Bollettino Estate 2015 - Inclusione sociale e disabilità - atgabbes
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Bollettino Estate 2015 Inclusione sociale e disabilità
SOMMARIO Editoriale: di Donatella Oggier Fusi 1 Notizie dai regionali 3 Il Comitato Cantonale Informa: di René Derighetti e Monica Lupi 8 Temi d’attualità: • In viaggio verso l’autonomia 13 • Progetto cicli di vita 14 • www.atgabbes.ch 16 • Insieme Svizzera: Campagna di sensibilizzazione 16 • www.ciaotu.ch 16 Attività alla ribalta: • Sono unico e prezioso 17 • Tra cucina, città e neve 18 Dossier: a cura di Michela Luraschi • Inclusione sociale e disabilità 19 Cultura e formazione: • Cultura è scrivere un libro come crescere i figli 29 • Per l’estate 2015: Buon viaggio a tutti 31 L’ospite: • Progetto Avventuno 32 Fondazione Diamante: di Mauro Marconi • Venticinquesimo de La Linea a Riva San Vitale 35 atgabbes Qui di seguito vi elenchiamo gli indirizzi, con i rispet tivi loghi, delle Federazioni svizzere di cui l’Asso ASSOCIAZIONE TICINESE DI GENITORI ciazione fa parte: ED AMICI DEI BAMBINI BISOGNOSI DI EDUCAZIONE SPECIALE insieme Segretariato: Federazione Svizzera delle associazioni dei via Canevascini 4 - 6900 Lugano genitori di persone con handicap mentale Tel. 091 972 88 78 Aabergergasse 33, 3001 Berna ccp 69-5150-0 info@atgabbes.ch • www.atgabbes.ch Cerebral FONDAZIONE DIAMANTE Segretariato: Associazione Svizzera a favore dei Cerebrolesi via Violino 1 - C.P. 267 - 6928 Manno ASC - Zuchwilerstrasse 43 - 4501 Soletta Tel. 091 610 00 20 • www.f-diamante.ch Siamo lieti di mettere a disposizione uno spazio sul nostro Bollettino per chiunque volesse pubblicare osservazioni, opinioni, esperienze, legate alle tematiche dell’handicap. La scadenza per la consegna degli articoli, da inviare al nostro Segretariato, per il prossimo numero: «Autunno 2015», è entro il 30 agosto 2015.
“Ma signora, lei ha troppe aspettative ver- E so suo figlio…” In questi ultimi mesi ho sentito frasi simili L a questa in più contesti sia professionali che A formativi, rivolte a genitori con figli di età diverse: ogni volta sono rimasta stupita di I come si possa immaginare di poter chiede- re ad una famiglia di non avere aspettative R attorno alla crescita, allo sviluppo, alla vita “tout court” del proprio figlio con disabi- O lità. Sarebbe come chiedere alla terra di smettere di girare intorno al sole. T Inserire il proprio figlio in un orizzonte in divenire, pensarlo ed immaginarlo adulto I è l’atteggiamento naturale di ogni genito- D re, come ben ci ricordano Augusta Moletto e Riziero Zucchi quando ci parlano della E pedagogia della speranza come valore edu- cativo messo in atto nella quotidianità dai genitori. “Profondamente insita nell’azio- ne dei genitori è la spinta verso il futuro, verso uno sviluppo positivo ...la speranza dei genitori è l’anima del progetto di vita… si misura sul figlio, sulle sue capacità, sul- la necessità di andare oltre, di superare le difficoltà.” Questa spinta positiva può e deve essere un nutrimento per chi collabora con la fami- glia – non confusa o banalizzata con la falsa illusione; è soprattutto una fonte di energia ed idee per costruire insieme dei progetti scolastici, educativi, di vita positivi, soste- nibili e condivisi, al centro dei quali vi è l’individuo in movimento, accompagnato e sostenuto verso il futuro. La speranza non è negazione del passato, ma, anzi, proprio of- frendo solide radici, la famiglia permette al proprio figlio di spiccare il volo, di allargare un poco l’orizzonte. Questa dimensione progettuale la potete ritrovare ben presente nelle rubriche di que- sto Bollettino, così come in tutte le realizza- zioni della nostra associazione. 1
In Il CC informa trovate un estratto dei la- vori assembleari del 2015, momento pri- vilegiato durante il quale si fa il punto su quanto fatto e realizzato ma con uno sguar- do lucido ed attento verso il futuro, verso quello che ancora resta da fare, da discute- re, da promuovere. Il nostro presidente ci ricorda che è soprattutto con il dialogo che si costruisce quel senso di fiducia tra fami- glie ed istituzioni necessario per lavorare insieme, condividere sfide e progetti. In tema d’attualità presentiamo il pro- getto Cicli di vita che intende proprio per- mettere ad ogni famiglia di situarsi in una dimensione temporale, sottolineando i biso- gni ma anche le tante risorse presenti nelle varie transizioni che accompagnano la cre- scita del proprio caro. Nel dossier proponiamo un’importante riflessione attorno all’inclusione sociale, presentando una ricerca-azione che va a interrogarci tutti – associazioni, servizi ed istituti – attorno alla reale inclusività delle prestazioni offerte attualmente nel setto- re della disabilità. Gli autori sottolineano l’importanza di andare oltre alle conferme e alle sicurezze acquisite e di promuovere il cambiamento, di allargare gli orizzonti, di modificare le prospettive. Tutti, insieme. Ricordando pure l’importanza del ruolo della famiglia come partner fondamentale nella rete dei servizi e delle strutture. Buona lettura. Donatella Oggier Fusi Segretaria d’organizzazione 2
GRUPPO REGIONALE N O T I Z I E D A I R E G I O N A L I BELLINZONESE DIFFICOLTÀ D’APPRENDIMENTO E MODIFICABILITÀ COGNITIVA “L’intelligenza può essere insegnata” R. Feuerstein Il gruppo regionale del Bellinzonese ha organizzato venerdì 20 marzo 2015 una conferenza che aveva come tema centrale il Metodo Feuerstein. Nella bella cornice dell’Auditorium di Banca Stato a Bellinzo- na sono stati accolti con piacere un centi- naio di ospiti: genitori ed amici ma anche molti professionisti. Monica Lupi ha introdotto la serata ri- percorrendo la storia del metodo Feuer- stein, in particolare i punti salienti della vita di Reuven Feuerstein, creatore del metodo. Ebreo rumeno, sfuggito ai campi di concen- tramento e giunto poi in Israele dove ha svi- luppato il suo metodo lavorando a contatto con bambini traumatizzati e problematici. Dottore, laureato in psicologia è stato pro- fessore in varie università e fondatore della scuola internazionale che oggi porta il suo nome: Feuerstein Institute. La signora Lupi ha poi passato la paro- la alla relatrice, la signora Elisa Brambilla, formatrice del metodo Feuerstein, la quale ha iniziato la sua relazione con la frase lei- tmotiv: “Sta sicuro c’è speranza” e accen- nando alla sua esperienza privata essendo lei stessa sorella di un ragazzo con la trisomia 21, sottolineando quanto sia importante non etichettare le persone come invalide ma come ricche di potenziale. Il metodo si basa sulla certezza che in ognuno di noi esiste un potenziale d’apprendimento e quindi di mi- glioramento. Ha pure precisato che il meto- do viene sì, generalmente utilizzato per bam- 3
bini con difficoltà, ma è molto valido anche ra da trasmettergli efficacemente la convin- per gli studenti in generale e che, negli ultimi zione che è in grado di cambiare. Nell’ap- anni, lo si usa molto anche con gli anziani. prendimento mediato il mediatore, che Riportiamo di seguito i contenuti dell’in- funge da guida, si pone fra lo stimolo e la ri- tervento della signora Brambilla, ringra- sposta dello stimolo stesso. Esso supporta il ziandola per averci fornito informazioni bambino nel ragionamento, spiega il “per- divenute spunti di riflessione diversi per ché”, prevede la ripetitività dell’azione, ognuno di noi. anticipa le difficoltà, trova l’insegnamento L’intelligenza è dinamica, non statica. in ogni situazione, riassume le esperienze, Gli usuali test del QI ci dicono quanto una crea l’ambiente modificante, utilizza i crite- persona ha già imparato ma non dicono nul- ri di mediazione (vedi seguito). la delle sue possibilità di apprendimento. Un atteggiamento attivo modificante (al La possibilità di miglioramento e cambia- contrario del passivo), scommette sull’in- mento è soggettiva per cui anche i progressi dividuo e crede nel possibile superamento saranno personali a dipendenza delle carat- dell’attuale limite, in una prospettiva au- teristiche di ogni individuo. Non vi sono toplastica e quindi ad un potenziamento risposte standard in lassi di tempo precisi. dell’ambiente con alte aspettative al con- L’intelligenza concepita da Feuerstein trario di una riduzione delle aspettative in è fluida e non cristallizzata (“cose a me- un ambiente accomodante. moria”), è la capacità di ragionare grazie Affinché la mediazione sia proficua vi a strategie di pensiero prive di contenuto sono una serie di criteri da tener presente: i applicabili in diverse situazioni e alle re- primi tre essenziali ed altri otto facoltativi a lazioni con gli altri. È quindi importante dipendenza della situazione e del obiettivo riuscire a “svegliare” le funzioni cognitive del momento. (circa 30) carenti. Funzioni e carenze sono presenti in tutti, a essere diverso è il grado Di seguito verranno elencati e spiegati bre- di autonomia. vemente i criteri: Obiettivo del metodo è quello di aiutare il soggetto ad imparare e sviluppare il suo 1. Intenzionalità e reciprocità potenziale d’apprendimento. Ciò avviene Aver ben chiari i comportamenti che si tramite una figura che fa da mediatore tra vogliono insegnare. Stabilire delle pri- lui e l’ambiente. Nell’esperienza di appren- orità dando anche un certo spazio alla dimento mediato c’è un mediatore che agi- permissività. È importante rinforzare sce tra lo stimolo ed il soggetto. Lo scopo è, gli atteggiamenti positivi. da una parte: compensare la capacità ridot- 2. Trascendenza (dal qui e ora) ta di apprendere dalla diretta esposizione Fare in modo che i principi appresi in agli stimoli e, dall’altra: dare l’opportunità una data situazione possano venir uti- di sviluppare la capacità d’apprendere da lizzati in altre occasioni. un’esposizione agli stimoli in modo sempre Portare il soggetto a ragionare, dando più indipendente. L’attività di mediazione spiegazioni che vanno oltre la situazio- può essere un processo continuo ed appli- ne immediata. cato in svariate occasioni. 3. Mediazione del significato I mediatori devono veramente credere Arricchire il contenuto con valori e nella modificabilità della persona in manie- sentimenti. Lo sviluppo della motiva- 4
zione avviene infatti quando al conte- Far capire l’importanza di porsi delle nuto o al messaggio inviato vien dato mete e guidarla a scegliere i mezzi più particolare risalto. adatti per raggiungerli, pensare pure a 4. Mediazione del sentimento di com- possibili alternative. Insegnare che a petenza volte occorre ed è importante cambiare Elemento questo molto importante per l’obiettivo. l’autostima che facilita la disponibi- 9. Mediazione della sfida (ricerca di no- lità ad impegnarsi ed il conseguente vità e complessità) apprendimento. Occorre preparare le Suscitare interesse, voglia di misurarsi condizioni affinché il bambino spe- in compiti nuovi e complessi. Questo rimenti il successo ed interpretarlo in aspetto può spaventare molto il sogget- modo che capisca quali sono i fattori to che spesso preferisce crogiolarsi in che lo hanno permesso. ciò che conosce e nelle modalità a lui 5. Mediazione della regolazione e del più famigliari. È importante dare un controllo del comportamento significato positivo a compiti nuovi e Insegnare ad essere cosciente delle rendere le esperienze eccitanti. proprie reazioni e, a dipendenza delle 10. Mediazione della consapevolezza occasioni, rispondere in modi e tempi della possibilità di cambiamento appropriati. Infondere fiducia di poter modificare e 6. Mediazione del comportamento di migliorare, condizioni vitali per attiva- condivisione re il processo di modifica. Due sono gli aspetti importanti di questo 11. Mediazione della ricerca di un’alter- criterio: il valore sociale della condivi- nativa ottimistica sione e la capacità di empatia. Stimola Credere nella possibilità di risolvere i la capacità di confrontarsi con gli altri. problemi, superare gli ostacoli, rime- 7. Mediazione dell’individuazione e del- diare alle mancanze, riesaminare le la differenzazione psicologica difficoltà e cercare nuove soluzioni. Il Aiuta a definire la propria unicità e mediatore deve essere anche personal- stabilire una separazione tra se stessi e mente convinto dell’esistenza di alter- gli altri. In questo senso è molto impor- native. tante mostrare rispetto delle opinioni, 12. Mediazione del senso di appartenenza della privacy, della dignità del soggetto Appartenere ad una famiglia ma pure ed incoraggiarlo a prendere decisioni ad una comunità, ad un gruppo in ge- e la responsabilità di eventuali conse- nere è un aspetto vitale per l’essere guenze. Questo processo viene osta- umano. È importante trovare attività in colato da un’eccessiva protezione, da cui il bambino possa eccellere e sentirsi un eccesso di autoritarismo ma anche gratificato. quando si è di fronte ad una situazione di autonomia prematura. Dal punto di vista pratico, oltre alla pos- 8. Mediazione del comportamento di sibilità di applicare i criteri in ogni ambi- ricerca, di pianificazione e di conse- to della quotidianità, il metodo Feuerstein guimento degli scopi si avvale di un piano di intervento mirato Guidare la persona ad organizzare la che si basa sullo svolgimento di schede; il sua vita secondo una serie di obiettivi. cosiddetto Programma di Arricchimento 5
Strumentale (P.A.S) composto da 14 “stru- FESTA DI PRIMAVERA menti”, ognuno su un argomento specifico. Esistono due tipi di P.A.S.: il Basic, per la Profumo di lasagne casalinghe, numeri, fascia di sviluppo che generalmente va fino serata in compagnia, stare insieme: ai 9 anni, che contempla aspetti emoziona- sabato16 maggio 2015 li e cognitivi, e lo Standard, per il seguito, che tratta essenzialmente aspetti cognitivi. Esiste la possibilità di svolgere questo tipo di lavoro in maniera intensiva (ca. 70 ore in alcune settimane) o, più consigliato, in maniera costante con un minimo di 3 ore la settimana (Il trattamento è comunque un lavoro che si protrae a lungo nel tempo (a titolo d’esempio: per svolgere tutti gli stru- menti del P.A.S Standard una persona sen- za particolari difficoltà impiega tre anni). L’obiettivo di questo tipo di intervento è quello di portare la persona ad apprendere attraverso la diretta esposizione agli stimo- li; correggendo le funzioni carenti, facendo acquisire concetti base, analizzando i suc- cessi e gli insuccessi, producendo il piacere Da una decina di anni, l’annuale appunta- nello svolgimento di compiti. mento CENA CON TOMBOLA, organiz- La serata è stata molto intensa e ricca di zato dal gruppo regionale del Bellinzonese informazioni e stimoli e, nel caso qualcuno in collaborazione con ATiDU (Associazio- volesse approfondire qualche argomento o ne Ticinese Deboli d’Udito), riscuote un necessitasse di informazioni relative ad in- formidabile successo. Circa un centinaio terventi o corsi, può rivolgersi direttamente i presenti nella colorata sala del Centro al Centro per lo Sviluppo delle Abilità Co- ATTE di Bellinzona che hanno potuto deli- gnitive (C.S.D.A.C. Garbagnate Milanese ziare il loro palato grazie alle gustose e ca- MI, Italia - www.sviluppocognitivo.it - salinghe lasagne preparate con quella cura info@sviluppocognitivo.it – tel.: +39 347 speciale dalla “nostra chef” Pietta, affianca- 7133549) oppure al nostro segretariato. ta dall’amica Mariangela. Feuerstein è uno tra i diversi metodi Giunto il momento di sparecchiare le ta- d’apprendimento utilizzati anche nell’am- vole, dopo un giro di formaggi e deliziose bito della pedagogia speciale. Sarà interes- torte, come ogni anno, la serata si accende: sante conoscere, in questa formula, anche tutti in attesa del primo giro di tombola e a altri metodi che possono essere d’interesse far “girare” le teste sono sicuramente i fan- a famiglie e professionisti. tastici e ricchi cestoni esposti con cura, pro- posti durante la serata. Infatti Milena, prin- Aurelia Milani, cipale promotrice dell’evento, affiancata da membro di Comitato Cantonale un gruppo di volontarie, durante l’anno si adoperano nella ricerca e successivamente nella preparazione dei cestoni. 6
Ai più piccoli, diversi i presenti quest’anno, è stato offerto un premio-sorpresa. Queste attenzioni, oltre a rappresentare la voglia e il piacere di soddisfare tutti partecipan- ti, grandi e piccini, sono la dimostrazione della cura e della meticolosità con cui viene organizzata la serata. A nome del gruppo regionale del Bellin- zonese, esprimo un grande grazie a tutti gli attori coinvolti con passione in questo ap- prezzato e immancabile evento. Ci vedia- mo l’anno prossimo! Sara Totti Bottoli 7
ASSEMBLEA ORDINARIA DEI IL COMITATO CANTONALE INFORMA DELEGATI 2015 Un luogo di ascolto e di dialogo È nella bella cornice della Scuola agraria di Mezzana che il 25 aprile scorso si è tenuta l’Assemblea ordinaria dei delegati atgabbes del 2015. Accolta da Daniele Martini, Pre- sidente del Gruppo regionale Mendrisiotto e in presenza di una novantina di persone, tra cui 23 delegati, i lavori assembleari han- no avuto inizio con la nomina del presiden- te del giorno, il signor Rudy Novena. Rap- presentante della Conferenza Cantonale dei Genitori, la sua figura segnala l’importanza dei gruppi genitori nel contesto culturale e sociale del nostro territorio. L’attivismo ge- nitoriale, attraverso il racconto di esperien- ze diverse, è proprio stato il tema della tavo- la rotonda che si è tenuta a fine Assemblea e di cui riporteremo nelle prossime edizioni del nostro Bollettino. Come d’abitudine, l’Assemblea, oltre a presentare il rapporto di attività dell’an- no trascorso, i progetti futuri, e indicare dettagliatamente la situazione finanziaria dell’Associazione1, è l’occasione per il pre- sidente e il vice presidente di condividere le loro riflessioni e di raccogliere input da parte dei soci e degli amici presenti in sala. Il valore dell’Assemblea è proprio quello di divenire un momento di scambio privi- legiato dove segretariato e Comitato sono all’ascolto dei bisogni delle famiglie, dei loro desideri, delle gioie e dei problemi. Il presidente René Derighetti segnala come quanto raccontato durante la scorsa assem- blea (2014) sia ancora attuale, come ancora 1 Per gli interventi di Donatella Oggier-Fusi, Sladja- na Stojanovic e Michela Luraschi che hanno pre- sentato le attività dell’Associazione per l’anno 2014, si rimanda al Rapporto d’attività, consulta- bile anche online. 8
sia in grado di mobilizzare l’attenzione ne- cessaria per capire le preoccupazioni che toccano questi stessi genitori. Quando i genitori hanno la certezza che sono stati ascoltati, sono più facilmente di- sposti ad accettare le ragioni di decisioni che non collimano con le loro necessità o desideri. Oggi, come nel passato, il sol mezzo per avere un influsso sulle decisioni nel sociale, come anche a livello politico, è quello di es- sere disposti a entrare nei gremii nei quali aperto è il mandato ricevuto per risolvere una vengono prese le decisioni. situazione a problema inerente il dialogo tra Essere presenti, per plasmare il futuro ed alcune famiglie e un’istituzione. Il presiden- evitare le deviazioni imposte in nome della ra- te invita a rileggere l’intervento dello scorso zionalizzazione o da concetti nuovi introdotti anno, presentato sul Bollettino estate 2014 senza la dovuta sensibilità ed esperienza. e continua qui la sua riflessione. Di seguito Per esempio per il disabile, in generale riportiamo integralmente il suo intervento. povero di possibilità di relazioni, i contatti “Come associazione di genitori e amici sul posto di lavoro rappresentano la possi- di persone disabili abbiamo come compito bilità di crearsi una cerchia di amicizie non prioritario di ascoltare i genitori o i loro solo fra colleghi ma anche con educatori rappresentanti, cercare di dissipare le loro e responsabili. Promuovere delle occasio- perplessità e trovare delle soluzioni ai loro ni d’incontro non solo nel tempo libero è problemi. Alcuni genitori si rivolgono a noi un’applicazione pratica del concetto d’in- in queste situazioni, altri non si esprimono, clusione. Il coinvolgimento dell’educatore ne parlano al massimo fra loro e si rasse- in un contesto più allargato fa parte delle gnano in silenzio. Questo senso di rasse- conseguenze della sua scelta professionale gnazione viene giustificato anche dagli in- e lo distingue dai quadri di una ditta qual- successi di chi ha espresso le perplessità e siasi. Raccomandare un distacco professio- indicato (formulato) problemi. nale è ignorare che per il disabile mentale Evidentemente non tutte le richieste di la persona di riferimento entra sovente nel genitori sono giustificate ma dobbiamo al- cerchio delle sue conoscenze e anche delle meno dar loro la certezza che sono ascolta- sue aspettate amicizie. ti. Le richieste dei genitori non dovrebbero essere interpretate come un ammanco di fi- ducia nelle istituzioni, ma come proposte di miglioramento proprio del senso di fiducia. La mia esperienza di più di quarant’anni di attività a favore di disabili e quella an- cora più lunga in qualità di genitore, mi ha convinto che solo il genitore che, rientran- do a casa da una riunione o un dibattito, ha effettivamente il figlio o figlia disabile, 9
Come associazione di genitori e amici di persone con disabilità abbiamo cercato di comunicare in diverse occasioni le preoc- cupazioni e le richieste dei genitori – forse non sempre giustificate – riguardo alle mo- dalità di presa a carico dei loro figli. Espri- mere delle preoccupazioni riguardo all’or- ganizzazione e ai regolamenti non significa mancare di fiducia nei gestori di strutture ma partecipare al miglioramento del senso di fiducia e dissipare dei dubbi. Aspettare dei casi concreti per migliorare non aiuta le persone coinvolte: meglio prevenire. nell’applicazione dei progressi della tecnica Sempre nell’intento di migliorare la com- genetica. Non vorremmo che in futuro i geni- prensione, organizziamo dei gruppi di scam- tori di un figlio disabile vengano colpevoliz- bio di esperienze fra i genitori, gruppi utili zati di negligenza. per informare e anche formare i genitori gio- Per questo invitiamo i nostri membri a vani. Da quest’ultimi riceviamo domande e informarsi, a farsi un’opinione personale e critiche riguardo all’attenzione alle propo- non formuliamo nessuna raccomandazione. ste che il sociale in generale rivolge all’han- Come associazione di genitori dobbia- dicap con il quale sono confrontati. In man- mo continuare a contribuire al migliora- canza di risposte, i più attivi danno nascita a mento della situazione dei disabili e delle delle associazioni con scopi specifici. loro famiglie. Per questo dobbiamo essere Sempre con l’intenzione di migliorare la presenti laddove ne abbiamo il diritto per situazione del disabile nella società parteci- statuti, leggi o regolamenti se possibile piamo alle associazioni Cerebral e Insieme con persone direttamente coinvolte. che sono attive a livello nazionale. In questo Ripeto dunque l’invito a partecipare, ambito possiamo contribuire a dare delle ri- ossia a mettersi a disposizione e ringrazio sposte alle necessità e problemi riscontrati tutti i volontari che sono attivi nelle strut- dai disabili e dalle loro famiglie. I rispettivi ture atgabbes o in altre associazioni, quelli bollettini v’informano regolarmente riguar- che fanno parte di gruppi di genitori o sono do ai temi trattati. Nelle riunioni annuali membri di consigli di fondazioni. possiamo esprimere le nostre opinioni. Oggi Infine, mi scuso personalmente presso mi limito a segnalare un tema di attualità i genitori che mi hanno chiesto in diverse oggetto di analisi per Insieme e Cerebral: la occasioni di presentare delle richieste e ri- votazione del 14 giugno 20152, riguardo alla portare delle loro preoccupazioni, di non “diagnosi preimpianto”. Come atgabbes essere stato capace di assolvere pienamen- vediamo il lato positivo, evitare la trasmis- te il loro mandato”. sione di disabilità congenite, ma all’opposto Il vice presidente Cosimo Mazzotta, ci preoccupiamo del pericolo di deviazioni sottolinea quanto detto dal Presidente, nel suo discorso, rinnovando dunque l’invito ai genitori e alle famiglie di farsi avanti per 2 La pubblicazione del Bollettino estate 2015, segue la votazione del 14 giugno. In fase di lettura, dun- affrontare le problematiche con le quali que, si conosceranno già i risultati. sono confrontati. Anche il vice presidente 10
si scusa per non avere, allo stato attuale, le Cosimo Mazzotta, ricorda, attraverso que- relative risposte in merito al mandato che sto esempio, quale il ruolo di atgabbes che avevano ricevuto in occasione dell’assem- ormai ha 48 anni e ringrazia quei genitori blea dell’anno precedente. Le assemblee che di fronte a problemi legati alla presa a servono anche a questo: richiedere agli carico dei loro figli nelle varie istituzioni, organi esecutivi di fare qualcosa e di darne abbiano “denunciato la situazione”. Una poi un riscontro. Nel caso specifico, il vice situazione di per sé problematica, poiché è presidente riassume i passi fatti dal Comi- venuto a mancare un elemento importante, tato Cantonale: “dapprima, è stato chie- ovvero il dialogo e la condivisione. Questa sto un incontro con il Presidente e il vice mancanza va oltre al fatto che i genitori Presidente della Fondazione Diamante. abbiano ragione o “torto” rispetto ad una Obiettivo: cercare il dialogo. A seguito tal questione. (Oltretutto, quando si parla dell’incontro, è stata trasmessa una lettera di persone, di cura e di valori, è difficile circostanziata, lettera di apertura dove si posizionare la ragione). Il vice presiden- invitava ancora una volta al dialogo, ma a te, termina il suo intervento riprendendo questo scritto non è stata data risposta. In il pensiero di Rudy Novena in apertura seguito, tramite i rappresentanti di atgab- dell’Assemblea, ribadendo “l’importan- bes nel Consiglio di Fondazione, è stato za di conoscere le associazioni per creare proposto di trattare l’argomento che pre- sinergie e acquisire conoscenze: questo è occupa i genitori e famiglie, questo punto è il ruolo di atgabbes, che da cinquant’anni stato toccato ma non è stato trattato come contraddistingue il Cantone Ticino”. ci si aspettava. Seppur dispiaciuti per non poter dunque dare risposte concrete oggi, Arrivi e partenze ribadiamo il fatto che il Comitato non si L’Assemblea annuale dei delegati è anche ferma qui; il mandato è ancora valido e l’occasione per esprimere ufficialmente i tutta la situazione è ancora da chiarire.” saluti alle persone – in questo caso profes- sioniste – che arrivano o partono da atgab- bes. Quest’anno, un grande ringraziamen- to seguito da applauso è stato trasmesso a Marisa Croci e Daniela Colferai, docenti del Preasilo di Lugano, che hanno deciso di terminare la loro attività a giugno 2015. Il periodo 2014-2015, è stato invece il primo anno di attività per Martina Cri- velli-Preisig, responsabile della struttura di Lugano, e per Silvana Pia Peverelli, docente a Giubiasco. Anche a loro, un rin- graziamento importante. Un alto cambio, già menzionato nell’edizione primaverile del Bollettino, è avvenuto invece in seno al segretariato, con la partenza di Sladjana Stojanovic e l’arrivo di Sabrina Astorino nella gestione del settore delle attività del tempo libero. 11
Comitato Cantonale 2015 Le nomine statutarie approvate dall’Assemblea dei delegati 2015: COGNOME NOME FUNZIONE SCADENZA MANDATO REGIONALE Derighetti René presidente 2016 Locarnese Saccol Egidio membro 2019 Locarnese Matasci Carmen membro 2016 Locarnese Guggiari Franca supplente 2018 Locarnese Mazzotta Cosimo vice-presidente 2019 Luganese Lupi Monica membro 2016 Luganese Limonta Katia supplente 2018 Luganese Scotti Dario membro 2018 Mendrisiotto Sciolli Tiziano membro 2016 Mendrisiotto Maggiori Monica membro 2017 Bellinzonese Milani Aurelia membro 2019 Bellinzonese Donadini Piergiorgio supplente 2018 Bellinzonese Ravasi Gianni membro 2016 Biasca e Valli Piccinelli Anny-Keti membro 2018 Biasca e Valli Trenta Tiziano supplente 2017 Biasca e Valli Per il Comitato Cantonale René Derighetti Monica Lupi Presidente Membro 12
IN VIAGGIO VERSO D ’ AT T U A L I T À L’AUTONOMIA... La Scuola di Vita Autonoma (SVA) del- la Pro Infirmis si è presentata lo scorso 26 marzo a Giubiasco durante una serata organizzata da atgabbes rivolta ai fami- gliari interessati. La modalità utilizzata è stata molto accattivante: Elisa Tenconi Treichel e Roberta Ambrosini, educatrici del progetto, hanno infatti proposto una breve presentazione della struttura e degli obiettivi così come del tipo di accompa- gnamento offerto durante i 3 anni di scuo- la, lasciando poi la parola a due coppie di genitori i cui figli stanno intraprendendo, proprio in questo periodo, il loro viaggio che evolve verso l’autonomia presso la SVA di Locarno. In perfetta modalità “Pedagogia dei genitori”, alla presentazione più tecnica svolta dalle due professioniste, si sono affiancati i racconti dei genitori che, con molta apertura e generosità, hanno narrato delle piccole e grandi conquiste dei loro fi- gli verso una sempre maggiore autonomia. Dai primi segnali lanciati dai figli, diven- tati adulti non solo cronologicamente, alle difficoltà del distacco superate, soprattut- to, grazie alla grande fiducia nei mezzi e nelle risorse dei propri cari. Entrambe le famiglie hanno sottolineato il grande ruo- lo della dimensione collettiva del percorso T E M I offerto dalla SVA, cioè dell’importanza per i propri figli di vivere un’esperienza di gruppo, potendo – per alcuni di loro per la prima volta – condividere il loro vissuto, i loro sogni e le loro paure con dei coetanei, dei “pari”. Un altro elemento illustrato con chia- rezza, soprattutto dalle due mamme, è stato quello della vicinanza e del sostegno offer- to dalle educatrici, sempre disponibili ad 13
accogliere ansie e dubbi dei genitori e ad ra non esistesse. Quanto descritto è frutto di accompagnarli nel distacco, temporaneo o uno stereotipo purtroppo ancora attuale: di più duraturo con il figlio adulto. fatto le persone con disabilità attraversano È stata una serata ricca, dove i profes- i cicli di vita come lo facciamo tutti e come sionisti presenti hanno soprattutto taciuto, tutti attraversano delle fasi di transizione lasciando il giusto spazio alla genitorialità, fra le diverse età. ascoltando come queste famiglie hanno po- Se dalla persona con disabilità volgiamo tuto – dopo aver dato loro profonde e forti lo sguardo alla sua famiglia, ci rendiamo radici – dare anche ali ai propri figli, per conto che essa è pure chiamata ad evolvere: spiccare il volo verso l’autonomia. un conto, per esempio, è essere genitore di L’unica famiglia che ha colto l’occasio- un bimbo di due anni, altro conto è essere ne di partecipare alla serata ha potuto così genitori di un uomo di 30 anni. Si rimane immaginare possibili percorsi per il figlio genitori (o fratelli e sorelle), ma il modo di adolescente, percorsi resi reali proprio gra- esserlo di regola cambia. zie all’esperienza narrata e alla concretezza Le persone con disabilità, come tutte degli elementi portati dai genitori. le persone, nel corso degli anni si costru- iscono una loro rappresentazione, talvolta espressa a parole, talaltra con comporta- PROGETTO CICLI DI VITA menti ed atteggiamenti, in modo quindi non di Monica Lupi verbale, della loro esistenza. Le persone con disabilità hanno una loro immagine di se stessi, sono portatori di bisogni e deside- L’espressione “cicli di vita” è utilizzata in ri per il loro presente e circa il loro futuro. psicologia per indicare l’evolvere nel tempo Come tutti, sono chiamati a mediare fra i della persona, ma anche della sua famiglia. loro desideri e la realtà, in modo da costru- Atgabbes, malgrado il nome Associa- ire dei progetti di vita realistici e trovare le zione di Genitori ed amici dei bambini strategie utili a realizzarli. bisognosi d’educazione speciale, lavora a Affinché il progetto di vita della perso- sostegno delle persone con disabilità e delle na con disabilità si componga e si realizzi, famiglie toccate dalla disabilità, accompa- come Associazione, riteniamo irrinunciabi- gnandole nelle diverse fasi della vita: prima le la collaborazione fra la famiglia e i servi- infanzia, infanzia, pre-adolescenza, adole- zi di aiuto professionale. La collaborazione scenza, post-adolescenza, età adulta, età con le famiglie è d’altronde ritenuta oggi matura, terza età. un indicatore dell’inclusività dei servizi. Quando pensiamo alle persone con disa- Notiamo che c’è una differenza fra la fami- bilità ci rendiamo conto che, dal punto di glia e i servizi. I servizi sono organizzati per vista della loro evoluzione nelle età, ancora fasce d’età: servizi per la prima infanzia, oggi sono ritenute bambine fino ad età in cui scuola speciale e servizi per l’età adulta. La ciascuno è ormai considerato adolescente famiglia invece è sempre quella. Ed è que- quando non giovane adulto, poi, tutt’a un sta la specificità della famiglia, che la dif- tratto, a partire dalla loro maggiore età, ini- ferenzia da qualsiasi servizio professiona- ziano ad essere ritenute adulte. Tra i 40 e i le: la famiglia accompagna la persona con 45 anni, di regola iniziano ad essere ritenute disabilità lungo l’arco dell’intera esistenza. anziane, come se per loro l’età adulta matu- Non fosse che per quello, la famiglia merita 14
quindi rispetto da parte dei sistemi d’aiuto per costruire un progetto relativo al proprio professionale. Questa sua caratteristica fa sì futuro. Infatti, da un lato essere costante- che la famiglia porti alla persona disabile mente attraversata dall’Emergenza, come uno sguardo particolare: quello dato dalla intesa sopra, implica correre il rischio di sua storia, che comprende il suo passato, non costruire: per costruire, infatti, è neces- ma pure il proiettarla in un futuro. Ogni saria la continuità. D’altro canto, impegna- genitore infatti, fin dall’infanzia del figlio ta a rispondere a quanto Emerge, l’Associa- o della figlia con disabilità è portatore di zione rischia di trascurare bisogni magari un interrogativo: “Che ne sarà di lui o lei tanto grandi che coloro che li avvertono ne quando io non ci sarò più”. Ed ogni genito- sono schiacciati e quindi non trovano le ri- re opera affinché, quando non ci sarà, più il sorse utili a farli presenti. figlio o la figlia con disabilità si trovi nella Vogliamo dunque prima di tutto racco- miglior condizione di vita possibile e con il gliere direttamente dalle persone con disa- più alto grado d’autonomia dalla sua fami- bilità e dalle loro famiglie temi, necessità, glia d’origine. preoccupazioni che possano orientare poi le azioni future dell’Associazione sul piano Altro tema da porsi per quanto concerne la delle sue attività rivolte alle persone con di- famiglia, in particolare i genitori, è quello sabilità e alle famiglie, le azioni formative dell’evoluzione dei bisogni espressi dai che sono parte integrante del nostro man- genitori in considerazione dell’evoluzione dato e le azioni di politica sociale conside- delle generazioni. La nostra Associazione rando l’importante ed attuale tema dell’in- accoglie generazioni di genitori diverse: clusione. accanto alla generazione dei pionieri, di co- loro quindi che quando il figlio era bambino non trovando nessun sostegno a disposizio- ne si sono adoperati affinché servizi per la Di seguito segnaliamo i primi passi di que- prima infanzia, scuole speciali e servizi per sto progetto: adulti esistessero, troviamo i giovani geni- tori. La nostra esperienza conduce a credere Sabato 26 settembre 2015, vi sarà il che ogni generazione di genitori confron- primo appuntamento: un pomeriggio di tata a servizi ed attività voluti e costruiti riflessione con la Professoressa Roberta grazie alla generazione che l’ha preceduta, Caldin, seguito da workshop e discussio- personalizza quanto trova e propone dei ne. Il pomeriggio si svolgerà presso la cambiamenti. Questo è interessante perché SSPSS di Trevano. Vi invitiamo sin d’o- conduce ad una costante evoluzione. Ma ra a prendere nota dell’appuntamento. per un’associazione come la nostra implica essere costantemente attraversata dall’E- Raccolta di bisogni e tematiche: fami- mergenza, intesa come l’Emergere di que- gliari e persone con disabilità sono invi- stioni che parevano aver trovato una loro tate a dare spunti, porre domande e indi- soluzione soddisfacente e che invece sono care le proprie preoccupazioni sul tema riportate come questioni prioritarie dalla attraverso un questionario da richiedere nuova generazione. in segretariato o scaricabile dal nostro Ora, atgabbes ha 48 anni d’età e ritiene sito web. necessario fare un punto della situazione 15
WWW.ATGABBES.CH WWW.CIAOTU.CH Sito atgabbes, nuova veste Il sito www.ciaotu.ch è online. La piatta- Abbiamo accolto l’invito di Cerebral, forma social-media ciaotu.ch è un progetto nostro ente mantello a livello svizze- della Fondazione Roger Kessler realizzato ro, di uniformare i siti internet di tutte le in collaborazione con l’Associazione Ce- antenne regionali. Così, dalla primavera rebral Svizzera, uno spazio in cui soprat- scorsa, il nostro sito ha un altro aspet- tutto chi soffre di un handicap motorio di to. Vi invitiamo a visitarlo e segnalar- origine cerebrale, ma anche amici e perso- ci eventuali problemi riscontrati. Il sito ne interessate, può condividere le proprie è ancora in costruzione: ci scusiamo esperienze e confrontarsi su qualunque sin da subito per possibili mancanze. argomento. Naturalmente, sono benvenuti Vi ricordiamo che www.atgabbes.ch è un anche gli utenti con un handicap di natura luogo in cui potete trovare tutte le novità diversa o senza handicap. di atgabbes: dalle proposte di attività, ad ciaotu.ch è gestito da 6 bloggers (am- appuntamenti dei gruppi regionali, confe- ministratori) fissi, un team eterogeneo ed renze, eccetera. Ma è anche un posto in cui intraprendente di volontari provenienti da potete leggere la storia dell’Associazione, diverse aree e regioni linguistiche della i suoi valori, il suo operato. Sono anche Svizzera, accomunati dalla stessa passio- consultabili e scaricabili tutti i Bollettini ne per la scrittura e che sono colpiti – sia tematici e informativi e i vari moduli di personalmente o tramite un membro del- iscrizione alle diverse attività, come i loro la famiglia – da un handicap motorio di programmi. origine cerebrale. Il team è composto da Matyas Sagi-Kiss (direttore progetto), Laure Koller, Vanessa Leuthold, Yvonne INSIEME SVIZZERA: CAMPAGNA Luginbühl, Nadja Siegenthaler e Stefanie DI SENSIBILIZZAZIONE Widmer. Le parti interessate che commentano i messaggi o vogliono pubblicare qualcosa insieme Svizzera festeggia i suoi 55 anni devono registrarsi (gratuitamente). con la promozione di una nuova campa- gna di sensibilizzazione. “5min” è il nome www.stiftung-roger-kessler.ch di questo breve video che ‘fotografa’ l’in- www.association-cerebral.ch contro tra persone con disabilità e senza. Il video è visibile su Internet e vuole essere un messaggio che l’incontro, la conoscenza – l’integrazione – sono possibili. http://5min.insieme.ch/fr/ 16
SONO UNICO E PREZIOSO AT T I V I T À A L L A R I B A LTA Formazione atgabbes per volontari campi e colonie Sabato 7 marzo scorso si è tenuta un’inte- ressante mattinata di formazione, organiz- zata in collaborazione con ASPI (Fonda- zione della Svizzera italiana per l’Aiuto, il Sostegno e la Protezione dell’Infanzia). Una ventina i monitori che hanno parteci- pato, con molte domande ed aspettative. Abbiamo affrontato una tematica di spessore e molto sensibile quale la preven- zione di abusi e maltrattamenti in maniera interattiva e costruttiva, sperimentando le attività proposte nel percorso didattico “Sono Unico e Prezioso”. Grazie alla disponibilità delle operatrici ASPI abbiamo potuto conoscere e “tocca- re con mano” i 6 messaggi di prevenzione che permettono di rinforzare l’autostima ed aumentare le competenze di bambini, adolescenti e adulti in situazione di han- dicap nella gestione delle relazioni. Si tratta di un percorso che da un decen- nio ASPI presenta in tutte le scuole elemen- tari del Cantone e che, grazie anche al soste- gno e il lavoro di atgabbes, è stato adattato per il settore della disabilità. Alla fine della visita ha fatto seguito un momento di riflessione attorno alle attività del tempo libero di atgabbes e alle effetti- ve occasioni di promuovere le competenze di vita dei nostri partecipanti nell’ambito dell’autostima, della gestione delle distan- ze, della conoscenza del proprio corpo e delle proprie emozioni. La particolarità di questo percorso è pro- prio quello di parlare concretamente di pre- venzione di abusi senza mai nominare o pre- sentare situazioni di abuso o maltrattamento, mettendo il focus e l’accento sulle compe- 17
tenze di vita utili e necessarie per poter gesti- re le proprie relazioni, il proprio benessere. In quest’ottica, tutti nel nostro piccolo possiamo attivarci nel creare occasioni con- crete nelle quali sperimentare il rispetto, la scelta, il buon trattamento, l’aiuto reciproco. Campi e colonie diventano così palestre di vita, luoghi sempre protetti ed attenti all’accoglienza e all’accompagnamento dei nostri amici nelle loro fasi di vita. Fare attenzione alle attività che proponia- incontrati anche in autunno e inverno, per mo, permettere la scelta tra più attività e vivere nuove e diverse avventure. proposte, adattare i giochi all’età dei parte- In ottobre, affidandoci a dei maestri cuo- cipanti, permettendo loro di crescere, por- chi, abbiamo imparato a cucinare alcuni tare un’attenzione speciale alle attività fisi- piatti prelibati che abbiamo in seguito gu- che e di contatto, sottolineare l’importanza stato per pranzo. del rispetto reciproco nelle parole e nei ge- In dicembre, per pregustare lo spirito del sti: ecco come si può proporre una cultura Natale, siamo andati a visitare i mercatini del buon trattamento e fare prevenzione. di Lucerna. Ma dei camminatori come noi non pote- Donatella Oggier-Fusi vano stare fermi in inverno e perciò siamo andati a provare un’escursione con le rac- chette da neve (ciaspole). TRA CUCINa, CITTÀ E NEVE Siamo andati sul percorso invernale a San Bernardino. La giornata ci ha sorriso, il sole spendeva e il paesaggio era bello. Gruppo Pet da Lüv E un’altra stupenda giornata assieme è Per non sentire troppo la mancanza gli uni trascorsa. dagli altri, da un’estate all’altra, ci siamo Il gruppo monitori 18
INCLUSIONE SOCIALE R E DISABILITÀ Dossier a cura di Michela Luraschi Gli Stati – tra cui la Svizzera – che hanno ratificato la Convenzione ONU per i di- ritti delle persone con disabilità (CRPD)1 E “riconoscono il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre perso- ne, e adottano misure efficaci ed adeguate al fine di facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e la loro piena integrazione e parte- I cipazione nella società, anche assicuran- do che: (a) le persone con disabilità ab- biano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare S sistemazione; (b) le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenza personale necessaria per consentire loro di vivere nella società e di inserirvisi e im- pedire che siano isolate o vittime di segre- S gazione; (c) i servizi e le strutture sociali destinate a tutta la popolazione siano mes- se a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattate ai loro bisogni.” Con questo articolo 19 della CRPD, Vita indipendente ed inclusione nella società, O il tema dell’inclusione si presenta in modo “ufficiale” in più ambiti, ed è divenuto, gra- zie anche a tutta la letteratura esistente in materia, sempre più soggetto di importanti 1 Ricordiamo che il dossier del Bolletino inverno 2013 è stato dedicato al tema “Diritti delle persone D in situazione di Handicap: la Convenzioe ONU”. 19
riflessioni.2 Queste riflessioni ci invitano a A sostegno della nostra convinzione in me- rileggere il nostro agire, il nostro lavoro in rito all’importanza della collaborazione tra chiave inclusiva. Ciò nonostante, vi è anco- famiglia e istituzioni, tra famigliari e servi- ra, anche per atgabbes, la necessità di fare zi, sottolineiamo la particolarità di questo chiarezza sia in termini operativi che epi- libro, ossia la sua origine. L’idea, il bisogno stemologici attorno al tema dell’inclusione. di realizzare una ricerca-azione sul tema Un passo in questa direzione, per riflettere dell’inclusione sociale, nasce proprio da sul significato di questo termine e per cono- Anffas Lombardia5, un’associazione, come scere tecniche e pratiche inclusive, è stato fat- la nostra, di famigliari. La ricerca, nata to da atgabbes, in collaborazione con ATIS3 e come intento di autovalutazione dei propri SUPSI, organizzando, lo scorso 23 aprile, la servizi in ottica inclusiva, è sfociata poi in presentazione del libro ‘Inclusione sociale e questa interessante pubblicazione. disabilità’, di Roberto Medeghini, Giuseppe Vadalà, Walter Fornasa e Angelo Nuzzo4 : Il dossier approccia dunque questo com- uno strumento che fornisce elementi e stru- plesso tema dell’inclusione sociale, soprat- menti chiari per poter osservare e valutare il tutto sottolineando il fatto che si tratta di un proprio operato in un’ottica inclusiva. percorso che richiede un cambiamento cul- Quello che stiamo offrendo oggi, è inclu- turale, un impegno collettivo, che parta dal sivo? Quale il divario tra pensiero/volontà singolo. L’argomento è introdotto proprio e pratica? Interessante, in questa interroga- attraverso un’intervista a Emilio Rota, pre- zione, è proprio la presenza di Atis come sidente di Anffas Lombardia, che va a sot- co-promotore della conferenza. Gli istituti tolineare il ruolo centrale delle famiglie. In sono per antonomasia poco inclusivi, piutto- seguito, riportiamo l’intervento del 23 aprile sto segregativi. Come menzionato da Mattia scorso di Roberto Medeghini e Angelo Nuz- Mengoni, presidente della Conferenza dei zo, coautori del libro e docenti di un corso Direttori ATIS e moderatore della serata, di formazione continua SUPSI, cui hanno “la natura degli istituti non va sradicata, ma preso parte, oltre alla nostra Segretaria d’or- deve essere riconosciuta, rileggendo però ganizzazione Donatella Oggier-Fusi, diversi il proprio agito in chiave inclusiva e in fun- altri rappresentanti del sociale attivi sul ter- zione anche dei riferimenti legislativi come ritorio Cantonale. Un’occasione questa di la Lispi. Anche per gli istituti è importante scambio e condivisione di concetti teorici adattarsi ai grandi cambiamenti avvenuti in e terminologie discusse, difficili. L’invito, questi ultimi anni nei confronti delle rappre- anche da parte loro, è quello di questionarci sentazioni della disabilità”. tutti. Da parte nostra, un ringraziamento sen- tito ai relatori, signori Medeghini e Nuzzo, 2 Pensiamo anche, a livello di Cantone Ticino, al neo al signor Rota, presidente Anffas, a Mattia progetto ‘la Scuola che verrà’. Negli scorsi bolleti- Mengoni, e alla SUPSI, Dipartimento eco- ni, abbiamo trattato più volte il tema dell’inclusio- nomia aziendale, sanità e sociale. ne scolastica non scindibile dall’inclusione socia- le, ma di cui non vi saranno riferimenti particolari in questo dossier. 3 Atis, Associazione Ticinee degli Istituti Sociali. 4 R. Medeghini, et al. Inclusione sociale e disabilità. Linee guida per l’autovalutazione della capacità 5 Anffas, Associazione nazionale famiglie di perso- inclusiva dei servizi, Erickson, 2013. ne con disabilità intellettiva e/o relazionale 20
ASSOCIAZIONE DI FAMIGLIARI E discapito delle possibili, molteplici, perso- INCLUSIONE nalizzabili attività territoriali protese verso Intervista presidente Anffas l’inclusione. Ora, grazie alla CRPD, che all’articolo 19 riconosce il diritto alla vita indipendente La Convenzione Onu (CRPD) per i di- ed all’inclusione nella società, stiamo ricu- ritti delle persone con disabilità e la perando un forte pensiero ideale (che per la Classificazione del funzionamento, disa- verità non ci aveva mai abbandonato) e ri- bilità e della salute (ICF), riferiscono di scontriamo una prima conferma alle nostre inclusione sociale e ne definiscono il suo speranze. quadro. Cosa è per voi, cosa significa per Ragioniamo quindi sull’idea di un pro- un’associazione di famiglie di persone getto personalizzato che accompagna le con disabilità intellettiva e/o relazionale, persone con disabilità nelle diverse stagioni l’inclusione? della loro esistenza, un progetto attraverso L’inclusione sociale ravvisa la necessità di dei care-giver la possano supportare, che le avviarci verso una radicale modificazione offrano i giusti sostegni; questo per permet- dei paradigmi culturali, perché ogni perso- tere ad ognuna di auto-determinare sempre na, indipendentemente dalla propria con- più la propria scelta di vita. dizione, non subisca trattamenti differenti o degradanti, non viva e/o lavori in luoghi Come pensate sia possibile percorrere segreganti, ma abbia pari opportunità di (raggiungere?) questo grande obiettivo, partecipazione e di coinvolgimento in tutte quello di creare una società – la vostra le scelte che la riguardano e possa raggiun- italiana, la nostra Svizzera, dai piccoli ai gere il giusto livello di auto-rappresentan- grandi contesti, inclusiva? za. L’inclusione sociale richiede quindi un Le politiche non devono limitarsi all’isti- cambio delle regole, a partire dall’ approc- tuzione dei servizi alla persona ma devono cio bio-psico-sociale e coinvolge la socie- assumere un pensiero progettuale “inclu- tà tutta; un cambiamento che può apparire sivo” e cioè combinare l’attenzione alle scomodo, perché costringe la società tutta persone con disabilità ed alle loro famiglie ad una complessiva rimessa in discussione con investimenti sulla comunità. Diventa degli attuali modelli di semplice integrazio- così possibile passare da proposte che ten- ne, attraverso una reale e concreta presa in dono alla razionalizzazione dei servizi (ad cura e carico delle persone con disabilità. esempio attraverso la loro concentrazione territoriale) a proposte che come presup- Quali gli ambiti in cui ancora bisogna posto hanno delle reti di comunità, per- lavorare, impegnarsi, portare cambia- mettendo, da una lato, la concretizzazione mento? dei diritti e dall’altra la possibilità per la Stiamo mettendo gradualmente in discus- comunità di riflettere sul proprio ruolo nei sione i nostri servizi sociosanitari per per- processi inclusivi. sone con disabilità perché, nel corso degli Queste riflessioni ci devono interroga- anni, la loro forte vocazione sociale si è re su quali possano essere le condizioni, le spostata sui soli aspetti educativi e di cura possibilità, le opportunità necessarie per (questo a causa di un quadro normativo organizzare laboratori di cambiamento dei standardizzante assai pressante). Il tutto a contesti da mettere in atto, per garantire uno 21
spazio certo e costante, funzionale all’eser- vo definito e mirato da perseguire una cizio del diritto di cittadinanza e di una qua- volta per tutte ma un lungo, progres- lità di vita dignitosa. sivo processo di inclusione sociale; In questo, il ruolo dell’Associazionismo questo significa ricostruire un identità familiare è determinante e deve sostenere, sociale riconosciuta, superare una vi- unitamente alla difesa dei diritti fondamen- sione negativa della condizione della tali, il ruolo di self-advocacy delle persone disabilità, riformulare le regole della con disabilità. società. • La CRPD non è un trattato di filosofia Quali i temi su cui come Associazione vi che induce a voli pindarici ma uno stru- state chinando? mento pratico concepito per cambiare Possiamo sintetizzare i nostri archetipi de- le regole del gioco: è uno strumento scrivendo quei punti che maggiormente ci forte perché legge internazionale che impegnano nella realizzazione della vision prefigura una nuovo scenario giuridi- associativa. co, culturale e politico. La CRPD ha delineato una prospettiva • La CRPD non stabilisce nuovi diritti di cambiamento che interessa le persone, la o diritti particolari per le persone con comunità, i servizi, le nostre organizzazio- disabilità ma riconosce che le persone ni, perché traccia un preciso percorso: con disabilità subiscono violazioni dei • di emancipazione per le persone, con- diritti umani e quindi la necessità di siderandole cittadini fino in fondo con tutelare tutti i diritti umani di tutte le gli stessi diritti di tutti, partecipi della persone con disabilità. società e non esclusi emarginati o stig- • La CRPD introduce una nuova de- matizzati, cioè privati della pari dignità; finizione di disabilità e anche alcuni • di cambiamento nelle nostre comunità strumenti innovativi come l’accomo- che devono modificare le loro regole damento ragionevole per promuovere adattandole ai bisogni delle persone e i cambiamenti necessari della società non viceversa; e che costituiscono i concetti portanti • di trasformazione dei nostri servizi e dell’approccio dei diritti umani riferito organizzazioni che devono diventare alle persone con disabilità: l’accomo- dei luoghi capaci di facilitare e pro- damento ragionevole è quindi lo stru- muovere processi di inclusione sociale mento previsto per adattare l’ambiente e di partecipazione. alla persona ed evitare che succeda il contrario e cioè che sia la persona a do- La società così com’è oggi, permeata da versi adattare all’ambiente. una indifferenza globalizzata, costituisce un • In Regione Lombardia in merito all’ap- problema per le persone con disabilità, per- plicazione ed al rispetto della CRPD ché tende ad emarginarle, ad escluderle, a prevalgono gli elementi di criticità e discriminarle ed in certi casi, le stigmatizza. riguardano l’area della residenzialità, Occorre quindi cambiare le regole della so- (ma non solo nella nostra Regione); per cietà cancellando le discriminazioni e favo- questo motivo l’obiettivo di promuo- rendo pari opportunità. vere l’inclusione sociale è diventato il • La CRPD delinea una nuova prospet- primo punto e la stella polare della li- tiva di intervento che non è un obietti- nea associativa di Anffas Lombardia, e 22
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