CONTRIBUTO DELL'IMMIGRAZIONE ALL'ECONOMIA - Lavoro svolto da: Toscano Roberto Puglioli Francesco Zuccato Marco Giampieri Emanuele

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CONTRIBUTO DELL'IMMIGRAZIONE ALL'ECONOMIA - Lavoro svolto da: Toscano Roberto Puglioli Francesco Zuccato Marco Giampieri Emanuele
CONTRIBUTO DELL'IMMIGRAZIONE
       ALL'ECONOMIA

                 Lavoro svolto da:
                 Toscano Roberto
                 Puglioli Francesco
                 Zuccato Marco
                 Giampieri Emanuele
Sommario

1) Introduzione generale

2) Italia

3) Rapporti tra crisi e immigrazione

4) Confronti con altri Paesi
1)Introduzione generale
                   A)Quadro internazionale

Ragioni della crescita delle migrazioni internazionali

FORZE ESPULSIVE                     FORZE ATTRATTIVE
●   Caduta del muro di Berlino;     ●   Domanda di immigrazione da
                                        parte dei PSA per ragioni di
●   Squilibri demografici ed
                                        ordine demografico ed
    economici tra PSA e resto del
                                        economico.
    mondo (causati anche da
    guerre, disastri ambientali,
    cattivi governi, ecc.);
●   Globalizzazione.
1)Introduzione generale
                 A)Quadro internazionale

Ragioni economiche della crescita delle migrazioni
  internazionali

●   Segmentazione del mercato del lavoro;
●   Globalizzazione e aumento della competizione
    sui mercati mondiali (l'immigrazione diviene la
    scelta più rapida e vantaggiosa per colmare
    eventuali carenze del fattore lavoro);
●   Vuoti occupazionali nelle fasce alte e basse
    del mercato dei PSA.
1)Introduzione generale
                B)Cenni sulla globalizzazione

●   Riflesso di un'enorme mobilità delle finanze,
    dei capitali fisici e del lavoro in tutte le parti del
    mondo (Frey, 1998)
●   Il processo di mobilità strutturale dovrebbe assicurare
    crescita economica e riduzione degli squilibri distributivi e
    territoriali (applicazione del modello di Lewis, 1954)
●   Cosa accade in realtà        modello di Harris e Todaro
    (1970) e altri modelli più realistici
1)Introduzione generale
                          C)Effetti dell'immigrazione

AREE DI PARTENZA                                   AREE DI DESTINAZIONE
●   Riduzione disoccupazione;                      In questo caso gli effetti
●   Aumento produttività marginale                    dipendono in buona misura
    del lavoro;                                       dal mercato del lavoro del
                                                      paese di destinazione; in
●   Aumento reddito pro-capite                        generale la spesa sociale
    (anche grazie al contributo delle
                                                      non dovrebbe superare gli
    rimesse)
                                                      oneri sociali pagati dagli
●   Moneta estera (utilizzabile per i                 immigrati
    pagamenti nei mercati
    internazionali)
●   N.B.: il beneficio è comunque inversamente
    correlato all'accumulazione del capitale
    umano dei lavoratori emigranti e all'impiego
    delle rimesse degli emigranti
1)Introduzione generale
    C)Effetti dell'immigrazione – ruolo degli immigrati

Competitivo: effetto                 Complementare:
  negativo su occupazione e             viceversa, l'effetto su
  salari lavoratori nazionali           occupazione e salari è positivo

In generale, l'immigrazione di lavoratori poco qualificati non ha
   effetto sulle retribuzioni dei lavoratori nazionali qualificati ma
   su quelle dei lavoratori nazionali non qualificati e degli
   immigrati di prima generazione (Borjas, 1985)
1)Introduzione generale
     C)Effetti dell'immigrazione – ruolo degli immigrati

“Carenza relativa di lavoro” (relative labour shortage)
  mancanza d'offerta di lavoro in certi settori o con determinate
  caratteristiche professionali anche in presenza di una
  sufficiente quantità di lavoro (Frey, Livraghi, 1996)

Mismatch:
●   Geografico = limitata mobilità dei lavoratori;
●   Skill = lavoratori privi di specifiche capacità.
●   In questo secondo caso si inquadrano i flussi d'immigrazione
    che vanno a coprire i cosiddetti bad jobs (con conseguenze a
    livello tecnologico e sociale).
2)Italia

Flussi e saldi migratori in Italia, 1955-2008
  (Valori assoluti in migliaia e tassi per 1000)   Fonte: Bonifazi, Heins, Strozza e Vitiello 2009
2)Italia

In Italia le ricerche riguardo gli effetti dell'immigrazione sono praticamente
    inesistenti, trattandosi di un Paese di nuova immigrazione.
Venturini, 3 evidenze sul ruolo degli immigrati nel mercato del lavoro italiano:
●   gli immigrati aumentano la produzione «tradizionale» del paese di arrivo
    (agricoltura tradizionale, industria, servizi alle famiglie ...) e riducono gli incentivi
    per la modernizzazione del sistema economico;
●   il ruolo giocato dagli stranieri è legato alla struttura economica delle aree di
    arrivo: nelle regioni in cui prevale l’occupazione regolare gli immigrati sono per
    lo più occupati regolarmente viceversa dove prevale l’occupazione irregolare
    essi lavorano per lo più in modo irregolare;
●   gli immigrati giocano un ruolo più complementare nel Nord dove la
    disoccupazione è bassa e la domanda di lavoro è ancora elevata. Nel Sud il loro
    ruolo è più direttamente competitivo, specialmente nel lavoro irregolare in
    agricoltura. Probabilmente gli stranieri svolgono anche un ruolo indirettamente
    competitivo
2)Italia
             immigrazione e valore aggiunto

●   L'apporto degli immigrati al PIL italiano è in
    constante crescita: si passa dall'8,8% nel 2005,
    al 9,2% nel 2006 fino al 9,7% nel 2007.
●   I settori in cui trovano più possibilità sono i
    servizi (60%), l'industria (24%) e le costruzioni
    (23%)
●   La vocazione imprenditoriale è maggiormente
    sviluppata tra gli immigrati marocchini
    (commercio), rumeni (aziende edili) e cinesi
    (manifattura e commercio)
2)Italia
     immigrazione e mercato del lavoro irregolare

  Si può sostenere che, «when non-regular foreign
and native workers have a competitive effect their
behaviour is similar (...) Foreigners who entered
these markets later than the natives have not
brought with them a change in the way production
is organised (...) but they are more likely to have
helped to mantain existing methods of
production».
2)Italia
        immigrazione e mercato del lavoro irregolare

  Contributo di Dell'Arringa e Neri (1987): l’effetto competitivo degli
stranieri non viene esercitato direttamente ma «in una certa misura viene
esercitato indirettamente se come si suppone, l’aumento dell’offerta di
lavoro provoca uno spostamento di capitale dal settore ufficiale a quello
non ufficiale. Se le intensità di capitale rimangono costanti nei due
settori, anche parte del lavoro deve uscire dal primo settore per
«immergersi» nel secondo, dove le condizioni di lavoro sono
generalmente peggiori»

  Secondo Djaijc, invece: «these findings are largely consistent (...) with
the argument that inflows of migrants may not be detrimental to native
workers if the labor market is segmented and migrants are employed in
those occupations that the natives find unacceptable»
2)Italia

La crescita del lavoro straniero, 2001-2009
Fonte: 2001 censimento, 2005‐09 IFL.

                                       2001   2005     2006      2007     2008     2009

                                               Valori assoluti (in migliaia)
Occupati                               636    1169     1348      1502      1751    1898
In cerca occupazione                    88     132      127        136       162    239
Forze di lavoro                        724    1302     1476      1638      1913    2137

                                                      % sul totale
Occupati                                3,0    5,2     5,9       6,5        7,5     8,2
In cerca occupazione                    3,2    7,0     7,6       9,0        9,6    12,3
Forze di lavoro                         3,0    5,3     6,0       6,6        7,6     8,6
2)Italia

           Relazione tra valore aggiunto e incidenza degli stranieri
14,0
                         nelle province italiane nel 2007
12,0

10,0

 8,0

 6,0

 4,0

 2,0

 0,0
  10.000        15.000       20.000      25.000     30.000   35.000
2)Italia
2)Italia
2)Italia
immigrazione e mercato del lavoro irregolare

        Peso (%) degli occupati non regolari sul totale
 degli occupati regolari e non regolari in Italia nel 2008
  60
                                                                                       55,3

  50

  40      36,9

  30

  20

                                                              10,8                                 10,2
                                                  7,7                     8,6
  10
                        5,1          4,1

  -
       Agricoltura,   Industria   Industria in Costruzioni   Servizi   Alberghi e      Servizi    TOTALE
       silvicoltura                  senso                              pubblici    domestici
        e pesca                     stretto                             esercizi       presso
                                                                                     famiglie e
                                                                                    convivenze
Influenza della crisi
                       sull'immigrazione
●   Negli ultimi dieci anni gli stranieri in Italia sono quasi triplicati. Tale
    crescita non ha equivalenti in Europa.
●   Nel 2007 inizia la crisi
●   Ma: - la rigidità delle politiche legali sull'immigrazione
●          - il bisogno di manodopera straniera
●   ritardano gli effetti della crisi sull'immigrazione che si potranno vedere
    solo verso la fine del 2008.
    Come affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa: “Il minor ingresso di stranieri (che si è
    rilevato attraverso l’analisi dei saldi migratori) trova nella crisi la sua motivazione principale. Il calo
    della produzione, l’aumento della disoccupazione e le difficoltà complessive hanno reso l’Italia un po’
    meno attrattiva nei confronti della popolazione straniera. In una situazione in cui i flussi di ingresso di
    stranieri dall’estero è calato di poco più di 100mila unità, il Governo prevede altrettante entrate
    attraverso il decreto flussi. Questa è solo una coincidenza, ma anche un sintomo della crisi in atto: le
    entrate previste di stranieri non andranno a ripristinare i flussi migratori precrisi, ma risponderanno a
    specifiche esigenze del mercato: le imprese infatti richiedono meno manodopera straniera rispetto a
    quanto era stato stabilito nei decreti flussi degli anni passati, quando la situazione economica era più
    rosea e con migliori prospettive di crescita.”
Influenza della crisi
             sull'immigrazione
●   Deflusso migratorio
Influenza della crisi
 sull'immigrazione

           ●   In termini assoluti le aree
               settentrionali hanno visto
               diminuire le iscrizioni di
               stranieri nelle anagrafi.
           ●   Ma se si rapportano le
               iscrizioni alla presenza di
               stranieri nei singoli territori,
               sono le province del sud ad
               aver perso più “appeal”.
Influenza della crisi
             sull'immigrazione
●   Ripercussioni sul mercato del lavoro
Influenza della crisi
                 sull'immigrazione
●   Ma gli immigrati hanno più probabilità di reimpiego.
Affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa:
“la crisi economica ha colpito tutti, ma più gli immigrati. La perdita del lavoro
   rischia di compromettere la loro presenza regolare nel territorio italiano con
   conseguenti ricadute sociali. Gli immigrati, perché costretti a lavorare per
   poter essere in regola, sono infatti più dinamici nella ricerca del lavoro,
   accontentandosi in molti casi di ricoprire ruoli anche di bassa qualifica. Serve
   quindi una politica di immigrazione che tenga conto anche di queste
   esigenze, privilegiando dove possibile l’assunzione di quegli immigrati già
   presenti nel nostro territorio, ma rimasti senza lavoro a causa della crisi”.
Influenza della crisi
             sull'immigrazione

●   La crisi ha fortemente inciso sul mercato del
    lavoro ma è riscontrabile un forte impatto in
    altre sfere.
●   Una delle principali è quella riguardante il
    mercato immobiliare : una forte crescita degli
    acquisti di case nei primi anni del 2000 si ferma
    nel 2008 con un'improvvisa crescita dei tassi di
    interesse sui mutui imposti dalle banche
    commerciali.
Influenza della crisi
                  sull'immigrazione
●   Perchè, escludendo l'inizio della crisi, dal 2008 esiste
    questo gap tra l'aumento della disoccupazione
    straniera e italiana?
●   1) i datori di lavoro sono più propensi a licenziare un lavoratore
    straniero piuttosto che italiano.
●   2) uno dei settori più in crisi dal 2008 è quello delle costruzioni
    che vede un notevole impiego di immigrati uomini
●     (questo spiega anche la minor incidenza della crisi sulle donne straniere)

●   3) la crisi ha colpito soprattutto i lavoratori meno qualificati;
    posizioni spesso ricoperte dagli immigrati.
Immigrazione a confronto..
                A)UE (25): 1966-2000
Immigrazione a confronto...
       B)America: 1966-2000
Immigrazione a confronto...
                         ...Spagna

Trasformazione da Paese di emigrazione a Paese di
  immigrazione
Immigrazione a confronto...
          ...Spagna(2)
Immigrazione a confronto...
          ...Spagna(3)
Immigrazione a confronto...
           C)Concorrenza e complementarietà(2)

●   Studi sulla concorrenza e sulla
    complementarietà sono stati effettuati anche
    per:

●   - Stati Uniti
●   - Canada
●   - Nord Europa
Immigrazione a confronto...
  C)Concorrenza e complementarietà(2)

             ●   Stati Uniti
Immigrazione a confronto...
  C)Concorrenza e complementarietà(2)

              ●   Canada
Immigrazione a confronto...
  C)Concorrenza e complementarietà(2)

            ●   Nord Europa
Immigrazione a confronto...
  C)Concorrenza e complementarietà(2)

          ●   Nord Europa(2)
Immigrazione a confronto...
            D)Politiche migratorie “a punti”

Esempi empirici:
●   Canada (1967)
●   Australia (1989)
●   Nuova Zelanda (1991)
●   Regno Unito (2008)
●   Danimarca (2008)
●   Olanda (2009)
Immigrazione a confronto...
                   D)Politiche migratorie “a punti”(2)

●       Esempio: Canada
●       - soglia minima: 67 punti
●       - parametri considerati:
            - età (fino a 10 punti)
            - qualifiche accademiche (fino a 25 punti)
            - competenza linguistiche (fino a 24 punti)
            - esperienze di lavoro (fino a 21 punti)

    ●   Esempio(2): Australia/Nuova Zelanda
    ●   - soglia minima: 100 punti
Immigrazione a confronto...
             D)Politiche migratorie “a punti”(3)

●   Sintesi: i caratteri principali valutati con
    punteggi:
●   - livello di istruzione
●   - professionalità e specializzazione
●   - esperienze di lavoro e guadagni conseguiti
●   - competenze linguistiche
●   - caratteristiche demografiche
Immigrazione a confronto...
              D)Politiche migratorie “a punti”(4)
●   Vantaggi:
●   - sistema imparziale e non manipolabile
●   - sistema trasparente
●   - semplice da comprendere da parte di un'opinione
    pubblica informata
●   - trasmette l'idea che lo stato ammette chi è utile al paese
●   Svantaggi:
●   - difficoltà di costruzione del sistema
●   - difficoltà nel definire e valutare le caratteristiche del
    migrante
●   - difficoltà di natura tecnico-politica
Bibliografia
- Andrea Furcht, Alcune relazioni tra crisi economica e immigrazione dai paesi
   in via di sviluppo
- Fondazione Leone Moressa
- www.neodemos.it
-“Commissione per le politiche di integrazione degli immigrati” di Massimo
   Strozza
- L'irresistibile crescita dell'Italia dell'immigrazione” di Bonifazi, Marini.”
-”MPRA” Munnoz de Bustillo, Rafael and Anton, Jose-Ignacio University of
   Salamanca
- Estudios Económicos de Desarrollo Internacional. AEEADE
- Confindustria
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