Comunicazione Interculturale - Anno Accademico 2018 - 2019 Prof. Gaia Moretti - Lumsa

Pagina creata da Camilla Monti
 
CONTINUA A LEGGERE
Comunicazione Interculturale - Anno Accademico 2018 - 2019 Prof. Gaia Moretti - Lumsa
Comunicazione
 Interculturale
 Anno Accademico 2018 - 2019

      Prof. Gaia Moretti
Comunicazione Interculturale - Anno Accademico 2018 - 2019 Prof. Gaia Moretti - Lumsa
Contenuto
 Cultura
Comunicazione Interculturale - Anno Accademico 2018 - 2019 Prof. Gaia Moretti - Lumsa
Breve storia della Cultura                                     1

V secolo A.C. - Pensiero greco: cultura come educazione
dell’uomo a una vita propriamente umana, rappresentata di solito
dalla vita in società e, al livello più alto, dall’esercizio delle attività
intellettuali.
                        paideia =educazione

Grecia classica: democrazia -> sofistica

       il processo di formazione dell’individuo che, attraverso
 l’educazione, giunge al possesso delle tecniche necessarie per
   la convivenza sociale e per la partecipazione alla vita politica.
Breve storia della Cultura                                       1

Socrate/Platone: impronta etica, la partecipazione alla vita politica si
collega alla ricerca filosofica.

Aristotele (e poi ellenismo): primato della vita contemplativa rispetto alla
vita attiva. La figura del saggio che osserva distaccato le vicende del
mondo prevale su quella del filosofo impegnato nella costruzione della città.

ideale di formazione dell’uomo aristocratico, che esclude dall’ambito della
cultura il lavoro manuale, riservato agli strati inferiori e agli schiavi
(strumenti animati).

                Le “cose culturali” (il lavoro intellettuale)
                 sono contrapposte alle “cose materiali”
                   (il lavoro manuale, tecnico, pratico)
Breve storia della Cultura                                              2

                              COLERE = COLTIVARE

Cicerone: la cultura animi è la filosofia, e la sua funzione è quella di condurre gli
uomini da una vita ‘selvaggia’ (o contadina) a una vita civile, ossia a un’esistenza
umana che è vita associata, partecipazione alla comunità, (ricordate la polis
greca?).

                               Cultura = humanitas

Medioevo: significato religioso dato dalla presenza di una unica istituzione che
permette lo sviluppo culturale.

La cultura diventa così patrimonio di pochi, appannaggio di eletti, qualcosa da
conquistare per elevarsi al di sopra delle miserie della technè - la tecnica: non alla
portata di tutti.
Breve storia della Cultura                                                  3

Umanesimo/Rinascimento: recupero dell’antico significato del concetto di cultura, intesa
come formazione dell’uomo.

Non più la contemplazione di Dio e la salvezza eterna, ma la vita nel mondo, all’interno
della comunità e dei suoi ordinamenti, come scopo a cui deve tendere l’educazione: il vero
senso della humanitas, che esprime il nuovo ideale della cultura.

Le humanae litterae, cioè la lettura diretta degli autori antichi, permettono una
conoscenza diretta dell’antichità.

 L’uomo è al centro del mondo e la humanitas crea un modello di formazione dell’uomo in
                     funzione dell’uomo, orientato verso la vita civile.

La cultura non è ancora qualcosa per tutti: si raggiunge con l’emancipazione, e nonostante
la sua bellezza di ideale viene osteggiata nella maggioranza dei casi dalle Istituzioni.
Breve storia della Cultura                                     4

Illuminismo: il momento in cui la cultura perde il suo carattere
aristocratico.

Nasce la Encyclopédie: ne entrano a far parte le arti tecniche e
meccaniche e le scienze della natura, superando quella dicotomia
culturale - materiale dei secoli precedenti.

Cultura significa il complesso delle cognizioni acquisite dall’umanità, che
 devono essere trasmesse da una generazione all’altra e accresciute
           attraverso l’impiego dei poteri razionali dell’uomo.

Questo non avviene naturalmente nelle società: per questo le rivoluzioni
cercano di “liberare” l’uomo.
Breve storia della Cultura                                      4

Voltaire, Siècle de Louis XIV (1751): si propone esplicitamente di
allargare l’orizzonte della ricerca storica al di là delle guerre, delle
conquiste, delle vittorie e delle sconfitte, delle vicende dinastiche per
considerare anche i cambiamenti del costume, i fenomeni artistici e
letterari, le dottrine filosofiche, le credenze religiose, lo sviluppo delle
scienze e le loro applicazioni tecnologiche, i progressi delle industrie e
del commercio, che consentono di individuare un periodo storico nella
sua specifica fisionomia.

   Cultura come qualcosa che esiste, e che è comune, nelle sue
                  differenze, a tutti gli uomini.

      …Qualcosa che ha a che fare con lo Spirito delle Nazioni…
Breve storia della Cultura                                      5

Fine del XVIII secolo: la cultura continua ad essere considerata un
processo di formazione; che risulta però determinato in base al
riferimento a un patrimonio intellettuale che è proprio non più del singolo
individuo, ma di un popolo o anche dell’umanità intera.

Le fasi di sviluppo della cultura coincidono con le tappe del cammino
dell’umanità. J.G. Von Herder (1784-91) nel suo Ideen zur Philosophie
der Geschichte der Menschheit, concepisce la cultura come

 un processo che coinvolge l’intero genere umano, che si distacca dalla
propria origine naturale e si educa progressivamente, seguendo un piano
 provvidenziale che si attua attraverso il passaggio da un popolo all’altro.
Breve storia della Cultura             2 -> 5

                       1200
Identità collettiva   Chiesa
  SUPERIORE/
  UNIVERSALE

                                  Qualcosa che succede
                      Stato           sempre a tutti
                       1700
                                   NONOSTANTE NOI

          Cultura = (in qualche modo) storia
Breve storia della Cultura                                                  6

Nuovo concetto di cultura: l’antropologia evoluzionistica

Primitive culture (1873) di E.B. Tylor.

La cultura non designa più soltanto le attività specificamente intellettuali, ma
comprende anche tutte le abitudini e le capacità acquisite e trasmesse socialmente.
Perciò, ovunque esista o sia esistita una società umana con propri modi di vita, esiste
cultura.

Inizio della concezione contemporanea di cultura, che comincia ad essere

un grande contenitore per elementi dell’individuo, dell’esistenza sociale, delle abitudini
 mondane, eliminando lentamente quella distinzione tra materiale ed intellettuale che
       riconduceva ad un asse bene - male, ricco - povero, positivo - negativo.
Primitive Culture

  « La cultura, o civiltà, intesa nel suo ampio senso etnografico,
             è quell’insieme complesso che include
 la conoscenza, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume
e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo come
                     membro di una società. »
Primitive Culture

Cultura è quindi:

• soggetto storico dell'evoluzione umana
• particolare patrimonio collettivo di un gruppo umano.

Il termine civiltà indica il processo di evoluzione culturale
dell’umanità, un processo che va dal semplice (inizio della vita
sulla terra) al complesso.
Quando parla di scenari più locali e ristretti, come quelli di una
tribù o di un popolo, Tylor usa il termine cultura.

                      Civiltà: dover essere
               Cultura: essere in modo collettivo
Primitive Culture
•   L'opposto di cultura è la natura. La natura è universale perché è la base dell'uguaglianza di
    tutti gli uomini, che hanno lo stesso patrimonio genetico e lo stesso destino biologico (nascita-
    crescita-morte).

•   La natura è universale mentre la cultura è particolare. Tylor enfatizza il ruolo dei costumi e delle
    abitudini nella sua definizione di cultura, rispetto alla definizione illuminista di insieme di
    conoscenze (artistiche, filosofiche, giuridiche): l'arte, la morale, sono universali, i costumi sono
    particolari e locali per definizione.

•   La cultura non si trasmette per via genetica, non è ereditaria e tale per nascita (come per il
    patrimonio biologico), ma viene appresa dagli individui nel corso della loro vita, soprattutto
    nelle prime fasi. Questa acquisizione è inconsapevole e si basa sull'interazione sociale,
    sull'imitazione e l'inferenza: l’antropologia chiama questo processo inculturazione.

•   La cultura è infine un insieme complesso. Tutti quegli elementi citati da Tylor – costume, arte,
    morale, credenze ecc. – non sono slegati gli uni dagli altri ma costituiscono una totalità
    organizzata tale per cui la cultura è un tutto diverso dalla somma delle parti che la
    compongono.

•   Tylor sarà una delle basi di Emile Durkheim per definire la cultura come fatto sociale.
Puoi anche leggere