CANALE DELLA MANICA: ANNEGATI 31 MIGRANTI - Informazione Facile

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CANALE DELLA MANICA: ANNEGATI 31 MIGRANTI - Informazione Facile
CANALE DELLA MANICA: ANNEGATI
31 MIGRANTI
  Il Canale della Manica separa la Francia dalla Gran
  Bretagna.

  È un mare pericoloso con forti correnti.
  Ieri, mercoledì 24 novembre un gommone ha fatto
  naufragio nel Canale della Manica.
  Secondo le autorità a bordo c’erano circa 50 persone
  migranti.
  Almeno 31 migranti sono morti nel naufragio.
  Tra le vittime ci sono 5 bambini.
  Negli ultimi mesi sono aumentati i migranti che cercano
  di attraversare il Canale della Manica per andare dalla
  Francia alla Gran Bretagna.
  I numeri sono così alti che Decatlon, il famoso marchio
  di articoli sportivi, ha deciso di non vendere più
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È un mare pericoloso con forti correnti.
  Ieri, mercoledì 24 novembre un gommone ha fatto
  naufragio nel Canale della Manica.
  Secondo le autorità a bordo c’erano circa 50 persone
  migranti.
  Almeno 31 migranti sono morti nel naufragio.
  Tra le vittime ci sono 5 bambini.
  4 persone trafficanti che organizzano i viaggi dei
  migranti sono stati arrestati.
  Negli ultimi mesi sono aumentati i migranti che cercano
  di attraversare il Canale della Manica per andare dalla
  Francia alla Gran Bretagna.
  I numeri sono così alti che Decatlon, il famoso marchio
  di articoli sportivi, ha deciso di non vendere più canoe
  nei suoi negozi della costa francese vicino al Canale.
  Infatti i migranti tentano di raggiungere l’Inghilterra
  con le canoe, ma spesso muoiono in questa impresa
  pericolosa.
  Secondo le autorità inglesi, nel 2021 oltre 23mila
  profughi sono arrivati in Inghilterra rispetto agli
  8.400 del 2020.

USA: SUV SU CORTEO NATALIZIO.
MORTI E FERITI
  Domenica 21 novembre a Waukesha un suv è piombato su un
  corteo natalizio e ha travolto molte persone.
  5 persone sono morte e circa 40 sono rimaste ferite.
  Tra di loro molti bambini.
  Waukesha è una cittadina di 60 mila abitanti nel
  Wisconsin.
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In rosso lo Stato del Wisconsin.

     La polizia ha arrestato un uomo sospettato.
     Non sembra che sia un atto di terrorismo e i motivi del
     fatto per il momento non sono chiari.

AUSTRIA: LOCKDOWN E VACCINO
OBBLIGATORIO
     Oggi, Venerdì 19 novembre il governo austriaco ha
     deciso che dal prossimo lunedì (22 novembre) ci sarà un
     nuovo lockdown generale.
     Lunedì 15 novembre aveva già introdotto il lockdown per
     le persone che non si erano vaccinate, senza avere
     motivi di salute per questa scelta.
     Il nuovo lockdown durerà almeno 10 giorni .
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Potrà però durare anche 20 giorni, quindi fino al 13
  dicembre.
  Dal prossimo lunedì, quindi, in Austria i cittadini
  potranno uscire di casa solo
        per motivi di lavoro,
        per visite mediche,
        per fare la spesa,
        per andare in farmacia,
        per fare esercizio fisico.
  Tranne in casi eccezionali, le scuole riprenderanno la
  didattica a distanza.
  Il governo austriaco ha anche detto che, entro il mese
  di febbraio, il vaccino      contro il coronavirus sarà
  obbligatorio.
  In Austria nelle ultime settimane i contagi erano
  aumentati molto e solo il 65, 3 per cento della
  popolazione è vaccinato (in Italia è vaccinato l’ 84,4
  per cento della popolazione).

NUOVA DEHLI: CHIUSURE                              PER
L’INQUINAMENTO
  Il governo indiano ha preso misure severe per contenere
  i danni dell’inquinamento a Nuova Delhi:
  Sabato 13 novembre il governo aveva chiuso le scuole
  per una settimana.
  Martedì 16 novembre le misure sono diventate più severe:
        le scuole resteranno chiuse a data da definirsi;
        tutti i lavori per l’edilizia dovranno fermarsi;
        I camion non potranno entrare      in città per i
        camion, tranne quelli che trasportano beni
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essenziali;
         almeno il 50 per cento dei dipendenti pubblici (e
         se è possibile anche i privati) devono da casa;
         solo 5 delle 11 centrali a carbone della zona
         potranno inoltre rimanere aperte.
   Il governo ha preso queste decisioni soprattutto per
   livelli del particolato fine in aria che ha raggiunto
    raggiunto il livello di 499 per metro cubo: secondo
   l’OMS il pericolo scatta già oltre il valore di 100.
   Il particolato fine è l’insieme delle sostanze solide o
   liquide sospese nell’aria.
   Il particolato fine è      definito come la forma più
   pericolosa di inquinamento atmosferico, a causa della
   sua capacità di penetrare nei polmoni e nel sangue.
   Causa attacchi cardiaci, malattie respiratorie, e morte
   prematura.
   In particolare, risulta essere la sesta causa di morte
   prematura nel mondo.
   Greenpeace denuncia che l’anno scorso, circa 57 mila
   persone sono morte prematuramente nella capitale indiana
   a causa dell’inquinamento.

NUOVA DELHI E L’INQUINAMENTO.
   Nuova Delhi è la capitale dell’India.
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Cerchiata in rosso Nuova Delhi

     Nuova Delhi ha più 20 milioni di abitanti ed è la città
     più inquinata al mondo.
     Le maggiori cause dell’inquinamento sono:
           gli spostamenti in auto dei suoi cittadini,
           l’abitudine dei contadini di incendiare i residui
           della mietitura nei terreni agricoli che
           circondano l’enorme città.
     In questi giorni i festeggiamenti del Diwali, svolti il
     4 novembre, hanno peggiorato la situazione.
     Il Diwali è la grande festa indiana delle luci.
     Le strade e le case delle città si riempiono di luci e
     candele, scoppiano petardi e molti fuochi d’artificio e
     si crea molto fumo.
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Il Diwali, la festa delle luci a Nuova Delhi

     In questi giorni inoltre a Nuova Delhi ci sono venti
     molto deboli e grande umidità.
     Questa situazione di aria stagnante e pesante impedisce
     ai fumi di disperdersi e peggiora l’inquinamento.

COVID-19: LA QUARTA ONDATA
     Nelle ultime settimane in molti Paesi europei a causa
     dell’epidemia da coronavirus c’è stata una
     nuova crescita:
           dei contagi,
           delle persone ricoverate in terapia intensiva,
           dei morti.
     Questo fatto ha portato molti esperti a parlare di una
     “quarta ondata” dell’epidemia.
     La prima ondata è stata nella primavera del 2020,
     la seconda ondata nell’autunno del 2020
     la terza ondata nella primavera del 2021.
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Hans Kluge, il direttore dell’Organizzazione mondiale
     della sanità (OMS) per l’Europa, ha detto il 4 novembre:
     «Se si conferma questa tendenza, potremmo registrare un
     altro mezzo milione di morti causati dal COVID-19 entro
     febbraio».
     Qui sotto la mappa dei contagi fatta da ECDC, il Centro
     europeo per la prevenzione e il controllo delle
     malattie.
     Nelle zone colorate in rosso scuro ci sono più di 500
     contagiati su 100 mila abitanti.

Mappa ECDC

     Molti paesi dell’Est come Romania, Bulgaria, Estonia e
     Lituania, ma anche Irlanda, Belgio e alcune regioni
     tedesche e dei Paesi Bassi hanno superato questa soglia.
     Bisogna, però, considerare un dato positivo: dove almeno
     il 70 per cento della popolazione è vaccinata, i danni
     dei contagi sono molto inferiori ai danni delle ondate
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precedenti (quando la popolazione non era vaccinata).
   Si può considerare che i Paesi hanno adottato 3
   politiche diverse nella gestione dell’epidemia.

 1. Paesi che non hanno investito molto sulla vaccinazione
   degli abitanti e hanno imposto poche restrizioni (i
   Paesi dell’Europa dell’Est ad esempio);
 2. Paesi che hanno investito molto sulla vaccinazione e
    hanno tolto le restrizioni (Germania e Gran Bretagna ad
    esempio)
 3. Paesi che hanno investito molto sulla vaccinazione,
   imposto restrizioni ai non vaccinati e hanno mantenuto
   alcune le restrizioni (l’Italia ad esempio).

   La quarta ondata avrà, probabilmente, andamento diverso
   in base alle politiche adottate.
   In questi giorni molti Paesi in difficoltà stanno
   aumentando le restrizioni di movimento, specialmente
   alle persone non vaccinate.

COP26 DI GLASGOW: CONCLUSIONI
   Il 13 novembre si è conclusa COP 26, La conferenza
   dell’ONU sul clima.
   Il presidente della conferenza Alok Sharma ha detto di
   essere deluso dai risultati.
   Il sentimento prevalente di chi ha partecipato a COP26 e
   degli ambientalisti è la delusione.
   Vediamo quali sono i risultati raggiunti.

Combustibili fossili.
         COP26 per la prima volta ha affrontato il problema
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della riduzione dei combustibili fossili e questo
        è un risultato positivo.
        Cina e India però hanno imposto di modificare il
        passaggio che chiedeva di eliminare l’uso del
        carbone, sostituendolo con uno più generico a
        ridurlo e questo è negativo.

Discussione degli NDC.
   Gli NDC (nationally determined contributions) sono
   i piani per la riduzione delle emissioni di gas serra
   che ogni Stato si impegna a rispettare.
   L’obiettivo è    arrivare alla condizione in cui ogni
   Paese emette tanti gas serra quanto          ne rimuove
   dall’atmosfera.
         Alla COP26, nessuno dei grandi paesi produttori di
         gas serra ha rinnovato o migliorato i propri NDC,
         tranne l’India. Questo è negativo.
         I Paesi, però, hanno deciso di ridiscutere i
         propri piani ogni anno. Fino ad oggi i piani erano
         discussi ogni 5 anni. Questo è un risultato
         positivo.
   L’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) ha calcolato
   che se tutti i paesi si atterranno ai piani per la
   riduzione delle emissioni di gas serra dichiarati ad
   oggi, nel 2100 il riscaldamento globale toccherà 1,8
   gradi.
   Questo dato è reale se i Paesi rispetteranno gli impegni
   dichiarati ma che hanno scadenze molto lontane (il 2050
   o il 2070!).
   Molti scienziati e attivisti considerano questi
   obiettivi troppo indefiniti e preferiscono concentrarsi
   sui piani per il 2030.
   Calcolando solo questi ultimi, il gruppo di
   ricerca Climate action tracker prevede che le
   temperature globali aumenteranno di almeno 2,4 gradi.
   Questo risultato considera che gli impegni saranno
rispettati alla lettera; ma con le politiche attuali il
   riscaldamento raggiungerebbe i 2,7 gradi.

Accordi separati.
   A Glasgow sono, inoltre, portati a termine accordi che
   non hanno firmato tutti i Paesi presenti, ma solo alcuni
   Paesi.
   Oltre 100 Paesi hanno firmato per la riduzione del 30
   per cento delle emissioni di metano entro il 2030.
   40 Paesi hanno firmato l’accordo       per   fermare   la
   deforestazione sempre entro il 2030.
   40 Paesi hanno firmato l’accordo per l’abbandono del
   carbone
   Inoltre Cina e Stati Uniti, i 2 Paesi con le maggiori
   emissioni di gas serra al mondo hanno espresso la
   volontà di cooperare nella lotta al cambiamento
   climatico.

Conclusioni.
   Dobbiamo ricordare che gli accordi raggiunti in queste
   sedi non sono vincolanti e non esiste alcun modo per
   obbligare gli stati che li hanno sottoscritti a
   rispettarli concretamente.
   La delusione e le critiche per i modesti risultati
   raggiunti sono quindi grandi.
   Si può, però, osservare che – anche a causa dei molti
   eventi climatici estremi degli ultimi 2 anni, il
   movimento globale per il clima è diventato più seguito.
   Oggi i politici sanno che l’attenzione alle politiche
   per la difesa dell’ambiente sta finalmente diventando un
   argomento di interesse globale.
   Per affrontare questo problema è necessario investire
   enormi risorse economiche e rivoluzionare la struttura
   economica della nostra società.
Il rivolgimento necessario è destinato a incontrare
  fortissime resistenze.

ABUSI SESSUALI. LA CHIESA
FRANCESE   VENDERÀ    SUOI
IMMOBILI PER RISARCIRE LE
VITTIME
  A inizio ottobre 2021 la CIASE ha pubblicato un rapporto
  sugli abusi sessuali in Francia.
  La CIASE è la Commissione indipendente sugli abusi
  sessuali nella Chiesa.
  È quindi un organo che si occupa di analizzare gli abusi
  sessuali commessi da vescovi, preti e persone legate
  alla Chiesa.
  Il rapporto pubblicato analizza dati relativi all’abusi
  sessuali in Francia dagli ultimi settanta anni (dal 1950
  ad oggi).
  Il rapporto pubblicato a ottobre risulta sconvolgente.
  Infatti, riporta i seguenti dati:
        330 mila bambini e bambine hanno subito abusi;
       Di questi 216 hanno subito abusi da parte di
       sacerdoti e religiosi;
       Gli altri hanno subito abusi da persone laiche ma
       legate al mondo della Chiesa.
  Le vittime sono principalmente di sesso maschile (circa
  80% sono maschi).
  Le persone (religiosi e laici) che hanno compiuto gli
  abusi sarebbero tra 2900 e 3200 persone.
  Addirittura, in Francia, si stima che le violenze
sessuali all’interno della Chiesa rappresentano il 4%
   degli abusi totali del paese.
   Nel documento si trovano anche accuse ad autorità e
   istituzioni della Chiesa cattolica.
   Le autorità e le istituzioni avrebbero insabbiato i casi
   di violenza.

L’AMMISSIONE DI RESPONSABILITÀ.
   Il 5 novembre i vescovi francesi si sono riuniti per
   discutere di questo fatto.
   I vescovi francesci si riuniscono nell’organo del CEF,
   la Conferenza Episcopale Francese.
   Il CEF ha votato un testo in cui si dichiara che le
   violenze hanno un carattere sistemico.
   Ossia, si dichiara che ci sono elementi strutturali
   della Chiesa che rendono possibili tutti questi abusi.
   Questi elementi sono il contesto generale, le pratiche e
   la mentalità presenti nella Chiesa.
   Anche il presidente del CEF Éric de Moulins-Beaufort ha
   ribadito questi aspetti.
   Eric de Moulins-Beaufort ha riconosciuto una
   responsabilità istituzionale della Chiesa.
   Inoltre, ha affermato che la Chiesa francese sente un
   dovere di giustizia e riparazione.
   Sabato 6 novembre i vescovi francesi hanno chiesto
   perdono nella Basilica di nostra Signora del Rosario, a
   Lourdes.

IL RISARCIMENTO DELLE VITTIME
   I vescovi francesi hanno deciso di creare un organismo
   nazionale indipendente per il riconoscimento delle
   violenze e il risarcimento individuale delle vittime.
   Il presidente di questo organismo è un giurista e
   dirigente del ministero della Giustizia.
L’organismo ha già preso delle decisioni operative.
   In particolare, la Chiesa francese venderà          beni
   immobiliari di sua proprietà.
   Il guadagno sarà utilizzato per risarcire le vittime di
   abusi e le famiglie delle vittime di abusi.

LA RICHIESTA DI INTERVENTO AL PAPA.
   I vescovi francesi hanno chiesto aiuto al Papa.
   Hanno infatti chiesto al Papa di inviare una squadra di
   esperti in Francia.
   Gli esperti dovranno valutare la qualità della tutela
   dei minori nelle diocesi francesi.
   Il Papa aveva già espresso un profondo dolore per
   l’accaduto.
   In particolare, dopo la pubblicazione del documento
   della CIASE aveva espresso vicinanza alle vittime.
   Avevo riconosciuto anche il coraggio delle vittime nel
   denunciare gli abusi.
   I vescovi francesi incontreranno il papa il 9 dicembre.

LE   PERSONE                MIGRANTI  AL
CONFINE TRA                BIELORUSSIA E
POLONIA
   Da lunedì 8 novembre centinaia di persone migranti
   stanno raggiungendo il confine tra Bielorussia e
   Polonia.
LA BIELORUSSIA.
   La Bielorussia è è uno Stato che si trova nell’Europa
   orientale.
   È una repubblica presidenziale; dal 1994 (27 annI) il
   presidente è Aljaksandr Lukašėnka.
   La Bielorussia fa parte dell”Unione Europea (UE).
   La UE ha posto alcune sanzioni alla Bielorussia.
   A ovest confina con la Polonia e la Lituania.

LA BIELORUSSIA E I MIGRANTI.
   Da mesi la Bielorussia accoglie e poi spinge verso la
   Polonia migliaia di persone migranti.
   La Bielorussia sta infatti cercando di mettere in
   difficoltà la Polonia e l’Unione Europea.
   La Polonia e l’Unione Europea si oppongono, infatti, del
   regime di Lukashenko, presidente della Bielorussia.
   Nel 2021 sono stati circa 23 mila gli ingressi illegali
   in Polonia.
   Secondo alcune fonti, la Bielorussia avrebbe attirato le
   persone migranti, promettendo       di   farle     entrare
   nell’Unione Europea.
   Ma in questi giorni le persone non sono riuscite ad
   entrare in Polonia.
   La Polonia ha dichiarato stato di emergenza sul confine.
   Ci sono 12 mila soldati sul confine della Polonia.
   Per saperne di più puoi leggere questo articolo del
   Post.

I   MIGRANTI   AI   CONFINI                            TRA
BIELORUSSIA E POLONIA.
   Al confine tra i 2 Paesi ci sarebbero circa 4 mila
   persone.
   Le persone migranti arrivano dal Medio Oriente.
I migranti hanno raggiunto a piedi il confine tra
     Bielorussia e Polonia.
     Ma né la Bielorussia né la Polonia stanno accogliendo le
     persone migranti.
     Le guardie bielorusse hanno accompagnato i migranti
     verso il confine.
     Le persone non sono però riuscite ad entrare in Polonia.
     Ci sono anche famiglie con bambini.
     Senza cibo e assistenza medica.
     Le persone migranti si trovano sulla strada tra Bruzgi
     (Bielorussia) e Kuźnica (Polonia).
     Lungo questa strada ci sono pochi servizi e la
     temperatura è molto bassa.
     È difficile conoscere bene la situazione, perché i
     giornalisti e gli osservatori non possono entrare nelle
     zone di confine.

Polonia in verde scuro
Bielorussia in verde scuro

     Da un lato c’è il problema umanitario dei profughi.
     Sullo sfondo c’è lo scontro tra l’Unione Europea che,
     insieme alla Nato, sostiene la Polonia e la Bielorussia
     che rappresenta la Russia di Putin.

L’INNALZAMENTO DEI MARI IN
NUMERI. ISOLE TUVALU
     Le Tuvalu, sono 4 isole coralline e 5         atolli
     nell’oceano Pacifico.
     Sono   tra le isole Hawaii e l’Australia.
     Formano uno stato della Polinesia.
     Hanno una superficie di appena 26 km²         sono   il
     quarto stato più piccolo al mondo.
       Inoltre sono il secondo membro più          piccolo
     delle Nazioni Unite.
La massima altezza del territorio è 4 metri e mezzo sul
     livello del mare.

La freccia indica Funafuti, la capitale delle Tuvalu.

     A causa dell’innalzamento dei mari          e della
     conformazione del loro territorio le isole Tuvalu
     rischiano di scomparire.
     Per richiamare l’attenzione su questo problema il
     ministro delle comunicazioni di Tuvalu ha inviato un
     video messaggio a Cop26 dove parla con l’acqua alle
     ginocchia.
     Il messaggio è molto chiaro: “Affoghiamo!”.

L’INNALZAMENTO DEI MARI.
Una suggestiva immagine di Greenpeace.

     IPCC ha analizzato il fenomeno dell’innalzamento dei
     livelli del mare.
     L’innalzamento dei livelli del mare si spiega:
           al 50 per cento con il riscaldamento dell’acqua
           (l’acqua quando è più calda aumenta di volume);
           al 22 per cento con lo scioglimento dei ghiacciai;
           al 20 per cento con lo scioglimento delle calotte
           polari;
           all’8 per cento con cambiamenti di riserve d’acqua
           nella terra.

     Questi i dati principali.

   1. Il livello globale medio del mare è aumentato di 20 cm
      tra il 1901 e il 2018.
   2. Questo fenomeno è in chiaro aumento ed è sempre più
      veloce.
   3. Entro il 2050 aumenterà ancora dai 10 ai 25 centimetri.
   4. L’aumento del livello del mare, inoltre,       aumenterà
frequenza e gravità di eventi estremi sulle coste, come
    mareggiate, inondazioni per alta marea, e conseguenti
    erosioni.
 5. Gli esperti pensano che fino al 2050 eventi estremi che
    si verificavano 1 volta ogni 100 anni si verificheranno
    1 volta l’anno nel 20-25 per cento dei casi, anche se si
    diminuiscono le emissione dei gas nocivi.
 6. Alla fine del secolo, invece, le emissioni faranno la
    differenza.
 7. Gli eventi estremi si verificheranno nel 60 per cento
    delle località in uno scenario a basse emissioni,
    nell’80 per cento nello scenario peggiore.

C26:      ACCORDO                               SULLA
DEFORESTAZIONE
   Lunedì 1 NOVEMBRE, alla conferenza sul clima COP26 di
   Glasgow, più di 100 leader mondiali hanno promesso che
   fermeranno la deforestazione nei loro paesi entro il
   2030.
   È il primo grosso accordo uscito finora dalla conferenza
   sul clima.
   I 100 paesi che hanno firmato l’accordo ospitano l’85
   per cento delle foreste mondiali.
   Tra di loro anche paesi come Brasile, Russia, Indonesia
   e Repubblica Democratica del Congo, che ospitano alcune
   delle più grandi foreste mondiali.

   Oggi gli uomini abbattono o bruciano la maggior parte
   delle foreste per far spazio a coltivazioni o aree di
   allevamento intensivo.
   La deforestazione contribuisce in maniera importante al
cambiamento climatico.
  Gli alberi assorbono, infatti, assorbono più anidride
  carbonica di quella che emettono e in questo modo
  riducono la presenza di gas nocivi per il clima.
  La foresta amazzonica è il più grande polmone della
  Terra.
  Oggi, però, ha scritto il New York Times, alcune zone
  dell’Amazzonia che sono state deforestate hanno iniziato
  a emettere più anidride carbonica di quanta ne
  assorbano.
  Un gruppo di 28 paesi ha preso impegni ancora più
  specifici.
  Il gruppo ha annunciato che eliminerà l’utilizzo della
  deforestazione per la produzione di olio di palma, soia
  e cacao.
  La coltivazione di questi prodotti, infatti,   è causa di
  buona parte della deforestazione.
  Molti attivisti dell’ambiente hanno accolto l’impegno
  sulla deforestazione con scetticismo.
  I propositi, dicono, sono buoni ma l’impegno non è
  vincolante e non prevede sanzioni per chi non lo
  rispetta.
  Inoltre l’impegno non prende in considerazione il
  problema dell’allevamento degli animali da carne.
  Proprio l’industria     della carne è tra i maggiori
  responsabili della deforestazione.

GLASGOW: INIZIATA COP 26
  Domenica 31 ottobre a Glasgow (Scozia) è iniziata COP26.
  COP è la conferenza sul clima organizzata dalle Nazioni
  Unite cui partecipano quasi 200 paesi del mondo.
COP significa Conferenza delle Parti, cioè dei Paesi che
  partecipano.
  È la conferenza annuale sul clima organizzata dall’ONU.
  L’obiettivo è trovare iniziative per contrastare il
  riscaldamento globale     che i Paesi sono disposti ad
  applicare
  Quest’anno il Regno Unito – che ospita la COP 26 –
  coordina i lavori; domenica ha dato il benvenuto ai
  Paesi che partecipano.
  Xi Jinping, il presidente cinese, non parteciperà
  direttamente alla COP26.
  Probabilmente invierà un proprio intervento scritto, e
  sarà comunque presente una delegazione cinese.
  Anche il presidente russo Vladimir Putin non sarà a
  Glasgow, ma dovrebbero esserci alcuni delegati della
  Russia.
  COP26 dovrà portare avanti gli accordi del G20 di Roma.
  Leggi: G20 DI ROMA RISULTATI RAGGIUNTI SUL CLIMA.

G20   DI  ROMA:   RISULTATI
RAGGIUNTI SUL CLIMA
  Ecco una breve sintesi delle decisioni del G20 sul
  clima.
  Domenica 31 ottobre si sono conclusi a Roma i lavori del
  G20.
  I commenti politici concordano nel giudicare i risultati
  di questo G20 deludenti.
  Il testo definitivo dell’accordo è disponibile sul sito
  del governo italiano.
RISULTATI SUL CLIMA.
   Tutti i Paesi, infatti, hanno detto di voler rispettare
   gli accordi di Parigi sul clima.
   L’obiettivo condiviso è contenere      l’aumento della
   temperatura media globale entro 1,5 gradi centigradi.
   Per ottenere questo risultato è necessario ridurre le
   emissioni dei gas dannosi (soprattutto       l’anidride
   carbonica C02) del 45 per cento.
   I governi, però, non hanno trovato un reale accordo
   sulla data entro cui raggiungere questo risultato.
   Il documento finale del G20 parla genericamente di
   “entro metà del secolo”.
   Stati Uniti e Unione Europea volevano che i Paesi si
   impegnassero a raggiungere questo risultato entro il
   2050.
   La Cina da tempo ha dichiarato che rispetterà questo
   impegno nel 2060.
   Cina e Russia non hanno partecipato ai lavori del G20.

COLPEVOLI    E   INNOCENTI                           DEL
RISCALDAMENTO GLOBALE.
   I diversi Paesi discutono di chi è responsabile degli
   attuali problemi del clima.
   Rhodium Group, un centro di ricerca indipendente degli
   Stati Uniti, indica questi dati.
   Oggi la Cina è responsabile dell’emissione del 27 per
   cento dei gas nocivi; gli Stati Uniti dell’11 per cento,
   l’Unione Europea del 6,4 per cento.
   La situazione climatica di oggi, però, è causata dalle
   emissioni di gas del passato.
   Dal     1750     (data      fissata     come     inizio
   dell’industrializzazione) a oggi gli Stati Uniti e gli
   altri Paesi più industrializzati hanno inquinato 4 volte
   di più delle Cina di oggi.
Inoltre, se dividiamo l’inquinamento prodotto da Paese
  per il numero dei suoi abitanti, scopriamo – ad esempio
  – che un cittadino americano inquina di più.
  Un cinese “produce” 10 tonnellate di       emissioni; un
  americano 17,6 tonnellate di emissioni.
  Queste cifre consentono ai diversi Paesi di scambiarsi
  accuse e di contrattare la soluzione a loro più
  favorevole.

G20: ACCORDO PER TASSARE AL
15    PER    CENTO   ALCUNE
MULTINAZIONALI
  I leader delle principali economie del mondo durante il
  G20, hanno deciso di imporre una tassa minima del 15
  per cento sui guadagni delle grandi multinazionali.
  L’obiettivo è far parare alle multinazionali un’imposta
  di almeno il 15 per cento in ogni paesi in cui operano.
  Molte multinazionali riescono a non pagare tasse o
  pagare tasse molto basse portando la loro sede fiscale
  in Paesi dove le tasse sono molto basse (i cosiddetti
  “paradisi fiscali”).
  Molti paradisi fiscali sono nell’Oceano Pacifico; in
  Europa Paesi Bassi (Olanda) e Irlanda hanno tasse basse.
  I Paesi applicheranno la tassa alle multinazionali che
  hanno ricavi globali di almeno 20 miliardi di euro
  l’anno e un margine di profitto di almeno il 10 per
  cento.
  L’accordo esclude alcuni settori produttivi.
  Ad esempio il settore:
        estrattivo,
petrolifero,
         trasporti marittimi
         parte di quello dei servizi finanziari.
   Saranno quindi coinvolte soprattutto          le grandi
   multinazionali
         farmaceutiche,
         informatiche,
         della moda.
   Si calcola che le aziende coinvolte saranno circa un
   centinaio.
   Inoltre è previsto che i Paesi di tutto il mondo ogni
   anno avranno circa 130 miliardi di euro di tasse da
   dividersi.
   La legge entrerà in vigore dal 2023.

IL G20 A ROMA
   Oggi, sabato 30 ottobre, è iniziata la riunione del G20
   a Roma.
   Cercheremo di spiegare in breve e in modo chiaro:
         Cos’è il G20.
         G20 a Roma.
         Gli obiettivi del G20

Cos’è il G20.
   Il Gruppo dei 20 (G20) è un incontro di capi di stato,
   di ministri delle finanze e di governatori delle banche
   centrali.
   Si tiene ogni anno dal 1999.
   Il G20 tenta di favorire l’internazionalità economica.
   Fanno parte del G20:
L’Europa
   19 degli stati più industrializzati del mondo:
      1. Arabia Saudita,
      2. Argentina,
      3. Australia,
      4. Brasile,
      5. Canada,
      6. Cina,
      7. Corea del Sud,
      8. India,
      9. Indonesia,
     10. Francia,
     11. Germania,
     12. Giappone,
     13. Italia,
     14. Messico,
     15. Regno Unito,
     16. Russia,
     17. Stati Uniti,
     18. Sudafrica,
     19. Turchia.
   Al G20 partecipano anche degli stati ospiti.
   Partecipano     inoltre     diverse     organizzazioni
   internazionali e regionali.

Il G20 a Roma.
   Quest’anno gli incontri del G20 si tengono a Roma, per
   la prima volta in Italia.
   Draghi, il capo di governo italiano, presiede il G20 di
   Roma.
   Il G20 è iniziato questa mattina al centro conferenze
   “La Nuvola” di Roma.
   La prima giornata del G20 di Roma è terminata con una
   cena dei capi di Stato al Quirinale.
   Gli incontri si concluderanno domani pomeriggio con una
   conferenza stampa di Draghi.
Gli obiettivi del G20.
   Il G20 vuole trovare una posizione condivisa per la
   Cop26.
   La Cop 26 è la conferenza sul clima delle Nazioni Unite.
   La Cop 26 si terrà dal 31 ottobre al 12 novembre a
   Glasgow (Scozia).
   Durante la Cop26, si cercherà di definire un metodo per
   verificare la riduzione delle emissioni di gas serra,
   responsabili dei cambiamenti climatici.
   I paesi del G20 sono responsabili per l’80 per cento
   delle emissioni.
   Quindi le decisioni del G20 saranno fondamentali per la
   lotta ai cambiamenti climatici.
   Gli obiettivi di Draghi e dell’Unione Europea riguardo
   al clima sono:
         La neutralità climatica, cioè arrivare a zero
         emissioni, entro il 2050.
         Il mantenimento del riscaldamento globale sotto
         gli 1,5 gradi, entro il 2050.
   Inoltre, i membri del G20 approveranno una tassa minima
   globale sui guadagni delle grandi multinazionali.
   Si parlerà invece poco di pandemia.

IL COLPO DI STATO IN SUDAN
   Lunedì mattina, 25 ottobre, c’è stato un colpo di stato
   in Sudan (Africa).
   In questo articolo in breve:
         Il Sudan.
         Il colpo di stato.
         Le proteste
Il Sudan.
     Il Sudan è uno Stato arabo-africano del Nord Africa.
     È uno Stato molto vasto.

Di              Dinamik               –              modified
File:Sudan_(orthographic_projection).svg, CC BY-SA 3.0,
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9059469

     Gli abitanti sono molto numerosi (44 milioni).
     La capitale del Sudan è Khartoum.
     A nord la popolazione è soprattutto musulmana.
     A sud ci sono anche cristiani e animisti (l’animismo è
     un insieme di religioni per cui oggetti e luoghi sono
     divinità).
     In Sudan ci sono state per anni guerre civili.
     Nel 2019 le proteste popolari costrinsero il dittatore
     Bashir a dimettersi.
     In seguito, era stato istituito un Consiglio Sovrano di
     cittadini e militari.
     L’esercito comunque aveva gran parte del controllo del
     Sudan.
     Il generale Al Burhan era a capo del Consiglio Sovrano
     del Sudan.
     Proprio il Consiglio Sovrano aveva nominato Hamdock come
primo ministro.

Bandiera del Sudan. Colpo di stato in Sudan

Il colpo di stato in Sudan.
     Lunedì 25 ottobre, l’esercito ha arrestato il primo
     ministro, Abdalla Hamdok.
     Ha arrestato anche un consigliere, il ministro
     dell’Industria e quello dell’Informazione.
     Il generale Al Burhan ha annunciato il colpo di stato a
     causa dell’instabilità politica.
     Con il colpo di stato, quindi, i militari hanno preso il
     potere.
     L’esercito ha poi annunciato che un consiglio militare
     governerà il Sudan fino al luglio del 2023.
     A luglio 2023 ci dovrebbero essere nuove elezioni.
     L’esercito     ha    interrotto     molte    linee    di
     telecomunicazione.
     I militari hanno inoltre bloccato varie strane per
     entrare nella capitale.
     Per saperne di più puoi leggere questo articolo del
     Post.

Le proteste.
     La protesta è iniziata lunedì dopo l’arresto del primo
     ministro.
Migliaia di persone hanno raggiunto la base militare
  nella capitale.
  I manifestanti si sono poi scontrati con l’esercito.
  L’esercito ha ucciso 7 persone. Le persone ferite sono
  invece 140.

GRAN BRETAGNA: ACCOLTELLATO A
MORTE DEPUTATO CONSERVATORE
  Oggi, venerdì 15 ottobre, un uomo ha accoltellato David
  Amess, un deputato conservatore.
  Il fatto è avvenuto in una chiesa a Leigh-on-Sea nel
  sud-est dell’Inghilterra.
  Amess era nella chiesa per incontrare i suoi elettori.
  Amess aveva 69 anni ed era entrato nel parlamento
  britannico nel 1983.
  Sosteneva il governo di Boris Johnson.
  La polizia ha arrestato l’aggressore, che è un uomo
  somalo di 25 anni.
  I motivi dell’assassinio non sono noti.
  Il fatto ricorda l’omicidio di Jo Cox, la deputata
  laburista morta in circostanze simili per mano di un
  estremista di destra, nel 2016 durante la campagna
  elettorale per il referendum sulla Brexit.
ROMA: GIÀ SOSPESO IL PROCESSO
PER L’OMICIDIO DI GIULIO
REGENI
   Giovedì 14 ottobre è iniziato a Roma il processo per
   l’omicidio di Giulio Regeni.
   Il processo si svolgerà senza il sostegno delle autorità
   egiziane.
   Il processo è contro 4 membri dei servizi di sicurezza
   egiziani.
   I 4 uomini egiziani avrebbero sequestrato, torturato e
   ucciso Giulio Regeni.
   Regeni si trovava a il Cairo come ricercatore
   universitario.
   Regeni è morto a fine gennaio nel 2016, 5 anni e mezzo
   fa.
   Vi abbiamo raccontato dell’omicidio di Regeni in questo
   articolo del 2016:
         IL CASO REGENI.
   E ancora, vi abbiamo raccontato dell’evoluzione del caso
   Regeni nei seguenti articoli:
         EGITTO: ARRESTATO L’AVVOCATO DI REGENI.
         CASO REGENI. L’AMBASCIATORE ITALIANO TORNA IN
         EGITTO.
         IL CASO REGENI È A UNA SVOLTA.

IL PROCESSO.
   Il processo della Procura di Roma appena iniziato è
   contro i 4 membri dei servizi di sicurezza egiziani che
   sono:
         Il generale Tareq;
         Il colonnello Helmy;
         Il colonnello Kamal;
Il maggiore Magdi Sharif.
   La Procura di Roma ha accusato i 4 uomini di:
         Sequestro di persona pluriaggravato;
         ConcorSo in omicidio aggravato;
         Concorso in lesioni personali aggravato.
   I 4 uomini accusati saranno assenti al processo.
   Le autorità egiziane NON hanno comunicato gli indirizzi
   degli imputati.
   Secondo l’ordinamento italiano l’imputato deve conoscere
   SEMPRE le sue accuse.
   In questo caso chiaramente non è così.
   Per questo motivo i giudici hanno sospeso il processo.
   Adesso si dovrà ripartire dall’udienza preliminare e
   sarà necessario dimostrare che gli imputati siano a
   conoscenza del processo a loro carico.
   L’avvocata della famiglia Regeni aveva chiamato come
   testimoni:
        Tutti i presidenti del Consiglio italiani in
        carica dal 2016 ad oggi -Matteo Renzi, Paolo
        Gentiloni, Giuseppe Conte e Mario Draghi.
        Tutti i ministri degli Esteri in carica dal 2016
        ad oggi.
        Funzionari    dell’intelligence   e   dei   Servizi
        segreti.

IL GOVERNO COSTITUITO COME PARTE
CIVILE
   La presidenza del Consiglio dei ministri italiana si
   costituirà come parte civile nel processo a fianco della
   famiglia Regeni.
   Cosa significa?
   “Costituirsi come parte civile in un processo” significa
   dichiarare di essere parte offesa da un reato.
   La parte civile dunque richiede che chi ha compiuto il
   reato venga condannato.
Inoltre, la parte civile richiede un risarcimento per il
   danno subito.
   In questo caso, la presidenza del Consiglio dei ministri
   italiani (insieme alla famiglia Regeni) sarebbe la parte
   offesa che chiede la condanna dei quattro uomini
   egiziani.

LA RICOSTRUZIONE DELLA PROCURA DI
ROMA.
   In Egitto Giulio Regeni stava svolgendo una ricerca sui
   sindacati indipendenti dei venditori ambulanti.
   Nei sindacati indipendenti ci sono molti oppositori del
   governo egiziano.
   Secondo la Procura di Roma, il governo controllava già
   Regeni.
   Questo a causa delle sue ricerche su un tema delicato
   come i sindacati.
   La Procura di Roma sostiene che le autorità egiziane
   abbiano depistato le indagini sulla morte di Regeni.

I TENTATIVI DI DEPISTAGGIO DELLE
AUTORITÀ EGIZIANE.
   Le autorità egiziane hanno, infatti, fornito versioni
   sempre diverse degli eventi.
   Inizialmente, nel 2016, la procura egiziana disse che
   Regeni era morto in un incidente stradale.
   Poi, dissero invece che Regeni era stato ucciso.
   Tuttavia, dissero di avere già trovato e ucciso i
   colpevoli.
   Anche questo non era vero.
   Nel 2017 le autorità egiziane dichiararono che Regeni
   era stato indagato.
   Le autorità egiziane hanno fornito poche altre
informazioni e NON hanno mai collaborato con le autorità
   italiane.
   Nel dicembre del 2020 i magistrati egiziani hanno
   affermato che condurranno un processo autonomo per il
   caso Regeni.
   I magistrati egiziani hanno dichiarato che gli assassini
   di Regeni sono “ignoti”.
   Il processo dei magistrati egiziani sarà solo contro una
   banda di truffatori.
   Questa banda di truffatori avrebbe aggredito Regeni
   fingendo di appartenere alla polizia egiziana.
   Secondo la Procura di Roma, questo fatto sarebbe del
   tutto inattendibile.
   Perciò, il processo era iniziato senza il sostegno delle
   autorità egiziane.

REAZIONI ALLA SOSPENSIONE.
   La sospensione del processo può essere considerata come
   una vittoria dell’Egitto.
   La famiglia di Regeni ha fatto sapere, tramite
   l’avvocata Alessandra Ballerini, di prendere atto «con
   amarezza di questa decisione che purtroppo premia
   l’ostruzionismo, l’arroganza e la prepotenza egiziana».

IL NOBEL PER LA PACE 2021
PREMIA   LA   LIBERTA’   DI
ESPRESSIONE E LA LIBERTÀ DI
STAMPA
   Venerdì 8 ottobre il Comitato per il Nobel norvegese ha
   assegnato il Nobel per la pace 2021.
   Maria Ressa e Dmitry Muratov hanno vinto il premio Nobel
   per la pace 2021.
   Il Premio Nobel per la pace viene assegnato in Norvegia,
   ad Oslo.
   Invece gli altri premi Nobel sono assegnati in Svezia.

LE MOTIVAZIONE DEL PREMIO.
   Il comitato norvegese per il Nobel      ha assegnato il
   Nobel ai 2 giornalisti perché:
         I 2 giornalisti difendono la libertà di
         espressione e di stampa con il loro lavoro.
         Ciò è fondamentale per la costituzione della
         democrazia e per evitare altre guerre.
   I due giornalisti hanno avuto il coraggio di criticare
   alcuni fatti accaduti nei loro Paesi.
   Per farlo hanno anche dovuto criticare i politici e il
   governo dei Paesi.

CHI È MARIA RESSA.
   Maria Ressa è una giornalista filippina.
   È nata a Manila (Filippine) nel 1963.
   Ressa si è poi trasferita in America.
   Qui ha studiato biologia molecolare e teatro alla
   Princeton University.
   Nel 2012 Ressa ha fondato Rappler insieme a 2 colleghe .

RAPPLER E IL GOVERNO DUTERTE.
   Rappler è un sito web di notizie filippine.
Rappler è stato molto critico nei confronti delle azioni
della presidenza di Rodrigo Duterte.
Rodrigo Duterte è il presidente delle Filippine dal
2016.
Duterte ha condotto una vera e propria guerra contro
spacciatori di droga e tossicodipendenti.
I metodi utilizzati dal governo e dalla polizia sono
stati anche molto violenti.
Nel 2019 Amnesty International ha denunciato le violenze
della polizia.
Secondo Amnesty International la polizia avrebbe ucciso
almeno 6600 persone durante questa ‘lotta alla droga’
Maria Ressa ha condotto inchieste e denunciato le
violenze.
Le notizie riguardo a queste violenze sono diffuse sul
sito
A causa del suo lavoro Ressa ha subito 11 processi
giudiziari tra il 2018 e il 2019.
Inoltre, è stata arrestata 2 volte e 1 volta è finita in
prigione.
Tutto ciò solo per avere svolto il suo lavoro di
giornalista.
Nel 2018 il giornale americano Time ha dedicato a Ressa
una copertina.
Il Time ha chiamato Ressa ‘la guardiana della verità’.
La copertina di Time dedicata a Maria Ressia

CHI È DMITRY MURATOV.
     Dmitry Muratov è un giornalista russo.
     È nato a Kujbyšev, in Russia, nel 1961.
     Muratov ha studiato filologia all’Università statale
     della sua città.
     Muratov è sempre stato interessato al giornalismo.
     Nel 1993 ha fondato il giornale Novaya Gazeta insieme a
     50 colleghi.

NOVAYA GAZETA.
     Novaya gazeta è un giornale russo.
     I giornalisti che hanno fondato il giornale hanno usato
     queste parole per presentare il giornale.
     Novaya gazeta è “una fonte onesta, indipendente e ricca”
     per i cittadini russi.
I giornalisti della Novaya gazeta hanno sempre avuto il
     coraggio di denunciare fatti di corruzione avvenuti in
     Russia.
     Inoltre, negli ultimi anni sono stati particolarmente
     critici nei confronti del governo di Vladimir Putin.
     Tra questi giornalisti c’è anche Dmitry Muratov.
     6 reporter di Novaya gazeta sono stati uccisi tra il
     2006 e il 2009.
     Gli omicidi dei reporter sono legati al loro lavoro di
     denuncia.
     Muratov ha ricordato i colleghi, affermando: “Non è
     merito mio ma dei cari colleghi che sono stati ammazzati
     difendendo il diritto alla libertà di parola”.

Leggi anche: Nobel per la fisica e Nobel per la medicina.

NORVEGIA: UN UOMO UCCIDE 5
PERSONE CON ARCO E FRECCE
     Il 13 ottobre in serata, un uomo, armato di arco e
     frecce. ha ucciso 5 persone e ne ha ferite gravemente 2.
     Il fatto è avvenuto in Norvegia a Kongsberg,, una
     cittadina vicina ad Oslo.
     La polizia ha arrestato l’uomo.
     La polizia, per il momento, non ha chiarito il movente
     del delitto.
     La polizia ha detto che l’uomo ha agito da solo.
     Le 2 persone ferite sono ricoverate in terapia
     intensiva.

Nell’immagine una freccia usata dall’uomo conficcata in una
cassetta della posta. Un testimone,     Håkon Mosvold Larsen ha
inviato la all’agenzia di stampa NTB.

NOBEL PER LA MEDICINA ALLA
SCOPERTA SU COME LAVORA IL
SENSO DEL TATTO
     Il 4 ottobre l’Istituto Karolinska ha annunciato i nomi
     dei premi Nobel per la medicina 2021.
     David Julius e Ardem Patapoutian hanno vinto il Nobel
     per la medicina 2021.
     Una giuria di professori di medicina dell’Istituto
     Karoliska decide a chi assegnare il premio Nobel.
     L’Istituto Karolinska è un’università medica svedese.

GLI STUDI.
     David Julius e Ardem Patapoutian hanno condotto degli
     importanti studi sulla percezione della temperatura, del
     dolore e sul tatto.
     Per questi studi hanno vinto il premio Nobel.
     In particolare, hanno studiato come funzionano i
     recettori che regolano la percezione della temperatura e
     il tatto.
     I recettori tattili si trovano sulla nostra pelle e
     reagiscono agli stimoli esterni.
     La scoperta del funzionamento di questi recettori
     permetterà di trattare i sintomi di molte malattie.
     Questi sintomi sono soprattutto il dolore cronico e le
     infiammazioni persistenti.
CHI È DAVID JULIUS.
   David Julius è un fisiologo americano.
   Julius è nato nel 1955 a New York.
   Nel 1984 ha conseguito il dottorato in biochimica
   all’Università di Berkley.
   Attualmente è docente presso       l’Università   della
   California.
   Dalla fine degli anni Novanta studia i meccanismi della
   percezione del dolore, del calore e del tatto.

CHI È ARDEM PATAPOUTIAN.
   Ardem Patapoutian è un biologo americano.
   Patapoutian ha origini armeno-libanesi.
   È infatti nato a Beirut nel 1967 da una famiglia di
   origine armena.
   Ha studiato per un anno presso l’Università di Beirut.
   Nel 1982 è fuggito negli Stati Uniti per scappare dalla
   guerra.
   Nel 1996 ha conseguito un dottorato presso il California
   Institute of Technology di Pasadena.
   Oggi è docente presso un istituto di ricerca in
   California.

IL TATTO.
   Come sappiamo bene, i sensi sono 5: olfatto, vista,
   gusto, udito e tatto.
   Molti studiosi si sono interessati negli anni allo
   studio del funzionamento di olfatto, gusto, udito e
   vista.
   Meno studiosi hanno studiato i meccanismi di
   funzionamento del tatto.
   Tuttavia, il tatto ha una funzione fondamentale per gli
   esseri umani.
Il tatto ci permette di valutare se ciò che tocchiamo
   potrebbe essere un pericolo.
   Pensiamo ad esempio a quando tocchiamo una pentola
   bollente: siamo progettati per spostare la mano e non
   ferirci!
   Inoltre, il tatto ci permette anche di percepire
   sensazioni positive e piacevoli.
   Pensiamo a una carezza o un abbraccio di un nostro caro.
   Gli studi di Julius e Patapoutian permetteranno quindi
   di sapere molto di più su un senso importantissimo per
   gli esseri umani.

NOBEL    PER    LA   FISICA
ALL’ITALIANO GIORGIO PARISI
   Il 5 ottobre l’Accademia reale svedese ha annunciato i
   vincitori del premio Nobel per la fisica 2021.
   Tra i vincitori c’è anche il fisico italiano Giorgio
   Parisi.
   Gli altri due vincitori sono Syukuro Manabe e Klaus
   Hasselman.

CHI È    GIORGIO PARISI.
   Giorgio Parisi è un fisico italiano.
   È nato a Roma nel 1948.
   Nel 1970 si laurea in fisica all’Università La Sapienza
   di Roma.
   Parisi è stato ricercatore per molti centri importanti,
   tra cui anche il CNR (Consiglio Nazionale delle
   Ricerche).
   Oggi è docente ordinario di fisica teorica
all’Università di La Sapienza di Roma.
   Parisi ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali
   per i suoi importanti studi.
   Tra questi sicuramente il più prestigioso è il premio
   Nobel appena vinto.
   Parisi è uno dei principali promotori della campagna
   “Salviamo la ricerca italiana”.
   La campagna “Salviamo la ricerca italiana” è nata per
   richiedere l’aumento dei fondi per la ricerca
   scientifica in Italia.

GLI STUDI.
   Parisi ha studiato per molto tempo i ‘sistemi
   complessi’.
   Per questi studi ha vinto il premio Nobel.
   Parisi ha fatto questi studi negli anni Ottanta.
   Gli studi si sono rivelati fondamentali per lo sviluppo
   della teoria dei sistemi complessi.
   Ma cosa sono i sistemi complessi?
   Ovviamente è difficile spiegarlo, sono appunto…
   complessi!
   In parole povere, in fisica i sistemi complessi sono
   sistemi composti da diversi altri sottoinsiemi.
   I sottoinsiemi interagiscono tra di loro e permettono il
   funzionamento del sistema.
   Per studiare questi sistemi bisogna applicare molte
   regole matematiche.
   Un esempio di sistema complesso è il meteo.
   Gli studi di Parisi hanno dunque permesso di studiare
   meglio il meteo.
   Uno studio migliore del meteo ci permetterà di avere
   studi più precisi su clima e cambiamento climatico.
   Inoltre, lo stesso Parisi ha affermato che i suoi studi
   potranno contribuire anche negli studi sull’intelligenza
   artificiale.
L’ACCOGLIENZA DEL PREMIO
   Dopo aver ricevuto il premio, Parisi ha detto:
        “Sono felice, non me l’aspettavo, sapevo che
        avrebbero potuto esserci possibilità.”
        E poi: “La ricerca è estremamente importante per
        creare il futuro ed è importante che la ricerca in
        Italia sia finanziata sul serio.
        Spero che questo sia un buon momento per investire
        sulla ricerca perché questo significa investire
        sui giovani”.
        Parisi, dunque, è stato sorpreso dal premio Nobel.
        Tuttavia, aveva capito l’importanza dei suoi
         studi.
         Parisi ha colto l’occasione per sottolineare
         l’importanza della ricerca.
         Inoltre, ha sottolineato l’importanza di fornire
         più soldi per la ricerca.
         Per Parisi ricerca significa anche investire sui
         giovani.
   Il presidente del Consiglio Mario Draghi e Il presidente
   Sergio Mattarella si sono congratulati con il prof.
   Parisi.
   Mario Draghi riceverà Parisi a Palazzo Chigi per
   complimentarsi ufficialmente.
   Infine, gli studenti dell’Università la Sapienza (dove
   Parisi è professore), hanno espresso le loro calorose
   congratulazioni con uno striscione.
   Potete vedere in video gli studenti che srotolano lo
   striscione per Parisi.
   QUI IL VIDEO.

GLI ALTRI PREMI NOBEL PER LA FISICA
ITALIANI.
   Prima di Parisi, altri 5 italiani hanno vinto il premio
   Nobel per la fisica.
   Sono:
        Guglielmo Marconi nel 1909 per il suo contributo
        nello sviluppo della telegrafia senza fili;
        Enrico Fermi nel 1938 per i suoi studi sulla
        fisica nucleare;
        Emilio Segrè nel           1959   per   la   scoperta
        dell’antiprotone;
        Carlo Rubbia nel 1984 per i suoi studi sulle
        particelle elementari e la materia oscura;
        Riccardo Giacconi nel 2002 per i suoi studi sui
        campi dei raggi cosmici.

GLI ALTRI 2 PREMI NOBEL.
   Giorgio Parisi condivide il premio Nobel con gli
   studiosi Syukuro Manabe e Klaus Hasselman.
   Syukuro Manabe è un climatologo e fisico giapponese.
   Manabe è meteorologo senior presso l’università di
   Princeton in America.
   Klaus Hasselman è un climatologo e fisico tedesco.
   Hasselman è professore emerito dell’Università          di
   Amburgo, in Germania.
   Manabe e Hasselman hanno ricevuto il premio Nobel per i
   loro studi sui modelli sul clima.
   I loro studi aiuteranno a comprendere meglio i
   meccanismi del cambiamento climatico e a contrastare gli
   effetti negativi sul pianeta.
APPROVATO IL PRIMO VACCINO
CONTRO LA MALARIA
     L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha
     approvato il primo vaccino per la prevenzione della
     malaria.

CHE COSA È LA MALARIA.
     La malaria è una malattia tropicale che colpisce ogni
     anno circa 200 milioni di persone e      uccide quasi
     500mila persone.
     L’80 per cento di questi morti (400 mila) sono bambini
     sotto i 5 anni di età.

Mappa del rischio di malaria. In rosso le zone a rischio.
Fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 2014.

     La malaria    è causata da un parassita (plasmodium) che
     vive dentro   le zanzare.
     La malaria    arriva all’uomo con la puntura di zanzare
     (del genere   Anofele).
     Fino ad oggi la “cura” più efficace contro la malaria
     sono le zanzariere.
     L’uso sistematico delle zanzariere, infatti, ha ridotto
le morti dei bambini sotto i 5 anni del 20 per cento,
     cioè 80 mila bambini.

foto di un bambino sotto una zanzariera, campagna Unicef per
donare zanzariere.

IL VACCINO.
     Il vaccino approvato dall’OMS si chiama Mosquirix (o
     RTS,S/AS01) ed è prodotto da una multinazionale
     farmaceutica.
     La sperimentazione ha usato il vaccino in Kenya, Malawi
     e Ghana.
     In questi tre paesi i sanitari hanno somministrato
     complessivamente tre 2,3 milioni di dosi.
     La somministrazione è stata in 4 dosi a partire dai
     bambini di cinque mesi.
     Questo vaccino ha un’efficacia non alta: il 77 per
     cento, ma oggi è la migliore arma contro questa
     malattia.
     Uno studio del 2020 ha stimato che, se il vaccino fosse
distribuito nei paesi è più diffusa la malaria, potrebbe
     prevenire 5,4 milioni di casi e 23mila morti di bambini
     di età inferiore ai 5 anni, ogni anno.

Leggi anche: I VIRUS E I VACCINI.

FRANCIA: GLI ABUSI DELLA
CHIESA CATTOLICA SUI MINORI
     Più di 2 anni fa la Conferenza dei vescovi francesi
     aveva incaricato la Commissione indipendente sugli abusi
     nella Chiesa (CIASE) di approfondire le accuse di
     violenze che erano state segnalate.
     Il rapporto ha studiato le accuse degli ultimi 70 anni.
     Il 5 ottobre a Parigi si è svolta la conferenza stampa
     per presentare il rapporto sulle violenze sessuali
     avvenute in Francia all’interno della chiesa cattolica.
     Il rapporto dice che più di 330mila bambini e
     bambine avrebbero subìto abusi sessuali.
     Sacerdoti e persone laiche legate alla Chiesa hanno
     compiuto gli abusi.
      Il presidente della commissione ha accusato le autorità
     della Chiesa cattolica di aver nascosto i casi di
     violenze sessuali “n maniera sistematica”.
     Il rapporto, infatti, fa riferimento alle informazioni
     contenute in vari archivi e su migliaia di testimonianze
     raccolte dagli anni Cinquanta.
     La Commissione afferma che:
           216mila bambini e bambine avrebbero subìto abusi
           sessuali da religiosi;
           114mila bambini e bambine avrebbero subìto abusi
           sessuali da persone laiche legate alle istituzioni
della Chiesa, soprattutto nelle scuole;
        l’80 per cento delle vittime sono maschi;
        le persone che hanno compiuto abusi sono tra le
        2mila 900 e le 3mila200.
  Il presidente della Conferenza dei vescovi francese,
  dopo la conferenza stampa:
        ha detto di provare “vergogna e terrore”;
        ha detto che il numero delle vittime “sconvolge”;
        ha detto che “fino all’inizio degli anni 2000 la
        Chiesa ha manifestato un’indifferenza profonda, e
        anche crudele nei confronti delle vittime”.
  Il presidente ha infine chiesto perdono alle vittime di
  violenza.

COSA    SUCCEDE                     OGGI             IN
AFGHANISTAN
  Da metà agosto, i talebani sono tornati al governo
  dell’Afghanistan.
  Ne avevamo parlato qui.
  Un mese fa, inoltre, le truppe occidentali se ne
  andavano dall’Afghanistan.
  Fino a qualche settimana fa sui social e sui giornali si
  dava grande importanza all’Afghanistan.
  Ora meno.
  In Afghanistan, però, la situazione non è migliorata.
  In questo articolo parleremo in breve di:
        le donne in Afghanistan.
        I dati di Save the Children.
        Le organizzazioni di aiuto in Afghanistan.
Le donne in Afghanistan.
     Sono poche le donne per le strade di Kabul, capitale
     dell’Afghanistan.
     Nella maggior parte delle scuole, le donne sono isolate
     in ambienti specifici, separate dagli uomini.
     Qui le donne devono sempre indossare un’ampia tunica
     (abaya) e un velo con una pccola finestra per vedere
     (niqab).
     Alle ragazze quindi è vietato socializzare con i
     ragazzi.
     Il nuovo rettore dell’Università di Kabul inoltre ha
     vietato l’ingresso alle insegnanti e alle studentesse.
     Secondo il rettore, il divieto è per proteggere le
     donne.
     Alcune donne scendono in piazza a protestare per la
     scuola.
     Questa mattina, durante le proteste, i talebani hanno
     sparato per disperdere le donne.

Cosa succede oggi in Afghanistan/ IlSole24Ore

     Le donne non possono più praticare sport.
     Da settimane, le giornaliste afghane non possono più
     lavorare.
     I talebani hanno allontanato 220 giudici donna dai
     tribunali.
     Queste giudici donna si stanno nascondendo da degli
     uomini.
     In passato, le giudici avevano condannato questi uomini
     per assassinio, stupro o violenza verso le donne.
     Nel nord dell’Afghanistan, i talebani hanno trovato 20
     donne nascoste in un palazzo.
     Queste donne avevano lasciato i padri e i mariti,
     lavoravano e si erano costruite una vita.
     I talebani hanno costretto queste donne a scegliere tra
     il carcere e il ritorno dai mariti e dai padri.
I dati di Save the Children.
     Save the Children è un’organizzazione internazionale che
     opera in aiuto dei bambini.
     Secondo Save the Children Italia:
           In Afghanistan, 1 bambino su 16 muore prima di
           compiere 5 anni.
           5.5 milioni di bambini affronteranno livelli
           critici di fame.
           Il 41% dei bambini smette di crescere a causa
           della malnutrizione.
           Quasi la metà della popolazione in Afghanistan
           vive in povertà.
           4.4 milioni di persone in Afghanistan erano già
           sfollate prima di agosto 2021.

Fonte: instagram/pangeaonlus enrica_mannari

Le     organizzazioni                 di      aiuto      in
Afghanistan.
     Ci sono moltissime organizzazioni che operano in aiuto
     delle persone in Afghanistan.
     Ecco alcuni esempi:
           Pangea Onlus: in aiuto di donne e bambini
           Nove Onlus: si occupa di aiuti umanitari,
           educazione e sviluppo socio economico,          con
           progetti in Italia e in Afghanistan.
           Medici Senza frontiere: si occupa di assistenza
           medica dove c’è più bisogno.
           Save the Children: opera per i diritti dei
           bambini.
           CISDA: opera per i diritti umani delle donne
           afghane.
           Women for Afghan Women: opera per la sicurezza e i
           diritti delle donne afghane e delle loro famiglie.

           Croce Rossa italiana: anche in Afghanistan si
           occupa di assistenza e accoglienza

Per approfondire, puoi leggere:

     AFGHANISTAN-CINA CONNECTION
     HO CONOSCIUTO IL NUOVO        CAPO   SPIRITUALE   SUPREMO
     DELL’AFGHANISTAN
     L’AFGHANISTAN E LA CINA

ISOLE FAROE. LA TRADIZIONALE
CACCIA A DELFINI E BALENE
UCCIDE             1500        ANIMALI            IN      1
GIORNO
LE ISOLE FAR OER

     Il fatto che vi raccontiamo di seguito è accaduto nelle
     isole Far Oer.
     Le Isole Far Oer fanno parte del Regno di Danimarca.
     L’arcipelago delle isole Far Oer è formato da 18 isole.
     Si trovano tra il Mare di Norvegia e il Nord dell’Oceano
     Antlantico.

In rosso la posizione delle Isole Faroe
Paesaggio delle Isole Faroe

IL FATTO.
     Il 15 settembre gli abitanti delle isole Far Oer hanno
     ucciso quasi 1500 delfini.
     Alcuni giorni dopo, il 23 settembre, hanno ucciso 52
     balene.
     La caccia di delfini e balene fa parte di una tradizione
     locale norvegese.
     Questa tradizione prende il nome di Grindadráp.
     Molti abitanti locali sono abituati ad assistere a
     questa caccia.
     Tuttavia, in genere le balene e i delfini uccisi sono
     molto meno numerosi.
     Gli abitanti delle isole, di solito, uccidon circa 600
     balene e 40 delfini all’anno.
     Ma quest’anno molti di loro sono rimasti stupiti dal
     numero di animali uccisi.
     In particolare, è molto elevato il numero di delfini
     uccisi.
LA DENUNCIA DEL FATTO.
    Sea Shepherd   (pastore del mare, in inglese) è una ONG
    impegnata nella difesa del mare e degli animali marini.
    Gli attivisti di Sea Shepherd si impegnano da anni per
    fermare la caccia a mare aperto.
    Sea Sheperd denuncia già da anni la brutalità della
    tradizione della Grindadráp.
    In questo tipo di “pesca” gli animali sono trascinati a
    terra e poi uccisi con il coltello.
    Gli attivisti     hanno denunciato la morte dei 1428
    delfini tramite i social network.
    Secondo Sea Shepherd, è stata l’uccisione più grande
    della storia delle isole Far Oer.
    Inoltre, gli attivisti di hanno definito la caccia del
    15 settembre come ‘crudele e inutile’.
    Questo perché la caccia sarebbe stata effettuata senza
    le autorizzazioni necessarie e utilizzando un metodo
    sbagliato.
    Inoltre sarà impossibile consumare una cosi grande
    quantità di carne che sarà gettata via.
    Attivisti e abitanti delle Isole Far Oer hanno affermato
    che i delfini sono rimasti in agonia per molte ore prima
    di essere uccisi.
    Anche le persone che sostengono questa tradizione
    quest’anno sono sconvolte dall’accaduto.

Se volete approfondire l’argomento vi consigliamo
QUESTO VIDEO.

Vi avvertiamo che è molto violento e i minori non
possono guardarlo.
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