GIÙ LA MASCHERA Giornale del laboratorio di scrittura critica dell' I.T.C. Pacioli di Sansepolcro intorno alla stagione "Kilowatt tutto l'anno" ...
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2 0 GIÙ LA 1 8 MASCHERA Giornale del laboratorio di — scrittura critica dell’ I.T.C. Pacioli di Sansepolcro intorno alla stagione “Kilowatt tutto 2 l’anno” 0 1 9
EDITORIALE Maddalena Giovannelli, Alessandro Iachino, Francesca Serrazanetti I formati Il primo giorno, quando li abbiamo incontrati, abbiamo chiesto ai ragazzi dell’Istituto Pacioli di Sansepolcro se tradizionali conoscevano il festival Kilowatt. Solo pochi hanno alzato la mano. della critica Quando abbiamo raccontato loro che ogni anno, a luglio, operatori di tutta Italia vengono a Sansepolcro per se- si sono guirlo, e che si tratta di un’esperienza segnalata tra le più contaminati innovative a livello europeo, ci hanno guardato con occhi stupiti e un po’ orgogliosi. con le scritture Da quel momento è iniziata la nostra avventura. Due classi, quaranta redattori, quattro spettacoli. per immagini, Abbiamo seguito la stagione di “Kilowatt tutto l’anno”, attraversandone le specificità: ci siamo misurati con la rapide, drammaturgia contemporanea ne La lotta al terrore diretta da Luca Ricci, abbiamo incontrato i linguaggi coreografici intuitive della con Nicola Galli e il suo Deserto digitale, vissuto la condi- generazione visione di un progetto creativo ancora in fieri con L’ospite di Ciro Masella e Oscar De Summa e con La purezza e il dei redattori. compromesso della compagnia Teatro Linguaggicreativi. Abbiamo riflettuto insieme su cosa significa vivere un’e- sperienza come spettatori in uno spazio intimo e raccolto come il Teatro alla Misericordia, dove la divisione tra palco e platea è quasi impercettibile, e dove i respiri degli spettatori si mescolano a quelli dei performer. Ci siamo fermati a parlare con gli artisti dopo gli spettacoli, ab-
biamo fatto domande e cercato di capire di più; in classe abbiamo discusso su quello che abbiamo visto, e abbiamo provato a raccontarlo con una scrittura collettiva; abbiamo cercato di avvicinare il teatro ai territori più familiari di musica e serie tv; ci siamo chiesti cosa significa, davvero, innovare. Nelle pagine che seguono leggerete recensioni, interviste, rubriche, didascalie, solo una selezione dei tanti elaborati prodotti durante quest’anno. I formati tradizionali della critica si sono contaminati con le scritture per immagini, rapide, intuitive della generazione dei redattori. Ognuno di questi articoli è stato ripensato, riscritto, contagiato dalle discussioni e dagli interventi del resto della redazio- ne: per questo motivo non vedrete firme singole. Anche il titolo del giornale deriva da una riflessione condivisa. Il teatro che abbiamo visto rinuncia a ogni apparato della tradizione: niente sipari, niente maschere, niente prote- zioni. E anche noi, nel guardare e nello scrivere, abbiamo provato a fare lo stesso: senza schermi, giù la maschera.
LA LOTTA AL LA LOTTA AL TERRORE TERRORE di Lucia Franchi e Luca Ricci con Simone Faloppa, Gabriele Paolocà, Gioia Salvatori scene e regia Luca Ricci “ Gli spettatori sono seduti ai bordi della scena: una disposi- zione che crea una dimensione di vicinanza e “ intimità e aumenta il coin- In una sala comuna- volgimento di fronte a un le ci sono il vice sin- fatto che può accadere a daco, un impiegato tutti in qualsiasi momento. e una segretaria. Un Ma si può parlare di terro- tavolo, qualche sedia, un re con ironia? Il contrap- “ telefono e due cactus finti. punto tra tensione e sarca- Fuori, in città un attentato- smo è evidente e realistico «Ho paura di mo- re sta seminando il panico. nella recitazione degli rire» così termina La situazione è critica, la attori. La loro voce e i loro La lotta al terrore segretaria piange, l’im- movimenti trasmettono diretto da Luca Ricci piegato incolpa «quelli di emozioni comunicando e Lucia Franchi. Una paura religione islamica» e il vice qualcosa che attira l’atten- che tutti i giorni potrem- sindaco si lamenta dell’as- zione del pubblico: la pau- mo affrontare senza poter- senza del sindaco. La lotta ra di morire e la volontà di lo prevedere, perdendo il al terrore critica l’indiffe- salvare la propria vita. controllo della nostra vita. renza dei politici e il loro Una telefonata rompe la atteggiamento irresponsa- fragile quotidianità di tre bile. Ma non solo, lo spet- impiegati comunali in una tacolo ci dice anche che molte volte sono proprio le lampi critici giornata qualsiasi. Come trasmettere al pubblico persone più insospettabili commenti e riflessioni scritti a caldo dopo lo l’intreccio degli eventi e a compiere atti inaspet- le reazioni che suscitano tati. L’attentatore è infatti spettacolo nei protagonisti? Simone il figlio del fruttivendolo, Faloppa, Gabriele Paolocà un ragazzo ben visto e e Gioia Salvatori conosciuto: una scelta che sono riusciti a mettere in fa riflettere sulla società scena dissidi interiori e italiana di oggi sempre più sentimenti complessi nei razzista e vittima dei suoi quali tutti noi possiamo stessi pregiudizi. riconoscerci.
teatro e serie tv Immaginate Immaginate di andare al lavoro, come tutti i giorni. Im- di andare al maginate di finire nelle mani di persone che vi control- lano contro la vostra volontà. Sono armati, e non hanno lavoro, come più nulla da perdere. È quello che succede ai dipendenti pubblici de La lotta al tutti i giorni. terrore ma anche ai funzionari della zecca di stato spa- Immaginate gnola nella fortunata serie La casa de papel. La serie, come lo spettacolo, fa riflettere mentre ti tiene di finire sulle spine: creare suspense vuol dire far entrare gli spet- tatori nei panni dei personaggi e farli riflettere su quello nelle mani di che alcune persone hanno vissuto o possono vivere. E voi, riuscireste a guardare in faccia coloro che vi stanno persone che facendo del male, terroristi o rapinatori? Tutti abbiamo una storia che spesso gli altri non conoscono, un’ingiu- vi controllano stizia che il mondo ha ripiegato su di noi: vorremmo a contro volte farla provare alle persone che vivono una realtà apparentemente differente a quella che abbiamo vissuto. la vostra Ma liberarsi del male che si è subito facendo altro male è solo un’illusione. volontà.
DESERTO Da dove proviene la suggestione del deserto? E stia focalizzando sul corpo nudo ma colga l’armonia, DIGITALE come vi siete avvicinati alle composizioni di Edgard il contesto, come il corpo reagisce con gli altri corpi Varèse? in scena. Nicola Galli_ “Deserto” è Alessandra Fabbri_Quello la parola chiave per com- del danzatore è un corpo prendere l’intero spettaco- pubblico: il nudo, di con- lo. Ho iniziato a lavorare seguenza, è un costume su Deserto digitale ad aprile come un altro. Certo, è del 2018, dopo un primo possibile provare vergo- intervista a incontro con le creazioni di gna, ma il performer si Edgard Varèse, un compo- fida e si affida al regista. È Alessandra sitore poco conosciuto ma normale che un danzatore Fabbri, Nicola di importanza fondamen- tale per lo sviluppo della possa mostrare tutto di sé anche quando magari se ne Galli e Paolo musica moderna e contem- poranea. Déserts, una delle vergogna: è questo il suo lavoro. Soloperto ultime creazioni di Varèse, è contraddistinta proprio Perché accostare al “deserto” da alcuni minuti di vuoto l’aggettivo “digitale”? e silenzio, che ne spezzano N. G._“Digitale” si con- l’architettura. Ho voluto trappone ad “analogico”: dedicare lo spettacolo non mentre l’elemento analogi- tanto alla figura di Varèse, co è un elemento elettro- avvicinandomi quindi in nico ed è basato sulla ma- modo storiografico, quanto gnetizzazione di un nastro, alla sua musica e a tutto ciò la digitalizzazione lavora che era il suo universo. sui numeri 0 e 1, ripetuti all’infinito. La digitaliz- Come vi siete approcciati zazione compatta grandi Lo spettacolo alle scene di nudo integrale? quantità di informazioni, Paolo Soloperto_ È stata la al costo tuttavia della è dedicato a mia prima esperienza con perdita delle sfumature. In un innovatore il nudo, ma è tutto molto più semplice di quanto si Deserto digitale, la scena è organizzata in maniera musicale di possa immaginare. Dal momento che entri in rigorosa, seconda una scacchiera ordinata priva inizio Nove- scena non ha più rilevanza di zone grigie, che piano l’essere nudi: esiste solo piano si sgretola, scopren- cento, Edgard una figura che sta raccon- do le contraddizioni, le tando qualcosa. Un fattore sfumature, le complessità Varèse... tranquillizzante è il pensa- di un deserto. re che lo spettatore non si
Ava Max The Beatles Quali sono Con le sue canzoni, Ava Un innovatore è una per- Max combatte gli stereo- sona che rompe gli schemi gli innovatori tipi della società: nel suo e ne crea di nuovi, svol- brano più famoso, Sweet gendo la propria attività musicali but Psycho, racconta la vi- cenda di una ragazza psi- in modo ampio, efficace, sempre spinto dalla cu- per le nuove copatica che esce con un ragazzo solo per ucciderlo. riosità, dall’interesse e dalla voglia di mettersi alla generazioni? Di fronte alla quotidiana prova. I Beatles possono cronaca dei femminicidi, essere considerati degli degli stupri, delle violen- innovatori: hanno mostra- za sulle donne, Ava Max to una notevole capacità ribalta il comune immagi- compositiva, erano mera- U2 nario e tratteggia un’assas- vigliosi arrangiatori, han- La band irlandese non sina: è un’innovatrice, non no dato il via alla nascita perde l’occasione per per lo stile, ma per i temi dei concept album, in cui prendere di mira Donald che affronta. tutte le canzoni ruotano Trump: in una puntata del attorno a un tema, o svi- The Tonight Show condotto luppano complessivamente da Jimmy Fallon, gli U2 una storia. hanno cantato live la loro Loredana Bertè hit Bullet in the Blue Sky Loredana Bertè è un’inno- modificandone alcuni vatrice perché è riuscita a versi, facendo riferimento scrivere canzoni che can- Eminem così alla “orange face” del Presidente. Tra i primi a tiamo ancora oggi: anche Innovare significa non i giovani conoscono le sue esporsi contro la politica soltanto creare qualcosa di creazioni degli anni Ottan- di Trump, sono innovativi nuovo, ma qualcosa capace ta. È una grande cantante anche per il ricorso alla di permanere nel tempo. e una grandissima donna, realtà aumentata nei loro La musica di Eminem ha che ha dovuto affrontare concerti: hanno creato una influenzato generazioni di dolori e sfide: un rappor- app che permette di vivere artisti, soprattutto grazie to aspro con il padre, la contenuti speciali prima e alla sua celebre velocità scomparsa precoce della durante i live. nel “rappare”. La sua car- sorella Mia Martini. Gra- riera è un esempio anche zie alla sua forza, è riuscita per la capacità di lasciarsi ogni volta a riprendere in alle spalle un complesso mano la propria vita. background: il difficile rapporto con la madre e il bullismo subito a scuola non gli hanno impedito di diventare un idolo per tantissimi giovani. teatro e musica
DESERTO DIGITALE creazione dedicata alla ricerca musicale di: Edgard Varèse regia e coreografia: Nicola Galli con: Alessandra Fabbri, Nicola Galli, Paolo Soloperto [ Men’s Yoga, la coreografia delle illusioni e contemplazioni #blu #costumes #fly raccontare per immagini didascalie che catturano le emozioni della platea [Armstrong is on fire: un viaggio alla scoperta dell’astrazione, partendo da un deserto #nasa #illusion #luna #digitaldesert
[ Mi sento così, disperso nel vuoto, nella mia solitudine, nella mia eco #loneliness [ Se dico la parola deserto, cosa ve- dono i tuoi occhi? Solitudine, vuo- to, il #nulla [Movimento instabile che si stabiliz- za #equilibrio
L’OSPITE “ L’ospite offre un qua- dro di come uomo possa trasformare la sua natura quando da vittima diventa carne- lampi critici fice. I temi che emergono commenti e riflessioni sono ormai quotidiani: scritti a caldo dopo lo da una parte le differenze spettacolo etniche, di religione, di orientamento sessuale, “ dall’altra la questione Cinque minuti di si- dell’accoglienza. Alla fine lenzio: comincia così dello spettacolo ci si trova L’ospite, lo spettacolo a riflette sul suo signifi- scritto da Oscar de cato, stupiti di come una Summa e diretto da Ciro creazione priva di costumi “ Masella. Un ladro e il pro- preziosi o scenografie im- prietario della casa in cui ponenti abbia tenuto alta Due persone: un si è intrufolato, seduti a un l’attenzione del pubblico. ladro immobilizzato tavolo l’uno di fronte all’al- su una sedia, e il tro, cercano di spiegare o proprietario dell’ap- di comprendere le ragioni partamento che infierisce del tentato furto. Improv- su di lui, passando ben visamente il proprietario presto dalla ragione al tor- lega il criminale alla se- to. È su questo che si basa dia, e inizia a torturarlo, L’ospite: la linea sottile che in preda all’isteria. Una separa il bene dal male. messa in scena forte, forse Con cura meticolosa, i anche troppo violenta, ma due attori trasmettono certamente realistica. la tensione e la frenesia degli scoppi di violenza: Aleksandros Memetaj, il ladro, colpisce per la capacità di esprimere la paura, l’intenso terrore provato nell’essere in balia dell’ira di un uomo L’OSPITE di Oscar De Summa comune. regia Ciro Masella con Ciro Masella e Aleksandros Memetaj
Oscar De Summa scrive una storia che ci coinvolge tutti, orchestrando un gioco a tratti beckettiano, con tinte “alla teatro e Tarantino”, in cui due protagonisti si contendono stre- nuamente il torto e la ragione, il ruolo del “buono” e del cinema “cattivo”, sul confine pericoloso, sempre meno netto, fra il bene e il male. Che cosa succederebbe se tornando a casa, quella casa realizzata con tanti sforzi, con rinunce e sacrifici, con lunghe ore di lavoro, magari un lavoro che neanche ci piace... Ecco, che cosa succederebbe se tornando trovas- simo i cassetti aperti, gli armadi svuotati, i letti disfatti, i nostri oggetti sparsi ovunque? E che cosa accadrebbe poi se per un caso fortuito riuscissimo a immobilizza- re l’autore del misfatto? Siamo d’accordo, i reati vanno Oscar De perseguiti: ma forse anche assestare un paio di schiaffi potrebbe farci sentire meglio. E se poi la nostra rabbia Summa scrive non si placasse? L’ospite indaga proprio questo tema, raccontando cosa potrebbe accadere se il derubato si una storia che trovasse di fronte al ladro: può un uomo comune trasfor- ci coinvolge marsi in un sadico torturatore? La risposta, purtroppo, è positiva. È ormai sera quando Ciro Masella – qui anche tutti, orche- regista dello spettacolo – rientra nella propria abitazione mentre la moglie e la figlia sono in viaggio, e la ritrova strando un messa a soqquadro da un ladro armato di coltello, inter- pretato da Aleksandros Memetaj. Grazie a un colpo di gioco a tratti fortuna, l’uomo riesce a immobilizzare il malvivente e a legarlo alla sedia: ma invece di chiamare le forze dell’or- beckettiano, dine decide di dare sfogo alla propria rabbia. Urlando e con tinte “alla insultandolo, il proprietario dell’appartamento inizia a torturare il ladro… Tarantino”, De Summa e Masella citano esplicitamente una celebre sequenza del film Le iene, diretto da Quentin Tarantino: sul confine quella della tortura che Mr. Blonde infligge al poliziotto, mozzandogli un orecchio con un rasoio sulle note di sempre meno Stuck in the Middle with You degli Stealers Wheel. L’iden- tica scena compare ne L’ospite: a dimostrazione di come netto, fra il anche un uomo ordinario possa rivelarsi brutale. bene e il male.
Il focus dell’indagine è stato l’analisi dei rap- porti di potere: come da una situazione sbi- lanciata a nostro sfavo- re si passi a una nella quale si è in vantaggio.
intervista Come nasce la drammatur- gia dello spettacolo? coli: un’analisi di come la violenza sia un modo a Oscar De Oscar De Summa_ Il testo è nato qualche anno fa, assurdo di sentirsi più vivi. La nostra società non si è Summa e Ciro quando ho iniziato a inter- preoccupata di affrontare rogarmi sulle relazioni e la violenza, di incanalarla e Masella sulle modalità con le quali trasformarla: il mio scopo ci prendiamo cura di esse. era evidenziare quanto, Il focus dell’indagine è sta- una volta emersa, possa to l’analisi dei rapporti di trasformare chiunque in potere: come da una situa- un pazzo. zione sbilanciata a nostro Ciro Masella_ La cronaca sfavore si passi a una nella è piena di episodi simili, di quale si è in vantaggio. A improvvisi raptus omici- partire da questo, ho poi di compiuti da persone voluto esplorare anche il comuni per motivi banali: tema dell’assunzione di un parcheggio rubato, ad responsabilità, dell’abuso esempio. di potere. La drammaturgia è Com’è avvenuta la tra- caratterizzata da innesti smissione del testo a Ciro onirici, surreali, estranei Masella? alla vicenda e metateatrali: O.D.S._ Era un mio desi- a cosa sono dovuti? derio quello di vedere il te- C.M._ Fin dalla prima sto messo in scena non da lettura ho trovato il testo me, così da poter misurare bellissimo. Oscar tuttavia quanto la scrittura fosse voleva tagliare queste “bol- abbastanza chiara, efficace le”, questi innesti becket- anche se affidata a mani tiani, ma mi sono oppo- diverse dalle mie. sto: sono sequenze che imprimono una sterzata Il derubato, interpretato allo spettacolo, impeden- da Ciro Masella, sembra in dogli di essere realistico in preda alla follia: qual è la modo banale. ragione di questa scelta? O.D.S._ Sono frammenti O.D.S._ Non è esattamente che evidenziano la ritualità un folle, bensì un uomo del teatro: nella sequenza che scopre la violenza iniziale, un attore decide di dentro di sé. Con questo cominciare a recitare, e al personaggio porto avanti contempo è un personag- uno studio iniziato da gio ad animarsi, un uomo tempo, che si è già decli- a iniziare a vivere. nato in altri due spetta-
LA PUREZZA E IL LA PUREZZA E IL COMPROMESSO COMPROMESSO scrittura scenica e regia Paolo Trotti con Stefano Annoni, Michele Costabile, Diego Paul Galtieri e Margherita Varricchio raccontare per immagini didascalie che catturano le emozioni della platea [ Dove ti ha portato la tua purezza? Quando tornerai a casa? Perso nel buio d’una periferia, lontano dalla propria terra, chi emigra combatte per rimanere fedele a sé stesso e alla sua famiglia. Fino a girare le spalle all’amore, fino ad annaspare stretto nell’abbraccio fraterno. Nella notte, solo, ti chiedi: «sei disposto a questo?» #fratello #periferia #casa
[ Una famiglia lacerata, una madre di fronte alla scelta più difficile, quella di un’inevitabile rinuncia: quale via seguire? A chi dare ragione? #abbraccio #scelta #metropoli tre domande Come è nato il progetto? Lo spettacolo mette a dia- sfida è quella di raccontare la storia attraverso i corpi e alla logo il film Rocco e i suoi fratelli di Visconti e Il ponte non solo attraverso il testo drammatico. La parola di compagnia della Ghisolfa di Testori. Testori, del resto, ha una Alcuni racconti di Testori sua dimensione corporea. descrivono molto bene quanto la città possa diven- Quali sono gli elementi di tare violenta e respingente. connessione con la nostra Sulle stesse questioni – e contemporaneità? cioè la parte oscura della Si tratta di snodi più che vita urbana – si sofferma mai attuali. Le nostre città anche il linguaggio filmico oggi sono spesso inospitali di Visconti. per gli stranieri e generano dinamiche di violenza. Come avete lavorato in que- Visconti e Testori hanno sta prima fase del lavoro? anticipato i tempi: la loro Abbiamo dato molto spa- oggi sembra quasi una zio all’improvvisazione. La profezia.
Giornale del laboratorio di scrittura critica Classi: II T A e IV T A dell’ I.T.C. Pacioli di Sansepolcro Referenti didattici: Daniela Donati e Mauro In redazione: Abdelbassete Abid, Michele Montedori Alunno, Aurora Beduini, Monica Alejandra Beron, Fabio Berretti, Denis Bevignani, Alice Coordinamento editoriale e didattico: Boncompagni, Gemma Borgogni, Alessia Maddalena Giovannelli, Alessandro Iachino, Bragagni, Caterina Branchi, Eva Camaiti, Francesca Serrazanetti Federico Cappanelli, Matilde Caraffini, Francesca Carbonaro, Giorgia Chialli, Spettacoli della stagione: Kilowatt tutto l’anno Pasquale Enrico Cinotti, Sara Cipriani, 2018/2019 Matilde Dragoni, Lorenzo Fischi, Irene Fontana, Camila Franja, Lorenzo Giorni, Foto degli spettacoli: Elisa Nocentini Angela Kroni, Lucrezia Laurini, Chiara Leonardi, Armin Ljuljanovic, Alissa Maritato, Giada Mercati, Denise Panichi, Mark Anthony Quinacman, Elisa Rossi, Nicole Rossi, Francesca Rossini, Cristina Serafini, Eleonora Serenari, Ana Maria Tapu. Osservatorio critico ideato da Stratagemmi e CapoTrave/Kilowatt Nell’ambito del progetto Tandem di CapoTrave/Kilowatt, Sosta Palmizi e Prospettive Teatrali Sostenuto da Regione Toscana e Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze
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