Alexander Silvestri - Italian Morph Shop

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SCHEDA ALLEVAMENTO - Corallus hortulanus - Linnaeus 1758

   1.1. Tassonomia e specie simili
Classe: Reptilia
Ordine: Squamata
Sottordine: Serpentes
Famiglia: Boidae
Genere: Corallus
Specie: Corallus hortulanus
Specie simili: Ruschenbergerii; Grenadensis; Cookii
Sinonimi: Corallus enydris enydris

   1.2. Distribuzione
   Corallus hortulanus è originario del Neotropico del sud America, il suo areale di
distribuzione comprende il sud della Colombia, l’est della catena montuosa delle
Ande, il sud del Venezuela, il Suriname, la Guyana francese, Brasile, Equador, Perù e
Bolivia. Nonostante sia prettamente arboricolo, può abitare vari ambienti. Sono
spesso ritrovati nella bassa vegetazione, cespugli e certamente alberi di diversa
altezza. A differenza di altre specie di rettili sembrano adattarsi bene ad aree della
natura antropizzate e sono spesso ritrovati in piantagioni e campi di canna da
zucchero dove cacciano roditori e pipistrelli durante le ore notturne. Per quanto
riguarda l’altitudine, si possono rinvenire tra il livello del mare e i 900 metri sopra lo
stesso. Il suo vasto areale di distribuzione e dunque la molteplicità di nicchie
ecologiche in cui è possibile rinvenire C. hortulanus, fa sì che, rispetto ad altri
membri del genere Corallus, sia più tollerante rispetto ai parametri di stabulazione
(Handerson et al, 1996; Puorto, 1994).
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Areale di distribuzione

                 Perù                                             Colombia

   1.3. Descrizione
   C. hortulanus è molto conosciuto per la sua alta variabilità di colori e di pattern. Il
colore di base varia enormemente: esemplari gialli, rossi, arancioni, ocra ed esemplari
grigio scuro, sono egualmente rappresentativi di questa specie. Per quanto riguarda il
pattern, anche questo è caratterizzato da enorme variabilità; a proposito è stato
condotto uno studio che ha tentato di distinguerlo in sette macro categorie. Vedremo,
dunque, come sarà possibile osservare animali con pattern talmente estesi da
prevalicare il colore di fondo, fino ad arrivare ad esemplari del tutto privi. Anche il
colore del ventre è variabile, da un color crema fino al rosso. Gli occhi sono anch’essi
caratterizzati da un’alta variabilità cromatica spaziando tra il colore giallo, grigio o
rosso. Le femmine tendono ad essere più grandi dei maschi, le dimensioni variano dai
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52cm fino ai 190cm in lunghezza. Solitamente tra i 120cm e i 150cm. Hanno un
corpo affusolato e muscoloso, con una testa ben separata e relativamente grande.
L’apparenza, quindi, è propriamente arboricola. Altra caratteristica di questi serpenti
sono le fossette termosensibili -particolarmente pronunciate in corrispondenza delle
squame sopralabiali- che danno loro la percezione di qualsiasi fonte di calore e
facilitano la caccia notturna (Henderson, 2002).

   1.3.2. Colorazioni (phase)
   C. hortulanus è caratterizzato da un’estrema variabilità fenotipica e ciò permette
di avere nella propria collezione -così come avviene anche in natura- esemplari di
tutti i colori, estremamente diversi gli uni dagli altri. Vi sono, infatti, infinite
combinazioni di colore e di pattern tanto da rendere ogni individuo unico. Vista
l’incredibile varietà di questi animali, qui di seguito indicheremo una serie di
definizioni e terminologie utilizzate per distinguere queste colorazioni:
    Garden phase: animali con una colorazione di fondo grigio/bruno di intensità più
o meno variabile, con pattern solitamente ben visibili e con colorazioni che vanno dal
nero al grigio chiaro. Questi animali alla nascita possono presentare un pattern di
colore arancio lungo il dorso che, perderanno nel primo anno di vita. Esemplari di
questo tipo vengono definiti “garden marker”.

             Baby garden phase                              Adulto garden phase
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Halloween phase: i baby si presentano con una base particolarmente scura e un
bellissimo pattern di semicerchi simmetrici dal colore arancio acceso. Questa
particolare tonalità arancione col tempo è destinata a diventare di un caratteristico
color Silver.

                Baby halloween phase                 Adulto halloween phase

   Bicolor - tricolor: a seconda del numero dei contrasti di colore che presenta
l’animale. Generalmente, troviamo una base che va dal giallo all’arancione con bande
di colore contrastante ed un pattern estremamente ridotto, solitamente composto da
pochi ed isolati spot neri.

                Baby bicolor                             Adulto bicolor
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Orange; yellow; red: denominazione che indica il colore di fondo dell’animale,
presentato in maniera più o meno omogenea. Questi animali possono manifestare
pattern molto evidenti -heavy patterned- o esserne del tutto privi –solid-.

             Orange heavy patterned                          Yellow phase

                                          Red phase

Nonostante questi animali siano stati riprodotti da tante generazioni, ci sono
relativamente pochi morph, ma il fatto che sia una specie polimorfica fa sì che
abbiano infinite combinazioni di colore, che lasciano col fiato sospeso ad ogni
riproduzione. Non è necessario partire con una coppia con colori brillanti per avere
una cucciolata con colori spettacolari. I garden possono produrre facilmente baby con
un rosso o un giallo particolarmente accesi. Anche se difficile predire quali colori
emergeranno da una coppia, le combinazioni prodotte solitamente rimarranno
costanti. Abbiamo visto nascere animali rossi da coppie garden ed il contrario.
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Semplicemente, non c’è modo certo di predire la cucciolata ed è una della ragioni per
cui amiamo così tanto questa specie.

   1.3.3. Carattere ed abitudini
   Dal punto di vista comportamentale, sarà sicuramente necessario imparare a
manipolare in maniera calma un animale che si comporta difensivamente.
Atteggiamento, questo, tipico di animali che in natura corrono il rischio di essere
predati da piccoli e medi carnivori, vista la loro corporatura esile e snella. Con il
tempo però, C. hortulanus tende a calmarsi e a diventare meno difensivo.
Sono animali prettamente arboricoli, anche se non come altre specie appartenenti al
genere Corallus quali caninus e batesii. Capita, infatti, di trovarli sul fondo. Essendo
prettamente notturni le sue caratteristiche più nervose si manifestano durante le ore
crepuscolari.
Una piacevole caratteristica a livello comportamentale è comunque il buon livello di
attività che questi serpenti mantengono durante le ore diurne, essendo meno statici di
altre specie (Costa – Henderson, 2012).

                                            Dentatura

   1.4. Stabulazione
   Per l’allestimento della teca bisogna assicurarsi che sia grande abbastanza per
permettere un necessario gradiente termico e concedere al serpente di esibire i suoni
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naturali comportamenti arboricoli. Per ciò che riguarda le dimensioni del terrario, è
bene dire che esse vanno adattate alle dimensioni dell’animale. In ogni caso, un
terrario di dimensioni 65x65x65 andrà bene per la maggior parte degli esemplari
adulti. Nel caso in cui si adotti la stabulazione in un terrario naturalistico è necessario
aumentare queste misure poiché il numeroso arricchimento ambientale andrà a
ridurre lo spazio di movimento dell’animale. Maggior spazio riuscirete a dare a questi
serpenti arboricoli, meglio sarà. Ricompenseranno il proprietario utilizzando ogni
centimetro del proprio terrario, per questo essere creativi con le decorazioni può
essere una goduria. Ugualmente importante alla dimensione della teca è il suo setting
e lo sfruttamento degli spazi. C. hortulanus trascorre più tempo al suolo rispetto agli
altri Corallus, ma è importante provvedere ugualmente, a pertiche e sostegni
adeguati. Per quanto concerne le pertiche, è necessario che abbiano più punti di
intersezione affinché i serpenti abbiano più punti di contatto, in quanto spesso non
assumono la classica posizione a sella di C. caninus o M. viridis. Consigliamo
l’utilizzo di pertiche rimovibili perché permettono di rimuovere l’animale
semplicemente estraendo la pertica stessa. Infatti rimuovere un hortulanus riluttante
allo spostamento, con il suo lungo e muscoloso corpo, la propensione al morso e la
capacità di aggrapparsi alle pertiche con ogni parte del proprio corpo fa sì che sia
difficile separarlo dalla pertica.
Utilizzare rami naturali, raccolti in un’area dove si sia sicuri non siano stati eseguiti
trattamenti di insetticidi o pesticidi. L’utilizzo di questi rami sarà stimolante per il
serpente, che spenderà tempo ad esplorarli. Cambiandoli saltuariamente, si
permetterà all’animale di avere costantemente nuovi stimoli mentali e fisici. Piante
vere possono essere usate con successo, ma è importante non usare fertilizzanti
chimici su di esse. In ogni caso, noi preferiamo usare fogliame artificiare per via della
sua durata e per la sua facilità di pulizia. Questo fogliame, anche se non necessario,
sarà spesso apprezzato ed utilizzato per nascondersi, in particolare dopo i pasti e
durante il periodo opaco della muta. C. hortulanus utilizzerà anche qualsiasi sorta di
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nascondiglio o tana. A proposito, abbiamo riscontrato successo con porzioni di tubo
corrugato di grande diametro posti nella parte alta del terrario.

   1.4.2. Temperature e umidità
   Essendo arboricoli, in natura, C. hortulanus si termoregolano salendo nella parte
alta degli alberi, per sfruttare al meglio l’irraggiamento solare. Proprio per questo
sarà opportuno creare una zona basking tramite l’utilizzo di pannelli radianti o
tappetini riscaldanti, posti nella parte alta del terrario. L’utilizzo di spot è sconsigliato
in quanto, oltre a seccare eccessivamente l’aria, se non adeguatamente schermati
possono provocare ustioni all’animale. Sarà ovviamente necessario l’utilizzo del
termostato, affinché si possa mantenere la parte alta del terrario tra i 28 ed i 30 gradi.
Per mantenere un buon gradiente termico la temperatura dovrà diminuire fino ad
avere circa 25 gradi sul fondo del terrario. Per quanto riguarda le temperature
notturne, è consigliato abbassare le stesse di circa 3 gradi come registrato in natura.
Avere una fonte di calore proveniente dall’alto, inoltre, incoraggia la loro più naturale
attitudine ad arrampicarsi. Venendo dal Neotropico, in natura hanno un cambiamento
del fotoperiodo davvero impercettibile, così una luce di 12 ore può essere mantenuta
per tutto l’anno. Non c’è alcuna necessità di utilizzare luci uvb, né apposita
illuminazione. È comunque consigliato che nella stanza in cui si trovi l’animale sia
presente una finestra che garantisca illuminazione naturale per far si che venga
rispettato il naturale ciclo giorno-notte.
   L’umidità svolge un ruolo di particolare importanza, pertanto bisognerà garantire
un ottimo connubio tra ricircolo dell’aria ed umidità ambientale. Per garantire
l’umidità, sono utili le nebulizzazioni e l’utilizzo di una capiente ciotola d’acqua; ciò
permetterà di mantenere l’animale ben idratato, stimolandolo a bere. Quando si
nebulizza dovremmo ottenere dei picchi del 90%, per poi scendere gradualmente fino
ad un 50-60% nell’arco della giornata. Questo permetterà di ottenere                 periodi
relativamente più secchi, comunque necessari. Se la teca è troppo bagnata o troppo
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asciutta dopo la nebulizzazione, occorrerà apportare modifiche al sistema di
areazione, aumentando o diminuendo le prese d’aria, per mantenere i tassi di umidità
ottimali. È consigliato monitorare il livello di condensa presente all’interno del
terrario, evitandone un eccessivo formarsi. Acqua fresca dovrebbe essere sempre
presente poiché C. hortulanus si disidrata facilmente, specialmente se si vive in un
clima secco dove è difficile mantenere i cicli di umidità che questa specie richiede.
Avere una ciotola larga abbastanza per far immergere il serpente eliminerà qualsiasi
problema di muta, poiché questi serpenti si immergeranno prontamente nell’acqua.
   Un errore comune è assumere che un alto tasso di umidità equivalga ad un
animale ben idratato, infatti la pelle dei rettili è idrorepellente. Solamente una piccola
quantità d’acqua verrà assorbita da quest’ultima attraverso l’ambiente. In
conclusione, un adeguato tasso di umidità aiuta l’animale a non disidratarsi ma non
gli permette di idratarsi adeguatamente, motivo per il quale è fondamentale avere
una grossa ciotola dell’acqua oltre alle regolari nebulizzazioni (Berthe et al, 2009).

   1.4.3. Naturalistico o semi- sterile
   È possibile allevare con successo questa specie in entrambi i modi. Per quanto
riguarda il set-up naturalistico, troviamo sicuramente i vantaggi di fornire all’animale
stimoli costanti e mantenere facilmente livelli di umidità ottimali. Inoltre sarà
estremamente appagante perché C.hortulanus, essendo una specie che ben si presta,
sfrutterà ogni centimetro di quel terrario. Necessario considerare che questo tipo di
stabulazione non permette di avere sempre sotto controllo l’animale ed è quindi
sconsigliata per baby con età inferiore ai sei mesi.
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Altra metodologia d’allevamento è quella del set-up semi-sterile. Caratterizzato
da un fondo in carta o tappetini assorbenti, pertiche in PVC o legno, tane in tubo
corrugato. È comunque consigliato inserite piante finte all’interno del terrario, spesso
apprezzate ed utilizzate per nascondersi. Questo set-up, rispetto al naturalistico,
potrebbe richiedere maggiore attenzione per il mantenimento dell’umidità.

   1.4. Alimentazione
   Essendo     arboricoli,   sarebbe   per   loro   molto    controproducente    essere
sovralimentati. C. hortulanus dovrebbero essere nutriti con una preda di taglia
adeguata, circa ogni 7 giorni per i baby e tra i 10 e i 15 giorni per gli adulti. In
cattività, la dieta sarà composta essenzialmente di roditori di dimensione adeguata
all’animale, dunque si passerà da pinky di topo -2, 4 gr- per gli esemplari baby, fino
ad arrivare a ratti medi -60, 80 gr- per le femmine più grandi. Il pasto dovrebbe
lasciare un gonfiore visibile ma non uno che impedisca di arrampicarsi e che lo renda
troppo ingombrante per salire sulle pertiche. Animali correttamente svezzati
accetteranno di buon grado prede decongelate, confermando il loro grandissimo
feeding response. Essendo prettamente notturni è consigliato offrire la preda nelle ore
crepuscolari, periodo che coincide con la loro attività di caccia.
Un consiglio che può tornare utile nell’alimentazione di questi boa è quello di fornire
delle prede ben riscaldate ed evitare spostamenti o movimenti bruschi durante la fase
di costrizione essendo C. hortulanus particolarmente sensibili a movimenti e
vibrazioni mentre mangiano.
Solitamente C. hortulanus non hanno particolari problemi di alimentazione, la loro
propensione nell’accettare ogni sorta di preda venga offerta, è probabilmente una
conseguenza del loro vasto areale di distribuzione e della conseguente vastità di prede
che consumano nel corso della loro vita (Castellari et al, 2016). A proposito, sono
stati condotti diversi studi (Costa Silva- Henderson, 2014) che confermano l’enorme
varietà di prede rinvenute all’interno degli stomaci di questi animali in natura. Da
giovani le loro prede consistono essenzialmente in piccoli uccelli e lucertole. Quando
maturano invece, la dieta vira su piccoli mammiferi. Anche in cattività, quindi,
accetteranno di buon grado piccoli volatili in maniera sporadica. Da entrambi gli
studi emerge una significativa differenza di alimentazione tra esemplari isolani e di
terraferma. È stato notato che sulle isole le lucertole compongono il 67%
dell’alimentazione, mentre sulla terraferma solamente il 4%. Al contrario è stato
notato che sulla terraferma uccelli e pipistrelli costituiscono il 59% della dieta mentre
negli esemplari isolani solamente il 4,8%. La minore presenza di uccelli e pipistrelli
sulle isole, compensata da un’enorme prevalenza di lucertole, sembra aver fatto virare
gli individui delle isole su questo tipo di preda, comunque abbondante ma
ectotermica (Barnett et al, 2007).
.

                                Baby bicolor intento ad ingollare un
                                     pinky di Mus musculus

    1.5. Morph
    Nonostante questi animali siano stati riprodotti in cattività, con successo da
svariati anni, ci sono relativamente pochi morph. Qui di seguito elencheremo quelli
conosciuti fin ora e di cui sia stata accertata la trasmissibilità genetica:

    Tiger: gene dominante. Questo morph riguarda il pattern, è caratterizzato da uno
stripe lungo il dorso di larghezza e continuità variabile. Può essere associato a
qualsiasi colorazione.
Yellow tiger

   Calico: gene dominante, anche se ne è stata provata una diversa forma recessiva.
Questo morph, contraddistinto da macchie di colore bianco su un fondo rosso, si
presenta in due diverse forme. La prima, definita “dark melanic”, è caratterizzata da
animali che da baby manifestano un rosso molto acceso, destinato a scurirsi e
diventare con lo sviluppo di un caratteristico color prugna. La seconda, definita
“candy cane line”, è contraddistinta da esemplari rosso acceso contrastato dal bianco
e da qualche spot nero. Fatta questa sommaria distinzione, aggiungiamo che di questo
morph esistono svariate linee, di cui ancora non si ha certezza ne sulla trasmissibilità
ne sulla compatibilità di diverse linee tra loro.

                                    Candy cane calico
Leopard: gene recessivo. Questi esemplari presentano caratteristici marking ovali
e un grigio chiaro di fondo che spesso cambia di intensità tra il giorno e la notte,
associandosi alla presenza di occhi argentei.

                                          Leopard

   Hypo: gene codominante. Esemplari di questo tipo sono caratterizzati da una
grande diminuzione di melanina; si presentano con una colorazione di fondo giallo
pallido e assenza di pattern. Essendo un gene codominante, questa mutazione in
omozigosi è diversa da quella in eterozigosi e prende il nome di “lucy”. La
definizione hypo è stata messa in discussione in quanto può risultare difficile la
distinzione tra un “hypo” ed un “solid yellow” -entrambi animali che si presentano
dal colore giallo e con una decisa dimunzione di melanina- per questo sempre più
soventemente si comincia a descrivere questi animali come “het lucy” in quanto, nel
caso in cui non manifesti nella prole tale superforma, non è possibile definire
l’animale “hypo”, nonostante sia fenotipicamente ipomelanistico.
Hypo

   Lucy: caratterizzato da una colorazione sorprendentemente chiara, tendente al
bianco, con assenza di pattern e pochi ed isolati spot di colore più scuro.

                                            Lucy
Marble: gene recessivo. Questa mutazione conferisce all’animale un pattern che
ricorda le venature del marmo, da cui prende il nome. Morph, questo, che può
manifestarsi in varie colorazioni.

                                          Marble

   1.6. Curiosità
   Sino al 1997 C. cookii, C grenadensis e C. ruschenbergerii erano considerate
sottospecie di Corallus hortulanus. Solo in seguito sono state elevate a specie propria
da Henderson.
   Come molti avranno notato “hortulanus” ricorda il termine “orticoltura”, non a
caso Linnaeus, all’interno della descrizione di Boa hortulana -nome con il quale
catalogò per la prima volta questa specie nel 1758-        ha annotato che il corpo
presentava puntini di vario colore che ricordavano un giardino.
In conclusione, si ricerca la perfetta combinazione tra un serpente colorato, che si
mostri nella sua bellezza all’interno del terrario e con una grande personalità, C.
hortulanus fa sicuramente per te. Pochi serpenti ti permetteranno di avere una
collezione nella quale ogni individuo è di fatto differente rispetto agli altri, senza
dover pagare prezzi esorbitanti per dei morph. Con un’attitudine nervosa e stimolante
e la potenzialità di produrre infinite combinazioni di colore e di pattern, C. hortulanus
saranno in grado di tenerti sempre in suspense e in attenzione.

                                 Alexander Silvestri
BIBLIOGRAFIA

   Barnett, A.; Schiel, V.; Deveny, A. (2007). Corallus hortulanus (Amazon tree
boa): bat predation in Jau National Park, Brazil. Herpetological Bulletin 100: 35-37.

   Berthe, R.A.; Westhoff, G.; Bleckmann, H.; Gorb, S.N. (2009). Surface structure
and frictional properties of the skin of the Amazon tree boa Corallus hortulanus
(Squamata, Boidae). Journal of Comparative Physiology A Sensory Neural and
Behavioral Physiology 195(3): 311-318.

   Castellari Gonzalez, R.; Silva-Soares, T.; Crozariol, M.A.; Citeli, N.K.; Rocha
Brito, G.R. (2016). Corallus hortulanus (Linnaeus, 1758) (Squamata: Serpentes:
Boidae) diet: predation events on two Passeriformes at the Atlantic rainforest,
southeastern Brazil. Herpetology Notes 9: 87-89.

   Costa Silva, P. da; Henderson, R.W. (2014). Natural history observations of
Amazon Treeboas (Corallus hortulanus) on three islands in the Parnaíba Delta,
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the Amazon Treeboa (Corallus hortulanus). Herpetology Notes 5: 531-532.

   Henderson, R. W. (2002). Neotropical tree boas: natural history of the Corallus
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   Henderson, R.W.; Winstel, R.A.; Friesch, J. (1996). Corallus hortulanus
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species, and new predators. Contributions to Herpetology 12: 417-423.
Pendlebury, G.B. (1974). Stomach and intestine contents of Corallus enydris; a
comparison of island and mainland specimens. Journal of Herpetology 8(3): 241-244

   Puorto, G.; Henderson, R.W. (1994). Ecologically significant distribution records
for the common tree boa (Corallus enydris) in Brasil. Herpetological Natural History
2(2): 89-91.

Credit photo
   Baby halloween phase: Luigi Picconi
   Terrario naturalistico: Tino Anttila
   Leopard: Taylor Gilbert
   Hypo: Dayton Croydon
   Lucy: Scott Haynie
   Marble: Vanja Paris
   Other photos: Alexander Silvestri
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