Asset management, le nuove frontiere dell'automation - Fintech e digital banking Aprile 2019 - Prometeia
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Fintech e digital banking Asset management, le nuove frontiere dell’automation Aprile 2019 Edoardo Colombari Università Bocconi 3009192@studbocconi.it Riccardo Tedeschi Partner Prometeia, Enterprise Risk Management area riccardo.tedeschi@prometeia.com
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia INDICE 1. Introduzione .................................................................................................................... 3 2. Robo-advisory ................................................................................................................. 5 2.1 Robo for advisor .............................................................................................................................................. 5 2.2 Robo-advisor “ibrido” e “puro” .................................................................................................................. 6 3. Strategie di investimento con dati alternativi ........................................................ 9 4. Retail trading ................................................................................................................. 12 4.1 Social trading................................................................................................................................................... 12 4.2 No commission trading ................................................................................................................................ 14 5. Considerazioni finali ..................................................................................................... 15 6. Bibliografia ..................................................................................................................... 16 )2(
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia “Do not put all your eggs in one basket." Warren Buffett 1. Introduzione A prima vista potrebbe apparire strano che tecniche di automazione e di intelligenza artificiale possano spingersi fino a coprire delle aree di consulenza su tematiche complesse quali la gestione di portafogli finanziari. In realtà tale fenomeno è una naturale conseguenza dell’evoluzione della teoria della gestione del portafoglio degli ultimi 60 anni. Fin dai primi scritti pionieristici di Markowitz all’inizio degli anni ‘50 apparve chiaro che, nella definizione di un portafoglio “ottimale” per l’investitore, occorre miscelare opportunamente le esposizioni verso le varie tipologie di attività, tenendo conto dei loro rendimenti attesi, del loro grado incertezza 1 e della correlazione tra tali rendimenti. Già nell’impostazione originaria dello stesso autore, venivano utilizzati metodi matematici di ottimizzazione per individuare il “portafoglio ottimale” tenuto conto del grado di propensione al rischio (Markowitz, 1952). Nel corso degli anni ‘60 e nei primi anni ’70, periodo in cui si sviluppò gran parte della moderna teoria di gestione dei portafogli, emerse l’idea che per il singolo gestore fosse assai difficile “battere sistematicamente il mercato”, ossia generare per lunghi periodi di tempo rendimenti superiori a quelli di un indice rappresentativo di un ampio mercato finanziario. Negli anni ’80 e ’90 nacquero le tecniche di “gestione passiva” e gli Exchange Traded Fund (ETF), fondi concepiti con lo scopo di replicare la performance, in termini di rendimento e rischio, di determinati indici rappresentativi di mercati finanziari (azionari, obbligazionari o altri). I costi degli ETF sono assai più contenuti rispetto a quelli dei fondi “a gestione attiva”, perché i gestori utilizzano tecniche di composizione fortemente automatizzate e non 1 Misurabile in vari modi ad esempio come deviazione standard della distribuzione di probabilità dei rendimenti. )3(
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia hanno bisogno di investire in attività di analisi sui singoli titoli quotati, come accade invece per la gestione attiva. Il limite delle tecniche di ottimizzazione del portafoglio sviluppate da Markowitz e affinate dagli autori successivi è sempre stato però la difficoltà di stimare correttamente il valore dei parametri necessari – rendimento, rischio e correlazioni attesi in futuro – a causa della loro intrinseca instabilità. Tali tecniche, inoltre, sono difficilmente applicabili a portafogli estremamente granulari, formati cioè da una miriade di titoli: le difficoltà computazionali e di stima dei parametri, infatti, crescono rapidamente all’aumentare della numerosità delle posizioni gestite. Per questi motivi le tecniche di ottimizzazione del portafoglio sono state tradizionalmente confinate alla asset allocation “strategica”, ovvero la scelta di composizione dei portafogli tra poche macro-asset class di rilievo: monetario, azionario, obbligazionario, commodity, altro. Inoltre, l’uso di tali tecniche è sempre stato “temperato” dalle valutazioni discrezionali degli analisti che vengono incorporate nei parametri di redditività e rischio (Black & Litterman, 1991), o da una serie di vincoli dettati dal buon senso, posti al fine di evitare eccessive concentrazioni di rischio nel portafoglio. Negli anni più recenti una serie di fattori ha reso possibile l’offerta di servizi di asset management automatizzati per la clientela privata a costi estremamente ridotti: l’aumento della velocità di calcolo dei computer, l’affinarsi dei modelli statistici ed econometrici per la stima dei rendimenti attesi e delle loro volatilità e correlazioni, il moltiplicarsi dell’offerta di ETF a copertura di sempre più tipologie di asset class e mercati finanziari. Il diffondersi poi di tecniche di analisi di “big data” provenienti da diverse fonti (mercati, notizie giornalistiche, dati societari, previsioni di organi ufficiali, etc.) e di “sentiment analysis” (social network, motori di ricerca, etc.) lasciano presagire la possibilità di elaborare previsioni di evoluzione dei rendimenti e dei rischi delle attività finanziarie in maniera sempre più rapida e al tempo stesso sofisticata. Il panorama dei servizi a supporto delle attività di investimento e asset management sta dunque mutando rapidamente. Nel seguito si cercherà di offrire un panorama di massima delle principali novità emergenti. )4(
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia 2. Robo-advisory I servizi di consulenza e di gestione del portafogli rivolti alla clientela retail, come in altri ambiti del settore finanziario, hanno visto l’emergere di nuovi operatori fintech. Tali operatori si sono concentrati sul “Robo-advisory”, ovvero l’automatizzazione del processo di gestione del risparmio, dalla “profilazione” della clientela al ribilanciamento dei portafogli, in modo da offrire un servizio completo, riducendo i costi. A seconda del tipo e del grado di automatizzazione apportato al processo, si possono individuare tre diversi modelli operativi (vedi Figura 1): • Robo for advisor: l’automatizzazione del processo di consulenza è sviluppata per il consulente, al fine di supportarlo nelle sue decisioni e nella sua relazione con il cliente; • Robo advisor “ibrido”: l’automatizzazione copre le diverse fasi del processo di consulenza e gestione del portafogli, ma in modo tale da consentire l’intervento del consulente, se richiesto dall’investitore; • Robo advisor “puro”: il processo di consulenza e gestione è pressoché completamente automatizzato, senza che vi sia l’intervento di un consulente che si interfacci con il cliente. Figura 1 Robo Advisory: Modelli operativi 2.1 Robo for advisor Il robo for advisor è una soluzione “advisor facing”, ovvero uno strumento messo a disposizione del consulente, che lo aiuta nella gestione della clientela. )5(
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia L’obiettivo è quello di facilitare il processo di consulenza tramite la proposta automatica di nuovi prodotti alla clientela, in funzione della profilatura fatta. Un esempio: ipotizziamo che il dipartimento di ricerca della banca che utilizza tale strumento abbia una previsione di rendimento negativa su una asset class, come l’obbligazionario dei mercati emergenti. Il robo for advisor comunicherà al consulente quali dei suoi clienti abbiano in portafoglio tale asset class, proponendo un ri-bilanciamento. Il robo for advisor, in funzione delle preferenze del cliente, sarà poi in grado di proporre un investimento sostitutivo, corredando l’intera operazione con una breve spiegazione. Lo strumento, oltre a migliorare la qualità del servizio a favore del cliente, permette al consulente di gestire un maggior numero di soggetti, diminuendo il costo del servizio (cost to serve). Permette anche una maggiore omogeneità nei prodotti distribuiti alla clientela. Dal punto di vista qualitativo, la soluzione aumenta l’efficienza del processo di consulenza e gestione del risparmio, senza tuttavia apportare fondamentali modifiche alla customer experience, ovvero al canale attraverso il quale il cliente fruisce del servizio, che rimane prevalentemente un contatto diretto “faccia a faccia”. 2.2 Robo-advisor “ibrido” e “puro” Al contrario, i servizi di robo-advisory “ibridi” e “puri”, comparsi prima negli USA per poi approdare altrove, prevedono un limitato contatto diretto tra cliente e consulente (Potenza, Schena, Arlotta, & Tanda, 2018). Essi si caratterizzano per un cambio nel canale di distribuzione del servizio, che diviene quasi esclusivamente digitale, anche tramite la proposizione di chatbots 2, e per una completa automatizzazione del processo di ribilanciamento dei portafogli. Il modello “ibrido” prevede ancora la possibilità di una eventuale interazione tra consulente e cliente finale, che ad esempio si può rivolgere per telefono al consulente nei periodi di maggiore incertezza, o per ricevere 2 Le chatbox sono programmi che simulano normali conversazioni con altre persone, permettendo alla macchina di avere un’interazione “botta e risposta” con il cliente. )6(
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia chiarimenti, o ancora, può recarsi in sede per colloqui personali. Il modello “puro”, invece, non prevede alcun contatto diretto tra cliente e consulente, che viene sostituito completamente dall’interfaccia online. La value proposition di questi nuovi attori di generare reddito si fonda su quattro pilastri: • Bassi costi di gestione: la riduzione della componente umana e l’allocazione in ETF permettono ai nuovi operatori di applicare commissioni di gestione significativamente inferiori a quelle applicate dai gestori tradizionali, aumentando la trasparenza nei confronti della clientela. I costi complessivi per la sottoscrizione di questi strumenti sono dunque contenuti, non superando solitamente il punto percentuale sugli attivi gestiti, da un lato grazie ai bassi costi di gestione, dall’altro per le basse commissioni sugli ETF 3; • Investimento minimo: il capitale da allocare inizialmente varia a seconda del gestore, ma è solitamente basso, per favorire l’entrata di utenti che si approcciano al mondo del risparmio gestito per la prima volta; • Target: i bassi costi di gestione, il ridotto investimento minimo richiesto e la predisposizione di interfacce user friendly, sia web che app, permettono di attrarre una clientela giovane, solitamente esclusa dai canali di distribuzione tradizionali; • Goal based investing: l’attrazione della clientela avviene anche attraverso la proposta di investimenti alternativi, non focalizzata sul singolo prodotto o fondo, ma piuttosto sul raggiungimento di un obiettivo. Questo avvicina il cliente al servizio, rendendolo più comprensibile. Gli obiettivi proposti sono diversi, come ad esempio la pensione, l’acquisto della prima casa, l’educazione dei figli, o un normale piano di accumulo. La diffusione di strumenti di robo-advisory “puri” e “ibridi” dipende da diversi fattori, come l’educazione finanziaria degli utenti o la loro propensione a investire in maniera indipendente. In effetti, l’adozione di tali soluzioni può rappresentare 3 I costi di sottoscrizione di ETF sono in continua discesa; ad esempio, Fidelity, asset manager americano, ne ha recentemente lanciati due a costo zero (Stein, Massa, & Maranz, 2018). )7(
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia un compromesso tra la gestione tradizionale e l’investimento diretto. Non a caso i robo-advisor sono emersi prima nei paesi anglosassoni, caratterizzati da una forte presenza di investitori indipendenti. L’investimento “fai da te” è meno diffuso in Italia, dove tali servizi sono ad oggi scarsamente utilizzati. Le stime sugli AUM dei robo-Advisor nel mondo sono discordanti, ma si aggirano intorno al trilione di dollari (Backend Benchmarking, 2018), di cui gran parte negli Usa. Le prime società a proporre tali servizi sono state fintech, come Betterment e Wealthfront, per poi essere imitate dai principali asset manager presenti sul mercato, come ad esempio Charles Schwab con Intelligent Portfolio; BlackRock tramite l’acquisizione di Future Advisors; Vanguard con Personal Advisor Services. Gli operatori bancari presenti sul mercato sono: WellsFargo (Intuitive Portfolio), Morgan Stanley e JP Morgan. In Europa sono attive fintech come MoneyFarm, Nutmeg e Scalable Capital (che ha avviato una collaborazione con ING) mentre incumbent come HSBC e Royal Bank of Scotland hanno annunciato di voler proporre servizi simili (vedi Figura 2). Figura 2 Robo Advisory: Caratteristiche dei principali operatori del mercato )8(
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia 3. Strategie di investimento con dati alternativi D all’impronta digitale che ognuno di noi lascia sul web fino alle immagini catturate dai satelliti, nell’era digitale qualsiasi evento viene registrato, trasformandosi in dato. Se la quantità di dati ad oggi disponibili può sembrare già enorme 4 , il consolidarsi dell’Internet of Things, che porterà sempre più oggetti di uso quotidiano o industriale ad essere connessi in rete, la farà crescere a dismisura. La capacità di sfruttare tali dati diventerà cruciale in un’ottica competitiva. Le competenze analitiche richieste per estrarre informazioni a partire da questi dati fanno parte dei campi del machine learning e dell’artificial intelligence, intrecciati con matematica, statistica e computer science. In ambito finanziario, ed in particolare in quello degli investimenti, l’avvento di device elettronici connessi ad internet mette a disposizione degli investitori dati praticamente in tempo reale. Questi vengono solitamente raccolti da società specializzate, al fine di rivenderli, o dalle stesse società di investimento, che li utilizzano internamente. Tali dati sono raggruppati in insiemi tematici e possono essere utilizzati per formulare strategie di investimento alternative. I dati possono provenire dalle fonti più varie. Una possibile classificazione separa le fonti per tipologia di emittente (Kolanovic & Krishnamachari, 2017): • Consumer data: tracce lasciate online dagli utenti sul web, dai commenti lasciati sui social network alle review online di prodotti e servizi, fino ai trend di ricerca. Tali dati sono solitamente di natura testuale e vengono utilizzati per costruire indicatori di sentimento; • Business data: tracce lasciate dalle società, che possono riguardare i settori più diversi. Ad esempio ci sono agenzie che mettono a disposizioni dataset sul numero di concessioni edilizie rilasciate in una determinata 4 Tanto che solamente lo 0,5% viene analizzato (Regalado, 2013) )9(
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia zona o il numero di polizze assicurative sottoscritte in un certo periodo o, ancora, il livello di vendite dei negozi in funzione delle transazioni avvenute tramite POS; • Sensor data: probabilmente i più noti, riguardano soprattutto immagini satellitari e dati di geolocalizzazione. Le immagini satellitari possono essere utilizzate, ad esempio, per valutare l’attività economica di un’area (quali estrazioni minerarie, attività marittime, produzione agricola) o valutare il successo di un esercizio commerciale in funzione dell’occupazione dei suoi parcheggi. I dati di geolocalizzazione vengono estratti dai dispositivi mobili utilizzati dagli utenti, come gli smartphone, e possono servire a valutare il livello di clientela presente in un negozio o i trend di mobilità degli utenti. Dalla prospettiva dell’investitore i dataset disponibili possono avere diversi gradi di utilità, in funzione di: • Tipologia di asset class: le informazioni estratte possono riguardare le diverse asset class. Solitamente sono utilizzabili per mercati azionari e commodities, mentre scarseggiano per tassi di interesse e tassi di cambio; • Qualità: la qualità del dataset dipende dalla profondità storica dei dati disponibili, dalla frequenza con cui sono resi disponibili, dall’eventuale lag temporale tra rilevazione e disponibilità degli stessi e, infine, dalla presenza o meno di un rischio legale derivante dal loro utilizzo; • Strategie di investimento supportate: i dataset sono spesso focalizzati su azioni o settori azionari, risultando più utili per strategie di tipo long- short 5; • Stato di analisi dei dati: i provider possono già aver sviluppato indicatori facilmente utilizzabili dall’investitore acquirente o essersi limitati a processarli per renderli più leggibili, o ancora, non averli del tutto 5 Una strategia long-short consiste nel simultaneo acquisto e vendita delle azioni di due società dello stesso settore, in modo da guadagnare sulle variazioni relative dei prezzi, a prescindere dalla direzionalità del mercato. ) 10 (
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia processati (raw data); • Alpha generabile: per valutare l’utilità del dataset bisogna confrontare i costi sostenuti per l’utilizzo dello stesso (da corrispondere al provider o connessi all’impiego di risorse umane per analizzarli) con gli extra- rendimenti generabili. Pur risultando fondamentale l’originalità delle informazioni ricavabili dal dataset, spesso un singolo dataset non permette di sviluppare strategie sufficientemente redditizie, rendendo necessario integrare le informazioni con quelle di altre fonti disponibili. La diffusione di un medesimo dataset tra più investitori porta inevitabilmente all’erosione del vantaggio competitivo. Tuttavia è elevata la disponibilità di dati non ancora pienamente utilizzati: gli operatori che per primi riescono a sfruttare tali opportunità possono ricavare rendimenti non correlati con l’andamento del mercato (vedi Figura 3). Figura 3 Esempi di utilizzo di dati alternativi Fonte: JP Morgan Le informazioni ricavate sono utilizzate da diversi operatori del mercato. Tra i primi a trarne vantaggio sono generalmente i cosiddetti “fondi quantitativi” 6, che globalmente gestiscono circa 1 trilione di dollari. Tuttavia la percentuale di 6 “Quant Funds”, spesso rientrano nella categoria degli Hedge Funds. ) 11 (
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia operazioni eseguite da tali fondi in funzione di strategie elaborate con tecniche di machine learning su dati alternativi non è nota, né risulta facilmente quantificabile (Financial Stability Board, 2017). Secondo il Financial Stability Board, i fondi che utilizzano esclusivamente strategie elaborate con tecniche di machine learning gestiscono una decina di miliardi, mentre la maggior parte dei fondi quantitativi le utilizza come supporto alle decisioni di investimento degli asset manager. 4. Retail trading G li investitori retail sono ormai da diverso tempo abituati ad utilizzare piattaforme online per negoziare titoli. La user experience digitale dei risparmiatori è un ambito sul quale le case di brokeraggio si sono sempre più concentrate negli ultimi anni. La possibilità di controllare il proprio portafoglio da remoto, via web o tramite app, non è ormai più l’unica innovazione nel settore. In particolare due nuovi modelli di business stanno riscuotendo il successo del pubblico: il social trading e il no commission trading. 4.1 Social trading Proprio come avviene all’interno dei social network, le piattaforme di social trading nascono con l’obiettivo di creare una community in cui gli utenti possano condividere tra loro le idee. Il lato social di tali piattaforme, di cui la più famosa a livello europeo è eToro7, le distingue dai normali broker. In particolare, gli utenti possono copiarsi a vicenda le strategie di trading tramite la modalità del “copy- trading” 8. All’interno della community emergono due tipi di utenti: i trader di successo, i “leader”, le cui strategie sono apprezzate e copiate dagli altri utenti, 7 Vanta oltre 6 milioni di utenti distribuiti tra 140 paesi. 8 qualsiasi operazione effettuata da un utente che copiato viene automaticamente eseguita anche sui portafogli degli utenti che lo copiano. ) 12 (
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia e i trader che li replicano, i “follower” (vedi Figura 4). I “leader” ricevono un compenso monetario dalla piattaforma in funzione del seguito ottenuto 9, mentre i follower possono personalizzare il proprio portafoglio con diverse funzioni, ad esempio impostando stop loss, o copiando la strategia di più trader alla volta, comunque mantenendo la possibilità di ritornare a gestire i propri portafogli in maniera autonoma in qualsiasi momento. Solitamente le piattaforme che offrono servizi di copy-trading agiscono anche da normali broker, permettendo ai clienti di gestire i portafogli senza copiare altri utenti. Tramite la creazione di una community, le piattaforme riescono ad attirare clienti che, non fidandosi di investire in modo completamente indipendente, trovano beneficio nei consigli degli altri utenti. Figura 4 Social Trading Modello Operativo A livello normativo, la European Securities and Markets Authority (ESMA) ha precisato che l’attività della piattaforma è classificabile come gestione diretta di portafogli se il copy-trading è effettuato in maniera automatica, mentre viene considerata invece consulenza finanziaria se per ogni modifica è espressamente richiesta l’autorizzazione del cliente (IOSCO, 2017). Nel primo caso il cliente concede un mandato di gestione alla piattaforma, che da quel momento in poi esegue ogni segnale di trading mandato dal “leader”, fino a che il cliente non revoca tale mandato. Nel secondo caso, la piattaforma agisce come consulente, trasmettendo i segnali di trading mandati dal “leader” al cliente, delegando però a quest’ultimo la decisione finale se eseguirli o meno. 9 eToro garantisce una remunerazione fino al 2% degli AUM, e l’esenzione dalle commissioni di trading ) 13 (
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia 4.2 No commission trading Per gli investitori c’è anche la possibilità di effettuare trading senza pagare commissioni, né sotto forma di “fee” per la compravendita, né di spread tra prezzo di acquisto e vendita. Tale modello è proposto per ora da RobinHood (ad oggi attiva solamente negli USA), piattaforma di trading online che offre un servizio di brokeraggio completamente gratuito da commissioni e vanta ad oggi poco più di 6 milioni di utenti. La piattaforma permette l’investimento in azioni scambiate sulle borse americane (e su cripto valute) e rende sostenibile l’offerta di questo servizio guadagnando in tre modi: • Interessi sulle somme lasciate negli account degli utenti ma non investite; • Commissioni dai market maker verso i quali indirizzare gli ordini degli investitori (garantendo determinati volumi su particolari azioni). • Servizi premium a pagamento per gli utenti, che permettono, ad esempio, l’extended-hours trading. L’offerta attrae soprattutto gli investitori più giovani, che, date le limitate somme a disposizione per l’investimento, sono particolarmente sensibili alle commissioni. C’è anche la possibilità di controllare e gestire il proprio portafogli tramite smartwatch. Dato il successo del broker americano, altri operatori si sono dichiarati interessati a lanciare proposte affini. In particolare, la banca digitale Revolut, famosa in UK ed Europa per offrire servizi bancarie con basse commissioni (utilizzo delle carte di pagamento e ritiro di contanti all’estero senza commissioni), ha dichiarato di voler proporre un servizio di trading senza commissioni, a partire dal 2019; Wealthsimple, start-up con base a Toronto, ha recentemente lanciato il medesimo servizio per il mercato canadese, così come JP Morgan, che ha lanciato YouInvest, app che permette agli utenti di effettuare fino a 100 operazioni di trading all’anno senza pagare commissioni 10. 10 La banca applicava commissioni medie pari a circa 25 dollari per operazione ) 14 (
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia 5. Considerazioni finali A nalizzando il fenomeno del robo-advisory, l’applicazione dei big data alle strategie di investimento e le novità nel trading per investitori retail, come il social trading e il no commission trading, sono evidenti due trend che riguardano l’asset management a livello mondiale. Il primo è la “race to zero commission”, ovvero la crescente pressione competitiva sui margini a cui sono soggetti gli operatori del mercato. Essi vedono, da un lato, sempre più clienti migrare da prodotti a gestione attiva a quella passiva e, dall’altro, una costante competizione sulle commissioni. Il secondo trend, invece, riguarda le prospettive di cambiamento nei bisogni dei clienti: se ora, infatti, la ricchezza è detenuta da una generazione meno incline al canale digitale per la fruizione dei servizi finanziari, saranno ben presto le generazioni di “nativi digitali” a rappresentare gran parte della domanda. La capacità di catturare, sin da oggi, le loro esigenze influirà in modo determinante sulle probabilità di successo o di fallimento degli attuali attori del mercato. E' ancora presto per dire quali nuovi trend si imporranno, caratterizzando in maniera strutturale l’industria dell’asset management. La situazione è in rapida evoluzione. Sicuramente l’arricchimento delle fonti informative e la crescente sofisticazione dei modelli di analisi spingono verso una crescente automatizzazione dei processi e un contenimento dei costi. In ogni caso, dati la natura intrinseca dell’asset management – basata sulla capacità di prevedere rendimenti attesi e la relativa incertezza – e il fatto che le opportunità di investimento, se note a tutti, vengono rapidamente “assorbite” e “livellate” dal mercato, la componente umana continuerà a svolgere un ruolo non secondario nell’elaborazione delle strategie finanziarie. ) 15 (
Asset management, le nuove frontiere dell’automation Prometeia 6. Bibliografia Backend Benchmarking. (2017). The Robo Report, Fourth Quarter 2017. Backend Benchmarking. (2018). The Robo Report, Fourth Quarter 2018. Banca d'Italia. (2017). Fintech in Italia: Indagine conoscitiva sull'adozione delle innovazioni tecnologiche applicate ai servizi finanziari. Black, & Litterman. (1991). Asset Allocation Combining Investor Views with Market Equilibrium. Journal of Fixed Income, Vol. 1, No. 2: pp. 7-18. Dunkley, E. (1 giugno 2017). HSBC to roll out robo-advice for small savers. Financial Times. Dunkley, E. (17 novembre 2017). Royal Bank of Scotland to launch robo-advice under NatWest brand. Financial Times. Evans, R. (2017, dicembre 4). Morgan Stanley Woos Millennials Via Robo-Adviser With ETFs. Retrieved from Bloomberg: https://www.bloomberg.com/news/articles/2017-12-04/morgan-stanley-woos- millennials-with-robo-adviser-built-on-etfs Financial Stability Board. (2017). Artificial intelligence and machine learning in financial services. Garmhausen, S. (2018, aprile 6). With UBS Launch, All Wirehouses Have Robo-Advisors. Retrieved from Barron's: https://www.barrons.com/articles/with-ubs-launch-all- wirehouses-have-robo-advisors-1523045858 Henry, D., & Dilts, E. (2017, dicembre 20). JPMorgan Chase powers up robo-adviser for fintech race. Retrieved from Reuters: https://www.reuters.com/article/us- jpmorgan-wealth-roboadviser/jpmorgan-chase-powers-up-robo-adviser-for- fintech-race-idUSKBN1EE280 IOSCO. (2017). Research Report on Financial Technologies (Fintech). Kolanovic, M., & Krishnamachari, R. T. (2017). Big Data and AI Strategies: Machine Learning and Alternative Data Approach to Investing. JP Morgan. Markowitz, H. (1952). Portfolio Selection. The Journal of Finance 7 (1), 77–91. Noonan, L., & Verbrigghe, D. (2018, august 22). JPMorgan launches online trading platform. Financial Times. Potenza, Schena, Arlotta, & Tanda. (2018). Lo sviluppo del Fintech: opportunità e rischi per l'industria finanziaria nell'era del digitale. CONSOB. Regalado. (2013, maggio). The data made me do it. MIT Technology Review. Robinhood Financial. (second quarter 2018). SEC Rule 606 Report Disclosure. Robo-Advisors worldwide. (2018). Retrieved from Statista: https://www.statista.com/outlook/337/100/robo-advisors/worldwide Stein, C., Massa, A., & Maranz, F. (2018, agosto 1). Free Fidelity Funds Stoke Price War in Bid to Catch Index Giants. Retrieved from Bloomberg: https://www.bloomberg.com/news/articles/2018-08-01/fidelity-to-offer-index- mutual-funds-with-zero-expense-ratio. ) 16 (
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