Anno I - 01 Settembre 2021 - Altervista

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Anno I - 01 Settembre 2021 - Altervista
Attualità culturali, politica, storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari
             Free Magazine, No profit, diretto da Tonio Sereno – toniosereno@gmail.com
            Tutte le gradite e amichevoli collaborazioni sono da intendersi a titolo gratuito
                                 Anno I – 01 Settembre 2021
                    http://toniosereno.altervista.org/cultura-società-in-capitanata-magazine.html

 Particolare di un’opera di Shamsia Hassani, la prima street artist afgana

  In questo numero:
1)    Tonio Sereno – Diamo un nome alle vittime del ’43: da Ciliberti Michele a Cordiano Vincenzo
2)    Regione Puglia: L’Assessora al welfare affida la gestione degli Afgani alla Protezione Civile
3)    Regione Puglia: Il vicepresidente Piemontese il 13 settembre a Vico del Gargano
4)    Provincia di Foggia: 400 mila euro per gli interventi di adeguamento di spazi e aule scolastiche
5)    Summer Park 2021: Il 1° settembre incontro/dibattito sulla Storia della Capitanata
6)    Michele Eugenio Di Carlo: Il regista Lorenzini, Gramsci e Salvemini su Carlo Pisacane
7)    Lino Montanaro & Lino Zicca: SI VÚJE FA ‘A SALZE CHE GGÙSTE, L’È FFÀ ND’Ò MÈSE D’AÙSTE
8)    Museo Valle del Celone: Sabato 4 settembre concerto della Double Stumble Blues Band
9)    Stelletterarie : Salotto letterario dal 2 al 4 settembre in Piazza Duomo a Lucera
10)   Michele Casalucci - Circuiti della memoria: Foggia Le Vie urbane della transumanza
11)   Tonio Sereno –Appunti di dialettologia: Il dialetto foggiano (8)
12)   Felice Miranda –San Severo: Il 5 settembre concerto nel Chiostro della Chiesa della Libera
13)   Michele Frattulino – Il dialetto di Foggia: Filastrocche e giochi di parole (A la uèrre e altro)
14)   Michele Parisi - Diario per immagini: Agosto (25-26-27-28)
15)   Chieuti: Nasce, in lingua arbëreshë , l’olio “Volìo” - “Mall, vaj ulliri ekstra virgjër”
Anno I - 01 Settembre 2021 - Altervista
②                                                                             N. 58 del 01-09-2021
────── Periodico di attualità culturali , storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ──────

Il Censimento dei morti a seguito dei bombardamenti del 1943
     curato dalla Biblioteca "La Magna Capitana" (2013/2021)

L’8 settembre, giorno in cui 78 anni fa venne
ufficializzato l’Armistizio, è sempre più vicino. È la
data in cui mentre per i residenti a Foggia e in
Capitanata la guerra è agli sgoccioli, con il ritiro
graduale delle truppe tedesche e l’arrivo di quelle
anglo-americane, nel resto d’Italia inizia la guerra
civile tra coloro che aderiscono alla Repubblica
Sociale Italiana (la Repubblica di Salò) guidata da
Benito Mussolini e chi invece ritiene l’era fascista definitivamente
tramontata. Fuori dall’Italia, invece, ai militari italiani in combattimento sui
                                          vari fronti si presenta un dilemma:
                                          continuare a stare al fianco dei
                                          tedeschi per “cancellare l’onta che
                                          Casa Savoia aveva inflitto all’Italia” o
                                          essere deportati nei campi di lavoro
                                          nazisti.
                                          Proprio di questo parla un bel libro,
                                          scaricabile gratuitamente, pubblicato
                                          nel 2008 dalla Regione Puglia Settore
                                          Diritto allo Studio (CRSEC di Cerignola,
                                          Foggia, Lucera, San Marco in Lamis e
                                          San Severo), curato da Nicola Pergola
                                          dal titolo “Mai più - Testimonianze di
                                          Internati Militari Italiani scampati ai
                                          lager nazisti”, di cui “Cultura &
                                          Società in Capitanata” riproporrà, un
                                          po’ alla volta in questa rubrica, le
                                          pagine più significative.
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N. 58 del 01-09-2021                                                                              ③
 ────── Periodico di attualità culturali , storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ──────

Cominciamo con un estratto dell’intervista a Pompeo Querques (Troia)
responsabile per la Regione Puglia dell’Associazione Nazionale Ex-Internati.
                       

Domanda: Signor Querques, lei ha un elenco
delle persone che sono state internate e di
quelle decedute?
Risposta: Sì, c’è un elenco di una ventina di
nomi. Ogni provincia ha fatto l’elenco dei caduti,
invece la provincia di Foggia no. L’ultima
manifestazione celebrativa che ricorda la
memoria è stata fatta dalla scuola Murialdo di
Foggia. Tanto è vero che alla signora Nardella di
Foggia, quando ha fatto la mostra, le ho dato io i
nominativi dei caduti di Foggia e provincia. Sono
ventisei quelli che sono stati a Cefalonia di cui
tre di Foggia: Delli Carri, Di Stasio, Romano; inoltre, alcuni anche di Ascoli
Satriano, Biccari, Orsara etc.
D: Durante i bombardamenti a Foggia ci sono stati tremila morti?
R: Monsignor Farina sostiene che in quel periodo, tra luglio e agosto, ci sono
stati tremila morti. Tra questi il soldato Antonio Ricchiuti, il tenente Antonio
Tisi, Salvatore Delli Carri, l’appuntato dei carabinieri Gaetano Romano.
Non bisogna dimenticare che Hitler prese il potere nel gennaio 1933. In pochi
mesi attuò una radicale ristrutturazione dello stato tedesco in senso
totalitario. Il 23 marzo successivo il governo otteneva poi i poteri eccezionali,
potendo disporre l’arresto di qualsiasi persona per motivi di ordine pubblico,
senza bisogno del mandato della magistratura. Si inizia contemporaneamente
la costruzione dei lager per gli oppositori del nazismo, in quanto il normale
sistema carcerario era insufficiente ad ospitare decine di migliaia di
prigionieri. Il termine lager è parola tedesca, che può avere due significati:
magazzino (in lager haben = avere in magazzino) oppure giacere (liegen, lag-
gelegen). Sono gestiti dalle forze di polizia e dalla Wehrmacht (dal 1934 dalle
SS) e sono riservati soprattutto ad oppositori interni (membri dei partiti
Comunista, Socialdemocratico e Cattolico, preti oppositori e Testimoni di
Geova, detti, questi ultimi, Bibelforscher o Studiosi della Bibbia) e ai così detti
asociali (delinquenti comuni, zingari giudicati “ineducabili”, omosessuali,
prostitute), oltre ai principali intellettuali che si opponevano al regime.
 http://www.pugliadigitallibrary.it/item.jsp?id=1269&locale=it_IT
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④                                                                                           N. 58 del 01-09-2021
── Periodico di attualità culturalii, politica, storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ───

Continuando a pubblicare i risultati del censimento della Magna Capitana,
invitiamo i lettori a collaborare attivamente fornendo notizie sia sulle vittime
dell’Estate ‘43 che sullo sfollamento, scrivendo a m.detullio@regione.puglia.it

https://www.lamagnacapitana.it/SebinaOpac/article/il-censimento-dei-morti-di-foggia-del-1943/storia-censimento-morti
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N. 58 del 01-09-2021                                                                               ⑤
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“Ho incontrato il responsabile della Protezione Civile della regione, il dottore
Mario Lerario – scrive Rosa Barone sulla sua pagina facebook - a cui è stata
affidata la gestione degli Afgani.
Ad oggi (il 30/08/2021, n.d.r.), sono giunte in Puglia solo 40 persone ma se ne
attendono altre a breve e ho, quindi, voluto dare la totale disponibilità e
collaborazione dell'assessorato al Welfare per qualsiasi esigenza.
Abbiamo l'obbligo di farci trovare pronti ad un nuova accoglienza verso
questa popolazione che,in pochi giorni,ha visto sconvolgere la sua realtà.
Come Assessora e donna, mi sento di voler essere in prima linea e devo,con
soddisfazione, costatare di aver sentito tanti Sindaci pronti ad aprire le
proprie strutture per dare un'accoglienza immediata e concreta,a questa
comunità in difficoltà.
https://www.facebook.com/RosaBaroneM5S
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⑥                                                                            N. 58 del 01-09-2021
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“Non possiamo limitarci – scrive Raffaele Piemontese sulla sua pagna facebook
- a ripetere il rito della conta dei danni sul Gargano , il giorno dopo l’ennesimo
nubifragio. Entro metà settembre, con i sindaci e gli altri enti competenti nella
pianificazione e nelle opere di difesa del suolo, dobbiamo stabilire gli interventi
prioritari per la messa in sicurezza e la protezione di una terra bella e fragile,
esposta oggi più di ieri alle conseguenze della crisi climatica.
Ho assunto l'iniziativa, per lunedì 13 settembre prossimo, di una riunione
operativa a Vico del Gargano per fare il punto della situazione sugli interventi
non più rinviabili per la difesa del territorio garganico.
Sta aprendosi un’irripetibile stagione di ingenti investimenti pubblici e occorre
guidarli responsabilmente in modo da non sciupare opportunità che ci
consentano di non ritrovarci sempre a fare la conta di danni di crescente entità
sul piano ambientale ed economico, con ricadute negative anche sul piano
turistico.
Ho chiesto ai sindaci relazioni tecniche scritte sulle principali criticità, in modo
da favorire il lavoro da svolgere insieme a Provincia di Foggia, Autorità di
Bacino, Consorzio per la Bonifica del Gargano, Consorzio per la Bonifica della
Capitanata, Protezione Civile, Acquedotto Pugliese, Agenzia regionale
Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio e altri enti ai quali sarà
chiesto di intervenire al tavolo tecnico-istituzionale.”
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    Finanziati con 400 mila euro gli interventi per i lavori di
       messa in sicurezza e adeguamento di spazi e aule
         Il Presidente Gatta: abbiamo assunto l’impegno di rendere più
                    funzionali e sicure le strutture scolastiche

Con decreto n.247/
2021 del Direttore
della Direzione Gene-
rale, sono state stilate
le graduatorie di am-
missione al finanzia-
mento che riguarda-
no i fondi strutturali
per l’istruzione, l’ed-
ilizia scolastica e la
scuola digitale del Mi-
nistero ell’Istruzione,
per i Fondi Strutturali
Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e
ambienti per l’apprendimento” 2014-2020 – Asse II – Infrastrutture per
l’Istruzione – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) Obiettivo Specifico
10.7 – Azione 10.7.1 – “Interventi di riqualificazione degli edifici scolastici
(efficientamento energetico, sicurezza, attrattività e innovatività, accessibilità,
impianti sportivi, connettività), anche per facilitare l’accessibilità delle
persone con “disabilità”.
Il finanziamento complessivo per la Provincia di Foggia ammonta a €.
400.000,00 per quattro interventi: Istituto “Marconi” di Foggia; Istituto
“Pascal” di Foggia; Istituto “Di Maggio” di San Giovanni Rotondo; Istituto
“Fazzini” di Vieste.
Il Presidente dell’Ente, Nicola Gatta ha evidenziato l’incisiva azione e
l’importante ruolo svolto dal Settore Edilizia Scolastica e ha confermato che
si continua sulla strada dell’impegno assunto di rendere più funzionali e
sicure le strutture scolastiche di competenza provinciale.
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⑧                                                                              N. 58 del 01-09-2021
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"Riflessioni sulla Storia della Capitanata in Età
Moderna". Questo il titolo dell'incontro/dibattito
che vedrà relazionare nell'anfiteatro di Parcocittà,
mercoledì 1 settembre ale 18:30, la dottoressa di
ricerca in Storia Moderna Roberta Sassano con
"Capitanata in Età napoleonica" e il docente
Saverio Russo, autore del libro "Nella Puglia
settentrionale" (ricerche storiche Edipuglia). A
moderare, la giornalista Daniela Corfiati.
“Molte delle dinamiche del presente – scrive
Roberta Sassano sulla sua pagina facebook -
affondano le loro radici nel passato, solo che
troppo spesso ce ne dimentichiamo in quanto,
purtroppo, come sosteneva Gramsci, in molte circostanze “la storia è maestra
di vita, ma non ha scolari”.
Il volume di Saverio Russo “Nella Puglia settentrionale” (Edipuglia, 2021)
raccoglie dieci saggi, due dei quali inediti, pubblicati negli ultimi anni e
dedicati ad alcuni dei filoni tematici lungo i quali si è sviluppata la ricerca
dell’Autore: dalla caratterizzazione di sintesi della Capitanata come “provincia
di servizio”, al paesaggio della transumanza nel Mezzogiorno adriatico, ai
conflitti che tale pratica produce nel territorio e alle strutture istituzionali da
cui è regolata nel Regno di Napoli in età moderna, al mercato segnato dal
privilegio napoletano cui alcune sue produzioni accedono. Inoltre, in un
territorio esemplare per l’incessante estrazione della rendita ha luogo la
vicenda di un complesso feudale, quello dei Gonzaga di Guastalla, che
cercano di finanziare con i proventi dei feudi meridionali la politica «ispano
lombarda della famiglia». Accanto ad un contributo che analizza, attraverso le
descrizioni di viaggio di fonte ecclesiastica, alcuni aspetti relativi alle forme
del paesaggio pugliese e alle modalità di uso del suolo, e ad un saggio che
espande sulla scala del Regno di Napoli le precedenti ricerche sulla mobilità
stagionale nel Tavoliere, si pubblicano due contributi che riguardano le saline
di Barletta e il commercio del sale in Adriatico nel primo Ottocento.
https://www.parcocittafoggia.it/evento/capitanata-in-eta-moderna/
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N. 58 del 01-09-2021                                                                                ⑨
──-Periodico di attualità culturali , politica, storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ───

Il regista Ennio Lorenzini con il film "Quanto è
bello lu murire acciso" del 1975, come
Florestano Vancini tre anni prima con "Bronte",
mette in scena un Risorgimento moderno, dove
la realtà prende il posto delle illusioni
agiografiche e collega direttamente il fallimento
degli ideali e dei valori risorgimentali con la crisi
sociale e politica degli anni Settanta del
Novecento. Il periodo in cui il film di Lorenzini è
girato è quello violento del terrorismo che ren-
derà necessario la costituzione di un governo di unità nazionale. Un periodo
in cui, in analogia a quello seguente il Risorgimento, si spegnano tante
illusioni, quelle nate dalla stagione del Sessantotto, in cui come scrive Renato
                                     Ventura, Assistant Professor presso l’Uni-
                                     versità di Dayton negli Stati Uniti, studioso
                                     della letteratura italiana contemporanea,
                                     «… i protagonisti della vita politica e sociale
                                     sono gli studenti, i lavoratori, le donne, che
                                     sulle piazze italiane ripropongono diversi
                                     modelli interpretativi del Risorgimento,
                                     ovviamente in controtendenza con la
                                     narrativa classica dei patrioti risorgimentali
                                     quali eroi che si immolano per un ideale di
                                     patria e unità della nazione».
                                     Lorenzini mette in scena la spedizione di
                                     Pisacane del 1857 in netta contrapposi-
                                     zione con la storiografia ufficiale e con una
                                     letteratura che Ventura elenca e giudica di
                                     «scarso valore artistico» .
Anno I - 01 Settembre 2021 - Altervista
⑩                                                                             N. 58 del 01-09-2021
──-Periodico di attualità culturali , politica, storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ───

Stefano Satta Flores nei panni di Carlo Pisacane in un fotogramma del film di Ennio Lorenzini
 Alla costruzione dell’identità nazionale aveva contribuito non poco il poeta
 marchigiano Luigi Mercantini, diventato noto scrivendo i versi de La
 spigolatrice di Sapri, dedicati alla drammatica spedizione di Carlo Pisacane,
 graditi dagli ambienti governativi per la forte valenza patriottica e
 nazionalistica, divulgati attraverso la scuola per il notevole valore didattico-
 pedagogico fino ai nostri giorni. Fino a qualche decennio fa per qualsiasi
 studente delle medie era impossibile sfuggire alla possibilità di imparare a
 memoria almeno il celebre ritornello della poesia di Mercantini: «Eran
 trecento, eran giovani e forti, e sono morti!», al fine di perpetuare nella
 memoria storica popolare miti falsificati e di incidere intimamente nell’animo
 dei giovani valori e ideali che proprio il Risorgimento aveva tradito.
 Il regista Ennio Lorenzini valuta attentamente il mancato coinvolgimento
 delle masse rurali e lo relaziona alla mancata funzione degli intellettuali, oltre
 che ad un Partito d’Azione non maturo e carente nell’elaborazione politica.
 Antonio Gramsci ne darà conferma annotando che «Il Partito d’Azione era
 imbevuto della tradizione retorica della letteratura italiana: confondeva
 l’unità culturale esistente nella penisola ˗ limitata però a uno strato molto
 sottile della popolazione e inquinata dal cosmopolitismo vaticano ˗ con l’uni-
 tà politica e territoriale delle grandi masse popolari che erano estranee a
N. 58 del 01-09-2021                                                                              ⑪
──-Periodico di attualità culturali , politica, storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ───

quella tradizione culturale e se ne infischiavano dato che non conoscessero
l’esistenza stessa» . Una disattenzione nei riguardi delle masse contadine del
Sud che non sarà colmata, nonostante Gaetano Salvemini, dal ceto dirigente e
intellettuale del Partito Socialista, poco propenso ad occuparsi fondatamente
della questione demaniale irrisolta della quotizzazione dei terreni alla piccola
proprietà contadina che continuerà a mantenere le plebi rurali del
Mezzogiorno in condizioni di vita gravosissime.
La critica di Gramsci a questo proposito sarà dura e definitiva:
Il Mezzogiorno può essere definito una grande disgregazione sociale […] La
società meridionale è un grande blocco agrario costituito di tre strati sociali: la
grande massa contadina amorfa e disgregata, gli intellettuali della piccola e
media borghesia rurale, i grandi proprietari terrieri e i grandi intellettuali. I
contadini meridionali sono in perpetuo fermento, ma come massa essi sono
incapaci di dare una espressione centralizzata alle loro aspirazioni e ai loro
bisogni. Lo strato medio degli intellettuali riceve dalla base contadina le
impulsioni per la sua attività politica e ideologica. I grandi proprietari nel
campo politico e i grandi intellettuali nel campo ideologico centralizzano e
dominano, in ultima analisi, tutto questo complesso di manifestazioni. Come è
naturale, è nel campo ideologico che la centralizzazione si verifica con
maggiore efficacia e precisione. Giustino fortunato e Benedetto Croce
rappresentano perciò le chiavi di volta del sistema meridionale e, in un certo
senso, sono le due più grandi figure della reazione italiana.
⑫                                                                               N. 58 del 01-09-2021
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          SI VÚJE FA ‘A SALZE CHE GGÙSTE, L’È FFÀ ND’Ò MÈSE D’AÙSTE
          (Se vuoi fare la salsa che piace, la devi fare nel mese di agosto)

In tante famiglie lucerine, la
passata di pomodoro fatta in casa
è una tradizione culinaria che non
è del tutto scomparsa. Essa, che si
ripete nel mese di agosto di ogni
anno, coinvolge tutta la famiglia:
uomini,      donne     e     bambini
impegnati in un lavoro abbastanza
faticoso, e, persino, parenti e amici.
Tutto comincia in agosto, quando i pomodori sono belli rossi e maturi. Allora,
si acquista da un agricoltore di fiducia la quantità necessaria di pomodoro di
qualità: pemmedóre sammarsale o romane (pomodori sammarzano o
romani), contenuti in cassette da 20 chili.
Quando tutto è organizzato, sotto la ferrea direzione delle donne di casa
(mamme e nonne), con i compiti assegnati a ognuno del gruppo, alle prime
luci dell’alba comincia il lavoro, pecchè doppe face troppe cavede (perché
dopo farebbe troppo caldo).
Subito si procede a selezionare i pomodori, scartando quelli marci; poi a
lavarli, compito riservato ai ragazzi. La “catena di montaggio” continuava con
la cottura dei pomodori nda nu cavedaróne (in una grossa caldaia) per una
decina di minuti circa, fino a quando perdono di consistenza, mentre l’aria si
riempie di un “profumo” particolare. Dopo, i pomodori cotti sono raccolti c’a
skumaróle (con la schiumarola) e messi nda nu colapaste (nel colapasta) o in
un recipiente, con un telo sul fondo, per far scolare l’acqua che rilasciano.
Questo lavoro delicato e pericoloso è assicurato dalle donne. Una volta colati
e raffreddati, i pomodori sono spremuti nella machenètte da salze (passa
salsa). La passata ottenuta scola in una bacinella, mentre le bucce sono
raccolte in un piatto grande per essere passate più volte, fino a quando se ne
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 ──-Periodico di attualità culturali , politica, storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ───

ottiene altra. Il compito di
girare la manovella, che
richiede forza, è riservato
agli uomini. La passata è
fatta riposare per qualche
ora in bacinelle o conte-
nitori e, di tanto in tanto, è
mescolata c‘a cucchjarèlle
de lègne (con la cucchiaia di
legno).
Nel frattempo si lavano i
buatte de salze (i barattoli)
e i bbuttiglje de salze (le
bottiglie di vetro scuro, di
birra, di gassose, ecc.) e si
mettono       ad     asciugare
capovolti.
Poi, le donne e i ragazzi
grandicelli li riempiono,
aggiungendovi una foglia di
basilico per dare sapore.
Finalmente arriva la fase
finale, molto delicata: le
bottiglie e i barattoli, una
volta riempiti e tappati,        Foto Web
sono sistemati nde fuste (in appositi fusti) colmi di acqua, sotto i quali una
fonte di calore porta a bollitura l’acqua, assicurando, quindi, la cottura della
salsa. Per evitare che le bottiglie e i barattoli si rompano, per urto o il troppo
calore, fra gli stessi vengono infilati panni vecchi o paglia, che hanno anche il
compito di trattenere il calore dopo la bollitura. Il giorno seguente, quando
l’acqua è fredda, le bottiglie vengono tolte delicatamente dai fusti e
conservate nde stípe (nelle credenze) per il loro utilizzo.

(Tratto dal libro LUCERA DI UNA VOLTA - Personaggi, storie, custume,
mestieri, credenze, superstizioni e altro …di Lino Montanaro & Lino Zicca)
⑭                                                                              N. 58 del 01-09-2021
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Continua l’intenso tour estivo della "Double Stumble_Blues Band“ di Lucera,
un DUO, voce femminile e chitarra, che si presenta con una "setlist" che
intende celebrare il Blues attraverso i classici dei più grandi interpreti del
genere, con sortite verso il Soul, R'n'R e R'n'B.
Il prossimo appunamento è previsto per sabato 4 settembre alle 20:30 nella
bellissima location del Museo Valle del Celone di Castelluccio Valmagiore.

https://www.facebook.com/doublestumbleband
N. 58 del 01-09-2021                                                                               ⑮
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               Un salotto letterario a cielo aperto a Lucera
                   Dal 2 al 4 settembre Piazza Duomo
                           ospita Stelletterarie

Si chiama Stelletterarie la rassegna culturale organizzata dall’Associazione
Cremeria Letteraria che prenderà il via dal 2 settembre p.v. in Piazza Duomo a
Lucera. Tre giorni densi di cultura, autori ma anche spettacoli e interviste. Ieri
sera, la cornice di Piazza Duomo ha ospitato la conferenza stampa di
apertura, con il programma dettagliato e il focus sul tema scelto per questa
prima edizione: “Impararsi”.
Tanti gli autori coinvolti. Marco Ligabue, Franco Arminio, Teresa Ciabatti, Lello
Vecchiarino ed anche Vladimir Luxuria e Saverio Raimondo, questi alcuni dei
nomi degli ospiti. La direttrice artistica della rassegna, la scrittrice Cinzia
Cognetti, parla di “autori importanti, per un appuntamento unico nel
panorama culturale della capitanata”.
⑯                                                                               N. 58 del 01-09-2021
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Un ombrello rovesciato a contenere le stelle “un trip in epoche e luoghi
diversi; un ombrello che naviga in acque insicure e raccoglie un po’ delle
storie di ognuno”, questo il logo scelto per l’iniziativa, come spiegato da
Giuseppe Lepore direttore creativo dell’agenzia media Bracihole che ha
curato la comunicazione. Il tema definito in un labirinto unicursale, scelto
come identity della rassegna. “Impararsi è un moto perpetuo alla scoperta di
se stessi e dell’altro. È un labirinto, un percorso sacro. Impararsi è toccarsi,
inciampare, spingere, sollevare e risollevarsi” precisa Giuseppe Lepore.
“Tracciare un solco nel panorama culturale contemporaneo è diventare un
appuntamento ricorrente per tutti gli appassionati, semplici curiosi, turisti e
non ancora appassionati. Una bella sfida per il nostro territorio” - queste le
parole di Giuseppe Antonio Grasso, presidente dell’Associazione.
L’associazione culturale e sociale Cremeria Letteraria dal 2014 opera
nell’ambito della divulgazione letteraria, teatrale e musicale con eventi a
cadenza settimanale che hanno riscontrato una sempre maggiore
partecipazione sia di appassionati sia di pubblico generico, nonché una vasta
risonanza mediatica su scala regionale e nazionale.
Lo spot della prima edizione                       è     disponibile       al     seguente      link
(https://youtu.be/zIEyMih2Lmc).
Segreteria organizzativa
Associazione Cremeria Letteraria Lucera cremerialetteraria@libero.it
Tel.: 380 4395 687
N. 58 del 01-09-2021                                                                                ⑰
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"La bambina dagli occhi d'oliva“
«Hanno scritto e detto molto su Profondo
rosso, ma ritrovarlo in un romanzo come il
pretesto di una storia mi ha fatto piacere.
Mi ha ricordato quello che volevo
raccontare quando ho girato il film, le
verità nascoste male sotto le nostre tap-
pezzerie».
Dario Argento

                                               "Per strada è la felicità”
                                               «Le sue storie sono sempre molto
                                               trasparenti, narrate in maniera lineare e
                                               coinvolgente. Si parla sempre di donne, si
                                               parla sempre di storia. Armeni ha il merito
                                               di riportare alla luce le battaglie delle
                                               femministe dell’epoca facendoci rendere
                                               conto che sì, la strada per definirci alla pari
                                               con gli uomini è ancora lunga, ma che certe
                                               libertà le abbiamo perché chi è venuto
                                               prima di noi ha sofferto, si è battuto per
                                               ottenerle. E lo fa con una penna frizzante,
                                               mai noiosa o eccessivamente pesante».
                                               Alessandra Fontana

Attivista, scrittrice, ex politica italiana. È
stata deputata della XV Legislatura
diventando la prima persona transgender
a essere eletta al parlamento di uno stato
europeo. Alla fine degli anni Ottanta inizia
il suo impegno nel movimento per i diritti
della comunità LGBT, arrivando a
collaborare con diversi quotidiani e
network radiofonici, tra cui l’Unità,
Liberazione e Radio Capital.
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"Salutami tuo fratello. Crona-
che spettinate di un rocker
emiliano"
Marco Ligabue scrive un racconto
intimo e sincero tra vita privata,
ricordi illuminanti, aneddoti iro-
nici e tanto rock’n’roll. La vita da
cantautore indipendente è bella e
qualche volta diventa faticosa.
(…) Una scrittura immediata e
fresca, che scorre attraverso un
gusto naturale, mette in scena
situa-zioni quotidiane, avventure
giova-nili e imprese memorabili,
arricchite da teneri racconti di famiglia. Non mancano i soliti momenti pazzia
e felicità, cioè quei divertenti episodi, della vita da musicista. Le pagine sono
colme di calore e autenticità.
Susanna Coriandoli
                         

                                                             "Fuori da ogni tempo”
                                                          Pagine vellutate che avvolgono
                                                          e invitano a essere protagonisti
                                                          e, sempre pronti, a gettare il
                                                          dado con le sue sei facce sui
                                                          tappeti del domani; nonostante
                                                          il destino abbia già preparato
                                                          focacce di farro e diviso in sei
                                                          trecce i lunghi capelli corvini
                                                          della sposa, quella sposa è
                                                          donna tra le donne, fuori da
                                                          ogni tempo, prima attrice dei
                                                          rintocchi e dei passi messi
                                                          distrattamente su quindici metri
                                                          di strati, di ricordi ovattati.
                                                          Piero Fabris
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 ──-Periodico di attualità culturali , politica, storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ───

        "Sembrava bellezza”
Lo scorrere delle sue parole, che si
mettono in fila una dopo l’altra con
uno stile personale fatto di pochi
dialoghi e molti flussi di coscienza –
che saltellano nel tempo a intervalli
anche       non    regolari     crono-
logicamente eppure ben strutturati
–, rispecchia le emozioni che
trasudano da questo romanzo. (…)
una corsa forsennata verso la
pagina successiva e poi un’altra e
un’altra ancora, con battito
regolare che intensifica la sua fre-
quenza in due, tre punti. Il colpo di scena. Di sicuro sempre quando non te
l’aspetti, e mai quando avresti immaginato.
Antonella Dilorenzo
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Nuovamente con il FAI, organizzata dalla
delegazione foggiana, una visita guidata lungo
le Vie urbane della transumanza. Abbiamo
recuperato, sabato 5 giugno 2021, a Foggia, una
iniziativa che era stata programmata per le
Giornate di autunno del 2020 e poi rinviata a causa
delle limitazioni previste per il Covid.
L’occasione per una rivisitazione di strade e monu-
menti della città, per un “ripasso” di storia locale, ma anche per aggiungere, in
questo quadro, nuove conoscenze, episodi di colore e anche qualche nuova e
interessante informazione. Guide di eccezione Saverio Russo, docente di storia
all’Università di Foggia e Gloria Fazia, già direttive del Museo Civico di Foggia,
rispettivamente presidente del Fai di Puglia e capodelegazione del Fai di
Foggia. In questo scritto, tuttavia, non ripeterò pedissequamente quanto detto
da loro e, al contempo, mi assumo la responsabilità di inesattezze, errori e
mancanze del racconto che non possono essere assolutamente attribuite alle
nostre guide.
Appuntamento davanti a Palazzo Dogana a metà di una mattinata già afosa
anche se ancora all’inizio di giugno.
La Dogana ha costituito, nel corso dei secoli, una fondamentale istituzione per
la regolazione della transumanza su un territorio assai ampio che va
dall’Abruzzo fino ad alcune propaggini in Terra d’Otranto. L’esigenza dettata dal
regno Aragonese nel mezzogiorno d’Italia era quello di incrementare la
produzione laniera, altrimenti soggiacente alle produzioni del nord-Italia e del
nord-Europa. Sfruttando quindi una attività già esistente da secoli, nel 1400 gli
Aragonesi resero obbligatorio lo spostamento dei pastori dall’Abruzzo alla
Puglia, incentivando l’allevamento di una razza particolare, la Gentile di Puglia,
e concedendo una serie di facilitazioni (terre a pascolo, sicurezza nella
mobilità, esenzione di dazi e gabelle per la vendita della lana, pane a prezzo
ridotto, esenzione del pagamento pedaggi nell’attraversamento dei ponti).
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 ──-Periodico di attualità culturali , politica, storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ───

L’istituto della Dogana serviva proprio a garantire il mantenimento di questi
“privilegi” agli allevatori, oltre che a gestire le complesse fasi di arrivo e di
smistamento delle greggi attraverso la buona tenuta dei tratturi, la vigilanza
sulla consistenza e la dimensione degli stessi (ogni tratturo era largo varie
decine di metri ed oggetto di accaparramento da parte dei proprietari
frontalieri), l’indicazione delle zone di pascolo.
I tratturi si estendevano dall’Abruzzo fino a Foggia e da qui nelle diverse
“Locazioni”, presenti nella piana del tavoliere, nelle aree pedegarganiche, e
nelle zone più meridionali verso Bari ed oltre.
Così, a metà del ‘400, prendendo spunto da analoghe istituzioni presenti in
Spagna e nel nord Italia, Alfonso I di Aragona istituì la Dogana delle pecore che,
dopo un breve periodo a Lucera si stabilì a Foggia.
La città era, all’epoca, poco più i un borgo: qui infatti erano censiti 415 “fuochi”,
pari ad una popolazione di 2.000-2.500 persone. Un aggregato più piccolo di
altri comuni del territorio come Lucera, San Severo e persino Vieste. Una
popolazione ben misera, peraltro successivamente colpita anche dalla peste e
dal conflitto franco-spagnolo; nel 1530 la popolazione era scesa a circa 1500
anime. (continua)

https://michelecasa.wordpress.com/2021/06/08/foggia-2/
W                                                                              N. 58 del 01-09-2021
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In questi giorni ho riflettuto sulla necessità per
Foggia ed i foggiani di avere una “grammatica
dialettale” esaustiva, professionale ma al tempo
stesso alla portata di tutti. Insomma una
grammatica che si preoccupi di divulgare
l’urgenza di applicare, anche nei post su
facebook, una scrittura dialettale “consapevole” e
non solo “spontanea” o “impressionistica”.
E dovrebbe farlo, a mio avviso, utilizzando lo
stesso linguaggio che userebbero i maestri delle “scuole elementari” (oggi si
dice “scuole primarie”) per spiegare i fondamentali della lingua italiana ai
piccoli scolari.
Eh sì, perché anche a causa dei tanti divieti di natura socioculturale, imposti
fino a pochi anni fa dalle autorità per scoraggare l’uso del daletto a favore
dell’italiano standard, e nonostante la buona volontà di dialettologi, studiosi
e associazioni culturali dedite alle tradizioni popolari, nella materia regna il
“caos totale”.
A Foggia, in particolare, purtroppo le cose vanno più a rilento rispetto ad
altre realtà geografiche del nostro meridione, anche a causa di un certo
“individualismo” degli appassionati della materia che, a volte anche senza
avere le necessarie competenze linguistiche e dialettologiche, cercano di
imporre, specie sui gruppi social dedicati, il proprio punto di vista dettando
“regole” del tutto illogiche ed inappropriate.
Mi è capitato spesso in questi anni, in particolare da quando ho pubblicato il
“Dizionario comparato del dialetto foggiano” (Agorà, 2003), oggi disponibile
ampiamente revisionato in Internet, di essere invitato a farmi promotore di
un gruppo di studio che trovasse una soluzione condivisa alla scrittura del
dialetto foggiano. La cosa l’avrei fatta anche volentieri, e non è detto che non
si possa fare, il problema è che ho sempre avuto l’impressone che ciascuno
dei “proponenti” avesse la necessità di “imporre” il proprio punto di vista,
piuttosto che cercare una soluzione davvero condivisa, che comporterebbe,
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ovviamente, anche rinunciare a delle convinzioni radicate.
Questo Magazine si è posto sin dal suo esordio (fino al N. 19 si chiamava
infatti “Il dialetto di Foggia”) l’obiettivo di contribuire, con l’aiuto di tutti gli
studiosi e appassionati, da una parte a divulgare il dialetto foggiano attraveso
gli scritti dei tanti autori locali, e dell’altra a mettere un po’ di ordine in una
materia da sempre molto “divisiva” anche perché effettivamente piuttosto
complicata sia dal punto di vista fonetico che della scrittura.
Quindi qualcuno dei lettori di “Cultura & Società in Capitanata” potrebbe
chiedere: “Di cosa abbiamo bisogno oggi per trovare una soluzione
condivisa?”
Risponderei senza ombra di dubbio di “mettere da parte ogni forma di
individualismo ricominciando tutto da capo, naturalmente senza cancellare
nulla di ciò che è stato fatto fino ad oggi, ma partendo dalla necessità di
individuare un vero e proprio alfabeto foggiano moderno e rispettoso degli
studi eccellenti portati avanti dall’IPA, l’Associazione fonetica internazionale
che ha creato i segni giusti per tutti i suoni possibili dell’apparato fonatorio
umano, e quindi anche di quelli che caratterizzano il dialetto foggiano.”
C’è insomma bisogno di un alfabeto fonetico e di un alfabeto per la scrittura
del “foggiano standard” che permettano di leggerlo e scriverlo senza
eccessive difficoltà e quindi alla portata di tutti.
Queste le basi teoriche di partenza. Ma per poterle tradurre in pratica c’è
bisogno di capire e studiare prima di tutto ciò che è stato fatto fino ad oggi a
partire dalle prime forme di scrittura “consapevoli” del dialetto foggiano che
risalgono, com’è noto, con un notevole ritardo rispetto alla maggior parte
degli altri dialetti italiani, solo al fine del 1800 e si devono senza dubbio al rev.
Filippo Bellizzi che ha provato anche a codificarle pubblicando sulla rivista
letteraria “Aurora”, oltre che delle composizioni poetiche anche degli articoli
di dialettologia.
Ogni parlante che mette per iscritto delle frasi dialettali utilizza più o meno
consapevolmente un alfabeto che, come scrive la Treccani online, è un
“Complesso di segni, ciascuno dei quali indica un suono consonantico o
vocalico di una lingua determinata.”
Vediamo l’alfabeto vocalico, peraltro incompleto del Bellizzi, con al di sotto i
simboli IPA più significativi. Quale è, invece, l’alfabeto che usate voi?
 a – à – á – è – e –e – ' – i – îe – j – o – ò – ò – o – u – u – ú – u – ûo
[a]-[a] -[ɜ]-[ɛ]-[ɘ]-[ə]-[ə]-[ɪ]-[i]- [j] -[ɔ]--[ɔ]-[ɤ]-[ɤ]-[u] -[ʊ]-[u] [ʉ] -[ʉ]
Acce de Sanzevîere ['atʧə də sanʣə'virə] N.d.R. Sedano di San Severo.
Y                                                                               N. 58 del 01-09-2021
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     Il 5 settembre l’Apulian Brass Ensemble con The Brass Between
         Europe and America nel Chiostro della Chiesa della Libera

Tornano gli appuntamenti con la 52esima stagione
concertistica dell’Associazione Amici della Musica,
presieduta da Gabriella Orlando, dopo la pausa estiva.
Domenica 5 settembre 2021 l’Apulian Brass Ensemble
diretta dal Maestro Antonio Falcone, già docente del
Conservatorio “Giordano” di Foggia, si esibirà con lo
spettacolo “The Brass Between Europe and America”.
Il concerto, dedicato alla memoria della signora Dora Scaglione Cicerale, si
terrà presso il chiostro della Chiesa Santa Maria della Libera di San Severo alle
ore 20 (porta ore 19.30).
L’Apulian Brass Ensemble, composta da 16 artisti, proporrà un concerto
variegato connotato da un sound originalissimo, tipico delle grandi jazz band.
Un viaggio musicale contraddistinto dal rigore metrico e dal linguaggio classi-
                                             co, dal saltellante swing ameri-
                                            cano, dall’elegante raffinatezza mo-
                                            zartiana, dalle sonorità vigorose
                                            degli ottoni in coro. Ricca e
                                            variegata la proposta musicale che
                                            spazia da Mozart, con l’ori-ginale
                                            arrangiamento della famosa Aria
                                            della Regina della Notte dal Flauto
                                            Magico, a Gounod, con la nota
                                            Marcia per la morte di una
                                            marionetta, da Paul Dukas a Freddy
                                            Mercury, con We are the
                                            Champions e Bohemian Rhapsody,
 da Frank Sinatra con My Way a Scott Joplin, con The Enterteiner, da John
 Williams, con i temi di Indiana Jones, a brani eterni come Le foglie morte e All
 of me e Moonlight Serenade. Un concerto da non perdere ricco di sfaccettatu-
N. 58 del 01-09-2021                                                                                Z
 ──-Periodico di attualità culturali , politica, storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ───

e e capace di far rivivere i ritmi e le culture musicali europee e americane.
L’evento è organizzato in collaborazione con il Ministero della Cultura, la
Regione Puglia - Assessorato all’Industria Turistica e Culturale, il Teatro
Pubblico Pugliese, l’AIAM (Associazione Italiana Attività Musicali), la Città di
San Severo – Assessorato alla Cultura, Resonance – Ritorni e sonorità fra arte,
natura, cultura ed emozioni.
Antonio Falcone si è diplomato giovanissimo in Corno, con il massimo dei voti,
proprio presso il Conservatorio di Foggia. Già primo corno in diverse
orchestre, entra come primo strumento nel complesso de I Solisti Dauni,
svolgendo intensa attività concertistica in Italia e all’estero e incidendo diversi
album. Ha partecipato a varie edizioni di festival nazionali e internazionali.
Titolare della cattedra di Corno presso il Conservatorio “Giordano” e
componente del Consiglio Accademico, affianca all’attività didattica e
concertistica lo studio della composizione. Proficua è la produzione
compositiva rivolta a gruppi strumentali e corali. Attualmente ricopre il ruolo
di Primo Corno nell’Orchestra Sinfonica “Umberto Giordano” di Foggia.
INGRESSO CONSENTITO SOLO CON GREEN PASS
Per informazioni: 348.6628775 - 329.1286673
8                                                                              N. 58 del 01-09-2021
──-Periodico di attualità culturali , politica, storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ───

Continuiamo a pubblicare, un po’ alla volta, la bella antologia di filastrocche,
scioglilingua, canzonette, conte, sfottò e varie, per grandi e piccoli, raccolte
dall’amico Michele Frattulino, tratte dai suoi libri Pe tùtte 'i gùste e Nu pòke
de tùtte.
                 

‘A kavezètte l’anemimurte 1
(cantilena)

‘A kavezètte l’anemimurte,
frisckalaneme de ki t’è mmurte

‘A kavezètte l’anemimurte 2
(cantilena)
‘A kavezètte l’anemimurte                                ‘A tattalàre
sorve e nnèspe.                                          (dialogo – scioglilingua)
      
                                                         Mamma mamme volle volle ‘a
A la uèrre                                               tattalàre!
(gioco)                                                  Mine mine ‘i tattalùne!
000
A la uèrre, a la uèrre                                   Mamme ha ddìtte nen
e sparàme ‘i trè kannùne                                 dattilanne!
ci – bbum.                                               E tù pekkè tattalije?
                                                        
      

Bbrùtta roscia malupìne                                  Gallìna zoppa zoppe
(sfottò)                                                 (conta)
                                                         Gallìna zoppa zoppe
Bbrùtta roscia malupìne,                                 quanda pènne tine ngoppe,
purte l’akkue a li gallìne.                              e ne purte vindiquatte,
                                                         ùne, dùje, trè e quatte.
N. 58 del 01-09-2021                                                                              9
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                      Foto Wikipedia - Lullaby di William-Adolphe Bouguereau

                                   Ninna nanne Fuğğiàne 2
                                E ninna ninna ninna ninnarella,
                              ‘u lùpe s’ha magnàte ‘a pekurèlle:
                                e pekurèlla mìje, kume facìsse,
                           quanne mmokk’a llu lùpe te vedìsse:
                          E quanne mmokke ‘o lùpe te truvasse,
                               o pekurèlla mìje a kkè penzasse.
                          quande Sand’Anne pe lu mùnne jéve,
                                a ttùtt’i krijatùre s’addurméve.
                             Sunne kè da lundàne lundàne vine,
                          vine a kkavalle e nen venènne appide.
                            Vattìnne tù papunne da sott’o litte,
                            sennò te mènghe nu matòne mbitte
                           E ninna nanna e ninna e ninna d’òre,
                                 è morte la gallìne sòp’a l’òve;
                                  è morte la gallìna cenerìne,
                           quèlle kè facéve l’òve sére e matìne.
                          Prijèzze de la mamme eje ‘stu fìgghie,
                           ‘po véne la Madonne e se lu pìgghie;
                         E uh Madonna mìje nen d’u pigghianne,
                       ‘stu bbèlle fìgghie mìje, fìgghie de mamme,
                                               oh oh.
:                                                                              N. 58 del 01-09-2021
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Una notte di agosto, di quelle agitate da un vento tiepido e tempestoso,
camminavamo sul marciapiede indugiando e scambiando rade parole. Il
vento che ci faceva carezze improvvise, m’impresse su guance e labbra
un’ondata odorosa, poi continuò i suoi mulinelli tra le foglie già secche del
viale. Ora, non so se quel tepore sapesse di donna o di foglie estive, ma il
cuore mi traboccò improvvisamente, tanto che mi fermai.
(Cesare Pavese)

                                  
;                                                                             N. 58 del 01-09-2021
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         Nasce a Chieuti, in lingua arbëreshë , l’olio “Volìo”

Il sindaco Diego Iacono: «Un volano per valorizzare la nostra storia e la nostra cultura»

L’olio “Volío” per valorizzare e promuovere la cultura delle minoranze
linguistiche arbëreshë della provincia di Foggia. La cooperativa sociale
Ortovolante ha realizzato una produzione dedicata di ”Mall, vaj ulliri ekstra
virgjër”, come si scrive nella lingua albanese. Perché le olive trasformate
nell’olio extravergine d’oliva dal gusto dell’inclusione sociale e
lavorativa, sono state raccolte sui terreni di Chieuti, che insieme al comune di
Casalvecchio di Puglia, custodisce lingua, tradizioni e culture arbëreshë nel
nostro territorio.
Anche ”Mall”, vaj ulliri ekstra virgjër, dunque, ha l’obiettivo di rafforzare
l’offerta di servizi rivolti a persone con disagio psichico, contrastare lo stigma
nei confronti di quanti affetti da questa forma di disturbo e rilanciare il tema
della salute mentale. A partire dall’importanza di attivare percorsi di
inserimento sociale e lavorativo, come nel caso del progetto “Hopeificio”,
promosso dalla cooperativa Medtraining e sostenuto dalla Fondazione CON IL
SUD nell’ambito della terza edizione del “Bando Socio Sanitario”.
“Volìo” o “Mall” - a seconda di come si vuole pronunciare – nasce proprio da
questa esperienza di inclusione che ha coinvolto in questi anni un gruppo di
<                                                                               N. 58 del 01-09-2021
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beneficiari nella campagna olearia sui
terreni dell’ASP “Castriota e Corroppoli”
di Chieuti. Il loro percorso di formazione
teorica e pratica connesso al ciclo
produttivo dell’olio extravergine – anche
grazie alla presenza degli operatori e
dall’agronomo - si è ormai perfezionato
e prevede: potatura, raccolta delle olive,
molitura ed imbottigliamento dell’olio.
Ed ora, tramite la realizzazione del frantoio che avverrà nei prossimi mesi su
terreni dell’Amministrazione Comunale di Chieuti, potranno effettuare anche
la trasformazione diretta senza rivolgersi a frantoi esterni.
“Mall, vaj ulliri ekstra virgjër” è stato presentato ufficialmente a Chieuti, lo
scorso 27 agosto, in occasione della quarta edizione del “Miglior olio”,
l’iniziativa promossa dalla società cooperativa agricola Frentana per
raccontare le migliori produzioni di olio del 2020, per dare spazio alla qualità
dell’olio, per confrontarsi sui processi della filiera produttiva nel nostro
territorio. Come “Volìo”, le cui parole d’ordine sono agricoltura biologica,
innovazione ed inserimento socio-lavorativo. L’iniziativa si è svolta nella sede
della cooperativa Frentana in Contrada Tre, Via Monti.
«L’idea di etichettare e chiamare l’olio, o altri prodotti locali, nella nostra
lingua arbëreshë dedicando una produzione specifica, è un’ottima idea che
può essere un volano per la valorizzazione della nostra storia, della nostra
cultura e della nostra comunità – spiega Diego Iacono, sindaco di Chieuti – . E’
un progetto pilota che si potrebbe replicare anche con altre produzioni del
posto, immaginando magari di raccontare brevemente sull’etichetta la nostra
storia. Potrebbe diventare un ulteriore motivo per spingere ed incuriosire le
persone ad avvicinarsi e conoscere di più la cultura arbëreshë e le tradizioni
del nostro territorio».
«In questa attività di inserimento socio-lavorativo i braccianti agricoli, assunti
con regolare contratto dalla cooperativa Ortovolante, stanno riscoprendo sé
stessi, i loro talenti, delle professionalità che non credevano di avere fino a
poco tempo fa – spiega Carmine Spagnuolo, direttore della cooperativa
sociale Medtraining – . E lo stanno facendo non solo sui terreni dell’ASP
“Castriota e Corroppoli” di Chieuti, partner del progetto, ma anche per conto
terzi, per quanti hanno piccoli appezzamenti di terreno ed hanno bisogno di
qualcuno per il lavoro».
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