Che cosa è l'Antropocene? - Il cambiamento climatico non è il solo problema Federico M. Butera - Professore emerito, Politecnico di Milano ...
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Che cosa è l’Antropocene? Il cambiamento climatico non è il solo problema Federico M. Butera – Professore emerito, Politecnico di Milano – e-mail: federico.butera@polimi.it
Energia solare Il funzionamento della biosfera (energia di alta qualità) per 550 milioni di anni La materia è continuamente riciclata e riusata. L’energia Calore a bassa occorrente per il funzionamento temperatura, energia è quella solare di bassa qualità)
Energia solare Estrazioni globali di acqua (energia di alta qualità) Concentrazione di CO2 Immissioni di azoto e fosforo Cambiamento uso del suolo Calore a bassa temperatura, energia di bassa qualità)
Energia solare Il ciclo della biosfera non è più chiuso. (energia di alta qualità) Gli ecosistemi vengono perturbati Alcuni effetti: ➢ l’eccesso di carbonio si concentra nell’atmosfera e negli oceani; ➢ l’eccesso di azoto e di fosforo inquina acqua e suolo; ➢ l’acqua estratta dal sottosuolo e spostata dai corpi idrici ai campi ne altera il ciclo ➢ le nuove entità chimiche e biologiche agiscono selettivamente sulle specie e riducono la biodiversità ➢ gli ecosistemi sono destabilizzati dalla riduzione di biodiversità CO2 Composti azotati, fosfati + nuove entità chimiche e Calore a bassa organiche temperatura, energia + aerosol di bassa qualità)
S.O.S. Spazio Operativo Sicuro Limiti planetari Nove sono i principali processi che regolano la stabilità e la resilienza del sistema terrestre, e per ciascuno esiste un limite da non superare per non innescare fenomeni incontrollabili. Fonte: W. Steffen et al., Planetary boundaries: Guiding human development on a changing planet, Science 13 February 2015, Vol 347 Issue 6223
Fonte: W. Steffen et al., Planetary boundaries: Guiding human development on a changing planet, Science 13 February 2015, Vol 347 Issue 6223
Biodiversità Il 25% di animali e piante (quasi un milione di specie) potrà estinguersi nel corso delle prossime decadi Il 75% delle nostre colture è a rischio a causa della scomparsa di impollinatori Fonte: Global Sustainable Development Report 2019, The Future is Now: Science for Achieving Sustainable Development, United Nations, Department of Social and Economic Affairs - https://sustainabledevelopment.un.org/content/documents/24797GSDR_report_2019.pdf
La perdita di biodiversità è il pericolo più grave di tutti, perché può portare al collasso del sistema che ci sostiene: la biosfera Il valore annuale globale dei servizi ecosistemici terrestri è stato stimato pari a 75-85 mila miliardi di dollari nel 2011. Molto più del PIL mondiale annuale. Fonte: IPCC, Climate Change and Land, 2019
La superficie arabile terrestre è pari al 34% di tutte le terre emerse, ma quella usata per la produzione agricola è solo il 10%. Il resto è pascolo e terreni abbandonati. Solo il 45% della produzione agricola è destinata al cibo che va direttamente sulla nostra tavola, e di questa circa un terzo finisce fra i rifiuti. Il 33% di tutti i terreni produttivi e l’80% di tutta la terra coltivabile serve per la alimentazione animale. Fonte: OECD/FAO (2018), Prospettive agricole OCSE-FAO 2018-2027, OECD Publishing Spreco Fonte: WWF, Living Planet Report 2016
In termini di biomassa, misurata come peso di carbonio, di tutti i mammiferi esistenti sulla terra, il 96% sono uomini o animali allevati, solo il 4% sono selvatici Solo il 30% della biomassa avicola terrestre è costituita da uccelli selvatici, il 70% è pollame Fonte: Y. M. Bar-On, The biomass distribution on Earth, (2018) www.pnas.org/cgi/doi/10.1073/pnas.1711842115
Oltre il 60% del cibo prodotto (33% + 30%) non viene usato per l’alimentazione umana. Riducendo gli sprechi e l’allevamento si potrebbero sfamare ben più degli 11 miliardi di persone che si prevede ci saranno sulla Terra nel 2100.
I punti critici (tipping points)
I fenomeni non lineari La temperatura aumenta I ghiacci si La quota di sciolgono radiazione solare riflessa diminuisce e quella assorbita aumenta
Scioglimento del permafrost
Lo stesso vale per la biodiversità
A causa di tutte le alterazioni che abbiamo apportato alla biosfera siamo entrati in una nuova epoca geologica, l’Antropocene. ANTROPOCENE La sesta estinzione
Come si coniuga la sostenibilità ambientale con la qualità della vita?
Un indicatore sintetico del consumo di risorse è l’impronta ecologica. Il consumo di risorse naturali è raddoppiato dal 1966 e attualmente stiamo usando l’equivalente di 1,7 pianeti per sostenere il nostro sistema economico. C’è un limite che non possiamo modificare: la velocità di rigenerazione delle risorse naturali Impronta ecologica: è una misura, in ettari, di quanta terra produttiva e acqua ha bisogno un individuo, una città, uno stato o l’umanità per produrre tutte le risorse che consuma e per assorbire tutti i rifiuti che genera Biocapacità: è la capacità rigenerativa della Terra Impronta ecologica Biocapacità Fonte: WWF, Living Planet Report 2016
Indice di sviluppo umano Sviluppato dall’UNDP, United Nations Development Program
Nessun paese ha raggiunto un elevato sviluppo umano senza superare i limiti ambientali misurati dall'impronta ecologica Biocapacità Dovremmo tutti stare qui Viceversa, nessun paese entro i limiti dell’impronta ecologica ha un indice di sviluppo umano sufficiente Fonte: European Commission, Reflection Paper - Towards a Sustainable Europe by 2030, 30 January 2019
Più alto è il PIL pro-capite, più grande è l’impronta ecologica Il prodotto interno lordo (PIL) è pari alla somma dei beni e dei servizi finali prodotti da un paese in un dato periodo di tempo. Biocapacità globale Fonti: http://www.gapminder.org/ http://www.footprintnetwork.org/en/index.php/GFN/page/footprint_data_and_results/
L'unico modo per tutte le nazioni del sud del mondo di raggiungere un livello decente di sviluppo umano senza innescare un ulteriore incremento dell’impronta ecologica globale è che le nazioni ricche riducano significativamente le loro impronte ecologiche. Il che significa diminuire il PIL pro-capite. Qualsiasi riduzione del PIL pro-capite non è compatibile con l’attuale modello di sviluppo economico, che dipende fondamentalmente da una continua crescita della produzione e del consumo. Le strategie di decrescita richiederanno quindi il cambiamento del modello economico, smitizzando la crescita del PIL.
Per anni le statistiche hanno raffigurato una crescita economica sempre più robusta come una vittoria sulla scarsità, fino a quando non è venuto alla luce che questa crescita stava mettendo in pericolo il futuro del pianeta e stava distruggendo più di quello che stava creando. JP Fitussi, A Sen, J Stiglitz, Mismeasuring Our Lives: Why GDP Doesn't Add Up, The New Press, 2010 Amartya Sen, Premio Nobel Joseph Stiglitz, Premio Nobel Jean-Paul Fitoussi, in scienze economiche 1998 in scienze economiche 2001 economista
L’aumento del PIL non aumenta la felicità.. 30
Che fare?
Entrare nella logica dell’economia circolare • riducendo la quantità di materie necessarie a fornire un determinato servizio allungando la vita utile dei prodotti, IN SINTESI: RIDURRE LA PRODUZIONE • riducendo il consumo di energia e di materie nelle fasi di produzione e di uso meno oggetti • riducendo l'uso di materie difficili da riciclare meno automobili • concependo prodotti facili da mantenere in buono stato, da riparare, meno ferro, cemento e vetro ammodernare, rifabbricare o riciclare • sviluppando servizi di manutenzione, meno carne riparazione ecc., • stimolando i consumatori con misure d'incentivo e di sostegno a favore delle riduzione dei rifiuti e della loro corretta separazione, ….......
Occorre diminuire la quantità di beni superflui ed effimeri che entrano nel sistema economico, aderendo allo spirito della economia circolare. Beni devono essere durevoli, riparabili e riciclabili e, soprattutto, veramente utili e a basso impatto ambientale, diretto e indiretto.
La sesta estinzione ci tocca direttamente, perché siamo parte integrante della biosfera. Dobbiamo evitarla ad ogni costo, e le condizioni per farlo ci sono, ma per metterle in atto occorre modificare sostanzialmente il modello economico e culturale che ci ha portato all’Antropocene. Un modello basato sull’avidità e sul mito della crescita indefinita. ANTROPOCENE PIL
USA La crescita del PIL Giova solo a loro
La disuguaglianza cresce dappertutto, assieme al riscaldamento globale e alla perdita di biodiversità 26 persone possiedono quanto la metà più povera dell’umanità, 3,8 miliardi di persone Fonti: A. Deaton, La minaccia della disuguaglianza, Le Scienze, nov. 2016 Oxfam - Bene pubblico o ricchezza privata?, 2019
Greta Thunberg alle Nazioni Unite
Cambiare il modello economico, il modello culturale, il modello istituzionale La prospettiva di una catastrofe planetaria come occasione per trasformare e migliorare la nostra società.
e-mail: federico.butera@polimi.it www.connettere.org
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