GIÙ LA MASCHERA Giornale del laboratorio di scrittura critica dell' I.T.C. Pacioli di Sansepolcro intorno alla stagione "Kilowatt tutto l'anno" ...

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MASCHERA
Giornale del laboratorio di      —
scrittura critica dell’ I.T.C.
Pacioli di Sansepolcro intorno
alla stagione “Kilowatt tutto    2
l’anno”                          0
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GIÙ LA MASCHERA Giornale del laboratorio di scrittura critica dell' I.T.C. Pacioli di Sansepolcro intorno alla stagione "Kilowatt tutto l'anno" ...
EDITORIALE
Maddalena Giovannelli, Alessandro Iachino, Francesca Serrazanetti

I formati                     Il primo giorno, quando li abbiamo incontrati, abbiamo
                              chiesto ai ragazzi dell’Istituto Pacioli di Sansepolcro se
tradizionali                  conoscevano il festival Kilowatt. Solo pochi hanno alzato
                              la mano.
della critica                 Quando abbiamo raccontato loro che ogni anno, a luglio,
                              operatori di tutta Italia vengono a Sansepolcro per se-
si sono                       guirlo, e che si tratta di un’esperienza segnalata tra le più

contaminati                   innovative a livello europeo, ci hanno guardato con occhi
                              stupiti e un po’ orgogliosi.
con le scritture              Da quel momento è iniziata la nostra avventura. Due
                              classi, quaranta redattori, quattro spettacoli.
per immagini,                 Abbiamo seguito la stagione di “Kilowatt tutto l’anno”,
                              attraversandone le specificità: ci siamo misurati con la
rapide,                       drammaturgia contemporanea ne La lotta al terrore diretta
                              da Luca Ricci, abbiamo incontrato i linguaggi coreografici
intuitive della               con Nicola Galli e il suo Deserto digitale, vissuto la condi-

generazione                   visione di un progetto creativo ancora in fieri con L’ospite
                              di Ciro Masella e Oscar De Summa e con La purezza e il
dei redattori.                compromesso della compagnia Teatro Linguaggicreativi.
                              Abbiamo riflettuto insieme su cosa significa vivere un’e-
                              sperienza come spettatori in uno spazio intimo e raccolto
                              come il Teatro alla Misericordia, dove la divisione tra
                              palco e platea è quasi impercettibile, e dove i respiri degli
                              spettatori si mescolano a quelli dei performer. Ci siamo
                              fermati a parlare con gli artisti dopo gli spettacoli, ab-
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biamo fatto domande e cercato di capire di più; in classe
abbiamo discusso su quello che abbiamo visto, e abbiamo
provato a raccontarlo con una scrittura collettiva; abbiamo
cercato di avvicinare il teatro ai territori più familiari di
musica e serie tv; ci siamo chiesti cosa significa, davvero,
innovare.
Nelle pagine che seguono leggerete recensioni, interviste,
rubriche, didascalie, solo una selezione dei tanti elaborati
prodotti durante quest’anno. I formati tradizionali della
critica si sono contaminati con le scritture per immagini,
rapide, intuitive della generazione dei redattori. Ognuno
di questi articoli è stato ripensato, riscritto, contagiato
dalle discussioni e dagli interventi del resto della redazio-
ne: per questo motivo non vedrete firme singole. Anche
il titolo del giornale deriva da una riflessione condivisa.
Il teatro che abbiamo visto rinuncia a ogni apparato della
tradizione: niente sipari, niente maschere, niente prote-
zioni. E anche noi, nel guardare e nello scrivere, abbiamo
provato a fare lo stesso: senza schermi, giù la maschera.
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LA LOTTA AL                                                        LA LOTTA AL TERRORE

TERRORE
                                                                   di Lucia Franchi e Luca Ricci
                                                                   con Simone Faloppa, Gabriele
                                                                   Paolocà, Gioia Salvatori
                                                                   scene e regia Luca Ricci

                                  “
                                         Gli spettatori sono
                                         seduti ai bordi della
                                         scena: una disposi-
                                         zione che crea una
                                  dimensione di vicinanza e

“
                                  intimità e aumenta il coin-
        In una sala comuna-       volgimento di fronte a un
        le ci sono il vice sin-   fatto che può accadere a
        daco, un impiegato        tutti in qualsiasi momento.
        e una segretaria. Un      Ma si può parlare di terro-
tavolo, qualche sedia, un         re con ironia? Il contrap-

                                                                  “
telefono e due cactus finti.      punto tra tensione e sarca-
Fuori, in città un attentato-     smo è evidente e realistico            «Ho paura di mo-
re sta seminando il panico.       nella recitazione degli                rire» così termina
La situazione è critica, la       attori. La loro voce e i loro          La lotta al terrore
segretaria piange, l’im-          movimenti trasmettono                  diretto da Luca Ricci
piegato incolpa «quelli di        emozioni comunicando            e Lucia Franchi. Una paura
religione islamica» e il vice     qualcosa che attira l’atten-    che tutti i giorni potrem-
sindaco si lamenta dell’as-       zione del pubblico: la pau-     mo affrontare senza poter-
senza del sindaco. La lotta       ra di morire e la volontà di    lo prevedere, perdendo il
al terrore critica l’indiffe-     salvare la propria vita.        controllo della nostra vita.
renza dei politici e il loro                                      Una telefonata rompe la
atteggiamento irresponsa-                                         fragile quotidianità di tre
bile. Ma non solo, lo spet-                                       impiegati comunali in una
tacolo ci dice anche che
molte volte sono proprio le       lampi critici                   giornata qualsiasi. Come
                                                                  trasmettere al pubblico
persone più insospettabili        commenti e riflessioni
                                  scritti a caldo dopo lo         l’intreccio degli eventi e
a compiere atti inaspet-                                          le reazioni che suscitano
tati. L’attentatore è infatti     spettacolo
                                                                  nei protagonisti? Simone
il figlio del fruttivendolo,                                      Faloppa, Gabriele Paolocà
un ragazzo ben visto e                                            e Gioia Salvatori
conosciuto: una scelta che                                        sono riusciti a mettere in
fa riflettere sulla società                                       scena dissidi interiori e
italiana di oggi sempre più                                       sentimenti complessi nei
razzista e vittima dei suoi                                       quali tutti noi possiamo
stessi pregiudizi.                                                riconoscerci.
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teatro e serie tv Immaginate
Immaginate di andare al lavoro, come tutti i giorni. Im-     di andare al
maginate di finire nelle mani di persone che vi control-
lano contro la vostra volontà. Sono armati, e non hanno
                                                             lavoro, come
più nulla da perdere.
È quello che succede ai dipendenti pubblici de La lotta al
                                                             tutti i giorni.
terrore ma anche ai funzionari della zecca di stato spa-     Immaginate
gnola nella fortunata serie La casa de papel.
La serie, come lo spettacolo, fa riflettere mentre ti tiene  di finire
sulle spine: creare suspense vuol dire far entrare gli spet-
tatori nei panni dei personaggi e farli riflettere su quello nelle mani di
che alcune persone hanno vissuto o possono vivere. E
voi, riuscireste a guardare in faccia coloro che vi stanno
                                                             persone che
facendo del male, terroristi o rapinatori? Tutti abbiamo
una storia che spesso gli altri non conoscono, un’ingiu-
                                                             vi controllano
stizia che il mondo ha ripiegato su di noi: vorremmo a       contro
volte farla provare alle persone che vivono una realtà
apparentemente differente a quella che abbiamo vissuto.      la vostra
Ma liberarsi del male che si è subito facendo altro male è
solo un’illusione.                                           volontà.
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DESERTO          Da dove proviene la
                 suggestione del deserto? E
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                                                 nudo ma colga l’armonia,
DIGITALE         come vi siete avvicinati alle
                 composizioni di Edgard
                                                 il contesto, come il corpo
                                                 reagisce con gli altri corpi
                 Varèse?                         in scena.
                 Nicola Galli_ “Deserto” è       Alessandra Fabbri_Quello
                 la parola chiave per com-       del danzatore è un corpo
                 prendere l’intero spettaco-     pubblico: il nudo, di con-
                 lo. Ho iniziato a lavorare      seguenza, è un costume
                 su Deserto digitale ad aprile   come un altro. Certo, è
                 del 2018, dopo un primo         possibile provare vergo-
intervista a     incontro con le creazioni di    gna, ma il performer si
                 Edgard Varèse, un compo-        fida e si affida al regista. È
Alessandra       sitore poco conosciuto ma       normale che un danzatore
Fabbri, Nicola   di importanza fondamen-
                 tale per lo sviluppo della
                                                 possa mostrare tutto di sé
                                                 anche quando magari se ne
Galli e Paolo    musica moderna e contem-
                 poranea. Déserts, una delle
                                                 vergogna: è questo il suo
                                                 lavoro.
Soloperto        ultime creazioni di Varèse,
                 è contraddistinta proprio       Perché accostare al “deserto”
                 da alcuni minuti di vuoto       l’aggettivo “digitale”?
                 e silenzio, che ne spezzano     N. G._“Digitale” si con-
                 l’architettura. Ho voluto       trappone ad “analogico”:
                 dedicare lo spettacolo non      mentre l’elemento analogi-
                 tanto alla figura di Varèse,    co è un elemento elettro-
                 avvicinandomi quindi in         nico ed è basato sulla ma-
                 modo storiografico, quanto      gnetizzazione di un nastro,
                 alla sua musica e a tutto ciò   la digitalizzazione lavora
                 che era il suo universo.        sui numeri 0 e 1, ripetuti
                                                 all’infinito. La digitaliz-
                 Come vi siete approcciati       zazione compatta grandi
Lo spettacolo    alle scene di nudo integrale?   quantità di informazioni,
                 Paolo Soloperto_ È stata la     al costo tuttavia della
è dedicato a     mia prima esperienza con        perdita delle sfumature. In
un innovatore    il nudo, ma è tutto molto
                 più semplice di quanto si
                                                 Deserto digitale, la scena
                                                 è organizzata in maniera
musicale di      possa immaginare. Dal
                 momento che entri in
                                                 rigorosa, seconda una
                                                 scacchiera ordinata priva
inizio Nove-     scena non ha più rilevanza      di zone grigie, che piano
                 l’essere nudi: esiste solo      piano si sgretola, scopren-
cento, Edgard    una figura che sta raccon-      do le contraddizioni, le
                 tando qualcosa. Un fattore      sfumature, le complessità
Varèse...        tranquillizzante è il pensa-    di un deserto.
                 re che lo spettatore non si
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Ava Max                          The Beatles                     Quali sono
Con le sue canzoni, Ava          Un innovatore è una per-
Max combatte gli stereo-         sona che rompe gli schemi       gli innovatori
tipi della società: nel suo      e ne crea di nuovi, svol-
brano più famoso, Sweet          gendo la propria attività       musicali
but Psycho, racconta la vi-
cenda di una ragazza psi-
                                 in modo ampio, efficace,
                                 sempre spinto dalla cu-
                                                                 per le nuove
copatica che esce con un
ragazzo solo per ucciderlo.
                                 riosità, dall’interesse e
                                 dalla voglia di mettersi alla
                                                                 generazioni?
Di fronte alla quotidiana        prova. I Beatles possono
cronaca dei femminicidi,         essere considerati degli
degli stupri, delle violen-      innovatori: hanno mostra-
za sulle donne, Ava Max          to una notevole capacità
ribalta il comune immagi-        compositiva, erano mera-        U2
nario e tratteggia un’assas-     vigliosi arrangiatori, han-     La band irlandese non
sina: è un’innovatrice, non      no dato il via alla nascita     perde l’occasione per
per lo stile, ma per i temi      dei concept album, in cui       prendere di mira Donald
che affronta.                    tutte le canzoni ruotano        Trump: in una puntata del
                                 attorno a un tema, o svi-       The Tonight Show condotto
                                 luppano complessivamente        da Jimmy Fallon, gli U2
                                 una storia.                     hanno cantato live la loro
Loredana Bertè                                                   hit Bullet in the Blue Sky
Loredana Bertè è un’inno-                                        modificandone alcuni
vatrice perché è riuscita a                                      versi, facendo riferimento
scrivere canzoni che can-        Eminem                          così alla “orange face” del
                                                                 Presidente. Tra i primi a
tiamo ancora oggi: anche         Innovare significa non
i giovani conoscono le sue                                       esporsi contro la politica
                                 soltanto creare qualcosa di
creazioni degli anni Ottan-                                      di Trump, sono innovativi
                                 nuovo, ma qualcosa capace
ta. È una grande cantante                                        anche per il ricorso alla
                                 di permanere nel tempo.
e una grandissima donna,                                         realtà aumentata nei loro
                                 La musica di Eminem ha
che ha dovuto affrontare                                         concerti: hanno creato una
                                 influenzato generazioni di
dolori e sfide: un rappor-                                       app che permette di vivere
                                 artisti, soprattutto grazie
to aspro con il padre, la                                        contenuti speciali prima e
                                 alla sua celebre velocità
scomparsa precoce della                                          durante i live.
                                 nel “rappare”. La sua car-
sorella Mia Martini. Gra-        riera è un esempio anche
zie alla sua forza, è riuscita   per la capacità di lasciarsi
ogni volta a riprendere in       alle spalle un complesso
mano la propria vita.            background: il difficile
                                 rapporto con la madre e il
                                 bullismo subito a scuola
                                 non gli hanno impedito
                                 di diventare un idolo per
                                 tantissimi giovani.
                                                                  teatro e musica
GIÙ LA MASCHERA Giornale del laboratorio di scrittura critica dell' I.T.C. Pacioli di Sansepolcro intorno alla stagione "Kilowatt tutto l'anno" ...
DESERTO DIGITALE
                                                             creazione dedicata alla ricerca
                                                             musicale di: Edgard Varèse
                                                             regia e coreografia: Nicola Galli
                                                             con: Alessandra Fabbri, Nicola
                                                             Galli, Paolo Soloperto

[
Men’s Yoga, la coreografia delle illusioni
e contemplazioni #blu #costumes #fly

                                             raccontare per
                                             immagini
                                             didascalie che catturano le emozioni della
                                             platea

                                             [Armstrong is on fire: un viaggio alla
                                              scoperta dell’astrazione, partendo
                                             da un deserto #nasa #illusion #luna
                                             #digitaldesert
GIÙ LA MASCHERA Giornale del laboratorio di scrittura critica dell' I.T.C. Pacioli di Sansepolcro intorno alla stagione "Kilowatt tutto l'anno" ...
[ Mi sento così, disperso nel vuoto,
  nella mia solitudine, nella mia eco
#loneliness

[ Se dico la parola deserto, cosa ve-
  dono i tuoi occhi? Solitudine, vuo-
to, il #nulla

[Movimento instabile che si stabiliz-
 za #equilibrio
GIÙ LA MASCHERA Giornale del laboratorio di scrittura critica dell' I.T.C. Pacioli di Sansepolcro intorno alla stagione "Kilowatt tutto l'anno" ...
L’OSPITE

                                 “
                                         L’ospite offre un qua-
                                         dro di come uomo
                                         possa trasformare la
                                         sua natura quando
                                 da vittima diventa carne-        lampi critici
                                 fice. I temi che emergono        commenti e riflessioni
                                 sono ormai quotidiani:           scritti a caldo dopo lo
                                 da una parte le differenze       spettacolo
                                 etniche, di religione, di
                                 orientamento sessuale,

“
                                 dall’altra la questione
       Cinque minuti di si-      dell’accoglienza. Alla fine
       lenzio: comincia così     dello spettacolo ci si trova
       L’ospite, lo spettacolo   a riflette sul suo signifi-
       scritto da Oscar de       cato, stupiti di come una
Summa e diretto da Ciro          creazione priva di costumi

                                                                  “
Masella. Un ladro e il pro-      preziosi o scenografie im-
prietario della casa in cui      ponenti abbia tenuto alta               Due persone: un
si è intrufolato, seduti a un    l’attenzione del pubblico.              ladro immobilizzato
tavolo l’uno di fronte all’al-                                           su una sedia, e il
tro, cercano di spiegare o                                               proprietario dell’ap-
di comprendere le ragioni                                         partamento che infierisce
del tentato furto. Improv-                                        su di lui, passando ben
visamente il proprietario                                         presto dalla ragione al tor-
lega il criminale alla se-                                        to. È su questo che si basa
dia, e inizia a torturarlo,                                       L’ospite: la linea sottile che
in preda all’isteria. Una                                         separa il bene dal male.
messa in scena forte, forse                                       Con cura meticolosa, i
anche troppo violenta, ma                                         due attori trasmettono
certamente realistica.                                            la tensione e la frenesia
                                                                  degli scoppi di violenza:
                                                                  Aleksandros Memetaj,
                                                                  il ladro, colpisce per la
                                                                  capacità di esprimere la
                                                                  paura, l’intenso terrore
                                                                  provato nell’essere in
                                                                  balia dell’ira di un uomo
L’OSPITE
di Oscar De Summa
                                                                  comune.
regia Ciro Masella
con Ciro Masella e
Aleksandros Memetaj
Oscar De Summa scrive una storia che ci coinvolge tutti,
orchestrando un gioco a tratti beckettiano, con tinte “alla
                                                                 teatro e
Tarantino”, in cui due protagonisti si contendono stre-
nuamente il torto e la ragione, il ruolo del “buono” e del
                                                                 cinema
“cattivo”, sul confine pericoloso, sempre meno netto, fra
il bene e il male.
Che cosa succederebbe se tornando a casa, quella casa
realizzata con tanti sforzi, con rinunce e sacrifici, con
lunghe ore di lavoro, magari un lavoro che neanche ci
piace... Ecco, che cosa succederebbe se tornando trovas-
simo i cassetti aperti, gli armadi svuotati, i letti disfatti,
i nostri oggetti sparsi ovunque? E che cosa accadrebbe
poi se per un caso fortuito riuscissimo a immobilizza-
re l’autore del misfatto? Siamo d’accordo, i reati vanno         Oscar De
perseguiti: ma forse anche assestare un paio di schiaffi
potrebbe farci sentire meglio. E se poi la nostra rabbia
                                                                 Summa scrive
non si placasse? L’ospite indaga proprio questo tema,
raccontando cosa potrebbe accadere se il derubato si
                                                                 una storia che
trovasse di fronte al ladro: può un uomo comune trasfor-         ci coinvolge
marsi in un sadico torturatore? La risposta, purtroppo, è
positiva. È ormai sera quando Ciro Masella – qui anche           tutti, orche-
regista dello spettacolo – rientra nella propria abitazione
mentre la moglie e la figlia sono in viaggio, e la ritrova       strando un
messa a soqquadro da un ladro armato di coltello, inter-
pretato da Aleksandros Memetaj. Grazie a un colpo di
                                                                 gioco a tratti
fortuna, l’uomo riesce a immobilizzare il malvivente e a
legarlo alla sedia: ma invece di chiamare le forze dell’or-
                                                                 beckettiano,
dine decide di dare sfogo alla propria rabbia. Urlando e         con tinte “alla
insultandolo, il proprietario dell’appartamento inizia a
torturare il ladro…                                              Tarantino”,
De Summa e Masella citano esplicitamente una celebre
sequenza del film Le iene, diretto da Quentin Tarantino:         sul confine
quella della tortura che Mr. Blonde infligge al poliziotto,
mozzandogli un orecchio con un rasoio sulle note di
                                                                 sempre meno
Stuck in the Middle with You degli Stealers Wheel. L’iden-
tica scena compare ne L’ospite: a dimostrazione di come
                                                                 netto, fra il
anche un uomo ordinario possa rivelarsi brutale.                 bene e il male.
Il focus dell’indagine è
stato l’analisi dei rap-
porti di potere: come
da una situazione sbi-
lanciata a nostro sfavo-
re si passi a una nella
quale si è in vantaggio.
intervista     Come nasce la drammatur-
               gia dello spettacolo?
                                               coli: un’analisi di come
                                               la violenza sia un modo
a Oscar De     Oscar De Summa_ Il testo
               è nato qualche anno fa,
                                               assurdo di sentirsi più vivi.
                                               La nostra società non si è
Summa e Ciro   quando ho iniziato a inter-     preoccupata di affrontare
               rogarmi sulle relazioni e       la violenza, di incanalarla e
Masella        sulle modalità con le quali     trasformarla: il mio scopo
               ci prendiamo cura di esse.      era evidenziare quanto,
               Il focus dell’indagine è sta-   una volta emersa, possa
               to l’analisi dei rapporti di    trasformare chiunque in
               potere: come da una situa-      un pazzo.
               zione sbilanciata a nostro      Ciro Masella_ La cronaca
               sfavore si passi a una nella    è piena di episodi simili, di
               quale si è in vantaggio. A      improvvisi raptus omici-
               partire da questo, ho poi       di compiuti da persone
               voluto esplorare anche il       comuni per motivi banali:
               tema dell’assunzione di         un parcheggio rubato, ad
               responsabilità, dell’abuso      esempio.
               di potere.
                                               La drammaturgia è
               Com’è avvenuta la tra-          caratterizzata da innesti
               smissione del testo a Ciro      onirici, surreali, estranei
               Masella?                        alla vicenda e metateatrali:
               O.D.S._ Era un mio desi-        a cosa sono dovuti?
               derio quello di vedere il te-   C.M._ Fin dalla prima
               sto messo in scena non da       lettura ho trovato il testo
               me, così da poter misurare      bellissimo. Oscar tuttavia
               quanto la scrittura fosse       voleva tagliare queste “bol-
               abbastanza chiara, efficace     le”, questi innesti becket-
               anche se affidata a mani        tiani, ma mi sono oppo-
               diverse dalle mie.              sto: sono sequenze che
                                               imprimono una sterzata
               Il derubato, interpretato       allo spettacolo, impeden-
               da Ciro Masella, sembra in      dogli di essere realistico in
               preda alla follia: qual è la    modo banale.
               ragione di questa scelta?       O.D.S._ Sono frammenti
               O.D.S._ Non è esattamente       che evidenziano la ritualità
               un folle, bensì un uomo         del teatro: nella sequenza
               che scopre la violenza          iniziale, un attore decide di
               dentro di sé. Con questo        cominciare a recitare, e al
               personaggio porto avanti        contempo è un personag-
               uno studio iniziato da          gio ad animarsi, un uomo
               tempo, che si è già decli-      a iniziare a vivere.
               nato in altri due spetta-
LA PUREZZA E IL                                               LA PUREZZA E IL

COMPROMESSO
                                                              COMPROMESSO
                                                              scrittura scenica e regia Paolo
                                                              Trotti
                                                              con Stefano Annoni, Michele
                                                              Costabile, Diego Paul Galtieri
                                                              e Margherita Varricchio

raccontare per
immagini
didascalie che catturano le emozioni della
platea

                                             [ Dove ti ha portato la tua purezza?
                                               Quando tornerai a casa? Perso nel buio
                                             d’una periferia, lontano dalla propria
                                             terra, chi emigra combatte per rimanere
                                             fedele a sé stesso e alla sua famiglia.
                                             Fino a girare le spalle all’amore, fino ad
                                             annaspare stretto nell’abbraccio fraterno.
                                             Nella notte, solo, ti chiedi: «sei disposto a
                                             questo?» #fratello #periferia #casa
[ Una famiglia lacerata, una madre di fronte alla scelta
  più difficile, quella di un’inevitabile rinuncia: quale via
seguire? A chi dare ragione? #abbraccio #scelta #metropoli

tre domande                     Come è nato il progetto?
                                Lo spettacolo mette a dia-
                                                                  sfida è quella di raccontare
                                                                  la storia attraverso i corpi e
alla                            logo il film Rocco e i suoi
                                fratelli di Visconti e Il ponte
                                                                  non solo attraverso il testo
                                                                  drammatico. La parola di
compagnia                       della Ghisolfa di Testori.        Testori, del resto, ha una
                                Alcuni racconti di Testori        sua dimensione corporea.
                                descrivono molto bene
                                quanto la città possa diven-      Quali sono gli elementi di
                                tare violenta e respingente.      connessione con la nostra
                                Sulle stesse questioni – e        contemporaneità?
                                cioè la parte oscura della        Si tratta di snodi più che
                                vita urbana – si sofferma         mai attuali. Le nostre città
                                anche il linguaggio filmico       oggi sono spesso inospitali
                                di Visconti.                      per gli stranieri e generano
                                                                  dinamiche di violenza.
                                Come avete lavorato in que-       Visconti e Testori hanno
                                sta prima fase del lavoro?        anticipato i tempi: la loro
                                Abbiamo dato molto spa-           oggi sembra quasi una
                                zio all’improvvisazione. La       profezia.
Giornale del laboratorio di scrittura critica    Classi: II T A e IV T A
dell’ I.T.C. Pacioli di Sansepolcro
                                                 Referenti didattici: Daniela Donati e Mauro
In redazione: Abdelbassete Abid, Michele         Montedori
Alunno, Aurora Beduini, Monica Alejandra
Beron, Fabio Berretti, Denis Bevignani, Alice    Coordinamento editoriale e didattico:
Boncompagni, Gemma Borgogni, Alessia             Maddalena Giovannelli, Alessandro Iachino,
Bragagni, Caterina Branchi, Eva Camaiti,         Francesca Serrazanetti
Federico Cappanelli, Matilde Caraffini,
Francesca Carbonaro, Giorgia Chialli,            Spettacoli della stagione: Kilowatt tutto l’anno
Pasquale Enrico Cinotti, Sara Cipriani,          2018/2019
Matilde Dragoni, Lorenzo Fischi, Irene
Fontana, Camila Franja, Lorenzo Giorni,          Foto degli spettacoli: Elisa Nocentini
Angela Kroni, Lucrezia Laurini, Chiara
Leonardi, Armin Ljuljanovic, Alissa Maritato,
Giada Mercati, Denise Panichi, Mark Anthony
Quinacman, Elisa Rossi, Nicole Rossi,
Francesca Rossini, Cristina Serafini, Eleonora
Serenari, Ana Maria Tapu.

Osservatorio critico ideato da Stratagemmi e CapoTrave/Kilowatt

Nell’ambito del progetto Tandem di CapoTrave/Kilowatt, Sosta Palmizi e
Prospettive Teatrali

Sostenuto da Regione Toscana e Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze
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