Ascoltarsi - Conoscersi - Realizzarsi - 14/15 SETTEMBRE 2019 - RENDERE PROFESSIONE UN PERCORSO DI CRESCITA - Lo Shiatsu Per Cambiare
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Ascoltarsi - Conoscersi – Realizzarsi - RENDERE PROFESSIONE UN PERCORSO DI CRESCITA - 14/15 SETTEMBRE 2019
LO SHIATSU1 Prima di approfondire definizioni, enunciazioni, esposizioni codificate di cosa è lo Shiatsu, voglio iniziare con una premessa introduttiva specificando soprattutto cosa non è lo Shiatsu. Il termine Shiatsu è oggi entrato nel linguaggio comune ed è largamente conosciuto e utilizzato spesso in modo improprio. Per alcuni, poco informati e disattenti, lo Shiatsu è quella tecnica paragonata ad un semplice massaggio rilassante, a qualche cialtroneria fatta da qualche santone in cerca di persone da manipolare oppure paradossalmente viene avvicinato al termine terapeutico abusandone l’intento per raggirare o far passare lo Shiatsu come una terapia miracolosa utile per tutti i problemi, una panacea per ogni male, un massaggio alternativo o curativo. Anche se molti ce la mettono tutta a renderlo poco credibile, in realtà lo Shiatsu non è nulla di tutto questo. Non è in nessun modo paragonabile, per obiettivo e peculiarità, ad una terapia, ne ad un massaggio sportivo, ne estetico e non è in nessun modo utilizzabile il termine di terapia alternativa o medicina non convenzionale. Dopo questa premessa introduttiva posso iniziare a descrivere lo Shiatsu secondo una forma e canonica definizione codificata e accettata dalla comunità shiatsu: “Lo Shiatsu è una tecnica manuale energetica che risale alle antiche pratiche tradizionali giapponesi, dietro alle quali vi sono filosofia ed arte di guarigione antichissime. Pressione, stimolo vitale, contatto e relazione sono le caratteristiche fondamentali che descrivono quest’antica pratica che stimola i processi fisiologici, psichici e relazionali per il raggiungimento e il mantenimento della salute. È un sistema utile a mantenere e riacquistare il benessere attraverso il riequilibrio dei sistemi energetici, detti meridiani.” Questo, naturalmente, vale per tutti gli aspetti, quelli legati al corpo fisico, alle emozioni, alla mente ed alla spiritualità e aggiungerei che accrescendo la consapevolezza del “se corporeo”, prima, del “noi relazionale”, poi, permette il miglioramento e la qualità comunicativa del noi “sociale.” Per ottenere ciò, l’operatore Shiatsu, usa l’impiego delle mani come strumento operativo e il suo corpo come mezzo di comunicazione, come contenitore, come cassa di risonanza per interagire nella relazione con il ricevente e al suo “fabbisogno energetico”. ____________________________________________________________________________________________________________ 1. Per “Shiatsu”, senza alcun suffisso, si intende una semplificazione di un concetto molto più ampio. La scelta voluta dall’autore di utilizzarlo è solo di praticità, ma che in un successivo articolo verrà ben specificato e descritto poiché il termine così scritto intende lo stile Namikoshi il primo Sensei che ha codificato la tecnica. Per definire altri stili bisogna aggiungere il prefisso come identificazione dello stile di appartenenza. Il riferimento dello stile proveniente dell’autore è quello del maestro Sensei Masunaga
UN PO’ DI STORIA La codificazione dello Shiatsu come precisa tecnica corporea, risale a tempi abbastanza recenti, ma in realtà affonda le sue radici nell'antica cultura orientale e precisamente nelle arti manipolatorie cinesi praticate per la cura della salute già a partire dal 2.500 - 3.000 a.C. Ancora tutt’oggi, anche se il baricentro di queste discipline si sta spostando sempre più verso l’occidente, si possono trovare in Giappone scuole e “cliniche” dove la pratica delle tradizionali pratiche manuali sono ancora molto applicate. Tra il VII e il IX secolo, la Medicina Cinese sbarcò in Giappone2 attraverso i suoi due testi fondamentali come il Neijing Sunwen e il Linghshu portando alla nascita del primo testo classico sull’applicazione teorica/pratica della medicina cinese in Giappone: lo Ishimpo. Nacque così la Medicina Kampo.3 Questo sistema, oltre che all’uso dell’agopuntura e della moxibustione, utilizzava principalmente la farmacopea erboristica. Da qui si svilupparono varie correnti di questa medicina ma quelle che si radicarono e ne dettarono le basi come tradizioni furono le scuole Goseiha e Kohoho La prima molto tradizionalista, la seconda, attraverso i suoi due maggiori esponenti Gonzan Goto e Todo Yoshimasu, più innovativa. Il primo attribuì notevole importanza non solo alla medicina erboristica e all’agopuntura ma propugnò l’uso di tecniche di diversa natura mirate a far circolare l’energia, soprattutto per chi era affetto da stasi di qi 4. Tra queste fu l’An-Ma, di cui fu un grande specialista. L’An- Ma5 è una fusione di due tecniche di derivazione cinese: il Tu- ina6, premere massaggiando, e l’An-Mo7, premere strofinando. La seconda figura di spicco, Yoshimasu, ebbe l'intuito di porre attenzione e studio sulle zone colpite con lo stesso patogeno che manifestavano diversi sintomi. Restituì quindi notevole importanza al sistema cinese di diagnosi addominale, in quell’epoca del tutto dimenticato, stabilendo che le localizzazioni delle tossine patogene potevano essere facilmente trovate per mezzo della valutazione delle condizioni dell’addome. Durante il periodo Edo i medici, per essere all’altezza di fare diagnosi e trovare i punti di agopuntura dovevano imparare l’An-Ma, in quanto la sua conoscenza era ritenuta indispensabile per comprendere la struttura del corpo umano e il funzionamento secondo i meridiani. ____________________________________________________________________________________________________________ 2. Huard P., Zensetsou O.e Ming W., “La medicina giapponese: dalle origini ai giorni nostri.” 3. Medicina Kampo, modernamente traslitterato in Kanpo è lo studio e l’adattamento giapponese della Medicina Tradizionale Cinese. Le radici del Kampo, così come quelle delle moderne medicine in Cina, Vietnam e Corea, risalgono alla dinastia Han(200 a.C – 220 a.C.) . Il termine Kampo è composto da due caratteri 漢(kan) che indica la dinastia Han, e 方 (po), che significa “modo”, “metodo”. Il significato complessivo è quindi “il modo di (curare) della dinastia Han.” 4. E’ una delle disarmonia del qi secondo, la Medicina Tradizionale Cinese. Provoca dolori di tipo congestivo e gonfiori e può degenerare in stasi di sangue, edema e produzione di mucosità. Ma soprattutto è una condizione energetica generata da squilibri di natura emozionale e psicologici. 5. L’An-Ma, che ebbe origine in Cina e che poi arrivò anche in Giappone, fu per un lungo periodo di tempo molto popolare tra la gente, grazie alla sua validità. Raggiunse l’apice della popolarità durante il periodo Edo (1600- 1876). Con l’influenza della cultura occidentale che seguì all’apertura del Giappone nella seconda metà del XIX sec. l’anma fu rimpiazzato per un lungo periodo dal massaggio occidentale. 6-7. Fanno parte dell’insieme di tecniche manuali terapeutiche fondamentali cinesi che insieme alla fitoterapia, all’agopuntura e al qigong compongono la Medicina Tradizionale Cinese. Tutt’oggi sono praticate negli ospedali o cliniche Cinesi. An-mo era il termine con il quale veniva definita questa tecnica millenaria: infatti il documento più antico a menzionarla era intitolato appunto “Huangdi Qibo anmo jing shi juan” (Dieci capitoli sul massaggio di Huangdi e Qibo), testo purtroppo scomparso. Con il termine tui-na, invece, veniva denominato anticamente il massaggio infantile , per via delle tecniche più utilizzate nei trattamenti. Oggi i due nomi sono usati indistintamente negli ospedali cinesi mentre in occidente il massaggio cinese è stato diffuso con il semplice nome di Tui-na, sia che si parli di quello per gli adulti che di quello per gli infanti. L’osservazione letterale del nome potrebbe ingannare, infatti il tuina (tui=spingere e na = afferrare) racchiude in se molte altre tecniche manipolatorie, come tecniche per la mobilitazione articolare per l’allungamento dei tendini ed ovviamente la digitopressione sui punti cinesi di agopuntura (dianxue). Estrapolando quest’ultima tecnica dall’insieme di manovre manuali i giapponesi elaboreranno lo shiatsu, che si basa sulla pressione dei punti principali dei meridiani.
Dal 1600 al 1868 il Giappone visse in isolamento dal resto del mondo per volere degli shogun Togukawa8, fino a quando l’Imperatore Meiji aprì le frontiere all’occidente dove nei 40 anni di regno il Giappone si trasformò, da isolata società feudale e agricola, in una delle nazione industriali ed economiche più potenti al mondo. L’apertura commerciale e gli scambi culturali portarono, dopo molti traumi sociali e disintegrazione, un clima intellettuale innovativo e scientifico totalmente sconosciuto tra cui le moderne tecniche manuali occidentali come la chiropratica e l’osteopatia che furono accettate e collaudate. Nel frattempo, per evitare eccessive contaminazioni dell’ordine costituito e per non perdere la propria identità, dal sistema statale arrivarono nuove leggi una tra cui quella che chi praticava l’An-Ma, doveva dotarsi di regolare licenza. Questo fermento di novità e di nuove legislazioni portò alla codificazione e alla nascita di tecniche già esistenti e che si distinguevano dall’An-Ma ma non ancora sistematizzate. I primi interventi attuati in Giappone, con una tecnica manuale di tipo pressorio a cui viene dato il nome di Shiatsu, risalgono infatti al periodo tra il 1910 e il 1920 ed è sempre in quegli anni che viene pubblicato il primo libro intitolato "Shiatsu Ho", ad opera di Tamai Tempaku. La specificità che i giapponesi avevano sviluppato rispetto ai cinesi era l’aspetto della pressione pura portata perpendicolarmente sui punti. L’opera di Tempaku fu di incorporare le nuove conoscenze acquisite della medicina occidentale ai metodi tradizionali e denominò questa nuova tecnica Shiatsu Ryoho, “ metodo di guarigione con la pressione delle dita”. Poi divenne Shiatsu Ho, “metodo di pressione con le dita.” Da qui il passo fu breve da parte del Maestro Namikoshi che nel 1925 fondò il suo primo centro ad Hokkaido lo Shiatsu Institute e attraverso i suoi studi e le sue sperimentazioni creò il suo sistema Shiatsu che ad oggi è conosciuto come lo stile Namikoshi frutto dell’ integrazione dei suoi due sistemi di interesse primari, l’An-Ma e le teorie neurofisiologiche occidentali. In seguito fondò il Japan Shiatsu Institute prima e il Nippon Shiatsu School dopo. Grazie al M° Namikoshi nel 1955 lo Shiatsu fu riconosciuto come terapia legata all’An-Ma ma fu solo nel 1964 che acquistò la sua autonomia indipendente con la sua definizione legislativa che recita: “Lo Shiatsu terapia è una forma di manipolazione che si esercita con i pollici, le altre dita e i palmi delle mani senza l’ausilio di strumenti, meccanici o d’altro genere. Consiste nella pressione sulla cute intesa a correggere le disfunzioni interne, a migliorare e a conservare lo stato di salute o a trattare malattie specifiche”. Altro stile fondamentale, oltre all’appena descritto, è quello ideato dal M° Sensei Shizuto Masunaga (1925-1981). Il suo interesse per lo Shiatsu si rivela presto in gioventù̀ , quando i genitori intrattenevano contatti con i grandi maestri delle arti manipolatorie tradizionali. Laureatosi in psicologia all’università̀ di Kyoto, Studiò shiatsu diplomandosi alla Nippon School di Tokujiroo Namikoshi, dove rimase come insegnante per dieci anni ed alla scuola giapponese di shiatsu assistente dell’allora preside di facoltà Fusajiro Kato, il famoso psichiatra e pioniere nel campo del ____________________________________________________________________________________________________________ 8. Lo shogunato Tokugawa conosciuto anche come Tokugawa shōgun-ke (famiglia di shogun Tokugawa) o Edo bakufu (shogunato di Edo) fu l'ultimo governo feudale del Giappone.
Sagyo Ryoho,un tipo di ergoterapia.9 Il distacco dal Maestro Namikoshi fu decisivo per approfondire le sue ricerche personali sullo sviluppo di un suo metodo originale. Il freddo strumento neurofisiologico occidentale nello Shiatsu non era parte integrante del suo pensiero orientato più alla tradizione giapponese e a quella della Medicina Kampo. Ritornò allo studio degli antichi testi e principi, al concetto classico del Ki inteso quale energia vitale onnipresente in ogni forma di vita e a alla ricerca dello spirituale presente nell’energetica dei meridiani della medicina orientale. Gli anni ‘50 furono gli anni in cui Masunaga iniziò il suo primo periodo per sviluppare un proprio sistema teorico che non fosse fine a se stesso ma di grande sostegno alla pratica. Fonda la Clinica Iokai a Tokyo, istituto di ricerca sullo Shiatsu secondo il suo metodo nascente. Il termine IO-KAI, tratto da un antico sutra buddista, simboleggiava per Masunaga il modo in cui era necessario comprendere lo Shiatsu: ”IO” significa "re della medicina", "Budda", "Essere compiuto", che rappresenta l'attitudine ideale verso la medicina. “IO” riassume quindi la comprensione all'origine della radice della malattia, del suo decorso e della maniera in cui può̀ scomparire. ”KAI” può̀ essere tradotto come "associazione" o "Circolo". In sostanza l'ideogramma può̀ essere tradotto come: "conoscenza del processo di guarigione, e del modo di evitare il ripetersi della malattia". Lo Shiatsu IOKAI, cosi come voleva interpretarlo Masunaga, non si limitava ad una tecnica o ad un approccio sintomatico, piuttosto di una via, di una ricerca basata sulla comprensione delle radici della vita e sulla possibilità̀ di studiare gli aspetti più̀ profondi e nascosti del mondo cui apparteniamo. Alla base dello Shiatsu IOKAI c'è lo spostamento, che Masunaga attua, del fondamento teorico/filosofico dalla visione occidentale alla concezione orientale. Questo non solo attraverso la ricerca sui testi, ma anche tramite un lavoro pratico continuo e costante con ricerca su migliaia e migliaia di trattamenti. Tutto ciò non bastava alla sua sete di ricerca. Non riusciva a dare totale importanza al concetto tradizionale dei Meridiani, era molto più̀ interessato a come questi interagivano con il corpo e a come ciò era in grado di convertire la realtà̀ interna verso il mondo esterno, come l’energia potesse trasformarsi in un aspetto materiale, il corpo e il suo comportamento. Furono le sue conoscenze psicologiche integrate al pensiero tradizionale che diedero la svolta alle sue ricerche. Egli basò le sue osservazioni tra il legame dei meridiani, la loro collocazione sul corpo e i suoi relativi significati psicologici, corporei e psicosomatici. Ciò era parte della cultura tradizionale radicata nel background di Masunaga, frammento del pensiero della medicina giapponese, della scuola Khoho. Affermò che questa era la strada maestra per trovare un sistema che rappresentasse una valida espressione della struttura energetica. Dopo vent’anni di ricerche, studi e intuizioni, il Maestro Masunaga, coronò la sua grande fatica e poté presentare, presso il suo Iokai Instituite, la concretizzazione del suo pensiero. L’unione delle sue tre aree d’interesse, la psicologia, la pratica ortodossa dello shiatsu e la ricerca storica delle sue origini, unite alla moderna interpretazione della fisiologia occidentale, lo portò a dar vita negli anni ‘70 al primo modello Shiatsu dotato di una propria teoria che riusciva ad integrarsi completamente nella pratica, riconosciuto oggi come Keiraku Shiatsu10 o stile Masunaga, impropriamente denominato Zen Shiatsu11. Sarà inoltre membro della Japan Psichology Association e della Japan Oriental Medicine Association , nonché Presidente della Association for Shiatsu Therapy. Dopo aver insegnato Shiatsu in Giappone, Hong Kong, Corea, Canada, U.S.A. ed Europa, nel 1980 viene eletto Consigliere della Società Giapponese di Medicina Orientale. Nel 1981 prematuramente all’età di 57 anni morì per un cancro al colon. ____________________________________________________________________________________________________________ 9. L'ergoterapia si applica per persone di tutte le età che presentano disturbi delle funzioni motorie o delle percezioni senso-motorie, disturbi neuropsicologici oppure disturbi di tipo psico- sociale. E’ quella che oggi viene denominata terapia occupazionale. 10. Letteralmente “shiatsu dei meridiani”. Masunaga utilizzò questo termine per indicare il suo stile di shiatsu e voleva intendere l’Essenza della Vita, cioè l’energia che mantiene la vita all’interno del corpo umano e che in esso scorre nei canali suoi propri. 11. L’uso del suffisso “Zen“ nello shiatsu stile-masunaga è da sempre utilizzato in modo improprio poiché mai sostenuto dal M° confermato anche dalla famiglia Masunaga. E’ stato utilizzato nel periodo degli anni ’70 dal Maestro Oashi, traduttore del primo libro di Shizuto Masunaga “ZenShiatsu” che con un azione di marketing poté sdoganare la tecnica e farla arrivare dal giappone all’occidente, poiché quegli anni erano quelli del boom new-age. Utilizzando il termine “zen” promosse con successo lo shiatsu del maestro. Infatti, ad oggi lo stile Masunaga è più famoso in occidente che in oriente
Attualmente, il Centro Iokai è diretto da Keiko la moglie e Haruhiko Masunaga, il figlio, che continuano nell’insegnamento e nella divulgazione del Keiraku Shiatsu, lo stile del padre in Giappone e all’estero. Gli stili di shiatsu Gli stili di Shiatsu oggi riconosciuti più importanti provengono da due pilastri fondamentali: lo Shiatsu Stile Namikoshi e quello Stile Masunaga. Il primo potremmo definirlo più conservatore, il secondo più elastico e ritenuto un sistema aperto. Nel sistema Namikoshi, solo negli ultimi anni sono state apportate modifiche alla tecnica rendendola più malleabile nella struttura e nelle modalità pratiche. Il Maestro Masunaga, invece, fu lo sdoganatore e l’innovatore dello Shiatsu dei meridiani. Grazie al suo stile, considerato più morbido, permise a molti suoi allievi, poi divenuti maestri, di poter continuare la sua opera portando avanti ognuno un ramo del suo albero, personalizzando un proprio stile in base allo specifico orientamento: Ryokyu Endo: Tao Shiatsu Pauline Sasaki: Quantum Shiatsu Wataru Ohashi: Ohashiatsu Yuji Yhahiro: Meiso Shiatsu Kazunori Sasaki: Iokai Shiatsu La sua innovazione andò a stravolgere anche le mappe millenarie di agopuntura ortodosse. Attraverso la sua ricerca personale e la sua percezione, ritornò a studiare i testi antichi, rimappò i meridiani elaborandone una nuova carta. Al momento della sua elaborazione, si pensava fossero nuovi percorsi energetici ma il suo lavoro era orientato a ridare dignità alle mappe antiche e a ritrovare ciò che era nascosto sotto la polvere dell’ottusità e dell’automaticità. Come la risposta di Michelangelo, a chi gli chiedeva il segreto nel gesto artistico della Pietà: “Ho soltanto tolto dal blocco di marmo ciò che ritenevo essere in più”, Masunaga di par suo, da buon ricercatore e psicologo, rispondeva all’ottusità e al conservatorismo della tradizione mettendo in dubbio il sapere costituito recuperando ciò che emergeva dal lavoro costante e pragmatico. Così nacquero i suoicosiddetti:“Meridiani estesi”, la sua Mappa Colorata e il Keiraku Shiatsu: lo Shiatsu dei Meridiani. Attingendo dalla tradizione della Medicina Kampo per Meridiani intendeva la globalità dell’individuo e come essi rispondevano sul piano fisico-emotivo-psicologico-spirituale. I meridiani, nella sua teoria, da percorsi energetici si trasformano in funzioni Psico/Energetiche.
La SCUOLA NA.SA.ME.CU.12 E LO PSICOSHIATSU© La Psicologia è una delle tante ramificazioni possibile che lo Stile Masunaga permette. All’interno dei suoi scritti emerge, con grande carattere, questa sua propensione e tra i suoi testi ce n’è uno in particolare (non ancora tradotto ma in fase di lavorazione da parte di una casa editrice Milanese) che tratta di Psicologia Clinica per Operatore Shiatsu che lui scrisse oltre 35 anni fa, ciò a testimonianza dell’importanza che dava alla psicologia nella formazione dell’operatore Shiatsu. Alla scuola Nasamecu di Aprilia, fondata da me nel 2005, è ormai consuetudine, da oltre 10 anni, l’inserimento all’interno della didattica Shiatsu di questo filone con lo studio della Psicologia Evolutiva, della Neuroplasticità Cerebrale e della Psicologia Corporea Neo- rechiana. Ciò permette all’Operatore Professionista, di comprendersi e di scoprire parti di se altrimenti impossibili da conoscere, ma soprattutto l’opportunità che si concede attraverso l’esperienza autoconoscitiva di diventare consapevole anche dell’altro, nella sua personale storia corporea. Attraverso la pratica dei Meridiani, che nello stile Masunaga diventano Funzioni PsicoEnergetiche, l’allievo è in grado di individuare, poi, nella struttura NeuroMuscolare, lo squilibrio energetico più evidente. Questo stile di Shiatsu, nato spontaneamente dopo anni di studio e ricerca di pratica del Keiraku Shiatsu, l’ho denominato Psicoshiatsu.© Sarà oggetto di discussione e di approfondimento in un successivo articolo nel quale saranno esposti i 4 principi base. Cosa fare per diventare un Operatore Shiatsu Professionale? Coloro che sono interessati a diventare Operatori Shiatsu, devono compiere uno specifico percorso didattico teorico-pratico di almeno 500 ore. Quello della Nasamecu è strutturato in un triennio su un monte ore di 1200. Il programma copre tutte le competenze previste dalla normativa in tema di Discipline Bio-Naturali. L’iter formativo garantisce all’allievo competenze su filosofia e medicina cinese, comunicazione verbale e non verbale, elementi base di anatomia, fisiologia e psicologia generale, psicologia dello sviluppo e psicologia corporea. Molta pratica ma soprattutto un profondo lavoro su sé stessi tale da assicurare all’allievo competenza, professionalità, apertura, ascolto, comprensione e rispetto dell’altro nella sua globalità. ____________________________________________________________________________________________ 12. Acronimo ippocratico NA.tura SA.nat ME.dicus CU.rat utilizzato da George Groddeck dando il titolo al suo libro.
Lo Shiatsu e le libere professioni Lo Shiatsu è legato al panorama del benessere e al mondo olistico, e la forma lavorativa più idonea è quella indipendente e/o collaborativa. L’ambito dove lo Shiatsu si inserisce è reso noto con il termine di “libere professioni non regolamentate” per il quale, nel febbraio 2013, al Parlamento è stato approvato un disegno di legge da parte della Camera dei Deputati e successivamente, nel dicembre dello stesso anno, approvato dal Senato della Repubblica e dalla Camera diventando a tutti gli effetti legge di Stato, la Legge n.4 del 2013. Tale regolamentazione sancisce la libertà di esercizio della professione fondata sull’autonomia, sulle competenze e sull’indipendenza di giudizio intellettuale e tecnica, nel rispetto dei princìpi di buona fede, dell’affidamento del pubblico e della clientela, della correttezza, dell’ampliamento e della specializzazione dell’offerta dei servizi, della responsabilità del professionista. La Rivoluzione Digitale INIZIA con SHIATSU R-EVOLUTION: Ma in Shiatsu R-evolution...che consiste sta' RIVOLUZIONE? Be', bella domanda...molti me lo hanno chiesto e ora ho finalmente lo spunto per spiegarlo. Come hai potuto vedere sulle Landing Page delle varie promozioni che di solito faccio il titolo di testa è: DIVENTA OPERATORE SHIATSU CERTIFICATO! Ok...fin qui nessuna rivoluzione...(anche se...vabbe…’) ...ma se approfondisci la lettura e non ti distrai troppo scopri che in questo evento la vera rivoluzione è: il DIGITALE. Nei vari biglietti, oltre alla partecipazione, sono infatti compresi: Area riservata Manuale in pdf VideoCorsi Audiocorsi far parte di un gruppo privato Call e VideoConsulenze …già questo rispetto ad altre scuole, che utilizzano ancora il modello sorpassato "new age" di “para..guru” e seguace con 2/3 allievi nell' ”associazioncina” nascosta, è una grande rivoluzione! ( scusami ma quando ce vo ce vo); ...se poi ci inserisci la "SUPERNOVITA'" NASAMECU...allora capisci perchè R-evolution. Mi spiego: Una delle motivazioni, per cui molti non hanno acquistato il biglietto di partecipazione all’EVENTO alla prima scadenza quella del 2 settembre 2019, è stata la distanza. DETTO, FATTO, RISOLTO! Eccomi qui con la soluzione pronta, quella che utilizziamo spesso nella nostra scuola quando gli allievi sono impossibilitati a partecipare alla lezione.
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INTRODUZIONE AL CORSO L’essere umano lo si potrebbe definire una macchina bio-elettromagnetica, la quale, per poter esistere e continuare ad esistere deve apportare costantemente e continuamente energia. Per ovviare a ciò, deve immettere all’interno di essa specifiche sostanze poi da trasformare in specifica bioenergia. Le 3 sostanze fondamentali da trasformare in energia per la nostra salute sono: Inconsapevolezza Consapevolezza 1. Qualità dei pensieri: Sistemi di credenze ereditate Auto-osservazione Dialogo interiore sabotante Auto-affermazioni Apnea vitale Attenzione al Respiro 2. Qualità dei Nutrienti: Cibo tossico Cibo e nutrienti emotivi Emozione tossiche Staticità Qi-qong 3. Qualità del movimento: Posture scorrette Tai-qi Tensioni I 6 Taoisti Il lavoro per la trasformazione in energia di queste sostanze avviene alchimicamente all’interno di tre sedi denominate 3 Riscaldatori o DanTien. Essi hanno proprio la funzione di caldaie o fornaci all’interno delle quali le sostanze vengo trasformate in nutrienti per lo specifico settore a cui sono deputate, producendo specifica energia da immettere o raccogliere dai meridiani energetici. Queste 3 zone potremmo definirle in termini più coerenti, per il nostro percorso, i 3 Tao. Inizia da qui dal Tao. Simbolo, inflazionato e superficializzato molto apprezzato se tatuato o agghindato su collane e braccialetti ma poco compreso su un piano universale, secondo i canoni Taoisti. Tao è un antico simbolo che letteralmente significa via o sentiero. E’ l’eterno movimento grazie al quale tutto si può manifestare e ogni essere materiale e immateriale è pregno dell’energia da esso generata. E’ la manifestazione visibile dell’universo nella sua forma, come se fermando questo continuo divenire, ne estraessimo un fotogramma. Esso archetipicamente sostiene: - che tutto è relativo, niente è fermo e tutto è in movimento.
- che l’universo può esistere materialmente grazie ai due principi fondamentali lo Yin e lo Yang e che nessuno è meglio dell’altro, ma grazie ad essi e alla loro contrapposizione tutto si può manifestare. - che è sempre presente parte dell’uno nell’altro. I principi che costituiscono lo Yin e lo Yang oltre a contrapporsi, per creare l’energia che permette il movimento della vita, si integrano completandosi. Yin Yang BUIO LUCE LUNA SOLE DONNA UOMO FREDDO CALDO CORPO MENTE MATERIA ENERGIA …… ……. Pertanto la resistenza scatenata dal movimento genera quell’attrito prezioso, il quale a sua volta dà origine all’energia il Qi, che se assimilato e compreso ci fa evolvere. E quest’attrito si può riscontrare ovunque ci sia vita poiché nascendo dalla vita, da’ origine alla vita. Le esperienze che di solito riteniamo essere tragiche, invalidanti, pesanti si rivelano poi, una volta assimilate, foriere d’insegnamenti e ci ritroviamo a benedirle nonostante i momenti drammatici. Quest’energie generate dal contrasto tra gli opposti originano dai 3 centri vitali: 1. Dal rimuginio mentale: Pensieri che immettiamo all’interno del sistema mentale che collidono con ciò che è già presente e archiviato nella mente. 2. Dal movimento corporeo: Movimenti e posture ormai cronicizzate alle quali siamo abituati e rinunciamo a modificarle. 3. Dall'incapacità di rinnovare il vocabolario emotivo. Centro mentale Centro Emotivo Centro Istintivo
Questi centri li dobbiamo considerare nevralgici poiché tra loro e al loro interno si intersecano i meridiani energetici che attraversando il corpo, dalla testa ai piedi, dal centro vero la periferia e dal basso verso l’alto, con il loro nutrimento energetico, emotivo, mentale, spirituale, trasmettono ai centri e dai centri l’energia prodotta e se quest’ultima è contaminata o si contamina durante il percorso, la tossicità viene convogliata in tutto sistema corpo-mente. Nel libro: “Psicoshiatsu. L’arte di cambiare te stesso” parlo di una tecnica fondamentale che suddivido in 3 processi fondamentali per il rinnovamento di questi 3 centri: l’auto-osservazione. L’auto-osservazione è lo strumento che ci permette di uscire dalla meccanicità dei processi psico- corporei E i 3 step per attivare questi processi sono : - Ascoltarsi: Riconoscere le forme pensiero che abitualmente attiriamo e con le quali reciprocamente ci nutriamo, riconoscere il dialogo interiore e renderlo costruttivo con le autoaffermazione e la meditazione. - Conoscersi: Riconoscere le posture scorrette che abitualmente assumiamo che costituiscono la corazza muscolare e sostengono quelle mentali permettendo il fluire dell’energia costruttiva da un centro all’altro in corpo rendendo il sistema mente/corpo più consapevole, più sciolto, più elastico. In questo ci saranno di aiuto i 6 Taoisti di Lunga vita. - Realizzarsi Diventare un uomo realizzato, che non vuol dire un guru o un santo, ma più consapevole, più presente, più autonomo e meno manovrabile ma ciò può avvenire se i due punti precedenti vengono costantemente e quotidianamente praticati.
1. ASCOLTARSI Nell’attuale momento evolutivo e sociale bombardato da armi di distrazione di massa, vedi tv, social, internet, si è persa l’attitudine ad ascoltare se stessi vivendo la propria vita come automi che inconsciamente eseguono a comando degli ordini dettati da programmazioni interne. Il 75- 80% della durata di una giornata, noi viviamo “dormendo in piedi”, il rimanente 15-20% dormiamo distesi, il restante 5-10%, circa, viviamo barlumi di coscienza consapevole. “Mamma mia”, dirai “assurdo!” Ma è proprio così. Alla nascita il bambino porta con sé un patrimonio genetico e s’instaura in un ambiente familiare, sociale, polito, religioso già esistente e il compito di queste istituzioni è di “edu…castrare”, più che educare, per controllare la moltitudine di persone esistenti. In sintesi ci propinano dei sistemi di credenze in conformità a programmi decisi e ormai perpetuati, da generazioni in generazioni, da sistemi di poteri per il controllo delle masse. Quindi come robot inconsapevolmente, la maggioranza delle persone al pari del tuo computer rispetta delle applicazioni, dei programmi, delle installazioni processate ancor prima che tu nascessi e guai uscirne al di fuori, pena l’allontanamento e l’esclusione da una società con un pensiero comune, riunito in complessi stereotipati di atteggiamenti, modalità comunicative pianificate e pronte a puntare il dito su chi cerca di destabilizzare lo status inculcato con il diverso. Chi ci ha provato nella storia ha pagato un prezzo molto caro: Giordano Bruno, Osho, Gesù Cristo, Ipazia, W.Reich, M.L. King, Ghandi, Malcom X. Personaggi, evoluti, come quelli citati, hanno sfidato establishment e i sistemi di potere di allora smuovendo le masse ed era giusto farlo poiché sentivano che quella missione e quell’ideale, era di rendere libere le persone dalle catene mentali e dare strumenti di autonomia. Torniamo alla filosofia del Tao, il simbolo Taoista, e vediamo come può insegnarci qualcosa a riguardo. Essa sostiene che attraverso l’unione degli opposti c’è la manifestazione della natura e dell’energia. Quindi, noi viviamo in un universo di energia, ma allo stesso tempo anche noi siamo costituiti di energia, che addensandosi per strati o, corpi sottili, diventa forma, materia, muscoli, sangue, ossa. All’interno di questo mare energetico, nel quale siamo immersi, ci sono forme di vita di ogni genere tra cui manifestazioni di frequenze di ogni tipo. Noi stessi siamo costituiti di frequenze/informazioni, con le quali alimentiamo il nostro sistema bio-elettromagnetico. Molti superficializzano su questa teoria e ritengono che la vita sia solo ciò che esiste e così facendo riducono il loro potenziale interiore, vivendo una vita frenetica, frustante e insoddisfatta non sapendo o meglio non ricordando più che sono parte integrante di un sistema energetico sempre in comunicazione e si comportano come il pesciolino della pagina successiva. Siamo un biosistema-elettromagnetico dove l’energia che lo alimenta è generata dalla sinergia dei 3 centri vitali con il sistema di meridiani, i quali non sono soltanto delle linee che attraversano il nostro corpo, in lungo e in largo, ma all’interno di esse ci sono frequenze dal significato fisico, energetico, mentale, emotivo, spirituale e rappresentano il nostro sistema mente-corpo. Queste energie, a secondo della loro rarefazione e della loro consistenza, si addensano e ci costituiscono entrando in risonanza con il resto delle energie che ci affiancano e del quale questo mare ne è pregno. I sistemi di credenze, convinzioni sul mondo e sulle persone sono uno degli alimenti di cui il nostro sistema si nutre e il dialogo interiore individuale lo alimenta continuamente coordinandolo, organizzandolo, determinando così il richiamo a quelle stesse frequenze, forme pensiero o egregore, (guarda l’immagine fra due pagine), sparse qua e là nel mare energetico, le quali aspettano solo di nutrirsi della loro stessa energia, determinando e rafforzando la natura di quelle nostre emozioni in un gioco di reciprocità ciclica. Molti inveiscono contro un sistema occulto, cercando ovunque un potere manipolativo proiettando al di fuori la violenza e l’odio insito e presente in loro stessi. Cercando di fare rivoluzioni per ogni cosa per un pizza arrivata in ritardo, per uno sportello che non funziona, per una multa ritenuta ingiusta.
Come fare per spezzare il ciclo ripetitivo dei nostri sistemi di credenze, forme pensiero tale per cui eviteremmo di attirare le egregore vampirizzandoci? Questo processo può sembrare inarrestabile, certo può diventarlo e per molti lo è, ma ciò può accadere solo se siamo noi a permetterlo, mantenendo la frequenza alla loro stessa frequenza. Immagini tratte dal libro: “Dice lo zen”
LE FORME PENSIERO O EGREGORE Odio Rabbia Rabbia Pau ra o odi Paura Terrore
Come fare per modificare la frequenza? Beh come si fa con le stazioni radio in macchina, passare ad un’altra emittente radio. E praticamente? Scoprire cosa ci diciamo continuamente stare attenti al il dialogo interiore, osservarlo insieme ai nostri pensieri costantemente e quotidianamente. Pe farlo c’è da comprendere il funzionamento della macchina biologica più misteriosa che l’essere umano possiede: il cervello. IL CERVELLO “L'uomo semina un pensiero e raccoglie un'azione; semina un'azione e raccoglie un'abitudine; semina un'abitudine e raccoglie un carattere; semina un carattere e raccoglie un destino. L'uomo costruisce il suo avvenire con il proprio pensare ed agire. Egli può cambiarlo perché ne è il vero padrone". S. Sivananda E’ quella massa gelatinosa di circa 2 chili che sta in un palmo della mano ed è costituita da almeno 100 miliardi di cellule cerebrali: i neuroni, che organizzate, lo costituiscono e attraverso un complesso meccanismo chiamato sinapsi comunicano tra loro internamente e con le altre strutture più profonde all’interno di esso. Il neurone può ricevere impulsi in entrata e in uscita da centinaia o migliaia di punti di collegamento ogni secondo: come una sorta di enorme e precisissima centralina telefonica. La cellula calcolerà istantaneamente la somma di tutti i dati ricevuti in entrata e li reindirizzerà ad altre cellule iniziando ad attivare delle risposte fisiche, chimiche, mentali ed emotive. Un vasto ciclo di scoperte, riguardanti la trasduzione dell’informazione nel cervello, che si è sviluppato durante gli anni cinquanta e sessanta, è stato iniziato da Meyers e Sperry (1953), i quali hanno trovato che, quando nel gatto le connessioni nervose (il corpo calloso) tra l’emisfero destro e quello sinistro venivano tagliate, ogni emisfero funzionava in parte palesemente per conto suo.
Poiché sembrava che tale intervento non menomasse le facoltà mentali, Sperry (1964) e i suoi colleghi fecero ricorso a questa procedura chirurgica con soggetti umani accuratamente selezionati che erano stati colpiti da attacchi epilettici gravissimi e incontrollabili grand mal. Se la causa prima dell’epilessia era localizzata in uno dei due emisferi cerebrali, essi pensavano, l’operazione come minimo avrebbe impedito alla forza dell’attacco di estendersi all’altra metà del cervello. L’operazione ebbe un eccezionale successo nel mitigare gli attacchi dell’epilessia. A parte questo, quando alcuni psicologi esaminarono con cura questi pazienti con emisferi separati, si sono imbattuti in una serie di affascinanti scoperte relative alle sostanziali differenze riscontrate nel modo in cui l’informazione viene trasdotta o elaborata nell’emisfero destro rispetto a quello sinistro (Gazzaniga, 1967, 1985). Se ne dedusse che l’emisfero sinistro è specializzato nella trasduzione linguistico-verbale del linguaggio, mentre quello destro assolve un compito più preponderante nella trasduzione dell’informazione olistica, analogico-metaforica, che è tipica degli stati emotivi, dell’immaginazione e, in particolare, dell’immagine corporea. Sintetizzando le specializzazioni emisferiche, si possono individuare le seguenti caratteristiche per l'emisfero dominante (sinistro nel destrimane e in buona parte dei mancini): maggiore abilità per i compiti analitico verbali, analitico spaziali e temporali, aritmetici, ideazionali, maggiore competenza a cogliere gli aspetti rilevanti degli stimoli elaborando l'informazione in modo sequenziale, attraverso l'analisi delle singole parti. Utilizzando un termine informatico possiamo definire la modalità di elaborazione come digitale. Essa risulta estremamente efficiente per operazioni matematiche, linguistiche e per la formulazione di concetti astratti. Lo stile cognitivo di questo emisfero coincide con i cosiddetti processi secondari della psicoanalisi. Esiste inoltre un collegamento con lo stato di coscienza ordinario e una maggiore performance per le emozioni positive. L'emisfero non dominante sembra specializzato per compiti visuo-spaziali, musicali, geometrici, sintetici spaziali e temporali. Lo stile cognitivo è in grado di integrare diversi stimoli simultaneamente con un comportamento analogico-sintetico, quasi non verbale, olistico, molto efficace per le attività visivo- spaziali, la coordinazione motoria nello spazio, la comprensione della tonalità musicale. Il suo stile cognitivo coincide con i "processi primari" della psicoanalisi. Non esiste un collegamento con lo stato di coscienza ordinario, la performance è maggiore per le emozioni negative e per quelle attività che richiedono una percezione simultanea del tutto (percezione olistica), per la creatività artistica e scientifica, quindi per le intuizioni. Esistono evidenti analogie fra la fenomenologia della trance autogena e le funzioni dell'emisfero destro già sottolineate da Erickson e Rossi. LA NEUROPLASTICITÀ “Vuoi vedere cos’hai pensato ieri osserva il tuo corpo e la tua situazione esistenziale oggi. Vuoi modificare la tua situazione esistenziale e il tuo corpo domani? Comincia con il modificare i tuoi pensieri!” Anonimo indiano E. R. Kandel, premio Nobel per la medicina nel 2000, ha dimostrato per la prima volta che i neuroni “mutano” se stimolati. Ciò conferma la teoria che l’esperienza modifica il cervello. Non è più considerato un organo rigido, come si riteneva nel passato, il cervello è ad oggi ritenuto un organo plastico predisposto all’evoluzione, molto dipendente dall’ambiente e dalle esperienze in un continuo processo di auto creazione, capace cioè di modellarsi e rimodellarsi. Le emozioni poi svolgono un ruolo cruciale nell’organizzazione dell’attività del cervello. Gli stimoli emotivi, infatti, sono tra i più potenti attivatori dei sistemi cerebrali ed il collante che permette il consolidamento della credenza. Più ampia è stata la nostra gamma di emozioni, che da bambino abbiamo esperito, maggiore sarà lo spettro emotivo della mente che sviluppa emozioni. Il tuo cervello, quindi, è di per sé predisposto per acquisire esperienze e modificarsi, non facendolo, per sua natura, tenderà a girare sulle stesse informazioni come un disco rotto, inducendoti
nell’abitudine, nei pensieri ossessivi, nelle solite credenze e convinzioni sul mondo e sulle persone, perpetuando continuamente gli stessi atteggiamenti con i conseguenti soliti risultati. Nel cervello, però, non esiste l’eliminazione ma solo la sostituzione. Questi processi prestabiliti, i nostri collegamenti neuronali che costituiscono le nostre C.T.I., non possono essere eliminati ma modificati. Per eseguire questa sostituzione, bisogna rimpiazzare i circuiti neuronali esistenti con circuiti nuovi. Questo è permesso dalla plasticità cerebrale, la flessibilità stessa dei collegamenti tra i neuroni, attuabile attraverso la riprogrammazione. Per distorcere e inventare la realtà per sostenere le proprie credenze, l’essere umano, crea, in sostanza, un numero illimitato di giustificazioni. Molti pensano che il pensiero positivo tradizionale sia sufficiente a modificare le proprie convinzioni e a far si che le cose accadano. Purtroppo non è cosi banale o semplicistico il lavoro da fare. Certo è importante essere positivi ma ciò non basta. Per sostituire le C.T.I., che hanno costituito parte del tuo cervello fino a ieri c’è bisogno che le nuove credenze, quelle costruttive, da installare con l’autosuggestione diventino continue, costanti quasi un ossessione, in breve: un abitudine. Però le credenze negative e quelle costruttive non possono coesistere nello stesso tempo. Una delle due deve prevalere sull’altra, la decisione spetta a te, a quali delle due vorrai sottostare. Con abbastanza intensità emozionale e ripetizione, il nostro sistema nervoso prova qualcosa di reale anche per ciò che non è mai successo. Quindi per sostituire le vecchie credenze con quelle nuove auto-realizzanti devi potenziare il nuovo messaggio che invii al cervello di forte autosuggestione e carica emozionale, come se il cambiamento stesse accedendo proprio in quel preciso momento. LA PRATICA 1. Le autoaffermazioni Bene ora che sai cos’è il cervello e come funziona cerchiamo di trovare degli strumenti che possano contrastare fino a modificare questi sistemi di credenze e convinzioni che abbiamo nei nostri programmi e archivi di memoria. Innanzitutto cominciare a fermarsi, a spostarsi fino a sfilarsi dagli ingranaggi automatici del vivere quotidiano, portando attenzione a se stessi è il primo passo. Poi di seguito scoprire i veri bisogni individuali, le proprie esigenze. Iniziare a farsi domande, a chiedersi: ma è questa la vita che voglio continuare a vivere? La mia vita è più orientata all’amore, alla gioia alla fiducia oppure alla preoccupazione, al pessimismo, all’infelicità, all’aggressività. Compila queste colonne con sincerità e rispetto per te stesso. A. Cosa faresti fare in questo momento se non avessi impedimenti? 1. 2. 3. 4.
B. Cosa o chi ti impedisce di farlo? 1. 2. 3. 4. C. Chi o cosa potrebbe aiutarti? 1. 2. 3. 4. D. Chi ti giudicherebbe se tu lo facessi? 1. 2. 3. 4. E. Quali termini userebbe per sabotarti ? 1. 2. 3. 4.
F. Cosa potresti dire a te steso di positivo, costruttivo e motivante in risposta a queste critiche? 1. IO…………………………………………………… 2. IO…………………………………………………… 3. IO…………………………………………………… 4. IO…………………………………………………… NOTE ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________
2. CONOSCERSI 7° Chakra Centro mentale 6° Chakra 5° Chakra Centro emotivo 4° Chakra 3° Chakra Centro istintivo 2° Chakra 1° Chakra Eccoci arrivati allo secondo step. Come già detto nell’introduzione possediamo tre centri fondamentali i quali all’interno di essi albergano i chakra che modellano le frequenze energetiche deputate a funzioni specifiche. Essi portano informazioni nei meridiani e dai meridiani all’esterno, per permettere ai nostri campi di attrarre e riflettere le relative esperienze. Quindi è di capitale importanza mantenere un’attenzione a ciò che immettiamo all’interno di questo sistema energetico. Portare attenzione al corpo, come abbiamo imparato a portare attenzione a ciò che immettiamo nella mente attraverso il dialogo interiore e i pensieri, è di vitale importanza. Quindi cominciare a conoscersi meglio a livello corporeo osservando posture, tensioni attraverso la pratica di esercizi specifici aiuterà a mantenere una salute mente-corpo il più possibile sana. Ecco che allora gli esercizi taoisti di Lunga vita entrano in gioco, come strumento bioenergetico oltre che biologico attivando la nostra parte più profonda e percettiva. Ma affinchè ciò possa accadere c’è bisogno di rispettare 3 principi base: 1. Non considerarli come esercizi di prestazione, competizione ma di percezione. 2. Porre attenzione al respiro che verrà costantemente seguito come parte attiva e presente. 3. Portare la mente nel corpo, utilizzando le immagini mentali come guida e attivazione.
Gli Esercizi Taoisti di Lunga Vita sui Meridiani IL METALLO: Polmone e Intestino Crasso _______________________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ LA TERRA: Milza e Stomaco ____________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________ IL FUOCO ASSOLUTO: Cuore e Intestino Tenue ____________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ L’ACQUA: Rene e Vescica Urinaria ____________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________
IL FUOCO ASSOLUTO: Maestro del Cuore e Triplice Riscaldatore _____________________________________________________________________________________________ ______________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ IL LEGNO: Fegato e Vescica Biliare __________________________________________________________________ ____________________________________________ _____________________________________________________ ATTIVARE IL CENTRO EMOTIVO “La vera rivoluzione è la meditazione” L. Barreca Oggi la rivoluzione è collettiva, è silenziosa. Il Dalai Lama ha affermato in un intervista: “Se noi insegnassimo a tutti i bambini di 9 anni la meditazione, noi elimineremmo la violenza nel mondo in una generazione.”Forte quest’affermazione, non ti sembra? La meditazione, uno strumento apparentemente semplice ma di una potenza maggiore della bomba atomica! Molti esperimenti scientifici recenti confermano sempre più profondamente le ipotesi secondo cui la mente dell’uomo può avere un effetto determinante sulla realtà che lo circonda. Il diffondersi della meditazione, grazie agli studi permessi dal Dalai Lama a molti praticanti buddisti, ha attirato e spinto sempre più scienziati, medici, biologi e fisici ad indagare con mezzi tecnici le verità trasmesse dai più antichi testi sacri indiani e dalle scuole indiane di yoga. In questo processo interviene un organo poco compreso spiritualmente: il cuore. Nelle culture Asiatiche, medio-orientali, come nella medicina cinese, il cuore è considerato il centro della saggezza. Dagli esoterici spirituali, agli alchimisti occidentali, passando dai protocristiani, per finire ai padri del deserto del I sec d.C., il cuore è sempre stato il centro fondamentale nel quale si genera il fuoco nel quale si convogliano le verità per la trasformazione dell’umanità individuale e generale. Per la tradizione vedica è il mediatore tra cielo e terra. Nel mondo scientifico della medicina classica, il cuore è sempre stato, ed è tuttora, considerato un muscolo che pompa sangue, con un ruolo certamente importante, ma nient’altro che un muscolo. Da anni però la scienza medica meccanicistica sta facendo i conti con le nuove tecnologie, che essendo più raffinate e più precise stanno mettendo in seria difficoltà i pilastri, sui quali, da centinaia di anni essa si è poggiata, dando ragione a ciò che, da più di 5000 anni, viene affermato dalle sapienti culture antiche. Infatti, queste nuove ricerche affermano che il cuore è un sistema a sé stante che detiene un’importante supremazia vibrazionale sul resto dei nostri organi e determina la qualità di relazione e di salute anche degli altri. Ogni individuo è circondato da una serie di campi elettromagnetici misurabili quello del cuore, del cervello sono quelli più presi in esame da queste indagini. Ad una prima considerazione si può pensare che il cervello, organo che detiene il potere nella società razionalista
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