Tumori del colon e retto, nel Viterbese 280 casi l'anno, la Asl scende in campo con vari professionisti - TusciaTimes

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Tumori del colon e retto, nel Viterbese 280 casi l'anno, la Asl scende in campo con
vari professionisti

 di WANDA CHERUBINI-
VITERBO - In un anno sono circa 280 i pazienti affetti da tumore al colon e retto registrati nella provincia di Viterbo. Un dato,
purtroppo, in continua crescita. La prevenzione e la diagnosi precoce continuano, quindi, ad essere le migliori armi per combattere la
malattia del cancro.
La Asl di Viterbo ha così messo in campo un percorso diagnostico terapeutico multidisciplinare, che permette ai pazienti con
sospetto di tumore e residenti nella Tuscia, di avere tutte le risposte terapeutiche necessarie per soddisfare le loro esigenze. Questa
mattina, il nuovo percorso integrato è stato presentato nel corso di una conferenza stampa

 tenuta dal direttore generale della Asl, Daniela Donetti e dai professionisti del gruppo multidisciplinare, formato da chirurghi,
oncologi, radioterapisti, radiologi, patologi, biologi molecolari, endoscopisti, psicologi e da un coordinatore infermieristico.
"Questo percorso si basa su quattro pilastri come sono: qualità, efficacia della cura, orientamento e presa in carico del paziente - ha
esordito Donetti - La qualità si ha attraverso l'approccio multidisciplinare che prende in carico il paziente per tutto il suo percorso di
cura. L'efficacia si ha mediante una valutazione costante, mentre la presa in carico e l'orientamento del cittadino consentono al
paziente di avere tutte le informazioni di cui deve essere reso conscio. Il gruppo multidisciplinare, inoltre, lavorerà insieme per
definire un percorso di cura con tutte queste caratteristiche e qualità". Donetti ha, infine, evidenziato come tale percorso sia in realtà
già operativo. Dopo la proiezione di un breve video esplicativo, la parola è passata al capo dipartimento multidisciplinare, il dott.
Luciano Pompei, che ha rimarcato come i gruppi interdisciplinari si siano già costituiti spontaneamente per i tumori
cervico-facciali e per l'apparato urinario.
Il prof. Macarone, responsabile della rete oncologica dei tumori del colon e del retto ha evidenziato l'importanza della rete avviata
tra i professionisti non solo di Belcolle, ma anche degli ospedali di periferia, primo esempio nelle Asl regionali di tale tipo di
collaborazione ed ha aggiunto: ?Già da qualche anno è stata attivata a Belcolle questa iniziativa per il tumore del colon e del retto,
poi è

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 Macarone
stato elaborato questo documento e siamo tra le prime Asl ad aver attuato questo percorso integrato. Il nostro ospedale, in un ranking
regionale, grazie anche al progetto di screening, occupa il settimo posto nei volumi di attività chirurgica per i tumori del colon e
del retto. Il volume equivale a qualità. E' questa una cosa estremamente importante perché garantisce ulteriormente i cittadini sulle
qualità delle cure".
La parola è passata al dott. Faggiani, responsabile dello screening del colon e retto, che ha aggiunto: "La gastroenterologia ha
integrato il percorso dello screening del campo rettale. Per la prima volta lo screening ha documentato una riduzione del numero di
morti per quella patologia. Sempre più le tecniche resettive di endoscopia permettono già di risolvere i tumori di tipo T1".
Il dott. Anselmi ha spiegato come il percorso dello screening del colon e retto sia molto articolato e come molto si possa ancora
dare ed ottenere per arrivare ad una piena prevenzione.
Il primario di Radiologia, prof. Guglielmo Pofi ha evidenziato come la diagnostica per immagini svolga un ruolo specifico, in
particolare per la stadiazione della malattia in base alla quale verrà stabilito l'approccio terapeutico e per il follow up oncologico.

 Pofi
"Il paziente, inoltre - ha affermato Pofi - che si affida a noi non dovrà andare a prenotarsi al Cup per le varie visite, ma riceverà una
semplice telefonata a casa".
Il dott. Campanile, primario di Chirurgia di Civita Castellana ha evidenziato l'aspetto originale della rete, che permette di avere
degli specialisti a disposizione in tutta la provincia.
Il dott. Cavasino, direttore di Psicologia di Belcolle ha messo in risalto l'mportanza della presa in carico non solo dei pazienti, ma
anche delle loro famiglie.
La parola è, infine, andata al prof. Ruggeri, direttore di Oncologia di Belcolle, che ha evidenziato come l'obiettivo di questo
percorso sia far curare il paziente vicino al proprio domicilio nel miglior modo possibile. "Non può ancora accadere, come mi è
successo mercoledì scorso - tuona Ruggeri - che viene da me un paziente con sospetto tumore dopo due mesi e mezzo, avendo perso
del tempo prezioso per essere stato indirizzato prima a Torontola per la Tac e poi a Chieti. I medici di famiglia devono inviarli a noi
subito per avere in poco tempo un percorso definitivo. E' fondamentale concentrare il tempo che intercorre tra il sospetto di tumore e
la prima visita".

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 Faggiani
Il direttore generale della Asl Donetti ha evidenziato due aspetti importanti di questo percorso che sono l'equità e l'innovazione
organizzativa. Il dott. Ruggeri ha rimarcato l'importanza di informare i medici di base di questa realtà.
Il dott. Faggiani ha spiegato come lo screening per i tumori del colon e del retto comprenda la fascia d'età che va dai 50 ai 74 anni,
ma come, purtroppo, il cancro al colon e retto sia presente anche tra i giovani, sia asintomatico ed anche senza familiarità.
Il dott. Ruggeri ha aggiunto che è attivo anche un ambulatorio pomeridiano per sospetti tumori del colon e dei polmoni.
Il dott. Pompei ha, infine, evidenziato come la multidisciplinarietà per qualunque patologia oncologica migliori la
sopravvivenza dei pazienti.
Di seguito spieghiamo in cosa consiste il percorso integrato di cura per i tumori del colon e del retto.

 Il percorso di cura si attiva quando il medico di medicina generale o lo specialista riscontra nel suo assistito dei sintomi persistenti
riferibili a una sospetta patologia colon rettale, attraverso la richiesta di visita specialistica. Un altro fondamentale punto di accesso
alla rete è rappresentato dal programma di screening del colon retto attivato presso la Asl di Viterbo nel 2014.
  Il programma di screening è rivolto a tutti gli uomini e le donne del Viterbese di età compresa tra i 50 e i 74

Ruggeri

anni e si avvale di oltre 110 centri di raccolta delle provette dislocati in tutto il territorio che vengono consegnate al centro di
lettura dove viene eseguita la ricerca del sangue occulto nelle feci. Se l'esito dell'esame è negativo viene spedita a casa la risposta.
Nei casi di positività gli utenti vengono contattati telefonicamente per essere invitati a eseguire gli accertamenti più approfonditi e
inviati allo specialista gastroenterologo.
 Le persone che vengono riscontrate positive alla ricerca del sangue occulto vengono invitate presso i centri di Belcolle, Tarquinia e
Civita Castellana per un colloquio pre endoscopico, laddove è possibile il problema di salute viene risolto attraverso la colonscopia,
alternativamente, a seguito di una biopsia, il caso verrà trasferito all'attenzione della chirurgia di riferimento, che è quella
Oncologica di Belcolle, per essere sottoposto a tute le procedure necessarie.
 Una volta completata la stadiazione, il caso viene portato alla discussione del Gruppo multidisciplinare che è composto da
professionisti chirurghi, oncologi, radioterapisti, radiologi, patologi, biologi molecolari, endoscopisti digestivi/gastroenterologi,
psicologi e da un coordinatore infermieristico. Il gruppo si riunisce una volta a settimana al fine di definire il percorso terapeutico

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personalizzato in base allo stadio della malattia e alle condizioni cliniche.

Anche i casi dei pazienti che hanno effettuato la visita chirurgica negli ospedali di Civita Castellana e Tarquinia vengono poi
discussi nell'ambito del gruppo multidisciplinare. Nel caso in cui si renda necessario l'intervento chirurgico questo verrà eseguito dal
chirurgo che ne ha seguito il percorso presso l'ospedale di Belcolle.

Nel caso in cui un paziente sia affetto dal tumore del retto, per il quale è necessario eseguire un trattamento radio e chemio

 Pompei
terapico in contemporanea, il confronto all'interno del gruppo multidisciplinare, oltre a definire il programma terapeutico, ne
consente una più rapida attivazione, riducendo i tempi di attesa.

Una volta eseguito l'intervento chirurgico e con l'esame istologico a disposizione, il caso è ridiscusso nell'ambito del team
multidisciplinare per il programma successivo che può prevedere o la terapia oncologica o il follow up. A questo punto viene
programmato un incontro dell'oncologo con il paziente nell'ambito di un ambulatorio specificamente dedicato a questa
patologia, attivo una volta alla settimana. Se è necessario avviare un programma di chemioterapia, l'oncologo provvede a
prenotare direttamente l'inizio della terapia nel day hospital, altrimenti provvederà a dare un appuntamento per le visite di controllo
successive.

I pazienti in terapia e in follow up hanno un percorso agevolato per l'esecuzione degli esami, sia nella fase pre chirurgica sia in
quella di controllo, che vengono programmati senza che il paziente debba recarsi al Cup.

Alcuni pazienti, durante l'intervento chirurgico, necessitano del posizionamento di un'enterostomia. A Belcolle esiste un centro
specificamente dedicato a questi pazienti i quali, insieme ai loro familiari, vengono addestrati all'uso del presidio e ai quali viene
fornita una consulenza per quanto riguarda problemi di varia natura, per migliorare la loro qualità di vita.

 In tutto il percorso è disponibile uno psicologo che garantisce il supporto e il sostegno ai pazienti e ai loro familiari. In questo
ambito è fondamentale anche il ruolo svolto dalle associazioni di volontariato, una presenza indispensabile in grado di raccogliere le
preoccupazioni e le istanze dei pazienti e di trasmetterle ai professionisti impegnati nel percorso.

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 Campanile
 Cosa prevede il percorso integrato di cura per i tumori del colon e del retto- Il percorso di cura si attiva quando il medico di
medicina generale o lo specialista riscontra nel suo assistito dei sintomi persistenti riferibili a una sospetta patologia colorettale,
attraverso la richiesta di visita specialistica. Un altro fondamentale punto di accesso alla rete è rappresentato dal programma di
screening del colon retto attivato presso la Asl di Viterbo nel 2014.
 Il programma di screening è rivolto a tutti gli uomini e le donne del Viterbese di età compresa tra i 50 e i 74 anni e si avvale
di oltre 110 centri di raccolta delle provette dislocati in tutto il territorio che vengono consegnate al centro di lettura dove viene
eseguita la ricerca del sangue occulto nelle feci. Se l'esito dell'esame è negativo viene spedita a casa la risposta. Nei casi di positività
gli utenti vengono contattati telefonicamente per essere invitati a eseguire gli accertamenti più approfonditi e inviati allo specialista
gastroenterologo.Le persone che vengono riscontrate positive alla ricerca del sangue occulto vengono invitate presso i centri di
Belcolle, Tarquinia e Civita Castellana per un colloquio pre endoscopico,

Bray

laddove è possibile il problema di salute viene risolto attraverso la colonscopia, alternativamente, a seguito di una biopsia, il caso
verrà trasferito all'attenzione della chirurgia di riferimento, che è quella Oncologica di Belcolle, per essere sottoposto a tute le
procedure necessarie.
 Una volta completata la stadiazione, il caso viene portato alla discussione del Gruppo multidisciplinare che è composto da
professionisti chirurghi, oncologi, radioterapisti, radiologi, patologi, biologi molecolari, endoscopisti digestivi/gastroenterologi,
psicologi e da un coordinatore infermieristico. Il gruppo si riunisce una volta a settimana al fine di definire il percorsoterapeutico
personalizzato in base allo stadio della malattia e alle condizioni cliniche.
  Anche i casi dei pazienti che hanno effettuato la visita chirurgica negli ospedali di Civita Castellana e Tarquinia vengono
poi discussi nell'ambito del gruppo multidisciplinare. Nel caso in cui si renda necessario l'intervento chirurgico questo verrà
eseguito dal chirurgo che ne ha seguito il percorso presso l'ospedale di Belcolle.
 Nel caso in cui un paziente sia affetto dal tumore del retto, per il quale è necessario eseguire un trattamento radio e chemio terapico
in contemporanea, il confronto all'interno del gruppo multidisciplinare, oltre a definire il programma terapeutico, ne consente una
più rapida attivazione, riducendo i tempi di attesa.

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Anselmi

Una volta eseguito l'intervento chirurgico e con l'esame istologico a disposizione, il caso è ridiscusso nell'ambito del team
multidisciplinare per il programma successivo che può prevedere o la terapia oncologica o il follow up. A questo punto viene
programmato un incontro dell'oncologo con il paziente nell'ambito di un ambulatorio specificamente dedicato a questa
patologia, attivo una volta alla settimana. Se è necessario avviare un programma di chemioterapia, l'oncologo provvede a
prenotare direttamente l'inizio della terapia nel day hospital, altrimenti provvederà a dare un appuntamento per le visite di controllo
successive.

I pazienti in terapia e in follow up hanno un percorso agevolato per l'esecuzione degli esami, sia nella fase pre chirurgica sia
in quella di controllo, che vengono programmati senza che il paziente debba recarsi al Cup.

Cavasino

Alcuni pazienti, durante l'intervento chirurgico, necessitano del posizionamento di un'enterostomia. A Belcolle esiste un centro
specificamente dedicato a questi pazienti i quali, insieme ai loro familiari, vengono addestrati all'uso del presidio e ai quali viene
fornita una consulenza per quanto riguarda problemi di varia natura, per migliorare la loro qualità di vita.
 In tutto il percorso è disponibile uno psicologo che garantisce il supporto e il sostegno ai pazienti e ai loro familiari. In
questo ambito è fondamentale anche il ruolo svolto dalle associazioni di volontariato, una presenza indispensabile in grado di
raccogliere le preoccupazioni e le istanze dei pazienti e di trasmetterle ai professionisti impegnati nel percorso.

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