Camminare Insieme - PARROCCHIA S.G. BENEDETTO COTTOLENGO OPERA DON ORIONE - Pweb

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Camminare Insieme - PARROCCHIA S.G. BENEDETTO COTTOLENGO OPERA DON ORIONE - Pweb
PARROCCHIA S.G. BENEDETTO COTTOLENGO
OPERA DON ORIONE
VIA CELLINI 26 GENOVA – TEL. 010-515252 – E-MAIL PARSGBCOTT @TISCALI.IT
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 Camminare Insieme
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Carissimi

    Il mese di giugno ci introduce nei desiderati mesi estivi
durante i quali la vita della parrocchia rallenta il suo rit-
mo, molte attività si interrompono e le Sante Messe festive
si fanno meno frequentate.
    Concludendosi l’anno pastorale ripenso a quanto ab-
biamo vissuto in questo secondo anno caratterizzato dal
Covid, con l’aiuto del Signore e con la giusta prudenza, la
parrocchia ha portato a compimento tutte le attività pro-
grammate dal calendario stilato ad inizio anno: il catechi-
smo dei fanciulli, gli incontri formativi dei giovani, le riu-
nioni dei gruppi famiglia, la preziosa attività della “caritas” e del Centro di ascolto, la ce-
lebrazione delle prime comunioni e delle cresime dei ragazzi così ben partecipate, la bella
iniziativa del rosario comunitario nei quattro giovedì del mese di maggio. Di tutto rendo
grazie al Signore e contemporaneamente a tutta la comunità parrocchiale.
    Dopo un anno di lavoro, di gioie ma anche di preoccupazioni, di prove e paure dovute
alla presenza della pandemia, un periodo di riposo, di distacco dall’ordinaria vita quoti-
diana appare alquanto necessaria. Molte famiglie si preparano a trascorrere periodi
fuori città, al mare, ai monti, in campagna o in tranquilli soggiorni nei paesi di origine.
Vorrei che questo tempo di riposo non fosse solo del corpo, ma soprattutto psicologico che
ci aiuti a ricostruire l’uomo che è in noi, a prendere coscienza di chi siamo e dove stiamo
andando.

    Anche Dio si dice che “il settimo giorno riposò” ed aveva osservato che tutto, e spe-
                             cialmente la creazione dell’uomo era cosa molto buona. Anche
                                 per noi questo tempo dovrebbe servire per ritrovare la
                                     cosa molto buona, il senso del nostro essere. A prima-
                                       vera inoltrata sono aumentati i segnali di un ritor-
                                        no alla normalità della vita, ma usciamo da un
                                         evolversi di eventi dovuti alla pandemia che han-
                                         no frastornato la sensibilità umana, condizionato
                                         le relazioni, creato insicurezze economiche; la
                                         confusione è grande e la preoccupazione del futu-
                                        ro e anche del presente, ci preoccupa.
                                           Abbiamo bisogno di un tempo per ritrovarci e
                                    riprendere in mano il nostro protagonismo nella

PARROCCHIA S. GIUSEPPE B. COTTOLENGO – OPERA DON ORIONE – ESTATE 2021                        2
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costruzione della storia, di questa storia fatta di tempo e spazio nel quale siamo chiamati
a vivere la novità dell’oggi.
    Le nostre responsabilità, che portiamo avanti con tanta fatica, ci impongono una re-
visione sulle diverse modalità dell’agire, sul loro senso e soprattutto sul contributo che
devono portare nella realizzazione di relazioni umane capaci di costruire un mondo mi-
gliore, una premessa più confortante anche per le nuove generazioni.

    Il silenzio, che riesce a percepire la voce del creato, è la prima esigenza. Un silenzio
che non è solo dell’udito e della bocca, ma soprattutto della mente e del cuore. Il silenzio
capace di scendere nel profondo di noi stessi per sco-
prire le meraviglie nascoste che spesso il quotidiano
smarrisce o non considera perché sopraffatti dalle no-
tizie, spesso inquietanti del nostro mondo.
    La scoperta della nostra coscienza che, come dice-
va san Paolo VI “ è il luogo della presenza di Dio
nell’uomo” è fondamentale, anche per un discernimen-
to ed una valutazione del nostro e dell’altrui operare.
    Il santo vescovo Anselmo d’Aosta, grande mistico
dell’undicesimo secolo, monaco benedettino, insigne
studioso e maestro di vita contemplativa nella sua ope-
ra il “Monologion” fa una proposta ancora attuale:
“Orsù, misero mortale, abbandona per breve tempo le
tue preoccupazioni, lascia per un po’ i tuoi tumultuosi
pensieri. In questo momento non preoccuparti dei tuoi gravi affanni e delle tue faticose
occupazioni. Rivolgi un po’ di tempo a Dio e riposa un po’ in Lui!”. Queste parole scritte a
distanza di secoli sono sempre attuali e sempre nobilissimamente vere. Bisogna acquista-
re lo spirito di meditazione e di contemplazione, perché solo questo può distoglierci dalle
preoccupazioni del momento e darci un po’ di sollievo. Dobbiamo mettere tutto nelle mani
del Signore e solo così sentiremo la pace nel cuore.

    A tutti vada il mio augurio di serene giornate, di tranquillo riposo. Il mio pensiero
corre anche ai non pochi nostri parrocchiani che invece trascorreranno l’estate in città,
resa più tranquilla e vivibile per l’assenza del traffico. Anche ad essi va il mio fraterno
augurio di serenità e di bene.
    Vi invito a rimanere uniti nel ricordo, nella preghiera e nel vincolo della fraternità.
Chiedo al Signore che doni a tutti salute al corpo e serenità all’anima.
    Vi saluto con affetto e vi benedico.

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PAPA FRANCESCO E I NONNI

                               A partire da quest’anno, la quarta domenica di luglio,
             in prossimità della FESTA DEI SANTI GIOACCHINO E ANNA, nonni di Gesù,
                 sarà celebrata la I GIORNATA MONDIALE DEI NONNI E DEGLI ANZIANI,
     istituita da Papa Francesco nell’ambito dell’ Anno “Famiglia Amoris Laetitia”.

      Già alla GMG di Rio de Janei-                                                 Ai nonni, che hanno ricevuto
      ro (26 luglio 2013), in occasio-                                              la benedizione di vedere i figli
      ne della festa dei nonni, Papa                                                dei figli (cfr Sal 128,6), è affi-
      Francesco aveva ricordato                                                     dato un compito grande: tra-
      quanto essi siano importanti           Nell’Incontro del Papa con gli
                                                                                    smettere l’esperienza della
      nella vita della famiglia “per         anziani (26 settembre 2014)
                                                                                    vita, la storia di una famiglia,
      comunicare quel patrimonio             definisce gli anziani come al-
                                                                                    di una comunità, di un popolo;
      di umanità e di fede che è es-         beri che continuano a portare
                                                                                    condividere con semplicità
      senziale per ogni società” e           frutto.
                                                                                    una saggezza, e la stessa fede:
      come sia importante l'incon-                                                  l’eredità più preziosa!
                                             La vecchiaia, in modo partico-
      tro e il dialogo tra le genera-
                                             lare, è un tempo di grazia, nel
      zioni, il quale è un tesoro da
                                             quale il Signore ci rinnova la
      conservare e alimentare so-
                                             sua chiamata: ci chiama a cu-
      prattutto all'interno della fa-
                                             stodire e trasmettere la fede,
      miglia. «I bambini e gli anziani                                              Noi   cristiani, insieme a tutti
                                             ci chiama a pregare, special-
      costruiscono il futuro dei po-
                                             mente a intercedere; ci chia-          gli uomini di buona volontà,
      poli; i bambini perché porte-
                                             ma ad essere vicino a chi ha           siamo chiamati a costruire con
      ranno avanti la storia, gli an-                                               pazienza una società diversa,
                                             bisogno… Gli anziani, i nonni
      ziani perché trasmettono l'e-                                                 più accogliente, più umana,
                                             hanno una capacità di capire
      sperienza e la saggezza della                                                 più inclusiva, che non ha biso-
                                             le situazioni più difficili: ...E
      loro vita» (Documento di Apa-                                                 gno di scartare chi è debole
                                             quando pregano per queste
      recida del 2007) .                                                            nel corpo e nella mente, anzi,
                                             situazioni, la loro preghiera è
                                             forte, è potente!                      una società che misura il pro-
                                                                                    prio “passo” proprio su queste
Avevo sempre sentito questa frase: "ai nipoti si vuole più bene che ai figli!".     persone. Come cristiani e co-
Non mi sento di condividerla del tutto perché ritengo che il bene sia grande allo   me cittadini, siamo chiamati a
stesso modo, ma espresso in forma diversa.                                          immaginare, con fantasia e
Con l‘avanzare dell’età si diventa più pazienti, più permissivi e l’esperienza ci   sapienza, le strade per affron-
permette di non commettere gli stessi errori.                                       tare questa sfida.
Quando sono diventata nonna la prima volta è stato come fare un tuffo nel           Un popolo che non custodisce
passato e lo stesso si è magicamente ripetuto altre due volte. Sono proprio in-     i nonni e non li tratta bene è
namorata delle mie tre nipotine che mi riempiono di gioia e danno la forza di       un popolo che non ha futuro!
guardare al futuro con serenità nonostante il periodo non troppo bello che          Perché non ha futuro? Perché
stiamo passando.                                                                    perde la memoria, e si strap-
Ho cercato di imparare ad essere nonna dall’esempio delle due meravigliose          pa dalle proprie radici.
donne, mia nonna e mia mamma, che mi hanno fatto crescere circondandomi
di un amore profondo , nel rispetto del prossimo, che spero di riuscire a tra-
smettere alle mie tre splendide creature. Nonni Gabriella e Franco
      PARROCCHIA S. GIUSEPPE B. COTTOLENGO – OPERA DON ORIONE – ESTATE 2021                                         4
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Abbiamo iniziato a sentirci “nonni”
                                                                          quando una sera dopo cena nostro fi-
Papa Francesco esorta i nonni      impariamo a trattare bene gli
                                                                          glio Daniele è venuto e ci ha detto “Ci
ad avere “la responsabilità di     anziani, così tratteranno noi”.
                                                                          sono novità…”.
tenere vive queste radici (…)
                                                                          Pensiamo che, tra le tante cose, essere
con la preghiera, la lettura       Poeti della preghiera; cora-           nonni porti serenità ai figli (perché
del Vangelo, le opere di mise-     le permanente di un gran-
                                                                          sanno che possono sempre contare su
ricordia. Così rimaniamo co-       de santuario spirituale
                                                                          di noi), un affetto particolare ai nipoti
me alberi vivi, non smettono
                                                                          (che possiamo anche un po’ viziare),
di portare frutto. Una delle
                                   Nell’Udienza Generale dell’11          rivivere il nostro essere stati bambini
cose più belle della vita di
                                                                          (quando i nipoti ti chiedono “nonna mi
famiglia, ... è accarezzare un        marzo 2015, il Santo Padre
                                                                          racconti cosa combinavi da piccola”…).
bambino e lasciarsi accarez-         invita i nonni a diventare un
                                                                          Certo la vita è più piena ed impegnata
zare da un nonno e da una           po’ “poeti della preghiera: ...
                                                                          e noi non abbiamo “l’energia” di una
nonna”.                             riappropriamoci di quello che
                                                                          volta ma è comunque un vero gioioso
                                     ci insegna la Parola di Dio. La
                                                                          piacere. Nonni Elena e Bruno
                                     preghiera degli anziani e dei
                                            nonni è un dono per la
                                                Chiesa! Una grande
                                                    iniezione di sag-
                                                     gezza anche per
                                                       l’intera società
                                                       umana: soprat-
                                                       tutto per quel-
                                                      la che è troppo
                                                   indaffarata, trop-
                                                po presa, troppo di-
                                            stratta. Qualcuno deve
                                     pur cantare, anche per loro.
Dove non c’è onore per gli         I nonni e le nonne formano la
anziani, non c’è futuro per i      “corale” permanente di un
giovani!                           grande santuario spirituale,
                                   dove la preghiera di supplica e
Nell’Udienza    Generale del 4     il canto di lode sostengono la
marzo 2015, si è soffermato        comunità che lavora e lotta
ancora sulla società contem-       nel campo della vita…. com’è
poranea, in cui prevale la cul-    bello l’incoraggiamento che              Papa Francesco esorta i nonni
tura del profitto che fa appari-   l’anziano riesce a trasmettere           a parlare con i nipotini: “Parla-
re i vecchi come un peso, una      al giovane in cerca del senso            te. Lasciate che loro vi faccia-
zavorra, uno “scarto”, in cui la   della fede e della vita! ...Come         no domande. Sono di una pe-
gratuità e l’affetto senza con-    vorrei una Chiesa che sfida la           culiarità diversa dalla nostra,
tropartita vanno scomparen-        cultura dello scarto con la              fanno altre cose, a loro piac-
do. “L’anziano non è un alie-      gioia traboccante di un nuovo            ciono altre musiche, ma han-
no. L’anziano siamo noi: fra       abbraccio tra i giovani e gli            no bisogno degli anziani, di
poco, fra molto, inevitabil-       anziani!”                                questo parlare continuo”.
mente comunque, anche se
non ci pensiamo. E se noi non

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Il Santo Padre ha voluto omaggiare la figura dei nonni, dedicando una giornata tutta per loro.I figli per una coppia sono
un dono di Dio, i genitori si impegnano molto nel farli crescere, dare loro una buona educazione, accompagnarli nelle
scelte della loro vita.
Ma essere nonni è una grazia, perché i nipoti sono la gioia più grande che si possa avere dalla vita. I nonni servono per
coccolare, viziare, amare incondizionatamente i nipoti. Essi sono la luce dei nostri occhi e sono coloro che sulla strada
della nostra vecchiaia, ci aiutano, ci sostengono, ma soprattutto ci donano tutto il loro amore e la loro riconoscenza. In
questo brutto periodo di pandemia, che stiamo vivendo, è grazie a loro se riusciamo a vincere la solitudine, la tristezza e
lo stato di abbandono. Di questo noi ne possiamo dare testimonianza, perché le nostre cinque meravigliose ragazze ci
sono vicine, anche se virtualmente, con tutto il loro affetto. Nonni Annalisa e Luigi.

     Memoria spirituale del po-
     polo e testimoni della cul-
     tura della vita

     “Quanti nonni si prendono cu-
     ra dei nipoti, trasmettendo
     con semplicità ai più piccoli
     l’esperienza della vita, i valori
     spirituali e culturali di una
     comunità e di un popolo!
     “Gli anziani hanno la missio-
     ne di testimoniare i valori che
     contano, … perché sono in-
     scritti nel cuore di ogni essere
     umano e garantiti dalla Paro-
     la di Dio” e che “ogni stagio-
                                                                 O Dio, Padre di bontà e di tenerezza,
     ne dell’esistenza è un dono di
                                                                         ti prego per i nonni:
     Dio e ha una sua bellezza e
     una sua importanza, anche se                          mi vogliono bene
     segnate da fragilità”                                 si prendono cura di me,
                                                           vegliano sui miei passi,
     Concludiamo con le parole del
                                                           con amore e pazienza,
     Papa: “Cari nonni e care non-                         e hanno tempo per me.
     ne grazie per l’esempio che
     offrite di amore, di dedizione                        Grazie, Signore, per i nonni
     e di saggezza. … Non manchi-                          che mi hai messo accanto.
     no alla società il vostro sorriso                     Proteggili sempre.
     e la bella luminosità dei vostri                      Dona loro salute e vita.
     occhi”. (Nonni Giovanna e Pie-
     ro)                                                   Riempi il loro cuore di gioia.
                                                           Ascolta le loro preghiere.
        Sono rinati a vita nuova                           Accompagnali con la tua benedizione.

     e consacrati “Tempio di Dio”:                         Signore, fa’ che insieme a papà e mamma
                                                           i nonni mi aiutino a parlare con Te
                FAVALI LINDA                               e a “sentire” quanto tu sei buono e amabile. Amen

          GANDOLFI GIORGIO

     PARROCCHIA S. GIUSEPPE B. COTTOLENGO – OPERA DON ORIONE – ESTATE 2021                                         6
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L'11 maggio la presentazione del Motu Proprio
      con cui Francesco stabilisce che anche chi prepara
   ai sacramenti in parrocchia svolge un compito ufficiale.
           Il Papa: essere catechisti è una vocazione.

                                     Significativo il videomessaggio inviato da Francesco il 22 settembre 2018 al convegno
                                     internazionale: “Il catechista, testimone del mistero” in cui veniva evidenziato il compito
                                     di «primo annuncio» affidato a chi è chiamato più che a insegnare, a comunicare e te-
                                     stimoniare la fede. E primo annuncio vuol dire «sottolineare che Gesù Cristo morto e ri-
                                     sorto per amore del Padre, dona il suo perdono a tutti senza distinzione di persone, se
                                     solo aprono il loro cuore a lasciarsi convertire!». Una trasmissione, anche, di freschezza
                                     e gioia, espressione di una fede «che accende i cuori, perché immette il desiderio di in-
Nasce il ministero del catechi-      contrare Cristo». E che guardando a lui, valorizza, nel solco del Concilio il ruolo dei laici, i
sta. Chiamato non solo a svol-       loro talenti. Un impegno peraltro la cui portata già oggi viene evidenziata in molte dioce-
gere un compito ma a rispon-
                                     si attraverso il cosiddetto mandato al catechista. A documentare che non di azione per-
dere a una precisa chiamata.
Cioè, per utilizzare le parole del   sonale si tratta ma di un cammino inserito in una dimensione comunitaria.
Papa, a «essere» catechista,
non a vivere questa dimensio-
ne come se fosse un lavoro. Si-
gnifica preparazione, servizio
alla Parola di Dio, testimonian-
za di fede. Un perimetro
d’azione che ora trova espres-
sione nella Lettera apostolica in
forma di Motu proprio “Anti-
quum ministerium” presentata
l’11 maggio da monsignor Rino
Fisichella, presidente del Ponti-     «Questo – disse il Papa ai partecipanti all’incontro promosso dall’Ufficio catechisti-
ficio Consiglio per la promozio-      co nazionale della Cei – è il tempo di comunità missionarie, libere e disinteressate
ne della nuova evangelizzazio-        che percorrano i sentieri della gente del nostro tempo, chinandosi su chi è al mar-
ne e da monsignor Franz-Peter         gine». Comunità capaci di ascoltare i giovani delusi, di accogliere i rifugiati, di dare
Tebartz-van Elst, delegato per        speranza agli sfiduciati, di dialogare «con chi ha idee diverse». Nel segno di un rin-
la catechesi presso lo stesso         novamento capace di interloquire con l’oggi ma senza annacquare le proprie radici,
dicastero. Concretamente do-          nella piena fedeltà al Vangelo. «Come nel dopo-Concilio la Chiesa italiana è stata
vrebbe voler dire che, come           pronta e capace nell’accogliere i segni e la sensibilità dei tempi – aggiunse il Ponte-
accade ad esempio per accoli-         fice –, così anche oggi è chiamata ad offrire una catechesi rinnovata, che ispiri ogni
tato e lettorato (ministeri isti-     ambito della pastorale: carità, liturgia, famiglia, cultura, vita sociale, economia». La
tuiti), anche chi è chiamato alla     catechesi come servizio alla Parola, dunque, come testimonianza dell’amore del
preparazione dei sacramenti in        Cristo vivente, come artigianato di fraternità, che trova linfa vitale nella liturgia e
parrocchia, avrà un compito           nei sacramenti. Come vocazione. Come ministero.
ufficiale.

      PARROCCHIA S. GIUSEPPE B. COTTOLENGO – OPERA DON ORIONE – ESTATE 2021                                              7
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FATE GRANDI SOGNI
      E’ TEMPO DI SCELTE FORTI!

                      Omelia di Papa Francesco
in occasione della S. Messa per il passaggio della croce della G.M.G.
            Basilica di San Pietro, Altare della Cattedra
      Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo
                    Domenica, 22 novembre 2020

Non vivacchiate, scegliere Dio rende felici
LE DOMANDE ESSENZIALI             IlPapa pone degli interrogativi: Faccio qualcosa per chi ha bisogno? O
                                  compio del bene solo per le persone care e per gli amici? Aiuto qualcuno
      che non può restituirmi? Sono amico di una persona povera? E così via, tante domande che possia-
      mo farci. “Io sono lì”, ti dice Gesù, “ti aspetto lì, dove non immagini e dove magari non vorresti
      nemmeno guardare, lì nei poveri”. Io sono lì, dove il pensiero dominante, secondo cui la vita va
      bene se va bene a me, non è interessato. Io sono lì, dice Gesù anche a te, giovane che cerchi di rea-
      lizzare i sogni della vita.
                                                  L’INVITO A NON RESTARE PARCHEGGIATI AI LATI DELLA VITA
      Cari  giovani, non rinunciamo ai
      grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti,
      non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia.
      Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana, ma per realizzare i sogni di Dio in questo
      mondo. Egli ci ha reso capaci di sognare per abbracciare la bellezza della vita. E le opere di miseri-
      cordia sono le opere più belle della vita. Le opere di misericordia vanno proprio al centro dei nostri
      sogni grandi. Se hai sogni di vera gloria, non della gloria del mondo che viene e va, ma della gloria
                                             di Dio, questa è la strada.
GRANDI SCELTE PER GRANDI SOGNI
                                              Ma da dove si parte per realizzare grandi sogni? Dalle grandi
      scelte. La vita, allora, è il tempo delle scelte forti, decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita
      banale, scelte grandi rendono
      grande la vita. Noi, infatti, diven-
      tiamo quello che scegliamo, nel
      bene e nel male. Se scegliamo di
      rubare diventiamo ladri, se sce-
      gliamo di pensare a noi stessi di-
      ventiamo egoisti, se scegliamo di
      odiare diventiamo arrabbiati, se
      scegliamo di passare ore davanti
      al cellulare diventiamo dipenden-
      ti. Ma se scegliamo Dio diventia-
      mo ogni giorno più amati e se
      scegliamo di amare diventiamo
      felici.

      PARROCCHIA S. GIUSEPPE B. COTTOLENGO – OPERA DON ORIONE – ESTATE 2021                                   8
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NON RESTARE APPESI AI PERCHÉ DELLA VITA

    La bellezza delle scelte dipende dall’amore: non dimenti-
    care questo. Gesù sa che se viviamo chiusi e indifferenti
    restiamo paralizzati, ma se ci spendiamo per gli altri di-
    ventiamo liberi. Il Signore della vita ci vuole pieni di vita
    e ci dà il segreto della vita: la si possiede solo donandola.
    E questa è una regola di vita: la vita si possiede, adesso e
    eternamente, solo donandola. È vero che ci sono degli
    ostacoli che rendono ardue le scelte: spesso il timore,
    l’insicurezza, i perché senza risposta, tanti perché.
    L’amore, però, chiede di andare oltre, di non restare ap-
    pesi ai perché della vita aspettando che dal Cielo arrivi una
    risposta. La risposta è arrivata: è lo sguardo del Padre che ci ama e ci ha inviato il Figlio. No,
    l’amore spinge a passare dai perché al per chi, dal perché vivo al per chi vivo, dal perché mi capita
    questo al per chi posso fare del bene. Per chi? Non solo per me: la vita è già piena di scelte che fac-
    ciamo per noi stessi, per avere un titolo di studio, degli amici, una casa, per soddisfare i propri inte-
    ressi, i propri hobby.
    Ma     rischiamo di passare anni a            LA FEBBRE DEI CONSUMI E L’OSSESSIONE DEL DIVERTIMENTO
    pensare a noi stessi senza cominciare
    ad amare. Ma non ci sono solo i dubbi e i perché a insidiare le grandi scelte generose, ci sono tanti
    altri ostacoli, tutti i giorni. C’è la febbre dei consumi, che narcotizza il cuore di cose superflue. C’è
    l’ossessione del divertimento, che sembra l’unica via per evadere dai problemi e invece è solo un
    rimandare il problema. C’è il fissarsi sui propri diritti da reclamare, dimenticando il dovere di aiuta-
    re. E poi c’è la grande illusione sull’amore, che sembra qualcosa da vivere a colpi di emozioni, men-
    tre amare è soprattutto dono, scelta e sacrificio.

     DIFENDERE L’ORIGINALITÀ CONTRO LA MENTALITÀ DELL’USA-E-GETTA E DEL TUTTO-E-SUBITO

    Scegliere, soprattutto oggi, è non farsi addomesticare dall’omologazione, è non lasciarsi anestetizza-
    re dai meccanismi dei consumi che disattivano l’originalità, è saper rinunciare alle apparenze e
    all’apparire. Scegliere la vita è lottare contro la mentalità dell’usa-e-getta e del tutto-e-subito, per pi-
    lotare l’esistenza verso il traguardo del Cielo, verso i sogni di Dio. Scegliere la vita è vivere, e noi
    siamo nati per vivere, non per vivacchiare. Questo lo ha detto un giovane come voi [il Beato Pier
    Giorgio Frassati]: “Io voglio vivere, non vivacchiare”. Ogni giorno, tante scelte si affacciano sul cuo-
                                     re. Vorrei darvi un ultimo consiglio per allenarsi a scegliere bene. Se ci
                                        guardiamo dentro, vediamo che in noi sorgono spesso due doman-
                                        de diverse. Una è: che cosa mi va di fare? È una domanda che spes-
                                        so inganna, perché insinua che l’importante è pensare a sé stessi e
                                        assecondare tutte le voglie e le pulsioni che vengono. Ma la do-
                                        manda che lo Spirito Santo suggerisce al cuore è un’altra: non che
                                        cosa ti va? ma che cosa ti fa bene? Qui sta la scelta quotidiana, che
                                        cosa mi va di fare o che cosa mi fa bene? Da questa ricerca interiore
                                        possono nascere scelte banali o scelte di vita, dipende da noi. Guar-
                                        diamo a Gesù, chiediamogli il coraggio di scegliere quello che ci fa
                                        bene, per camminare dietro a Lui, nella via dell’amore. E trovare la
                                        gioia. Per vivere, e non vivacchiare.

    PARROCCHIA S. GIUSEPPE B. COTTOLENGO – OPERA DON ORIONE – ESTATE 2021                                     9
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Cari bambini, care bambine,                                                    Sabato 8 Maggio
vi vedo qui vestiti con le tuni-
che bianche: questo è un se-
gno importante e bello, per-
ché siete vestiti a festa.

La Prima Comunione è in-
nanzi tutto una festa, in cui
celebriamo Gesù che ha volu-
to rimanere sempre al nostro
fianco e che non si separerà
mai da noi.

Festa che è stata possibile
grazie ai nostri padri, ai no-
stri nonni, alle nostre fami-
glie, alle nostre comunità che
ci hanno aiutato a crescere
nella fede.
                                     Ilenia, Leonardo, Lucia, Miriam, Rishon, Samuele Sofia

                                       La nostra carta d’identità è questa:
                                      Dio è nostro Padre, Gesù è nostro Fratello,
                                   la Chiesa è la nostra famiglia, noi siamo fratelli,
                                               la nostra legge è l’amore.

Domenica 9 Maggio                                                      Fare la Prima Comunione
                                                                       significa voler essere ogni
                                                                       giorno più uniti a Gesù,
                                                                       crescere nell’amicizia con
                                                                       Lui e desiderare che an-
                                                                       che altri possano godere
                                                                       la gioia che ci vuole dona-
                                                                       re.
                                                                       Il Signore ha bisogno di
                                                                       voi per poter realizzare il
                                                                       miracolo di raggiungere
                                                                       con la sua gioia molti dei
                                                                       vostri amici e familiari.

Alexandra, Anita,
    PARROCCHIA       DennisB. Pietro,
               S. GIUSEPPE            Francesco,
                              COTTOLENGO         Mirko
                                         – OPERA DON ORIONE – ESTATE 2021                   10
State vivendo davvero una giornata in spirito di amicizia,
spirito di gioia e fraternità, spirito di comunione tra di voi
 e con tutta la Chiesa che, specialmente nell’Eucaristia,
esprime la comunione fraterna.
tra tutti i suoi membri.
                                              Sabato 15 Maggio

                                                                               Qualcuno di voi po-
                                                                               trebbe      chiedermi:
                                                                               ma come possiamo
                                                                               incontrare Gesù, che
                                                                               è vissuto tanti anni
                                                                               fa e poi è morto ed è
                                                                               stato messo nella
                                                                               tomba?
                                                                               È vero: Gesù ha fatto
                                                                               un atto immenso di
                                                                               amore per salvare
                                                                               l’umanità di tutti i
                                                                               tempi. È rimasto nel-
                                                                               la tomba tre giorni,
 Alessia, Alessio, Anna, Edoardo, Giulia, Guglielmo, Michele
                                                                               ma noi sappiamo –
                                                                               ce lo hanno assicura-
              E ora Gesù è vivo, è qui con noi,                                to gli Apostoli e mol-
      perciò oggi lo possiamo incontrare nell’Eucaristia.                      ti altri testimoni che
              Non lo vediamo con questi occhi,                                 lo hanno visto – che
           ma lo vediamo con gli occhi della fede.                             Dio Padre suo e Pa-
                                                                               dre nostro, lo ha ri-
                                                                               suscitato.

                                     Desidero incoraggiarvi a pregare sempre con
                                     quell’entusiasmo e quella gioia che avete oggi. E ri-
                                     cordate che questo è il sacramento della Prima Co-
                                     munione, ma non dell’ultima Comunione. Oggi ricor-
                                     datevi che Gesù vi aspetta sempre. Perciò, vi auguro
                                     che oggi sia l’inizio di molte comunioni, perché il vo-
                                     stro cuore sia sempre come oggi, in festa, pieno di
                                     gioia e soprattutto di gratitudine.

                                               Papa Francesco – Bulgaria 5/7 Maggio 2019

   PARROCCHIA S. GIUSEPPE B. COTTOLENGO – OPERA DON ORIONE – ESTATE 2021                     11
Sabato 12 Giugno

         Sara, Silvia, Martina, Valentino, Gianluca, Amal, Valentina, Klein, Lorenzo, Camilla, Ludovica, Edoardo

 Rinascere alla vita divina nel Battesimo è il primo passo; occorre poi comportarsi da figli di Dio, ossia conformarsi al
 Cristo che opera nella santa Chiesa, lasciandosi coinvolgere nella sua missione nel mondo. A ciò provvede l’unzione
 dello Spirito Santo: «senza la sua forza, nulla è nell’uomo». Senza la forza dello Spirito Santo non possiamo fare
 nulla: è lo Spirito che ci dà la forza per andare avanti. Come tutta la vita di Gesù fu animata dallo Spirito, così pure
 la vita della Chiesa e di ogni suo membro sta sotto la guida del medesimo Spirito.

                                             S. Cresime
Se nel Battesimo è lo Spirito Santo a immergerci in Cristo, nella Confermazione è il Cristo a colmarci del suo Spirito,
consacrandoci suoi testimoni, partecipi del medesimo principio di vita e di missione, secondo il disegno del Padre ce-
leste. La testimonianza resa dai confermati manifesta la ricezione dello Spirito Santo e la docilità alla sua ispirazio-
ne creativa. Io mi domando: come si vede che abbiamo ricevuto il Dono dello Spirito? Se compiamo le opere dello
Spirito, se pronunciamo parole insegnate dallo Spirito (cfr 1 Cor 2,13). La testimonianza cristiana consiste nel fare
solo e tutto quello che lo Spirito di Cristo ci chiede, concedendoci la forza di compierlo.

                                                                                      Domenica 13 Giugno

        Eleonora, Mario,
       PARROCCHIA        Martina,
                   S. GIUSEPPE    Alessia, Arianna,
                               B. COTTOLENGO        Irene,DON
                                                – OPERA    Matteo, Marco,
                                                              ORIONE      Gabriele,
                                                                     – ESTATE 2021Federico, Federica            12
NON POTREMO DIMENTICARE
Riflessioni di Don Paolo Clerici                   (Terza parte)           era bisognoso (cfr. At 2,42-47;
                                                                           4,32-34). Erano davvero una
                                                                           comunità di “fratelli e sorelle”
                                     quella di un coinvolgimento
                                                                           e tali si sentivano per la fede
  Sentirsi comunita’                 totale e definitivo nelle rela-
                                                                           in Gesù, il Signore di tutti. Se
  nell’appartenenza al-              zioni: si mantengono le di-
                                                                           dunque a questa esperienza di
  la chiesa                          stanze, ci si riserva il diritto di
                                                                           comunione aspira ogni cuore
          Il secondo appello che     provare e di cambiare, si vive
                                                                           umano, potremmo dire, usan-
  ci giunge dall’esperienza vis-     come costantemente sospesi.
                                                                           do la celebre espressione di
  suta nei giorni dolorosi           Il fenomeno ha un suo risvolto
                                                                           san Paolo VI, che la Chiesa è
  dell’epidemia da coronavirus       anche sul versante educativo:
                                                                           “esperta in umanità”. La Chie-
  mi sembra riguardi la Chiesa       il mondo adulto appare debo-
                                                                           sa, infatti, sa che cos’è una ve-
  nella sua dimensione di co-        le, e in diversi casi latitante
                                                                           ra comunità.
  munità. Lo esprimerei così:        nel rapporto con le nuove ge-
  siamo chiamati a sentirci co-      nerazioni sempre più disorien-
  munità nell’appartenenza alla      tate. Eppure in tutti è oggi più
  Chiesa, a vivere cioè nella        vivo che mai il bisogno di non
  Chiesa il calore delle relazioni   essere abbandonati a se stes-
  sane e intense di cui il cuore     si, di trovare un contesto rela-
  sente il bisogno. Se l’amore       zionale caldo e sincero in cui
  costituisce l’essenza stessa del   sentirsi a casa. Non una rela-
  vivere, la Chiesa può offrire al   zionalità di compromesso,
  mondo la testimonianza umile       semplicemente         funzionale,
  e potente di una solidarietà       ma qualcosa che alla fine me-
  edificata nell’amore, in grado     riti il nome nobile di comuni-                Nessuno      tuttavia si
  di superare l’individualismo, di   tà: una socialità fatta da acco-
                                                                           illuda. L’esperienza di comu-
  contrastare le spinte che divi-    glienza, simpatia, amicizia, fi-
                                                                           nione che è proprio della
  dono e di riscattare dalla soli-   ducia, aiuto reciproco.
                                                                           Chiesa viene dall’alto. Solo
  tudine.                                                                  l’apertura all’azione dello Spi-
                                              La Chiesa è per defini-      rito santo e una profonda
        La gioia di non
                                     zione tutto questo, a partire         conversione del cuore la ren-
  sentirsi soli
                                     dal mistero che l’ha generata.        dono possibile. E’ dal mistero
          Ci guardiamo intorno       La sua prima testimonianza è          di Cristo che sorge la Chiesa e
  e ci rendiamo conto di quanto      quella di una socialità reden-        solo attingendovi costante-
  sia forte il bisogno di non sen-   ta, calda e accogliente, che as-      mente essa non si corrompe.
  tiorsi soli. Nel mondo in cui      somigli a quella della prima          Lo dice bene la lettera agli
  viviamo i legami sono diventa-     comunità di Gerusalemme. Di           Efesini: “Tutto infatti egli ha
  ti deboli. La globalizzazione ha   questa comunità il Libro degli        messo sotto i suoi piedi [ di
  creato una maggiore indipen-       Atti degli Apostoli racconta          Cristo] e lo ha dato alla Chiesa
  denza, ma non una maggiore         che godeva la simpatia di tut-        come capo su tutte le cose:
  unità tra le persone. Più che di   to il popolo, perché tutti quelli     essa è il corpo di lui, la pienez-
  legami l’esperienza che vivia-     che ne facevano parte stavano         za di colui che è il perfetto
  mo è piena di contatti, per lo-    insieme in gioia e letizia, ave-      compimento di tutte le cose.
  ro stessa natura veloci e pre-     vano un cuor solo e un’anima          Anche tutti noi un tempo sia-
  cari. Il contesto generale spin-   sola e si aiutavano a vicenda,        mo vissuti nelle nostre passio-
  ge nella direzione opposta a       di modo che nessuno tra loro          ni carnali seguendo le voglie

  PARROCCHIA S. GIUSEPPE B. COTTOLENGO – OPERA DON ORIONE – ESTATE 2021                                  13
della carne e dei pensieri cat-      gli altri se qualcuno avesse cdi
tivi: eravamo per natura meri-       che lamentarsi nei riguardi di
tevoli d’ira, come gli altri. Ma     un altro. Come il Signore vi ha
Dio, ricco di misericordia, per il   perdonato, così fate anche
grande amore con il quale ci         voi” (Col 3,12-13).
ha amato, da morti che era-
vamo per le colpe, ci ha fatto       Essere Chiesa come
rivivere con Cristo: per grazia      popolo in cammino
siete salvati” (Ef 1,22-2,2-5).              Ogni epoca della sto-
                                     ria ha le sue caratteristiche e
La grazia accolta con fede
                                     anche la comunione nella             nuove, responsabilità condivi-
consente alla Chiesa di essere
                                     Chiesa è chiamata a tenerne          se: questo ci aspetta guardan-
e rimanere se stessa, vigile e
                                     conto. Sono convinto che la          do avanti, nel rispetto della
forte nel sostenere l’attacco
                                     situazione attuale inviti le no-     natura apostolica della Chiesa.
costante di una mondanità
                                     stre comunità cristiane a pen-       Infine la pluralità di etnie e
che tende a corromperla.
                                     sarsi tali e a vivere concreta-      culture: la comunione nella
                                     mente la comunione che vie-          Chiesa domanda oggi la valo-
        E’ assolutamente im-         ne dal vangelo avendo a cuore        rizzazione delle identità cultu-
portante che la Chiesa oggi si       tre aspetti fondamentali, che        rali. Molti cristiani cattolici di
presenti così, cioè come co-         in sintesi indicherei così: la si-   altre nazionalità sono qui con
munità di redenti, soprattutto       nodalità, la ministerialità, e       noi e vanno ormai considerati
alle nuove generazioni. Lo ha        la multiculturalità.                 a pieno titolo parte della no-
detto bene il cardinale Spid-                  La sinodalità lo ab-       stra comunità parrocchiale.
lìk:” Oggi il mondo aspetta la       biamo più volte sottolineato-        Quando penso al nostro
manifestazione della Chiesa          è lo stile con cui nelle comuni-     cammino come popolo di Dio
nella maniera in cui negli ulti-     tà cristiane si esercita il com-     e guardo al momento presen-
mi secoli era vissuta da una         pito dell’autorità a servizio        te, non riesco a immaginarlo
minoranza silenziosa(…). Oggi        della comunione. E’ nella si-        senza queste quattro atten-
non interessano più a nessuno        nodalità che si arriva a decide-     zioni specifiche. Lo Spirito
le opere, fossero pure geniali,      re ciò che la situazione richie-     Santo ci aiuti a coltivarle con
grandiose, ma fatte in modo          de: non con ordini dall’alto ma      sapienza ed efficacia.
individualistico. Oggi la gente      attraverso un discernimento
è interessata a quell’opera          condiviso, in ascolto dello Spi-
che fa vedere belle le persone       rito. Il rinnovo del Consiglio
perché sono persone che si           Pastorale Parrocchiale è stata
amano”. Non dunque la Chie-          considerata        un’occasione
sa dei protagonismi, ma la           estremamente importante per
Chiesa della comunione pa-           crescere in questa direzione.
ziente, che mi sembra sia ben                  Un secondo aspetto
descritta in queste parole del-      dell’esperienza di comunità
la Lettera ai Colossesi: ”Scelti     propria della Chiesa di oggi è
da Dio, santi ed amati, rivesti-     la ministerialità. Il futuro del-
tevi dunque di sentimenti di         le nostre comunità parroc-
tenerezza, di bontà, di umiltà,      chiali è affidato a tutti coloro
di mansuetudine, di magna-           che le compongono e ognuno
nimità, sopportandovi a vi-          è chiamato a dare il suo con-
cenda e perdonandovi gli uni         tributo. Carismi diversi, figure

PARROCCHIA S. GIUSEPPE B. COTTOLENGO – OPERA DON ORIONE – ESTATE 2021                                   14
La nostra Caritas Parrocchiale effettua due volte al mese una distribuzione di generi alimentari
            alle famiglie indigenti, residenti nel nostro Vicariato e quindi del nostro quartiere.

                   La distribuzione continuerà per tutta l'estate anche a luglio e ad agosto.

                                Si può aiutare la nostra Caritas Parrocchiale con:
- la spesa di generi alimentari e non solo... portandola direttamente in parrocchia.
- un'offerta (iban: IT 78 X 05034 01422 000000011051 - Causale: Offerta per Caritas Parrocchiale)

                                                 GRAZIE!

        “Io   sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se è morto vivrà”
                                                    (Gv 1,25)

 Dio Padre ha accolto nel suo Amore senza fine:

Botto Giovanna – Pozzo Marcello – Danelli Roberto – Gianoli Ersilia

           VANNA BOTTO 30/04/1949 ~ 26/04/2021
    Il ricordo del tuo “essere” sarà nutrimento per i nostri cuori.
                      Lì dove resterai per sempre.
                Tuo marito Franco, Gianni, Lella e fam.

      PARROCCHIA S. GIUSEPPE B. COTTOLENGO – OPERA DON ORIONE – ESTATE 2021                         15
11 Aprile DOMENICA della DIVINA MISERICORDIA
Non rimaniamo indifferenti. Non viviamo una fede a metà, che ri-
ceve ma non dà, che accoglie il dono ma non si fa dono (Papa
Francesco)
17 Aprile RITIRO PRIME COMUNIONI

25 Aprile GIORNATA MONDIALE delle VOCAZIONI
San Giuseppe: il sogno della vocazione San Giuseppe ci suggeri-
sce tre parole-chiave per la vocazione di ciascuno. La prima è so-
gno. La seconda parola segna l’itinerario di San Giuseppe e della
vocazione: servizio. Un terzo aspetto che attraversa la vita di San
Giuseppe e la vocazione cristiana, scandendone la quotidianità: la fedeltà.
30 Aprile SAN GIUSEPPE BENEDETTO COTTOLENGO
Il Santo della Provvidenza, Patrono della nostra Parrocchia

1 Maggio S. GIUSEPPE LAVORATORE – INIZIO MESE MARIANO

Giovedì 6 – 13 – 20 – 27 Maggio ROSARIO COMUNITARIO

8 – 9 – 15 Maggio PRIME COMUNIONI

11 Maggio Motu Proprio ANTIQUUM MINISTERIUM
Nasce il ministero del catechista.
Chiamato non solo a svolgere un compito, ma a rispondere a una precisa chiamata.
16 Maggio ASCENSIONE del SIGNORE – FESTA SAN LUIGI ORIONE
Il 16 maggio del 2004, Giovanni Paolo II, canonizzava ufficialmente SAN LUIGI ORIONE

20 Maggio GIORNATA della SANTIFICAZIONE del CLERO

23 Maggio PENTECOSTE

30 Maggio SS. TRINITA’ – PRIMA RICONCILIAZIONE

5 Giugno RITIRO CRESIME

6 Giugno CORPUS DOMINI

12 - 13 Giugno S. CRESIME
(il 12 giugno celebrata dall’Arcivescovo Marco Tasca)

19 Giugno INCONTRO dell’ARCIVESCOVO MARCO TASCA con i RAGAZZI della CRE-
SIMA

30 Giugno GIORNATA per la CARITÀ del PAPA

25 Luglio - I GIORNATA MONDIALE DEI NONNI E DEGLI ANZIANI
Si terrà, a partire da quest’anno, la quarta domenica di luglio in prossi-
mità della festa dei Santi Gioacchino ed Anna, i nonni di Gesù. La Gior-
nata permetterà di celebrare il dono della vecchiaia e di ricordare coloro
che, prima di noi e per noi, custodiscono e tramandano la vita e la fede.

 Buona Estate!
PARROCCHIA S. GIUSEPPE B. COTTOLENGO – OPERA DON ORIONE – ESTATE 2021                  16
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