ANNO 2017/2018 Seduta XXIX: giovedì 14 dicembre 2017 - serale SOMMARIO - Repubblica e Cantone Ticino

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ANNO 2017/2018 Seduta XXIX: giovedì 14 dicembre 2017 - serale SOMMARIO - Repubblica e Cantone Ticino
ANNO 2017/2018
Seduta XXIX: giovedì 14 dicembre 2017 - serale

SOMMARIO

1. Risposte a interpellanze .......................................................................................... 3441
2. Preventivo 2018 (seguito discussione) .................................................................... 3441
     - Messaggio del 27 settembre 2017 n. 7422
     - Rapporto del 5 dicembre 2017 n. 7422R; relatrice: Pelin Kandemir Bordoli
3. Modifica della legge sulla polizia del 12 dicembre 1989 concernente
   l'allontanamento e il divieto di rientro in ambito di violenza domestica
   di cui all'art. 9a - Richiesta di posticipo dell'entrata in vigore ................................... 3461
     - Messaggio del 28 marzo 2017 n. 7299
     - Rapporto aggiuntivo del 13 dicembre 2017 n. 7299 RA;
       relatore: Gianrico Corti
4. Chiusura della seduta e rinvio ................................................................................. 3462

PRESIDENZA: Walter Gianora, Presidente

Alle ore 17:10 il Presidente dichiara aperta la seduta, presenti 79 deputati.

Sono presenti le signore e i signori deputati:
Agustoni - Aldi - Ay - Bacchetta-Cattori - Badasci - Balli - Bang - Battaglioni -
Beretta Piccoli - Bignasca - Bosia Mirra - Buzzini - Campana - Canepa - Caprara -
Caverzasio - Cedraschi - Celio - Censi - Corti - Crivelli Barella - Crugnola - De Rosa -
Delcò Petralli - Durisch - Farinelli - Ferrara - Ferrari - Filippini - Foletti - Fonio - Franscella -
Gaffuri - Galeazzi - Galusero - Garobbio - Garzoli - Ghisla - Ghisletta - Gianella - Gianora -
Giudici - Guerra - Guscio - Jelmini - Kandemir Bordoli - Käppeli - La Mantia - Lurati - Lurati
Grassi - Maggi - Mattei - Merlo - Minotti - Morisoli - Ortelli - Pagani G. - Pagnamenta -
Pamini - Passalia - Pedrazzini - Peduzzi - Pellanda - Petrini - Pini - Pinoja - Polli - Pronzini
- Pugno Ghirlanda - Quadranti - Ramsauer - Robbiani - Rückert - Schnellmann - Seitz -
Storni - Terraneo - Viscardi - Zanini

Si sono scusati per l'assenza:
Brivio - Dadò - Denti - Ducry - Ghisolfi - Lepori - Patuzzi

Non si sono scusati per l'assenza:
Frapolli - Gendotti - Minoretti - Pagani L.

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ANNO 2017/2018 Seduta XXIX: giovedì 14 dicembre 2017 - serale SOMMARIO - Repubblica e Cantone Ticino
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1. RISPOSTE A INTERPELLANZE

Il Cantone crede nel progetto di rilancio di Lugano Airport?
Risposta all'interpellanza presentata il 30 novembre 2017 da Marcello Censi per il gruppo
PLR

Il Direttore del Dipartimento del territorio, Claudio Zali, risponde all'interpellanza nel corso
del dibattito sul Preventivo 2018 (vedi pp. 3449-3451).

Quali criteri alla base della scelta del Museo di storia naturale?
Risposta all'interpellanza presentata il 14 dicembre 2017 da Franco Celio

Il Direttore del Dipartimento del territorio, Claudio Zali, risponde all'interpellanza nel corso
del dibattito sul Preventivo 2018 (vedi pp. 3449-3451).

2. PREVENTIVO 2018 (seguito discussione)
       Messaggio del 27 settembre 2017 n. 7422

Continua la discussione di dettaglio sui singoli Dipartimenti.

Dipartimento del territorio (DT)

CRUGNOLA G. - Il Preventivo 2018 del Dipartimento del territorio (DT) non si discosta
sostanzialmente da quello del 2017 ma, seppur lentamente, il risultato del Dipartimento
sembra peggiorare costantemente e tale tendenza è confermata anche per i prossimi anni,
passando da -81 milioni di franchi per l'anno 2017 a -97 milioni per l'anno 2021. Un'analisi
più approfondita potrà essere fatta con le cifre a consuntivo e la speranza, così com'è
stato per il consuntivo generale del Cantone, è che le cifre indicate nel preventivo e nel
piano finanziario siano prudenziali e che i risultati effettivamente conseguiti mostreranno il
contrario. Alla voce "Investimenti" nel 2018 sono previsti circa 217 milioni, ossia 4.5 milioni
in più rispetto al Preventivo 2017 e ben 33 milioni in più rispetto al Consuntivo 2016. Ciò è
sicuramente positivo poiché tali investimenti avranno ricadute anche sulle finanze
cantonali, sempre che i relativi lavori saranno affidati a imprese ticinesi.
Tale introduzione significa che nel DT si sta lavorando nella giusta direzione ma rimane
ancora molto da fare e i margini di manovra sono ampi. Meno burocrazia e procedure più
snelle ed efficaci possono contribuire all'auspicato salto di qualità. Un primo esempio
concreto è dato dall'evasione delle domande di costruzione dove ogni anno devono
essere trattati oltre quattromila dossier. Il nostro gruppo ha già messo sul tavolo alcune

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proposte concrete: la mozione1 del 1° settembre 2015 e la mozione2 del 22 febbraio 2016
aspettano risposte che speriamo siano contenute nella tanto attesa bozza della nuova
legge edilizia cantonale, la cui consultazione era in programma quest'autunno. Sarei grato
al Direttore del DT se potesse aggiornarci sullo stato di avanzamento dei lavori su questo
tema. So che proprio oggi è stata lanciata la consultazione, ma mi piacerebbe avere
informazioni circa la tempistica della procedura e magari alcune anticipazioni su eventuali
concrete misure di snellimento.
Anche gli addetti ai lavori nel settore edilizio attendono con impazienza il nuovo
regolamento di applicazione della legge sulle commesse pubbliche [RL 7.1.4.1.6] votata
da questo Gran Consiglio il 10 aprile 2017. Una legge senza un regolamento di
applicazione adeguato può creare non pochi grattacapi: capisco che ci voglia tempo, ma
sono passati ben otto mesi. Ci chiediamo pertanto a che punto sono i lavori e se
corrisponde al vero che la bozza di regolamento, in fase di consultazione interna, è
bloccata da mesi presso un Dipartimento. In sostanza chiedo al Direttore del DT quando è
stata lanciata la consultazione interna, dove si trova la bozza e se vi sono problemi
particolari che impediscono l'elaborazione della versione definitiva.
Un'ulteriore potenziale misura di ottimizzazione è offerta dalle Unità amministrative
autonome discusse in questo Parlamento nell'ottobre 2015, ma di cui non si è più sentito
nulla. Sono stati intrapresi passi concreti in questo settore? Se sì, per quali Divisioni? Una
chiara definizione degli obiettivi e una mirata gestione delle attività possono giovare ai
risultati e quindi facciamo uso di questo strumento.
Parlando poi dei problemi di mobilità, o meglio d'immobilità, che viviamo quotidianamente
sulla nostra pelle, vi sono alcuni cantieri aperti che attendono di essere risolti. Ne cito tre: il
semisvincolo A2 a Bellinzona, la cui realizzazione è prevista entro il 2023 (referendum
permettendo); il potenziamento della tratta Lugano-Mendrisio (sotto pressione ogni giorno
poiché basta un'automobile in panne per mandare in tilt tutta la circolazione del
Sottoceneri) per il quale a breve l'Ufficio federale delle strade (USTRA) pubblicherà il
concorso per la progettazione e la cui realizzazione è prevista entro il 2035; il
collegamento A2-A13 che rappresenta un progetto fondamentale per tutto il Locarnese e il
Piano di Magadino e che per le note difficoltà vissute finora può essere paragonato alla
Sagrada Familia, evidentemente con le dovute proporzioni. Negli scorsi mesi è stata
avviata la fase di progettazione generale della Variante 6A ma la cui realizzazione non è
prevista prima del 2030. Chiedo quindi al Consigliere di Stato Claudio Zali se vi sono
aggiornamenti in merito a questi progetti e di mantenere ancora più alta la pressione
affinché essi possano avanzare il più rapidamente possibile.
Su questo e su altri temi (come la strategia energetica, che non approfondisco ora per
mancanza di tempo, o il servizio spazzaneve di lunedì scorso, che cito a mo' di battuta
perché se ne sono sentite di tutti i colori), il DT è invitato a vigilare sul raggiungimento
dell'obiettivo del freno al disavanzo mantenendo comunque la necessaria pressione sulle
importanti opere in corso e assicurando nel contempo la qualità del servizio offerto. Mi
rendo conto che non è una sfida semplice.

1
  Mozione: Domande di costruzione: snellimento delle procedure a favore degli istanti, Graziano
Crugnola per il gruppo PLR, 21.09.2015.
2
  Mozione: Domande di costruzione - Informatizzazione delle procedure, rapidità e coordinamento
nella richiesta da parte dell'Ufficio domande di costruzione di eventuali atti mancanti, Graziano
Crugnola e cofirmatari, 22.02.2016.

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STORNI B. - Il DT si occupa di molte, interessanti e non semplici problematiche inerenti
alla gestione del nostro prezioso ma bistrattato territorio. Esso lo fa però sovente con
mezzi e strumenti finanziari, operativi e istituzionali non adeguati. Si occupa ad esempio di
mobilità investendo per sviluppare il trasporto pubblico ma poi deve rincorrere dinamiche e
disfunzioni penalizzanti generate dalla spesso scadente pianificazione del territorio di
competenza comunale. Tale situazione è però cresciuta anche con l'assenso del Cantone.
La precaria situazione della mobilità in Ticino è il frutto di ritardi e gravi errori del passato
che devono essere riconosciuti per essere affrontati e corretti. Si tratta di gravi sbagli di
pianificazione del territorio derivanti da politiche comunali che negli anni Settanta (ma
ancora in auge in diversi Comuni) hanno portato a un'estensiva diffusione di zone
industriali e di zone residenziali poco dense, il tutto senza considerare minimamente le
conseguenze per la mobilità ma solo codificando obblighi per costruire posteggi
accentuando il problema. Per decenni molte delle sovradimensionate zone industriali
pianificate dai Comuni negli anni Settanta sono rimaste inedificate e usate per scopi
agricoli. Purtroppo la situazione politico-istituzionale in Italia ha portato negli ultimi anni a
un massiccio esodo di piccole e medie imprese che si sono insediate nelle troppe zone
industriali del nostro Cantone potendo attingere, grazie alla libera circolazione, a
collaboratori da oltre frontiera, dove i trasporti pubblici sono ancor più carenti che da noi.
Tale nuova dinamica ha dato il colpo di grazia al nostro sistema viario, che sta anche
ritardando l'attuazione del Piano di risanamento dell'aria (PRA). Chiedo al Direttore del DT
se può darci informazioni sugli sviluppi del PRA anche in considerazione dell'aumento
della motorizzazione e dei valori di immissioni non rispettati dai motori diesel.
Nel Preventivo 2018 leggiamo che il Cantone aumenta la spesa per le imprese di trasporto
pubblico, al netto della partecipazione dei contributi di enti pubblici, di 5.28 milioni, che per
rapporto al Consuntivo 2016 rappresenta un incremento di quasi il 10%. Ciò è dovuto in
particolare alla messa in esercizio della tratta Stabio-Varese che permetterà di collegarci a
Varese e all'aeroporto di Malpensa. Per il Ticino dal 1870, quando fu realizzata la ferrovia
del Gottardo, è il primo nuovo tracciato ferroviario.
Ricordo che l'Associazione traffico e ambiente (ATA) propose questa linea ben trent'anni
fa con lo studio "Ticino 2001 – Una concezione di mobilità ecologica". In detto studio l'ATA
individuava perfettamente il tracciato e la possibilità di raggiungere l'aeroporto di Malpensa
e ora, trent'anni dopo, la linea entrerà in esercizio. Essa ci collegherà, oltre al citato scalo
aeroportuale, con una provincia popolosa e industriosa come quella di Varese che con i
suoi circa 900 mila abitanti è quasi tre volte il nostro Cantone, un'area alla quale eravamo
collegati più male che bene, molto su strada e poco o nulla con il trasporto pubblico. Si
tratta di un'opportunità da cogliere a piene mani, ma poco cambierà se, come abbiamo
potuto leggere nel primo rapporto sul Piano della viabilità del polo di Lugano (PVP), il 65%
di chi si reca a lavorare in auto in città ha il posteggio gratuito.
Per riprendere quanto detto in entrata, urge la necessità di coordinare le varie misure di
pianificazione della mobilità e del territorio facendo anche ordine laddove si è sbagliato ed
evitando nuovi errori. In questo senso risulta incomprensibile la proposta di oltre 40 milioni
di franchi di collegare il già intasato centro-città di Bellinzona all'autostrada A2, un progetto
anacronistico e dannoso.
Sappiamo che il DT in campi come la mobilità lenta sta cercando di recuperare il tempo
perso. Abbiamo votato negli ultimi anni crediti per ciclopiste e corsie ciclabili per oltre 70
milioni di franchi ma ci si scontra ancora con enti locali non sempre particolarmente
presenti. Il DT ha dovuto attivare la tassa di collegamento sia per correggere errori
pianificatori del passato sia per trovare mezzi finanziari per il trasporto pubblico. È su
questo tipo di trasporto che vorrei portare una proposta o meglio un'esigenza concreta.

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Se, come detto prima, per il 2018 è previsto un aumento del 10% della spesa per il
trasporto pubblico, in considerazione dei ritardi accumulati in passato e degli sviluppi degli
ultimi anni che vedono il traffico individuale motorizzato crescere più in fretta della mobilità
pubblica, è giunto il momento di cambiare marcia nell'offerta di trasporto pubblico e
prevedere, a breve termine, un raddoppio della stessa che andrà chiaramente finanziata
con un aumento della spesa del Cantone, che dovrà superare i 100 milioni di franchi. È
inutile chiedere nuove strade (come abbiamo appena sentito) visto che il Cantone è
perennemente in una situazione d'ingorgo. Insistere sulle terze corsie non risolverà il
problema ma lo sposterà solamente, come sempre avvenuto. Proprio in queste settimane
è stata aperta un'autostrada di città a Bienne costata 1.2 miliardi di franchi e si sono
formate code in altre zone. Nonostante la somma investita le code non sono sparite, ma si
sono solo spostate e quindi ora vi è un altro accesso della città con questo problema.
Oltre al forte sviluppo del trasporto pubblico si auspica che il Cantone sia ancor più vigile
in materia di posteggi riportando la legalità laddove non c'è, come ha fatto con coraggio
nel Mendrisiotto, e soprattutto evitando nuovi posteggi come invece sembra il caso a
Locarno, dove la città sta investendo in nuovi parcheggi in centro, cosa non propriamente
in linea con gli obiettivi del Programma d'agglomerato.
Infine, pongo una domanda in merito alla situazione della Compodino SA relativa alla
pianificazione dello smaltimento degli scarti vegetali. Si tratta di un annoso problema che
si trascina da un quarto di secolo ancorché sappiamo che vi è l'intenzione di presentare
comunque un Piano di utilizzazione cantonale (PUC) che sposti questo impianto
rimanendo però nell'area agricola. Ebbene, tale progetto è già in circolazione da tempo ed
è stato bocciato dal Consiglio comunale di Locarno e ora è il Cantone che dovrebbe
occuparsene. Ci chiediamo se, a fronte di nuovi impianti come quello di Cadenazzo
realizzato in zona industriale, non sia il momento di rivedere questa pianificazione per
cercare di evitare nuovi scontri poiché sappiamo che saranno inoltrati ricorsi visto che non
è effettivamente compatibile con le nuove norme del Piano regolatore e inoltre si trova
all'interno del Parco del Piano di Magadino.

FERRARI C. - Ho un sogno nel cassetto. Di sogni nel cassetto ne ho tanti, ma in politica
significa avere progetti d'interesse generale che possano servire alla nostra gente. Mi
sono quindi dato da fare negli enti locali, nel Gran Consiglio e, dopo molti anni, nella
Commissione della pianificazione del territorio e in Municipio cercando di portare avanti il
mio sogno con uno strumentario interessante a disposizione. Mi riferisco alla mobilità lenta
nel Gambarogno, sprovvisto di fondovalle ma con un lago stupendo. La parte di questa
regione toccata dal lago in estate passa da 1'000 a 15 mila abitanti. I turisti hanno voglia di
vedere, di camminare e di muoversi: sembra quasi di essere al mare ma la sicurezza non
è più garantita. Vi sono marciapiedi danneggiati e le ringhiere, al di là del fatto che in tutto
il Ticino esse sono fuori norma, stanno per crollare. In sei anni di lavoro, grazie anche
all'inoltro di mozioni a livello comunale, siamo riusciti a realizzare la prima tratta – tra
Quartino e Magadino − del Programma d'agglomerato del Locarnese 2 (PALoc 2): due
metri e mezzo di percorso ciclabile che portano al magnifico lago, frequentato da numerosi
ticinesi. Nei nostri lidi e nelle nostre spiagge incontro infatti tanta gente del Bellinzonese
ma anche del Sottoceneri. Nonostante ciò, il progetto è ancora fermo a causa di
lungaggini che mal si comprendono. Nel 2015 era già pronto e qualcosa è stato realizzato
ma poi il tutto si è arenato e probabilmente sarà ripreso nel 2019, molto più tardi di quanto
preventivato, il che è un peccato perché con un po' di volontà si sarebbe potuto agire
subito.

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In qualità di membro della Commissione intercomunale dei trasporti (CIT), oltre ad
interessarmi di progetti di interesse generale (come il collegamento A2-A13, desiderio
anche di un mio caro amico, l'ex Consigliere di Stato Michele Barra), mi sono concentrato
sul progetto del percorso ciclo-pedonale. Il Cantone ha concesso il credito per lo studio di
fattibilità e, grazie anche all'entusiasmo dei progettisti, l'intero percorso a lago, dopo la
consultazione, è stato portato nel PALoc 3 dal livello B (previsto nel PALoc 2) al livello A.
Tuttavia, dopo pochi mesi e nonostante sei anni di progettazione (finanziata anche dal
Cantone), detto progetto, per volontà del DT, è stato declassato a categoria C, il che
significa che sarà realizzato non prima del lontano 2026 e inserito come progetto locale,
quando le rive del lago sono frequentate da mezzo Ticino e non solo.
Non è però finita qui. Il Gambarogno è confrontato anche con il progetto FFS del corridoio
merci. Nel 1995, quando è stato deciso il trasporto delle stesse su rotaia, i treni erano
lunghi 350 metri. In futuro i treni − ben 92 al giorno − saranno lunghi quasi mille metri.
Ricordo che il Gambarogno ha sempre chiesto la galleria come completamento della
ferrovia AlpTransit. Il progetto del percorso ciclo-pedonale a lago rappresentava e
rappresenta una sorta di compenso per questo disagio, che è molto più grande di quanto
previsto nel 1995.
In conclusione, chiedo al Direttore del DT di rivolgersi a Berna, e in particolare alla
Consigliera federale Doris Leuthard (che tra l'altro conosce molto bene la regione),
affinchè nel PALoc 3 si tenga maggiormente conto delle esigenze del Gambarogno che
rispetto al resto del Cantone è pesantemente penalizzato, soprattutto per quanto concerne
la politica del traffico merci. La regione ha un potenziale enorme, grazie anche ai numerosi
turisti che la frequentano, ma non si fa niente per sfruttarlo positivamente, contrariamente
a quanto avviene oltre confine dove probabilmente gran parte dei ristorni del frontalierato
sono utilizzati per investimenti a favore di una maggiore attrattiva turistica.
Ribadisco il mio invito a voler intervenire a Berna, anche per evitare di buttare al vento sei
anni di pianificazione.

JELMINI L. - Mi permetto di intervenire per alcune osservazioni relative all'aeroporto di
Lugano e per avere una presa di posizione da parte del DT. Oggi posso dire di essere
molto contento visto che finalmente da Bellinzona giungono dichiarazioni a favore dello
scalo luganese. Desidero a questo punto chiedere che sia fatta chiarezza per capire
innanzi tutto se quanto dichiarato negli scorsi giorni dal capo del Dipartimento del territorio
è confermato ed è condiviso da tutto il Governo cantonale.
Vorrei inoltre conoscere la natura dell'impegno che il Direttore del DT ha dichiarato di voler
sostenere. In altri termini vorrei sapere qual è l'importo che il Cantone Ticino è disposto a
concedere per dare una continuità e un orizzonte di progettualità maggiore a quello che io
considero un importante servizio. Spero di interpretare correttamente se affermo che con
quest'iniziativa si vuole finalmente affrontare la questione dell'aeroporto di Agno come un
servizio d'interesse cantonale.
Occorrerà poi capire se le autorità della mia città saranno finalmente disposte a
condividere i progetti, compreso quello dell'aeroporto che a mio parere deve diventare un
aeroporto cantonale, ma questa è un'osservazione che dovrà essere posta in altra sede.
La nuova impostazione andrebbe a rispondere positivamente a una mozione 3 − oggetto di
valutazione da parte della Commissione della gestione e delle finanze − che chiedeva al

3
 Mozione: 10 milioni di franchi per il futuro di Lugano Airport, Stefano Fraschina e Lorenzo Quadri
per il gruppo Lega (ripresa da Lorenzo Jelmini), 21.06.2011.

                                                                                 3445
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Governo cantonale una partecipazione di 10 milioni di franchi in favore dello scalo
luganese.
Ricordo che nel 2005, con la costituzione di Lugano Airport SA (LASA), il Governo aveva
deciso d'intervenire garantendo un versamento di 1.45 milioni di franchi a sostegno
d’investimenti per oltre 14 milioni messi a disposizione dalla città di Lugano. Credo che si
possa ipotizzare un sostegno analogo anche oggi visto che Lugano intende investire una
somma di 20 milioni di franchi.

CRIVELLI BARELLA C. - A mio modo di vedere il DT è il Dipartimento più importante.
Finalmente parliamo di qualcosa di significativo perché quello di cui ci siamo occupati in
questi quattro giorni (riforma fiscale, disoccupazione, scuola, eccetera) sono temi molto
rilevanti e vitali ma subordinati alla possibilità di una vita degna di tale nome. Per quanto
riguarda l'ambiente e il territorio − come ci mostrano tutte le sfide legate al surriscal-
damento climatico, che non possono essere sottovalutate − tutto ciò di cui ci occupiamo in
questo Parlamento è subordinato alla vita sulla Terra. Per questa ragione il DT è, secondo
me, il Dipartimento più importante e quello che si trova ad affrontare le sfide più grandi.
In merito all'inquinamento atmosferico, si tratta di smog o di nebbia? Se lo è chiesto
proprio nelle ultime settimane l'astronauta Paolo Nespoli dell'Agenzia spaziale europea
(European space agency - ESA) fotografando la nube marrone che ricopre la pianura
padana, dove quest'anno è scattata in anticipo l'emergenza dell'inquinamento. AstroPaolo
ha "twittato" a fine novembre «La Pianura Padana qualche ora fa... Nebbia o smog?» e le
risposte non si sono fatte attendere, a partire dall'ESA, con due messaggi completi di
fotografie scattate dai satelliti europei dal seguente contenuto: «Ciao Paolo! La valle del
Po è spesso coperta di nebbia, come si può vedere in questa immagine Envisat di alcuni
anni fa». Il tweet è accompagnato dall'immagine spettacolare della pianura padana
coperta di bianco. Ho scelto tre immagini4 ma ve ne sono molte altre disponibili in internet.
Le immagini della National aeronautics and space administration (NASA) ci aiutano a
capire come la nebbia in effetti sia presente, com'è normale per il mese di novembre, ma
limitata a una piccola porzione del territorio padano in prevalenza sul Veneto ma anche sul
Friuli-Venezia Giulia sud-occidentale mentre su tutto il resto del nord, in particolare su
Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna ma anche sul Veronese, è presente una spessa
cappa di smog. I dati dei satelliti purtroppo non lasciano dubbi: l'aria sopra le nostre teste,
quindi anche quella che respiriamo, è la peggiore d'Europa, soprattutto per quanto
riguarda il monossido di carbonio. È significativa la cartina delle polveri fini PM2 in Europa:
si tratta di un problema soprattutto padano e polacco. L'aria insomma non ha confini né
passaporti e a fronte di questa situazione noi ticinesi assistiamo impotenti e a volte anche
un po' sfiduciati alle nostre reali possibilità di fare qualcosa contro l'inquinamento nel
nostro piccolo territorio.
Il Direttore del DT ci ha assicurato che la qualità dell'aria sta migliorando ma i dati sono
comunque allarmanti e nel Mendrisiotto tagliamo lo smog con il coltello, oltre a riempire i
centri delle malattie polmonari. Noi Verdi ci siamo consultati con esperti di diritto
internazionale e abbiamo una proposta: chiediamo, invece di continuare come alcuni a
puntare il dito accusatore sui frontalieri (che arrivano perché qualcuno li assume), che il
Cantone Ticino denunci l'Italia per inadempienza nella prevenzione e nella lotta
all'inquinamento da polveri a danno della salute. Chiediamo inoltre la messa al bando
della vendita di tutti i veicoli diesel. La denuncia sarebbe o sarà secondo noi un atto

4
    Vedi p. 3463.

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politico che servirà a smuovere le coscienze e speriamo tutta l'Italia. Mobilità aziendale e
altre misure per i frontalieri sono naturalmente benvenute e necessarie ma la denuncia
sarà uno strumento in più a fronte dell'estrema gravità della situazione dell'inquinamento
dell'aria.

PELLANDA G. - So che sul tema del Museo di storia naturale vi è un'interpellanza 5 del
collega Franco Celio, che evidentemente condivido, alla quale sarà data risposta nel corso
della presente seduta. Tale museo, come sappiamo per il tramite dei mass media, dovrà
trasferirsi dalla sede del liceo di Lugano 1 per lasciare posto agli ampliamenti previsti.
Ebbene, il fatto che un gruppo di lavoro abbia indicato l'ex Monastero di Santa Caterina di
Locarno ha colto un po' tutti di sorpresa. Lo stesso Municipio è stato colto alla sprovvista e
il sindaco Scherrer è intervenuto in televisione dicendo che se a Locarno sarà offerto
qualcosa in più può andare bene ma che loro non lo hanno richiesto.
Vorrei invitare il Governo, che dovrà prendere la decisione finale, a tenere in
considerazione la periferia (alludo a Faido), anche perché il contesto di questa realtà
territoriale è ricco di affinità con il tema. Nel Locarnese si potrebbe considerare anche
Losone, che si era proposto per il Museo del territorio, la cui assegnazione non è ancora
stata decisa.
Concentrandoci sull'attualità, siccome presto o tardi la sede del Museo di storia naturale
dovrà essere spostata, bisogna valutare bene e tenere conto di Faido. È il mio auspicio e
quello di tante persone.

MATTEI G. - È stato detto che il DT è uno dei Dipartimenti più importanti e per la nostra
realtà lo è sicuramente. Apprezzo molto l'operato del DT, in particolare nella manutenzione
attiva delle nostre strade, ma sono critico su alcune attività e su alcune manchevolezze.
Inizio dal tema più importante, quello del collegamento interregionale Vallemaggia-
Leventina, menzionato nel masterplan per i Comuni dell'Alta Vallemaggia. In detto
documento è stata inserita la scheda S58. Tale collegamento, sollecitato a più riprese in
passato fin dagli anni Sessanta, figurava già nel Programma di sviluppo della regione del
Locarnese e della Vallemaggia del 1985, approvato sia dal Consiglio di Stato sia dal
Consiglio federale. Oggi tale opera, che persegue l'obiettivo di mettere in rete la
Vallemaggia con le altre valli che la circondano, non è importante solo per la Vallemaggia,
ma è estremamente interessante anche per la Leventina, che si trova davvero in grosse
difficoltà e cerca progetti e possibilità. Chiedo al Consigliere di Stato quale visione ha per
questo progetto: vi sono in atto studi e approfondimenti? Se non erro, l'USTRA aveva
avviato uno studio: gradirei sapere a che punto si trova.
Vengo a un altro tema che ci preoccupa. Abbiamo in mano un comunicato stampa dal
titolo "Un altro passo importante per la realizzazione del Programma d'agglomerato del
Locarnese e della Vallemaggia". L'investimento, stimato in circa 45 milioni di franchi, è il
benvenuto ma chiediamo che dal comunicato stampa sia tolta la dicitura "Vallemaggia"
poiché alla valle medesima non vi praticamente cenno. Il presidente dell'Associazione dei
Comuni della Vallemaggia (ASCOVAM) è sconcertato. Ci si attendeva un intervento nella
zona di Ponte Brolla che necessita urgentemente di miglioramenti e di una riorganiz-
zazione della viabilità del nodo intermodale. Non riusciamo a capire perché nel

5
 Interpellanza: Quali criteri alla base della scelta del Museo di storia naturale?, Franco Celio,
14.12.2017. Per la risposta si rinvia alle pagine 3449-3451.

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programma non è previsto il progetto citato che tocca comunque una delle valli più
importanti del Cantone poiché, pur non essendo molto abitata, occupa il 25% del territorio
e riguarda anche le Terre di Pedemonte, le Centovalli e la Valle Onsernone.
Vi è poi la questione della pista ciclabile della Vallemaggia e in particolare del percorso tra
Someo e Riveo che presenta molte criticità. Ci è stato detto che dal 2018 si sarebbe potuti
intervenire ma finora non si è visto nulla. Siamo contenti dello stanziamento di
45 milioni di franchi ma, allo stesso tempo, siamo preoccupati poiché 5-10 milioni
avrebbero potuto essere investiti nei progetti citati in precedenza.
Per quanto riguarda l'abbonamento Arcobaleno ricordo sia gli atti parlamentari6 presentati
da Simone Ghisla sia la mia mozione7 alla quale è stata data risposta sottoforma di
"contentino". Il Governo ha comunque espresso l'intenzione di effettuare ulteriori verifiche
e studiare misure per migliorare l'attrattività del trasporto pubblico. Invito quindi il Governo
ad assicurare, sviluppare e finanziare un servizio di trasporto pubblico adeguato nelle
regioni periferiche e di montagna, sia dal punto di vista finanziario sia dal punto di vista
della frequenza dei collegamenti. Cito il caso degli studenti e apprendisti che abitano nelle
zone periferiche i quali sono costretti ad acquistare abbonamenti Arcobaleno da cinque o
più zone − con le conseguenze finanziarie del caso − mentre agli studenti e apprendisti
che abitano in città ne servono solo due.
Tornando alle piste ciclabili, noto che alla voce 50100008 "Investimenti per la
realizzazione di piste ciclabili" sono previsti 50 mila franchi mentre nel 2016 superavano il
milione di franchi mentre i "Contributi cantonali per piste ciclabili" (voce n. 565000054)
sono stati azzerati. Si continua a parlare di piste ciclabili e di mobilità lenta ma poi si fa ben
poco.
Un'altra nostra preoccupazione riguarda la Sezione forestale, l'Ufficio della caccia e della
pesca e i funzionari che si occupano della gestione delle strade cantonali nelle valli. Si
parla di decurtazione di posti di lavoro e vorrei sapere se ciò corrisponde al vero.
Noto inoltre che abbiamo speso molto poco per indennizzare i danni causati dai grandi
predatori; a tal proposito mi chiedo se non sia il caso di valutare la nuova posizione per la
sostituzione della selvaggina decimata dalla presenza dei grandi predatori.
Circa il Museo di storia naturale, non mi esprimo sulla posizione del Governo ma mi ha
stupito un aspetto: l'importo previsto (2.6 milioni di franchi) include una cifra irrisoria per
acquisti e pubblicazioni (che sono molto importanti) e una cifra elevata per consulenze,
incarichi, collezioni e ricerche. A mio avviso sarebbe meglio fare acquisti e incrementare il
patrimonio piuttosto che spendere molti soldi per dare prebende a destra e a sinistra.
Riguardo ai rustici, secondo la legge edilizia cantonale vi sono sanzioni per costruzioni
abusive ammontanti a 20 mila franchi per il 2018 e 20 mila per il 2017, mentre erano di
zero franchi nel 2016. Il recupero per le spese di demolizione delle opere abusive
ammonta a 45 mila franchi (nel Preventivo 2017 e nel Preventivo 2018). Chiediamo una
moratoria sul problema degli abusi edilizi fuori zona al fine di ripartire da zero su una base
legale giusta e uguale per tutti, altrimenti non faremmo altro che far lavorare gli avvocati e
non risolveremmo il problema. Ci si deve sedere tutti insieme, (DT, vari enti regionali e
politici delle valli e zone periferiche) per discutere e trovare soluzioni praticabili
nell'interesse del nostro territorio e di molta gente che non ne può più.

6
  Mozione: Abbonamento Arcobaleno verde in città, rosso in periferia, Simone Ghisla per il gruppo
PPD+GG, 02.11.2015 e mozione: Abbonamento Arcobaleno bis, favorire nuclei familiari e regioni
periferiche, Simone Ghisla, 18.09.2017.
7
  Mozione: Trasporti pubblici nelle zone periferiche e di montagna: quale strategia intende proporre
il Cantone per assicurare e sviluppare un servizio pubblico sostenibile, Germano Mattei e
cofirmatari, 06.06.2016.

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GALEAZZI T. - Sono spesso in disaccordo con il collega Jelmini su molti temi e infatti è
assente perché appena ha saputo che avrei parlato se n'è andato. Scherzi a parte, questa
volta condivido appieno quanto ha richiesto sull'aeroporto di Lugano. Si tratta di una
questione molto importante che non deve essere sottovalutata e vorrei capire, oltre a
quello che ha detto lui, se l'aeroporto è considerato una struttura cantonale visto che
sempre più spesso sembra che in Ticino lo scalo di Magadino sia più "coccolato". Oltre ai
contributi annunciati o presunti vorrei sapere se il Consiglio di Stato crede in questo
progetto o almeno a questo rilancio di progetto e all'aiuto all'aeroporto di Lugano-Agno. Un
segnale forte dovrebbe arrivare dal Governo poiché da troppo tempo è rimasto assente,
specialmente durante questa turbolenza che ha prodotto un crac a più livelli.

Nel corso del suo intervento, il Direttore del Dipartimento del territorio risponderà
all'interpellanza presentata il 30 novembre 2017 da Marcello Censi per il gruppo PLR "Il
Cantone crede nel progetto di rilancio di Lugano Airport?" e all'interpellanza presentata il
14 dicembre 2017 da Franco Celio "Quali criteri alla base della scelta del Museo di storia
naturale?". Il Presidente, prima di dare la parola al Direttore del DT, chiede ai due
interpellanti se intendono sviluppare il loro atto parlamentare.

CENSI M. - Non mi dilungo perché penso che tutti i colleghi abbiano ricevuto la mia
interpellanza. Il testo è chiaro, come lo sono le domande. Ritengo che quanto sta
succedendo allo scalo di Lugano-Agno non possa lasciarci indifferenti e proprio in tal
senso, nonostante il Cantone rappresenti all'interno della Lugano Airport SA (LASA) una
quota minoritaria dell'assetto societario, riteniamo che questo prolungato silenzio da parte
del nostro Governo non faccia presagire nulla di buono. L'interpellanza è stata concepita
proprio per capire quali sono le visioni del Consiglio di Stato circa il progetto di rilancio
della città di Lugano per lo scalo di Agno. Nel contempo mi preme sottolineare che il
Cantone è impegnato in due progetti importanti che concernono anche l'area
dell'aeroporto: la circonvallazione Agno-Bioggio e il progetto del tram del Luganese, i quali
rispondono ad altre esigenze di mobilità ma sono funzionali all'aeroporto. Pertanto con il
coinvolgimento del Cantone nel progetto di rilancio di LASA, vorremmo capire in quale
modo rientrano questi due progetti. Per il resto mi rimetto al testo e attendo le risposte del
Consiglio di Stato. Mi riservo di intervenire in seguito.

CELIO F. - Con la mia interpellanza chiedo essenzialmente due cose.
La prima: qual è la concezione del Consiglio di Stato che deve stare alla base del Museo
di storia naturale, ossia se deve trattarsi di un "museo chiuso" per cui tutto inizia e termina
all'interno delle mura dell'edificio che lo ospita, oppure se l'idea è quella di un "museo
aperto" che invita a visitare sul territorio i temi presentati nell'esposizione.
La seconda domanda riguarda invece la fuga di notizie, che qualcuno ipotizza possa
essere stata pilotata da un non meglio precisato "gruppo di studio"; con la quale si
postulerebbe la scelta di un'ubicazione non proposta da nessuno durante la fase di inoltro
delle candidature, Chiedo inoltre se corrisponde al vero che almeno alcune delle
candidature inoltrate dai Comuni interessati a ospitare l'istituzione in oggetto non sono
neppure state oggetto di alcun approfondimento con i proponenti.

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ZALI C., DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO - Comincio rispondendo
alla seconda interpellanza. Inizio con una citazione: «Non sono locarnese. Trovo tuttavia
fuori luogo i tentativi provenienti negli ultimi tempi da varie parti del Cantone di
accaparrarsi il museo la cui ubicazione sulle rive del Verbano sembrava oramai cresciuta
in giudicato. Non metto in dubbio le argomentazioni dell'uno o dell'altro secondo cui vi
sarebbero qua e là nel Cantone diversi edifici adatti all'uopo. Come leventinese potrei
suggerire il sanatorio di Piotta, edificio di vaste dimensioni, per giunta di proprietà del
Cantone stesso, che da oltre quarant'anni l'ha però ignominiosamente abbandonato al suo
destino [è stato venduto]. Ma siamo seri. Se lo scopo di detto museo è quello di
rappresentare il territorio ticinese nella sua complessità la sede deve essere nel
Locarnese. Le nostre valli, ivi comprese quelle del Sottoceneri sono emissarie del lago
Maggiore e la civiltà è penetrata nel nostro territorio attraverso quella via. Misconoscere
questa realtà per accondiscendere ad altre richieste, sia pure corredate da offerte più o
meno interessanti per le finanze cantonali, sarebbe una pura assurdità. Ripeto: come non
locarnese la rivendicazione regionale di per sé mi lascia abbastanza indifferente; come
ticinese troverei invece assurda qualunque altra ubicazione». L'autore [Franco Celio] avrà
riconosciuto questa citazione. Detto ciò entro nel merito del tema del museo per precisare
alcuni punti. Anzitutto mi dispiaccio della fuga di notizie che si è verificata e che obbliga il
Consiglio di Stato a rincorrere l'informazione. Premetto che il Consiglio di Stato non ha
ancora preso nessuna decisione ufficiale: il tema è sul tavolo del Governo che, ripeto, non
ha ancora deciso, ma posso dire che non abbiamo mai fatto un bando di concorso ma solo
una grida pubblica per annunciare le candidature e tra le due procedure vi è una
differenza. Il Consiglio di Stato non ha infatti inteso conferire ai Comuni un diritto
all'attribuzione del museo (ho sentito parlare addirittura di ricorsi e questa volta davvero a
sproposito). Il Consiglio di Stato ha quindi voluto mantenere la piena latitudine di
apprezzamento e la maggiore autonomia possibile in questa scelta e, come stabilito nella
grida pubblica, è anche libero di considerare ubicazioni diverse da quelle proposte dai
Comuni. L'intento non è quindi, come invece affermato negli interventi precedenti, di fare
prebende a un determinato Comune ma trovare la migliore soluzione possibile per il
Cantone da un punto di vista finanziario, dell'efficacia e della valorizzazione di un territorio
e delle sue adiacenze. Per rispondere più strettamente alle domande, evidentemente il
museo non esiste ancora e si sta definendo l'ubicazione; il concetto museale sarà quindi
elaborato in un secondo momento. Non so se ho capito bene il significato di "museo
aperto", si intende che siamo in campagna e quindi se all'interno si vede una volpe si esce
nel tentativo di vederne una anche sul territorio? Non credo che sia questo il concetto. Il
concetto è che questo museo dovrà essere in rete, aperto ad altre realtà di tipo culturale e
museale che si possono trovare più o meno vicine all'ubicazione prescelta.
In merito alla domanda sulle candidature che non sono state oggetto di approfondimento,
torno alla premessa che ho fatto prima sulla scelta che ha evidentemente anche una
componente politica e non solo tecnica. Anche per una questione di costi abbiamo evitato
di fare perizie che poi non avremmo usato e quindi abbiamo ristretto la scelta sulla base di
determinati criteri e abbiamo approfondito solo alcune delle ubicazioni proposte. La
decisione del Consiglio di Stato arriverà probabilmente entro la fine dell'anno o all'inizio
dell'anno prossimo.

CELIO F. - Premetto che ho sempre l'impressione che quando scrivo qualcosa non la
legga nessuno. In questo caso mi fa piacere che il Direttore del DT abbia ripreso un mio
articolo di diversi anni fa che, faccio notare, non si riferiva al Museo di storia naturale bensì

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al Museo del territorio che, come ammetteranno tutti, è un'altra cosa. Al di là della battuta
del Consigliere di Stato sulla volpe, mi interessa sapere qual è il concetto museale: si
tratta di un luogo chiuso che inizia e termina entro le mura dell'edificio che lo ospita (e in
quel caso potrebbe andare bene qualunque edificio in qualunque luogo), oppure questa
esposizione deve avere una relazione con il territorio esterno?

Insoddisfatto l'interpellante, l'atto parlamentare è dichiarato evaso.

ZALI C., DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO - Rispondo
all'interpellanza presentata da Marcello Censi e in seguito evaderò le domande sul tema
dell'aeroporto di Lugano. L'interpellanza mi dà la ghiotta possibilità, che non mi lascerò
sfuggire, di rispondere ad alcune domande con monosillabi.
Alla prima domanda «Qual è la posizione del Cantone rispetto al futuro dello scalo?»
rispondo che il Consiglio di Stato è molto preoccupato e riconosce che si tratta di una
situazione critica ma il Cantone, come ricordato correttamente negli interventi precedenti,
è un azionista di forte minoranza ed è in continuo contatto sia con la città sia con la
società di gestione Lugano Airport SA (LASA). Il Governo esprime il proprio sostegno e la
propria disponibilità a collaborare con la città sulle necessarie misure di mantenimento e di
rilancio dell'attività dello scalo. Dico ciò a titolo generale e forse sarò più specifico quando
risponderò alle domande dettagliate formulate dagli altri deputati.
Riguardo alla seconda domanda («Il Cantone ritiene importante per il Ticino, per la sua
economia, per i nuovi settori economici in fase di sviluppo e per il turismo (anche
congressuale) la presenza dell'aeroporto di Lugano-Agno oppure no?») e alla terza
domanda («Le attività dell'aeroporto generano quasi 400 posti di lavoro e un indotto
significativo sia per Lugano sia per tutto il Cantone. Un punto centrale è sicuramente
quello di salvaguardare l'occupazione. Darwin/Adria ha annunciato importanti tagli al
personale al fine di salvare il salvabile. Alla luce degli ultimi avvenimenti c'è
preoccupazione in seno al Consiglio di Stato?») la risposta è "sì". Alla quarta domanda
(«Corrisponde al vero che il Cantone ha manifestato la sua volontà di ritirarsi
dall'azionariato dell'aeroporto? Se sì, entro quanto tempo e quale modo di uscita vorrebbe
utilizzare? Cedendo la quota azionaria a privati o alla città, già azionista di
maggioranza?») e alla prima parte della quinta domanda («Il tracciato scelto per la
realizzazione della futura circonvallazione Agno-Bioggio non preclude lo sviluppo
dell'aeroporto di Agno?) la risposta è "no". Alla seconda parte della quinta domanda («Lo
stesso è compatibile con le intenzioni da parte del Comune di Lugano di acquisire dei
fondi da destinare all'attività aeroportuale?») la risposta è "sì". Alla terza parte («Nel caso
in cui lo scalo non dovesse avere un futuro i progetti del tram-treno e della
circonvallazione di Agno-Bioggio potranno subire un ridimensionamento?») la risposta è
"no".

CENSI M. - Non mi ritengo soddisfatto perché, se il Consigliere di Stato considera banali
le domande poste, per me non lo sono. Ritengo che sia necessario un ulteriore
approfondimento poiché sono temi importanti per il nostro Cantone. Nel contempo mi
riservo di portare avanti altri atti parlamentari per analizzare la questione.

Insoddisfatto l'interpellante, l'atto parlamentare è dichiarato evaso.

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ZALI C., DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO - Il deputato Marcello
Censi mi darà atto che sono passato dai silenzi ai monosillabi e quindi è già un passo
avanti.
Il deputato Lorenzo Jelmini, in merito all'aeroporto di Lugano-Agno, ha posto alcune
domande riguardo all'entità dell'impegno del Consiglio di Stato, in particolare come intende
concretizzare quest'assunzione di disponibilità. Ebbene, il Governo non ne ha ancora
discusso e nemmeno a ricevuto richieste concrete. Vi sono situazioni differenti che devono
essere trattate in modo diverso. Il Cantone, in quanto azionista di LASA, è senz'altro
disponibile − nell'ambito di quanto previsto nel diritto azionario − a non sottrarsi a un
eventuale sforzo di ricapitalizzazione che si renderà necessario poiché il crac di Darwin
SA lascerà un buco nei conti della società di gestione. La situazione dovrà essere
debitamente affrontata quando saranno resi noti i conti di quest'anno. Un'altra misura
concreta di sostegno consiste nell'anticipare e se possibile prevedere già nel prossimo
progetto di variante di circonvallazione del tratto centrale, la possibilità di prescindere dal
pezzo di strada cantonale attualmente esistente a sud dell'aeroporto, che è da sempre
ritenuto un ostacolo allo sviluppo della pista. La questione, se non si risolverà a quel
momento, rientrerà nella seconda convenzione, in fase di studio, tra Cantone e Comuni
della Commissione regionale dei trasporti del Luganese (CRTL) comprendente misure che
prevedono comunque e in ogni caso quest'opera. Per quanto concerne invece una
partecipazione diretta all'investimento mi è più difficile sbilanciarmi e fatico a vedere una
base legale. Il Comune di Lugano è proprietario dei sedimi e titolare degli investimenti.
Personalmente ritengo problematica − ma il Consiglio di Stato non si è ancora chinato sul
problema e non è confrontato con una richiesta in tal senso – un'adesione incondizionata
a un simile finanziamento.
In risposta al deputato Tiziano Galeazzi che ha chiesto se un aeroporto è cantonale e
l'altro no, il Cantone non è appunto proprietario dei sedimi di Agno. Determinate
competenze formali dell'Ufficio cantonale che gestisce l'aeroporto si trovano solo nel
decreto sul volo degli elicotteri Siamo i proprietari del sedime di Magadino ma non di
quello di Agno e la differenza di trattamento è pertanto data da questo aspetto. Detto ciò
ritengo di aver risposto a tutte le domande concernenti l'aeroporto di Lugano-Agno.
All'intervento del deputato Graziano Crugnola che ha constatato un peggioramento dei
conti del DT, rispondo che, come avrà appreso nel frattempo ascoltando il dibattito, esso è
dovuto all'aumento dei compiti, in particolare sul fronte del trasporto pubblico, insufficiente
secondo il deputato Bruno Storni che però crea un aggravio per i conti che per la sola
ferrovia Mendrisio-Varese è dell'ordine di alcuni milioni di franchi. Si pensava di
compensare tali uscite con la tassa di collegamento che, come sappiamo, non è ancora in
vigore.
In merito alla revisione della legge edilizia, abbiamo avviato proprio oggi la consultazione
tramite procedura elettronica. Oltre a un aggiornamento delle norme che hanno ormai più
di vent'anni, la novità principale di questa legge è l'informatizzazione delle procedure che,
appunto, saranno in forma elettronica. L'introduzione di una procedura completamente in
forma elettronica e – aggiungo io – la proposta di eliminare un'istanza ricorsuale (Consiglio
di Stato) prevedendo il ricorso diretto al Tribunale cantonale amministrativo permetteranno
di snellire le procedure.
Riguardo al regolamento di applicazione della legge sulle commesse pubbliche è in atto
una discussione all'interno del Consiglio di Stato. Non ho difficoltà a dichiarare che il
problema concerne questioni di controllo e di consulenza: si tratta di temi di attualità
piuttosto "caldi". Confidiamo di sbloccare la situazione e di avviare la consultazione
esterna nel corso del mese di gennaio 2018.

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Per quanto riguarda il progetto di UAA (Unità amministrative autonome) della Divisione
delle costruzioni non si tratta di un vero e proprio progetto del Dipartimento. Un primo
esame ci porta a dire che probabilmente con detto sistema non si conseguirà un risparmio
finanziario. Penso che una risposta definitiva su questo tema, ovvero se introdurre o meno
detto sistema, potrà essere data nel corso dell'anno prossimo.
Sulla mobilità, sempre il deputato Graziano Crugnola ha chiesto dettagli in merito
all'evoluzione di tre progetti importanti. Quello del semisvincolo A2 a Bellinzona è pronto e
il relativo messaggio è sottoposto all'attenzione del Parlamento. La tratta Lugano-
Mendrisio e il collegamento A2-A13 sono oggetti federali e quindi la nostra possibilità
d'intervenire è limitata ma per quanto riguarda il collegamento del Locarnese ci siamo
presi l'onere di anticipare la progettazione e il progetto definitivo è quasi pronto. Per
passare alla fase realizzativa occorrono evidentemente premesse che dovranno verificarsi
a livello federale. Nel frattempo è stato creato lo strumento di finanziamento e la tratta è
stata inclusa nel novero delle strade nazionali. Quando vi saranno soldi a disposizione,
occorrerà essere in pole position e i nostri deputati alle Camere federali e i Consiglieri
federali potranno fornire un aiuto più importante di quello che potranno fare il DT e
l'autorità cantonale.
A proposito degli spazzaneve concordo che non tutto ha funzionato a dovere. Tuttavia,
anche se nella percezione comune è stato tutto un disastro, in realtà vi sono stati singoli
enti pubblici che hanno lavorato meglio di altri e in alcuni luoghi i disagi erano sopportabili.
Il Cantone si assume comunque le proprie responsabilità anche se a parziale discolpa vi
sono due motivazioni. La prima consiste nell'anomalia metereologica che ha fatto sì che la
nevicata, in presenza di temperatura così bassa, avesse l'effetto di fare ghiacciare
immediatamente al suolo i fiocchi, il che ha reso più difficili le operazioni di sgombero della
neve. La seconda ragione – e questa è una constatazione amara – è che nonostante si
preveda l'arrivo della neve (e quindi l'automobilista sa che dovrà affrontare importanti
disagi) vi è comunque un traffico troppo intenso per consentire i lavori di sgombero (se le
strade sono intasate non è possibile sgomberarle dalla neve).Non voglio ributtare la palla
nel campo degli automobilisti ma se in giorni simili si assistesse a un maggiore uso dei
mezzi pubblici vi sarebbero meno problemi (anche se nel caso in discussione chi
prendeva il treno andava incontro a disagi, ma questo è un altro discorso).
Al deputato Bruno Storni, di cui condivido l'introduzione, rispondo che il nuovo Piano di
risanamento dell'aria (PRA) arriverà a gennaio: il documento sarà quindi disponibile a
breve.
È corretto, come ho già detto, che la Ferrovia Mendrisio-Varese comporta un aumento del
budget per il trasporto pubblico.
In merito alle dichiarazioni di Bruno Storni sul semisvincolo A2 a Bellinzona devo
dissentire. Il mio compito non è solo quello di proporre misure nel settore del trasporto
pubblico ma anche di proporre una mobilità a 360 gradi e quella stradale ne fa parte. Il
senso (politico e tecnico) dell'opera è quello di togliere dai quartieri di Bellinzona, in cui
oggi si consuma una transumanza continua di automobili in coda da nord a sud e
viceversa, un traffico che queste strade non sono in grado di sopportare per convogliarlo
su un'autostrada a tre corsie con una portata di centomila automobili al giorno e fare
penetrare in città le vetture dall'asse di via Tatti che non è più destinato a essere
sviluppato come luogo residenziale (il deputato è sicuramente a conoscenza del fatto che
una modifica del Piano regolatore che prevedeva migliaia di metri quadrati edificabili non è
stata approvata dal Cantone).
In una logica complessiva che considera anche il recente accordo siglato con le Ferrovie
federali svizzere (FFS) a livello di dichiarazione d'intenti, lo sviluppo futuro della città deve

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