NEXT GENERATION AGROFOR2030 - CONAF
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NEXT GENERATION AGROFOR2030 CONTRIBUTO DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE NAZIONALE DEI DOTTORI AGRONOMI E DEI DOTTORI FORESTALI #AGROFOR2030 APPROVATO CON DELIBERA DI CONSIGLIO N. 113 DEL 03.03.2021
NEXT GENERATION AGROFOR2030 GRUPPO DI LAVORO SABRINA DIAMANTI - PRESIDENTE CONAF COORDINAMENTO MARCELLA CIPRIANI - VICEPRESIDENTE CONAF GIANLUCA BUEMI - CONSIGLIERE CONAF COORDINATORE DIPARTIMENTO ECONOMIA ED ESTIMO MAURO UNIFORMI - CONSIGLIERE SEGRETARIO CONAF CONTRIBUTI MARCO BONAVIA - CONSIGLIERE CONAF COORDINATORE DIPARTIMENTO SISTEMI MONTANI, FORESTALI, RISORSE NATURALI E FAUNISTICHE CORRADO FENU - CONSIGLIERE CONAF COORDINATORE DIPARTIMENTO SVILUPPO SOSTENIBILE DEI SISTEMI PRODUTTIVI VEGETALI, ZOOTECNICI E DELLE AGROENERGIE RENATO FERRETTI- CONSIGLIERE CONAF COORDINATORE DIPARTIMENTO PAESAGGIO, PIANIFICAZIONE E PROGETTAZIONE TERRITORIALE E DEL VERDE
NEXT GENERATION AGROFOR2030 IL CONSIGLIO DELL'ORDINE NAZIONALE DEI DOTTORI AGRONOMI E DEI DOTTORI FORESTALI Il Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali (CONAF), con 84 Ordini territoriali e 15 Federazioni regionali o interregionali, rappresenta circa 20.000 Dottori Agronomi e Dottori Forestali, Agronomi Iunior, Forestali Iunior e Biotecnologi iscritti all’Albo. L’ordinamento professionale è definito dalla Legge 7 gennaio 1976, n. 3 – come modificata dalla Legge 10 febbraio 1992, n. 152, e dal DPR 328 del 2001. La professione di Dottore Agronomo e Dottore Forestale è, quindi, una professione regolamentata, strutturata in ordine professionale e caratterizzata dalla presenza di preminenti interessi pubblici. Ai Consigli degli Ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali e al CONAF è affidato il compito di vigilanza nell’interesse pubblico sul corretto esercizio della professione, oltre alla tutela del titolo professionale. In ambito deontologico, l’importanza e la rilevanza costituzionale dell’attività professionale degli iscritti all’albo dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali ne impone un esercizio consapevole e socialmente responsabile, quale mezzo di attuazione dell’ordinamento professionale. Le novità normative introdotte dalla riforma delle professioni (DPR 137/2012) hanno determinato un incremento delle garanzie delle prestazioni dei liberi professionisti per il cliente in virtù dalla introduzione della polizza assicurativa obbligatoria, la formazione continua professionale, una più trasparente gestione dei provvedimenti disciplinari attraverso la separazione tra consigli amministrativi e di disciplina, la introduzione delle società tra professionisti.
Sommario 1. Premessa ................................................................................................................................................... 2 2. Lo scenario del sistema professionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali: una professione 1 sostenibile, universale e resiliente indispensabile per la ripresa sostenibile dopo la pandemia ..................... 4 3. Le proposte dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali per lo sviluppo sostenibile della professione....... 8 3.1. Professionisti Sostenibili 4.0: un fondo per lo sviluppo professionale sostenibile ................................... 8 3.2. Sviluppo di Piattaforme digitali di supporto allo sviluppo professionale sostenibile ............................. 11 3.3. Alta formazione e certificazione del Dottore Agronomo e del Dottore Forestale sostenibile................ 14 3.4. La Rete dei professionisti di prossimità per la pianificazione territoriale il presidio e la ricostruzione .. 19 4. Le proposte dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali per le riforme e per progetti di sviluppo sostenibile 22 4.1. Un grande patto di sussidiarietà tra professionisti e la pubblica amministrazione per la semplificazione e la sburocratizzazione delle procedure amministrative ................................................................................ 22 4.2. Il SIAN come infrastruttura strategica digitale nazionale di conoscenza del territorio, di progettazione sostenibile, di trasparenza del cibo e di banca dati del mercato immobiliare................................................ 27 4.3. Sviluppo della robotica, modellistica agronomica e reti di monitoraggio agro-climatico per l’agricoltura sostenibile........................................................................................................................................................ 32 4.4. La Rete delle aziende multifunzionali rurali per i servizi alle comunità per la ripresa dalla pandemia Covid- 19 e Pagamento dei servizi ecosistemici ......................................................................................................... 35 4.5. La Piattaforma delle filiere agroalimentari “Italia mediterranea” .......................................................... 38 4.6. I Contratti di Gestione Territoriale, Contratti di Fiume e Di Paesaggio ................................................... 40 4.7. Progetto rinnovo alberate stradali .......................................................................................................... 43 4.8. L’atto fitoiatrico e la ricetta elettronica del fitofarmaco per la razionalizzazione dell’uso dei fitofarmaci e la promozione dell’agricoltura sostenibile ................................................................................................... 45 4.9. Foreste sostenibili e risorse rinnovabili per una transizione ecologica delle aree interne ..................... 51
1. Premessa Next Generation EU (NGEU), istituito dal regolamento (UE) 2020/2094, rappresenta il nuovo strumento dell'Unione Europea per la ripresa, che integrerà il Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027. Il piano finanziario Next Generation EU finanzierà il dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery 2 and Resilience Facility) e REACT-EU (regolamento (UE) 2020/2221) che assegna risorse supplementari, per gli anni 2021-2022, alla politica di coesione, allo scopo di rafforzare l'economia e l'occupazione nelle regioni maggiormente colpite dalla pandemia COVID-19. Pertanto, ciascuno Stato membro ha il compito di predisporre un Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR - Recovery and Resilience Plan) per definire un pacchetto coerente di riforme e investimenti pubblici per il periodo 2021-2027, che può includere anche regimi pubblici volti a incentivare gli investimenti privati, purché in linea con la disciplina degli aiuti di Stato. La Commissione Europea con documento del 22.01.2021 (Bruselles, 22.1.2021 SWD (2021) in cui si riportano le linee guida per la redazione del PNRR invita gli Stati membri a descrivere le principali sfide che devono affrontare nell'ambito dei pilastri di cui all'articolo 3 del Regolamento e in che modo il piano rappresenta una risposta globale e adeguatamente equilibrata alla situazione economica e sociale dello Stato membro. I sei pilastri sono: a) transizione verde; b) trasformazione digitale; c) crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, che comprenda coesione economica, occupazione, produttività, competitività, ricerca, sviluppo e innovazione, e un mercato interno ben funzionante con PMI forti; d) coesione sociale e territoriale; e) salute e resilienza economica, sociale e istituzionale, al fine, fra l'altro, di rafforzare la capacità di risposta alle crisi e la preparazione alle crisi; f) politiche per la prossima generazione, l’infanzia e i giovani, come l'istruzione e le competenze. Gli obiettivi generali e specifici per l’attuazione del Recovery Plan sono specificati nel Regolamento (UE) 2021/241 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza.
L’obiettivo generale del dispositivo è soprattutto promuovere la coesione economica, sociale e territoriale dell'Unione migliorando la resilienza e il potenziale di crescita degli Stati membri, attenuando l'impatto sociale ed economico della crisi che ha avuto effetto soprattutto sulle donne; obiettivo generale è anche la transizione verde, attraverso il raggiungimento degli obiettivi per il 2030 stabiliti nell'articolo 2, punto 11, del regolamento (UE) 2018/1999, e al raggiungimento dell'obiettivo della neutralità climatica dell'UE entro il 2050. 3 Un altro obiettivo generale è la transizione digitale che viene definita per promuovere una crescita sostenibile, integrazione delle economie della Unione e la creazione di posti di lavoro di alta qualità che generi valore aggiunto alla economia europea. Il dispositivo finanzia unicamente le misure che rispettano il principio del «not significant harm» cioè «che non arreca un danno significativo». L’azione di rilancio del Paese delineata dal Piano predisposto dall’Italia (ultima revisione 12 gennaio 2021) è guidata da obiettivi di policy e interventi connessi a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale e su tre priorità trasversali: parità di genere, giovani, sud. Le sei Missioni del PNRR sono le seguenti: 1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica; 3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile; 4. Istruzione e ricerca; 5. Inclusione e coesione; 6. Salute. Esse raggruppano 16 componenti funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia di governo. Il Recovery Plan rappresenta per l’Italia e per i professionisti una occasione imperdibile, che deve essere colta per indirizzare la spesa verso una crescita intelligente, sostenibile ed innovativa del Paese; questo richiede anche una importante accelerazione dell’azione del Consiglio Nazionale nel guidare la categoria in ambiti che garantiscano migliori opportunità per gli iscritti, ma soprattutto che accentuino il valore della progettazione sostenibile e degli aspetti peculiari della professione di Dottore Agronomo e Dottore Forestale. Le proposte riportate in questo documento si inseriscono nelle SEI sfide indicate dall’Europa e ad alcune delle missioni e componenti indicate nel PNRR
Nazionale e si riferiscono sia a progetti di investimento sia a riforme necessarie per una più efficace realizzazione dei progetti. In particolare sono distinte due categorie, una relativamente agli investimenti e le misure di adeguamento e di ripresa della professione di Dottore Agronomo e Dottore Forestale, una relativamente ai progetti di sviluppo sostenibile che i Dottori Agronomi e Dottori Forestali possono contribuire, con la loro opera, a far realizzare. 4 2. Lo scenario del sistema professionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali: una professione sostenibile, universale e resiliente indispensabile per la ripresa sostenibile dopo la pandemia L’ordinamento professionale della professione di Dottore Agronomo e Dottore Forestale, Agronomo iunior e Forestale iunior e Biotecnologo è definito dalla Legge 7 gennaio 1976, n. 3 – come modificata dalla Legge 10 febbraio 1992, n. 152, e dal DPR 328 del 2001. Sono di competenza dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali le attività volte a valorizzare e gestire i processi produttivi agricoli, zootecnici e forestali, a tutelare l'ambiente e, in generale, le attività riguardanti il mondo rurale. In particolare, sono di competenza dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali tutte quelle attività disciplinate nell’art 2 dell’ordinamento professionale Legge 3/76 modificata dalla Legge152/1992 e nell’art. 11del DPR 328/2001. I Dottori Agronomi e Dottori Forestali sono 19.500, per il 20% costituito da donne, il 19% al di sotto dei 40 anni. Fig. 1 Distribuzione di genere DA e DF Fig. 2 Età anagrafica DA e DF Il progressivo invecchiamento della categoria è dovuto alla difficoltà di avviamento dello studio professionale da parte dei giovani che sempre più preferiscono contratti di lavoro nella pubblica amministrazione. Come emerge dai dati in figura 3 la popolazione ordinistica sta progressivamente invecchiando, in particolare con l’incremento dei professionisti in fascia di età 51-64 e over 64 e contemporaneamente con la diminuzione percentuale di quella dai 31 a 40 anni.
Inoltre, si rileva che c’è una scarsa presenza di Società Tra Professionisti iscritte all’albo dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, 36 STP iscritte al 01/01/2021, che dimostra una scarsa aggregazione e una limitata organizzazione in studi strutturati. Fig. 3 Trend anagrafico DA e DF ANAGRAFICA DOTTORI AGRONOMI E DOTTORI FORESTALI 5 9000 8000 7000 6000 64 anni 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 2018 2020 Il periodo drammatico attuale ha messo a dura prova i Dottori Agronomi e Dottori Forestali sia come cittadini che come professionisti; durante la pandemia i Dottori Agronomi e Dottori Forestali sono rimasti al fianco delle imprese agricole, agroalimentari, zootecniche, silvicole, per fornire i servizi necessari a garantire l’approvvigionamento di cibo ed energia per la popolazione in questo periodo di emergenza derivante dal COVID-19. Non sono venuti meno soprattutto in tale situazione di emergenza sanitaria le progressive affermazioni del ruolo sociale e professionale, che si è cercato di ribadire in occasione delle forti restrizioni imposte dal governo; è emerso ancora di più il marcato orientamento allo sviluppo sostenibile, alla multifunzionalità, alla innovazione tecnologica, ad evidenza del progetto agronomico e forestale. È stata occasione per far valere la essenzialità della professione del Dottore Agronomo e del Dottore Forestale per la produzione di cibo sano e sicuro, consolidando in parte la identità professionale. Tuttavia, è cambiato radicalmente il modo di lavorare, di relazionarsi e di comunicare. Le singole prestazioni professionali in diversa misura hanno subito modificazioni nelle metodologie, approcci, strumenti e relazioni con il cliente La trasformazione profonda della società derivante dalla pandemia porterà ad una selezione delle professioni, che nell’ambito di una agenda chiaramente ancorata alle più importanti strategie dell’UE, dal Green Deal alla nuova strategia digitale, al nuovo piano d'azione per l'economia circolare, alla strategia sulla Biodiversità, avrà al centro il ruolo strategico del Dottore Agronomo e Dottore Forestale in quanto le sue competenze saranno fondamentali per la loro piena realizzazione e per la costruzione di un'Europa più sostenibile, più resiliente e più solidale.
L’impegno dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali per la sostenibilità è ricorrente e costante nelle attività portate avanti dal Consiglio Nazionale negli ultimi dieci anni in congressi, eventi e convegni. Il progetto “La fattoria globale del futuro 2.0” promosso durante la presenza degli Agronomi all’esposizione universale EXPO 2015 a Milano, già anticipava i temi dello sviluppo sostenibile discussi durante il VI Congresso mondiale, nel 2018 al Congresso di Perugia e nel 2019 al Congresso 6 di Matera con la Carta di Matera. In particolare, con il Congresso di Matera - #AGROFOR2030: THE GLOBAL GOALS. PARADIGMI ED EVOLUZIONE DI UNA PROFESSIONE IN UNO SCENARIO DISVILUPPO SOSTENIBILE - che si è svolto dal 7 al 9 Novembre 2019, prima, e con gli eventi post Congresso, poi, il CONAF, ha avviato un programma di definizione ed applicazione di una strategia per Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. La strategia CONAF per Agenda 2030 si pone come principale obiettivo quello di definire e diffondere un modello professionale orientato alla sostenibilità e alla promozione di politiche illuminate per la risoluzione delle emergenze nel prossimo decennio. La Carta di Matera contiene gli obiettivi che i Dottori Agronomi e Dottori Forestali devono perseguire per definire e diffondere un modello professionale orientato alla sostenibilità, che contribuisca allo sviluppo economico del Paese, garantendo la salvaguardia dell’ambiente e il benessere delle persone. La Carta di Matera è l’impegno che i Dottori Agronomi ed i Dottori Forestali italiani hanno assunto nel declinare e calibrare gli obiettivi dell’Agenda 2030 nell’ambito della propria attività di gestione dello studio professionale e delle attività professionali di programmazione, pianificazione, progettazione e consulenza, al fine di assicurare il benessere della popolazione e dei territori, nella piena consapevolezza del ruolo sociale e della responsabilità che hanno in uno scenario di sviluppo sostenibile. La professione di Dottore Agronomo e Dottore Forestale, pertanto, ha grandi potenzialità per essere interprete dello sviluppo sostenibile al centro delle politiche europee del Green New Deal e di Agenda 2030 e per essere proiettata nel futuro; infatti il Dottore Agronomo e Dottore Forestale, l’Agronomo iunior e Forestale iunior e Biotecnologo possono svolgere in relazione alle loro competenze e nello scenario prospettato molte attività di progettazione, dai sistemi produttivi del cibo ai sistemi di economia circolare, dalla pianificazione delle produzioni ai sistemi per le energie rinnovabili e per la mobilità sostenibile fino alla valorizzazione e valutazione dei servizi ecosistemici. Di seguito si riporta una breve analisi swot dello scenario professionale della categoria.
Fig. 4 Analisi swot scenario professionale DA e DF S W O T 7 Minacce Opportunità Punti di forza Punti di ✓ Formazione ✓ Grande interesse ✓ Alta sensibilità debolezza universitaria per la professione professionale alla poco della sostenibilità sostenibilità ✓ Scarsa interconnessa ✓ Risorse per la organizzazione con la ✓ Forte legame professionale in innovazione con il territorio professione professionale aggregazioni ✓ Scarsa ✓ Ottima ✓ Scarsa ✓ Strumenti potenzialità di valorizzazione disponibili di propensione del ruolo crescita all'investimento in aggregazione professionale professionale ✓ Valore aggiunto strumentazione della capacità innovativa e alla ✓ Frammentazio ✓ Alta formazione digitalizzazione ne delle progettuale per la conoscenze e internazionalizzazio ✓ Età anagrafica competenze ne della professione elevata ✓ Scarsa presenza femminile Allo stesso modo è auspicabile l’evoluzione del ruolo del sistema ordinistico, cui è affidato il compito di tutelare l’interesse pubblico al corretto esercizio della professione e la tutela del titolo professionale. Attualmente il sistema ordinistico svolge soprattutto attività di tutela della professione e di garanzia della prestazione professionale; in ambito deontologico, infatti, l’importanza e la rilevanza costituzionale dell’attività professionale degli iscritti all’albo dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, ne impone un esercizio consapevole e socialmente responsabile, quale mezzo di attuazione dell’ordinamento professionale. Il ruolo degli ordini professionali ha assunto negli ultimi anni, in seguito alla riforma delle professioni (DPR 137/2012), una implementazione in virtù della introduzione della polizza assicurativa obbligatoria, della formazione continua professionale e con
l’introduzione delle società tra professionisti e la gestione dei provvedimenti disciplinari attraverso la separazione tra consigli amministrativi e di disciplina. Al sistema ordinistico sarà sempre più richiesto l’intervento per la valorizzazione della professione e per fornire servizi per il miglioramento della prestazione professionale. Un ruolo centrale sarà anche quello di stimolare un percorso di internazionalizzazione della professione al livello europeo. 8 3. Le proposte dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali per lo sviluppo sostenibile della professione 3.1. Professionisti Sostenibili 4.0: un fondo per lo sviluppo professionale sostenibile
ANALISI Dall’ultimo studio del CRESME del 2017 i professionisti dell’area tecnica sono oltre 600 mila con il 20% di donne e meno del 30% di giovani under 40. Sulla base dei dati delle Casse previdenziali e dell’Agenzia delle Entrate per valutare la ricchezza prodotta dai professionisti iscritti agli albi delle professioni tecniche si può stimare un valore aggiunto di circa 14 miliardi di euro, corrispondente ad un valore complessivo della produzione pari 9 a 16,5 miliardi di euro. Come la maggior parte delle professioni di area tecnica, anche la professione di Dottore Agronomo e Dottore Forestale ha bisogno di un radicale rinnovamento generazionale; infatti, come emerge dai dati riportati in figura 3, il trend di invecchiamento della professione è in aumento, con l’incremento dei professionisti in fascia di età al di sopra dei 50 anni e con la diminuzione degli under 40. Inoltre, la scarsa presenza di STP Società Tra Professionisti iscritte all’albo dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali (N 36 STP iscritte al 01/01/2021) dimostra una scarsa aggregazione e limitata organizzazione in studi strutturati. CRITICITÀ E OPPORTUNITÀ Il progressivo invecchiamento della categoria e la scarsa propensione all’aggregazione, se non si inverte la tendenza, potrebbero portare in breve tempo ad una non adeguatezza del sistema professionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali che, al contrario hanno necessità di recuperare la propria identità professionale, migliorandola ed orientandola agli aspetti dello sviluppo sostenibile, hanno bisogno di un approccio multifunzionale che ne determini la resilienza, di una preparazione adeguata che faccia recuperare il valore del progetto. Nel contesto attuale definito dai principi delineati dall’Agenda 2030 dell’ONU, dal Green New Deal, dalla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e dalla Carta Nazionale del Paesaggio, diverse figure professionali specializzate nel settore diventano l’impulso per attuare in modo efficace l’essenziale processo di implementazione, valorizzazione e gestione del patrimonio agricolo ambientale e paesaggistico, che è una vera risorsa per la crescita del Paese. Il Dottore Agronomo e il Dottore Forestale ne sono attori principali, in un processo di valorizzazione della multifunzionalità. La pandemia, infine, ha accentuato la paura del futuro nei giovani, destabilizzando e rendendo incerte anche le scelte dei giovani laureati che si affacciano al mondo del lavoro. La scelta professionale deve essere favorita in quanto opportunità di investire sulle proprie capacità e competenze e occasione di diffondere una professione sostenibile, universale e resiliente proiettata nel futuro in relazione al suo ruolo negli scenari di evoluzione della produzione del cibo e della protezione dell’ambiente.
PROPOSTA Si propone, pertanto, di istituire un fondo di finanziamento per permettere ai professionisti di adeguarsi sia dal punto di vista strutturale sia dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro, valorizzando la multidisciplinarietà; il fondo incentiva gli investimenti in digitalizzazione e innovazione per gli studi professionali, l’aggregazione in STP e Reti per favorire la multidisciplinarietà 10 necessaria per gestire progettazioni di sistemi complessi ed affrontare problemi articolati. Il fondo alimenta un sistema di incentivi a fondo perduto o per credito di imposta per progetti di investimento strutturali e digitali a vantaggio delle attività professionali, soprattutto per i giovani e le donne (Next generation of Agronomists) che, indirizzati verso percorsi di formazione chiari e con sbocchi definiti, possono con serenità ed entusiasmo investire su se stessi, avviando una attività professionale, scommettendo sulle proprie capacità che lo stato in qualche modo deve sostenere e incoraggiare. Un contributo all’avviamento dell’attività professionale multidisciplinare (primo insediamento) e mirata alla progettazione innovativa e sostenibile crea una grande opportunità di riprogettare il Paese secondo i nuovi parametri degli obiettivi di agenda 2030. Il fondo verrà utilizzato per incentivare anche la costituzione di reti di professionisti “innovation broker” per il trasferimento delle tecnologie dell’agricoltura di precisione e per l’acquisto degli strumenti di robotica agronomica per una consulenza agronomica innovativa e diffusa sul territorio. RISORSE PREVISTE Fondo per lo sviluppo professionale sostenibile 1) Finanziamento a fondo perduto per l’avviamento professionale € 450 MLN per l’insediamento di 15.000 professionisti in tre anni; 2) Finanziamento a fondo perduto per l’innovazione professionale sostenibile € 450 MLN per il finanziamento dell’innovazione e aggregazione di circa 10.000 professionisti in quattro anni.
3.2. Sviluppo di Piattaforme digitali di supporto allo sviluppo professionale sostenibile 11 ANALISI Esistono diverse piattaforme utilizzate per l’utilità dei professionisti; ad esempio, la piattaforma MePA - Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione – realizzata tramite Consip S.p.A. è uno strumento per gli acquisti di beni e servizi, anche professionali, riservato alla Pubblica Amministrazione ai sensi dell’Art. 3 del D. Lgs. N. 50/2016 “Codice dei Contratti Pubblici (nuovo Codice degli appalti). La possibilità di inserire prestazioni professionali sul MePa è stata introdotta a partire dalla fine del 2015 e si trova ancora in una fase di sviluppo ed implementazione. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) tramite acquistinretepa.it ha creato il portale gestito da Consip con cui si consente di
vendere prodotti e, nel caso dei professionisti, di offrire e vendere i propri servizi; al momento, sono sette le categorie di servizi professionali disponibili sul mercato elettronico della PA; la categoria relativa alle prestazioni delle professioni tecniche è “servizi professionali - architettonici, di costruzione, ingegneria, ispezione e catasto stradale”. La piattaforma ha più di 14.500 operatori economici abilitati per i servizi professionali, 12.5 Milioni in erogato per Richieste di Offerta e 16 Milioni in erogato per Transazioni Dirette su 4.970 12 transazioni. Per quanto riguarda l’ambito della innovazione la Piattaforma Innovarurale costituisce il portale della Conoscenza e dell'Innovazione nel sistema agroalimentare, realizzato dal Centro Politiche e Bioeconomia del CREA (CREA-PB) in collaborazione con l'ISMEA nell'ambito del programma della Rete Rurale Nazionale (RRN) 2014-2020. Il Portale, promosso dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali di concerto con le Regioni e le Province autonome funge da banca dati per i Gruppi Operativi del Partenariato Europeo per l'Innovazione curata dal CREA-PB e il Catalogo delle innovazioni in campo curato dall'ISMEA; è un portale che pubblica notizie su conoscenza, ricerca e innovazione, con un'attenzione particolare alle azioni dei Programmi di Sviluppo Rurale e della RRN. CRITICITÀ E OPPORTUNITÀ La presenza di Piattaforme di utilità per i professionisti è sicuramente un punto di partenza per lo sviluppo e la transizione digitale che ci attende e che dobbiamo incentivare in futuro, anche implementando la interattività delle stesse con gli utenti. Il Mercato Elettronico ha sicuramente portato un vantaggio in termini di digitalizzazione, semplificazione e trasparenza degli affidamenti dei servizi professionali che permette di valorizzare anche l’attività professionale degli studi di dimensioni più ridotte e di risparmiare tempo per le transazioni. Tuttavia, i servizi professionali presenti nel MePA sono limitati alle prestazioni per opere edili; non sono evidenti le prestazioni di tutti quei servizi professionali e di progettazione ambientale agronomica e forestale che saranno sempre più presenti in uno scenario di sviluppo sostenibile. La pandemia ha implementato la propensione alla digitalizzazione delle procedure che dovranno divenire sempre più interattive con gli utenti. Il Portale Innovarurale che rappresenta in ogni caso uno strumento molto utile di conoscenza dei progetti di cooperazione ed innovazione già realizzati o in fase di realizzazione (In Italia sono attivi 545 Gruppi operativi) non prevede una interazione completa con gli utenti per la condivisione e trasferimento della innovazione in altri contesti.
PROPOSTA Si propone la costituzione di una sezione appositamente creata di Mercato elettronico per la Pubblica Amministrazione dove vengono effettuati gli affidamenti per i progetti di sviluppo sostenibile e di transizione ecologica con i servizi professionali relativi. L’evidenza di progetti di “transizione verde” consentirebbe anche una migliore attribuzione con indicatori della spesa relativa a questo tipo di investimenti. 13 Si propone, inoltre la creazione di una piattaforma tecnologica, di condivisione del sapere professionale e di buone pratiche sostenibili al livello europeo utili alla internazionalizzazione della professione e allo sviluppo sostenibile dei territori. La piattaforma costituita da applicazioni interattive con gli utenti permette di conoscere nel dettaglio i risultati ottenuti con opportuni indicatori ad implementazione del servizio di trasferimento tecnologico dei brokers dell’innovazione. RISORSE PREVISTE 1) Finanziamento della piattaforma MePA appositamente creata per i progetti di transizione ecologica e dello sviluppo sostenibile e dei relativi servizi professionali € 50 MLN; 2) Finanziamento della piattaforma tecnologia della innovazione per lo sviluppo di piattaforme di condivisione del sapere professionale e scambio best practice professionali € 100 MLN.
3.3. Alta formazione e certificazione del Dottore Agronomo e del Dottore Forestale sostenibile 14 ANALISI La scarsa interconnessione tra il mondo della università ed il mondo del lavoro delle professioni è evidente se si considera la presenza di un elevatissimo numero di corsi di laurea proliferati dopo il DPR 328/2001 che hanno creato percorsi di studio spesso non coerenti con le competenze professionali delle professioni cui danno sbocco. Il tentativo di ridefinizione delle lauree professionalizzanti fatto con il decreto n. 446/2020 introduce un nuovo indirizzo di formazione universitaria di tipo tecnico, di durata triennale e definisce tre nuove classi di laurea a orientamento professionalizzante (LP), che disciplinano la formazione delle professioni di - agrotecnico, geometra, perito agrario e perito industriale, escludendo gli ordini professionali; a questo proposito è indispensabile ed urgente la revisione
dell’art. 55 del DPR 328/2001, a cui peraltro la stessa commissione della Camera ha subordinato il suo parere favorevole al decreto 446. Il decreto 446, pertanto, se non sarà accompagnato da una adeguata revisione normativa del 328/2001 e da una implementazione dei percorsi di studio universitario che danno l’accesso diretto alla professione (lauree abilitanti), a nostro avviso genera ulteriore confusione sui percorsi e livelli formativi, sull’accesso alle professioni regolamentate e sulle competenze professionali. 15 A questo proposito, infatti, in seguito ad uno studio effettuato nel 2017 dal CONAF attraverso il suo Centro Studi sulla valutazione di coerenza dei percorsi universitari di accesso alla professione di Dottore Agronomo e Dottore Forestale era emersa la proposta del Consiglio Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di percorsi di studio preparatori alla libera professione sia di durata triennale (Agronomo iunior, Forestale iunior e Biotecnologo agrario), che di durata quinquennale (Dottore Agronomo e Dottore Forestale) con diversi indirizzi formativi in relazione alla complessità delle competenze delle suddette categorie professionali e con forte indirizzo alla sostenibilità. Negli ultimi anni sono cresciuti in maniera esponenziale i corsi di laurea che hanno attinenza con la sostenibilità, soprattutto negli ultimi due anni triplicando rispetto a quelli del 2010 (si veda figura n. 5). Anche i master e i corsi di specializzazione “Sustainable Development Jobs” che includono una serie di figure innovative e trasversali a istituzioni, enti di ricerca e organizzazioni internazionali, in grado di lavorare ai più svariati livelli della sostenibilità: dal “resilience officer” al “sustainability manager”, dal monitoraggio alla valutazione degli impatti sociali e ambientali. La stessa Associazione Mondiale degli Agronomi ha nei suoi principali obiettivi, quello di realizzazione del master per l’agronomia sostenibile che stimolerà la formazione di professionisti che saranno in grado di progettare sempre di più e sempre meglio in funzione dei parametri e degli indicatori della sostenibilità in forte connessione con la tutela della biodiversità, valorizzazione del paesaggio e della identità territoriale e la economia circolare. Fig. 5 Numero di corsi di laurea attinenti la “sostenibilità” - Dati MIUR Fonte sole 24 ore, 2020 NUMERO CORSI DI LAUREA CARATTERIZZATI DALLA SOSTENIBILITÀ 70 60 50 59 40 30 37 28 30 20 22 24 10 17 17 17 17 18 0 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
In attuazione dei principi comunitari, Direttiva 36/2005/CE sulle qualifiche professionali, occorre che l’Italia riqualifichi complessivamente i percorsi formativi e i profili professionali degli iscritti agli Ordini e collegi professionali e che li orienti ad un profilo sostenibile perché possano adeguarsi alla evoluzione del mercato dei servizi professionali e allo scenario della transizione ecologica in atto. La certificazione delle competenze professionali è diventata sempre più diffusa non solo per la certificazione delle professioni non regolamentate afferenti alla legge 4/2013 ma anche per 16 particolari competenze specifiche. Attualmente sono 49 gli organismi di certificazione accreditati da Accredia e oltre 200mila i professionisti certificati sotto accreditamento, distinti in circa 175 categorie. La regolamentazione delle professioni rimane in generale un atto volontario anche se per accedere ad alcuni incarichi la legge può rendere obbligatorio il possesso di certificazioni rilasciate da organismi di valutazione della conformità accreditati. CRITICITÀ E OPPORTUNITÀ Lo sviluppo sostenibile entra tra gli ambiti dell’Anvur per la valutazione della Terza missione delle Università e la Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS, Promossa dalla CRUI - Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e istituita nel 2015 funge da coordinamento e condivisione tra tutti gli Atenei italiani impegnati sui temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale, così da contribuire al raggiungimento degli SDGs, e in modo da rafforzare la riconoscibilità e il valore dell’esperienza italiana a livello internazionale. La sostenibilità, in modo particolare nella formazione degli agronomi professionisti, non dovrebbe costituire solo una opzione, ma dovrebbe entrare negli insegnamenti costituendo indicatore fondamentale della progettazione agronomica, dello sviluppo rurale, del verde pubblico, della pianificazione territoriale e forestale, delle valutazioni estimative. Nel settore dei servizi, le attività di recente formazione sono sempre più diversificate, ed è fondamentale implementare la trasferibilità e la riconoscibilità del know how professionale, e garantire ai consumatori e alle aziende affidabilità e qualità della prestazione. La certificazione accreditata determina, attraverso le verifiche effettuate, che il professionista soddisfa i requisiti previsti dalle norme tecniche UNI e dagli altri vincoli stabiliti e che attraverso la sorveglianza periodica mantenga nel tempo la competenza certificata. Tra i vantaggi della certificazione rilasciata sotto accreditamento c’è inoltre il riconoscimento internazionale della competenza professionale, grazie agli Accordi EA MLA – Multilateral Agreements, gestiti da EA (European co-operation for Accreditation) e firmati da Accredia, che assicurano il mutuo riconoscimento delle certificazioni sul mercato europeo.
PROPOSTA 1) Si propone di finanziare centri di ricerca per lo sviluppo professionale e scuole regionali per la formazione professionale alla sostenibilità come previsto dal DPR 137/2012 art. 7 comma. Si propone di investire in progettazione e realizzazione di corsi di studio universitari abilitanti alla professione, particolarmente orientati allo sviluppo sostenibile in collegamento con gli ordini, enti e fondazioni di riferimento, centri di ricerca e scuole regionali che favoriscono 17 percorsi di tirocinio e avviamento alla professione. In particolare, si propone la istituzione di 4 corsi di laurea triennale e 4 corsi di laurea magistrale “abilitanti” con i rispettivi esami di abilitazione alla professione concomitanti agli esami di laurea per la formazione di Agronomi e Forestali iunior, Dottori Agronomi e Dottori Forestali sugli indirizzi seguenti: 1. Scienze agrarie sostenibili; 2. Scienze forestali sostenibili; 3. Scienze agroalimentari sostenibili; 4. Scienze zootecniche sostenibili. Indirizzi finalizzati alla formazione di professionisti in grado di coprire tutte le attività professionali connesse con l’esercizio dell’agricoltura, della silvicoltura, del mondo rurale, del settore agroalimentare e zootecnico, considerate sia nei suoi aspetti più propriamente produttivistici, sia nella sua multifunzionalità e soprattutto dello sviluppo sostenibile. Per il raggiungimento di tali competenze, le lauree triennali sono caratterizzate da un primo anno di formazione comune a tutti gli indirizzi, dove gli studenti acquisiscono la preparazione di base nell’ambito degli ambiti disciplinari propedeutici agli insegnamenti propri del curriculum specifico. Una proposta del CONAF in tal senso era già stata avanzata nel 2017 con l’identificazione dei percorsi di laurea individuando le materie dei vari anni di corso universitario; la proposta sarà rimodulata in funzione dei nuovi sviluppi normativi sulle lauree abilitanti e della revisione dei settori scientifico disciplinari in corso. I citati corsi di laurea saranno sottoposti ad un sistema di certificazione dei corsi universitari per l’accesso alla professione che costituirebbe una garanzia necessaria per superare il disallineamento crescente tra formazione tecnica e professione. L’individuazione delle nuove competenze professionali occorrenti per realizzare gli obiettivi del recovery plan in un’ottica di sviluppo sostenibile permetterebbe di costruire i corrispondenti percorsi formativi attraverso la sperimentazione dei primi processi certificativi condivisi, che garantiscano l’effettiva
corrispondenza rispetto agli standard europei e internazionali della professione di Dottore Agronomo, Dottore Forestale, Agronomo e Forestale iunior e biotecnologo. 2) Si propone la costituzione di un sistema di certificazione volontaria del “professionista sostenibile” con parametri definiti di che rendano le singole professioni tecniche idonee alla progettazione dei sistemi della bioeconomia, di economia circolare, di mobilità sostenibile, di 18 energie rinnovabili e che stimolino pertanto i professionisti dell’area tecnica ad adeguarsi alla evoluzione del mercato dei servizi professionali verso uno scenario di sviluppo sostenibile. RISORSE PREVISTE Finanziamento di: 1) 3 Centri di ricerca per lo sviluppo professionale sostenibile € 90 MLN; 2) 20 scuole di alta formazione professionale alla sostenibilità € 200 MLN per il finanziamento di progetti di formazione.
3.4. La Rete dei professionisti di prossimità per la pianificazione territoriale il presidio e la ricostruzione 19 ANALISI Dall’ultima relazione disponibile sulla strategia delle aree interne (SNAI) nelle 72 Aree selezionate già caratterizzate da livelli di densità della popolazione particolarmente bassi nel corso dell’ultimo intervallo censuario (2001-2011) si è registrato un calo demografico del 4,4% a fronte di un incremento medio di popolazione in Italia del 4,3%. La tendenza allo spopolamento si conferma anche nel periodo 2011-2017 con un’ulteriore perdita di residenti, in soli 6 anni, del 3,2% (mentre la popolazione media italiana cresce del 1,9%). Lo spopolamento è ancora più accentuato nelle zone del cratere sismico del centro Italia. Tra il 2016 e il 2019 nelle Marche si è registrata una perdita di 18.441 residenti, 10.136 dei quali nell’area del
cratere (il 58,8% del calo complessivo a fronte del 22,2% della popolazione regionale - giornale della protezione civile 2019 elaborazione su dati ISTAT). Secondo i dati ISTAT negli ultimi cinque anni, in Abruzzo, si è registrato un drastico calo della popolazione residente, passata da 1.331.574 abitanti del 2015 a 1.305.770 del 2020. Complessivamente, nell'arco dell'ultimo quinquennio, la variazione in termini percentuali evidenzia per l'Abruzzo una diminuzione pari all'1,94%, maggiore del valore nazionale (-0,91%). Nei comuni 20 montani al di sopra dei 600 metri di altitudine con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti (116 comuni abruzzesi su 305) il calo demografico è ancora più accentuato (-6,59% pari a -6.488 abitanti). Quasi tutte le Aree hanno subito rilevanti fenomeni di abbandono della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) nel trentennio tra il 1980 e il 2010 (-23% in media nelle 72 Aree, contro il 21% di tutte le Aree periferiche e ultra-periferiche italiane e il 16% di tutte le Aree di cintura e poli), fenomeni che hanno interessato soprattutto le aree prevalentemente montane (sia alpine che appenniniche). Qui spesso la presenza importante di superficie forestale si ricollega anche a situazioni di degrado dovute all’abbandono delle proprietà e delle attività colturali. Oggi si attesta sotto la media nazionale (43%) la percentuale di suolo utilizzato per l’agricoltura nelle Aree periferiche e ultra-periferiche (38%) e ancora di più nelle 72 Aree selezionate della SNAI (34%), per la minore disponibilità di terreni coltivabili in relazione alle caratteristiche orografiche di queste aree, spesso montane. Nelle 72 Aree selezionate ricadono territori con risorse agro-silvo-pastorali, come evidenziato dall’elevata percentuale di superficie totale ricoperta da foreste (48% in media) e dall’importanza dei prati permanenti e pascoli tra gli usi agricoli (40%), a testimonianza di un’economia tradizionalmente basata sulla pastorizia (allevamento estensivo a pascolo brado di diverse specie) e su sistemi agricoli estensivi. Su queste risorse occorre far leva per mantenere una presenza produttiva sui territori. CRITICITÀ E OPPORTUNITÀ La maggiore criticità dei territori delle aree interne è la loro struttura socioeconomica fragile, carenza di servizi essenziali spesso precari, molte piccole imprese che fanno fatica a emergere nel mercato, connettività molto bassa, alto divario digitale. D’altro canto, però, nelle aree interne legate prevalentemente al settore agricolo, forestale, agroalimentare e turistico, c’è una ottima potenzialità di crescita e con elevata tipicità e caratterizzazione dei prodotti con possibilità di certificarne l’origine e la qualità. Una delle criticità maggiori per la reale abitabilità delle aree interne è l’alto divario digitale esistente. La comunicazione della commissione europea sulla “Strategia annuale per la crescita sostenibile 2021” stimola gli stati membri a concentrarsi sulle riforme e gli investimenti che migliorano la connettività. Si tratta, ad esempio, di promuovere ed agevolare la diffusione su vasta scala di reti ad
altissima capacità, compresa la connettività 5G e Gigabit tra le famiglie nelle zone urbane e rurali e i grandi corridoi di trasporto, in linea con gli obiettivi dell'UE in materia di connettività 5G e Gigabit per il 2025. Questi investimenti sono importanti per colmare il divario digitale, evitando allo stesso tempo l'esclusione degli investimenti privati in assenza di fallimenti del mercato. Come indicato in Next Generation EU, la rapida diffusione di reti ad altissima capacità, compresi il 5G e la fibra, avrà ricadute positive sull'intera società, tra cui la fornitura di una larghezza di banda e di una copertura 21 adeguate per i settori essenziali per la ripresa e la resilienza, come l'agricoltura, i trasporti, la sanità e l'istruzione. Contribuirà inoltre a rafforzare l'autonomia strategica aperta dell'Europa, sfruttando allo stesso tempo i vantaggi di un'economia aperta, fornendo sostegno alla realizzazione delle infrastrutture necessarie per le applicazioni e i processi futuri. PROPOSTA In questo scenario è indispensabile la presenza di servizi professionali sui territori per la pianificazione territoriale e per la ricostruzione. La presenza del “professionista di prossimità” garantisce una maggiore conoscenza per la pianificazione del territorio, una maggiore presenza nei cantieri della ricostruzione. Si propone, pertanto di istituire la figura del professionista di prossimità che vive e lavora nelle aree interne svantaggiate, la ricostruzione di spazi della socialità e di spazi di co-working della multifunzionalità professionale con adeguata connettività digitale per garantire una più puntuale pianificazione territoriale e presidio del territorio a completamento dei progetti attivati in ambito SNAI per il completamento di infrastrutturazione digitale delle aree bianche e grigie del Paese. RISORSE PREVISTE Risorse per l’incentivazione dell’attività del professionista di prossimità 1) Per lo stabilimento di 5.000 professionisti di prossimità € 75 MLN; 2) Per la ricostruzione degli spazi di co-working e socialità € 200 MLN;
4. Le proposte dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali per le riforme e per progetti di sviluppo sostenibile 4.1. Un grande patto di sussidiarietà tra professionisti e la pubblica amministrazione per la semplificazione e la sburocratizzazione delle procedure amministrative 22 ANALISI Secondo le statistiche ufficiali, in Europa, l’Italia è agli ultimi posti per complessità e lunghezza delle procedure per il rilascio di autorizzazioni a costruire e per l’avvio di un’attività imprenditoriale. La burocrazia fiscale costa ogni anno al complessivo sistema delle imprese circa 22 miliardi di euro, in gran parte attribuibili alla complessità delle procedure connesse a calcoli delle imposte, modalità di pagamento e riscossione. I debiti delle Amministrazioni Pubbliche nei confronti di aziende private e
professionisti, non evasi per ritardi dovuti ad inefficiente gestione delle procedure di pagamento, superano attualmente 30 miliardi di euro. Si tratta evidentemente di risorse consistenti, che potrebbero essere utilizzate per avviare un nuovo percorso di crescita del Paese. In particolare nel settore agricolo, da uno studio pubblicato dalla Commissione europea "Analisi degli oneri amministrativi della Pac" il carico di burocrazia della Pac è più pesante in Italia che nel 23 resto d’Europa, con i costi medi per gli adempimenti legati alla Politica agricola comune che in media superano gli 800 euro l’anno, la cifra più alta in Ue, dopo la Svezia; oltretutto gli agricoltori italiani impiegano in media 30 ore l’anno per sbrigare gli adempimenti burocratici legati agli aiuti Pac, il doppio della media europea. CRITICITÀ E OPPORTUNITÀ Il principio di sussidiarietà trova il suo principale fondamento giuridico nell'articolo 118 della Costituzione. La sussidiarietà orizzontale, che è quella che trova fondamento nel quarto comma dell'articolo 118 della Costituzione e che consente ai cittadini di cooperare, sia come singoli sia attraverso associazioni o altri corpi intermedi, nella definizione degli interventi istituzionali in grado di incidere nella realtà sociale di riferimento. Già da tempo si è preso atto che la sussidiarietà è un principio fondamentale, e si è verificato che quando alcune funzioni vengono delegate dalla pubblica amministrazione ai professionisti si realizza un vero e proprio processo di semplificazione delle procedure che tutti auspichiamo. L'applicazione di questo principio ha un elevato potenziale di modernizzazione delle amministrazioni pubbliche in quanto la partecipazione attiva dei cittadini alla vita collettiva può concorrere a migliorare la capacità delle istituzioni di dare risposte più efficaci ai bisogni delle persone e alle soddisfazioni dei diritti che la Costituzione riconosce e garantisce. La Legge 81/2017 (cd Jobs act del lavoro autonomo), all’art. 5, delega il Governo ad individuare “gli atti delle amministrazioni pubbliche che possono essere rimessi anche alle professioni organizzate in ordini o collegi in relazione al carattere di terzietà di queste”. Riteniamo che tale disposto debba essere pienamente attuato per alleggerire la Pubblica Amministrazione di alcuni compiti che possono essere affidati ai liberi professionisti per garantire interventi rapidi, puntuali e rispettosi delle norme vigenti. La funzione sussidiaria delle professioni ordinistiche non è intesa come la sostituzione di soggetti privati all’azione pubblica, ma come un’azione di supporto allo Stato e di recupero di efficienza della Pubblica Amministrazione perché adotti procedure più immediate ed efficaci.
PROPOSTA In un particolare momento in cui la Pubblica amministrazione deve ristrutturarsi, nelle more e nel tempo necessario ad una vera e propria riforma che determini l’ingresso di nuove generazioni che assuma su di sé l’onere della digitalizzazione della innovazione e della sfida del futuro, i professionisti possono essere con responsabilità al fianco della pubblica amministrazione con 24 funzione di supporto e di sussidiarietà per alcune funzioni che possono accelerare i processi autorizzativi e limitare la burocrazia. La costituzione di elenchi di professionisti per funzioni delegate in relazione alla preparazione, alla adeguatezza delle singole professioni e dei singoli professionisti, con la massima trasparenza e con la evidenza degli eventuali conflitti di interesse sarà di supporto all’azione amministrativa, senza aggravi di costo per lo Stato, consentendo di erogare servizi rapidi e di maggiore qualità in una prospettiva di recupero di efficienza della struttura pubblica indispensabile per far ripartire il Paese. Da un censimento in seno alla Rete delle Professioni tecniche, in particolare, sono emersi gli atti di competenza della Pubblica Amministrazione delegabili ai professionisti dell’area tecnica o, in alcuni casi, agli Ordini stessi che provvederanno, attraverso gli iscritti, ad espletare la procedura affidata, divenendo un centro di competenza al fianco della PA, secondo il principio di sussidiarietà. In particolare, le seguenti tipologie di atti: 1. Atti di asseverazione e/o certificazione della rispondenza alle norme di legge di specifiche attività; 2. Atti di verifica, collaudo e controllo di attività svolte da terzi; 3. Attività di analisi ed istruttoria propedeutiche al rilascio di pareri da parte della Pubblica Amministrazione; 4. Atti di supporto alla Pubblica Amministrazione; 5. Atti di monitoraggio sull’applicazione delle norme. In particolare per i Dottori Agronomi e Dottori Forestali gli atti che porterebbero ad una semplificazione delle procedure sono oltre alle attività quali il Permesso in sanatoria, Autorizzazione per l’inizio dei lavori, Certificato di agibilità, Certificato di destinazione Urbanistica, Valutazione della conformità delle macchine, Autorizzazione Integrata Ambientale, Autorizzane Unica Ambientale, Certificato di prevenzione incendi, Segnalazione certificata di inizio attività – Scia anche ed in particolare modo la delega di alcune attività di controllo sulla filiera agro-alimentare e la tenuta e l’aggiornamento del fascicolo aziendale dell’anagrafe dell’azienda agricola, valutazione ed istruttoria dei progetti oggetto di finanziamento.
La legge 81/2017 all’art. 5 assegna al sistema ordinistico una importante responsabilità: coadiuvare la Pubblica Amministrazione, senza aggravi di costo per lo Stato, ad erogare servizi rapidi e di maggiore qualità in una prospettiva di recupero di efficienza della struttura pubblica. Pertanto, nella prospettiva per cui la sussidiarietà e la competenza costituiscono la chiave di un disegno riformatore dell’azione delle Pubbliche Amministrazioni, è necessario portare a compimento la definizione delle funzioni sussidiarie come previsto dall’art. 5 della legge 81/2017 25 La sussidiarietà per la tenuta e l’aggiornamento del fascicolo aziendale La costituzione del fascicolo aziendale è obbligatoria, ai sensi del D.P.R. n. 503 del 1º dicembre 1999 ed è indispensabile per l’attivazione di qualsiasi procedimento di aiuto comunitario. Il fascicolo aziendale, sia in formato cartaceo che elettronico, viene costituito dopo la registrazione all’anagrafe delle imprese agricole e ne è parte integrante. L'aggiornamento del fascicolo aziendale elettronico, attraverso procedure certificate del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN), può essere effettuato dai soggetti di cui all'articolo 6, comma 1, lettera a), del decreto del Presidente della Repubblica n. 503 del 1999 e cioè: a) tutti i soggetti e le pubbliche amministrazioni individuati dall'articolo 15, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1998, n. 173, nonché dai soggetti di cui all'articolo dall’art 6 comma 3 del Dgls 74/2018, i Centri di Assistenza Agricola (CAA). I CAA, delegati ai sensi del regolamento UE n. 907/2014 e sulla base di atti convenzionali con l’OP AGEA, sono gli unici a poter accedere ai dati del fascicolo, aggiornandoli, per la predisposizione delle domande di ammissione ai benefici comunitari e nazionali su mandato degli agricoltori interessati. La recente ulteriore limitazione dell’accesso al fascicolo aziendale da parte di AGEA mediante la convenzione con i CAA, che riserva l’accesso al solo personale dipendente, sembra andare nella direzione opposta della semplificazione, dell’accesso ai dati. Anche l’autorità garante della concorrenza e del mercato interno con bollettino 39 del 23 novembre del 2007 si era espressa a favore dell’accesso al fascicolo aziendale da parte dei liberi professionisti, determinando tra l’altro che per la richiesta di accesso alla posizione appariva ingiustificato subordinare l’accesso ai requisiti di professionalità e competenza dal momento si presume si tratti di soggetti che abbiano tali competenze e requisiti. Non di meno la recente riforma delle professioni (DPR 137/2012) ha determinato maggiore tutela del cliente attraverso la obbligatorietà della stipula di una polizza assicurativa da parte del professionista e della formazione professionale continua che determinano una garanzia di una prestazione professionale adeguata ed una copertura per eventuali errori commessi dal professionista.
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