CONOSCERE LE PIANTE MEDICINALI - UN PERCORSO SCIENTIFICO E STORICO E. Agradi, S. Regondi, G. Rotti

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CONOSCERE LE PIANTE MEDICINALI - UN PERCORSO SCIENTIFICO E STORICO E. Agradi, S. Regondi, G. Rotti
CONOSCERE
LE PIANTE MEDICINALI
 UN PERCORSO SCIENTIFICO E STORICO
         E. Agradi, S. Regondi, G. Rotti
CONOSCERE LE PIANTE MEDICINALI - UN PERCORSO SCIENTIFICO E STORICO E. Agradi, S. Regondi, G. Rotti
PRESENTAZIONE

Le piante medicinali attirano oggi in Italia e nel mondo la rinnovata attenzione dei
farmacologi, dei clinici e delle popolazioni più in generale.
Le attività farmacologiche delle piante medicinali sono sempre più utilizzate nella ali-
mentazione e nella cosmetica oltre all'uso tradizionale in terapia e prevenzione che
acquista sempre nuovi sbocchi.
Il volume che il gruppo diretto dalla Dott.a Elisabetta Agradi, tiene conto del rinno-
vato interesse scientifico e pratico e dell'importanza storica della scienza delle
piante medicinali.
Il testo è preciso, sintetico, di facile lettura e ad esso si unisce una iconografia del-
l'archivio del Dott. Gianfranco Rotti, esperto di botanica e specialista delle piante me-
dicinali in Valsesia.
L'esperienza Valsesiana degli Autori arricchisce il volume con osservazioni originali e
con ricette tradizionali utilizzate per la cura dell'uomo e degli animali. Questo non si-
gnifica affatto una provincializzazione, ma sottolinea l'estrema vicinanza tra cultura
delle piante medicinali e medicina.
Questo ritorno del naturale nelle scienze mediche ha una grande importanza pratica
ed anche culturale rendendo più attenta la popolazione alle qualità dei principi attivi
che utilizza e delle piante da cui essi derivano.
Questo trattato così attraente e ricco di dati inediti e di insegnamenti pratici si rac-
comanda ai laureati in materie farmacologiche, clinici di varie discipline e soprattutto
a chi vuoi conoscere i farmaci che assume e collaborare in modo scientificamente
esatto all'opera del medico.
Un particolare ringraziamento alla Dott.a Elisabetta Agradi, tenace ed attenta docen-
te per aver preparato un sussidio didattico utile ai suoi ed ai nostri allievi ed a molti
colleghi.

                                                       Prof. Rodolfo Paoletti
                                                     Preside Facoltà di Farmacia
                                                    Università degli Studi di Milano

Milano, 25 novembre 2005
CONOSCERE LE PIANTE MEDICINALI - UN PERCORSO SCIENTIFICO E STORICO E. Agradi, S. Regondi, G. Rotti
E. AGRADI - S. M. G. REGONDI - G. ROTTI                                                              III

                               RINGRAZIAMENTI

                         Gli autori ringraziano gli editori per il gentile invito
                          a preparare questo libro sulle piante medicinali.

       Un ringraziamento particolare degli autori al Magnifico Rettore dell’Università degli
       Studi di Milano, Professore Enrico De Cleva, per l’attenzione e il sostegno che ha vo-
       luto dedicare alla pubblicazione di questa opera.
       Si ringraziano inoltre tutti quanti hanno dato generosamente consigli e assistenza nel
       lungo lavoro che ha richiesto la stesura di questo libro. Citarli tutti sarebbe impossi-
       bile quindi verranno menzionati solo alcuni, con la speranza di essere perdonati da
       coloro che non appaiono in queste righe. Un iniziale contributo è stato fornito dalla
       dott.ssa Tiziana di Fabio. Un particolare ringraziamento alla Professoressa Dolores
       Saco, dell’Università Complutense di Madrid, che con la sua calorosa simpatia ha col-
       laborato, durante l’anno sabbatico a Milano, ed ha scritto il capitolo sulla fisiologia ve-
       getale. La stesura di questa parte è stata tradotta dallo spagnolo dalla dottoressa Eri-
       ka Incurato, alla quale va il nostro caloroso ringraziamento. Un sentito ringraziamen-
       to alla prof.ssa Franca Tomè e alla dott.ssa Gelsomina Fico dell’Università degli studi
       di Milano per l’impegno nel fornirci le conoscenze di base.
       Grazie anche al presidente del museo Calderini di Varallo, avv. Vittorio Galli, per aver-
       ci messo a disposizione la biblioteca e le tavole del Carestia per le consultazioni e per
       gli stessi motivi anche al personale dell’archivio di stato di Varallo Sesia.
       Barbara Colombi, laureanda in Scienze Naturali, ha scritto una guida preziosa dedi-
       cata ai nostri studenti per la preparazione delle tavole di erbario. La dott.ssa Forne-
       ris, conservatore dell’Erbario dell’Università di Torino, ha dato la sua generosa dispo-
       nibilità per aiutarci nella consultazione delle tavole del Carestia.
       La dott.ssa Quarna, durante la stesura della tesi, ha raccolto le prime notizie etno-
       botaniche riportate. Un sentito ringraziamento anche al sig. Vittorio Federici.
       Siamo, inoltre, riconoscenti alle signore Paola Pareti e Gina Zanone per tutte le noti-
       zie fornite sugli utilizzi tradizionali in Valsesia.
       Gli autori hanno molto apprezzato i consigli e il sostegno del direttore del Dipartimen-
       to di Scienze Farmacologiche, prof.ssa Elena Tremoli, del Preside della facoltà di Far-
       macia, prof. Rodolfo Paoletti, del dottor Livio Bertoli e del signor Giuseppe Giordano.
       Un sentito ringraziamento da parte di Simona Regondi alla propria famiglia e all’ing.
       Pietro Durazzini per averla sostenuta ed aiutata nelle domeniche di lavoro per la ste-
       sura del libro.
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E. AGRADI - S. M. G. REGONDI - G. ROTTI                                                            V

                                     GLI AUTORI

       AGRADI ELISABETTA insegna Botanica Farmaceutica e Fitoterapia presso la facoltà
       di Farmacia dell’Università degli Studi di Milano, che frequenta dal 1980, dopo la lau-
       rea in Scienze Biologiche.
       Si è specializzata in Scienza dell’Alimentazione presso l’Università di Pavia ed ha fre-
       quentato come borsista e “visiting scientist” numerosi laboratori negli USA.
       L’elevato valore della sua produzione scientifica è sottolineato da numerose pubbli-
       cazioni scientifiche su riviste internazionali ed ha anche pubblicato, già negli anni ot-
       tanta un testo dal titolo “Basi scientifiche della Dieta Mediterranea” dedicato soprat-
       tutto al valore nutrizionale e farmacologico dei componenti minori presenti negli ali-
       menti di origine vegetale e nelle erbe tipiche della tradizione mediterranea. Negli anni
       ottanta ha collaborato con il Corriere della Sera dove ha pubblicato numerosi articoli
       sulle pagine della Scienza e della Tecnica e dell’Alimentazione.

       REGONDI SIMONA M. G. si è laureata in Farmacia presso l’Università degli Studi
       di Milano ed attualmente lavora presso il Dipartimento di Scienze Farmacologiche di
       Milano dove svolge ricerche riguardanti i principi attivi delle piante. Ha avuto una par-
       te fondamentale nella stesura dei testi e nella redazione di quest’opera.

       ROTTI GIANFRANCO laureato in economia e commercio, nativo di Varallo Sesia, ha
       sviluppato fino da giovanissimo la passione per le piante, il loro riconoscimento e clas-
       sificazione, è da tutti riconosciuto esperto botanofilo. A testimonianza della sua gran-
       dissima attività in questo campo vi sono un archivio fotografico di più di 2000 imma-
       gini e numerose pubblicazioni.

       SACO DOLORES insegna Fisiologia della Piante presso la facoltà di Farmacia dell’U-
       niversità Complutense di Madrid in Spagna. La Fisiologia delle Piante è stata, sino dal-
       l’inizio della sua attività, il tema principale delle sue ricerche e del suo insegnamen-
       to, come dimostrano le sue numerose pubblicazioni su riviste internazionali. Si è an-
       che specializzata in Analisi delle Medicine e delle Droghe nel 2003. Il suo periodo sab-
       batico presso l’Università degli Studi di Milano, le ha permesso di collaborare a que-
       sto libro con il capitolo “Anatomia e Fisiologia delle piante medicinali”.

       PENTA MARINA ha illustrato il capitolo della morfologia delle piante superiori.
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PIANTE OFFICINALI ED AROMATICHE:
                                   RICONOSCIMENTO ED UTILIZZI

q ACHILLEA MILLEFOGLIE                                                 Nome botanico: Achillea millefolium L.
                                                                       Famiglia: Compositae
                                                                       Descrizione botanica: è un’erbacea perenne
                                                                       rustica con fusto piuttosto rigido e duro, che può
                                                                       raggiungere un’altezza di 60cm e nasce eretto da
                                                                       una radice strisciante sottoterra. Le foglie, verdi,
                                                                       hanno la lamina sparsamente pelosa, sono alter-
                                                                       ne, lunghe, lanceolate, ricoperte di una leggera
                                                                       peluria e finemente divise in segmenti lineari
                                                                       acuti (lacinie), caratteristica che ha fatto attribui-
                                                                       re alla pianta il nome comune di millefoglio.
                                                                       I piccoli capolini bianchi o rosati, che compaiono
                                                                       in primavera e persistono fino all’inizio dell’au-
                                                                       tunno, sono riuniti in fitti corimbi. Il frutto è un
                                                                       achenio di 2÷3cm.
                                                                       Habitat: è una pianta originaria dei paesi asiati-
                                                                       ci, ma ormai diffusa in tutta la penisola italiana e
           Achillea millefolium - infiorescenza                        nelle isole. L’achillea si trova comunemente in
                                                                       prati, pascoli, luoghi incolti e terreni boscosi, fino
                                                                       ad un’altezza di circa 2.300m.
                                                                       In Valsesia è comune.
                                                                       Specie congeneri:
                                                                       • Achillea distans (millefoglio maggiore): molto
                                                                       robusta (fino a 100cm), con foglie grandi, bipen-
                                                                       nate, a lacinie largamente lanceolate e con ra-
                                                                       chide larga alata, fiori ligulati per lo più roseo-
                                                                       porporini. In Valsesia è diffusa in Val Mastallone.

                                                                                     Achillea distans - foglie basali
           Achillea millefolium - foglia basale                                            Cervatto (Valsesia)

Per le denominazioni scientifiche si è seguito: Pignatti S. - Flora d’Italia. Bologna, 1982.
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. An annotaded checklist of the italian vascular flora. Roma, (in press).
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                                                         peduncolati, disposti in corimbo. Pianta coltivata e
                                                         inselvatichita in zone erbose umide. In Valsesia è
                                                         inselvatichita a Scopa.
                                                         • Achillea macrophylla (millefoglio delle radure):
                                                         fusto fino a 100cm con foglie grandi molli; i fiori
                                                         sono riuniti in corimbi composti. In Valsesia è dif-
                                                         fusa in boschi e cespuglieti freschi ed umidi, ordi-
                                                         nariamente al di sopra dei 1.000m di altitudine.

            Achillea distans - infiorescenza
                   Cervatto (Valsesia)

• Achillea stricta (millefoglio subalpino): con seg-
menti fogliari divisi fino a metà ed oltre e rachide
larga, alata; diffusa su pascoli e in cespuglieti
montani e subalpini. In Valsesia è relativamente
diffusa nei pascoli montani.

                                                             Achillea macrophylla - capolini; infiorescenze
                                                                         Carcoforo (Valsesia)

                                                         • Achillea nana (millefoglio nano): pianta di pic-
                                                         cole dimensioni, alta 5÷10cm con foglie bipenna-
                                                         to-partite densamente lanuginose. Cresce nei
                                                         macereti di alta montagna (1.600÷3.000m) su
                                                         terreno siliceo. Valsesia: zone elevate del vallone
                                                         d’Olen, del vallone d’Otro, nel vallone del Rissuo-
                                                         lo, in Val Vogna, nella parte superiore della Val Ar-
                                                         togna e della Val Sassolenda, sulle pendici del
                                                         M.te Turlo e del Tagliaferro.

     Achillea stricta - foglie cauline; piante fiorite
                Alpe Baranca (Valsesia)

• Achillea tomentosa (millefoglio giallo): pianta
poco sviluppata (fino a 40cm) con fiori di color
giallo-dorato. Cresce solo in luoghi fortemente so-
leggiati e asciutti.
• Achillea ptarmica (millefoglio palustre): con fo-
glie lineari-lanceolata indivise e acutamente se-
ghettate sul margine; i capolini sono lungamente                     Achillea nana - foglie cauline
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ERBE - A                                       79

           Achillea millefolium (Compositae)
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                                                         Droga: le sommità fiorite e la pianta intera.
                                                         Il momento migliore per la raccolta è il periodo
                                                         della fioritura, da giugno a settembre, quando co-
                                                         minciano ad essiccare sia le foglie che i fiori: que-
                                                         sti vanno raccolti proprio quando il sole è cocen-
                                                         te e il loro potere aromatico e terapeutico è mas-
                                                         simo. Fare essiccare foglie e fiori all’ombra e con-
                                                         servare in recipienti a chiusura ermetica.
                                                         Costituenti principali: olio essenziale conte-
                                                         nente camazulene, canfora, beta-pinene, cineolo,
                                                         cineolo, borneolo, cariofillene; lattoni sesquiter-
                                                         penici, il principio amaro achilleina, flavonoidi
                                                         (apigenina-7-O-glucoside, luteolina, rutina), acido
     Achillea nana - Alpe Zube di Alagna (Valsesia)      caffeico e salicilico, tannini, betaine.
                                                         Proprietà: colagoghe, digestive, antispasmodi-
• Achillea moschata (millefoglio del granito) e          che, espettoranti, antiseborroiche, astringenti, se-
Achillea erba-rotta (millefoglio erba-rotta): piante     dative.
di piccole dimensioni (fino a 20cm), caratteristi-       Per uso esterno viene impiegata per detergere le
che dei pascoli , rupi e macereti silicei al di sopra    piccole ferite, ha un’azione benefica sugli arrossa-
dei 1.500m di altitudune. Valsesia: A. moschata è        menti e le infiammazioni cutanee ed è cicatriz-
diffusa nel settore occidentale, in territorio di Ala-   zante (per tale motivo in alcune regioni viene
gna, Riva Valdobbia, Campertogno (Val Artogna),          chiamata ‘erba dei tagli’).
Rassa, Rima. Osservata anche al Colle d’Egua, nel        Utilizzo:
vallone delle Piane (Fobello), nel vallone del Bise      Come amaro-tonico e antispasmodico delle
Rosso e nella zona della Bocchetta di Campello           vie digerenti: bere l’infuso preparato con 1 cuc-
(Rimella).                                               chiaio di sommità fiorite in 1 tazza d’acqua.
                                                         In caso di nefrite e colite: bere l’infuso delle
                                                         foglie 2÷3 volte al giorno per circa 15÷30 giorni.
                                                         Per regolarizzare il ciclo mestruale ed atte-
                                                         nuare ifastidi della menopausa: assumere
                                                         quotidianamente al mattino una tisana preparata
                                                         con un cucchiaino di achillea in una tazza d’acqua
                                                         bollente.
                                                         Come depurativo, stimolante ed emostati-
                                                         co: il succo fresco della pianta applicato sulle fe-
                                                         rite agisce come disinfettante, antiemorragico e
                                                         ne aiuta la cicatrizzazione.
                                                         Per le screpolature: fare degli impacchi con
                                                         l’infuso preparato con 10g di fiori secchi (o foglie)
           Achillea moschata - piante fiorite            in 500ml di acqua.
                  Alpe Vigne (Valsesia)                  Per le varici: lasciare in infusione per 10 minuti
                                                         15g di fiori di achillea in 500ml di acqua. Berne
                                                         due tazze al giorno.
                                                         Preparare un infuso lasciando riposare per 10 mi-
                                                         nuti 20g di sommità fiorite in 1 litro di acqua bol-
                                                         lente, filtrare e bere 2 tazze al giorno.
                                                         Per lo stomaco: lasciare in infusione per 5 mi-
                                                         nuti in 500ml di acqua bollente due cucchiai di
                                                         sommità fiorite e berne 2 tazze al giorno prima
                                                         dei pasti.
                                                         Per le emorroidi: preparare un infuso con 50g
                                                         di sommità fiorite essiccate in 500ml di acqua bol-
                                                         lente. Lasciare raffreddare, filtrare e bere durante
                                                         l’arco della giornata oppure fare un impacco con
                                                         il decotto.
                                                         Avvertenze: non sono descritti effetti collaterali
  Achillea moschata - foglie cauline e infiorescenza     importanti dopo somministrazione di estratti di
                                                         achillea, ma in seguito ad esposizione cutanea in
                                                         soggetti sensibili si potrebbero sviluppare reazio-
• Achillea clavenae (millefoglio di Clavena):            ni allergiche; sono frequenti le ipersensibilità cro-
15÷25cm; pianta grigio-tomentosa, aromatica; fo-         ciate con altre piante che appartengono alla fa-
glie basali pennato-partite, con rachide alata; foglie   miglia delle Compositae.
cauline abbraccianti; 8÷12 capolini in corimbi;          Un uso eccessivo e protratto potrebbe provocare
squame involucrali pubescenti, bordate di nero;          maggiore sensibilità cutanea ai raggi solari.
fiori ligulati bianchi con ligule rivolte in basso.      Non sono note interazioni dell’achillea con farma-
CONOSCERE LE PIANTE MEDICINALI - UN PERCORSO SCIENTIFICO E STORICO E. Agradi, S. Regondi, G. Rotti
ERBE - A                                                                                                               81

ci somministrati contemporaneamente.                                 l’aglio è stata introdotta nella zona mediterranea.
Non deve essere somministrata durante la gravi-                      Specie congeneri:
danza, l’allattamento e nei bambini al di sotto dei                  • Allium ursinum (aglio orsino): fusto cilindrico o
due anni.                                                            compresso (bi-angoloso), pianta di 2÷5dm; foglie
                                                                     piane, ovato-lanceolate, picciolate; tepali bianchi;
                                                                     stami con filamenti semplici. Valsesia: zona di
                                                                     Campertogno e di Mollia; zona di Piaggiogna; cir-
                                                                     condario di Varallo; alla base del M.te Fenera.
          Curiosità: questa pianta era molto apprezzata dagli
  antichi greci che le diedero il nome dell’eroico Achille, che
  pare avesse appreso le proprietà terapeutiche dell’erba dal
  centauro Chirone e se ne fosse servito per medicare un com-
  pagno ferito dopo una battaglia. Il nome della specie, mille-
  folium, fa riferimento all’aspetto piumoso delle foglie fitte e
  frastagliate. I fusti di A. ptarmica erano usati in Cina per
  consultare il libro dei mutamenti (I Ching): erano lanciati in
  aria e a seconda di come si disponevano toccando terra si in-
  terpretava il responso. Nel XVIII secolo veniva usata, mesco-
  lata a grasso, per disinfettare le ferite. In Irlanda era usata
  per scacciare il malocchio e per cure di bellezza. Alcune spe-
  cie di achillea entrano nella composizione del tè svizzero, al-
  tre si coltivano a scopo ornamentale. Un tempo i contadini
  avvolgevano i manici degli attrezzi di lavoro con gambi di
  achillea per averla sempre a portata di mano nel caso di
  punture di insetti o piccole ferite durante il lavoro e per con-

                                                                                        Allium ursinum
  servare il vino mettevano i semi di achillea nelle botti.

                                                                                    Varallo Sesia (Valsesia)

q AGLIO                                                              • Allium sphaerocephalon (aglio delle bisce): fu-
                                                                     sto alto fino a 1m; foglie cilindriche o semicilin-
                                                                     driche, scanalate, fistolose solo nella parte infe-
                                                                     riore; infiorescenza generalmente sferica o un
                                                                     po’ allungata, densa; tepali purpurei; stami spor-
                                                                     genti; stami interni con filamenti lungamente tri-
                                                                     cuspidati (la cuspide centrale porta una antera).
                                                                     In Valsesia è specie relativamente diffusa.

Nome botanico: Allium sativum L.
Famiglia: Alliaceae
Descrizione botanica: pianta erbacea annua,
originaria dell’Asia centrale, con caule cilindrico
alto 50÷70 cm, rivestito da larghe foglie lineari
appuntite, cilindriche, di colore verde intenso e
leggermente solcate. Il bulbo è l’organo sotterra-                                  Allium sphaerocephalon
neo, costituito da 8÷14 bulbilli, detti impropria-                               strada per Civiasco (Valsesia)
mente spicchi, che consistono in una serie di fo-
glie modificate, squamiformi, carnose, ammassa-                      • Allium vineale (aglio delle vigne): fusto lungo
te le une sulle altre, avvolti da membrane dalla                     fino a 1m, gracile; foglie cilindriche, fistolose; in-
consistenza cartacea.                                                fiorescenza lassa, del diametro di 2÷3cm, bulbilli-
A fioritura l’aglio emette uno stelo rigido, sulla cui               fera; tepali roseo pallidi o verdognoli o biancastri.
sommità appare l’infiorescenza a ombrella, com-                      • Allium schoenoprasum (aglio ungherese): sca-
posta da piccoli fiori di colore biancastro, rosa o                  pi grossi, cilindrici, lunghi 25÷50cm, completa-
violetto, a 6 lobi, avvolti in una brattea guisa di                  mente fistolosi a parete sottile, avvolti nel terzo
cappuccio. Il frutto è una capsula membranosa                        inferiore dalle guaine delle foglie; foglie cilindri-
con 1÷2 semi per loggia.                                             che, fistolose, sottili; ombrelle subsferiche, den-
Habitat: originario dell’Asia, la coltivazione del-                  se, non bulbillifere; spata a 2÷3 valve larghe, che
CONOSCERE LE PIANTE MEDICINALI - UN PERCORSO SCIENTIFICO E STORICO E. Agradi, S. Regondi, G. Rotti
144                                  E. AGRADI - S. M. G. REGONDI - G. ROTTI

      Vaccinium myrtillus e Vaccinium vitis-idaea (Ericaceae)
ERBE - M                                                                                                              145

• Vaccinium vitis-idaea (mirtillo rosso): presenta         ne oligomeriche), flavonoidi (iperoside, isoquer-
fusti cilindrici, foglie sempreverdi, coriacee, a          citrina, quercitrina), iridoidi (asperuloside), deri-
margine revoluto, verde scuro e lucide sulla pa-           vati dell’acido caffeico (acido clorogenico), acidi
gina superiore, verde chiaro con ghiandole pun-            fenolici (acido salicilico e acido gentisico), alca-
tiformi sulla pagina inferiore.                            loidi (mirtina, epimirtina) nelle foglie; antocia-
                                                           noidi (cianidina, malvidina), acidi organici (acido
                                                           malico, acido citrico), tannini, flavonoidi, iridoidi,
                                                           derivati dell’acido caffeico, pectine, vitamine A,
                                                           C e B (frutti).
                                                           Proprietà: astringenti, antidiarroiche (foglie e
                                                           frutti), antisettiche e antivirali (foglie), rinfre-
                                                           scanti, protettrici vasali e della retina (frutti).
                                                           Le foglie sono anche ipoglicemizzanti; si consi-
                                                           gliano quindi ai diabetici, in quanto consentono
                                                           di ridurre le dosi di farmaci per via orale o quel-
                                                           le di insulina. L’uso del mirtillo è particolarmente
                                                           indicato nei casi di retinopatia diabetica, di mio-
                                                           pia e nei casi di degenerazione della retina do-
                                                           vuti a ipertensione o ad arteriosclerosi.
                                                           Utilizzo:
                                                           In caso di pesantezza delle gambe, varici,
                                                           flebiti, ulcere varicose ed emorroidi, infe-
                                                           zioni dovute all’alterazione della flora in-
                                                           testinale e per migliorare l’adattamento
                                                           all’oscurità: assumere a ogni pasto 5÷10 cuc-
                                                           chiai di succo fresco ottenuto dai frutti maturi.
                                                           Per le emorroidi: fare degli impacchi con un
                                                           decotto preparato con 70g di bacche di mirtillo
                                                           in 500ml di acqua.
 Vaccinium vitis-idaea - frutti (Alpe Faller - Valsesia)   In caso di ossiuri, piccoli vermi presenti
                                                           nell’intestino dei bambini: preparare un de-
I fiori sono penduli e raccolti in racemi terminali.       cotto con 50÷70g di frutti in 1 litro d’acqua per
La bacca è di colore rosso-corallo a maturità.             15 minuti, filtrare e bere nell’arco della giornata.
Vive nelle brughiere subalpine. In Valsesia è spe-         Per i diabetici: preparare un decotto con una
cie relativamente diffusa in zone elevate.                 manciata di foglie essiccate di mirtilli e alcuni
                                                           baccelli di fagioli in 1 litro di acqua.
                                                           Berne una tazza al giorno.
                                                           Contro la diarrea: preparare un infuso con
                                                           30÷40g di foglie in 1 litro d’acqua.
                                                           Bere una tazza dopo ogni evacuazione, finché la
                                                           situazione non si normalizza.
                                                           In caso di eczema e ulcere varicose: effet-
                                                           tuare frizioni con il succo fresco o il decotto dei
                                                           frutti.
                                                           Avvertenze: il mirtillo è considerato una pian-
                                                           ta abbastanza sicura, se utilizzata alle dosi con-
                                                           sigliate, tuttavia l’uso prolungato e l’abuso delle
                                                           foglie di mirtillo può causare gravi effetti tossi-
                                                           ci, con una sintomatologia caratterizzata da it-
                                                           tero, anemia, cachessia e formazione di metae-
                                                           moglobina. Il mirtillo ha un effetto sull’inibizio-
                                                           ne dell’aggregazione piastrinica e pertanto po-
                                                           trebbe interagire con altri inibitori dell’aggrega-
                                                           zione piastrinica, come l’aspirina, ed anticoagu-
                                                           lanti, quali il warfarin. L’uso dei frutti freschi, al
             Vaccinium vitis-idaea - fiori                 posto di quelli secchi, può provocare diarrea,
                                                           anche se quelli secchi e le foglie possono esse-
Droga: le foglie e i frutti.                               re, talvolta, irritanti per l’intestino.
Le foglie si raccolgono in giugno e luglio, i frutti
a maturità, in agosto.
Le foglie sono essiccate all’ombra e conservare
in sacchetti di carta o tela.
I frutti si usano freschi o surgelati, oppure per la
                                                                     Curiosità: la raccolta dei mirtilli ha tradizioni an-

preparazione di marmellate.
                                                             tichissime: il mirtillo nero veniva consigliato già da Dio-

Costituenti principali: tannini (proantocianidi-
                                                             scoride, nel I secolo d. C., per curare la dissenteria.
PIANTE DI INTERESSE FARMACOLOGICO CON ATTIVITÀ TOSSICA                                                       359

COLCHICO
Nome botanico: Colchicum autumnale
Famiglia: Melanthiaceae
Descrizione botanica: pianta erbacea perenne
alta 5÷40cm con bulbo-tubero sotterraneo, il più
delle volte con 3 foglie grandi, lunghe 2÷4 dm e
larghe fino a 6cm, tutte basali, che appaiono in pri-
mavera, avvizzite al tempo della fioritura. I fiori, da
agosto ad ottobre, sono di colore violetto pallido
con perigonio di 6 lacinie; il frutto è una capsula
grande che matura nella primavera od estate suc-
cessiva alla fioritura.
Habitat: cresce sui parti falciati, sui pascoli e nelle
schiarite boschive nei paesi a clima temperato del-
l’Europa. Valsesia: qua e là.
Specie congenere:
• Colchicum alpinum (colchico minore): pianta più
   minuta (fino a 15cm); fiore minore; tubo corolli-
   no giallino; foglie lineari-lanceolate. In Valsesia è       Colchicum autumnale - Quarona (Valsesia)
   una specie relativamente diffusa anche a bassa
   quota, ad esempio a Crevola, a Bocciolaro e pres-
   so Brugaro.
Droga: i semi e il bulbo fresco.
Costituenti principali: colchicina e alcaloidi se-
condari, tra cui demoecolcina.
Proprietà e utilizzo: preparati standardizzati o
colchicina pura sono usati dietro prescrizione medi-
ca per la gotta, in modo particolare in caso di attac-
chi acuti. La colchicina agisce anche come antimito-
tico; per il trattamento della leucemia è impiegata la
demecolcina, che, a parità d’azione, è meno tossica.
Tossicità: la colchicina è un veleno; parecchie ore
dopo l’ingestione compare vomito, forte diarrea,
paralisi e talvolta morte per paralisi respiratoria.
                                                           Colchicum alpinum - S. Antonio in Val Vogna (Valsesia)
DIGITALE
Nome botanico: Digitalis purpurea
Famiglia: Scrophulariaceae
Descrizione botanica: pianta biennale o perenne,
alta 0,6÷1,8m, con foglie da ovate a lanceolate, gri-
gio-tomentose sulla pagina inferiore, quelle basali
picciolate, le superiori sessili.
I fiori, da giugno ad agosto, sono disposti in infiore-
scenze unilaterali e presentano una corolla campa-
nulata di colore rosso porpora, con macchie interne
molto evidenti, calice diviso in 5 segmenti ovali
oblunghi e 4 stami. Il frutto è una capsula pelosa
con numerosi semi.
Habitat: cresce in aree disboscate e radure boschi-
ve, pascoli montani in Europa centrale e occidenta-
le. In Italia la sua presenza è generalmente legata
ad antiche o recenti colture.
Specie congeneri:
• Digitalis lanata (digitale lanosa): pianta biennale
   alta fino a 1m, presenta foglie lineari-lanceolate, a
   margine intero, perlopiù glabre e fiori lunghi
   2÷3cm, venati di giallo marrone, con labbro infe-
   riore bianco, raccolti in lunghe infiorescenze rivol-                     Digitalis purpurea
360                         E. AGRADI - S. M. G. REGONDI - G. ROTTI

      Digitalis purpurea (Scrophulariaceae)
PIANTE DI INTERESSE FARMACOLOGICO CON ATTIVITÀ TOSSICA                                                           361

   te in tutte le direzioni, scapi e calici dei fiori ghian-
   dolosi e con peli bianchi lanosi.
• Digitalis grandiflora (D. ambigua) (digitale gialla
   grande): presenta foglie da ovate a lanceolate, ir-
   regolarmente seghettate, leggermente pubescen-
   ti sulla pagina inferiore. I fiori, lunghi più di 3cm,
   sono campanulati, gialli, internamente marroni,
   disegnati a rete, disposti in un lungo grappolo uni-
   laterale. Valsesia: Orlino (Cervatto), S. Caterina di
   Locarno, Alpi di Crosa (Varallo), loc. Corte di Ca-
   masco, Ca’ di Zelle (a monte di Rimasco).
• Digitalis lutea (digitale gialla piccola): presenta fo-
   glie lanceolate lunghe, finemente seghettate e fio-
   ri lunghi 2÷2,5cm di colore giallo chiaro, con in-
   terno barbuto, raccolti in lunghi grappoli unilate-
   rali. In Valsesia è una specie diffusa.
Droga: le foglie.
Costituenti principali: glicosidi cardiaci, inclusi di-
gossina, gitossina, e lanatosidi; acido malico e suc-                       Digitalis grandiflora
cinico, tannini.
Proprietà e utilizzo: la digitale è una pianta co-
nosciuta sin dall’antichità per le sue proprietà; in
Italia era chiamata ‘erba aralda’ ed era impiegata
come purgativa, emmenagoga, emetica e per la
cura di ferite. I principi attivi che contiene, e di cui
sono più ricche le specie selvatiche rispetto a quelle
coltivate a scopo ornamentale, bloccano l’enzima
ATPasi sodio-potassio dipendente e presentano pro-
prietà cardiotoniche e diuretiche.
Tossicità: tutte le parti della pianta sono velenose.
Intossicazioni sono state descritte in bambini che
avevano succhiato i fiori o ingerito semi e foglie del-
la pianta. I glicosidi della digitale hanno una lunga
emivita e si possono accumulare provocando tossi-
cità. I sintomi clinici di intossicazione includono pro-
blemi gastrointestinali, capogiri, debolezza, tremori
muscolari, miosi ed aritmie cardiache potenzialmen-
te fatali. Recentemente è stato messo a punto un
antidoto efficace per la disintossicazione da digitale,
che si basa sull’uso di anticorpi specifici per la di-
gossina.
È importante sottolineare che molte altre piante
contengono glucosidi cardioattivi e tra queste ricor-
diamo Nerium oleander (cfr. oleandro a pag. 290),
Convallaria majalis (cfr. mughetto a pag. 285), Ta-            Digitalis lutea - sentiero per l’Alpe Scarpiola
xus brevifolia, Strophantus spp. e Urginea marittima                         di Rimella (Valsesia)
(cfr. scilla marittima a pag. 329).
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