Biodiversità a rischio - Maggio 2018 A cura di Legambiente Onlus

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Biodiversità a rischio - Maggio 2018 A cura di Legambiente Onlus
Biodiversità a rischio
Maggio 2018
A cura di Legambiente Onlus

BIODIVERSITÀ A RISCHIO - LEGAMBIENTE ONLUS   1
Biodiversità a rischio - Maggio 2018 A cura di Legambiente Onlus
INDICE

1.     La tutela della biodiversità                                                     pag. 3

2.     Lo stato della biodiversità in Europa e in Italia                                pag. 5

3.     I nemici della biodiversità                                                      pag. 8
3.1    I cambiamenti climatici                                                          pag. 8
3.2    La perdita e la frammentazione degli habitat                                     pag. 9
3.3    L'inquinamento                                                                   pag. 10
3.4    L’introduzione di specie aliene invasive                                         pag. 10
3.5    Il sovra sfruttamento delle risorse naturali                                     pag. 12

4.     Il futuro della conservazione: sfide e prospettive                               pag. 14
4.1    Il lupo                                                                          pag. 15
4.2    L’orso bruno                                                                     pag. 16
4.3    Il camoscio appenninico                                                          pag. 17
4.4    Lo stato di attuazione di Natura 2000 in Italia                                  pag. 19

FOCUS
I rifiuti marini e gli impatti sulla biodiversità                                       pag. 22
- Il contesto geografico: il Mediterraneo                                               pag. 22
- Il problema                                                                           pag. 23
- Allarme plastica nei nostri mari                                                      pag. 24
- Sos tartarughe marine                                                                 pag. 28
- Uccelli marini a rischio                                                              pag. 29
- L’impatto sui cetacei                                                                 pag. 30
- L’impegno di Legambiente per la tutela della biodiversità marina                      pag. 31

FOCUS
Gestire il bosco. Conservazione e valorizzazione degli ecosistemi forestali in Italia   pag. 37
- Introduzione a cura di Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette        pag. 37
e biodiversità di Legambiente
- La biodiversità forestale, a cura del Prof. Marco Marchetti, Università del Molise    pag. 38

A cura dell’Ufficio Aree Protette di Legambiente Onlus, con la collaborazione di Margherita Corti
e dell’Ufficio Scientifico di Legambiente Onlus
Si ringrazia per i contributi: Prof. Marco Marchetti, Università del Molise
Si ringrazia per le foto di pg. 22 e 34: Eleonora De Sabata (Med Sharks)

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LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ

La varietà degli organismi viventi presenti          fossero gli impollinatori (api, vespe, farfalle,
sulla Terra, una risorsa fondamentale per la         mosche, ma anche uccelli e pipistrelli), i quali,
nostra sopravvivenza, e una ricchezza                visitando i fiori, trasportano il polline delle
economica e sociale. La parola “biodiversità”        antere maschili sullo stigma dell’organo
racchiude tutto questo. Grazie, infatti, ad un       femminile, dando luogo alla fertilizzazione.
evoluzione di circa 4 miliardi di anni la            Ancora, la pesca e l’acquacoltura sono
diversità biologica di geni, specie ed               fondamentali per l’alimentazione e come fonte
ecosistemi è sinonimo di ricchezza, di varietà e     di reddito: secondo la FAO, il consumo di
di coesistenza delle varie forme di vita.            pesce ha raggiunto per la prima volta i 20
Ognuna delle 1.900.000 specie viventi                chilogrammi pro capite l’anno, grazie ad una
conosciute svolge un ruolo specifico                 maggiore offerta proveniente
nell’ecosistema in cui vive e proprio in virtù       dall’acquacoltura, ad una domanda stabile, alla
del suo ruolo aiuta l’ecosistema a mantenere i       pesca record per alcune specie ed alla
suoi equilibri vitali. La scomparsa di anche una     riduzione degli sprechi. Tuttavia, nonostante i
sola di queste potrebbe quindi portare ad            notevoli progressi in alcune aree, lo stato delle
un’alterazione irreversibile, con conseguenze        risorse marine mondiali non è migliorato, anzi,
sui molti beni e servizi che questo capitale         circa il 31,4% degli stock ittici naturali
naturale ci offre, dal cibo alle materie prime,      regolarmente monitorati dalla FAO vengono
dalla mitigazione del clima all’acqua.               pescati a livelli biologicamente non sostenibili,
Ad esempio, le torbiere, le zone umide, il           con una percentuale tripla rispetto al 1974.
suolo, le foreste e gli oceani svolgono un ruolo     Il consumo di pesce tra gli italiani risulta
essenziale nell’assorbire e immagazzinare            essere nettamente in crescita rispetto agli anni
carbonio, contribuendo così a proteggerci dai        scorsi: la media annuale consumata da ogni
cambiamenti climatici. Gli alberi inoltre            italiano nel 2017 ha infatti raggiunto i 25 kg,
purificano l’aria che respiriamo eliminando il       decisamente superiore rispetto a quella del
biossido di azoto, l’anidride solforosa, il          2016, pari a 16 kg. La media Europea del
monossido di carbonio e l’ozono, nonché              consumo di pesce si aggira invece intorno ai
immagazzinano o assorbono il carbonio.               22,5 kg, anche se tra uno stato e l’altro si
La biodiversità vegetale, sia nelle piante           trovano situazioni di forte disparità.
coltivate sia selvatiche, costituisce la base        I mari italiani però non riescono a coprire
dell’agricoltura, consentendo la produzione di       questa crescente domanda di pesce. I 13.000
cibo e contribuendo alla salute e alla nutrizione    pescherecci forniscono quantità pari ad 1/3 del
di tutta la popolazione mondiale.                    totale – circa 180.000 tonnellate – mentre il
Non dimentichiamo, inoltre, che la biodiversità      restante è importato dall’estero, principalmente
è un vero e proprio serbatoio di risorse: molte      da Spagna, Danimarca, Olanda e una parte dai
specie di piante selvatiche vengono usate per        Paesi in via di sviluppo.
scopi medicinali come il chinino, usato per          Altro aspetto fondamentale, è quello del ruolo
curare la malaria, o la morfina utile invece per     ecologico specifico che ogni forma vivente
la terapia del dolore. Attualmente il mercato        svolge nel proprio ecosistema, aiutandolo a
mondiale dei farmaci vale 650 miliardi di            mantenere l’equilibrio necessario. Ad esempio,
dollari e quasi la metà si basa su farmaci tratti,   i carnivori svolgono una funzione utilissima in
direttamente o indirettamente, dai regni             natura, abbattendo le prede più̀ facili da
vegetale e animale.                                  catturare, e cioè gli esemplari più̀ deboli e
Oltre un terzo degli alimenti umani - dai frutti     malati, mantenendo sana la popolazione di cui
ai semi ai vegetali - verrebbe meno se non ci

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si nutrono ed evitando la moltiplicazione             protette, hanno mostrato sensibili aumenti di
eccessiva di certe specie animali.                    popolazione; quelle non protette, al contrario,
Ma quando parliamo di biodiversità, dobbiamo          hanno registrato un trend negativo.
anche - e soprattutto - parlare di perdita di         Altro passo in avanti riguarda la conoscenza
biodiversità, considerata ormai la minaccia           puntuale della distribuzione di habitat e specie
ambientale più grave a livello mondiale in            che nel 1992, anno di entrata in vigore della
quanto causa dell’insicurezza alimentare ed           Direttiva Habitat, era molto scarsa e laddove
energetica, dell’aumento della vulnerabilità ai       presente con informazioni non omogenee nei
disastri naturali, come inondazioni o tempeste        diversi paesi, mentre oggi sappiamo che le aree
tropicali, della diminuzione del livello della        in cui ricadono tali habitat e specie coprono
salute all’interno della società, della riduzione     circa il 18% dell’Unione Europea, con oltre
della disponibilità e della qualità delle risorse     26.000 siti georeferenziati.
idriche e dell’impoverimento delle tradizioni         Un obiettivo importante, in linea con quanto
culturali.                                            stabilito nel 2010 ad Aichi, in Giappone, dai
Oggi ci troviamo a dover affrontare una serie         paesi aderenti alla Convenzione sulla Diversità
di sfide ambientali in costante aumento e –           Biologica, secondo cui “entro il 2020 almeno
soprattutto – siamo ancora lontani dal centrare       il 17% delle acque interne, e il 10% delle aree
l’obiettivo principale promosso dell'UE di            marine e costiere, in special modo le aree di
“porre fine alla perdita di biodiversità e al         particolare importanza per la biodiversità e
degrado dei servizi ecosistemici nell'Unione          per i servizi ecosistemici,        devono essere
Europea entro il 2020 e ripristinarli nei limiti      conservate attraverso un sistema gestito in
del possibile”.                                       maniera equa, ecologicamente rappresentativo
Anzi, malgrado i miglioramenti ambientali             e ben collegato di aree protette e altre misure
avvenuti negli ultimi decenni e gli sforzi a          efficaci basate sul territorio e integrate nel più
livello nazionale e internazionale, stiamo            ampio paesaggio terrestre e marino”.
continuando a danneggiare i sistemi naturali          Grazie, all'espansione della rete Natura 2000
che sostengono la nostra prosperità: basti            nel sistema mondiale delle aree protette, oggi è
pensare che secondo i dati dell’ultimo rapporto       tutelato circa il 19% della superficie terrestre è
sullo Stato della natura in Europa, pubblicato        il 4% delle zone marine e costiere. Ciò
dall’Agenzia europea dell’ambiente, una vasta         significa che l'obiettivo di Aichi per la
percentuale di specie protette (60%) e tipi di        copertura globale delle aree protette terrestri
habitat (77%) è ritenuta in uno stato di              entro il 2020 è stato quasi raggiunto, mentre
conservazione non favorevole, e l’Europa non          sono ancora necessari molti progressi per
è a buon punto per raggiungere l’obiettivo            raggiungere il 10% delle aree costiere e
generale di fermare la perdita di biodiversità        marine.
entro il 2020, anche se sono stati raggiunti          A livello globale, è stato tuttavia evidenziato
alcuni obiettivi specifici.                           che le azioni di conservazione sono tuttora
Tra i principali risultati ottenuti nella direzione   largamente insufficienti a contrastare
degli obiettivi europei prefissati al 2020            l’aumento delle pressioni antropiche sulle
troviamo ad esempio che oltre la metà delle           specie animali e vegetali, e la conseguenza
specie di uccelli nell’UE non è più considerata       sono un deterioramento generale dello stato
a rischio d’estinzione. Anzi, le specie di            della biodiversità (Butchart et al. 2010) e un
uccelli, per i quali la Direttiva Uccelli ha          avvicinamento delle specie all’estinzione
imposto agli Stati membri l’istituzione di aree       (Hoffmann et al. 2010).

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LO STATO DELLA BIODIVERSITÀ IN EUROPA E IN ITALIA

L’Italia è tra i Paesi europei più ricchi di        Macromiceti e Mixomiceti (funghi visibili a
biodiversità, ospitando circa la metà delle         occhio nudo).
specie vegetali e circa un terzo di tutte le        Malgrado questa ricchezza, anche nel nostro
specie animali attualmente presenti in Europa.      Paese la biodiversità sta rapidamente
Alcuni gruppi, come alcune famiglie di              diminuendo come conseguenza diretta o
invertebrati, sono presenti in misura doppia o      indiretta delle attività umane. Si stima più o
tripla, se non ancora maggiore, rispetto ad altri   meno una preoccupante perdita annuale di
Paesi europei. Un livello di diversità, questo,     specie pari allo 0,5% del totale. Questo a causa
che è anche il frutto dei molti tipi di habitat     dell'utilizzo intensivo di gran parte del nostro
che caratterizzano il nostro Paese, composto da     territorio, come accade nella maggior parte dei
ambienti alpini, continentali e mediterranei,       paesi industrializzati: per questo diversi habitat
oltre a moltissime isole, particolarmente ricche    risultano degradati o frammentati, perdendo
di endemismi.                                       anche la loro capacità di fornire i tradizionali
                                                    servizi ecosistemi. Fattori di pressione, quali il
Più in dettaglio, la fauna è stimata in oltre       consumo di suolo per nuovi insediamenti civili
58.000 specie, di cui circa 55.000 di               e industriali e l’inquinamento del suolo e delle
Invertebrati (95%), 1812 di Protozoi (3%) e         acque, continuano a esercitare una forte
1265 di Vertebrati (2%), mentre la flora è          pressione sulla biodiversità a livello nazionale
costituita da oltre 6.700 specie di piante          e internazionale.
vascolari (di cui il 15% endemiche), 851 di
Muschi e 279 Epatiche. Per quanto riguarda i        I più recenti dati dell'IUCN evidenziano come
Funghi, sono conosciute circa 20.000 specie di      oltre un terzo degli habitat terrestri siano
                                                    attualmente in pericolo, inclusi più di tre quarti

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di pascoli, oltre la metà delle praterie e quasi la   estinzione è ignoto: questo dimostra che
metà di laghi, fiumi e coste europee. Inoltre,        sebbene la biodiversità nel nostro paese sia
quasi un terzo degli habitat marini del bacino        relativamente ben studiata, ancora molto resta
Mediterraneo è a rischio di crollo (32%, 15           da scoprire e imparare. Inoltre, si evince che il
habitat), così come quasi un quarto                   declino della biodiversità è avvenuto
nell'Atlantico nordorientale. Rispetto alle           presumibilmente prima nei mari che sulla
specie esaminate, circa il 23% si trova in uno        terraferma: i pesci cartilaginei, che sono (con
stato di conservazione favorevole, mentre più         poche eccezioni) specie di scarso valore
della metà è fortemente minacciato.                   commerciale per la pesca, risentono soprattutto
Particolarmente grave, quindi, è lo stato di          delle pressioni indirette dovute all'utilizzo di
salute dei nostri mari. Il 19% degli habitat          attrezzi di pesca non selettivi, ovvero delle
marini valutati rientra infatti in una delle tre      cosiddette “catture accessorie”, effettuate per
categorie minacciate: in pericolo critico, in via     errore.
di estinzione 9% (7% per EU28 +) e
vulnerabile. E un'ampia percentuale di habitat        I pesci d'acqua dolce, invece, il cui stato di
(circa il 49%) è carente di dati.                     conservazione è particolarmente preoccupante,
                                                      sono minacciati soprattutto dall'introduzione di
In Italia la biodiversità è fortemente                specie alloctone oltre che dalle modificazioni
minacciata. Il campione utilizzato dall'IUCN          dei regimi fluviali. Lo stato di anfibi e rettili
per valutare lo stato delle specie animali ha         sembra per il momento risentire in Italia solo
preso in considerazione 2.807 specie italiane         relativamente della crisi globale che sta
di spugne, coralli, squali, razze, coleotteri         investendo questi gruppi: a livello globale,
saproxilici (le cui larve vivono nei tronchi          infatti, delle 6.260 specie di anfibi valutate
degli alberi morti), libellule, farfalle, pesci       dall’IUCN, quasi un terzo delle specie (32,4%)
d’acqua dolce, anfibi, rettili, uccelli e             sono minacciate a livello globale o estinti, di
mammiferi. Specie rappresentative di forme di         queste 2.030 specie, 38 sono considerate
sviluppo e riproduzione, modi di vita e               estinte e una estinta in natura. Per i rettili la
ambienti estremamente diversificati e perciò          situazione è ugualmente critica: il 19% è a
ben rappresentative della biodiversità italiana.      rischio di estinzione e il 12% in una situazione
Per le specie terrestri e di acqua dolce è stata      critica.
valutata l'intera popolazione nel suo areale
italiano (Italia peninsulare, isole maggiori e,       Per quanto riguarda la situazione degli uccelli
dove rilevante, isole minori). Per le specie          e dei mammiferi, il trend della conservazione
marine è stata considerata un'area più vasta          in Italia è in linea con quello globale: se infatti,
rispetto alle acque territoriali, la cui estensione   il 25% dei mammiferi del pianeta rischia di
limitata è poco significativa per le popolazioni      scomparire nel giro di pochi anni, l’andamento
di animali molto mobili come i mammiferi              del loro status è contraddittorio. Da una parte,
marini e gli elasmobranchi. Dai dati è emerso         sono diverse le specie che oggi si trovano in
che negli ultimi decenni, nonostante gli sforzi       condizioni nettamente migliori rispetto a 30
di conservazione messi in atto, lo stato              anni fa e questo grazie soprattutto alla corretta
complessivo della biodiversità italiana si è          gestione delle popolazioni nelle aree protette,
deteriorato: in totale, infatti, 596 delle specie     come è accaduto ad esempio per il lupo e il
valutate sono a rischio di estinzione, pari a         camoscio appenninico. Al contrario per i
oltre un quinto del totale.                           chirotteri la situazione è nettamente peggiorata,
                                                      a causa del degrado degli ambienti frequentati
Per 376 specie, in particolare invertebrati o         da questi animali e di un interesse per la loro
animali di ambiente marino, il rischio di

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conservazione che si è manifestato solo in anni      sono endemiche italiane). Le regioni che hanno
molto recenti.                                       il più alto numero di entità autoctone sono il
                                                     Piemonte (3.464), la Toscana (3.370), la
Per le specie vegetali di interesse comunitario      Lombardia (3.272), e l’Abruzzo (3.190).
presenti sul territorio nazionale, è importante
intanto segnalare come tra le piante vascolari       La biodiversità vegetale del Mediterraneo è
troviamo un elevatissimo tasso di endemismo          fortemente minacciata dai cambiamenti causati
(su 95 specie, 52 sono endemiche italiane)           dalle attuali dinamiche socio-economiche e di
rendendo ancora più importante il ruolo del          utilizzo del suolo: ad esempio, da una parte il
nostro Paese nella loro conservazione, come          crescente consumo di suolo sta portando ad
anche evidenziato dalla Lista Rossa della Flora      una riduzione di habitat naturali, dall'altra lo
Italiana.                                            spopolamento dei territori montani negli ultimi
Secondo i risultati dell'analisi effettuata su 197   cinquanta anni ha determinato un espansione
Policy Species italiane circa il 45% delle           dei territori forestali, anche a scapito di habitat
specie esaminate mostrano una situazione in          aperti, legati alle pratiche tradizionali di
generale critica (alcune specie sono già estinte     utilizzo del suolo da parte dell’uomo.
o prossime all'estinzione) malgrado la loro          Senza contare l’effetto dei cambiamenti
protezione a livello internazionale e nazionale.     climatici che potrebbe portare - nel lungo
                                                     periodo - a migrazioni di specie e habitat,
Inoltre, secondo un recentissimo studio, durato      nonchè a estinzioni almeno a livello locale.
quasi 15 anni, che ha portato alla                   Alla luce di quanto emerso dalla Lista Rossa
pubblicazione sulla rivista internazionale Plant     emerge l'urgenza di implementare misure di
Biosystems dell’elenco aggiornato di felci e         conservazione a livello normativo, che
affini, conifere e piante a fiore (la cosiddetta     promuovano azioni di tutela in situ ed ex situ
“flora vascolare”) autoctone d’Italia. La flora      (come la conservazione dei semi nelle banche
vascolare autoctona d’Italia conta, ad oggi,         del germoplasma), l'esigenza di un
8.195 specie e sottospecie, di cui 1.708             monitoraggio continuo delle specie a rischio e
endemiche. L’Italia si colloca al primo posto in     di pratiche di gestione del territorio più
Europa per numero di entità autoctone.               appropriate (gestione delle aree protette
Nell’intero bacino del Mediterraneo, che è           esistenti, realizzazione di nuove aree protette
considerato uno delle aree mondiali a                etc.).
maggiore biodiversità, solo la Turchia ospita
un numero di specie più elevato.
Quattro generi sono endemici italiani,
Eokochia (Chenopodiaceae), Rhizobotrya
(Brassicaceae), Petagnaea and Siculosciadium
(Apiaceae) mentre tre sono endemici di
Sardegna e Corsica: Morisia (Brassicaceae),
Castroviejoa and Nananthea (Asteraceae). La
presenza di 568 piante non è stata confermata
in tempi recenti per il territorio nazionale, tra
queste 26 sono probabilmente estinte (di cui 13

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Biodiversità a rischio - Maggio 2018 A cura di Legambiente Onlus
I NEMICI DELLA BIODIVERSITÀ

La biodiversità, la varietà degli esseri viventi   Perdita e frammentazione degli habitat,
che popolano la Terra, è frutto di lunghi e        cambiamenti climatici, sovra sfruttamento
complessi processi evolutivi. Dopo 4 miliardi      delle risorse, introduzione di specie aliene e
di anni di evoluzione, questo straordinario        invasive, e inquinamento sono tra le cause
patrimonio, di cui l’Italia è uno dei paesi più    principali, in quanto non solo possono alterare
ricchi in Europa, continua però ad essere a        in modo irreversibile i delicati equilibri del
rischio.                                           nostro ecosistema, ma possono anche
                                                   amplificare gli effetti di questo processo.

I cambiamenti climatici

L’emergenza climatica è una drammatica             al 2030 coerenti con quelli su energia e
realtà. Secondo gli scienziati dell’IPCC, il       decarbonizzazione dell’Ue e una proiezione al
panel intergovernativo di esperti sui              2050.
cambiamenti climatici dell’ONU, ci stiamo          Secondo Legambiente bisogna dunque puntare
avventurando verso un surriscaldamento del         ad obiettivi al 2030 coerenti con l'Accordo di
pianeta di oltre 4°C con scenari apocalittici se   Parigi (-55% di emissioni di CO2) e scelte più
non interverremo rapidamente.                      ambiziose di sviluppo delle fonti rinnovabili e
Per questo motivo è importante che il nostro       dell’efficienza energetica sia nel vettore
Paese intraprenda un percorso per il               elettrico che in quello termico, aggiungendo
raggiungimento degli obiettivi previsti            così risultati ben più significativi in termini di
dall’Accordo di Parigi per fermare la crescita     consumo evitato di combustibili (49 Mtep/
della temperatura del Pianeta entro 1,5-2 gradi.   anno al 2030), con un conseguente risparmio
Come tutti gli altri Stati membri dell’Unione      di risorse pari a 5,5 Mld di euro all’anno, oltre
Europea, entro il 2018 l’Italia dovrà presentare   a un aumento dei posti di lavoro nei settori
il Piano nazionale clima-energia con obiettivi     emergenti dell’energia e dell’innovazione

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tecnologica pari a 2,7 milioni di posti tra          diffusione di specie invasive e di agenti
permanenti e temporanei.                             patogeni, i quali possono modificare
Gli obiettivi da perseguire sono tanto più           sostanzialmente la struttura e la composizione
importanti se pensiamo all'impatto dei               delle comunità animali e vegetali.
cambiamenti climatici sulla nostra biodiversità.     Un esempio è la cimice asiatica
Le modalità con cui i cambiamenti climatici          (Halyomorpha halys) la quale sta colpendo
potranno avere effetti su di essa sono infatti       da Nord a Sud i raccolti di frutta e cereali,
molteplici: dall'impatto geografico, a causa del     causando gravi danni agli agricoltori
quale alcune specie modificano il loro areale di     italiani.
distribuzione, in cerca di condizioni climatiche     Come altri parassiti alieni comparsi in
favorevoli, agli impatti sulle modalità delle        Italia negli ultimi anni, la cimice asiatica si
migrazioni, all'impatto degli eventi                 diffonde attraverso le attività umane
meteorologici estremi: violenti temporali,           (trasporti, prodotti vegetali importati e
estati torride e siccità possono uccidere gli        turismo), con la complicità dell’aumento
animali per il caldo, il freddo, le inondazioni e    delle temperature sopra le medie stagionali,
la mancanza di cibo.                                 che favoriscono il proliferare dell’insetto.
Senza contare che i cambiamenti climatici
sono una delle concause che favoriscono la

La perdita e la frammentazione degli habitat

Una delle principali minacce per il                  Contenere il più possibile il consumo di suolo,
mantenimento della biodiversità mondiale è           una delle principali cause di degrado di habitat
proprio l'alterazione degli habitat, partendo        naturali, costituisce quindi una priorità per il
dalla frammentazione sino a giungerne alla           nostro Paese viste le molte funzioni vitali che
completa perdita, in quanto questa rende             questo ci offre: il suolo, infatti, è determinante
difficile l'adeguarsi per le specie che vi vivono:   per la produzione agricola, la crescita della
le popolazioni diventano, quindi,                    vegetazione, inoltre, trattiene, filtra e modera il
maggiormente vulnerabili alle estinzioni locali      flusso delle acque verso le falde e i corsi
poiché la variabilità genetica diviene minore,       d’acqua, rimuovendo contaminanti e riducendo
così come vengono limitati gli spostamenti di        la frequenza e il rischio di alluvioni.
immigrazione ed emigrazione.                         Regola poi i flussi energetici da e verso
Attualmente, secondo i dati ISPRA, in Europa         l’atmosfera, mitigando il clima e l’impatto
il 30% circa del territorio è altamente              della siccità, senza contare che è habitat di un
frammentato, influenzando di conseguenza le          vastissimo numero di organismi viventi.
possibilità di collegamento e la salute degli        Una riflessione particolare va fatta per i
ecosistemi, ma anche la loro capacita di fornire     paesaggi costieri: in Italia complessivamente
servizi e habitat adatti alle specie.                sono 3291 i chilometri di paesaggi costieri
Anche in Italia il consumo di suolo continua a       trasformati da case, alberghi, palazzi, porti e
crescere e, pur segnando un importante               industrie, pari al 51 % del totale.
rallentamento negli ultimi anni, ad oggi ha          In alcune Regioni i numeri raggiungono
intaccato ormai 23.039 chilometri quadrati del       situazioni incredibili, come in         Abruzzo e
nostro territorio, passando da una percentuale       Lazio dove si supera il 63%, in Liguria il 64%
del 2,7% - durante gli anni ’50 - al 7,6% del        e in Calabria il 65%, e dove si sono salvate
2016, con un incremento di 4,9 punti                 solo le aree meno appetibili, con rilievi, o più
percentuali e una crescita percentuale del           difficili da aggredire, come foci di fiumi e
184%.                                                rilievi montuosi.

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Questa erosione comporta la sparizione di            atti ad insediare attività economiche e
ambienti preziosi e delicati come gli ambienti       ricreative, proteggendo dal rischio inondazione
dunali e le praterie di Posidonia, senza contare     le aree dell’entroterra, assorbendo l’energia
l'impatto sul movimento di sedimenti verso la        delle onde più impetuose durante le tempeste,
costa, i quali forniscono materiale essenziale       riducendo l’eutrofizzazione delle acque
per contribuire allo sviluppo di spiagge e dune      costiere e favorendo l’insediamento e la
sabbiose e, più in generale, per creare luoghi       proliferazione di varie specie faunistiche.

L'inquinamento

Dall’aria all’acqua, l’inquinamento è una delle      durante le fasi di trasporto e durante le attività
principali minacce non solo per la biodiversità      di estrazione del greggio, ma non solo:
ma anche per la nostra salute. Basti pensare         approssimativamente lo 0,1% di tutto il
che i dati diffusi dall’Oms sulla mortalità          trasporto di idrocarburi del Mediterraneo viene
infantile legata all’inquinamento sono davvero       ogni anno sversato in mare tramite le
preoccupanti e confermano ancora una volta           operazioni di carico e scarico delle petroliere,
gli effetti dannosi che l’inquinamento causa         il rifornimento di carburante e soprattutto la
alla salute delle persone e dei più piccoli.         pratica illegale del lavaggio delle cisterne al
Abbiamo città sempre più soffocate dallo             largo delle coste.
smog, e territori che ogni giorno subiscono          Un'altra fonte inquinante dei corpi idrici è
attacchi di ogni tipo e che spesso vengono           legata all’immissione diretta o indiretta dei
trasformati in discariche a cielo aperto, o          reflui industriali, ovvero i prodotti di scarto
luoghi dove sotterrare rifiuti o sversare            delle lavorazione da parte delle industrie, che
sostanze inquinanti avvelenando fiumi, acque e       contaminano non solo le acque superficiali ma
mari. Stesso discorso per i nostri mari: i rifiuti   anche quelle di falda. Un altro aspetto, infine, è
marini, soprattutto la plastica, sono una delle      quello legato allo sversamento delle acque
principali minacce per circa 180 specie marine       reflue ad uso civile, immesse nell’ambiente
mediterranee che li ingeriscono                      senza esser state opportunamente depurate.
accidentalmente.                                     Tra gli sversamenti dei reflui contaminati dalle
Dalle cozze alle balene, dagli squali alle           attività domestiche, industriali e agricole,
sardine, tartarughe, capodogli e uccelli             quelli contenenti un’elevata concentrazione di
possono ingerire o rimanere intrappolati nei         fertilizzanti sono particolarmente pericolosi, in
rifiuti abbandonati. Il problema maggiore è          quanto portano un elevato contributo in natura
posto dai rifiuti in plastica, oltre l’80% dei       di nutrienti come i nitrati e fosfati.
rifiuti trovati in spiaggia e sui fondali: con il    Questo fenomeno viene detto eutrofizzazione
tempo si sbriciolano, senza mai sparire del          ed è una delle principali concause della perdita
tutto, destinati a esser ingoiati per errore dagli   di biodiversità. Infatti questi nutrienti, filtrando
stessi pesci, crostacei e molluschi che arrivano     nei laghi e corsi d'acqua, determinano un
poi sulle nostre tavole.                             notevole sviluppo della vegetazione e del
Ma quando parliamo di inquinamento dei mari,         fitoplancton che aumentando vertiginosamente
non possiamo non ricordare quello prodotto           limita gli scambi gassosi, diminuendo quindi
dagli sversamenti petroliferi che avvengono          l’ossigeno presente nelle acque.

L'introduzione di specie aliene invasive

Tra le principali cause di perdita della             dire specie trasportate volontariamente o
biodiversità, le specie aliene e invasive, vale a    accidentalmente dall’uomo al di fuori della

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loro area di origine o in sovrannumero rispetto      L’ISPRA, inoltre, stima che ad oggi almeno 42
all’equilibrio ecologico di un territorio, e che     nuove specie ittiche sono state osservate nei
però causano impatti negativi alla biodiversità      mari italiani. La meta di queste è stata
ed ai servizi ecosistemici a essa collegati, oltre   introdotta per mano dell’uomo, ad esempio
a generare elevati danni socioeconomici per le       attraverso il canale di Suez o con il trasporto

attività produttive (stimati in oltre 12 miliardi    navale, mentre le altre potrebbero essere
di euro annui nella sola UE), sono anche             entrate ‘naturalmente’ dall’Oceano Atlantico,
fattore di rischio per la salute umana, essendo      attraverso lo Stretto di Gibilterra.
vettori di oltre 100 agenti patogeni e causa di      Il problema è particolarmente evidente negli
trasmissione di allergie o malattie.                 ambienti costieri e nelle aree marine protette
Nel Mediterraneo il numero di ritrovamenti di        che dovranno includere questa problematica
specie non indigene è triplicato dal 1980,           nei piani di gestione.
mentre è raddoppiato negli altri mari.               A preoccupare particolarmente è la veloce
L’ultima notizia per le acque italiane riguarda      espansione geografica del pesce scorpione
la recente comparsa del un granchio tropicale        (Pterois miles), originario del Mar Rosso e
(Percnon gibbesi, originario delle coste             altamente invasivo, dotato di spine dorsali,
atlantiche americane) nelle acque di Portofino       anali e pelviche velenose, che possono causare
a metà luglio.                                       punture molto dolorose.
La specie, ormai diffusa in tutto il                 Altre specie ittiche invasive sono il pesce
Mediterraneo, aveva raggiunto le coste liguri        flauto (Fistularia commersoni), e il pesce
nel 2016.                                            coniglio (Siganus luridus), quest’ultimo dotato
Lo scorso anno la Società Italiana di Biologia       di spine velenose.
Marina ha calcolato che dalle coste Italiane         Oltre ai pesci, alcune alghe invasive come la
sono state segnalate almeno 186 specie               Caulerpa cylindracea e la Lophocladia
esotiche, di cui 55 vegetali e 131 animali,          lallemandii, possono provocare impatti severi
senza considerare gli orgasmi unicellulari.          sugli habitat naturali ricoprendo letteralmente i

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nostri fondali e mettendo a rischio la salute       specie aliene invasive, ma anche promuovere
degli ecosistemi costieri.                          comportamenti il più possibile responsabili da
Altre, come lo ctenoforo Mnemiopsis leidyi,         parte dei cittadini.
introdotto tramite le acque di zavorra, possono     Un'importante passo in avanti nella politica
incidere gravemente sulle risorse di pesca con      nazionale di contrasto alle specie esotiche
seri impatti per il settore.                        invasive è stata la recente entrata in vigore del
Le invasioni biologiche sono quindi in forte        decreto legislativo 230 del 15/12/2017,
crescita e la ridotta sensibilità del pubblico, e   pubblicato sulla sulla Gazzetta Ufficiale del
la loro cattiva gestione, sono i maggiori fattori   30/01/2018, che adegua la normativa italiana al
che limitano l’azione di prevenzione e di           Regolamento (UE) 1143/2014
mitigazione dei loro impatti che risultano          sull'introduzione e la diffusione delle specie
essere aggravati dai cambiamenti climatici,         esotiche invasive.
dall’inquinamento e in generale dal disturbo        Il decreto introduce numerosi divieti per
antropico.                                          evitare che le specie esotiche più pericolose,
Per prevenire e mitigare gli impatti causati da     contenute in apposite liste ufficiali (unionale e
questo fenomeno legato principalmente               nazionale), siano introdotte accidentalmente o
all’azione dell’uomo (tra i fattori socio-          volontariamente e si diffondano sul nostro
economici che più lo influenzano ci sono la         territorio; sono quindi vietati l’introduzione, la
densità di popolazione umana e quella delle         detenzione, l’allevamento e la coltivazione, il
reti di trasporto), è essenziale regolamentare      trasporto, il commercio, il rilascio
meglio il commercio e gli spostamenti delle         nell’ambiente naturale, la cessione gratuita.

Il sovrasfruttamento delle risorse naturali

Conservare la biodiversità vuol dire anche          perdita sostanziale e irreversibile di
usare in maniera sostenibile ciò di cui             biodiversità.
disponiamo, riconoscendo che l’attuale              Trasformare le risorse in rifiuti più
modello di consumo ci ha portato a una              velocemente di quanto la Terra possa produrne
situazione nella quale è già avvenuta una           di nuove, ovvero sovra sfruttare il nostro

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pianeta, ci pone infatti in una situazione che      giardini di corallo o elevate densità di spugne,
porterà all’esaurimento di quelle stesse risorse    fondamentali per il recupero del mare.
dalle quali la vita umana e la biodiversità         A questi preoccupanti dati si aggiungono quelli
dipendono.                                          sugli stock ittici: acciughe, sardine, naselli,
Senza contare che molte attività economiche         scampi, gamberi dell’Adriatico sono sfruttati
dipendono direttamente dallo stato di salute del    ben oltre i livelli di sostenibilità.
nostro pianeta: pensiamo alle attività              Ma pensiamo anche all'acqua, uno dei
commerciali legate alla pesca, alle foreste o ai    principali servizi ecosistemici forniti dalla
sistemi di acque sorgive.                           natura: negli ultimi dieci anni l’utilizzo di
Ad esempio, nel Mediterraneo la situazione è        acqua nel mondo è cresciuto di sei volte e a
allarmante: il 96% degli stock ittici europei del   questi ritmi, entro il 2050, il consumo
Mediterraneo è sovrasfruttato, e la pressione       dovrebbe attestarsi intorno ai 5.500-6.000 km3
supera fino a nove volte il rendimento              all’anno, con un aumento del 20-30%. Un
massimo sostenibile.                                volume di captazione insostenibile, a cui si
In particolare l’Adriatico, che da solo sostiene    accompagnano sprechi, speculazioni, dalla
il 50% della produzione ittica italiana, è,         privatizzazione delle risorse idriche al water
insieme al Golfo di Gabes in Tunisia, l’area del    grabbing, e conflitti.
Mediterraneo dove si pratica con più intensità      Se non facciamo niente circa cinque miliardi di
la pesca a strascico, particolarmente distruttiva   persone vivranno in aree con scarso accesso
per gli ecosistemi di fondo.                        all’acqua entro il 2050, anche a causa
L’aumento dello sforzo di pesca ha portato a        dell'acceleramento causato dai cambiamenti
una drammatica riduzione, se non                    climatici.
all’estinzione, di grandi predatori come squali     Anche in Italia la situazione è problematica, se
e razze (diminuiti del 94%), delfini, foche,        pensiamo che lo scorso anno 2,6 milioni di
balene e tartarughe marine (solo del 2014 circa     famiglie hanno lamentato irregolarità nel
52.000 tartarughe sono state accidentalmente        servizio di erogazione dell’acqua, e in Calabria
catturate da pescherecci italiani di cui almeno     e Sicilia un terzo delle famiglie è rimasto a
10.000 morte) e alla distruzione di habitat e       secco.
specie strutturanti, come banchi di ostriche,

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IL FUTURO DELLA CONSERVAZIONE: SFIDE E PROSPETTIVE

I dati sulla biodiversità evidenziati nel nostro     accompagnando i processi con una potente
report mettono dunque in luce delle evidenti         azione di informazione, formazione e
problematiche, relative soprattutto alla             coinvolgimento attivo dei diversi portatori di
responsabilità del nostro Paese nel mettere in       interessi.
atto azioni concrete di conservazione per            Altro esempio di conflitto è quello legato alla
quanto riguarda le specie endemiche, vale a          gestione della fauna ittica autoctona delle
dire le specie che vivono solo in Italia, per le     acque interne e del rispetto della normativa
quali - dunque - siamo gli unici responsabili        vigente, che possa garantire il corretto
del loro destino. Gli scenari attuali, infatti, ci   equilibrio fra aspettative dei pescatori sportivi
mostrano che l’attuale modello di sviluppo           e le esigenze di conservazione. Troppo spesso,
socio-economico e gli sforzi di conservazione        infatti, sono state avallate immissioni nei corsi
fatti fino ad oggi non sono sufficienti ad           d’acqua a scopo alieutico e ricreativo che
arrestare il declino delle specie animali e          hanno portato ad un alterazione delle comunità
vegetali.                                            ittiche a cui le istituzioni regionali non hanno
La gestione dei grandi mammiferi, se da una          saputo rispondere in modo omogeneo e
parte ci racconta successi e buone pratiche che,     coordinato con le indicazioni nazionali e
se condotte tramite una pianificazione               comunitarie. E a rendere la situazione ancora
condivisa, possono portare a risultati concreti      più difficile, la posizione di una parte del
apprezzabili e di grande interesse scientifico,      mondo della pesca che ha forzato la mano sul
come nel caso del camoscio appenninico,              tema delle immissioni, intervenendo sulla
dall’altro possono portare a situazioni              fauna autoctona piuttosto che regolare le
decisamente più complesse e di difficile             attività di pesca per adattarla alla disponibilità
gestione, sulle quali gravano troppo spesso          naturale di risorse ed ai vincoli nazionali e
mancanza di coordinamento istituzionale o            comunitari.
prevalgono proposte di retroguardia su come
affrontare questioni conflittuali legate alla loro   Le azioni di salvaguardia delle specie e degli
presenza.                                            habitat,    hanno successo, quindi, se sanno
Alcuni esempi sono legati appunto a specie           valorizzare conoscenze e innovazioni tecniche
come il lupo, il quale è tornato ad abitare la       con le competenze antiche in molti casi perse,
catena appenninica e l’arco alpino occidentale       in grado di garantire la convivenza tra attività
passando da meno di 100 esemplari agli attuali       produttive e specie, e se riescono a far capire
1.400 – 2.000 individui con l’evidente crescita      come la conservazione sia un simbolo della
dei conflitti, o come l’orso bruno il quale          buona qualità ambientale del territorio italiano
rischia continuamente di diventare "nemico"          in grado anche di migliorare lo sviluppo
del turismo nostrano e simbolo della difficoltà      economico e turistico delle attività economiche
di coesistenza con l’uomo e le sue attività.         proprie dei territori. I prodotti enogastronomici
Le problematiche di gestione del lupo e              con il "marchio di qualità" con cui si certifica
dell’orso bruno dimostrano che per difendere         che questi prodotti si realizzano rispettando e
la biodiversità ci vuole innanzitutto capacità       salvaguardando anche le specie selvatiche
istituzionale di gestire la complessità              locali sarebbero associati, oltre che a un forte
territoriale, partendo da obiettivi condivisi,       messaggio etico, anche a genuinità, tipicità e
conciliando le esigenze delle attività produttive    alta naturalità.
(allevamento, turismo, etc…) con la presenza         In Italia, invece, i conflitti vengono troppo
di vitali popolazioni di fauna selvatica,            spesso sfruttati da opposte fazioni per creare

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ulteriori divisioni anche perché non vengono          ai danni da fauna selvatica (nel caso dei grandi
gestiti in maniera adeguata: da una parte             carnivori con procedure di risarcimento
posizioni ideologiche alla conservazione della        semplici, veloci, trasparenti ed omogenee),
fauna selvatica che non colgono le istanze            promuovere attività di formazione sulla
delle comunità locali preoccupate dall’allarme        coabitazione e implementare politiche in linea
sociale che lanciano gli operatori locali che         con le normative comunitarie.
subiscono i danni, dall’altro l’incapacità delle
istituzioni di rispondere con una strategia che       Nello specifico, ricordiamo alcune delle specie
metta al centro politiche per la convivenza tra       emblematiche su cui Legambiente ha lavorato
la conservazione della specie e le attività           tramite campagne, progetti e iniziative
antropiche, e stabilisca un serio stanziamento        destinate alla loro conservazione. Casi in cui è
di risorse certe e rapide per fornire strumenti e     stato possibile raggiungere risultati concreti e
conoscenze per prevenire i conflitti, far fronte      buone pratiche di gestione sostenibile:

4.1 Il lupo

Sulla base degli studi più recenti ottenuti           componenti che, sebbene biologicamente
incrociando carte di distribuzione e stima di         connesse, sono tra loro significativamente
popolazione di lupo nel nostro Paese                  diverse sia sul piano ecologico che gestionale:
nell’ambito del “Rapporto su Specie e habitat         una popolazione alpina ed una appenninica.
di interesse comunitario in Italia: distribuzione,    Infatti similitudini di ecosistemi e paesaggi
stato di conservazione e trend”, con nuovi            occupati, condizioni ecologiche e relazioni con
parametri di distribuzione e di abbondanza e          le attività antropiche, giustificano questa
nuove analisi statistiche definite da un pool di      separazione che ha in sé anche la logica di
ricercatori e funzionari regionali di tutta Italia,   identificare unità che siano maggiormente
emerge che la popolazione di lupo sul nostro          coerenti sul piano pratico della loro gestione.
territorio è in realtà composta da due                Va quindi anche specificato che mentre la

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popolazione appenninica risulta essere               d’azione nazionale sulla conservazione e
interamente compresa sul territorio italiano,        gestione del lupo” attualmente ancora fermo in
quella alpina invece andrebbe considerata a          conferenza Stato-Regioni, che si sta
scala transfrontaliera in continuità ecologica,      concentrando gran parte dell’attenzione. Esso
demografica e genetica con lupi presenti             rappresenta uno strumento importante per
oltralpi in altre nazioni. La stima più recente      vincere la sfida della tutela di questa specie in
disponibile della dimensione della popolazione       Italia e in Europa, ancora oggi vittima di
alpina indica una presenza di 23 branchi.            persecuzioni, avvelenamenti e bracconaggio.
Alcuni di questi sono anche transfrontalieri per     E' un tema delicatissimo e centrale nel rapporto
quanto detto. Si registrano poi anche altre          tra attività produttive e presenza di fauna
coppie e individui solitari che vengono              selvatica poiché negli ultimi anni, il successo
campionati stabilmente. Si arriva, sulla base di     internazionale in tema di conservazione della
una stima invernale conservativa del numero di       biodiversità, che ha portato alla ricomparsa del
lupi della popolazione alpina italiana, a circa      Lupo in intere zone dell'Appennino ha anche
100-130 individui totali. La stima della             rappresentato un motivo di scontro con gli
popolazione appenninica che, invece, è molto         allevatori e di illegalità con fenomeni di
più ampia, matura e strutturata sebbene              bracconaggio. Un piano che risulta
comunque assai dinamica, risulta essere di           ampiamente condiviso per gran parte del suo
1580 animali, senza poter arrivare ad un             impianto e che, solo nel capitolo relativo alle
numero in realtà esatto data la grande               “Deroghe al divieto di rimozione di lupi
incertezza e povertà, in alcuni contesti, di dati    dall’ambiente naturale” in cui si indica la
disponibili che sottintendono un’ampia               possibilità di sopprimere esemplari di lupo
forchetta tra un valore minimo di 1070 ed uno        (possibilità tra l’altro già prevista da sempre
massimo di 2472 individui. Considerando              dalla direttiva europea Habitat e mai applicata)
l’estrema incertezza dei dati, ai fini gestionali,   che si concentrano le principali divergenze che
negli strumenti ufficiali (ad es. il nuovo Piano     rischiano di affossare uno strumento che al
di gestione attualmente in discussione) è buna       contrario, se approvato senza le deroghe,
pratica utilizzare la stima inferiore e              costituirebbe una forte e coerente azione in
cautelativa, quindi considerare il numero di         seno alle politiche di conservazione della
1070 individui. È proprio sul nuovo “Piano           natura in Italia.

4.2 L’ orso bruno

Sono 3 i nuclei di orso esistenti in Italia: in      marsicani dell’Appennino Centrale e una
Trentino sulle Alpi Centrali, sulle Alpi             ventina circa quelli al confine tra Italia e
Orientali al confine tra Friuli-Venezia Giulia e     Slovenia. In Italia, in particolare, i parchi ed i
Slovenia e in Appennino Centrale, la maggior         progetti di conservazione hanno avuto un ruolo
parte del quale all’interno del Parco Nazionale      fondamentale per la sua sopravvivenza e nel
d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) e nella            complesso, grazie ad essi, in Italia si stima
parte esterna ad esso. Le prime due                  oggi una popolazione totale di circa 100-120
popolazioni sono ancora tradizionalmente             esemplari di orso bruno. Infatti, mentre nella
ascritte alla sottospecie orso bruno europeo         prima metà del ‘900 a causa delle guerre e di
(Ursus arctos arctos) mentre quella                  una caccia indiscriminata l’orso bruno
appenninica all’orso marsicano (Ursus arctos         scompare definitivamente dalla porzione delle
marsicanus). Attualmente la popolazione delle        Alpi centro-occidentali, dal ’39 in Italia viene
Alpi centrali è compresa tra i 35 e i 40             istituito il divieto di caccia a questa specie
esemplari. Tra i 50 e i 60 sono gli orsi             sebbene le uccisioni continuarono a causa dei

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bracconieri, portando ad un drastico calo della     sopravvivenza e alla sua coesistenza con le
popolazione anche nel resto della catena            attività umane. Analogamente a quello per
montuosa. Il progetto Life Ursus, studiato ed       l’orso marsicano, esiste anche il Piano
attuato dal Parco Adamello Brenta con la            d’Azione interregionale per la conservazione
Provincia di Trento e con l’Istituto nazionale      dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali
della fauna selvatica, ha consentito                (PACOBACE) che rappresenta il documento di
successivamente un ritorno del plantigrado in       riferimento per la gestione dell’Orso bruno
quella porzione dell’arco alpino. Nel PNALM         (Ursus arctos) per le Regioni e le Provincie
invece, l’orso bruno marsicano rappresenta un       autonome delle Alpi centro-orientali. Tale
endemismo esclusivo dell’Italia centrale. Per       Piano, redatto da un tavolo tecnico
tutelare questa importante sottospecie il           interregionale costituito da Provincia
principale prodotto del Protocollo d’intesa         Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di
sottoscritto da un numeroso gruppo di enti,         Bolzano, Regioni Friuli Venezia Giulia,
istituzioni ed associazioni è stato il PATOM,       Regione Lombardia, Regione Veneto,
“Piano d’Azione per la tutela dell’orsi bruno       Ministero dell’Ambiente e ISPRA, è stato
marsicano” la cui redazione è basata da un lato     formalmente adottato dalle Amministrazioni
sulle migliori e più aggiornate conoscenze          territoriali coinvolte e approvato dal Ministero
scientifiche sulla sottospecie, dall’altro su un    dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del
ampio processo di partecipazione e discussione      Mare.
su obiettivi, metodi e azioni necessarie alla sua

4.3 Il camoscio appenninico

Il camoscio appenninico costituisce una delle       E’ classificato come “vulnerabile” nella lista
entità faunistiche più rare in Italia, tanto da     rossa dei mammiferi redatta nel 2008
farlo inserire come specie prioritaria              dall’IUCN e dall’IUCN/SSC Caprinae
nell’Allegato II e IV della Direttiva Habitat       Specialist Group. Inoltre è “particolarmente
92/43/CEE e in altri regolamenti comunitari.        protetta” dalla legislazione italiana (legge

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157/92). Va sottolineato il fatto che recenti        dell'Ambiente, un programma in itinere che
lavori sembrano indicare una notevole distanza       vede le aree protette dell'Appennino operare in
genetica riscontrata tra questa e le altre 9         stretta sinergia per il ripopolamento
sottospecie di camoscio, tanto che si propone        dell'animale con il coordinamento dello stesso
di far assurgere il camoscio appenninico al          Ministero: in aggiunta ai parchi già coinvolti
rango di specie (Rupicapra ornata),                  dalle precedenti esperienze progettuali (Parchi
aumentandone così ulteriormente il valore            d’Abruzzo Lazio e Molise, della Majella, del
conservazionistico. Attualmente comunque è           Gran Sasso Laga e dei Monti Sibillini) il Life
ancora annoverato come sottospecie Rupicapra         Coornata, tra i partner, ha compreso anche il
pyrenaica ornata. L’impegno dei parchi in cui        Parco Naturale Regionale Sirente Velino che,
si è registrata la presenza di questo ungulato,      grazie alle azioni messe in campo
dopo alcuni interventi realizzati nel corso degli    comprendente un articolato programma di
ultimi decenni, si è ulteriormente concretizzato     catture e rilasci tra aree protette, è riuscito ad

tramite il recente progetto LIFE COORNATA            ospitare la quinta colonia oggi esistente al
che, realizzato tramite lo strumento finanziario     mondo di questa importante sottospecie.
LIFE+ della Commissione Europea, ha                  Infatti, per la prima volta, le attività sono state
previsto lo sviluppo di una serie di attività        sviluppate in maniera congiunta e condotte in
finalizzate a migliorare la qualità della gestione   forma coordinata da tutti i parchi
sviluppata dai Parchi, del Camoscio                  dell'Appennino centrale interessati dalla
appenninico. La specie, infatti, attualmente         presenza, all’epoca anche solo potenziale, di
vive esclusivamente all’interno di aree              questo ungulato. Il progetto ha ottenuto, nel
protette. Inoltre è servito a comprendere le         maggio del 2016 nell’ambito della green Week
cause e a contrastare le criticità presenti nelle    organizzata a Bruxelles, il riconoscimento
popolazioni concentrate nei parchi e a               assegnato dalla Commissione Europea quale
incrementare la presenza della specie nei siti       “Best Life 2015”, premiandolo tra i migliori 27
individuati dall'Action Plan del Ministero           progetti Life dell’anno. Le comunità locali,

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grazie alla presenza delle aree faunistiche,        individui nel Parco Nazionale dei Monti
hanno permesso il successo delle attività di        Sibillini e circa 700 nel Parco Nazionale del
conservazione del camoscio. Attualmente si          Gran Sasso Monti della Laga, per un totale che
annoverano: circa 996 individui nel Parco           sia avvicina (e probabilmente supererà quando
Nazionale della Majella, 45 nel Parco               verranno fatti i prossimi censimenti estivi) i
Regionale Sirente Velino, 598 nel Parco             2500 esemplari.
Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, 130

4.4 Lo stato di attuazione di Natura 2000 in Italia

La storia della rete Natura 200 inizia più di 25    Entrambe le Direttive Habitat e Uccelli furono
anni fa, quando le specie e gli habitat             adottate per contrastare decenni di perdita di
minacciati nel continente Europeo che da 25         habitat e specie a causa di sovra sfruttamento
anni, precisamente dal 21 maggio 1992,              delle risorse e distruzione degli ambienti
ricevono protezione dall’Unione Europea             naturali.
grazie alla Direttiva Habitat, il pilastro della    E grazie alle politiche messe in atto in questi
politica comunitaria di protezione della natura     25 anni, è stato possibile portare a migliori
assieme alla Direttiva Uccelli del Consiglio        livelli di conservazione 231 habitat, che
Europeo n. 409 del 2 aprile 1979, e                 coprono circa un milione di metri quadrati, e
successivamente integrata dalla Direttiva           più di 1.200 specie a rischio (Fonte:
2009/147/CE del Parlamento Europeo.                 Commissione Europea).

In Europa ci sono 804 habitat tutelati dalle due Direttive, suddivisi nelle seguenti: dune
 67, costieri 94, praterie 122, paludi e stagni 55, foreste 227, d’acqua dolce 94, brughiere e
            macchia 42, cespuglieti a sclerofille 33, rocciosi 70 (Fonte: EEA 2015).

In Europa, invece, il numero delle specie animali e vegetali tutelate dalle due Direttive
   è di 3.199, suddiviso tra: mammiferi 495, uccelli 534, rettili 215, anfibi 182, pesci 304,
molluschi 99, artropodi 415, altri invertebrati 14, piante vascolari 842, piante non vascolari
                                      99 (Fonte: EEA 2015).

Obiettivo raggiunto grazie a due pilastri: il       La maggiore novità della più grande rete di siti
regime di tutela di alcune specie considerate       protetti consiste soprattutto nell'approccio
prioritarie, per le quali sono stabilite rigorose   "scientifico" e "diffuso", che preseleziona sulla
regole, dal prelievo, al trasporto, ai metodi di    base delle conoscenze scientifiche della
cattura, e Natura 2000, una straordinaria           distribuzione di habitat e specie
rete di aree protette che ha costituito un          l’individuazione delle aree e non considera più
vero e proprio “punto di svolta” nella              queste aree come luoghi isolati, ma come parti
conservazione della natura in Europa.               integranti di un più complessivo progetto di

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governo del territorio nel quale la tutela degli     modo efficace. Questa è stata la conclusione
elementi ecologici rappresenta un elemento           della Commissione europea al termine di un
fondamentale, così come le attività umane.           processo di valutazione dello stato di salute
Come si può leggere nel testo della Direttiva        sulle direttive Habitat e Uccelli realizzato in
stessa, infatti, “si intende garantire la            tutti i Paesi membri. Secondo la Commissione,
protezione della natura tenendo anche conto          “pur essendo idonee al loro scopo, le due
delle esigenze economiche, sociali e culturali,      Direttive devono essere applicate in maniera
nonché delle particolarità regionali e locali”.      più rigorosa e omogenea”.
Ciò vuol dire che viene garantita la millenaria      In generale, le problematiche emerse durante
presenza dell’uomo e delle sue attività              l’approfondita valutazione dei due
tradizionali, come il pascolo o l'agricoltura non    provvedimenti, iniziata nel 2014 e conclusa lo
intensiva, le quali - anzi - sono necessarie per     scorso dicembre 2016, sono legate
la sopravvivenza delle numerose specie               principalmente alla mancanza di adeguati
animali e vegetali ad esse legate.                   investimenti economici nella rete di “siti
È evidente, però, che per avere un impatto           protetti Natura 2000”.
reale, la rete Natura 2000 deve essere gestita in

Ma quale è la situazione nel nostro Paese?

Secondo le considerazioni fatte da                   proprietari/gestori forestali), per cui vincoli,
Legambiente, insieme a FAI, Federazione Pro          opportunità e buone pratiche sostenibili non
Natura, Lipu e WWF, in occasione del recente         sono chiari o conosciuti.
incontro promosso nell’ambito dell’Azione 5
del “Piano d’Azione per la natura, i cittadini e     Per quanto riguarda le maggiori necessità
l'economia” per instaurare un dialogo diretto        rilevate nell’applicazione delle due Direttive,
con i portatori d’interesse, le autorità nazionali   troviamo innanzitutto la necessità di una
devono ancora compiere ulteriori sforzi per          corretta definizione degli obiettivi di
attuare pienamente le Direttive Uccelli e            conservazione, con la conseguente attività di
Habitat e per realizzare una conservazione           verifica e misurazione dei risultati conseguiti.
efficace delle specie e degli habitat minacciati.    Gli obiettivi sono, infatti, spesso troppo
Considerando anche che siamo lo Stato                generici, non coerenti e non verificabili,
membro che ha avuto, in questi anni, un              mentre è necessario esplicitare chiaramente i
numero significativo di multe e siamo stati          risultati attesi anche in previsione
protagonisti, in negativo, di numerose               dell’introduzione di pagamenti basati sui
procedure d’infrazione proprio per una cattiva       risultati nell’ambito dei regolamenti dei diversi
applicazione delle Direttive stesse.                 fondi europei.
                                                     Ma anche le misure di conservazione sono
Rispetto alla governance di rete Natura 2000         state considerate troppo spesso datate,
sono state evidenziate diverse problematiche,        inadeguate, lacunose e non sufficientemente
principalmente relative alla mancanza di             “specifiche”. Inoltre, è importante che venga
personale qualificato e di risorse dei soggetti      sempre assicurato il coinvolgimento
identificati come responsabili della gestione        sostanziale - e non solo formale - dei diversi
dei siti Natura 2000, oltre ad una carenza di        attori sociali ed economici nella definizione
coordinamento tra i soggetti e di conoscenza e       dei risultati attesi e nella programmazione
informazione dei diversi attori sociali ed           delle risorse.
economici le cui attività hanno effetti sugli
habitat e sulle specie (agricoltori, allevatori e

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