"Apriamo gli occhi!" Percorsi per alunni di 7/8 anni - CBM Italia Onlus

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"Apriamo gli occhi!" Percorsi per alunni di 7/8 anni - CBM Italia Onlus
“Apriamo gli occhi!”
Percorsi per alunni di 7/8 anni

 Tanti percorsi, un unico traguardo: la solidarietà!
 Abbiamo pensato per voi percorsi suddivisi in base al tempo che
 riuscirete a dedicare alle attività, ma potrete sempre decidere
 di modificarli a vostro piacimento, aumentando o riducendo il
 numero e il tipo di attività!

 Percorso 1: “La settimana dell’inclusione” - 5 attività
 Un’intera settimana dedicata all’aiuto reciproco, all’empatia e alla
 scoperta di come vivono i bambini dall’altra parte del mondo. Per
 un’immersione del tema ancora più coinvolgente, potrete “vestire” tutta
 la scuola con cartelloni e disegni, organizzare eventi speciali e declinare il
 tema dell’inclusione anche nelle altre materie.
 Periodi suggeriti: la seconda settimana di ottobre - settimana della
 Giornata Mondiale della Vista (secondo giovedì di ottobre) – oppure la
 prima settimana di dicembre - settimana della Giornata Mondiale delle
              Persone con Disabilità (giovedì 3 dicembre) - oppure una
              settimana scelta insieme ai bambini, che da quel momento
              sarà ogni anno per l’Istituto la “settimana dell’inclusione”.

 Percorso 2: “Il mese della solidarietà” – 7 attività
 Sette attività speciali da svolgere durante tutto il mese, per una
 scorpacciata di scoperte ed esperienze di solidarietà.
 Periodi suggeriti: potete scegliere il mese che preferite, consigliamo
 gennaio per iniziare il nuovo anno con una carica di
 positività, ma sono perfetti anche ottobre, Mese della Vista,
 o novembre, il mese in cui cade la Giornata del Fanciullo.
"Apriamo gli occhi!" Percorsi per alunni di 7/8 anni - CBM Italia Onlus
Percorso 3: “Un anno in viaggio con Cibì” – 10 attività
Cibì è il piccolo rinoceronte, mascotte di CBM Italia, che, con la sua
squadra, viaggia in tutto il mondo per portare aiuto dove c’è più bisogno,
con grande impegno e la giusta dose di sorriso e divertimento. In questo
percorso lungo tutto l’anno, sarà lui la vostra guida d’eccezione, insieme
alla sua buffa e strampalata squadra: Sita, Rafi, Leonard, Diego, Agnes.
Periodi suggeriti: dedicate un giorno al mese o alla settimana al viaggio
con Cibì. Potrebbero diventare per esempio i “lunedì dell’inclusione”, per
iniziare ogni settimana o mese con una nuova tappa del
viaggio alla scoperta della solidarietà.
Attività 1

Si parte insieme a Cibì!

 Obiettivo                              Durata - 45 min
 Far immergere i bambini sin
 da subito nel percorso che
 andranno a svolgere con i propri
 compagni di classe. Sviluppare
 la creatività e la condivisione        Materiali
 attraverso il lavoro di gruppo,
 approfondendo la conoscenza             •   matita
 delle tematiche affrontate              •   fogli A4
 da CBM, come inclusione,                •   pennarelli
 solidarietà e disabilità.               •   scotch di carta
                                         •   spago o nastro di qualsiasi
                                             tipo

 Prima di giocare
 Per cominciare insieme alla vostra classe l’avventura che stanno per
 intraprendere, presentate Cibì, il protagonista che li accompagnerà
 durante questo meraviglioso percorso. Cibì e la sua squadra sono sempre
 in giro per il mondo, in Asia, Africa e America Latina, per portare
 aiuto e solidarietà dove ce n’è più bisogno, ma anche per comunicare,
 soprattutto ai bambini, i valori e il lavoro di CBM Italia.
Attività 1

 Il gioco
 Dividete la classe in gruppi e chiedete ai bambini di realizzare degli
 striscioni che vi terranno compagnia durante l’anno scolastico e che
 conterranno alcune frasi che vi suggeriamo di seguito.
 Per la realizzazione degli striscioni basterà procurarsi dei fogli A4 sui
 quali i bambini potranno scrivere e disegnare, forbici per ritagliare le
 bandierine che serviranno a comporre ogni striscione, colori e tanta
 fantasia!

 Una volta completato lo striscione non resta che appenderlo a un filo o
 alla parete.

 Suggerimenti striscioni:
 In viaggio con CBM (Inserite, se volete, all’inizio della frase la vostra
 classe, per es. “La IV B in viaggio con CBM”)
 Apriamo gli occhi!
 Si parte insieme a Cibì

 Guardate degli esempi qui

 Per conoscere meglio il lavoro di CBM guardate il cartone animato
 Le Avventure di Cibì sul canale You Tube oppure leggete i fumetti che
 raccontano tante storie interessanti cliccando su questo link e sfogliate
 l’ultimo numero del giornalino Occhiolino
Attività 2

Disegni… animati!

 Obiettivo                                  Durata - 30 min
 Sviluppare l’ascolto attivo
 attraverso Le Avventure di Cibì,
 il cartone animato che parla
 di inclusione e solidarietà ai             Materiali
 più piccoli, che avranno modo
 di conoscere il lavoro di CBM,             • foglio di qualsiasi
 di Cibì e della sua fantastica               dimensione
 squadra. Accrescere la propria             • matita da disegno
 creatività e abilità artistiche.           • colori (matite, pennarelli,
                                              pastelli a cera…)

 Prima di giocare
 Tutto comincia a bordo di un aereo molto speciale, dove arrivano le
 richieste di aiuto da bambini che hanno una disabilità: non possono
 vedere, camminare, sentire…
 Subito Cibì e la sua squadra organizzano i soccorsi in maniera molto
 creativa, a volte sorprendente...e anche divertente.
 La fantastica squadra è composta da Cibì, il piccolo rinoceronte sempre
 pronto ad aiutare i bambini in difficoltà; la scimmia Rafi, il pilota
 d’aereo; l’antilope Agnes, l’operatrice sul campo; il leopardo Leonard,
 l’ingegnere; il coccodrillo Diego, il maestro e artista e infine l’elefantessa
 Sita, il medico.
 Grazie alla capacità e alle buone idee dell’intera squadra tutto finisce
 bene. I nostri eroi possono così tornare alla base, pronti a partire per
 nuove missioni e nuove avventure.
Attività 2

 Il gioco
 Guardate, insieme ai vostri alunni, un episodio del cartone animato “Le
 Avventure di Cibì” disponibili sul canale YouTube per scoprire una delle
 avventure di Cibì e della sua squadra.
 Dopo aver guardato l’episodio, chiedete ai bambini di disegnare Cibì e
 la sua squadra e di inserirli nel contesto che preferiscono (es. ospedale,
 villaggio, scuola…).
 Per ricordare meglio qualche dettaglio dei personaggi, di seguito trovate
 il disegno dell’intera squadra.

 Per conoscere meglio il lavoro di CBM guardate il cartone animato
 Le Avventure di Cibì sul canale You Tube oppure leggete i fumetti che
 raccontano tante storie interessanti cliccando su questo link e sfogliate
 l’ultimo numero del giornalino Occhiolino
Attività 3

Lo scudo del padre

 Obiettivo                                   Durata - 50 min
 Riflettere sul significato della
 gentilezza e di quanto sia
 importante non alimentare
 i sentimenti di rancore,
                                             Materiali
 risentimento, vendetta, dando
 spazio piuttosto al perdono e
                                             •   fogli di qualsiasi tipo
 alla comprensione per vivere in
                                             •   oggetti scelti allo scopo
 serenità e in pace con gli altri.
                                             •   scotch

 Prima di giocare
 Proponete ai bambini di leggere insieme la storia etiope “Lo scudo del
 padre” e commentate l’iniziativa del padre e la sua decisione finale.

 Lo scudo del padre
 C’era una volta presso i Sidama, nel sud dell’Etiopia, un padre che aveva
 tre figli. Era una brava persona eppure aveva un nemico: un mercante,
 che lo aveva imbrogliato e derubato.
 Un giorno quel padre, ormai anziano, chiamò i suoi figli e disse loro:
 - Io sono vecchio e stanco e non ho più forze per lavorare la campagna.
 Affido a voi perciò tutte le mie proprietà. A te, che sei il maggiore, lascio
 il bestiame. A te, che sei il secondogenito, lascio i campi. E a te, che sei il
Attività 3

 minore, lascio la piantagione di caffè.
 Ecco, vi ho dato tutto tranne una cosa sola, la più importante.
 Il padre indicò lo scudo appeso sopra il suo letto.
 - Questo scudo – disse, – appartenne a mio padre e prima di lui al padre
 di mio padre e prima ancora a suo nonno. È la cosa più preziosa che
 abbiamo in famiglia.
 - Affidalo a me! – esclamarono insieme i tre fratelli.
 Il padre li guardava pensieroso.
 - Vi metterò alla prova – decise. – Lasciate questa casa e andate per il
 mondo. Dovete essere buoni e gentili con le persone che incontrerete.
 Ricordate, non c’è cosa più grande di una buona azione. Tra un mese
 tornate qui e io saprò chi di voi merita lo scudo. I tre fratelli lo salutarono
 e partirono.
 Dopo un mese, tornarono e subito si presentarono al padre che, sempre
 più stanco e ammalato, li aspettava nel letto, sotto lo scudo.
 Il padre chiese ai tre figli: - Siete stati buoni e gentili con le persone che
 avete incontrato sulla vostra strada?
 Il figlio maggiore rispose: - Certo! Un giorno, mentre attraversavo un
 fiume, vidi un bambino scappato dalla madre, che era entrato in acqua
 e rischiava di essere divorato dai coccodrilli, ma io mi tuffai e lo salvai.
 Non è forse stata un’azione buona, gentile e anche coraggiosa?
 Il padre rispose: - Hai fatto solo il tuo dovere. Chiunque al posto tuo
 avrebbe aiutato quel bambino.
 Allora il secondogenito raccontò - Un giorno, mentre percorrevo una
 valle solitaria, incontrai un ricco signore che aveva una borsa piena di
 monete d’argento e non si fidava a portare con sé tutto quel denaro. Mi
 chiese di fare buona guardia alla borsa. Avrei potuto scappare via con il
 bottino, invece aspettai a lungo il suo ritorno e gliela restituii. Sono stato
 molto gentile, non è vero?
 - No, sei stato onesto – replicò il padre.
 Il figlio minore allora disse: - Mentre avanzavo lungo un impervio
 sentiero vidi un uomo che dormiva in cima a un profondo burrone. Lo
 trascinai via di lì perché rischiava di precipitare. Allora riconobbi il
 nostro nemico, l’uomo che ti aveva imbrogliato e derubato, ma decisi di
 portarlo al sicuro. Sono stato buono e gentile?
 - Sì, figlio mio – rispose il padre. – Hai dimostrato di essere davvero
 gentile perché hai salvato la vita di un uomo che ci odia. Ciò significa che
 l’hai perdonato e che non cerchi la vendetta.
 Lo scudo dei miei antenati è tuo.
Attività 3

 Il gioco
 Dopo aver letto la storia proponete agli alunni un gioco che li inviti a
 sviluppare la conoscenza di parole gentili collaborando con i propri
 compagni di classe.

 • Dividete i giocatori in squadre composte da 4/5 persone.
 • Ogni squadra dovrà scrivere su dei cartellini 5 parole gentili da
   abbinare a 5 oggetti (es. ti voglio bene – penna; grazie – diario, etc…).
 • Ciascun cartellino dovrà essere attaccato sull’oggetto corrispondente.
 • Le squadre, a turno, dovranno nascondere i propri oggetti nell’aula e
   invitare i compagni di un’altra squadra a cercarli in un tempo stabilito
   che deciderete all’inizio del gioco.
 • Al ritrovamento di ciascun oggetto nascosto, si dovrà leggere ad alta
   voce la parola gentile scritta sul cartellino.

 La squadra che troverà tutte le parole gentili nel minor tempo, vincerà e
 a ogni membro sarà conferito il titolo di “Paladino della gentilezza!”.

 Per conoscere meglio il lavoro di CBM guardate il cartone animato
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 l’ultimo numero del giornalino Occhiolino
Attività 4

Autoritratto tattile

 Obiettivo                                   Durata - 50 min
 Sperimentare un altro modo di
 guardarsi, prendere confidenza
 con il proprio aspetto. Grazie
 all’utilizzo del solo tatto i
 bambini potranno esplorare
                                             Materiali
 e cogliere le caratteristiche
                                             •   cartoncino o 2 fogli A4
 del proprio viso che diventa
                                                 o cartone da ritagliare
 una tela bianca sulla quale le
                                             •    carta velina/plastica opaca/
 emozioni prenderanno vita.
                                                 tulle/carta da forno
                                             •   elastico (facoltativo)
                                             •   forbici
                                             •   matita da disegno

 Prima di giocare

 Il laboratorio prevede la realizzazione di un autoritratto tattile, quindi
 prima di procedere con il recupero dei materiali, ogni bambino partirà
 con l’esplorazione del viso ad occhi chiusi.
 Potete guidare l’esplorazione del viso suggerendo questo “percorso”:
 si parte dalla testa toccando i capelli, la fronte, le orecchie, gli occhi, le
 guance, il naso, la bocca e il mento.
 A ogni passaggio ci si soffermerà su tutte le caratteristiche del dettaglio
 considerato.
 Per esempio, notando se i capelli sono corti, lunghi, lisci o ricci; se
 gli occhi sono sporgenti, piccoli o hanno le ciglia lunghe; se il naso è
 minuscolo, a patata o lungo e così via.

 Buon divertimento!
Attività 4

 Il gioco
 Dopo l’esplorazione i bambini avranno a disposizione un foglio o un altro
 supporto sul quale realizzeranno l’autoritratto tattile.

 Ogni bambino disegnerà il contorno del volto, per passare poi alla
 decorazione tridimensionale (con lana, carta, materiali da riciclo..) che
 rispetti il più possibile le osservazioni fatte con le mani.

 Probabilmente ai bambini verrà voglia di guardarsi allo specchio, ma si
 dovranno fidare solo delle mani e della loro memoria sensoriale. Non
 sarà necessario utilizzare dei colori che li rappresentino realmente,
 ma sarà importante scegliere il materiale che, al tatto, ricorderà le loro
 caratteristiche.

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Attività 5

Il papà che lavava i maglioni

 Obiettivo                                  Durata - 50 min
 Sviluppare le proprie capacità
 sensoriali attraverso il
 movimento del corpo, l’ascolto
 attivo e l’immaginazione,
 potenziando così la                        Prima di giocare
 concentrazione ed entrando in
 empatia con gli altri.                     Prima di proporre l’attività
                                            ai bambini vi suggeriamo
                                            di spiegare loro che cos’è la
                                            cataratta per comprendere
                                            meglio la storia che andranno a
                                            leggere.

 Che cos’è la cataratta?
 La cataratta è una malattia
 che colpisce gli occhi e che, in
 Paesi molto poveri come Africa, Asia e America Latina, è molto diffusa
 anche tra i bambini. Cristallino significa trasparente, limpido come il
 cristallo. Infatti il cristallino, nell’occhio, è una specie di piccola lente
 trasparente che, curvandosi leggermente, ci permette di mettere a fuoco
 le immagini, facendole vedere sempre precise.
 Ma se il cristallino diventa opaco a causa della cataratta, la luce non
 riesce ad attraversarlo e allora si vede tutto come attraverso un velo, che
 diventa sempre più fitto man mano che la malattia si aggrava.
 Perché viene la cataratta?
 Di cataratta solitamente qui in Italia ne soffrono molti nonni. Ma esiste
 anche un tipo di cataratta che colpisce invece tanti bambini fin dalla
 nascita.
 Fortunatamente la cataratta si può curare quasi sempre grazie a
 un’operazione chirurgica. I medici di CBM visitano le persone per
 scoprire quelle ammalate e poi le operano. A volte dopo l’operazione c’è
 bisogno di portare gli occhiali e allora CBM li regala e organizza delle
 visite di controllo.
Attività 5

 Il gioco
 Prima di leggere la storia liberate l’aula da banchi e sedie o utilizzate uno
 spazio già libero della scuola e proponete ai bambini di accompagnare
 gran parte della lettura con una rappresentazione “teatrale”. Ciascun
 bambino dovrà avere un ruolo distinto che interpreti un personaggio
 o che rappresenti un elemento di un luogo (es. Xavela, papà, fratelli,
 colline, scuola, ospedale, medici oculisti…). Se i bambini sono tanti
 dividete la storia in 3 parti (inizio, svolgimento, fine) e formate 3 gruppi
 per dare la possibilità a tutti di interpretare almeno una parte del
 racconto.

 Nel cuore dell’Africa c’è un Paese verdissimo: il Ruanda. La terra è rossa
 come i mattoni e ovunque si guardi si vedono colline verdi di piantagioni
 di tè e foglie di eucalipto. Lo chiamano il Paese delle mille colline, ma
 anche il Paese dei mille sorrisi.

 Tra questi sorrisi c’era quello di Callixte, il papà molto speciale di Samuel,
 un bambino forte e sorridente. Un giorno, nella vita di Callixte, entrò
 Alphonsine che, a piccoli passi, fece breccia nel suo cuore. Si sposarono e
 nacquero tre splendidi bambini: Xavela, Vianey e Florence.
 Xavela purtroppo man mano che cresceva, faceva sempre più fatica a
 vedere: non riusciva a stare alla luce del sole e inciampava ad ogni passo.
 Samuel, da buon fratello maggiore, la accompagnava tutte le mattine a
 scuola, tra le colline e le foglie di tè, tenendola per mano e cercando in
 tutti i modi di non farla cadere.

 Papà Callixte e mamma Alphonsine erano però molto preoccupati per
 la loro bambina, che ormai stava diventando completamente cieca, ma
 non sapevano cosa fare: l’ospedale era a giorni di cammino e loro erano
 troppo poveri per poter permettersi il viaggio, una visita in ospedale o
 l’operazione.

 Un bel giorno papà Callixte, mentre lavorava nei campi, sentì una voce
 gracchiante: “cccrrr…visit…ccrrr…oculisti…crrr”… Proveniva da un
 megafono in cima a una macchina. La voce si fece più chiara.
Attività 5

 Diceva: “La prossima settimana gli oculisti dell’Ospedale Kabgayi
 verranno al villaggio per visitare adulti e bambini”. Subito Callixte corse
 a casa: dovevano assolutamente far visitare Xavela.

 Durante la visita i dottori confermarono i loro timori: Xavela era
 diventata cieca a causa della cataratta, una sorta di velo che si era posato
 sugli occhi e rendeva tutto opaco. Ma non dovevano più preoccuparsi:
 ci avrebbero pensato loro ad accompagnarla in ospedale e operarla agli
 occhi e non c’erano problemi neanche per il prezzo, ci avrebbe pensato
 CBM.

 La mattina dopo Xavela indossò il suo solito vestito blu e un maglione
 grigio e si preparò a partire con il suo papà e gli operatori di CBM alla
 volta dell’ospedale. Curva dopo curva, collina dopo collina, Callixte
 guardava fuori dal finestrino e poi guardava la sua bambina, pensando
 che, al ritorno, anche lei avrebbe visto i mille colori del loro splendido
 Ruanda.

 Mentre i medici si prendevano cura degli occhi di Xavela, Callixte si
 alzava sulle punte dei piedi cercando di sbirciare cosa succedeva in sala
 operatoria.

 Senza far rumore, per non svegliare Xavela che dormiva, papà Callixte si
 avvicinò alla sedia su cui erano appoggiati i suoi vestiti e uscì in cortile,
 dirigendosi verso il lavatoio e, piano piano, iniziò a lavarle il maglione
 e il vestito. “Che gran giorno sarà domani per la mia bambina” pensava
 felice papà Callixte “dovrà essere tutto perfetto!”. E intanto sorrideva
 e insaponava, sorrideva e risciacquava. Stesi i vestiti al filo, ritornò a
 vegliare sul sonno di Xavela, guardando fuori dalla finestra e pensando a
 quando lei avrebbe visto le mille stelle dei cieli d’Africa.

 Si svegliarono in una mattina fresca e luminosa, con medici e infermieri
 pronti a togliere le bende ed emozionati, perché sapevano che quello
 era sempre un momento prezioso e imperdibile. Papà Callixte non
Attività 5

 stava più nella pelle. Tolsero una benda dopo l’altra e Xavela iniziò
 piano piano a sbattere le palpebre e a guardarsi intorno, prima un po’
 incerta, poi acquistando sempre più sicurezza man mano che gli occhi si
 abituavano alla luce. Finalmente il suo sguardo si incontrò con quello di
 papà Callixte e i due si videro per la prima volta dopo tanti anni. Erano
 così felici che il Ruanda sembrava il Paese dei mille, duemila, diecimila
 sorrisi.
 Ancora oggi papà Callixte, quando lava i vestiti di Xavela e degli altri suoi
 bambini, ritorna con la mente a quella volta in cui ha lavato il maglione
 nel cortile dell’ospedale e sorride di felicità.

 La storia di Xavela potrete conoscerla anche attraverso il video
 disponibile sul canale Youtube di CBM Italia Onlus.

 Per conoscere meglio il lavoro di CBM guardate il cartone animato
 Le Avventure di Cibì sul canale You Tube oppure leggete i fumetti che
 raccontano tante storie interessanti cliccando su questo link e sfogliate
 l’ultimo numero del giornalino Occhiolino
Attività 6

I puntini che aprono il mondo

 Obiettivo                                 Durata - 30 min
 Favorire nel bambino l’abilità di
 giocare con la veste sonora delle
 parole e di riconoscere i singoli
 suoni. Suoni e rime saranno
 un’occasione per approfondire             Materiali
 un nuovo linguaggio: l’alfabeto
 Braille.                                  •   fogli A4 o cartoncini
                                           •   penna scarica

 Prima di giocare
 Prima di svolgere l’attività leggete, insieme ai bambini, la filastrocca
 “I puntini che aprono il mondo”. Le parole sono composte di tanti
 suoni, con cui si può giocare, sperimentare e creare combinazioni
 anche insolite. Sarà un modo divertente per scoprire un nuovo modo di
 comunicare attraverso l’utilizzo di un alfabeto molto curioso, il braille,
 inventato da Louis Braille nel lontano 1820.
Attività 6

 Di, a, da, in, con, su per tra fra
 C’è un alfabeto che barriere non ha
 Un, uno, una, la, lo, il
 Si impara tutto con l’alfabeto Braille

 Esiste un alfabeto che nasce sulla carta
 Con mascherina, punteruolo e pazienza…tanta
 Si legge ad occhi chiusi, si legge con le dita
 È un alfabeto che sprigiona una magia infinita

 I polpastrelli scorrono agili sui puntini
 Li riconoscono tutti, anche se sono vicini vicini
 Leggono storie, imparano la geografia
 Scoprono la musica e pure ogni poesia

 Ed ecco che il foglio esplode di colori
 Si incontrano l’arte, si incontrano i pittori
 Non vedere non è più d’ostacolo, in fondo
 Con i puntini sul foglio che fanno leggere il mondo!

 Di, a, da, in, con, su per tra fra
 C’è un alfabeto che barriere non ha
 Un, uno, una, la, lo, il
 Si impara tutto con l’alfabeto Braille.

 Il gioco
 Dopo aver letto insieme la filastrocca, chiedete ai bambini di scrivere
 il proprio nome in braille seguendo le indicazioni e avendo a portata di
 mano l’alfabeto braille che trovate alla fine della scheda.
 Con una copia dell’alfabeto in una mano e una penna a sfera, ormai
 scarica, nell’altra, chiedete agli alunni di scrivere il proprio nome su un
Attività 6

 foglio creando dei punti in rilievo.
 I caratteri braille sono basati su una cella formata da 6 punti disposti in
 2 colonne e 3 righe. La ‘a’ per esempio è un punto in alto a sinistra, la ‘c’
 due punti in alto, la ‘i’ uno in alto a destra e uno in mezzo a sinistra…
 Per concludere l’attività fate girare il foglio sul quale è stato scritto il
 nome di ciascuno e, con gli occhi chiusi, i bambini proveranno a leggerli
 con le dita.

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Attività 7

La lezione più importante

 Obiettivo                                 Durata - 20 min
 Imparare e riconoscere, a par-
 tire dalla propria esperienza,
 i comportamenti corretti per
 rimanere in buona salute.                 Materiali
                                           • fogli A4
                                           • matita da disegno
                                           • colori (pastelli, pennarelli,
                                             pastelli a cera...)

 Prima di giocare
 Leggete il fumetto “La lezione più importante” per scoprire semplici
 gesti per salvare la vista ed evitare il tracoma, una malattia che colpisce
 gli occhi e che può portare alla cecità se non curata. I bambini dovranno
 prendere esempio da Makedes, che insegna ai suoi compagni ciò che ha
 imparato da CBM e da Cibì.

               Clicca qui per scaricare il fumetto
Attività 7

 Il gioco
 Dopo la lettura del fumetto chiedete ai bambini se c’è un comportamento
 che ritengono molto importante per la propria salute e di disegnarlo per
 aiutare anche gli altri a capire e imparare.
 Ingrandito, ogni disegno potrebbe diventare un poster da appendere a
 scuola oppure i disegni potrebbero essere incollati tutti insieme sopra un
 grande foglio e diventare così un “poster collettivo”.

 Per conoscere meglio il lavoro di CBM guardate il cartone animato
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Attività 8

Giochiamo con il tangram

 Obiettivo                               Durata - 30/40 min
 Sviluppare la creatività, la
 fantasia e il pensiero laterale
 attraverso l’utilizzo di figure
 geometriche.
                                         Materiali
                                         •   1 foglio (meglio se a
                                             quadretti)
                                         •   matita
                                         •   righello
                                         •   colori
                                         •   forbici

 Prima di giocare

 Leggete il testo per avere qualche informazione in più su come
 funzionano gli occhi, poi scoprite il gioco.

 Gli occhi sono una “macchina” complicata. Sono capaci di fare operazioni
 difficili in pochissimo tempo. Ad esempio, il cristallino, una specie di
 piccola lente, decide in meno di un secondo come e quanto curvarsi
 per far vedere in modo chiaro un oggetto che si avvicina o si allontana.
 Provando a guardare qualcosa attraverso una lente di ingrandimento
 si dovrà allontanarla e avvicinarla un paio di volte, prima di trovare la
 posizione giusta per una messa a fuoco perfetta.
 Il cristallino lavora così, ma con una precisione e una velocità molto
 superiori. Ovviamente con il passare degli anni si consuma, ecco perché i
 nonni hanno bisogno di occhiali che permettono di vedere bene.
Attività 8

 Inoltre gli occhi si muovono sempre insieme, nella stessa direzione. Se
 guardano entrambi dalla stessa parte, servono davvero tutti e due? Forse
 poteva bastarne uno soltanto... Invece no, perché proprio grazie a questo
 doppio punto di vista si possono visualizzare gli oggetti non solo in
 larghezza e altezza, ma anche in profondità.

 cristallino      muscolo ciliare             sclera            coroide

 cornea                                                           retina

                                                                macula
 iride
                                                                   disco
                                                                  ottico
 pupilla

 umor
 acqueo

 fibre
 zonulari       corpo vitreo                              nervo ottico
Attività 8

 Il gioco
 Il Tangram è un antico gioco cinese conosciuto anche come “Le sette
 pietre della saggezza”. Si tratta di un quadrato suddiviso in sette piccole
 figure geometriche di diversi colori.

 Scoprite, insieme ai vostri alunni, le numerose immagini che si possono
 creare: qualsiasi figura realizzata con il Tangram deve essere costituita
 impiegando tutti i sette pezzi.

 Ecco come costruire il Tangram (i bambini potranno ricopiarlo da questa
 scheda):

 •   Bisogna prendere un foglio e un righello e disegnare un quadrato di
     10 cm per lato. Se si hanno i fogli con i quadretti grandi o piccoli si
     potranno usare quelli, sarà più semplice disegnare le figure.
Attività 8

 •   I bambini dovranno tracciare le linee nere come illustrato
     nell’immagine per evidenziare le 7 figure geometriche.

 •   Successivamente dovranno colorare le 7 figure con colori diversi e
     ritagliare lungo le linee nere in modo da ottenere i 7 pezzi di Tangram.
     Per renderli più resistenti, incolla su un cartoncino e ritaglia di nuovo.

 •   Infine, potranno comporre le figure che vengono in mente. Ecco
     alcuni esempi di figure da creare:

 Quando le immagini saranno costruite invitate i bambini a “guardarle”
 anche ad occhi chiusi, seguendo il bordo della figura con le dita.

 Per conoscere meglio il lavoro di CBM guardate il cartone animato
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Attività 9

Parole buone al vento

 Obiettivo                                    Durata - 40 min
 Allenare l’ascolto attivo
 attraverso le storie di popoli
 lontani che accendono
 l’attenzione e la curiosità e
                                              Materiali
 riflettere sui buoni propositi
 che fanno stare bene se stessi e
                                              •   fogli colorati o bianchi
 gli altri.
                                              •   matita
                                              •   colori
                                              •   filo o spago
                                              •   spillatrice o scotch (meglio se
                                                  di carta)

 Prima di giocare
 In Nepal capita di imbattersi in lunghe file di bandierine colorate. Sono
 appese tra due rocce o tra due pali oppure sul tetto di un tempio o ancora
 lungo i sentieri di montagna.
 Sono un modo di pregare, affidando al vento, che agita la stoffa e così la
 rende “viva”, parole di benedizione, di pace e di compassione per tutti e
 anche buoni propositi.
 Sono di forma rettangolare e di solito seguono un ordine preciso: blu (il
 cielo), bianco (il vento), rosso (il fuoco), verde (l’acqua), giallo (la terra).
 Oltre alle scritte, ci sono disegnate molte immagini della tradizione tra
 cui, ai quattro angoli, quattro animali, conosciuti anche come “Quattro
 Dignità”: il drago, l’uccello garuda, la tigre, il leone delle nevi, che
 rappresentano la saggezza, la forza, l’intelligenza e il coraggio.
Attività 9

 Il gioco
 Di parole buone c’è bisogno dappertutto, anche nella vostra classe. Allora
 perché non appendervi una fila di bandiere colorate come quelle che
 sventolano in Nepal? Parole e propositi devono rimanere un segreto per
 un po’ di tempo, ma quando i bambini saranno pronti dovranno essere
 svelati a tutta la classe.
 Sono facili da realizzare:

 •   I bambini dovranno ritagliare della stoffa, del cartoncino oppure dei
     fogli bianchi che potranno colorare, formando dei rettangoli grandi
     abbastanza per scriverci e disegnarci.
 •   Sulla faccia esterna del cartoncino o della stoffa ciascun bambino
     dovrà scrivere il proprio nome e se vorrà, potrà decorarlo con un
     disegno.
 •   Sulla faccia interna dovranno scrivere invece una parola che per loro
     è bella e buona o un buon proposito (ascolterò di più la mamma e il
     papà; sarò più paziente; presterò i miei giochi agli altri…), che rimarrà
     nascosto fin quando non decideranno di svelarlo.
 •   Successivamente dovranno piegare il foglio a metà, farci passare il
     filo a cui verrà appeso e richiudere le due metà intorno fermandole
     con la pinzatrice o con dello scotch.
 •   Infine, dovranno passare il filo a un compagno di classe che farà lo
     stesso con la sua bandierina.

 Ecco un esempio di bandierine nepalesi:

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Attività 10

Il giro del mondo con un “ciao”

 Obiettivo                                  Durata - 30 min
 Sviluppare l’apertura alle
 differenze attraverso la
 conoscenza di altre culture.

 Prima di giocare

 Ciao, salut, hallo, salam, namaste. Cos’hanno in comune tutte queste
 parole? Sono tutti modi per dire ciao, una delle parole che usiamo di più
 ogni giorno.

 Se in Italia diciamo ciao e muoviamo la mano, cosa fanno i bambini in
 Nepal? In India? In Nuova Zelanda e in Marocco e in Etiopia?
 Qui di seguito vi proponiamo alcuni esempi dei saluti che si utilizzano
 nel mondo. Prima di cominciare il gioco chiedete ai bambini se
 conoscono qualche saluto particolare, magari nella lingua dei loro
 genitori, se sono di origine straniera.

 Inserite gli eventuali nuovi saluti alla lista che trovate qui sotto e poi…
 pronti a cominciare!
Attività 10

 Il gioco
 Fate sedere i bambini in cerchio e, per ciascun saluto, leggete insieme la
 descrizione e fatelo mimare fino a che lo avranno imparato.
 Quando padroneggeranno tutti i saluti, chiedeteli “a salto”. I bambini
 dovranno mimare il saluto richiesto.

 • In Tibet per salutarsi si tira fuori la lingua e si dice Tashi Delek. Questo
   gesto nasce perché una leggenda racconta di un capo tribù malvagio
   che aveva la lingua nera. Tirandola fuori nel saluto si dimostra di non
   essere cattivi come quel tale. In Italia, invece, tirare fuori la lingua ha
   tutt’altro significato, tanto che si chiama linguaccia.
 • In Nuova Zelanda ci si mette vicini vicini, le fronti devono toccarsi, gli
   occhi devono guardarsi intensamente, mentre si dice Kiora.
 • In Marocco ci si stringe sempre la mano, dicendo Salam Alekum e si
   risponde Alekum Salam.
 • In Etiopia, invece, si dice Salamno. Ci si prende la mano e si va a
   toccare con la propria spalla, la spalla di chi si ha davanti, in segno di
   saluto affettuoso, come un abbraccio.

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