Sommario - Rete dei Comunisti
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Sommario EDITORIALE Il destino comune dell’union sacrée di Redazione pag. 2 IL CIELO SOPRA BERLINO Anno 21 n° 2 - Dicembre 2012 Autorizzazione Tribunale di Il vicolo cieco del capitale. L’alternativa può venire Roma dai paesi emergenti? n° 175/93 del 24-4-93 di Mauro Casadio pag. 6 Non vogliamo morire figli di troika Direttore Responsabile di Luciano Vasapollo pag. 12 Sergio Cararo L’Unione Europea vuole essere una potenza globale Direzione e di Sergio Cararo pag. 26 Amministrazione Via di Casalbruciato 27/b Dalla crisi di plusvalore alla crisi dell’euro 00195 Roma di Guglielmo Carchedi pag. 30 tel. 06644012219 www.contropiano.org CAPITALE E NATURA CP 300 Per abbonamenti Capitalismo in salsa verde. Green economy e crisi sistemica Annuale Euro 30,00 di Domenico Vasapollo pag. 46 CCP 21009006 intestato a RILETTURE Contropiano Via di Casalbruciato 27 Non solo macerie. La lezione di Hobsbawm 00159 Roma di Massimiliano Piccolo pag. 52 Realizzazione grafica e Studiare e comprendere la teoria marxista del impaginazione Natura Avventura Edizioni valore: Pesenti di Redazione pag. 56 di Natura Avventura S.a.s. Via Albona 34 00177 Roma RUBRICHE Si ringrazia Francesco Rossi per Avviso ai naviganti alcune fotografie presenti in questo numero. Quando si paga il debito sovrano? a cura di Giorgio Gattei pag. 62 Finito di stampare dicembre 2012 Appuntamenti e iniziative presso a cura della Redazione pag. 66 Tipografia Galluccio Vico S. Geronimo alle Cane morto - Rubrica per i lettori e gli abbonati Monache 37 a cura della Redazione pag. 68 80134 Napoli
Contropiano EDITORIALE Il destino comune dell’union sacrée N Redazione el 1914 il Presidente della Re- Unione Europea e della sua classe dirigente. pubblica francese, Raymond Il punto sul quale, invece, siamo apparente- Poincaré, invitò tutti i partiti mente colti in contropiede è la passività dei politici e le classi sociali a settori sociali più colpiti dagli attacchi mate- stringersi attorno alla difesa riali fatti dal governo Monti. Padronali e vio- della nazione. A quel revanscismo non molti lenti – ma ben assorbiti e introiettati come si opposero. Ma quale nazione andava di- necessari - come mai nella storia del nostro fesa? paese. In altre parole la condizione sogget- 1 La “finanziarizzazione” è Difendere la nazione, dopo l’imperialismo e tiva dei lavoratori e delle classi subalterne stata la potente controtendenza alla all’alba della prima guerra mondiale, non si- non produce reazioni adeguate al pesante at- caduta del saggio di profitto che ha gnificava più nulla di democratico. Signifi- tacco materiale che è portato. permesso negli ultimi trenta anni l’al- cava legittimare l’espropriazione di altri. Era Per ragionare sul perché di questa condi- largamento del mercato mondiale e, l’idea di un destino che, ideologicamente, era zione va prima definita la natura del passag- di conseguenza, della produzione; il dipinto ‘comune’, di là dell’appartenenza di gio che stiamo vivendo. Siamo, per così dire, credito in sostanza sembrava risol- vesse i limiti quantitativi del mercato classe e di ogni sensibilità politico-culturale: in un’età di mezzo che da fase con caratteristi- globale. Questo ha anche permesso la sua forma, in Francia, fu l’union sacrée. che maggioritarie e concertative va evolven- l’affermazione dell’egemonia del ca- E oggi? dosi a una nuova fase dove tende a prevalere, pitale nei termini attuali. I limiti al- La costruzione politico-imperialista dell’Eu- anche oggi, l’idea di un “destino comune”. l’uso di questa possibilità, realizzatisi ropa e la crisi economica e finanziaria del Quella (fase) aperta negli anni ‘90 aveva un con la crisi, spinge il capitalismo a uti- modo di produzione capitalista riaprono la segno certamente autoritario in cui sia i ca- lizzare le altre controtendenze già de- scritte da Marx e che possono essere questione. ratteri della democrazia sia i rapporti di rapidamente riassunte con la riorga- Alcuni punti certi da cui partire ci sono; non classe erano un deciso passo indietro rispetto nizzazione produttiva tramite l’inno- siamo all’anno zero. Non aver seguito, infatti, agli anni precedenti, ma si esprimeva co- vazione tecnologica, con il in questi anni la cultura politica dominante munque dentro una crescita economica e di commercio estero e dunque con lo anche (se non soprattutto) a sinistra ci dota consumi determinata proprio da quella fi- sviluppo della competizione mon- di chiavi di lettura che rende possibile co- nanziarizzazione oggi in crisi e che ha per diale e infine, e soprattutto per noi, con l’aumento dello sfruttamento gliere processi che da “carsici” sono divenuti troppo tempo occultato (ai più) la vera na- della forza lavoro e la riduzione dei palesi. tura della crisi economica1. salari reali diretti, indiretti e differiti. I caratteri della crisi sistemica e di lunga du- Inoltre quei margini economici permette- rata del capitale li avevamo interpretati da vano una dialettica tra le parti e un reciproco qualche tempo, come avevamo capito che la riconoscimento; questo sia sul piano gene- rivista della crisi generale di sovrapproduzione è cosa di- rale (ad esempio Berlusconi è stato ben at- Rete dei Comunisti versa dalle convulsioni costituenti della tento a gestire “socialmente” il bilancio dello 2
editoriale Stato, quello che poi ha causato parte del de- imprese del nord-est). Un altro dato è la con- bito pubblico) sia su quello sindacale dove la sistente ricchezza privata delle famiglie ita- concertazione (con o senza CGIL) ha accom- liane che rende il peggioramento economico pagnato le scelte di questo paese per almeno ampiamente diluito nel tempo: non si tratta un ventennio, pur rimanendo dentro quelle solo della storica solidarietà familiare che che erano definite le compatibilità del si- funge da ammortizzatore sociale ma sembra stema economico. qualcosa di più consistente. Allo stesso Ora la realtà effettuale (che è sempre un pro- modo, la cosiddetta proletarizzazione dei ceti cesso) ha preso a muoversi in tutt’altra dire- medi svela tutta l’ambiguità della sua defini- zione. La fantomatica globalizzazione è stata zione: il ceto medio, per quanto impoverito, superata dall’insorgere della crisi che richiede rimane (per il momento) ceto medio. De- al contrario una nuova union sacrée delle forze pauperato sì, certamente. politiche e sociali (e istituzionali) e, dunque, Infine, ma non per ultimo, il ruolo che Mario siamo tutti ideologicamente accumunati dalla Monti sta svolgendo in Europa fa trasparire percezione di un unico orizzonte, cioè quello che la nostra situazione (ruolo, prestigio e della competizione globale. Questa necessità funzione) non è direttamente rapportabile a reazionaria del capitale è direttamente legata quella degli altri paesi della periferia europea: e proporzionale al procedere della crisi, ma vale la pena di ricordare che l’Italia ha questa, a detta di quasi tutti, non sarà supe- l’avanzo primario più alto di tutti i paesi eu- rata rapidamente; anzi. ropei e questo obiettivamente è un dato che Si tratta, quindi, dell’avvio di una fase nuova pesa sulle prospettive e sui margini di mano- i cui tempi (ed esiti) non sono per nulla vra del governo. In sintesi: il dato della sog- chiari. gettività, in altre parole della spinta al Perché, allora, la passività di classe cui prima conflitto politico e sociale, trova una sua facevamo cenno? condizione fondante nei livelli di reddito reali Certamente non possiamo separare i com- e non solo nominali di cui dispone. Questo portamenti dalla condizione materiale di é l’ambiente reale in cui stiamo operando. classe effettiva e su questo dato bisogna la- Un altro elemento che pesa nei comporta- vorare: la tendenza al peggioramento com- menti sociali è che oltre agli effetti pratici plessivo è evidente ma questa va rapportata della crisi, che tendono a indebolire ulterior- alla precedente condizione economica com- mente i rapporti di forza nella società, va plessiva. Ad esempio nel nostro paese resiste detto che la dimensione totalizzante e la ge- ancora la produzione manifatturiera (siamo i stione a senso unico di questo periodo dà alla secondi in Europa dopo la Germania) e no- crisi un carattere formativo, in altre parole non nostante la riduzione dei consumi (a livello solo si prende atto del proprio arretramento internazionale) l’Italia rimane tra i primi di condizione ma si giustifica il tutto assu- paesi esportatori; questa realtà si è mostrata mendo in prima persona la visione del in tutta la sua evidenza nelle vicende del ter- mondo che è proposta e il conseguente remoto emiliano quando è lì emersa la dina- modo di pensare. Così si rendono “logiche” micità produttiva delle medie imprese del le politiche di sacrificio istillando la speranza rivista della centro-nord Italia (e non quella delle piccole che portino a un superamento del presente, Rete dei Comunisti 3
Contropiano vissuto come momentanea battuta d’arresto della crisi con quelle soggettive di forze or- e non, invece, come possibile rottura e, dun- ganizzate (Syriza, KKE, PAME e altre orga- que, inversione di tendenza. Soggiace, cioè, nizzazioni) sicuramente radicate e in questi convincimenti, l’idea che il tavolo rappresentative dell’opposizione sociale, ap- non sia mai ribaltabile. La litania sugli pare paradigmatica delle difficoltà reali del- “spread”, infatti, non solo permette i cambi l’agire politico. Nonostante tutto, infatti, in di governo e le manovre economiche ma di- quel paese, dopo moltissimi scioperi gene- stribuisce quella dose sufficiente di terrore rali, si vive una condizione di stallo. che permette di fare queste stesse operazioni Non possiamo rimuovere dalla nostra rifles- in modo politicamente indolore. sione quest’ulteriore elemento che ci dice Siamo davanti a un quadro d’insieme, quindi, quanto pesi il processo di unificazione euro- che conferma l’insufficienza (perché unilate- pea sul quale dobbiamo continuare ad ap- rali) delle spiegazioni ‘politiciste’; quelle, cioè, profondire l’analisi. che insistono sull’inadeguatezza delle forze Sull’Unione europea abbiamo già scritto e politiche d’opposizione a sinistra. Come la detto tanto, bisogna perciò avere sempre ben storia ha sempre insegnato, conflittualità so- presente che i processi sociali e politici de- ciale e organizzazione politica sono cresciuti scritti hanno la loro base materiale, la loro insieme riverberandosi dialetticamente l’uno motivazione sostanziale nella concretizza- nell’altro. zione di quell’unificazione avviata con l’ac- Qui subentra, com’è del tutto evidente, una cordo di Maastricht agli inizi degli anni ’90 questione centrale (che si sta concretamente ma che ora, con la crisi, questo stesso ac- manifestando da un po’ di tempo) anche teo- cordo è entrato prepotentemente nella vita ricamente. Stiamo assistendo, cioè, al ribal- quotidiana dei lavoratori del continente. tamento del rapporto tra “movimento” e Quello che è percepito a livello di massa è organizzazione; mentre nelle fasi precedenti che quella dimensione è talmente grande e i movimenti favorivano la crescita delle distante da sembrare metafisicamente una espressioni organizzate oggi avviene il con- monade irraggiungibile e impenetrabile trario ovvero i movimenti sono impossibili come una casa senza porte e senza finestra ma ca- se non c’è l’intervento delle strutture orga- pace di alimentare indefinitamente l’universo nizzate. costituito. Cioè le forze del cosiddetto mer- La vicenda greca, dove si sono sommate due cato (create dalla dimensione sociale del la- condizioni apparentemente sinergiche, quella voro e dallo sfruttamento dei lavoratori) oggettiva del massimo degli effetti devastanti acquistano una loro autonomia dal resto rivista della Rete dei Comunisti 4
editoriale della società, a questa si contrappongono e di questa sono le uniche che possono deciderne le sorti. È percepita così un’enorme sproporzione nei rapporti di forza sociali e si produce la convinzione che l’unica strada da seguire è quella che ci propone il cosiddetto mercato, dietro questo effetto c’è un elemento strut- turale della società capitalista che oggi si ma- nifesta in tutta la sua potenza inibitrice non essendoci più, in particolare nei paesi impe- rialisti, alternative sociali credibili. Ecco che, allora, le forze industriali e finan- ziarie nazionali entrano in conflitto tra loro sia all’interno della UE sia all’interno degli stessi Stati nazionali per decidere la nuova spondere né la dimensione sindacale/sociale gerarchia. né quella della rappresentanza politica visto Si sta, cioè, determinando la nuova classe di- quelli che sono i loro terreni di organizza- rigente continentale che supererà quelle na- zione. zionali oggi agonizzanti. Bisogna rimanere sempre con i piedi per Questa partita, fatta di compromessi e di terra ma spesso volare alto è il modo mi- scontri, ha come corollario inevitabile la lotta gliore di piantarli in profondità. Se ora, in- di classe dall’alto; vale a dire che il processo fatti, è legittimo politicamente ipotizzare un di unificazione è possibile solo con i trasfe- “punto di rottura” in questa situazione, bi- rimenti di ricchezza dai lavoratori ai centri di sogna allora immaginarsi una funzione più potere economico-finanziario che hanno, in avanzata e all’altezza del nuovo punto posto questo modo, i margini adeguati per gestire all’ordine del giorno. Su questo dobbiamo la- (vanno ricordate le due ultime guerre mon- vorare: per un’aggregazione politica che vada diali con epicentro in Europa) la strategica oltre gli specifici concreti e che sia capace di costruzione del polo imperialista europeo. ripresentare un’idea di società alternativa. In sintesi le due forze in atto, la crisi generale Per far questo bisogna però rompere la e i processi di riorganizzazione europea, por- nuova union sacrée che irreggimenta l’azione e teranno a una ripresa generale delle contrad- il pensiero: nessun destino comune per i la- dizioni che (per l’Europa) possiamo voratori e i democratici che non hanno nulla rappresentare con un’immagine a centri con- a che spartire né in termini materiali né ideali centrici dove c’è un centro, composto in con i reazionari e con i ladri di ricchezza e di buona parte dalle borghesie del Europa set- futuro. tentrionale, ma non solo, e con capacità di Sulle nostre prospettive perciò si presentano concertazione sociale, e una semiperiferia e due snodi complicati e in apparente con- periferia sottoposte alle pressioni della rior- traddizione con cui siamo chiamati a misu- ganizzazione sociale e di uno sfruttamento rarci. Il primo è la condizione soggettiva accentuato dalla incrementata competizione delle classi subalterne che, come detto, rende globale. difficile e complesso il nostro lavoro d’orga- Per questo pensiamo sia necessario ripren- nizzazione del conflitto di classe. dere la parola rivoluzione; non nel senso, ov- La seconda è capire come di fronte a tale viamente, di aprire la questione della presa stallo si possa riuscire a trovare nuova linfa. del potere qui e ora, ma certamente si pone Ma, come marxisti, a questa funzione non un problema d’idealità, di prospettiva gene- possiamo e non vogliamo rinunciare. rale, di dare cioè una sponda politica al ri- C fiuto profondo che si sta manifestando nella rivista della società e tra i giovani e al quale non può ri- Rete dei Comunisti 5
Contropiano Il vicolo cieco del capitale.1 L’alternativa può venire dai paesi emergenti? Q Mauro uesta parte dell’incontro di cosiddetto socialismo reale, a capire i motivi Casadio oggi, a differenza delle altre di una sconfitta storica. Questa necessità di due sessioni, non afferma capire permane tutta ma oggi avviene in una una tesi ma pone una do- nuova condizione, infatti l’emergere della manda perché siamo dentro crisi nei centri imperialisti e la diversa condi- uno sviluppo della situazione internazionale zione, ancora potenziale, dei paesi finora le- molto più rapido delle precedenti fasi che sul gati a quel modello produttivo ripropone in fronte dei paesi emergenti, o di quella che modo meno eclatante che nel passato ma in possiamo anche definire periferia produttiva, modo altrettanto chiaro la questione dell’al- avrà esiti ancora non prevedibili rispetto ai ternativa sociale al capitalismo ed agli impe- quali certamente la politica e gli Stati avranno rialismi predominanti. una funzione determinante. Se fino a metà del passato decennio c’era UNA NOSTRA LETTURA STORICA omogeneità nelle tendenze economiche in- ternazionali tra centri imperialisti e quelli che Qui si rende necessario ribadire la lettura che sono stati definiti BRICS, da quando è abbiamo avuto come Rete dei Comunisti emersa la crisi da sovrapproduzione di capi- sulla fase storica attuale dove le rotture rivo- tali le tendenze alla crescita si sono divaricate luzionarie del ‘900 e le forme in cui queste ed al blocco della crescita presente al centro rotture si sono espresse non sono, finora, al- ha corrisposto uno sviluppo economico l’ordine del giorno. La storia del movimento della periferia. Naturalmente questa è una ri- comunista, pur nelle sue molteplici e con- levazione relativa agli ultimi anni di crisi ed è traddittorie varianti, ha seguito una tendenza suscettibile di cambiamenti anche in que- alla crescita che va dalla rivoluzione Bolsce- 1 Intervento al Forum “Il vi- st’ultimi paesi ma, comunque, quella che vica del 1917 fino alla metà degli anni ‘70. I colo cieco del capitale” promosso emerge è una contraddizione che nasce dalle motivi di questa crescita, storicamente in- dalla Rete dei Comunisti. Napoli, 30 caratteristiche dello sviluppo capitalistico contestabile, sono molteplici e possono es- giugno 2012. avuto dopo la fine dell’URSS. sere analizzati ed approfonditi, ma qui ci E’ per questo che è necessaria una valuta- interessa mettere in evidenza un altro aspetto zione sul cambiamento della situazione in- relativo alla percezione, in quella determinata rivista della ternazionale. In questi ultimi venti anni fase storica, sia dei comunisti verso se stessi Rete dei Comunisti siamo stati obbligati a ragionare sulla crisi del che delle classi dirigenti dei paesi capitalisti. 6
il cielo sopra Berlino Cioè si era generalmente affermata in quei dente a tutti con la visione del movimento decenni l’idea che “l’assalto al cielo” potesse comunista del secolo passato, la differenza riuscire e che per il fronte anticapitalistico mostra i limiti di quella concezione. Infatti il fosse quasi a portata di mano la trasforma- dare per acquisita la prospettiva e la possibi- zione socialista. lità irreversibile del socialismo era la con- Come sappiamo bene così non è stato, e non vinzione profonda presente in tutte le lo è stato non solo per motivi politici ma componenti del movimento comunista ed fondamentalmente per motivi strutturali re- antimperialista, ed ha significato incappare lativi sia alla possibilità per il capitalismo di in un vero e proprio errore teorico. tenere e rilanciare sullo sviluppo, sia ai limiti Per la collocazione e la condizione del pro- della concreta esperienza storica in costru- letariato nel capitalismo il dato della sogget- zione del movimento operaio e comunista tività e dell’organizzazione della classe era ed nelle sue espressioni statuali ed anche di mo- è centrale: concepire lo sviluppo storico in vimento e organizzazione. modo meccanicistico e determinato ha im- Poiché questo è oggi un dato di fatto evi- pedito di avere una visione complessiva dei dente a tutti, se non si vuole rinunciare ad rapporti tra le classi e dunque di cogliere lo una prospettiva di cambiamento sociale, la spessore effettivo delle difficoltà nella tra- lettura alternativa alla liquidazione di tale sformazione sociale. Anche se sappiamo che prospettiva non può essere che quella se- nell’URSS postrivoluzionaria tali questioni condo cui la transizione dal capitalismo a erano ben chiare, soprattutto a Lenin, suc- nuove forme sociali ricopre una intera fase cessivamente nessuno è stato esente da que- storica, dove possono intervenire anche mo- sto difetto. Il militarismo della fase finale menti forti di rottura rivoluzionaria ma den- dell’URSS, il politicismo dei partiti occiden- tro un processo nel quale le spinte contro il tali, la feroce competizione tra le diverse cambiamento non solo non sono affatto eli- forze comuniste in campo sono state il frutto minate, cioè la lotta di classe da parte della di una lettura parziale della realtà e di un con- borghesia, ma hanno già dimostrato di poter seguente inaridimento di quella capacità teo- riprodurre una egemonia che fino agli Set- rica che ha permesso invece l’affermazione tanta appariva in rotta. del movimento operaio e rivoluzionario già Non si tratta qui di reintrodurre un gradua- dalla fine dell’800. lismo socialdemocratico, che tra l’altro oggi Adottare il punto di vista della transizione avrebbe ben pochi spazi dentro le macro- storica significa invece sviluppare al massimo scopiche contraddizioni che esprime il capi- gli strumenti della analisi e la capacità di let- talismo, ma di capire che siamo di fronte ad tura della realtà e significa anche ritrovare la una situazione di estrema complessità, la giusta relazione tra la condizione oggettiva e quale richiede un alto livello teorico dei sog- le capacità soggettive che nel contesto getti in campo che devono essere in grado di odierno assumono un ruolo rilevante data interpretare ed affrontare quella complessità appunto la estrema complessità attuale. Per sociale prodotta proprio dall’attuale sviluppo capacità soggettiva si intende certamente del capitalismo. quella teorica, ma si intendono anche le forze rivista della Se confrontiamo questo dato di fatto ora evi- sociali e politiche organizzate che sono real- Rete dei Comunisti 7
Contropiano mente in campo ed, infine, la questione del meno il riferimento principale della prece- partito che per noi va evidentemente ricol- dente fase storica, ed andare ad una revisione locata e riaffrontata in questa nuova condi- dei principi politici che fino a quel momento zione. avevano caratterizzato le relazioni interna- Questa non è evidentemente una critica al zionali ed anche i rapporti di forza tra le movimento del ‘900, non riteniamo di averne classi. l’autorità. Il nostro problema è un altro e Questo ha portato ad una modifica delle cioè che occorre prendere atto del prodotto concezioni economiche che seppure mante- del processo storico per poter operare qui ed nendo gli strumenti politici, cominciare dal ora. Questo è particolarmente importante ruolo centrale del Partito e dello Stato, che per quelle forze che agiscono in una condi- avevano guidato quei paesi veniva accettata zione estremamente difficile come quella che la funzione della legge del valore nelle eco- viviamo nel nostro paese cioè per chi agisce nomie nazionali fino ad allora definite socia- politicamente in un paese imperialista. liste. In altre parole il mercato e lo scambio capitalistico rientravano in paesi fino a quel COME SI ARRIVA ALL’OGGI tempo sostanzialmente a lui esterni, questo ha riguardato prima di tutto la Cina, poi i Ricordiamo tutto questo perché è necessario paesi dell’ex terzo mondo piegati alla logica avere una chiave di lettura dei processi in atto di mercato in quanto vasi di coccio dello sce- che tengano conto del contesto ma anche nario internazionale ed infine i paesi dell’In- della dinamica storica nella quale si collocano docina, il Vietnam etc. e ne sono uno sviluppo materiale. E’ perciò Possiamo dire che quelli che erano stati a necessario capire come questa divaricazione pieno titolo definiti i paesi socialisti del ‘900 tra “centro” e “periferie” si manifesta e ma- sono stati costretti a fare un passo indietro tura nel corso degli anni precedenti alla crisi che non ha avuto solo una carattere tattico di sistema attuale. Come abbiamo già detto il ma ha corrisposto anche ad una modifica punto di svolta è stata la crisi dell’URSS e la della concezione della transizione sociale fine del campo socialista che ha aperto verso forme non più capitaliste o addirittura enormi spazi di crescita al modo di produ- ad una accettazione della situazione di fatto zione capitalista infatti da quel momento si è venuta a determinarsi. affermata l’egemonia politica, militare e cul- La dialettica internazionale tra le classi però turale dell’occidente e si sono aperti enormi determina sempre delle sorprese, infatti lad- spazi di sfruttamento di nuova forza lavoro dove il controllo USA era stato totale, cioè e nuovi mercati di sbocco delle merci. in America Latina, emergono novità politi- In realtà la crisi di sovrapproduzione di ca- che rilevanti, grazie anche alla eccezionale ca- pitali aveva fatto la sua comparsa già alla fine pacità strategica dei Cubani, prodotte dal degli anni ‘80 con il crollo di Wall Street bestiale sfruttamento e repressione di quel dell’87 e la stessa corsa alle armi stellari da continente da parte degli Stati Uniti. Il Ve- parte degli USA aveva per presupposto la nezuela prima, poi la Bolivia, L’Ecuador ed mancanza di spazi di sviluppo per l’econo- in altro modo il Brasile, l’Argentina ed altri mia capitalista. La fine dell’URSS apre al- ancora si affrancano dalla tutela precedente l’improvviso questi spazi ed una parte dei ed avviano politiche dove il ruolo dello Stato capitali costretti nel solo mercato finanziario e le finalità sociali del vivere collettivo sono trova uno sbocco produttivo per la propria antagoniste alla concezione liberista fino a valorizzazione nella nuova condizione inter- quel tempo predominante, addirittura av- nazionale. viano un’area di integrazione economica, Questa è stata l’opportunità e la reazione da cioè l’ALBA, antagonista ai progetti statuni- parte dei paesi egemoni mentre i paesi che si tensi per quell’area. Non è stata la rivolu- richiamavano ad un modello sociale diverso zione socialista che si voleva ma rivista della non potevano che prendere atto dei modifi- indubbiamente è stato un passo in avanti Rete dei Comunisti cati rapporti di forza internazionali, venendo nella indipendenza economica e politica di 8
il cielo sopra Berlino questi paesi che, paradossalmente, li ha af- fiancati ai paesi a “socialismo di mercato” che avevano fatto un passo indietro ed a quelli, come l’Iran, penalizzati dalla ritrovata aggressività dell’imperialismo occidentale. In sintesi le modifiche post sovietiche avute a livello mondiale hanno messo l’economia al primo posto rendendo secondarie le con- traddizioni politiche internazionali, cosa che ha permesso, in modi pure diversificati, di mettere in sinergia gli enormi capitali finan- ziari fino a quel momento bloccati sostan- zialmente nei mercati imperialisti, enormi masse di forza lavoro a basso costo, dispo- nibilità energetiche ottenute con le buone o con le cattive come in IRAQ ed infine mer- servizio della produzione, della crescita e cati di sbocco composti dai paesi più svilup- della stabilità sociale necessaria ad una loro pati e da quote di popolazione delle periferie sviluppo equilibrato per non tornare ad es- produttive. Questa è stata la spirale “vir- sere il cortile di casa di un qualche paese im- tuosa” che ha permesso (va detto: per meno perialista. I sintomi di una tale possibilità già di venti anni) la stabilità sociale e politica dei si vedono nella riduzione della crescita di paesi imperialisti e la crescita produttiva ed quei paesi causata dalla crisi economica dei economica delle periferie produttive come mercati di sbocco occidentali. Dunque le sopra descritte che si sono evolute da pro- scelte da fare non sono più determinate dalle duzioni di merce a basso costo fino a pro- politiche ma sono il prodotto di una situa- duzioni tecnologicamente più avanzate zione di crisi che si capisce non è ancora senza, però, raggiungere i paesi dominanti. giunta al suo punto più basso, in altre parole E’ questo sviluppo che ha reso fino alla crisi si pone, obiettivamente e non per via rivolu- incontestabile il modo di produzione capita- zionaria, la questione della effettiva autono- listico anche nei paesi che si sono definiti so- mia dai centri imperialisti. cialisti. Qui si apre una questione teorica di non CONTRADDIZIONI E ALTERNATIVA poco conto che in questa sede non possiamo affrontare, visto che all’ordine del giorno è il La divaricazione tra le diverse aree economi- punto sulla crisi di sistema, e che riguarda che in un mondo privo di barriere commer- quanto una prospettiva di trasformazione ciali, il rischio di tornare indietro nelle sociale possa utilizzare il Modo di Produ- relazioni internazionali tra paesi, la vicenda zione Capitalista per determinare comunque libica e quella siriana sono un segnale espli- modifiche Socialiste. E’ certamente una que- cito in tal senso, le difficoltà sociali che co- stione fondamentale da affrontare nei nostri munque non sono state risolte ed addirittura prossimi appuntamenti sia sul piano politico sono state aggravate a causa della produ- che strategico ma che qui possiamo solo ac- zione capitalistica vanno collocate dentro cennare. una prospettiva sostanzialmente diversa da E’ a questo punto che si è manifestata la crisi quella degli ultimi venti anni e che apre una economica e finanziaria che modifica la con- fase di instabilità foriera di contraddizioni dizione internazionale e conseguentemente causate dal nuovo punto di svolta avuto nel separa le prospettive dei paesi imperialisti, 2008 con l’esplicitazione della crisi attuale. che ripropongono le loro ricette liberiste tor- Le condizioni che si prospettano sono pe- cendo ancora di più la funzione dello Stato al santemente negative per chi non saprà tenere servizio del capitale finanziario, da quelli testa alla feroce competizione globale in atto rivista della della periferia dove lo Stato deve rimanere al che incrudirà ulteriormente a causa delle ca- Rete dei Comunisti 9
Contropiano ratteristiche della crisi. stiano maturando ma certamente chi ha aspi- Questa è infatti una crisi strutturale dove la rato alla equiparazione con i centri imperia- sovrapproduzione di capitale ha raggiunto li- listi dovrà capire come adeguarsi a questo velli ormai non più sostenibili. I processi di inaspettato sviluppo. finanziarizzazione hanno permesso di supe- Questa è una crisi che riproduce le contrad- rare la crisi degli anni ‘70 e di approfittare dizioni tra paesi imperialisti. Se dal secondo degli spazi economici apertisi negli anni ‘90, dopoguerra gli USA sono stati la forza ege- la classica controtendenza alla caduta ten- mone del campo capitalista oggi si manife- denziale del saggio di profitto ha fatto però sta una palese competizione con l’Unione il suo tempo e si è trasformata in un boo- Europea e dunque la complessità del mondo merang per i paesi imperialisti. Questa con- attuale tenderà a crescere e con questa cre- trotendenza non ha solo permesso la tenuta sceranno i problemi politici anche dentro il e la crescita economica ma ha anche pro- campo imperialista. dotto l’egemonia del capitale cioè è stata una Oggi però non stanno agendo solo le con- condizione affinché ampi settori di popola- traddizioni specifiche del modo di produ- zione mondiale accedesse a livelli di con- zione capitalista ma anche le condizioni sumo più alti. La fine di questa possibilità oggettive in cui questo evolve tendono a far conduce direttamente alla ripresa della pola- aumentare le difficoltà di uno sviluppo quan- rizzazione sociale perché il ristabilimento dei titativo di tal fatta. Innanzitutto la dimen- livelli di profitto ora può dipendere solo dal sione mondiale raggiunta dalla produzione grado di sfruttamento della forza lavoro capitalistica non è mai stata così estesa, cioè complessivamente intesa dentro la pressa l’inserimento della Cina, dell’India, della Rus- della competizione globale. sia, dell’America Latina e di molti altri paesi Questa è una crisi di lunga durata. Non nella produzione di merci e del mercato siamo di fronte al tracollo del ’29, il punto mondiale ha ridotto gli spazi da poter ancora più basso tra due guerre mondiali, ma di capitalistatizzare e da mettere a produzione fronte ad una crisi di prospettive che segue di valore. una lungo periodo di crescita e dunque Questo non esaurisce certo le possibilità di anche il consumarsi della crisi avrà i suoi crescita che sono legate anche agli sviluppi tempi “fisiologici”, non a caso siamo a circa tecnologici i quali però hanno la “controin- cinque anni dall’inizio conclamato ma ancora dicazione” di ridurre il saggio di profitto. punti di rottura politici forti non si intravve- Come pure la prospettiva di soppiantare le dono. Questo non significa che questi non potenze imperialiste egemoni in questo con- rivista della Rete dei Comunisti 10
il cielo sopra Berlino testo “ristretto” diventa problematico se non si considera un conflitto generalizzato che però oggi è militarmente e tecnologicamente a vantaggio dei paesi imperialisti. Un’altra condizione oggettiva problematica è legata alla questione delle risorse energeti- che, la dimensione della produzione quanti- tativa propria del capitalismo deve fare i conti con i limiti tecnologici e materiali della produzione di energia visto che alternative sostanziali agli idrocarburi non sono ancora emerse. Solo la crisi attuale sta contenendo i costi dell’energia che saranno pronti a ri- prendere la loro corsa se ci sarà una ripresa produttiva di qualche genere. Infine rimane sul tavolo la questione am- di trasformazione sociale del mondo e di un bientale che non può essere risolta dalla co- modello utile a tale trasformazione, la ripresa siddetta Green Economy lusso possibile solo dell’economia capitalista inoltre ha spinto ul- per i paesi sviluppati che però sono una parte teriormente ad accettare il modo di produ- ridotta della popolazione mondiale messa ca- zione capitalista ed i singoli paesi a garantirsi, pitalisticamente in produzione e dunque ad- in base alle proprie possibilità, quello spazio detta al consumo senza limiti dei beni di crescita praticabile dalle dimensioni na- naturali. zionali. La crescita dei BRICS e di altri paesi L’insieme di queste contraddizioni e condi- sono l’espressione concreta di questo adat- zioni problematiche per uno sviluppo basato tamento di tipo nazionale ad una egemonia solo sulla quantità prospetta una crisi di si- mondiale. stema complessiva e pone problemi di fondo I caratteri della crisi attuali però sono tali da sull’attuale modo di produzione. Li pone ai richiedere non una alternativa nella dimen- paesi emergenti, li pone alle classi subalterne sione nazionale ma una alternativa di sistema dei paesi imperialisti ma li pone all’intera tanto quanto è sistematica la crisi attuale umanità. Per quanto riguarda i paesi emer- pena il rimanere intrappolati e coinvolti nelle genti la questione è, per le prospettive, netta contraddizioni che oggi l’imperialismo ma- infatti si tratta di scegliere se rimanere legati nifesta. al carro che ha permesso la crescita econo- Naturalmente queste prospettive e queste ri- mica di questi anni in un momento in cui flessioni non riguardano solo i paesi emer- non traina più ed, anzi, è in crisi profonda genti ma anche le classi subalterne e le forze mantenendo la propria subordinazione al politiche sociali dei paesi imperialisti e in par- modello, ai paesi egemoni ed alle contraddi- ticolare, per quanto ci riguarda, quelli del- zioni che questi incrementano e generaliz- l’Unione Europea. Questo è un argomento zano a livello mondiale. Oppure se staccarsi, che oggi non trattiamo in via teorica ma che nel tempo e nei modi opportuni, creando stiamo cercando di praticare sul piano del un’area dove la pianificazione, il ruolo dello conflitto di classe e politico che sosteniamo Stato, le sue finalità sociali e di classe siano nel nostro paese nonostante i nostri limiti e sostanzialmente diversi da quelli imperialisti. quelli del movimento antagonista più in ge- In altre parole creare una prospettiva che nerale. attui un’ALBA mondiale capace di uno svi- C luppo indipendente ed alternativo. Non è soltanto una velleità questa di un’area indipendente ma è una conseguenza logica di un processo avviato negli anni ‘90, la fine rivista della dell’URSS ha segnato la sconfitta di una idea Rete dei Comunisti 11
Contropiano Non vogliamo morire figli di troika1 D Luciano 1. stessa economia di guerra è una modalità Vasapollo “normale” per sostenere la domanda (in- agli inizi della Seconda Rivo- dotta e imposta) nei periodi di sottoconsumo luzione Industriale (1871), le o di sovrapproduzione di merci e di capitali. nuove potenze che domi- Può avvenire che la crisi finanziaria si ac- nano le tecnologie moderne, Germania e compagni a un radicale mutamento del mo- Stati Uniti, interdicono l’egemonia britannica dello di accumulazione capitalista e che dominava il mondo durante il XIX se- dell’annesso sistema produttivo; ciò è avve- colo. Quindi l’Inghilterra inizia a perdere nuto probabilmente solo in un caso, nel parte della sua influenza nel settore militare 1929, determinando radicali cambiamenti (l’Armata britannica), in quello economico politico-istituzionali che si associano alla de- (industria tessile e siderurgica) e in quello fi- finizione di un diverso modello di produ- nanziario (la sterlina). La Prima Guerra zione e di sviluppo. Ed ecco che in questo Mondiale non dà luogo a un nuovo periodo caso la crisi assume connotati di strutturalità di stabilità politico-economica, perché la e può nascere un nuovo modello di accumu- Germania non riesce ad imporre il suo do- lazione capitalista, com’è avvenuto nel dopo minio e gli Stati Uniti non esercitano la lea- ‘29 con la complessità del modello keyne- dership mondiale. Gli anni ‘20 e ‘30 siano nelle sue diverse forme ed esplicita- rappresentano quindi un periodo di fragilità zioni. obiettiva del dominio capitalista che favori- Nell’ottobre del 1929 si ebbe, infatti, il fati- sce il trionfo della rivoluzione russa e ri- dico crollo dell’economia mondiale che coin- chiede un nuovo ciclo di scontro militare per volse tutti i paesi industrializzati; la grande dirimere la nuova gerarchia mondiale capita- depressione, ricordata come il “Crollo di lista (bisogna sottolineare che i grandi de- Wall Street”, ebbe conseguenze devastanti in 1 Intervento al Forum “Il vi- tentori del capitale, con tutto il loro amore tutti i paesi industrializzati e provocò oltre a colo cieco del capitale” promosso dichiarato per il libero mercato, ricorrono drastiche riduzioni di reddito anche crolli del dalla Rete dei Comunisti. Napoli, 30 sempre all’azione organizzata dallo Stato e commercio internazionale, dell’agricoltura e giugno 2012. Per approfondimenti dalla forza militare per stabilire le gerarchie di tutte le produzioni. Moltissime sono state sui temi trattati in questo controbuto si veda: di potere, dentro e fuori i confini nazionali, le analisi effettuate per spiegare questa grave Vasapollo L. (con R. Martufi, J.Ar- quando vengono messe seriamente in di- crisi economica che, partendo dagli USA, si riola) Il risveglio dei maiali. PIIGS, se- scussione). è estesa in tutto il mondo; Galbraith tra gli conda edizione, Jaca Book, Milano, Se la crisi é un evento “normale”, e non ec- altri, spiegò che tra i motivi vi era senza dub- 2012. cezionale come pensano i keynesiani, insito bio oltre a un’errata distribuzione di reddito nel modo di produzione capitalista per di- anche un eccesso di speculazione finanziaria struggere quel capitale in sovrappiù che in- e una struttura sbagliata del sistema banca- rivista della ceppa i meccanismi di accumulazione e di rio. Rete dei Comunisti crescita del saggio di profitto, allora anche la La crisi bancaria fu soprattutto sovrappro- 12
il cielo sopra Berlino duzione di capitale, mancanza di regole certe tore di una certa importanza ed inoltre, i suoi ecc., ma sicuramente anche allora (come territori non avevano sofferto la devasta- oggi) si è trattato di una crisi di carattere zione bellica degli altri paesi alleati, e avevano strutturale e quindi tutta interna allo stesso anche l’industria e il denaro sufficienti per di- sistema di produzione, cioè di una determi- ventare il centro dello sviluppo e della rico- nata caratterizzazione del modello di produ- struzione dell’Europa e del mondo. zione capitalista e del suo paradigma di Questo sistema funziona fino a quando l’in- accumulazione. dustria dell’Europa Occidentale e del Giap- Negli anni seguenti si è poi avuta una ripresa pone verranno ricostruite e si presenteranno economica mondiale che ha, però, cono- in una competizione internazionale, faccia a sciuto svariate crisi di minore impatto e pic- faccia, per contendere, alle imprese statuni- cole riprese fino ad arrivare alla soluzione tensi, i mercati internazionali. della crisi stessa, con la seconda guerra mon- Già verso la fine degli anni ‘70 vari settori diale, che rende possibile l’esplicitarsi in tutte produttivi dei paesi a capitalismo maturo le sue forme dell’economia di guerra e del hanno, infatti, evidenziato un certo esauri- keynesismo con la sua caratterizzazione mi- mento del modello di capitalismo organizza- litare sia in termini di sostegno della do- tivo incentrato sulla fabbrica fordista, il manda per la guerra guerreggiata sia per la cosiddetto “fordismo”. successiva fase della ricostruzione. Dall’altro Da un lato vi era la saturazione del mercato lato agli aspetti precedenti bisogna aggiun- sulla base dei prodotti esistenti introdotti in gere la dinamica politica mondiale che riduce forma massiva (consumi di massa) alla fine ancora di più il margine di manovra del ca- della Seconda Guerra Mondiale. Quando gli pitale. Il sistema internazionale adotta la abitanti dei paesi sviluppati cominciano ad forma di una gerarchia di nazioni che ri- avere tutti gli articoli necessari di consumo sponde al ruolo che svolgono i differenti (Tv, lavatrice, telefono, possibilità di viaggi e paesi nella divisione internazionale del la- vacanze, ecc.), si produce un rallentamento voro. delle vendite e quindi anche della crescita Al vertice, in assenza di autorità mondiali, si economica. Il mercato potenziale, che è for- colloca lo Stato imperiale USA che esercita il mato dalla maggioranza impoverita dei paesi ruolo di “giudice-arbitro” internazionale, periferici, non viene incorporato al consumo dettando le regole del gioco in funzione delle perché la sua funzione nel modello di svi- particolari necessità di riproduzione dei suoi luppo fordista consiste proprio nel lavorare stessi capitali. in cambio di un reddito di sussistenza, pro- durre a basso costo le materie prime, alcuni 2. beni di lusso e di consumo operaio che ven- gono richiesti dai paesi centrali. Un altro fat- Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale dun- tore fondamentale del fallimento del que, gli Stati Uniti d’America (e il dollaro) si modello capitalista organizzativo (da inten- collocano alla testa dell’economia mondiale. dersi come organizzativista fordista) è stato Alla fine del secondo conflitto mondiale, in- la redistribuzione del potere all’interno delle rivista della fatti, gli Stati Uniti erano l’unico paese credi- fabbriche, dal capitale verso il lavoro. Una Rete dei Comunisti 13
Contropiano delle caratteristiche del modello è che è stato 1976, cinque anni dopo, l’FMI riconosce che raggiunto, di fatto, dal pieno impiego della il sistema monetario non esiste più; viene so- forza lavoro. Anche se questa caratteristica spesa la quotazione ufficiale dell’oro, ven- coinvolse solo il 20% della popolazione gono eliminati i controlli dei tipi di cambio e mondiale – e in un lasso di tempo non su- di conseguenza si da maggior potere al mer- periore a venti anni, tra il 1948 e il 1968 – cato per fissare i suddetti prezzi. Queste de- negli altri duecento anni del capitalismo, cisioni segnalano l’inizio della fine del ciclo prima e dopo, non è esistito il pieno impiego di egemonia finanziaria statunitense. della forza lavoro, fatto che rende questo L’indebolimento del dominio statunitense si aspetto una rarità. traduce nella creazione delle condizioni af- finché i paesi esportatori di materie prime re- 3. clamino un prezzo maggiore per le loro risorse. Fino al 1973 il modello fordista aveva A partire dagli anni ‘60, i tempi cambiano ra- generato una redditività sufficiente per il ca- pidamente e agli Stati Uniti costa molto di pitale, funzionando con alti costi salariali in- più mantenere la loro egemonia economica, sieme a una produttività crescente e ai costi dovendo ricorrere, costantemente, alla poli- bassi delle materie prime. Questa situazione tica militare (guerra di Corea, Vietnam, ecc.). cambia, e l’aumento dei prezzi delle materie Dalla fine degli anni ’60 poi, l’oro della Ri- prime, in particolare l’energia (petrolio), ag- serva Federale degli Stati Uniti, che serve a grava la crisi della redditività iniziata con il garantire i dollari sparsi nel mondo, non rie- rallentamento della produttività alla fine degli sce a coprire neppure la quinta parte di que- anni ‘70; i profitti delle imprese vanno a sti beni. picco e il risultato è che molti paesi speri- Tutto ciò, quando il presidente Richard mentano PIL annuali davvero negativi, ossia, Nixon riconosce (nell’agosto del 1971) che non solo non crescono ma le loro economie il suo paese non può garantire più di tra- vanno sempre peggio. sformare i dollari in oro, dà origine al falli- Mentre fino agli ‘70, quindi, Keynes e la pia- mento del sistema monetario internazionale: nificazione economica hanno influenzato viene sospesa la convertibilità del dollaro ri- l’economia, dagli anni ‘80 e ‘90 il monetari- spetto all’oro e il sistema economico inter- smo e tutto l’impianto neoliberista hanno nazionale scende verso il basso. Si decreta dominato il mondo governandolo con “il dunque con un atto di forza unilaterale la mercato senza vincoli, senza regole”. fine degli accordi di Bretton Wood e nel È in questo momento che gli europei, gui- rivista della Rete dei Comunisti 14
il cielo sopra Berlino dati dall’asse franco-tedesco, decidono di è che quando rallenta si trasforma in una creare il Sistema Monetario Europeo (1978) crisi. per regolamentare i propri scambi ed in se- Il processo di accumulazione si produce me- guito la moneta unica (1999) per essere liberi diante una incessante trasformazione di ric- di difendere i modelli di cambio di fronte alla chezza naturale, per mezzo del lavoro e delle speculazione dei mercati e per liberarsi dalla macchine, in merce,oggetti destinati ad ali- tutela che, di fatto, continuano a stabilire gli mentare l'accumulazione o il consumo finale. Stati Uniti sul sistema internazionale dei pa- Il denaro, tradizionale mediatore tra due gamenti con la funzione di attivo di riserva merci scambiate sul mercato, acquista un che i dollari continuano ad esercitare, in nuovo ruolo nell'economia capitalista come modo predominante. regolatore del ritmo della accumulazione. E con l’obiettivo di frantumare l’unità e la La dimensione del denaro, in quanto equiva- forza che la classe operaia aveva espresso in lente generale del valore delle merci, nella sua tutte le sue potenzialità negli anni ‘60 e ‘70, funzione di mediatore tra due merci nel mer- s’impongono processi di scomposizione at- cato, è determinata dal valore delle merci di- traverso le esternalizzazioni, le delocalizza- sponibili in un dato momento per lo zioni, la precarizzazione del lavoro con le scambio. Il valore si esprime in termini mo- mille forme di lavoro atipico , cioè aumenti netari in forma di prezzi. Pertanto, il volume dello sfruttamento che portano ad un signi- del denaro equivale al volume di prezzi che si ficativo abbattimento del costo del lavoro e devono trattare sul mercato. Tale volume si a rapporti sempre più individuali e disaggre- esprime in termini monetari come la massa gati della classe lavoratrice. di denaro per la velocità di circolazione. A partire dagli anni ‘80 si è così verificato in Nella circolazione mercantile semplice il de- Europa, anche se in maniera diversificata nei naro è endogeno e determinato dalla domanda differenti paesi, un vero e proprio intenso (necessità di denaro). processo di privatizzazione, con l’intento di Quando ci si confronta con la accumula- ridimensionare la presenza pubblica nell’in- zione allargata il denaro non è solo un inter- tero sistema produttivo e con i pesanti sacri- mediario, è il motore della trasformazione di fici imposti al mondo del lavoro. Le azioni merce in capitale (mezzi di produzione, la- dei Governi di questi anni confermano la vo- voro salariato) e promessa di realizzazione lontà di attuare un programma completo di (vendita) del nuovo valore creato nel pro- dismissione delle aziende pubbliche, con la cesso di lavoro. Il denaro è diventato credito. motivazione ufficiale di risolvere i problemi Il denaro di credito è esogeno, e il suo volume produttivi ed economici. A ciò hanno fatto dipende dalle aspettative dei creditori (crea- eccezione alcuni paesi, ad esempio la Francia tori di credito ) rispetto al tasso di accumu- e in parte la Germania, che hanno difeso la lazione realizzabile. presenza pubblica nei settori strategici, strut- Queste le premesse teoriche per meglio ca- turando in tal modo un modello produttivo pire cause ed effetti che con il neoliberismo più forte ed equilibrato nella competizione nella politica economica assume un peso de- globale. E’ così che le crisi si ripetono come, terminante il settore finanziario e i processi ad esempio, le ultime che ricordiamo, da speculativi attraverso la deregolamentazione quella del sistema monetario del 19922 a finanziaria, voluta dai governi Reagan e quelle delle Borse asiatiche del 1987, ma Thatcher. Si è così eliminata ogni restrizione 2 Nel 1992 si ricorda infatti la cosiddetta crisi del Sistema Mone- anche quella di Wall Street del 2001 con la ai movimenti del capitale, in particolare di tario europeo causato dalla “specula- conseguente stagnazione che si è protratta quello fittizio, realizzando in questo caso sì la zione internazionale” che attaccò per lunghi anni. globalizzazione ma non la mondializzazione dapprima la lira (che subì una svalu- piena delle economie in generale ma sempli- tazione) e poi la sterlina. 4. cemente la una incontrollata internazionaliz- zazione finanziaria. Sono state così abbattute Una caratteristica strutturale del processo le riserve bancarie di garanzia, si sono mol- rivista della permanente della accumulazione del capitale tiplicati i paradisi fiscali, si è permessa la pro- Rete dei Comunisti 15
Contropiano liferazione della finanza creativa e della pos- somma zero”, dove chi perde cede ad un sibilità di scommettere in Borsa non solo sui altro la proprio quota di ricchezza comples- flussi degli strumenti finanziari ma anche siva “giocata” nei mercati dei titoli e mone- sulle materie prime, sui tassi di cambio, sugli tari di tutto il mondo, ma senza appunto alimenti generando speculazioni per per- creare nulla di nuovo), possono investirli nel mettere il guadagno facile, cioè la rendita settore produttivo per valorizzare la propria speculativa, e quindi la determinazione dei massa di denaro che altrimenti resterebbe ca- prezzi con superprofitti su petrolio, grano, pitale non valorizzato in termini di accumu- mais, disinteressandosi completamente del lazione. fatto che tali rendite significassero poi fame, Il sistema bancario-finanziario compie inol- miseria e distruzione per interi continenti. tre un’altra funzione centrale nel processo di Il gioco di Borsa dagli anni ‘80 ad oggi è così circolazione del capitale: quella di rendere di- divenuto una corsa al massacro sociale: da sponibile al capitale, attraverso il sistema del una parte si “ingrassano” i fondi di investi- credito e quello finanziario, una somma mento leader e i grandi speculatori, dall’altra enorme di denaro che sarebbe non valoriz- parte si trasformano i produttori di materie zabile ed utilizzarlo per estendere il proprio prime (salariati di piantagioni, contadini, mi- potere su scala mondiale tramite investimenti natori e operai dei Sud del mondo) in mise- diretti esteri, partecipazioni e finanziamenti rabili e i lavoratori del centro dell’impero in innumerevoli. precari e nuovi poveri. In tal modo si trasfe- Quindi, quella finanziaria e produttiva sono risce, inoltre, possibilità di investimento nel- semplicemente due funzioni del capitale che l’economia reale nel facile e apparentemente sempre più spesso convivono nello stesso più redditizio collocamento speculativo fi- operatore economico anche nella commi- nanziario, distruggendo volutamente in tal stione fra attività tecnico-materiali e attività modo il capitale in eccesso a fini produttivi. di speculazione finanziaria, in particolare in Le banche, ma oggi anche le assicurazioni e questi ultimi 25 anni con la deregolamenta- i cosiddetti “investitori istituzionali” (Fondi zione del sistema finanziario e con l’utilizzo pensione, Fondi investimento), sono dunque dei cosiddetti strumenti della finanza allegra degli enormi “forzieri” di denaro non inve- e creativa. stito. Hanno la necessità di “far fruttare” la propria liquidità e per farlo, oltre alla specu- 5. lazione borsistica di vario tipo (che non crea ricchezza, ma al meglio può essere conside- L’attuale crisi del capitale, quindi, viene da rata a medio-lungo termine un “gioco a lontano e mostra la sua strutturalità già dai 1 Per i dati citati relativi alla Polonia e agli altri paesi presi in esame, si veda: G. Ciulla, Ai confini del- l’Impero, Jaca Book edizioni, marzo 2011. rivista della Rete dei Comunisti 16
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