Asset management, le nuove frontiere dell'automation - Fintech e digital banking Aprile 2019 - Prometeia

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Asset management, le nuove frontiere dell'automation - Fintech e digital banking Aprile 2019 - Prometeia
Fintech e digital banking

Asset management,
 le nuove frontiere
   dell’automation
               Aprile 2019

                Edoardo Colombari
                  Università Bocconi
                3009192@studbocconi.it

                 Riccardo Tedeschi
   Partner Prometeia, Enterprise Risk Management area
            riccardo.tedeschi@prometeia.com
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INDICE
1. Introduzione .................................................................................................................... 3

2. Robo-advisory ................................................................................................................. 5
        2.1 Robo for advisor .............................................................................................................................................. 5
        2.2 Robo-advisor “ibrido” e “puro” .................................................................................................................. 6

3. Strategie di investimento con dati alternativi ........................................................ 9

4. Retail trading ................................................................................................................. 12
        4.1 Social trading................................................................................................................................................... 12
        4.2 No commission trading ................................................................................................................................ 14

5. Considerazioni finali ..................................................................................................... 15

6. Bibliografia ..................................................................................................................... 16

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                 “Do not put all your eggs in one basket."

                 Warren Buffett

                 1. Introduzione

                 A     prima vista potrebbe apparire strano che tecniche di automazione e di
                       intelligenza artificiale possano spingersi fino a coprire delle aree di
                 consulenza su tematiche complesse quali la gestione di portafogli finanziari. In
                 realtà tale fenomeno è una naturale conseguenza dell’evoluzione della teoria
                 della gestione del portafoglio degli ultimi 60 anni.

                       Fin dai primi scritti pionieristici di Markowitz all’inizio degli anni ‘50 apparve
                 chiaro che, nella definizione di un portafoglio “ottimale” per l’investitore, occorre
                 miscelare opportunamente le esposizioni verso le varie tipologie di attività,
                 tenendo conto dei loro rendimenti attesi, del loro grado incertezza 1 e della
                 correlazione tra tali rendimenti. Già nell’impostazione originaria dello stesso
                 autore, venivano utilizzati metodi matematici di ottimizzazione per individuare il
                 “portafoglio ottimale” tenuto conto del grado di propensione al rischio
                 (Markowitz, 1952).

                       Nel corso degli anni ‘60 e nei primi anni ’70, periodo in cui si sviluppò gran
                 parte della moderna teoria di gestione dei portafogli, emerse l’idea che per il
                 singolo gestore fosse assai difficile “battere sistematicamente il mercato”, ossia
                 generare per lunghi periodi di tempo rendimenti superiori a quelli di un indice
                 rappresentativo di un ampio mercato finanziario.

                       Negli anni ’80 e ’90 nacquero le tecniche di “gestione passiva” e gli
                 Exchange Traded Fund (ETF), fondi concepiti con lo scopo di replicare la
                 performance, in termini di rendimento e rischio, di determinati indici
                 rappresentativi di mercati finanziari (azionari, obbligazionari o altri). I costi degli
                 ETF sono assai più contenuti rispetto a quelli dei fondi “a gestione attiva”, perché
                 i gestori utilizzano tecniche di composizione fortemente automatizzate e non

                       1
                         Misurabile in vari modi ad esempio come deviazione standard della distribuzione di
                 probabilità dei rendimenti.

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                 hanno bisogno di investire in attività di analisi sui singoli titoli quotati, come
                 accade invece per la gestione attiva.

                       Il limite delle tecniche di ottimizzazione del portafoglio sviluppate da
                 Markowitz e affinate dagli autori successivi è sempre stato però la difficoltà di
                 stimare correttamente il valore dei parametri necessari – rendimento, rischio e
                 correlazioni attesi in futuro – a causa della loro intrinseca instabilità. Tali tecniche,
                 inoltre, sono difficilmente applicabili a portafogli estremamente granulari,
                 formati cioè da una miriade di titoli: le difficoltà computazionali e di stima dei
                 parametri, infatti, crescono rapidamente all’aumentare della numerosità delle
                 posizioni gestite.

                       Per questi motivi le tecniche di ottimizzazione del portafoglio sono state
                 tradizionalmente confinate alla asset allocation “strategica”, ovvero la scelta di
                 composizione dei portafogli tra poche macro-asset class di rilievo: monetario,
                 azionario, obbligazionario, commodity, altro. Inoltre, l’uso di tali tecniche è
                 sempre stato “temperato” dalle valutazioni discrezionali degli analisti che
                 vengono incorporate nei parametri di redditività e rischio (Black & Litterman,
                 1991), o da una serie di vincoli dettati dal buon senso, posti al fine di evitare
                 eccessive concentrazioni di rischio nel portafoglio.

                       Negli anni più recenti una serie di fattori ha reso possibile l’offerta di servizi
                 di asset management automatizzati per la clientela privata a costi estremamente
                 ridotti: l’aumento della velocità di calcolo dei computer, l’affinarsi dei modelli
                 statistici ed econometrici per la stima dei rendimenti attesi e delle loro volatilità
                 e correlazioni, il moltiplicarsi dell’offerta di ETF a copertura di sempre più
                 tipologie di asset class e mercati finanziari.

                       Il diffondersi poi di tecniche di analisi di “big data” provenienti da diverse
                 fonti (mercati, notizie giornalistiche, dati societari, previsioni di organi ufficiali, etc.)
                 e di “sentiment analysis” (social network, motori di ricerca, etc.) lasciano presagire
                 la possibilità di elaborare previsioni di evoluzione dei rendimenti e dei rischi delle
                 attività finanziarie in maniera sempre più rapida e al tempo stesso sofisticata.

                       Il panorama dei servizi a supporto delle attività di investimento e asset
                 management sta dunque mutando rapidamente. Nel seguito si cercherà di offrire
                 un panorama di massima delle principali novità emergenti.

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                  2. Robo-advisory

                  I   servizi di consulenza e di gestione del portafogli rivolti alla clientela retail,
                      come in altri ambiti del settore finanziario, hanno visto l’emergere di nuovi
                  operatori fintech. Tali operatori si sono concentrati sul “Robo-advisory”, ovvero
                  l’automatizzazione del processo di gestione del risparmio, dalla “profilazione”
                  della clientela al ribilanciamento dei portafogli, in modo da offrire un servizio
                  completo, riducendo i costi.

                           A seconda del tipo e del grado di automatizzazione apportato al processo,
                  si possono individuare tre diversi modelli operativi (vedi Figura 1):

                       •    Robo for advisor: l’automatizzazione del processo di consulenza è
                            sviluppata per il consulente, al fine di supportarlo nelle sue decisioni e
                            nella sua relazione con il cliente;

                       •    Robo advisor “ibrido”: l’automatizzazione copre le diverse fasi del
                            processo di consulenza e gestione del portafogli, ma in modo tale da
                            consentire l’intervento del consulente, se richiesto dall’investitore;

                       •    Robo advisor “puro”: il processo di consulenza e gestione è pressoché
                            completamente automatizzato, senza che vi sia l’intervento di un
                            consulente che si interfacci con il cliente.

       Figura 1

Robo Advisory:
      Modelli
     operativi

                  2.1 Robo for advisor
                           Il robo for advisor è una soluzione “advisor facing”, ovvero uno strumento
                  messo a disposizione del consulente, che lo aiuta nella gestione della clientela.

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                 L’obiettivo è quello di facilitare il processo di consulenza tramite la proposta
                 automatica di nuovi prodotti alla clientela, in funzione della profilatura fatta.

                       Un esempio: ipotizziamo che il dipartimento di ricerca della banca che
                 utilizza tale strumento abbia una previsione di rendimento negativa su una asset
                 class, come l’obbligazionario dei mercati emergenti. Il robo for advisor
                 comunicherà al consulente quali dei suoi clienti abbiano in portafoglio tale asset
                 class, proponendo un ri-bilanciamento. Il robo for advisor, in funzione delle
                 preferenze del cliente, sarà poi in grado di proporre un investimento sostitutivo,
                 corredando l’intera operazione con una breve spiegazione.

                       Lo strumento, oltre a migliorare la qualità del servizio a favore del cliente,
                 permette al consulente di gestire un maggior numero di soggetti, diminuendo il
                 costo del servizio (cost to serve). Permette anche una maggiore omogeneità nei
                 prodotti distribuiti alla clientela.

                       Dal punto di vista qualitativo, la soluzione aumenta l’efficienza del processo
                 di consulenza e gestione del risparmio, senza tuttavia apportare fondamentali
                 modifiche alla customer experience, ovvero al canale attraverso il quale il cliente
                 fruisce del servizio, che rimane prevalentemente un contatto diretto “faccia a
                 faccia”.

                 2.2 Robo-advisor “ibrido” e “puro”
                       Al contrario, i servizi di robo-advisory “ibridi” e “puri”, comparsi prima negli
                 USA per poi approdare altrove, prevedono un limitato contatto diretto tra cliente
                 e consulente (Potenza, Schena, Arlotta, & Tanda, 2018). Essi si caratterizzano per
                 un cambio nel canale di distribuzione del servizio, che diviene quasi
                 esclusivamente digitale, anche tramite la proposizione di chatbots 2, e per una
                 completa automatizzazione del processo di ribilanciamento dei portafogli.

                       Il modello “ibrido” prevede ancora la possibilità di una eventuale
                 interazione tra consulente e cliente finale, che ad esempio si può rivolgere per
                 telefono al consulente nei periodi di maggiore incertezza, o per ricevere

                      2
                        Le chatbox sono programmi che simulano normali conversazioni con altre persone,
                 permettendo alla macchina di avere un’interazione “botta e risposta” con il cliente.

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                 chiarimenti, o ancora, può recarsi in sede per colloqui personali. Il modello “puro”,
                 invece, non prevede alcun contatto diretto tra cliente e consulente, che viene
                 sostituito completamente dall’interfaccia online.

                         La value proposition di questi nuovi attori di generare reddito si fonda su
                 quattro pilastri:

                     •    Bassi costi di gestione: la riduzione della componente umana e
                          l’allocazione in ETF permettono ai nuovi operatori di applicare
                          commissioni di gestione significativamente inferiori a quelle applicate dai
                          gestori tradizionali, aumentando la trasparenza nei confronti della
                          clientela. I costi complessivi per la sottoscrizione di questi strumenti sono
                          dunque contenuti, non superando solitamente il punto percentuale sugli
                          attivi gestiti, da un lato grazie ai bassi costi di gestione, dall’altro per le
                          basse commissioni sugli ETF 3;

                     •    Investimento minimo: il capitale da allocare inizialmente varia a seconda
                          del gestore, ma è solitamente basso, per favorire l’entrata di utenti che si
                          approcciano al mondo del risparmio gestito per la prima volta;

                     •    Target: i bassi costi di gestione, il ridotto investimento minimo richiesto e
                          la predisposizione di interfacce user friendly, sia web che app,
                          permettono di attrarre una clientela giovane, solitamente esclusa dai
                          canali di distribuzione tradizionali;

                     •    Goal based investing: l’attrazione della clientela avviene anche
                          attraverso la proposta di investimenti alternativi, non focalizzata sul
                          singolo prodotto o fondo, ma piuttosto sul raggiungimento di un obiettivo.
                          Questo avvicina il cliente al servizio, rendendolo più comprensibile. Gli
                          obiettivi proposti sono diversi, come ad esempio la pensione, l’acquisto
                          della prima casa, l’educazione dei figli, o un normale piano di accumulo.

                         La diffusione di strumenti di robo-advisory “puri” e “ibridi” dipende da diversi
                 fattori, come l’educazione finanziaria degli utenti o la loro propensione a investire
                 in maniera indipendente. In effetti, l’adozione di tali soluzioni può rappresentare

                      3
                        I costi di sottoscrizione di ETF sono in continua discesa; ad esempio, Fidelity, asset
                 manager americano, ne ha recentemente lanciati due a costo zero (Stein, Massa, & Maranz, 2018).

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                         un compromesso tra la gestione tradizionale e l’investimento diretto.

                                Non a caso i robo-advisor sono emersi prima nei paesi anglosassoni,
                         caratterizzati da una forte presenza di investitori indipendenti. L’investimento
                         “fai da te” è meno diffuso in Italia, dove tali servizi sono ad oggi scarsamente
                         utilizzati.

                                Le stime sugli AUM dei robo-Advisor nel mondo sono discordanti, ma si
                         aggirano intorno al trilione di dollari (Backend Benchmarking, 2018), di cui gran
                         parte negli Usa. Le prime società a proporre tali servizi sono state fintech, come
                         Betterment e Wealthfront, per poi essere imitate dai principali asset manager
                         presenti sul mercato, come ad esempio Charles Schwab con Intelligent Portfolio;
                         BlackRock tramite l’acquisizione di Future Advisors; Vanguard con Personal
                         Advisor Services. Gli operatori bancari presenti sul mercato sono: WellsFargo
                         (Intuitive Portfolio), Morgan Stanley e JP Morgan.

                                In Europa sono attive fintech come MoneyFarm, Nutmeg e Scalable Capital
                         (che ha avviato una collaborazione con ING) mentre incumbent come HSBC e
                         Royal Bank of Scotland hanno annunciato di voler proporre servizi simili (vedi
                         Figura 2).

              Figura 2

      Robo Advisory:
  Caratteristiche dei
  principali operatori
         del mercato

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                 3. Strategie di investimento con dati
                   alternativi

                 D        all’impronta digitale che ognuno di noi lascia sul web fino alle immagini
                          catturate dai satelliti, nell’era digitale qualsiasi evento viene registrato,
                 trasformandosi in dato.

                          Se la quantità di dati ad oggi disponibili può sembrare già enorme 4 , il
                 consolidarsi dell’Internet of Things, che porterà sempre più oggetti di uso
                 quotidiano o industriale ad essere connessi in rete, la farà crescere a dismisura.

                          La capacità di sfruttare tali dati diventerà cruciale in un’ottica competitiva.
                 Le competenze analitiche richieste per estrarre informazioni a partire da questi
                 dati fanno parte dei campi del machine learning e dell’artificial intelligence,
                 intrecciati con matematica, statistica e computer science.

                          In ambito finanziario, ed in particolare in quello degli investimenti, l’avvento
                 di device elettronici connessi ad internet mette a disposizione degli investitori
                 dati praticamente in tempo reale. Questi vengono solitamente raccolti da società
                 specializzate, al fine di rivenderli, o dalle stesse società di investimento, che li
                 utilizzano internamente. Tali dati sono raggruppati in insiemi tematici e possono
                 essere utilizzati per formulare strategie di investimento alternative.

                          I dati possono provenire dalle fonti più varie. Una possibile classificazione
                 separa le fonti per tipologia di emittente (Kolanovic & Krishnamachari, 2017):

                      •        Consumer data: tracce lasciate online dagli utenti sul web, dai commenti
                               lasciati sui social network alle review online di prodotti e servizi, fino ai
                               trend di ricerca. Tali dati sono solitamente di natura testuale e vengono
                               utilizzati per costruire indicatori di sentimento;

                      •        Business data: tracce lasciate dalle società, che possono riguardare i
                               settori più diversi. Ad esempio ci sono agenzie che mettono a disposizioni
                               dataset sul numero di concessioni edilizie rilasciate in una determinata

                          4
                              Tanto che solamente lo 0,5% viene analizzato (Regalado, 2013)

                                                         )9(
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                            zona o il numero di polizze assicurative sottoscritte in un certo periodo
                            o, ancora, il livello di vendite dei negozi in funzione delle transazioni
                            avvenute tramite POS;

                      •     Sensor data: probabilmente i più noti, riguardano soprattutto immagini
                            satellitari e dati di geolocalizzazione. Le immagini satellitari possono
                            essere utilizzate, ad esempio, per valutare l’attività economica di un’area
                            (quali estrazioni minerarie, attività marittime, produzione agricola) o
                            valutare il successo di un esercizio commerciale in funzione
                            dell’occupazione dei suoi parcheggi. I dati di geolocalizzazione vengono
                            estratti dai dispositivi mobili utilizzati dagli utenti, come gli smartphone,
                            e possono servire a valutare il livello di clientela presente in un negozio
                            o i trend di mobilità degli utenti.

                          Dalla prospettiva dell’investitore i dataset disponibili possono avere diversi
                 gradi di utilità, in funzione di:

                     •     Tipologia di asset class: le informazioni estratte possono riguardare le
                           diverse asset class. Solitamente sono utilizzabili per mercati azionari e
                           commodities, mentre scarseggiano per tassi di interesse e tassi di cambio;

                     •     Qualità: la qualità del dataset dipende dalla profondità storica dei dati
                           disponibili, dalla frequenza con cui sono resi disponibili, dall’eventuale lag
                           temporale tra rilevazione e disponibilità degli stessi e, infine, dalla
                           presenza o meno di un rischio legale derivante dal loro utilizzo;

                     •     Strategie di investimento supportate: i dataset sono spesso focalizzati
                           su azioni o settori azionari, risultando più utili per strategie di tipo long-
                           short 5;

                     •     Stato di analisi dei dati: i provider possono già aver sviluppato indicatori
                           facilmente utilizzabili dall’investitore acquirente o essersi limitati a
                           processarli per renderli più leggibili, o ancora, non averli del tutto

                        5
                          Una strategia long-short consiste nel simultaneo acquisto e vendita delle azioni di due
                 società dello stesso settore, in modo da guadagnare sulle variazioni relative dei prezzi, a
                 prescindere dalla direzionalità del mercato.

                                                     ) 10 (
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                                  processati (raw data);

                          •       Alpha generabile: per valutare l’utilità del dataset bisogna confrontare i
                                  costi sostenuti per l’utilizzo dello stesso (da corrispondere al provider o
                                  connessi all’impiego di risorse umane per analizzarli) con gli extra-
                                  rendimenti generabili.

                              Pur risultando fondamentale l’originalità delle informazioni ricavabili dal
                      dataset, spesso un singolo dataset non permette di sviluppare strategie
                      sufficientemente redditizie, rendendo necessario integrare le informazioni con
                      quelle di altre fonti disponibili.

                              La diffusione di un medesimo dataset tra più investitori porta
                      inevitabilmente all’erosione del vantaggio competitivo. Tuttavia è elevata la
                      disponibilità di dati non ancora pienamente utilizzati: gli operatori che per primi
                      riescono a sfruttare tali opportunità possono ricavare rendimenti non correlati
                      con l’andamento del mercato (vedi Figura 3).

           Figura 3

         Esempi di
   utilizzo di dati
        alternativi

 Fonte: JP Morgan

                              Le informazioni ricavate sono utilizzate da diversi operatori del mercato.
                      Tra i primi a trarne vantaggio sono generalmente i cosiddetti “fondi quantitativi” 6,
                      che globalmente gestiscono circa 1 trilione di dollari. Tuttavia la percentuale di

                              6
                                  “Quant Funds”, spesso rientrano nella categoria degli Hedge Funds.

                                                            ) 11 (
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                 operazioni eseguite da tali fondi in funzione di strategie elaborate con tecniche
                 di machine learning su dati alternativi non è nota, né risulta facilmente
                 quantificabile (Financial Stability Board, 2017). Secondo il Financial Stability
                 Board, i fondi che utilizzano esclusivamente strategie elaborate con tecniche di
                 machine learning gestiscono una decina di miliardi, mentre la maggior parte dei
                 fondi quantitativi le utilizza come supporto alle decisioni di investimento degli
                 asset manager.

                 4. Retail trading

                 G      li investitori retail sono ormai da diverso tempo abituati ad utilizzare
                        piattaforme online per negoziare titoli. La user experience digitale dei
                 risparmiatori è un ambito sul quale le case di brokeraggio si sono sempre più
                 concentrate negli ultimi anni. La possibilità di controllare il proprio portafoglio
                 da remoto, via web o tramite app, non è ormai più l’unica innovazione nel settore.
                 In particolare due nuovi modelli di business stanno riscuotendo il successo del
                 pubblico: il social trading e il no commission trading.

                 4.1 Social trading
                       Proprio come avviene all’interno dei social network, le piattaforme di social
                 trading nascono con l’obiettivo di creare una community in cui gli utenti possano
                 condividere tra loro le idee. Il lato social di tali piattaforme, di cui la più famosa a
                 livello europeo è eToro7, le distingue dai normali broker. In particolare, gli utenti
                 possono copiarsi a vicenda le strategie di trading tramite la modalità del “copy-
                 trading” 8.

                       All’interno della community emergono due tipi di utenti: i trader di
                 successo, i “leader”, le cui strategie sono apprezzate e copiate dagli altri utenti,

                       7
                         Vanta oltre 6 milioni di utenti distribuiti tra 140 paesi.
                       8
                         qualsiasi operazione effettuata da un utente che copiato viene automaticamente
                 eseguita anche sui portafogli degli utenti che lo copiano.

                                                 ) 12 (
Asset management, le nuove frontiere dell’automation                                             Prometeia

                        e i trader che li replicano, i “follower” (vedi Figura 4). I “leader” ricevono un
                        compenso monetario dalla piattaforma in funzione del seguito ottenuto 9, mentre
                        i follower possono personalizzare il proprio portafoglio con diverse funzioni, ad
                        esempio impostando stop loss, o copiando la strategia di più trader alla volta,
                        comunque mantenendo la possibilità di ritornare a gestire i propri portafogli in
                        maniera autonoma in qualsiasi momento. Solitamente le piattaforme che offrono
                        servizi di copy-trading agiscono anche da normali broker, permettendo ai clienti
                        di gestire i portafogli senza copiare altri utenti.

                              Tramite la creazione di una community, le piattaforme riescono ad attirare
                        clienti che, non fidandosi di investire in modo completamente indipendente,
                        trovano beneficio nei consigli degli altri utenti.

             Figura 4

     Social Trading
  Modello Operativo

                              A livello normativo, la European Securities and Markets Authority (ESMA)
                        ha precisato che l’attività della piattaforma è classificabile come gestione diretta
                        di portafogli se il copy-trading è effettuato in maniera automatica, mentre viene
                        considerata invece consulenza finanziaria se per ogni modifica è espressamente
                        richiesta l’autorizzazione del cliente (IOSCO, 2017). Nel primo caso il cliente
                        concede un mandato di gestione alla piattaforma, che da quel momento in poi
                        esegue ogni segnale di trading mandato dal “leader”, fino a che il cliente non
                        revoca tale mandato. Nel secondo caso, la piattaforma agisce come consulente,
                        trasmettendo i segnali di trading mandati dal “leader” al cliente, delegando però
                        a quest’ultimo la decisione finale se eseguirli o meno.

                             9
                               eToro garantisce una remunerazione fino al 2% degli AUM, e l’esenzione dalle
                        commissioni di trading

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Asset management, le nuove frontiere dell’automation                                                    Prometeia

                 4.2 No commission trading
                         Per gli investitori c’è anche la possibilità di effettuare trading senza pagare
                 commissioni, né sotto forma di “fee” per la compravendita, né di spread tra
                 prezzo di acquisto e vendita. Tale modello è proposto per ora da RobinHood (ad
                 oggi attiva solamente negli USA), piattaforma di trading online che offre un
                 servizio di brokeraggio completamente gratuito da commissioni e vanta ad oggi
                 poco più di 6 milioni di utenti.

                         La piattaforma permette l’investimento in azioni scambiate sulle borse
                 americane (e su cripto valute) e rende sostenibile l’offerta di questo servizio
                 guadagnando in tre modi:

                     •        Interessi sulle somme lasciate negli account degli utenti ma non investite;

                     •        Commissioni dai market maker verso i quali indirizzare gli ordini degli
                              investitori (garantendo determinati volumi su particolari azioni).

                     •        Servizi premium a pagamento per gli utenti, che permettono, ad
                              esempio, l’extended-hours trading.

                         L’offerta attrae soprattutto gli investitori più giovani, che, date le limitate
                 somme a disposizione per l’investimento, sono particolarmente sensibili alle
                 commissioni. C’è anche la possibilità di controllare e gestire il proprio portafogli
                 tramite smartwatch.

                         Dato il successo del broker americano, altri operatori si sono dichiarati
                 interessati a lanciare proposte affini. In particolare, la banca digitale Revolut,
                 famosa in UK ed Europa per offrire servizi bancarie con basse commissioni
                 (utilizzo delle carte di pagamento e ritiro di contanti all’estero senza commissioni),
                 ha dichiarato di voler proporre un servizio di trading senza commissioni, a partire
                 dal 2019; Wealthsimple, start-up con base a Toronto, ha recentemente lanciato il
                 medesimo servizio per il mercato canadese, così come JP Morgan, che ha
                 lanciato YouInvest, app che permette agli utenti di effettuare fino a 100
                 operazioni di trading all’anno senza pagare commissioni 10.

                         10
                              La banca applicava commissioni medie pari a circa 25 dollari per operazione

                                                        ) 14 (
Asset management, le nuove frontiere dell’automation                                          Prometeia

                 5. Considerazioni finali

                 A     nalizzando il fenomeno del robo-advisory, l’applicazione dei big data alle
                       strategie di investimento e le novità nel trading per investitori retail, come
                 il social trading e il no commission trading, sono evidenti due trend che
                 riguardano l’asset management a livello mondiale.

                       Il primo è la “race to zero commission”, ovvero la crescente pressione
                 competitiva sui margini a cui sono soggetti gli operatori del mercato. Essi vedono,
                 da un lato, sempre più clienti migrare da prodotti a gestione attiva a quella
                 passiva e, dall’altro, una costante competizione sulle commissioni.

                       Il secondo trend, invece, riguarda le prospettive di cambiamento nei
                 bisogni dei clienti: se ora, infatti, la ricchezza è detenuta da una generazione
                 meno incline al canale digitale per la fruizione dei servizi finanziari, saranno ben
                 presto le generazioni di “nativi digitali” a rappresentare gran parte della
                 domanda. La capacità di catturare, sin da oggi, le loro esigenze influirà in modo
                 determinante sulle probabilità di successo o di fallimento degli attuali attori del
                 mercato.

                       E' ancora presto per dire quali nuovi trend si imporranno, caratterizzando
                 in maniera strutturale l’industria dell’asset management. La situazione è in rapida
                 evoluzione.

                       Sicuramente l’arricchimento delle fonti informative e la crescente
                 sofisticazione   dei   modelli     di     analisi   spingono   verso   una   crescente
                 automatizzazione dei processi e un contenimento dei costi.

                       In ogni caso, dati la natura intrinseca dell’asset management – basata sulla
                 capacità di prevedere rendimenti attesi e la relativa incertezza – e il fatto che le
                 opportunità di investimento, se note a tutti, vengono rapidamente “assorbite” e
                 “livellate” dal mercato, la componente umana continuerà a svolgere un ruolo non
                 secondario nell’elaborazione delle strategie finanziarie.

                                                  ) 15 (
Asset management, le nuove frontiere dell’automation                                               Prometeia

                 6. Bibliografia
                 Backend Benchmarking. (2017). The Robo Report, Fourth Quarter 2017.
                 Backend Benchmarking. (2018). The Robo Report, Fourth Quarter 2018.
                 Banca d'Italia. (2017). Fintech in Italia: Indagine conoscitiva sull'adozione delle
                      innovazioni tecnologiche applicate ai servizi finanziari.
                 Black, & Litterman. (1991). Asset Allocation Combining Investor Views with Market
                        Equilibrium. Journal of Fixed Income, Vol. 1, No. 2: pp. 7-18.
                 Dunkley, E. (1 giugno 2017). HSBC to roll out robo-advice for small savers. Financial Times.
                 Dunkley, E. (17 novembre 2017). Royal Bank of Scotland to launch robo-advice under
                      NatWest brand. Financial Times.
                 Evans, R. (2017, dicembre 4). Morgan Stanley Woos Millennials Via Robo-Adviser With
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                       https://www.bloomberg.com/news/articles/2017-12-04/morgan-stanley-woos-
                       millennials-with-robo-adviser-built-on-etfs
                 Financial Stability Board. (2017). Artificial intelligence and machine learning in financial
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