BUSINESS PLANNING DOTT. ALESSIO LOSSANO - Facoltà di Scienze Politiche - L 18 Economia

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BUSINESS PLANNING DOTT. ALESSIO LOSSANO - Facoltà di Scienze Politiche - L 18 Economia
DOTT.
                               ALESSIO LOSSANO

                               BUSINESS
                               PLANNING

Facoltà di Scienze Politiche – L 18 Economia
BUSINESS PLANNING DOTT. ALESSIO LOSSANO - Facoltà di Scienze Politiche - L 18 Economia
Argomenti
Il viaggio e la meta
1.   Intro
2.   Che cos’è un business plan e perché lo si redige
3.   Dall’idea al modello di business
4.   Dal modello di business al modello economico
5.   Business Model Canvas e lean start-up
6.   L’indice del business plan
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Intro   1

Come si costruisce un progetto imprenditoriale?
Come posso renderlo economicamente sostenibile?
É più difficile scrivere un business plan oppure lanciare una iniziativa
chiara e coerente?
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Le 4 regole del metodo cartesiano
1. Non accogliere mai nulla per vero che non conosci esser tale per
evidenza (…);
2. Dividi il problema in tante parti minori quanto è possibile e
necessario per risolverlo;
3. Conduci con ordine i pensieri, cominciando dagli oggetti più semplici
e risalendo a poco a poco a quelli più complessi;
4. Fai enumerazioni così complete e revisioni così generali da esser
sicuro di non aver omesso nulla.
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Come si cucina il riso verde?

1. Tritate insieme, generosamente, prosciutto grasso e cipolla;
2. Mettete al fuoco con un filo d’olio, lasciate rosolare;
3. Lavate bene gli spinaci, strizzateli e tagliateli molto finemente;
4. Lessateli in tanta acqua;
5. etc. etc.
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Ogni ricetta è una metodologia
progettuale
Progettare un risotto verde richiede l’uso di un metodo che aiuterà a
risolvere il problema. L’importante è che le operazioni necessarie siano
fatte seguendo l’ordine indicato dalla ricetta e, quindi, dall’esperienza.

Non si può, ad esempio, mettere il riso nella pentola senza aver messo
prima l’acqua, oppure rosolare gli ingredienti dopo aver cotto il riso,
etc.
1
Ogni problema richiede una
metodologia progettuale
Il problema non si risolve da solo ma contiene però tutti gli elementi per
la sua soluzione, occorre conoscerli e utilizzarli nel progetto di
soluzione.

Per arrivare alla soluzione vi è un lungo processo analitico da
affrontare, basato sulla scomposizione, che permette di mettere in
evidenza sin dal principio tutti gli elementi fondamentali per il
raggiungimento dell’obiettivo.
1
  Di cosa dobbiamo tener
  conto nella
  scomposizione e
  ricomposizione del
  problema di business?
                                  OFFERTA

MERCATO             CONCORRENZA

   DOMANDA                 ECONOMIA         FINANZA
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Cosa può renderci competitivi,
cogliendo nuove opportunità?

ü Pensare fuori dagli schemi
ü Appassionarsi all’innovazione
ü Creare valore vero per i clienti
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Che cos’è un business plan e perché lo si redige    2

Il business plan è un documento che descrive un progetto imprenditoriale
futuro, delineando il contesto nel quale sarà realizzato, le scelte strategiche
e le principali scelte operative ritenute più opportune, le prospettive
economiche e il fabbisogno finanziario connessi al progetto.
2
Caratteristiche di un BP

1 - Si compone di una parte qualitativa (descrizione del contesto
competitivo, del mercato, del sistema offerta, della struttura aziendale) e di
una parte quantitativa (revenue model*, struttura di costo, investimenti
necessari e finanziamenti previsti.

             *“Un Revenue Model può essere assimilato ad una componente della pianificazione
             aziendale. Descrive il modo in cui si intende giungere al guadagno economico, ed è un elemento
             importante del modello di business e del business plan di un'organizzazione, volto a mappare i
             possibili proventi del business in cui si è coinvolti.
             In sostanza, i dettagli del Revenue Model vertono su ciò che l'azienda offrirà e su come lo fornirà ai
             clienti, quale prodotto o servizio ed il metodo che utilizzerà per generare entrate. Esempi di
             Revenue Model sono la pubblicità basata sugli annunci, la produzione, il markup, le licenze, le
             commissioni e molti altri aspetti più moderni, come il Freemium.” – fonte spremutedigitali.com
2
2
Caratteristiche di un BP

2 – Non viene redatto con regolarità o a cadenze predefinite ma solo
quando serve, ovvero quando si intende avviare una nuova iniziativa
imprenditoriale o rinnovare-innovare un business preesistente.
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Caratteristiche di un BP

3 – Presenta un orizzonte temporale lungo (3-5 anni contro i 12 mesi del
budget) e un livello di dettaglio contenuto. Questo in quanto l’obiettivo di un
BP è quello di capire se il business potrà essere, una volta giunto a regime,
economicamente conveniente e finanziariamente sostenibile.

L’essenzialità del business plan aiuta la visione d’insieme di un progetto.
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Caratteristiche di un BP

4 – Non riguarda tutti i business aziendali (come per i piani industriali) ma
lo specifico business in fase di cambiamento strategico. È uno strumento
di pianificazione a livello di business e non a livello di corporate.
2
Le motivazioni per un BP
Presentare un progetto a:

•   Possibili finanziatori;
•   Potenziali soci;
•   Enti pubblici e privati per l’ottenimento di agevolazioni;
•   Casa madre per finanziamento di un nuovo progetto.

           ATTENZIONE: Il BP non è una mera presentazione ma uno
           strumento essenziale per la messa a punto di un progetto.
2
2

Quanto si impara scrivendo un BP è molto più
importante dei contenuti del BP finale.

Il processo di business planning è molto più
importante del documento “business plan” prodotto.
2

Il processo di business planning vi consentirà di passare da una prima
idea imprenditoriale, magari originale ma probabilmente ricca di
incongruenze e di punti in ombra, a un modello di business congegnato,
fondato sulla comprensione del contesto competitivo e di mercato, che si
riflette in un modello economico redditizio e finanziariamente sostenibile.
2
Scrivere o non scrivere?
Un processo di business planning non implica necessariamente la stesura
di un documento scritto. In alcuni momenti, tuttavia, procedere alla scrittura
di un documento formale diventa necessario.

Ricordate che un business plan è assimilabile ad una fotografia,
un’istantanea di quel momento specifico. Pertanto quel documento
invecchierà e diverrà obsoleto nello stesso momento in cui l’avrete
compilato.

Ciò che invece resterà saranno le vostre competenze nel processo di
business planning.
2
Scrivere o non scrivere?

Scrivere un BP è, in ogni caso, un ottimo modo per mettere ordine nella
nostra testa, per scoprire, ancor prima dell’avvio dell’iniziativa
imprenditoriale, punti di forza e debolezza, minacce e opportunità e, in
generale, per testare la reale sostenibilità del progetto.

Ma…una buona pianificazione può permetterci di evitare errori grossolani
ma non ci permetterà (del tutto) al sicuro dal quel perpetuo processo di
innovazione che è il “fare impresa”.
Dall’idea al modello di business            3

Qualsiasi progetto imprenditoriale può essere illustrato descrivendo cosa si pensa di
offrire, a chi ci si vuole rivolgere e come si intende fare per fornire al target la propria
offerta.
A chi?                                     Target
                                                    di mercato           3

        IDEA
                                                   Business
Cosa?
                                                    Model
                           Come?
                                      Sistema                    Struttura
                                      di offerta

        Per passare da un’idea ad un modello di business, si può partire
        da una qualsiasi delle tre aree decisionali mostrate.
3

Cosa                         A chi                            Come

 Non importa da dove prenda avvio un progetto imprenditoriale, l’importante è che
 da qualsiasi punto si parta, si sappia gradualmente mettere a fuoco il sistema di
 offerta, il mercato target e la struttura necessaria, lavorando sia sulle scelte
 riconducibili alle tre singole areee, sia sulla loro congruenza.
3
Inoltre, bisogna tenere in considerazione che nel processo che
porta da una prima idea imprenditoriale ad un modello di
business sostenibile, l’idea iniziale può essere stravolta
completamente. È molto importante quindi avere l’elasticità per
comprendere, obiettivamente, quando un progetto è sostenibile,
quando non lo è e, a volte, cosa deve essere messo in
discussione del tutto o in parte.

Questo in quanto non viviamo in un documento scritto ma in un
mondo che vive, pulsa e muta di continuo.
Gli elementi di un modello di business                                                                            3
                                                               Ambiente
  Concorrenza
                                                               • Forze macroeconomiche
  • Diretta
                                                               • Forze di mercato
  • Indiretta
                                                               • Trend socio-economici, tecnologici, regolatori
  • Potenziale
                                Mercato/segmento
                                     target

                                                                        MODELLO
                                                                       DI BUSNESS

                   Sistema                         Struttura
                   di offerta

          Modello economico
          • Revenue Model                                      Scelte finanziarie
          • Costi operativi                                    • Mezzi propri
          • Working Capital                                    • Finanziamenti di terzi
          • Immobilizzazioni
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Sistema di offerta

È ciò che si offre al mercato in senso lato ed include:

ü Elementi materiali dell’offerta, ovvero il prodotto o servizio principali
  con le loro caratteristiche fisico-tecniche, i prodotti e servizi
  complementari o accessori, la gamma offerta (in termini di ampiezza e
  di profondità della gamma);
ü Elementi immateriali, quali l’immagine del prodotto e lo status che il
  bene conferisce a chi lo possiede;
ü Gli elementi economici, ovvero il sistema di prezzi, i tempi e le
  modalità di pagamento, di consegna e di garanzia.
Categorie del valore del prodotto/servizio:                                               3
Tecnico-funzionale, ovvero ciò che il prodotto/servizio fa e il modo in
cui lo fa: qualità, durata, affidabilità, etc.

Psicologico-emotivo-comunicazionale,                        ovvero ciò che il
prodotto rappresenta per il consumatore: immagine, estetica, satus, etc.

Logistico-organizzativo,              ovvero ciò che condiziona la facilità di
accesso al prodotto/servizio: disponibilità, reperibilità, tempi di consegna, etc.

Economico-finanziario,               ovvero la capacità del prodotto/servizio di
produrre ricchezza (in particolare per l’utilizzatore industriale ad es.)

I diversi aspetti di valore e di prezzo costituiscono i criteri di scelta o motivazioni
all’acquisto. L’aggregazione dei criteri d’acquisto individuali costituisce il “profilo
di aspettative” della domanda a livello di segmento o di business.
3
Nel processo di valutazione e di scelta di un prodotto o servizio
l’acquirente (sia BtoB sia BtoC) ha in mente le caratteristiche che
tale prodotto/servizio dovrebbe possedere (prodotto ideale) a
fronte di un determinato livello di prezzo.

I diversi aspetti di valore e di prezzo costituiscono i criteri di
scelta o motivazioni all’acquisto. L’aggregazione dei criteri
d’acquisto individuali costituisce il “profilo di aspettative” della
domanda a livello di segmento o di business.
I criteri di acquisto che           3
occupano i primi posti nella
graduatoria di importanza per il
consumatore (top of mind)
rappresenteranno, per le
aziende fornitrici, i cosiddetti
“fattori di successo
competitivo” (FSC).

Il valore appare quindi come una
entità complessa, che può essere
analizzata da due punti di vista.
Per i consumatori le sue
componenti elementari sono viste
come motivazioni d’acquisto, per
le aziende la capacità di gestire
tali motivazioni si traduce in
fattore di successo competitivo.
3
Il vantaggio competitivo pertanto sarà una sintesi della capacità
dell’impresa di soddisfare i criteri di scelta del consumatore meglio,
prima e più della concorrenza e possiamo affermare che:
• La redditività di un’impresa, senza il supporto dei vantaggi
    competitivi concreti e durevoli è effimera;
• L’entità del profitto che l’impresa riesce a produrre dipende in larga
    misura dai suoi vantaggi competitivi.
3
Premesso quindi che il vantaggio competitivo è tale perché deriva dalla
percezione di un miglior rapporto qualità/prezzo da parte del
consumatore e che quest’ultimo costituisce il vero centro di
gravitazione del business, l’azienda deve organizzare gli strumenti e le
proprie risorse per:
• Conoscere la configurazione del valore richiesto dal consumatore e
   le sue aspettative in termini di prezzo, nonché la concorrenza;
• Creare e gestire il valore nella configurazione richiesta a prezzi
   adeguati;
• Comunicare l’esistenza di tale valore al proprio mercato.
Modello AVR – attività – valore - risultati                                       3

                                      Psicolog/   Logist./
       Conoscere                      emotivo     Organizz.

                              Tecnico/
                                           Valore Econ./          Soddisfazione
                              funzionale                finanz.   consumatore
     Creare/gestire                                                e ricchezza
                                     Prezzo                         aziendale

      Comunicare
3
Se è vero che gli obiettivi da raggiungere sono quelli indicati, un
professionista di buon senso deve porsi il problema della
misurazione del loro raggiungimento.
Due degli indicatori sintetici più importanti per tale misurazione
sono:
• Per quanto riguarda la redditività, il profitto, semplicemente
   definito come differenza tra ricavi e costi;
• Per quanto riguarda la soddisfazione del consumatore, la
   quota di mercato, definita come porzione del fabbisogno del
   consumatore soddisfatta dalla nostra azienda, con riferimento
   a uno specifico settore di attività e a un dato intervallo
   temporale.
3
Diamo una prima occhiata ai collegamenti concettuali fra i principali
fattori che condizionano la performance competitiva e di marketing
dell’azienda.

In particolare, semplificando al massimo, individuiamo il fattore
principale alla base del “motore” del successo aziendale, ovvero il
“profilo competitivo percepito in termini di valore” (PCPv), ossia
l’insieme delle caratteristiche che conferiscono valore alla nostra
offerta agli occhi del cliente in rapporto ai concorrenti.
Profitto        Ricavi       Costi                          Relazioni dirette   3
                                                                                Relazioni inverse
                               P    =        R   -            C
area di visiblità

                         Quantità                        Prezzo
                         vendute                         unitario di

                                    Q        x   p       vendita

Dimensione                                                                     PCPv
mercato
                        Mkt         x        Qm%         Quota mercato
                                                         percentuale azienda
3
Il PCPv è, in buona sostanza, il “valore relativo” della nostra offerta
percepito dal mercato a parità di altre condizioni: il rapporto fra tale
valore percepito e il prezzo da pagare, confrontato a rapporti analoghi
proposti dai concorrenti più significativi, determinerà la scelta in favore
o meno della nostra azienda.

È evidente anche che, rispetto alle altre condizioni schematizzate, il
PCPv e il suo collegamento con il prezzo e con la quota di mercato non
sono altrettanto facilmente identificabili e misurabili. Pertanto si parla
di “invisible asset”.
3
Dallo schema precedentemente rappresentato possiamo desumere
che:
• Vi è una forte integrazione fra variabili di mercato e aspetti
   economico-finanziari;
• La produzione di ricchezza è un problema di equilibrio o, meglio, di
   compromesso fra obiettivi talvolta incompatibili;
• Tutte le variabili identificate, tranne il PCPv, sono traducibili e
   misurabili in termini numerici;
• L’area tratteggiata che attraversa lo schema separa l’area di visibilità
   (“punta dell’iceberg”) dall’area sottostante che, spesso e in
   particolare nelle PMI, è al di fuori del consapevole controllo
   aziendale.
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