramento) mettendo a nudo la muratura, in questa fase avere cura di rimuovere eventuali giunti e asportare le parti friabili; pulire e spazzolare accuratamente tutta la superficie. Lavare abbondantemente la superficie con acqua pulita la sera precedente l’applicazione e prevedere, in caso di forte salinità, un ciclo di lavaggi con acqua pulita per espellere quanto più sale possibile dal supporto (*). Predisporre e posare le guide di supporto alla staggiatura finale. 2a. Applicazione manuale - impastare webersan evocalce o webersan evorestauro in betoniera con sola acqua pulita fino a ottenere un impasto omogeneo. Applicare l’impasto con cazzuola rea- lizzando una prima mano, totalmente coprente, di spessore di circa 5 mm. Ad avvenuto asciugamen- to del rinzaffo, procedere con la seconda mano, avendo cura che lo spessore complessivo minimo sia ovunque superiore a 2 cm e che l’intonaco sia staccato da terra di almeno 3 cm. Staggiare senza comprimere risulterà fondamentale per preservare il corretto comportamento dell’into- naco macroporoso. La cavità potrà essere riempita con la malta osmotica weberdry OSMO, nel caso di applica- zione del battiscopa, l’applicazione della fascia PRODOTTI UTILIZZATI di malta osmotica deve essere pari all’altezza del battiscopa stesso. 1 webersan evocalce 2b. Applicazione meccanizzata - sul muro ancora 2 webersan evorestauro umido realizzare una prima mano con webersan 3 weberdry OSMO evocalce o webersan evorestauro ricoprendo totalmente fino a circa 5 mm di spessore. Ad 4 webercalce rasatura avvenuto asciugamento, ricaricare con la seconda 5 webercalce rasatura L mano, avendo cura che lo spessore complessivo 6 webercote calcecover L minimo sia ovunque superiore a 2 cm e l’intonaco sia staccato da terra di almeno 3 cm. Staggiare 7 webercote calcecover FF senza comprimere l’intonaco, fase delicata e 8 webercote calcecover RF/RM fondamentale per preservare il corretto compor- tamento del sistema macroporoso. * webersan evobarriera GLI INTERVENTI 25
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