Cultura agile Bacheca di - Roma Capitale
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Pensato per voi raccolta delle schede pensate per voi della “ Bacheca di cultura agile” 2020 testi, impaginazione e grafica a cura dell’Ufficio Cultura, Sport ed Eventi iorestoacasa al 13
Presentazione E ccomi a proporre e sottolineare il messaggio che emerge dall’attività dell’Ufficio Cultura, Sport ed Eventi del Municipio XIII che, con il con- tributo dell’Ufficio Redazione Web municipale, ha realizzato, durante la prima fase del COVID-19, la bacheca digitale di “cultura agile” dalla quale è stato creato questo e-book. La pandemia globale che ha investito l’umanità ha costretto tutti noi a “fermarci”, ad interrompere tutte le attività che caratterizzano la società contemporanea, costringendo l’essere umano ad una reclusione forzata a causa dell’emergenza sanitaria. In questo tempo immobile di chiusura e confinamento è nata l’idea di “portare agilmente” la cultura nelle case di tutti attraverso la diffusione di contenuti digitali creati nella sezione “Emergenza Covid” pubblicata sul sito del Comune di Roma Municipio XIII, contenuti, che hanno altre- sì animato la pagina social durante i mesi di lock-down. La bacheca di “cultura agile” è stata strutturata in due sezioni, entrambe aggiornate settimanalmente con la possibilità per l’utente di fruire sem- pre delle pubblicazioni cronologicamente archiviate. La seconda sezione, la bacheca vera e propria, proponeva una scelta di contenuti online accuratamente vagliati, divisi in 4 macro-aree (Arte e Musei, Archeologia, Teatro e Musica, Lettura). La prima sezione invece - il “Pensato per voi”- è stata ideata per proporre un percorso di riflessione a partire da uno dei gesti che ci sono maggio- rente mancati durate il confinamento (passeggiate, viaggi, il vivere la città e i suoi tesori), o andando a riscoprire alcuni degli aspetti che la vita frenetica di prima ci aveva fatto un po’ dimenticare (quali la fantasia o l’amore per la vera “romanità”). Alcuni pensieri con relativi contenuti sono stati poi dedicati a temi im- portanti in occasione delle “giornate internazionali di…”, come ad esem- pio per la terra, la danza, la lettura, o occasioni quali il Natale di Roma. Di ogni pensiero pubblicato online l’Ufficio Cultura ha realizzato un’ap- posita scheda la cui unione ha generato l’e-book.
Chi legge può scoprire lo spazio aperto che offre la cultura, luogo di co- noscenza, di crescita e di meraviglia facendo dimenticare lo spazio fisico che avvolge le giornate. Un profondo ringraziamento a tutte le persone che hanno lavorato al pro- getto ed hanno pensato, con cura, a rinfrancare il nostro spirito attraver- so la cultura in un momento davvero difficile per tutta l’umanità. G i u s e p p i n a C a s ta g n e t ta Presidente del Municipio Roma XIII Aurelio
La passeggiata di Marc Chagall Israel Museum di Gerusalemme Marc Chagall, “La passeggiata” , 1919. Israel Museum di Gerusalemme. (da “I capolavori del Museo di Israele”, Firenze, 1995) Cominciamo da una “passeggiata”. ta la cui mancanza sembra ora come sof- Da questo semplice gesto dai contorni focare i nostri pensieri. quotidiani quasi banali, abitudine sconta- L’immagine che abbiamo scelto quale ca- 1
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi pofila riproduce un acquarello di Marc Marc Chagall nacque il 7 luglio 1887, primo Chagall, pittore che ha attraversato tutto di nove figli, nei pressi di Vitebsk, cittadina a il ‘900 e i suoi drammi storici, e che oggi cavallo del fiume Dvina nell’odierna Bielorussia, vogliamo invitarvi a scoprire (o riscoprire). da una famiglia ebrea molto povera. Di questa L’artista raffigura nella “Passeggiata” cittadina, rasa al suolo durante la seconda guer- se stesso e la prima moglie Bella mentre ra mondiale, restano solo le tracce contenute camminano innamorati, sollevati in aria nell’autobiografia dell’artista. dalla loro stessa felicità e contornati da Per seguire il suo desiderio di arte si trasferì, uno sfondo di campagna. ventenne, a San Pietroburgo, allora capitale del- La diagonale che formano le loro braccia la Russia, per studiare alla locale accademia. tese, la sua e quella della moglie che vola Nel 1910 realizzò il suo sogno di arrivare a Pa- in aria quasi fosse un aquilone, disegna rigi, “città della luce e soprattutto della libertà”, una linea di forza che comunica un’inten- dove frequentò le accademie d’arte e le più im- sità emotiva impossibile da contenere in portanti gallerie. un solo attimo. Lo scoppio della prima guerra mondiale lo ri- Chagall si dimostra anche in questa sem- porta a Vitebsk e poi, nel 1920 a Mosca. plice opera, come lo definì Henry Miller, L’ascesa artistica di cui fu protagonista lo fece “un poeta con le ali da pittore”. viaggiare per le maggiori città d’Europa fino a quando, con la presa di forza del Nazismo, do- vette rifugiarsi in America. Solamente nel 1947 potrà tornare a Parigi e ri- Io non ho visto che Pietroburgo, Mosca, il picco- prendere in pieno la sua attività; nel 1949 si sta- lo sottoborgo di Lyonzo e Vitebsk. Quest’ultimo bilirà a Vence, ove morirà il 28 marzo del 1985. è un paese del tutto a sé, una città singolare, una città infelice, una città noiosa. Una città piena di fanciulle che io, per mancanza di tempo o di spi- rito, non ho neppure avvicinate. Decine, centinaia di sinagoghe, macellerie, passanti. Era dunque la Russia? Non è che la mia città, la mia, che ho ritrovato, Vi ritorno con emozione. (M. Chagall, La mia vita, Milano 1998, p. 122) “Pensato per voi”, approfondimenti online su Marc Chagall: (link attivi) Dario Fo racconta “La fantastica storia di Chagall” ”Mostra “Chagall, un sogno d’amore”, Napoli (2015) - Basilica di S. M. Maggiore alla Pietrasanta 2
Le città invisibili di Italo Calvino 1972 Quello che sta a cuore al mio Marco Polo è scopri- Le città. re le ragioni segrete che hanno portato gli uomini Sono i nostri occhi i giudici più severi del a vivere nelle città, ragioni che possono valere al di paesaggio urbano in cui viviamo, quello là di tutte le crisi. Le città sono un insieme di tante stesso paesaggio di cui siamo contempo- cose: di memoria, di desideri, di segni d’un lin- raneamente autori e dissipatori. guaggio; le città sono luoghi di scambio, ma questi Già Calvino, agli inizi degli anni ’70, scambi non sono soltanto di merci, ma scambi di aveva ben chiaro che era diventato sem- parole, di desideri, di ricordi. pre più difficile per l’uomo vivere le città come tali. Italo Calvino Decise allora di dedicare a questo tema un percorso di riflessione che, per suo “Al centro di Fedora, metropoli di pietra grigia, sta un palazzo di metallo con una sfera di vetro in ogni stanza. Guardando dentro ogni sfera si vede una città azzurra che è il modello di un’altra Fedora” Italo Calvino, Le città invisivili, “le città e il desiderio: Fedora”. (nell’immagine il cortile interno della Sapienza Università di Roma in una sera d’inverno) 3
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi stesso desiderio, doveva avere quale fine di scambio, ma questi scambi non sono quello di dar vita ad un libro che fosse soltanto di merci, ma scambi di parole, di “un ultimo poema d’amore per le città”. desideri, di ricordi.” Così nasce “Le città invisibili”, grande La loro vera essenza sta perciò dentro di racconto dalle forme di un libro di viag- noi, in quell’equilibrio tra ideale e reale, gio. e non possiamo vederla fin a quando il In una struttura a “quadri concentrici”, racconto, il linguaggio, non la portano tecnica tipica del movimento cosiddetto alla luce. strutturalista, Calvino ci descrive, con il suo stile leggero, ma sempre elegante, 55 città raggruppate per tema (“città e me- moria”, “città e desiderio”…), ognuna delle quali porta volutamente un nome di donna. Tutti questi quadri vengono poi legati, con la maestria di un artigiano, dalla cor- nice scelta dall’autore, quella del viaggio che il veneziano Marco Polo racconta al Gran Khan, imperatore dei Tartari. Si generano in questo modo tutta una se- rie di capitoletti che possono essere im- Italo Calvino (da www.raiscuola.it) maginati come i tanti spigoli di un po- liedro, ognuno necessario per arrivare a Italo Calvino nacque nel 1923 a Cuba da genitori comprendere il significato complessivo itaiani. La sua famiglia tornò nel 1925 a Sanremo, dell’opera. città di cui Calvino amò profondamente l’aspet- Ma l’intento di Calvino non è meramente to più intimo e nascosto. Durante l’adolescenza descrittivo; suo scopo era infatti quello si oppose al Fascismo epartecipò all Resistenza. di ingenerare nel lettore la famosa rifles- Laureatosi nel 1957 si trasferì a Torino ove fu as- sione di partenza. sunto presso Einaudi. Sposatosi nel 1967, si tra- Ci resta tuttavia una curiosità: cosa rende sferì a Parigi ove proseguì la sua carriera di scrit- queste città invisibili? tore, saggista, redattore. Morì nel 1985 a Siena. La loro stessa natura. Come ci dice pro- Tra le sue opere possiamo ricordare Il sentiero dei prio l’autore, le città sono “un insieme nidi di ragno (1947), romanzo sulla guerra parti- di tante cose: di memoria, di desideri, di giana, Il visconte dimezzato (1957), Il barone ram- segni d’un linguaggio; le città sono luoghi pante (1957), Marcovaldo (1963). “Pensato per voi”, approfondimenti online su “Le città invisibili”: (link attivi) “Le città invisibili” di Italo Calvino raccontate e spiegate da Gian Luca Favetto (raiplay radio) Sonia Bergamasco legge Italo Calvino (brani tratti da “Marcovaldo”, “Palomar”, “Un gior- no un viaggiatore”) Peppe Servillo legge il “Barone rampante” di Italo Calvino 4
L’acquedotto Traiano-Paolo e l’antica via Aurelia Chi vorrà considerare con attenzione la Domenica mattina, di un mese qualun- quantità delle acque di uso pubblico per que, prima della pandemia. le terme, le piscine, le fontane, le case, i Man mano che il sole fa capolino da die- giardini suburbani, le ville; la distanza da tro il Gianicolo, il piccolo tratto dell’an- tica via Aurelia che costeggia i giardini cui l’acqua viene, i condotti che sono stati del Cardinal Pamphilj, inizia ad animar- costruiti, i monti che sono stati perforati, si. le valli che sono state superate, dovrà rico- La strada, stretta e quasi “ingabbiata” noscere che nulla in tutto il mondo è mai dalle mura che la circondano come un esistito di più meraviglioso. castello medioevale, sembra, col trascor- rere delle ore, come non essere più in grado di contenere tutto quel movimen- Plinio il Vecchio (I sec. a.C.), parlando dell’inge- to, tra pedoni, macchine alla ricerca di gneria idraulica romana parcheggi inesistenti, biciclette, famiglie. L’acquedotto Traiano lungo la via Aurelia Antica, all’altezza di Villa Pamphilj (immagine tratta da www.sovraintendenzaroma.com ove è presente la scheda del monumento; proprietà intellettuale dell’immagine: Sovrintendenza Capitolina ai BB.CC.) 5
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi Quel rettifilo, che nasce da Porta San Pancrazio, infatti, altro non è che il trac- ciato della via Aurelia vetus, cioè la via Aurelia “vecchia”, il primo asse stradale costruito dai Romani prima della strada consolare vera e propria del II sec. a.C., che correrà, ricongiungendosi alla vetus all’altezza di Val Cannuta, fino in Liguria (e in età imperiale fino in Francia), sem- pre all’ombra del mar Tirreno. L’Aurelia “vecchia” era invece l’antico asse di collegamento tra Roma e l’etrusca Caere (oggi Cerveteri). La necessità di questo tracciato nacque, nel III sec. a.C., con finalità sia militari, per sostenere l’e- spansione verso settentrione, che econo- mico-commerciali per rinsaldare, grazie ad approdi ben dislocati, il dominio sul Tirreno. Si trattava quindi di un piano di sfruttamento economico del territorio molto articolato, rivolto sia al controllo marittimo che all’espansione vera e pro- L’acquedotto Traiano - interno pria, piano che vedrà il suo compimento (immagine tratta da www.sovraintendenzaroma.com, pro- solo il secolo successivo. prietà intellettuale Sovrintendenza Capitolina ai BB.CC.) Ma se ormai dell’antico basolato romano qui non vi è più traccia, un altro impor- Ma pochi si rendono conto, in quei mo- tante elemento, ad uno sguardo meno menti concitati, che stanno percorrendo, distratto, emerge a ricordarci, in tutta la spettatori ignari, un pezzetto di storia di sua perfezione tecnica, l’antichità e l’im- Roma antica. Basolato della via Aurelia Anti- ca scoperto in località Aranova (comune di Fiumicino, via Au- relia km. 24,00) (immagine tratta da http://www. etruriameridionale.beniculturali.it/ index.php?it/265/aranova. proprietà intellettuale dell’immagine: SABAP-RM-MET) 6
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi portanza di questo stretto e lungo retti- cate per poi proseguire sotterraneo fino filo. al tratto urbano della via Aurelia “vec- In più punti, infatti, la via Aurelia “vec- chia” che attraversa il Municipio XIII. chia” è costeggiata, quasi protetta, dalle Qui riemergeva su poderose arcate fino arcate dell’antico acquedotto Traiano. all’altezza di Porta San Pancrazio, dove Lungo 57 km, l’acquedotto fu voluto vennero probabilmente intercettate, in dall’imperatore Traiano nel 109 d.C. per scavi del 1850, le camere di decantazione approvvigionare la zona di Trastevere, propedeutiche alle diramazioni urbane. già servita dall’acquedotto Alsietino re- Penultimo degli acquedotti realizzati dai alizzato nel 12 d.C., visto il grande svi- Romani, il decimo in ordine di tempo, luppo dell’area trasteverina nella parte a divenne parte integrante di quel com- servizio dello scalo fluviale. plesso sistema ingegneristico di traspor- L’acquedotto Traiano nasceva captando to idrico che farà di Roma una vera e l’acqua da alcune sorgenti a Vicarello, propria “città dell’acqua”. presso il lago di Bracciano, e correva co- Caduto in disuso dopo la fine dell’impe- steggiando quest’ultimo e il fiume Arro- ro romano, venne reintegrato, e in parte ne fino a Galeria. modificato, nel 1612 da Papa Paolo V, Qui scavalcava il fosso omonimo su ar- chiamandosi da allora acquedotto Traia- Il “fontanone” del Gianicolo (immagine tratta da www.sovraintendenzaroma.com; proprietà intellettuale dell’immagine: Sovrintendenza Capitolina ai BB.CC.) no-Paolo, per andare ad alimentare, tra La struttura dell’acquedotto ro- l’altro, il celebre “Fontanone” del Giani- mano rappresenta una delle maggiori colo portato a termine da Carlo Fontana espressioni di alta ingegneria del monto nel 1690. antico occidentale. Scelta la sorgente, le acque erano con- vogliate in una sorta di “piscina” da cui 7
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi partiva lo specus, vale a dire la condotta, no si trovavano le camere di decantazione rivestito di una particolare calce imper- per far precipitare le impurità. meabile all’acqua. Dal castello si dipartivano poi le dirama- La condotta terminava in una grande co- zioni urbane. struzione a forma di castello, al cui inter- “Pensato per voi”, approfondimenti online sull’acquedotto Traiano-Paolo a la via Aurelia (link attivi) L’esplorazione dell’Acquedotto Traiano (Sovrintendenza Capitolina ai BB.CC.) Il “Fontanone del Gianicolo” a cura di A. Angela (Raiplay-Meraviglie) L’Aurelia “a cavallo lungo il mare” – (Geo, Raiplay) 8
Gianni Rodari Il “Grammatico” della fantasia Un punto piccoletto, “Una riga più in basso”. superbo e iracondo, Questo il finale della filastrocca che “Dopo di me” gridava Gianni Rodari dedicò, attraverso la sot- “verrà la fine del mondo!”. tile e pungente metafora della punteg- giatura, alla descrizione dell’assurdità e Le parole protestarono: dei controsensi della dittatura. “Ma che grilli ha pel capo? Ma una riga più in basso lo lasciò, ironia Si crede un Punto-e-basta, della sorte, anche quasi tutto l’ambiente e non è che un Punto-e-a-capo” colto del suo tempo, come se la fantasia Tutto solo a mezza pagina delle sue filastrocche fosse solo un diver- lo piantarono in asso timento da bambini. e il mondo continuò Ed invece, lo sappiamo bene oggi, non una riga più in basso era affatto così perché la sua fantasia, il suo costante esercizio intuitivo non era- Gianni Rodari, “Il dittatore” no mai disconnessi dalla società del suo Copertine nazionali e internazionali di “Favole al telefono” (da il “Venerdì” di Repubblica con modifiche) 9
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi tempo, anche quando sembravano por- tarti ad immaginare mondi paralleli. Fu Rodari a parlare, tra i primi in Italia, di creatività quale antidoto interpreta- tivo ai luoghi comuni, ai conformismi e a tutto ciò che ci rende pigri interpreti della realtà. Intellettuale vero dal carattere schivo, seppe sperimentare, con la serietà di chi sa guadare oltre le apparenze, generi e linguaggi diversi giocando con i signifi- cati delle parole, senza tuttavia perderne mai il significato vero e soprattutto senza mai perdere di vista la vera responsabi- lità morale di chi si dedica alla scrittura. Gianni Rodari (da www.repubblica.it) Riflettendo sulle sue poesie si definiva “un fabbricante di giocattoli”: gioco e poesia fusi attraverso le parole, per uni- anni ’50, dalla pubblicazione delle sue re ciò che sembrava (all’apparenza) così opere per l’infanzia. lontano e mettere in guardia dal credere I suoi libri vennero tradotti in tutto il mondo e gli valsero diversi riconosci- che le cose da bambini fossero, in fondo, menti, fra cui, nel 1970, il prestigioso soltanto da bambini. premio “Hans Christian Andersen”, considerato il “Nobel” della letteratura “Gli errori sono necessari, utili come il per l’infanzia. pane e spesso anche belli: per esempio la Nel 1973, a conclusione di venti anni di torre di Pisa”. conferenze e incontri nelle scuole con in- segnanti, bibliotecari, genitori e alunni, vide la luce Grammatica della fantasia, Gianni Rodari nacque in Piemonte, a che è diventata fin da subito un punto Omegna, cittadina sul lago d’Otra nel di riferimento per quanti si occupano di 1920. Si dedicò, dopo il diploma magi- educazione alla lettura e di letteratura strale, all’insegnamento per poi intra- per l’infanzia. prendere la carriera giornalistica al ter- Tra le sue opere più significative: Le av- mine del secondo conflitto mondiale. venture di Cipollino, Gelsomino nel pae- Fu collaboratore di testate quali «L’U- se dei bugiardi, Filastrocche in cielo e in nità», il «Pioniere», «Paese Sera». Un terra, Favole al telefono, Il libro degli er- grande successo gli venne, a partire dagli rori, C’era due volte il barone Lamberto. “Pensato per voi”, approfondimenti online su Gianni Rodari (link attivi) Neri Marcorè legge “il gatto professore” e “Carnevale” da “Filastrocche in cielo e in terra” di G. Rodari Claudio Bisio legge “il topo di biblioteca” e “Lo scolaro” da “Favole al telefono” di G. Rodari Stefano Accorsi legge “Il naso che scappa” da “Favole al telefono” di G. Rodari Gianni Rodari, il profeta della fantasia (Raiplay) 10
Roma riflessa Storie di “romanità” nel sodalizio teatale tra Luigi Magni e Gigi Proietti Dire semplicemente che era un autore ro- Luigi Magni e Gigi Proietti. mano, è riduttivo. Conosceva benissimo la Due vere e proprie “anime di Roma”, riflessi speculari di un’arte, quella del storia della città, i segreti delle strade, ma teatro e del cinema, attraverso la quale non era il tipo da serenata “Roma te vojo hanno cantato – e incantato – il pubbli- bene”: era un intellettuale preoccupato dei co con i racconti di spaccati storici della città eterna. problemi della città, immerso nel suo tem- Quella di Luigi Magni era una “romani- po. tà” non vissuta nel senso spesso dispre- giativo di oggi, ma al contrario sinonimo di una profonda conoscenza della città, Gigi Proietti, parlando della “romanità” dell’a- fatta di storia, attualità, tradizioni e sug- mico Luigi Magni gestioni. Della sua Roma conosceva i segreti di ogni strada, di ogni singolo sasso pro- prio perché ne amava profondamente l’unicità. La locandina de “I sette re di Roma” (Teatro Sistina di Roma, 1989) 11
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi La penna dei suoi racconti, da uomo coltissimo qual era, scriveva di cose se- rie sempre col sorriso e soprattutto con pungente ironia. Magni aveva una gran- de lucidità di giudizio, anche politico, e aveva fatto proprio della sua ironia, at- traverso un linguaggio solo apparente- mente popolare, il filtro di scrittura con- tro il potere. Ogni sua opera, per sua stessa ammissio- ne, rispecchiava qualcosa di lui stesso, con linee espressive che ondeggiavano tra tragedia e commedia, tra farsa e me- lodramma, tutto in perfetta armonia con quello che è il vero spirito della “roma- nità”. Il sodalizio artistico con Gigi Proietti nasce nel 1973, in occasione di “Tosca”. Racconta a tal proposito l’attore: “lo co- noscevo solo di nome, avevo 33 anni e dovevo girare “La Tosca” con Monica Vitti, Gassman, Aldo Fabrizi. Che cast, mi aspettavo un uomo imponente, non so perché, e mi viene incontro questo si- gnore minuto, dai modi gentili. Era ne- Luigi Magni negli anni ‘70, in un mercato di Roma mico della retorica e molto simpatico. Con uno sguardo fulminante”. I due lavorarono insieme sia al cinema (1978) e “I sette re di Roma” (1989). In che a teatro: oltre a “La Tosca”, ricor- televisione, diretto da Luca Manfredi, diamo “La commedia di Gaetanaccio” aveva poi interpretato il remake di “In Gigi Proietti e Luisa De Santis in “La Commedia di Gaetanaccio”, Teatro Brancaccio di Roma 1978 (proprietà intellettuale dell’immagine www.paneacquaculture.net) 12
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi nome del Papa re”, successo di Magni di gli è stato conferito il David di Donatello per la cui era stato protagonista Nino Manfre- sceneggiatura, nel 1978 per “In nome del Papa di. re” (1977) e nel 1995 per “Nemici d’infanzia”, La “Commedia di Gaetanaccio” raccon- tratto da un suo racconto del 1990 e scritto in ta l’amore per Nina e la vita dell’omoni- collaborazione con Carla Vistarini. mo personaggio, burattinaio di inizi ‘800 Abbandonati gli studi umanistici, si dedicò alla realmente esistito, che cerca di soprav- scrittura per il teatro collaborando alle fortuna- vivere, come tutta la comunità dei tea- te commedie musicali di Garinei e Giovannini tranti, all’editto papale che proibiva gli “Rugantino”, 1962, “Il giorno della tartaruga”, spettacoli teatrali. 1964, e “Ciao, Rudy”, 1966, e per il cinema, Gaetanaccio continua ad andare in scena come autore di un nutrito numero di soggetti e come artista di strada e per questo ver- sceneggiature per i film di Camillo Mastrocin- rà incarcerato. Ma proprio la strada, sa que, Pasquale Festa Campanile, Alberto Lattua- bene il nostro protagonista, “va in pari da, Nino Manfredi e di altri registi. Esordì nella con la vita dell’artista, sa bene che la rap- regia nel 1968, con “Faustina”, film ambienta- presentazione è menzognera per chi non to ai margini della Roma contemporanea, ma ne conosce l’intenzione, ma è verità per raggiunse un notevole successo l’anno seguente chi sa farne incanto e ribellione”. con “Nell’anno del Signore…”, appassionata Alla fine degli anni ’80 invece, il soda- rievocazione di un episodio del Risorgimento. lizio teatrale tra i due artisti ritorna con Oltre alle sapide incursioni nella Roma antica, una commedia musicale diversa, scritta con “Scipione detto anche l’Africano” (1971) e da Magni e curata da Garinei e Giovan- “Secondo Ponzio Pilato” (1987), Magni è tor- nini, con le musiche brillanti di Nicola nato ciclicamente a raccontare le vicende del- Piovani: “I sette re di Roma”. la città papalina con opere quali “In nome del Un viaggio, tra storia e leggenda, non Papa re”, “In nome del popolo sovrano” (1990) nella Roma papalina, ma in quella delle e “La carbonara (2000)”. Nel corso degli anni origini, sempre con la stessa ironia. è rimasto fedele anche al teatro, firmando i te- Uno spettacolo reso indimenticabile dal- sti e la regia di “La commedia di Gaetanaccio la voce unica e dal trasformismo origi- (1978)” e “La santa sulla scopa” (1986), “I sette nale e sempre divertentissimo di Gigi re di Roma” (1989). Dal 1982 ha iniziato a lavo- Proietti. rare per la televisione, dirigendo tra l’altro “Sta- te buoni se potete” (1983), colorito ritratto di San Filippo Neri da cui è stato successivamente tratto l’omonimo film per le sale, e “Garibaldi Luigi Magni fu regista cinematografico e tea- il generale” (1987), in cui ancora una volta ha trale, sceneggiatore e soggettista, nato a Roma il ripercorso il paesaggio storico del Risorgimen- 21 marzo 1928. Affascinato dalle consuetudini to italiano. In uno dei suoi ultimi film, “Nemici e dagli umori antichi della sua città, Magni ha d’infanzia”, ha rievocato la Roma dell’occupa- ricavato spunti spettacolari da tale denso sce- zione nazista e della guerra civile, attraverso gli nario storico e, con robusto istinto drammatur- occhi di un bambino e la storia di un’amicizia. gico, ha saputo trasformarli in agili copioni per (la biografia è tratta da www.treccani.it) il cinema e per il teatro musicale. Per due volte “Pensato per voi”, approfondimenti online sul teatro di Luigi Magni e Gigi Proietti (link attivi) Luigi Magni “I sette re di Roma” – con Gigi Proietti (Teatro Sistina di Roma, 1989) Gigi Proietti e Daria Nicolodi cantano “Il tango della morte” (da Gaetanaccio di L. Magni, 1978) 13
Orizzonti d’Africa In viaggio lungo il Nilo a Palestrina Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore Viaggiare è stato sempre uno dei deside- ritrova un suo passato che non sapeva più ri più forti dell’uomo. Si può viaggiare in molti modi: a pie- d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o di, nei cieli, per mare, con la fantasia o non possiedi più t’aspetta al varco nei luo- anche semplicemente con gli occhi. So- prattutto se davanti alla tua vista hai, a ghi estranei e non posseduti. farti da guida, un’opera d’arte di rara perfezione come il “Mosaico del Nilo di Palestrina”. Palestrina, antica città di Praeneste, ricco Italo Calvino, “Le città invisibili”. e potente centro già in età preromana ti accoglie subito con la sua prima meravi- glia, il palazzo delle grandi famiglie rina- scimentali che ne detennero il dominio, 1-Museo Archeologico Nazionale di Palestrina - Mosaico del Nilo (prop. intellettuale immagine SABAP-RM-MET) 14
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi 2-Palestrina, Palazzo Colonna Barberini il Palazzo Colonna Barberini, ora sede Esso costituiva il pavimento dell’abside del Museo Archeologico, frutto del riu- di un edificio che si affacciava sul Foro tilizzo dei resti dell’antico Tempio della dell’antica città. La grandissima bravura Fortuna Primigenia. Il palazzo domina, degli artisti offre allo spettatore la pos- con la sua maestosa esedra,tutta la sotto- sibilità di uno stupefacente viaggio nel stante piana del fiume Sacco. tempo nelle terre d’Egitto utilizzando Il Museo al suo interno ospita il “Mosai- quale filo conduttore del percorso quel- co del Nilo”, opera realizzata intorno al lo della sua anima immortale: il Nilo. 100 a.C. da maestranze greche probabil- Lungo le sue acque, infatti, si snoda il mente originarie di Alessandria d’Egitto. tragitto a volo d’uccello che, dall’alto verso il basso del mosaico, accompagna gli occhi del viaggiatore dalla sua sor- gente nella selvaggia Nubia fino, quasi a 6.000 km di distanza, al grande porto di Alessandria d’Egitto, cuore pulsante e ormai romanizzato della terra dei Fa- raoni. Il tutto è narrato con la precisone dell’ec- cellenza artigiana dell’arte musiva antica, che utilizzava tessere piccolissime che raggiungono, nella visione d’insieme, la perfezione di un affresco. Tra le acque cariche di limo che inon- dano i diversi paesaggi prendono vita i personaggi, animali e umani, resi vivi dal movimento delle scene e da un impres- sionante cromatismo. 3-Mosaico del Nilo - ricostruzione visiva all’inter- no dell’aula absidata del Foro 15
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi 4-Mosaico del Nilo, Pigmei a caccia e, a sinistra, le iene e il serprente (prop. intellettuale immagine SABAP-RM-MET) Tramite questi impressionati dettagli, gli artisti riescono a rendere lo spettatore partecipe della vasta cultura della grande dinastia dei Tolomei che, dopo la morte di Alessandro Magno, governarono l’E- gitto dal 305 a.C. fino alla morte della loro ultima regina, Cleopatra. Il mosaico del Nilo di Palestrina non è, infatti, solamente un’opera d’arte unica, ma anche uno spaccato delle conoscenze di geografia, zoologia, botanica e storia coeve alla sua realizzazione. Nella parte più alta, quella delle sorgenti (fig. 4), si vedono dei Pigmei dalla pel- le scura andare a caccia, poco più sotto delle iene che si contendono della carne e dietro di loro un serpente che mangia una preda. A seguire si riconosce un rinoceronte a due corni, tipico proprio delle zone dell’Africa. Dopo questa parte dalla natura molto selvaggia, il tragitto del Nilo entra in un paesaggio più umanizzato, bellissimo il dettaglio del nilometro (fig. 5), il pozzo grazie al quale era possibile prevedere l’avvicinarsi delle piene del Nilo ed or- 5-Mosaico del Nilo - nilometro ganizzare, di conseguenza, l’attività agri- (prop. intellettuale immagine SABAP-RM-MET) 16
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi 6-Mosaico del Nilo - arrivo dei viaggiatori alla città turrita (prop. intellettuale immagine SABAP- RM-MET) 7-Mosaico del Nilo - una barca approda al porto di Alessandria d’Egitto, davanti il tempio con la cerimo- nua di vittoria (prop. intellettuale immagine SABAP-RM-MET) cola. Si vede poi una città con delle mura arrivano a cavallo e grazie alla perfezione turrite, forse Menfi (fig. 6), due persone artistica del mosaico, sembra proprio di 17
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi cogliere lo stupore di questi viaggiatori esso, un tempio, protetto dal sole grazie per quello che si svela loro difronte. ad una vela, dove soldati in armature La parte in basso è occupata dalla rap- greche festeggiano il generale trionfa- presentazione di Alessandria, perla della tore, onorato infatti con la palma della cultura della dinastia Tolemaica, coeva vittoria. alla realizzazione del mosaico, e sede, Il Mosaico del Nilo di Palestrina, viaggio non a caso, della grande Biblioteca. emozionante ed inaspettato. Si riconce, stilizzato, il porto e il molo con i suoi approdi (fig. 7) e, davanti ad “Pensato per voi”, approfondimenti online sul Santuario della Fortuna Primigenia (link attivi) Viaggio nella Bellezza - Il Santuario della Fortuna Primigenia di Palestrina e il suo Museo (Raiplay) 18
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi Pensieri di cultura (link attivi) Un pensiero per Roma Secondo lo storico romano Varrone, Roma venne fondata il 21 aprile del 753 a.C., in questa settimana quindi, ricorre un compleanno speciale, quello della nostra città. Vogliamo dedicarle un pensiero, prendendo in prestito le parole di Pier Paolo Pasolini: Salgo i viali del Gianicolo, fermo da un bivio liberty, a un largo alberato, a un troncone di mura - ormai al termine della città, sull’ondulata pianura che si apre sul mare. (P.P. Pasolini, da “Il pianto della scavatrice”) Il Gianicolo (prop. intellettuale immagine Sovrintendenza Capitolina BB.CC.) 19
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi Un pensiero per la nostra Terra Il 22 aprile, in occasione del cinquantesimo annivesario dell’ “Earth day”, vogliamo idealmente abbracciare il nostro pianeta proponendovi un breve viaggio nelle meravi- gliose fioriture del parco botanico dei “Giardini di Ninfa” che, nel loro surreale e fasci- noso equilibrio tra natura e storia, sono testimoni vivi di quello che potremmo perdere. I Giardini di Ninfa (Cisterna di Latina) 2020 - visita virtuale delle prime fioriture I Giardini di Ninfa (Cisterna di Latina) 20
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi Pensieri tra le righe Il 23 aprile l’UNESCO patrocina la giornata mondiale del libro e del diritto d’autore proprio per promuovere la lettura e la pubblicazione. Per questa importante occasione vogliamo aprirvi le porte della prima biblioteca pubblica d’Europa fin dal 1604, la Bi- blioteca Angelica, vanto della città di Roma. La Biblioteca Angelica di Roma e i suoi tesori manoscritti La Biblioteca Angelica di Roma - interno 21
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi Un pensiero di libertà Il 25 aprile 1945 l’Italia si svegliò libera. Stavano iniziando a germogliare finalmente i semi della costituzione democratica e il rispetto della libertà. In questo giorno di riflessione vi proponiamo di ascoltare, dalla voce di Rosetta Loy, il discorso di Pericle agli Ateniesi del 431 a.C., simbolo di una ricerca di democrazia mai sopita nell’uomo. Rosetta Loy legge il “discorso di Pericle agli Ateniesi” – Teatro Quirino, Roma (2010) Il Campidoglio 22
BACHECA di cultura agile, Pensato per voi Pensieri tra le rose Solo a Roma un luogo apparentemente semplice, quale un giardino, può divenire magi- co perché la nostra città, come poche altre, mescola al pari di un equilibrista il fascino della natura con la sua storia millenaria e interculturale. Il 22 maggio e fino al 14 giugno riapre il Roseto Comunale di via di Valle Murcia. Per invogliarvi a questa passeggiata vi proponiamo, dalla nostra bacheca, questa breve an- teprima. Il Roseto Comunale di Roma e la sua storia Il Roseto Comunale visto dall’Aventino 23
Indice Presentazione Giuseppina Castagnetta - Presidente Municipio Roma XIII Aurelio Pensato per voi La passeggiata di Marc Chagal. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 Le città invisibili di Italo Calvino. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 L’acquedotto Traiano-Paolo e l’antica via Aurelia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Gianni Rodari. Il “Grammatico” della fantasia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Roma riflessa. Storie di “romanità” nel sodalizio teatrale tra Luigi Magni e Gigi Proietti. . . . . . . . . . . . . . . . 11 Orizzonti d’Africa. In viaggio lungo il Nilo a Palestrina. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Pensieri di cultura. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 Indice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 24
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